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14 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – febbraio <strong>2010</strong><br />

z’altro, dopo D’Annunzio e accanto a Savinio<br />

il più rinascimentale fra gli scrittori<br />

italiani, e forse non solo italiani, del Novecento.<br />

Grazie alla de<strong>di</strong>zione impareggiabile<br />

<strong>di</strong> Matteo Noja e dei suoi<br />

collaboratori, il visitatore può così ripercorrere<br />

a partire da documenti<br />

prevalentemente originali e ine<strong>di</strong>ti<br />

l’intero arco <strong>di</strong> un’esistenza realmente<br />

inimitabile ma che non fu, come capita ai<br />

<strong>di</strong>lettanti sia pure <strong>di</strong> genio, il capolavoro <strong>di</strong><br />

Malaparte. Fu semmai il complemento o il<br />

serbatoio <strong>di</strong> una produzione molto complessa non<br />

solo per la vastità, ma per il ricambio incessante tra vita e<br />

opera, la prima essendo in buona misura il brogliaccio o<br />

la stesura preliminare della seconda.<br />

«Posso scrivere solo delle cose che ho viste e vissute»,<br />

<strong>di</strong>chiarerà in un’intervista del 1949: certo, ma a modo<br />

suo, senza saper <strong>di</strong>stinguere il più delle volte fra realtà<br />

e finzione. La rappresentazione contava per lui assai più<br />

IL FUOCO delle passioni giovanili,<br />

degli stu<strong>di</strong> proficui, degli incontri che<br />

possono cambiare la vita: il fuoco che<br />

brucia le energie ma solo per alimentarle<br />

e moltiplicarle. Un fuoco positivo ma<br />

anche quello negativo che brucia la vita,<br />

che uccide e sconvolge la natura. Perché<br />

il fuoco per Malaparte è anche quello<br />

dei lanciafiamme nel bosco <strong>di</strong> Courton,<br />

vicino a Bligny, durante la Prima guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale vissuta in Francia e sulle<br />

Dolomiti; il fuoco è anche quello che gli<br />

ucciderà migliaia <strong>di</strong> compagni intorno,<br />

molti dei quali partiti come lui ancora<br />

bambini, volontari per una guerra<br />

che potevano solo romanticamente<br />

fraintendere e non capire. È il fuoco<br />

delle bombe all’iprite che gli minano<br />

i polmoni e la salute per l’avvenire.<br />

Questo il fuoco, dunque, che gli fa vivere<br />

intensamente tutta una vita nel breve<br />

volgere <strong>di</strong> qualche anno e che, meglio<br />

<strong>di</strong> tante università, lo educa e gli insegna<br />

un cinismo e un realismo degni degli<br />

antichi filosofi, facendogli maturare un<br />

interiore scetticismo circa le aspettative<br />

e i sogni della vita. Dal certificato<br />

<strong>di</strong> nascita alle prime prove poetiche<br />

de<strong>di</strong>cate alla mamma, ma anche ai poeti<br />

Sem Benelli e Giovanni Marra<strong>di</strong>, il<br />

percorso si snoda attraverso i documenti<br />

e le foto dell’esperienza militare, del suo<br />

indubbio coraggio e valore sui campi<br />

<strong>di</strong> battaglia, dei primi passi nella<br />

<strong>di</strong>plomazia e della scoperta dell’Europa.<br />

L’ARIA che fa girare il mondo, che<br />

spinge un moderno ancora da definirsi,<br />

che provoca nel primo Dopoguerra<br />

rivoluzioni politiche in tutta Europa.<br />

L’aria che stuzzica e raffina i sensi<br />

e l’intelligenza del giovane Suckert,<br />

conducendolo ad analizzare e descrivere<br />

meglio e più acutamente <strong>di</strong> tanti suoi<br />

del risultato e questo spiega la sua costitutiva<br />

frigi<strong>di</strong>tà umana, la solitu<strong>di</strong>ne del dandy,<br />

ma anche il suo <strong>di</strong>sinteresse e la sua incapacità<br />

<strong>di</strong> procedere fino al raggiungimento<br />

dello scopo prefisso con la<br />

tenacia <strong>di</strong> ogni vero uomo <strong>di</strong> potere:<br />

presa una <strong>di</strong>rezione, gliene si aprivano<br />

imme<strong>di</strong>atamente davanti altre <strong>di</strong>eci<br />

e non voleva né poteva rinunciare ad<br />

alcuna. Non è un caso né (del tutto) una<br />

posa che alla compagnia dei suoi simili<br />

preferisse la fedeltà degli animali, specie gli<br />

amatissimi cani.<br />

Le quattro sezioni in cui si articola la mostra hanno<br />

un or<strong>di</strong>ne non solo cronologico ma tematico e ci riportano<br />

alla supremazia della natura con i suoi elementi<br />

costitutivi (il fuoco, l’aria, la terra, l’acqua) in uno<br />

scrittore pur così intriso, si può <strong>di</strong>re a ogni momento e a<br />

ogni pagina, <strong>di</strong> senso storico e impegno civile. Ma dalla<br />

storia e dalla politica, vissute con lo stesso trasporto<br />

LE QUATTRO SEZIONI DELLA MOSTRA IN BVS SONO NEL SEGNO DEI QUATTRO ELEMENTI<br />

contemporanei quello che sta accadendo<br />

intorno a lui: pochi scrittori e uomini<br />

politici lo possono eguagliare in finezza<br />

nell’interpretazione delle situazioni<br />

contingenti. Ma è anche l’aria violenta del<br />

periodo tra le due Guerre che vede<br />

affermarsi fascismo, nazismo e comunismo<br />

in Europa; l’aria che soffia nella sua vita <strong>di</strong><br />

giovane scrittore e che porta incontro a lui<br />

personaggi <strong>di</strong>versissimi, molti interessati e<br />

molti animati da pura amicizia; l’aria che<br />

gli fa mutare il cognome in Malaparte;<br />

l’aria che lo porta a organizzare una delle<br />

più belle e interessanti riviste italiane<br />

dell’epoca, “Prospettive”. Ma soprattutto<br />

l’aria che soffia nelle vele della sua fortuna<br />

e contribuisce alla sua affermazione<br />

in Italia e ancor più all’estero, addensando,<br />

allo stesso tempo, tempestose nubi sul suo<br />

capo: dal licenziamento come <strong>di</strong>rettore<br />

della “Stampa” alla lite con Italo Balbo,<br />

che lo manderà al confino a Lipari, dalla

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