La donna usata dalla pubblicità_Panarese - Aiart
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Fig. 81. Professioni dei personaggi rappresentati (valori percentuali)<br />
Base dati: 1179 casi<br />
Quando sono evidenti, tuttavia, le professioni sono distribuite piuttosto equamente tra impiegati<br />
dipendenti, casalinghe e personaggi dello spettacolo. Questi ultimi sono soprattutto testimonial, il cui peso<br />
in questo risultato è probabilmente sovrastimato a causa della loro notorietà e dunque della maggiore<br />
semplicità d’individuazione della professione svolta. In ogni caso, le attività professionali sono meno<br />
evidenti e definite che in passato. D’altronde, anche in sede di analisi, si è scelto di non classificare come<br />
casalinga una <strong>donna</strong> che compaia in un contesto domestico con la sua famiglia, poiché potrebbe ricoprire<br />
tale ruolo solo marginalmente nella sua “esistenza pubblicitaria”.<br />
L’identikit dei personaggi censiti comprende anche la registrazione della loro corporatura, del loro<br />
aspetto e dello stile vestimentario. Sono variabili, queste, che chiamano in causa una maggiore soggettività<br />
rispetto alla valutazione di dati socio-demografici come l’età o il genere, ma che rivelano comunque risultati<br />
interessanti.<br />
<strong>La</strong> corporatura, per esempio, risulta nella maggior parte dei casi media o normale, ossia non<br />
particolarmente magra, né grassa (Cfr. Fig. 82). È un dato coerente con la prevalenza di personaggi comuni,<br />
di cui si cerca di ricostruire, anche nell’edulcorato scenario pubblicitario, una certa normalità o “medietà”.<br />
Seguono i magri, che costituiscono comunque un quarto del campione, mentre l’ultima posizione è<br />
occupata dai personaggi in sovrappeso. L’esito di tale analisi non sorprende e non sembra nemmeno<br />
troppo distante <strong>dalla</strong> popolazione reale, fatta eccezione per il basso numero di persone fuori forma. Più<br />
interessante, però, è la correlazione, che vedremo nelle pagine seguenti, del dato con il genere.<br />
È piuttosto prevedibile anche il risultato relativo all’estetica dei visi dei personaggi pubblicitari. Con<br />
la consapevolezza della soggettività di tale valutazione, la ricerca rivela la predominanza di volti comuni, né<br />
particolarmente belli, né brutti, ma anche una buona quota di visi indiscutibilmente belli (Cfr. Fig. 83). I<br />
brutti, invece, sono pochi, come è comprensibile in uno scenario pubblicitario che tende ad addolcire il<br />
mondo e i suoi abitanti. I pochi personaggi brutti presenti, in genere, sono testimonial noti per qualità<br />
diverse dall’estetica, come i comici che compaiono in non pochi spot analizzati.<br />
Anche i colori dei capelli dominanti non sembrano riservare particolari sorprese: prevalgono tipi<br />
mediterranei, castani o mori, pur lasciando un certo spazio ai biondi (Cfr. Fig. 84).Parallelamente, sono più<br />
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