La donna usata dalla pubblicità_Panarese - Aiart
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Fig. 61. <strong>La</strong> distribuzione degli spot nelle fasce orarie considerate (valori percentuali)<br />
Base dati: 573 casi<br />
Per quanto riguarda i settori merceologici dei prodotti promossi negli spot, al primo posto troviamo<br />
quelli del comparto alimentare, che occupano oltre un quarto del campione. Seguono igiene e cura della<br />
persona, automobili, giocattoli e telefonia (Cfr. Fig. 62).<br />
Tra gli inserzionisti si colloca al primo posto l’azienda Giochi Preziosi, con 10 spot unici differenti, al<br />
secondo Kellogg’s, con 9, al terzo, Kinder, L’Orèal, Opel e Mulino Bianco, con 8 spot ciascuno. Ha 7 casi,<br />
invece, Chevrolet. È abbastanza evidente, comunque, che gli inserzionisti più presenti nel nostro campione<br />
siano tutte grandi aziende, in larga parte operanti nel mercato internazionale, i cui settori merceologici<br />
compaiono al primo posto della nostra classifica.<br />
Per quanto riguarda il formato degli spot, prevale quello classico da 30 secondi, in quasi il 40% dei<br />
casi. Segue il formato breve di 15 secondi e quello intermedio di 20. Quasi del tutto assenti, invece, gli spot<br />
lunghi da 60 secondi, un tempo decisamente più diffusi, ma ridotti forse anche in virtù della recessione<br />
economica e della conseguente contrazione degli investimenti pubblicitari (Cfr. Fig. 63).<br />
Non stupisce poi la presenza, nel 100% dei casi, del registro visivo come codice dello spot, né<br />
colpisce la percentuale leggermente ridotta dei compresenti codici sonoro e verbale: può accadere, infatti,<br />
che una <strong>pubblicità</strong> in tv comunichi solo per immagini, ma sarebbe decisamente anomalo se usasse solo<br />
audio o testo verbale, senza alcuna dimensione visiva (Cfr. Fig. 64).<br />
D’altronde, nel 95% dei casi, gli spot hanno suoni o rumori di sottofondo (Cfr. Fig. 65) e<br />
generalmente si tratta di musica strumentale per oltre la metà del campione (Cfr. Fig. 66). 30 È un dato,<br />
questo, che rivela la funzione prevalente di “colonna sonora”, per natura dotata di una forte connotazione<br />
simbolica. Non prevale, infatti, nel nostro campione, il jingle, quel motivetto fortemente caratterizzato il cui<br />
scopo è generalmente esprimere la mission aziendale (come “Belté, Beltè, più buono proprio non ce n’è”),<br />
o rendere memorizzabili marca o prodotto quando accompagna in chiusura il logo aziendale (come le due<br />
note sorde per il marchio AUDI), con una funzione quasi sempre paratestuale rispetto allo spot vero e<br />
proprio. 31<br />
30 Il totale non fa cento perché era possibile indicare più di un’opzione di risposta.<br />
31 Campanino M., Il sonoro nello spot pubblicitario: tipi, funzioni e contributi di senso, Quaderni del Dipartimento di Scienze della<br />
Comunicazione, Università degli Studi di Salerno, 2006-2007.<br />
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