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F FUNZIONI IMPLICITE MASSIMI E MINIMI VINCOLATI F1. Il ...

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F2. Invertibilità delle funzioni da IR n in IR n<br />

Sia F : X → IR n , con X aperto connesso di IR n ed F ∈ C 1 (X). Ci poniamo il problema<br />

di stabilire sotto quali condizioni F è invertibile.<br />

<strong>Il</strong> problema è già risolto se n = 1, essendo noto che: se ∀x∈X F ′ (x) = 0, allora F è<br />

invertibile nell’intervallo X. Infatti il teorema degli zeri applicato ad F ′ assicura che F ′<br />

è ovunque positiva o ovunque negativa in X, cosicché F è strettamente monotona in X.<br />

Si sa anche che F −1 ∈C 1 (F(X)), e che ∀y∈F(X) (F −1 ) ′ (y) = 1<br />

F ′ (x) , con x = F−1 (y).<br />

Tornando ad n qualsiasi, un caso particolare notevole si ha con F : IR n → IR n lineare.<br />

Detta A la matrice associata ad F, ossia quella per cui F(x) = Ax ∀x∈IR n , è noto<br />

che, se detA = 0, allora ∀y ∈IR n ∃!x∈IR n tale che Ax = y (teorema di Cramer).<br />

Se ricordiamo che ∀x∈IR n Df(x) = A, il risultato esposto può essere espresso come<br />

segue: se ∀x∈IR n Jf(x) = 0, allora F è invertibile. Si sa inoltre che anche la funzione<br />

F −1 è lineare, e che la matrice ad essa associata è A −1 ; ne segue che F −1 ∈ C 1 (IR n ) e<br />

che ∀y∈IR n DF −1 (y) = [DF(x)] −1 , dove x = F −1 (y).<br />

Gli esempi trattatifanno pensare che, anche nel caso generale, una condizione sufficiente<br />

per l’invertibilità di F è che risulti JF(x) = 0 ∀x∈X.<br />

Ma le cose non stanno così, come dimostra l’esempio che segue.<br />

Esempio F2.1. Siano X = {(x1,x2)∈IR 2 /x1 > 0} ed F(x1,x2) = (x1cosx2, x1senx2)<br />

∀(x1,x2)∈X. Si vede che F ∈C 1 (X) eche JF(x1,x2) = x1 = 0 ∀(x1,x2)∈X. D’altra<br />

parte risulta F(x1,x2) = F(x1,x2+2kπ) ∀k∈Z, cosicché F non è invertibile in X.<br />

Si può comunque provare che, sempre nell’ipotesi JF(x) = 0 ∀x∈X, se F è invertibile,<br />

allora F −1 ∈ C 1 (F(X)) e ∀y ∈ F(X) DF −1 (y) = [DF(x)] −1 , con x = F −1 (y). In<br />

particolare, la formula per DF −1 (y) si ricava osservando che, essendo F◦F −1 = i F(X) ,<br />

deve aversi DF(x)DF −1 (y) = In, dove In è la matrice unitaria d’ordine n.<br />

A ben vedere, il problema dell’invertibilità di F, che evidentemente nel caso globale non<br />

èsemplice, può essere vistocome unparticolareproblema di funzione implicita: stabilire<br />

sotto quali condizioni, data l’equazione y = F(x), ossia l’equazione G(x,y) = 0 con<br />

G(x,y) = F(x)−y, è possibile, almeno sul piano teorico, esprimere x in funzione di y.<br />

Osservato allora che ∀(x,y)∈X×IR n risulta ∂G<br />

∂G (x,y) = DF(x) e ∂x ∂y (x,y) = −In, dal<br />

teorema del Dini applicato a G discende il seguente risultato, che, nella solita ipotesi su<br />

JF(x), garantisce quanto meno l’invertibilità locale di F.<br />

Teorema F2.1 (diinvertibilitàlocale). Sia F : X → IR n , conX apertoed F ∈ C 1 (X),<br />

e sia x0∈X. Se JF(x0) = 0, allora ∃I(⊆ X)∈I(x0) ed ∃J∈I(F(x0)) tali che ∀y∈J<br />

∃!x∈I tale che F(x) = y, ossia tali (gli intorni I e J) che F |I sia bigettiva fra I e J.<br />

Inoltresi ha (F |I) −1 ∈ C 1 (J) e ∀y∈J D(F |I) −1 (y) = [DF(x)] −1 , con x = (F |I) −1 (y).<br />

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