La donna usata dalla pubblicità_Panarese - Aiart
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Altro esito interessante è quello relativo al tocco femminile, ossia alla tendenza delle donne<br />
pubblicitarie a sfiorare col dito o con la mano i contorni di un oggetto che stringono al seno o di cui accarezzano<br />
la superficie. Si tratta di «un tocco ritualizzato che conviene distinguere <strong>dalla</strong> varietà<br />
strumentale, quella che afferra, manipola e trattiene. Quando al contrario la <strong>donna</strong> tocca se stessa, sembra<br />
che il suo scopo sia far sentire il suo corpo come una cosa delicata e preziosa.» 22 (Cfr. Fig. 56-59)<br />
Fig. 56-59. Esempi di tocco femminile negli annunci di Goffman<br />
In ogni caso, dall’analisi di Goffman emergono figure maschili forti e protettive e figure femminili<br />
docili, sottomesse, emotive, infantili. Si rileva anche una relazione fortemente sbilanciata in favore del<br />
“sesso forte”. Unica parziale (ma solo apparente) inversione dei ruoli è nella rappresentazione dello spazio<br />
familiare, ambito in cui la <strong>donna</strong> è ritratta come colei che si prende maggiormente cura degli altri e l’uomo<br />
come colui che svolge una funzione protettiva.<br />
In conclusione, comunque, Goffman sostiene:<br />
«a conti fatti, il lavoro del pubblicitario che deve mettere in scena il valore del suo prodotto non è così distante dal<br />
lavoro di una società che riempie le proprie situazioni sociali di cerimoniali e di segni rituali destinati a facilitare<br />
l’orientamento reciproco dei partecipanti. L’uno e l’altra devono raccontare una storia tramite limitate risorse<br />
«visuali» offerte dalle situazioni sociali. Devono entrambi tradurre accadimenti opachi in una forma facilmente<br />
22 Ibidem, p. 61.<br />
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