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F FUNZIONI IMPLICITE MASSIMI E MINIMI VINCOLATI F1. Il ...

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•) Estremi di funzioni di tre variabili su vincoli unidimensionali.<br />

Siano f,G1,G2 : A → IR, con A aperto di IR 3 ed f,G1,G2 ∈C 1 (A). Considerato il<br />

G1(x,y,z) = 0<br />

vincolo Γ = {(x,y,z)∈ A/ }, anche qui ci poniamo il problema di<br />

G2(x,y,z) = 0<br />

calcolare, se esistono, gli estremi di f vincolati a Γ, ossia il min Γ f ed il max Γ f . E<br />

anche qui ricordiamo che il problema è di facile soluzione se Γ viene rappresentato come<br />

il sostegno della curva γ ≡ γ(t), t∈I, poiché in tal caso si tratta di ricercare gli estremi<br />

della funzione di una sola variabile F(t) = f(γ(t)), t∈I .<br />

Ma ora proponiamoci di determinare un metodo che coinvolga direttamente le funzioni<br />

G1 e G2. Supponiamo allora che P0 sia un punto regolare di Γ e cerchiamo una condizione<br />

necessaria affinché P0 sia punto di estremo relativo per f (punto di estremo<br />

|Γ<br />

relativo di f vincolato a Γ).<br />

E’ noto che, poiché la matrice ∂(G1,G2)<br />

∂(x,y,z) (P0) ha rango 2, il vincolo Γ è, in un intorno di<br />

P0, il sostegno di una curva regolare e semplice γ ≡ γ(t), t∈I, con I intervallo aperto<br />

di IR, e che i vettori ∇G1(P0) e ∇G2(P0) individuano il piano normale a Γ in P0.<br />

Allora, considerato t0∈I tale che γ(t0) = P0, si ha che:<br />

(P0 èpunto diestremo relativoperf )=⇒ (t0 èpunto di estremo relativoper F = f◦γ)<br />

|Γ<br />

=⇒ (F ′ (t0) = ∇f(P0)·γ ′ (t0) = 0) =⇒ (∇f(P0) è nullo o comunque normale a Γ in<br />

P0) =⇒ (∇f(P0) è nullo o comunque complanare con i vettori ∇G1(P0) e ∇G2(P0))<br />

=⇒ (∃λ0,µ0∈IR tali che ∇f(P0) = λ0∇G1(P0)+µ0∇G2(P0)).<br />

Allo scopo di esprimere in modo più agevole il risultato ottenuto, introduciamo la funzione<br />

lagrangiana associata alle funzioni f, G1 e G2, ossia la funzione L : A×IR 2 → IR<br />

definita da L(x,y,z,λ,µ)= f(x,y,z)−λG1(x,y,z)−µG2(x,y,z), con i suoi due moltiplicatori<br />

λ e µ, ed osserviamo che la condizione alla quale siamo pervenuti, unitamente<br />

alla condizione che P0∈Γ, può essere espressa nella seguente forma: ∃λ0,µ0∈IR tali<br />

che ∇L(P0,λ0,µ0) = (0,0,0,0,0).<br />

Con ciò risulta sostanzialmente dimostrato il seguente<br />

Teorema F4.2. Siano: f : A → IR e G : A → IR 2 funzioni di classe C 1 in A aperto di<br />

IR 3 , Γ = {P∈A/G(P) = 0}, P0∈Γ tale che la matrice DG(P0) abbia rango 2. Se P0<br />

è punto di estremo relativo per f |Γ , allora ∃λ0,µ0∈IR tali che ∇L(P0,λ0,µ0) = 0.<br />

Pertanto, nell’ipotesi che f e G = (G1,G2) siano di classe C 1 nell’aperto A, i punti di<br />

estremo relativo di f vincolati a Γ vanno ricercati tra i punti singolari di Γ e tra i punti<br />

P regolari di Γ tali che ∇L(P,λ,µ) sia nullo per qualche coppia di valori reali λ e µ.<br />

Questi ultimi punti sono detti punti stazionari di f vincolati a Γ, e non è garantito che<br />

essi siano necessariamente punti di estremo relativo per f |Γ .<br />

Chiaramente anche qui vale la considerazione, fatta nella sezione precedente, relativa al<br />

caso in cui f e G sono definite in E non aperto e qualche punto di Γ appartiene a ∂E.<br />

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