F FUNZIONI IMPLICITE MASSIMI E MINIMI VINCOLATI F1. Il ...
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F4. <strong>Il</strong> metodo dei moltiplicatori di Lagrange<br />
•) Estremi di funzioni di due variabili su vincoli unidimensionali.<br />
Siano f,G : A → IR, con A aperto di IR 2 ed f,G ∈ C 1 (A). Considerato l’insieme<br />
Γ = {(x,y)∈A/G(x,y) = 0}, che in questo contesto avrà il ruolo di vincolo, vogliamo<br />
riprendereilproblemadideterminare, seesistono, il min Γf edil max Γf,ossiagliestremi<br />
di f vincolati a Γ. Sappiamo già che, se Γ si rappresenta parametricamente mediante<br />
l’applicazione γ ≡ γ(t), t ∈ I, con I intervallo di IR, il problema può essere risolto<br />
riconducendolo a quello di ricercare gli estremi della funzione F(t) = f(γ(t)), t∈I , che<br />
è funzione di una sola variabile.<br />
Considerato anche che non sempre del vincolo Γ si riesce a dare una rappresentazione<br />
parametrica, è utile trovare un metodo che si possa applicare direttamente alla funzione<br />
G. A tale scopo, considerato P0 punto regolare di Γ, cerchiamo una opportuna condizione<br />
necessaria affinché P0 sia un punto di estremo relativo per f |Γ (punto di estremo<br />
relativo di f vincolato a Γ); infatti questa è a sua volta una condizione necessaria perché<br />
P0 sia punto di estremo assoluto per f |Γ .<br />
E’ noto che, essendo ∇G(P0) = (0,0), il vincolo Γ è, in un intorno di P0, il sostegno<br />
di una curva regolare e semplice, che indichiamo con γ ≡ γ(t), t∈I, dove I è un intervallo<br />
aperto di IR. Se si suppone che P0 sia punto di estremo relativo per f |Γ , allora<br />
t0 := γ −1 (P0) dovrà essere punto di estremo relativo per F = f◦γ (invero, supposto ad<br />
esempio che f(P) ≤ f(P0) ∀P ∈B ∩Γ, con B ⊆ A intorno di P0, considerato che, per<br />
la continuità di γ in t0, esiste J∈I(t0) tale che J ⊆ I e γ(J) ⊆ B, si ha che ∀t∈J<br />
f(γ(t)) ≤ f(P0) = f(γ(t0))), e dunque dovrà risultare F ′ (t0) = ∇f(P0)·γ ′ (t0) = 0 (1) ,<br />
come dire che il vettore ∇f(P0) dovrà essere nullo o comunque normale a Γ in P0.<br />
Ricordando infine che anche il vettore ∇G(P0) è normale a Γ in P0, concludiamo che<br />
∇f(P0) dovrà essere nullo o comunque parallelo a ∇G(P0), ossia che dovrà esistere<br />
λ0∈IR tale che ∇f(P0) = λ0∇G(P0).<br />
Con ciò è sostanzialmente provato il cosiddetto teorema dei moltiplicatori di Lagrange,<br />
che riportiamo qui di seguito. In esso sarà utilizzata la funzione, detta lagrangiana<br />
associata allefunzioni f e G, L : A×IR → IR, definita da L(x,y,λ) = f(x,y)−λG(x,y);<br />
il parametro λ prende il nome di moltiplicatore di Lagrange.<br />
Teorema F4.1. Siano f,G : A → IR, con A aperto di IR 2 ed f,G ∈ C 1 (A); sia<br />
Γ = {P ∈A/G(P) = 0}; sia infine P0∈Γ, con ∇G(P0) = 0. Se P0 è punto di estremo<br />
relativo per f |Γ , allora ∃λ0∈IR tale che ∇L(P0,λ0) = 0.<br />
(1)<br />
Indicato con w il versore tangente a Γ in P0, w = γ′ (t0)<br />
|γ ′ , qui si è provato che: condizione<br />
(t0)|<br />
necessaria affinché P0 sia punto di estremo relativo per f è che |Γ ∂f<br />
∂w (P0) = 0.<br />
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