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La Stolta Superbia e la soave umiltà

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Lucifero aveva ceduto.<br />

Tremammo per queste forze <strong>la</strong>tenti che non<br />

avevamo pensato che esistessero, potessero<br />

invederci, ma bruscamente si disve<strong>la</strong>vano.<br />

Abbattuti ci chiedevamo: “Allora, l’essere<br />

così puri (quali Angeli) non serve? Chi mai<br />

darà a Dio l’amore che esige e merita, se<br />

anche noi siamo soggetti a peccare?<br />

Ecco, allora, che alzando il nostro sguardo<br />

dall’abisso del<strong>la</strong> deso<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> Divinità, e<br />

fissando il suo splendore con un timore fin’allora<br />

ignorato, contemp<strong>la</strong>mmo, nel Pensiero<br />

eterno l’Immaco<strong>la</strong>ta Madre di Dio. Tornò in<br />

noi <strong>la</strong> pace che si era turbata. Vedemmo Maria<br />

nel Pensiero Eterno. Veder<strong>la</strong> e possedere quel<strong>la</strong><br />

sapienza, <strong>umiltà</strong> che è conforto, sicurezza e<br />

pace, fu <strong>la</strong> stessa cosa. Salutammo <strong>la</strong> futura<br />

nostra Regina con il nostro canto, <strong>la</strong> contemp<strong>la</strong>mmo<br />

nei suoi privilegi e meriti, sue perfezioni<br />

gratuite e volontarie. O bellezza di quell’attimo<br />

in cui, a conforto dei suoi Angeli,<br />

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