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La donna usata dalla pubblicità_Panarese - Aiart

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Fig. 76. Tipologia di relazioni tra i personaggi (valori percentuali)<br />

Base dati: 1044 casi<br />

Esiste comunque una distribuzione piuttosto equilibrata tra le tipologie di relazione prescelte, che<br />

vede distaccarsi dagli altri risultati sono quella tra esercente e acquirente.<br />

I personaggi rappresentati negli spot, tuttavia, non sono sempre umani. 61 di questi, infatti, sono<br />

classificati come personaggi di fantasia: si tratta di meno del 5% del campione, una quota che raccoglie in<br />

quasi la metà dei casi prodotti o oggetti antropomorfizzati (come la polvere della <strong>pubblicità</strong> Swiffer),<br />

personaggi animati in quasi un terzo del campione e animali antromorfizzati per la quota restante.<br />

Gli stessi personaggi umani censiti, poi, sono distinti in comuni, autorevoli ma non famosi (come il<br />

classico medico o dentista di alcune <strong>pubblicità</strong>) o famosi. Nel nostro campione prevalgono i personaggi<br />

comuni, i consumatori come noi, le persone che potremmo o vorremmo essere, seguiti da testimonial<br />

famosi prima, garanti autorevoli poi (Cfr. Fig. 77). Tra i personaggi famosi ricorrono più spesso comici come<br />

Marco Mazzocca, Giorgio Panariello, Teresa Mannino o Geppi Cucciari, attori internazionali come Uma<br />

Thurman o Reese Whiterspoon, conduttori o showman/showgirl italiani come Antonella Clerici, Elisabetta<br />

Canalis o Fiorello, o sportivi come Francesco Totti e Fiona May. Prevalgono a un’analisi più approfondita le<br />

donne, nel ruolo di attrici, conduttrici o showgirl, valorizzate per una fama legata, oltre che a una certa<br />

abilità, anche a una bellezza fuori dal comune.<br />

Per quanto riguarda la fascia d’età dei personaggi rappresentati, dominano gli adulti in oltre il 50%<br />

dei casi, seguiti da giovani e bambini in un quinto del campione, per entrambe le classi (Cfr. Fig. 78).<br />

Stupisce l’alto numero di minori censiti, considerando i contenuti dell’altalenante normativa in materia.<br />

Colpisce anche la ridottissima quota di anziani, che contribuisce a scattare una fotografia della popolazione<br />

pubblicitaria molto distante da quella della realtà sociale.<br />

A proposito, invece, della rappresentazione dei generi, le donne sono complessivamente un po’ più<br />

degli uomini (Cfr. Fig. 79). I personaggi transessuali o dall’identità di genere indefinita sono del tutto<br />

inesistenti. In un solo spot si nota una <strong>donna</strong> bisessuale, la cui presenza è però un caso unico in tutto il<br />

campione, dunque numericamente irrilevante.<br />

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