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GIACOMO CASANOVA ALL’ISOLA MADRE<br />
Verso la fine del 1763 Giacomo Casanova<br />
si incontrò con il conte Federico<br />
Borromeo a Torino, dove l’avventuriero<br />
frequentava una signora della locale borghesia,<br />
molto legata al ministro degli<br />
Esteri italiano <strong>di</strong> quel periodo.<br />
Ospitato in seguito all’isola Madre, nel<br />
Palazzo Borromeo, cercò <strong>di</strong> “smuovere le<br />
tranquille acque del lago”. Il Casanova<br />
sbeffeggiò la nobiltà dell’epoca, ma non<br />
scrisse nulla <strong>di</strong> offensivo contro la famiglia<br />
Borromeo, che lo aveva così benevolmente<br />
accolto.<br />
Nell’autunno del 1769, <strong>di</strong> ritorno dalla<br />
Spagna, si recò a salutare il conte, ormai<br />
vecchio e malato. Il resoconto del viaggio<br />
- da Lugano a <strong>Stresa</strong> in quattro giorni - si<br />
legge nelle sue “Memorie” (Vol. III, pag.<br />
39). Tra le altre cose, in quel libro autobiografico<br />
scriveva: «...Io sò che il Conte<br />
Federico Borromeo, lo stesso che mi ha<br />
onorato della sua amicizia a Torino sarà<br />
certamente felice <strong>di</strong> ricevermi.<br />
Il Conte Borromeo vive nelle sue isole<br />
come un principe. Il clima è più bello, una<br />
primavera eterna, e non conoscono letteralmente<br />
nè il caldo nè freddo...».<br />
Il conte Carlo Borromeo morì nel 1779, a<br />
76 anni, mentre Casanova, dopo aver<br />
vagabondato ancora per anni, senza tralasciare<br />
le sue avventure galanti, finì i<br />
suoi giorni come bibliotecario del conte<br />
<strong>di</strong> Waldstein, in Boemia.<br />
55<br />
ISOLA MADRE<br />
E’ la maggiore delle isole Borromeo, con una circonferenza <strong>di</strong><br />
oltre mille metri, ed è ricoperta da un giar<strong>di</strong>no botanico: ma non<br />
si presentò sempre così ai visitatori...<br />
In un manoscritto dell’846 d.C., ricopiato dal vescovo Bescapé<br />
nei suoi Fragmenta historiae Me<strong>di</strong>olanensis, scopriamo che alla<br />
chiesa <strong>di</strong> Leggiuno apparteneva un abitato ubicato sull’ «Insula<br />
Santi Victoris infra lacum majorem...». Questo <strong>di</strong>mostra che anticamente<br />
l’isola era denominata San Vittore; in altri manoscritti la<br />
ritroviamo nominata come Isella Superiore.<br />
Probabilmente l’isola prima dell’anno Mille era coltivata ad oliveti,<br />
grazie al clima lacuale temperato, e così assunse il nome <strong>di</strong><br />
Isola degli Olivi.<br />
Nel 998 sull’isola Maggiore, vi era un castello: «...in terri in loco<br />
et fundo ubi <strong>di</strong>catur Castro Insula que nominatur majore infra laci<br />
Majore...». In quel periodo vi era già un battistero ed una chiesa<br />
de<strong>di</strong>cata dapprima a San Gandolfo, e in epoca più recente a<br />
San Vittore. Nel 1501 il conte Lancellotto Borromeo, consigliere<br />
ducale e ciambellano <strong>di</strong> Re Luigi XII, scelse fra i suoi feu<strong>di</strong> quest’isola<br />
per costruire il suo palazzo e ritirarsi dalla vita politica e<br />
militare.<br />
Il 2 ottobre 1501, con il permesso <strong>di</strong> Re Luigi XII, la Curia <strong>di</strong><br />
Novara stipulò la cessione dell’isola a Lancellotto Borromeo,<br />
esclusi la chiesa, il battistero e il cimitero, con l’obbligo <strong>di</strong><br />
lasciarla in ere<strong>di</strong>tà ad una sola persona, per evitare frazionamenti.<br />
Quando il conte volle acquistare anche l’area occupata dagli<br />
e<strong>di</strong>fici sacri, Papa Alessandro VI nel 1502 <strong>di</strong>ede il permesso <strong>di</strong><br />
abbatterli, con l’obbligo <strong>di</strong> reimpiantarli all’Isola Inferiore (o<br />
Bella).<br />
Lancellotto non poté portare a compimento il suo progetto: morì<br />
infatti nel 1513. Il figlio Camillo e il nipote Giovan Battista continuarono<br />
la sua opera, ma i lavori più importanti iniziarono