Febbraio - The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints
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FINO AL GIORNO IN CUI CI RIVEDREM<br />
UN POSTO AL BANCHETTO<br />
DELLO SPOSO<br />
Melissa Merrill<br />
Riviste della Chiesa<br />
Andare a un ricevimento di matrimonio<br />
non è sempre facile. Ma quando<br />
un vecchio amico mi invitò al suo<br />
pranzo nuziale, sapevo che non potevo<br />
lasciarmi sfuggire l’occasione di festeggiare<br />
con lui e sua moglie.<br />
Il giorno del matrimonio arrivai subito<br />
prima dell’inizio del pranzo. Individuai una<br />
sedia vuota e chiesi a una delle donne che<br />
erano sedute al tavolo se era occupata.<br />
“Lei dovrebbe sedersi qui?”, domandò,<br />
guardandomi con diffidenza.<br />
Non avevo idea di che cosa avesse motivato<br />
la domanda o il modo in cui l’aveva posta.<br />
Non c’era nessuno che controllava la lista degli<br />
invitati e i posti non erano stati fissati. Ero in<br />
orario ed ero vestita in modo adeguato. Qual era<br />
il problema?<br />
Sorrisi nervosamente. “Sono un’amica dello<br />
sposo”, la rassicurai. Annuì col capo perciò mi<br />
sedetti e cercai di iniziare una conversazione<br />
amichevole con le sei coppie sedute al tavolo.<br />
Qualunque fosse stato il disagio che avevo<br />
provato prima, fu accentuato dal “benvenuto”<br />
che ricevetti. Cercai disperatamente nella sala<br />
per vedere se c’era qualcuno che conoscevo<br />
ma, a parte lo sposo, non vidi nessun viso<br />
familiare.<br />
Poi accadde. Il mio amico, seduto accanto a<br />
sua moglie davanti alla sala affollata di invitati,<br />
si alzò in piedi. Nel farlo mi vide dall’altro lato<br />
della sala. Fece una pausa, sorrise e si mise una<br />
mano sul cuore come per dire: “Grazie per essere<br />
venuta. So che per te è un sacrifico essere qua.<br />
Vuol dire tanto sapere che sei con noi”.<br />
80 Liahona<br />
Un sentimento<br />
di sollievo<br />
e di felicità<br />
mi avvolse.<br />
Qualsiasi<br />
cosa chiunque<br />
altro<br />
pensasse,<br />
per lo sposo<br />
io facevo<br />
parte di quel<br />
gruppo.<br />
Un sentimento di sollievo e di felicità mi<br />
avvolse. Qualsiasi cosa chiunque altro pensasse,<br />
per lo sposo io facevo parte di quel gruppo.<br />
Sorrisi nel ripetere il suo gesto. Speravo che il<br />
mio amico sapesse quanto volevo festeggiare<br />
e condividere la gioia sua e di sua moglie.<br />
Qualunque imbarazzo sociale avessi provato,<br />
se n’era andato in quei dieci secondi.<br />
Passai il resto della serata piena di fiducia.<br />
Alcuni giorni dopo, mentre preparavo una<br />
lezione per la Società di Soccorso, studiai<br />
Matteo 22 e di un re che preparava una festa<br />
di matrimonio per il figlio, che rappresenta<br />
il Salvatore. In merito a questi versetti, il<br />
pr<strong>of</strong>eta Joseph Smith insegnò: “Coloro che<br />
osservano i comandamenti del Signore e che<br />
camminano secondo la Sua legge sino alla<br />
fine sono i soli individui cui sarà permesso<br />
di sedersi a quel glorioso banchetto… Quelli<br />
che hanno mantenuto la fede saranno incoronati<br />
con una corona di giustizia, vestiti di vesti bianche<br />
ed ammessi al banchetto nuziale; saranno<br />
immuni da qualsiasi afflizione e regneranno con<br />
Cristo sulla terra”. 1 Questa promessa è impressionante<br />
in qualsiasi momento, ma lo fu particolarmente<br />
per me per l’esperienza che avevo vissuto<br />
agli inizi di quella settimana.<br />
Mentre insegnavo, mi resi conto che l’obbedienza<br />
è l’unico requisito che ci permette di<br />
accettare un invito di Gesù Cristo a festeggiare<br />
con Lui, di avere un posto al Suo banchetto.<br />
A quel banchetto nessun ospite deve sentirsi<br />
insicuro perché fa parte del gruppo. Sebbene<br />
sia ancora lontana da una obbedienza perfetta,<br />
spero di qualificarmi un giorno per incontrare<br />
lo Sposo e con una mano sul cuore, un cuore<br />
sottomesso alla Sua volontà, possa dire: “Sono<br />
felice di essere qua”. ◼<br />
NOTA<br />
1. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph Smith<br />
(2007), 171, 172.<br />
FOTOGRAFIA DI JOHN LUKE