European Ph.D. on Social Representations and Communication ...

propri processi di pensiero non logici. Per Piaget (1972) le interazioni sociali
giocano un ruolo primario nella formazione della logica; quel che deve essere
studiato è quali tipi di interazioni generano che tipo di logica. Ne è un buon
esempio l’esame dei tipi di pensiero generati dalle forme d’interazione sociale
della cooperazione e della costrizione (Piaget, J.; 1972; in Jovchelovitch, 2002,
Pléh, 1996). Per Moscovici nello studio di Piaget si presenta la particolarità del
lato psichico della rappresentazione.
Per quanto Piaget nei suoi studi presenti in modo particolare come la società
plasmi le strutture logiche del bambino, anche Vigotskij si occupa del come
differenti tipi di rapporti portino a differenti modi di sapere. Negli anni venti
Vigotskij e il suo studente, Lurija (1993), facendo delle ricerche cross-culturali
fra i contadini del Kirgizistan e Uzbegistan sono arrivati alla stessa conclusione
che il sapere e la mentalità sono radicati profondamente nel contesto sociale in
cui esistono.
Jovchelovitch (2002) sottolinea che mentre queste teorie accettano l’idea che la
strutturazione del sapere dipende dal contesto sociale, e quindi riconoscono
forme di sapere differenti, si differenziano fra loro nello spiegare le differenze
nelle forme di sapere, ossia in base a quali criteri fanno confronti fra loro e
tramite quale criterio decidono che una strutturazione del sapere è di un livello
superiore o inferiore. Tutti i quattro approcci teorici, più o meno
esplicitamente, spiegano con lo sviluppo le differenze fra forme di sapere. Tutti
i quattro ipotizzano che una vita sociale basata sulle argomentazioni e assente
di tradizioni permette l’espressione del più alto livello di razionalità e una
maggiore comprensione del mondo. Però Lévy-Bruhl è l’unico per il quale la
logica è una categoria flessibile, e così le varie logiche non sono solo gli stati
non evoluti dell’unica e giusta logica, ma ogni forma di sapere è una forma di
sapere funzionante in sé. Fra l’altro, nella sua teoria l’autore concettualizza
anche che logiche diverse non si escludono a priori l’un l’altra e non
necessariamente arrivano a sostituirsi, perché possono adempiere a funzioni
diverse. Vigotskij conviene con la riflessione teorica di Lévì-Bruhl, secondo il
quale la trasformazione del sapere non è continua, che spesso le varie forme di
sapere coesistono in un dato contesto sociale (Vigotskij & Luria, 1993) e che
per comprendere queste forme di sapere differenti bisogna studiarle nel loro
contesto insieme alle funzioni che vi soddisfano. L’ipotesi esplicativa della
polifasia cognitiva di Moscovici è lo sviluppo di questo pensiero, il quale
indica non solo di studiare il rapporto fra situazioni sociali e tipi di sapere, ma
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