MACBETH ATTO PRIMO SCENA PRIMA - Un luogo ... - KairosTeatro
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MALCOLM: Ditemi se un tale uomo sia fatto per governare: io sono quale vi ho detto.<br />
MACDUFF: Fatto per governare? No! Neppure per vivere! O mia sventurata nazione,<br />
dominata da un tiranno usurpatore dallo scettro insanguinato, quando rivedrai i tuoi bei giorni<br />
una volta che la più schietta progenie del tuo trono se ne sta dannata per suo proprio<br />
interdetto, e calunnia la sua razza? Il tuo regale padre era il più santo dei re, la regina che ti<br />
portò nel suo grembo stando più spesso in ginocchio che in piedi, morì ogni giorno ch'essa<br />
visse. Addio! Cotesti vizi che tu rappresenti in te stesso, sono quelli che mi hanno bandito<br />
dalla Scozia. O mio cuore, le tue speranze hanno fine qui!<br />
MALCOLM: Macduff, questo tuo nobile grido di dolore, figlio della tua integrità, ha cacciato<br />
dall'anima mia ogni nero scrupolo, ed ha riconciliati i miei pensieri colla tua nobile lealtà e<br />
col tuo onore.<br />
Il diabolico Macbeth ha cercato d'avermi in suo potere con molti di questi tranelli, e la mia<br />
prudente cautela mi trattiene da una fretta troppo credula: ma Iddio che è nel cielo sia<br />
intermediario fra te e me, poiché fin da ora io mi metto sotto la tua guida, disdico la mia<br />
propria denigrazione, e qui stesso rinnego le calunnie e le macchie che ho gittate sopra di me,<br />
come estranee alla mia natura. Io sono ancora sconosciuto alla donna; non fui mai spergiuro;<br />
ho appena desiderato ciò che era mio; in nessuna occasione ruppi mai la mia fede, non tradirei<br />
il diavolo ad un suo compagno; ed amo la verità non meno della vita: la prima volta ch'io ho<br />
mentito è stata questa, quando ho parlato di me. Quale io sono veramente, mi metto al tuo<br />
comando e a quello della mia povera patria, alla cui volta, invero, prima che tu arrivassi qua,<br />
il vecchio Siward, con diecimila uomini agguerriti già armati di tutto punto, si disponeva a<br />
marciare. Ora noi partiremo insieme, e possa la bontà del successo corrispondere alla giustizia<br />
della nostra causa. Perché tacete?<br />
MACDUFF: E' difficile conciliare delle cose tanto gradite e tanto sgradite ad un tempo.<br />
(Entra un Dottore)<br />
MALCOLM: Bene! ne riparleremo fra poco. Di grazia, il re viene?<br />
DOTTORE: Sì, messere, v'è una folla di poveri infelici che aspettano d'essere guariti da lui.<br />
La loro malattia è ribelle ai più grandi tentativi della scienza, ma il cielo concesse una tale<br />
santità alla sua mano, che ad un solo tocco di lui, essi guariscono immediatamente.<br />
MALCOLM: Grazie, dottore.<br />
(Esce il Dottore)