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La donna usata dalla pubblicità_Panarese - Aiart

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Anche in tv, quindi, sembra si realizzi quel frazionamento dei corpi femminili che tanto spazio ha<br />

negli annunci stampa. <strong>La</strong> prevalenza dei piani medi e dei campi lunghi per gli uomini, invece, rende conto di<br />

una presenza di sfondo, apparentemente meno vistosa di quella femminile, ma costante e forse<br />

ingombrante, tanto da lasciar intendere una funzione inevitabile di controllo e protezione.<br />

<strong>La</strong> prevalenza di primi e primissimi piani femminili, certamente funzionale all’esaltazione della<br />

bellezza dei visi rilevata, contribuisce anche a enfatizzare l’emotività delle donne rispetto a quella degli<br />

uomini. Infatti, il 60% dei personaggi per cui è stata rilevata un’esibizione delle emozioni accentuata e<br />

frequente è composto da donne. Le figure femminili prevalgono anche a livelli moderati di emotività, ma<br />

non raggiungono il 35% del subcampione nel caso di un’evidente controllo e di una chiara freddezza (Cfr.<br />

Fig. 100).<br />

Fig. 100. Quota di maschi e femmine per grado di emotività (valori percentuali)<br />

Base dati: 1179 casi<br />

Le donne algide, quindi, costituiscono una ridotta minoranza, mentre prevalgono le passionali e<br />

trasparenti. Quelle i cui bei visi in primissimo piano lasciano trasparire ogni tipo di emozione. Donne che<br />

possono essere considerate al tempo stesso spontanee (più degli uomini), ma anche incontrollate.<br />

Così, la nostra ricerca permette di rispondere alle domande che ci eravamo posti all’inizio: quali<br />

“nuove” soggettività propone l’immaginario pubblicitario contemporaneo? È plausibile che la <strong>pubblicità</strong> sia<br />

un piccolo laboratorio di genere e riformulazione dei ruoli sessuali? Esiste un’evoluzione della<br />

rappresentazione della figura femminile, in un’epoca caratterizzata <strong>dalla</strong> sua graduale emancipazione e<br />

<strong>dalla</strong> cosiddetta femminilizzazione della società? L’indagine fornisce alcune risposte, ma la loro direzione è<br />

parzialmente diversa da quella attesa. Le donne pubblicitarie, infatti, sembrano molto poco emancipate<br />

rispetto alle aspettative. Protagoniste apparentemente indiscusse degli spazi pubblicitari, continuano ad<br />

avere, come nelle ricerche degli anni Settanta, un ruolo ancillare rispetto all’uomo e una funzione<br />

prevalente di esche comunicative. Compaiono più spesso, ma soprattutto in contesti domestici e nel ruolo<br />

di mamme/mogli/casalinghe. Sono soprattutto donne comuni, ossia consumatrici medie, ma anche<br />

testimonial famose e provocanti, apprezzate soprattutto per la loro bellezza. Sono curate, eleganti, bionde,<br />

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