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La donna usata dalla pubblicità_Panarese - Aiart

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<strong>La</strong> tecnica d’indagine prescelta è stata l’analisi del contenuto, quella che Bernard Berelson definisce<br />

come una tecnica di ricerca per la descrizione obiettiva, sistematica e quantitativa del contenuto manifesto<br />

della comunicazione. È questa una definizione classica, che ha però qualche limite: l’analisi del contenuto,<br />

infatti, di obiettivo non ha che l’oggetto e le procedure di ricerca, che possono essere ripetibili e<br />

standardizzabili; viene speso utilizzata non per rilevare il contenuto manifesto di un messaggio, bensì quello<br />

latente; non è nemmeno una tecnica vera e propria, ma un insieme di tecniche; e il concetto di descrizione<br />

è suscettibile di qualche perplessità, perchè gli atti comunicativi non sono mai univoci, ma plurivoci ed<br />

equivoci, quindi di difficile descrizione. Pertanto, abbiamo considerato l’analisi del contenuto come un mix<br />

tra l’approccio “classico” di Berelson, legato all’analisi interpretativa del testo sulla base di categorie (exante<br />

o ex-post), e l’analisi testuale di tipo lessicometrico 27 . In ogni caso, possiamo definire l’analisi del<br />

contenuto come:<br />

«un insieme di metodi che sono orientati al controllo di determinate ipotesi su fatti di comunicazione e che a tale<br />

scopo utilizzano procedure di scomposizione analitica e di classificazione, normalmente a destinazione statistica, di<br />

testi e di altri insiemi simbolici» 28<br />

Alla base della metodologia selezionata ci sono state due considerazioni preliminari: l’opportunità<br />

dell’assunzione di una prospettiva tipica delle scienze sociali e la necessità di un approccio multidisciplinare.<br />

Questa scelta di campo ha portato all’utilizzo di una particolare procedura di analisi del contenuto, quella<br />

dell’analisi come inchiesta.<br />

Effettuata la scelta della metodologia è stato costruito lo strumento di ricerca, ossia una scheda<br />

d’indagine, contenente una successione ordinata di domande con cui sono stati interrogati gli spot<br />

televisivi. Ciascuna voce della scheda corrispondeva a una variabile che, a sua volta, costituiva la definizione<br />

operativa di una proprietà considerata rilevante ai fini della ricerca.<br />

Le domande della scheda sono state collocate nelle seguenti aree tematiche:<br />

caratteristiche generali della testata tv (emittente, fascia oraria, data di registrazione)<br />

caratteristiche generali dello spot (inserzionista, categoria merceologica, tipo di <strong>pubblicità</strong>)<br />

caratteristiche formali dello spot (durata, tipo di registro, presenza di musica suoni rumori,<br />

bodycopy, slogan, speaker, ecc.)<br />

caratteristiche contenutistiche dello spot (ambientazione spaziale e temporale, numero e<br />

tipologie dei personaggi)<br />

censimento dei personaggi (elenco di tutti i personaggi e analisi delle loro caratteristiche)<br />

valutazioni conclusive (indicazione dell’eventuale presenza di segni di empowerment<br />

femminile o di femminilizzazione dei ruoli maschili, presenza di donne mascoline e uomini<br />

effeminati, presenza di corpi nudi) 29<br />

<strong>La</strong> scheda ha permesso di raccogliere molti dati, la cui analisi ha dato esiti sempre interessanti e<br />

talvolta inaspettati. In ogni caso, è stata utile per confermare la nostra ipotesi di partenza, ossia che gli spot<br />

televisivi replichino in larga misura i trend di raffigurazione dei generi tipici della stampa e riproducano gli<br />

stessi “vizi” registrati da vecchie analisi come quella di Goffman, contribuendo a diffondere immagini di<br />

donne pubblicitarie ipersemplificate e stereotipiche.<br />

27<br />

Tuzzi A., 2003, L'analisi del contenuto. Introduzione ai metodi e alle tecniche di ricerca, Carocci, Roma.<br />

28<br />

Rositi F., «L’analisi del contenuto», in Rositi F. e Livolsi M. (a cura di), <strong>La</strong> ricerca sull’industria culturale, <strong>La</strong> Nuova Italia Scientifica,<br />

Roma, 1988.<br />

29<br />

L’articolo 9 si riferisce alla presenza di «affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto e la<br />

sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti» e il 10 a quella di contenuti potenzialmente offensivi<br />

di convinzioni morali, civili e religiose.<br />

21

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