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Zygmunt Bauman LA DECADENZA DEGLI ... - SEPHIROT

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il potere di quest'ultima era quello delle armi e del controllo amministrativo, non delle idee. Andava<br />

contro la Chiesa, il suo opposto speculare. Il meccanismo di produzione delle idee fondato sulla<br />

"république des lettres" rappresentava una nuova, radicale alternativa alla gerarchia ecclesiastica. La<br />

struttura verticale della Chiesa forniva un incrollabile e trascendente fondamento di verità a pensatori e<br />

scrittori: la saggezza divina, la certezza incarnata nella stabilità e nella continuità della Chiesa. La<br />

Riforma mandò in frantumi questa stabilità; peggio ancora, introdusse la polivalenza nell'ermeneutica<br />

della verità di Dio sino ad allora unificata. Di conseguenza, la certezza devota fu sostituita dalla crisi<br />

«pirroniana» (16) che tormentò i filosofi di tipo nuovo, laico, per tutti i secoli diciassettesimo e<br />

diciottesimo. Fu a questa crisi che la "république des lettres", strutturata orizzontalmente, fornì una<br />

risposta: nuovi fondamenti di certezza, una nuova corte d'appello. Consenso.<br />

L'orizzontalità della struttura diede agli immigrati nella "république des lettres" una libertà, rispetto alle<br />

strutture ben definite, verticali, del potere, che risuonava nelle loro coscienze come «libertà di pensiero».<br />

Anzi, per quanto rigidi fossero i vincoli imposti al pensiero individuale dal consenso della collettività, essi<br />

sembravano molto lievi se paragonati alla «economia di comando del pensiero» rappresentata dalla<br />

Chiesa. L'esperienza della libertà fu inoltre rafforzata dalla separazione del potere statale. A differenza dei<br />

loro colleghi a est del Reno, i "philosophes" francesi non occupavano cariche pubbliche; o meglio, singoli<br />

membri della "république" si guadagnavano da vivere in una tale varietà di commerci e istituzioni che le<br />

rispettive dipendenze si annullavano a vicenda; nessun singolo potere esterno era talmente influente da<br />

pesare più degli altri. Naturalmente, la libertà di pensiero aveva un altro aspetto un po' meno attraente, e<br />

dunque meno celebrato: la mancanza di potere. Le pressioni del potere sacro e secolare erano tanto meno<br />

sgradevoli quanto più essi restavano fuori della portata dei "philosophes".<br />

Questo quadro sociale unico trovò la sua espressione in una serie di norme controfattuali per la ricerca<br />

laica della verità, che conferirono ai "philosophes" un ruolo duraturo nella formazione e nella storia degli<br />

intellettuali moderni. Tali norme sono tuttora valide, non importa se dichiarate ed esposte, tacitamente<br />

seguite o proiettate come limiti esterni del progresso auspicato, come nella famosa utopia della<br />

«comunicazione non distorta» di Jürgen Habermas.<br />

In una "société de pensée", osservava Cochin, «i partecipanti appaiono liberi, privi di ogni legame, di ogni<br />

obbligo, di ogni funzione sociale» (17). «I suoi membri - aggiunge Furet - devono, per svolgere a loro<br />

ruolo, spogliarsi di ogni particolarità concreta, e della loro effettiva esistenza sociale (...). La "société de<br />

pensée" è caratterizzata, per ogni suo membro, dal solo rapporto con le idee» (18). Ci sono, ovviamente,<br />

dei presupposti controfattuali, dal momento che i cittadini della "république des lettres" erano diversi tra<br />

di loro sotto ogni possibile aspetto. Come nella più vasta società, c'erano tra loro ricchi e poveri, potenti e<br />

privi di potere, ben inseriti ed emarginati. Ma l'unico potere che era esplicitamente concesso d'invocare<br />

all'interno della "république des lettres" era il potere dell'idea, dell'argomento, della logica, misurato con<br />

il metro del consenso. Per citare di nuovo Cochin, la "république" «è un mondo in cui si chiacchiera, dove<br />

non si può far altro che chiacchierare, e dove ogni intelligenza ricerca l'accordo di tutti, l'opinione, allo<br />

stesso modo in cui nel mondo reale ricerca un prodotto e un effetto» (19). Poiché l'opinione umana è<br />

l'unico fondamento sociale della nuova certezza, la discussione è la via maestra verso la verità. La verità è<br />

fatta dall'uomo, la ragione umana è la massima autorità, l'uomo è autosufficiente come forza ordinatrice

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