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F FUNZIONI IMPLICITE MASSIMI E MINIMI VINCOLATI F1. Il ...

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-) Se le ipotesi del teorema sono soddisfatte, e in particolare risulta Gy(x0,y0) = 0, così<br />

da esser certi che la funzione implicita y = g(x) esiste ed è di classe C 1 in un intorno di<br />

x0, la sua derivata y ′ può essere calcolata direttamente dall’uguaglianza G(x,y) = 0,<br />

ove si pensi y funzione di x. Si ricava infatti, grazie al teorema di derivazione della<br />

funzione composta, che Gx(x,y)+Gy(x,y)y ′ = 0, ossia appunto che y ′ = − Gx(x,y)<br />

Gy(x,y) .<br />

Dalla formula dimostrata g ′ (x) = − Gx(x,g(x))<br />

Gy(x,g(x)) , se ci si mette nell’ipotesi più forte che<br />

G∈C 2 (A), si deduce che g∈C 2 (I), e, a conti fatti, che<br />

g ′′ (x) = −<br />

2<br />

2<br />

Gxx(x,g(x))Gy (x,g(x))−2Gxy(x,g(x))Gx(x,g(x))Gy(x,g(x))+Gyy(x,g(x))G x (x,g(x))<br />

G3 y (x,g(x))<br />

.<br />

Ciò fa capire come sia possibile dimostrare, ragionando per induzione, che, ∀h∈IN, da<br />

G∈C h (A) segue che g∈C h (I), e che la derivata h-esima di g nel punto x è esprimibile<br />

in funzione delle derivate parziali fino all’ordine h di G nel punto (x,g(x)).<br />

La conoscenza delle derivate di g in x0, ricavate dalle derivate parziali di G in (x0,y0),<br />

consente di ricavare lo sviluppo di Taylor di g di punto iniziale x0; cosicché la funzione<br />

implicita, che spesso non è concretamente esplicitabile, potrà comunque essere<br />

conosciuta con una certa approssimazione in prossimità del punto x0.<br />

Esempio <strong>F1.</strong>2. Siano l’equazione xe y −y = 0 e, per cominciare, il punto (0,0).<br />

Posto G(x,y) = xe y −y, si vede che G∈C ∞ (IR 2 ), che G(0,0) = 0 eche Gy(0,0) = −1.<br />

Pertanto l’equazione definisce implicitamente in un intorno di (0,0)<br />

una funzione y = y(x), che è di classe C ∞ in un intorno del punto 0.<br />

E’ noto che y(0) = 0. Derivando rispetto ad x ambo i membri dell’equazione<br />

assegnata, dove si pensi y dipendente da x, si ricava che<br />

e y +xe y y ′ −y ′ = 0; da qui, ponendo x = 0 e y = 0, si deduce che<br />

y ′ (0) = 1. Derivando ulteriormente, sempre rispetto ad x, si trova<br />

che 2e y y ′ +xe y (y ′ ) 2 +xe y y ′′ −y ′′ = 0, e da qui, ponendo x = 0,<br />

y = 0 e y ′ = 1, si ottiene che y ′′ (0) = 2. Pertanto: y(x) = x+x 2 +o(x 2 ) per x → 0.<br />

Passiamo ora ad analizzare gli altri punti della curva Γ = {(x,y)∈IR 2 /G(x,y) = 0}.<br />

<br />

G(x,y) = 0<br />

Risolvendo il sistema<br />

Gy(x,y) = 0 , si trova che (e−1 ,1) è l’unico punto della curva<br />

nel quale il teorema<br />

<br />

del Dini è inapplicabile allo scopo di esprimere y in funzione di x.<br />

G(x,y) = 0<br />

Invece il sistema non ammette soluzioni, cosicché ogni punto della curva<br />

Gx(x,y) = 0<br />

possiede un intorno nel quale la stessa è grafico di una funzione di classe C1 del tipo<br />

x = x(y). Si riconosce anzi che in questo caso la curva Γ è anche globalmente grafico di<br />

una funzione della y, essendo Γ = {(x,y)∈IR 2 /x = ye−y } (1) .<br />

(1) Può capitareche un’intera curvasialocalmentegrafico di funzioni ad esempiodellavariabile<br />

y, senza che la stessa sia globalmente grafico di una funzione della variabile y; si pensi alla<br />

curva di equazione (x−y)(x−y +1) = 0.<br />

6

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