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La Stolta Superbia e la soave umiltà

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<strong>la</strong>crime rigarono il volto e il cuore di Eva per<br />

<strong>la</strong> durezza del figlio, gettandole nel cuore il<br />

germe del pentimento, <strong>la</strong>crime espiatorie per<br />

<strong>la</strong> sua colpa: Dio perdona al dolore che si<br />

pente. Abele, il secondogenito, ebbe l’anima<br />

<strong>la</strong>vata dal pianto del<strong>la</strong> madre. Fu dolce, rispettoso<br />

verso i genitori e devoto al Signore di cui<br />

sentiva l’onnipotenza raggiare dai Cieli. Era <strong>la</strong><br />

gioia del<strong>la</strong> decaduta.<br />

Ma il cammino del dolore di Eva doveva<br />

essere lungo, proporzionato al suo cammino<br />

nell’esperienza del peccato, cammino vizioso,<br />

fatto di fremiti dei sensi, e di baci che le diedero<br />

un figlio. Il doloroso cammino del<strong>la</strong> conversione<br />

fu invece fatto di fremiti di spasimi,<br />

di sangue e infine del<strong>la</strong> morte del figlio, prediletto<br />

per <strong>la</strong> sua bontà.<br />

“E Caino disse al fratello: Andiamo fuori”<br />

(Gn. 4,8), menzogna che ce<strong>la</strong> sotto un sorriso<br />

il tradimento che uccide.<br />

Quando Caino uccise Abele, <strong>la</strong> bocca del<strong>la</strong><br />

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