"Sport in Piemonte" Ago - CONI Piemonte

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12 primo piano primo piano da dove proviene? “Più o meno dallo stesso motivo. Ho vinto una medaglia alle Olimpiadi e se ne è parlato molto, subito dopo; ora se ne torna a parlare prima di un grande appuntamento come possono essere i Mondiali, ma dando per scontato che dalla marcia deve arrivare una medaglia. Nel periodo intermedio, però, cade un po’ tutto nel dimenticatoio. Sono stanca di questa situazione e anche arrabbiata. La marcia è uno sport duro e si fa tanta fatica per raggiungere certi risultati, non è così facile vincere una medaglia; ma se nelle grandi occasioni non si sale sul podio, pur con una buona gara, è una delusione, perché tutti si aspettano sempre qualcosa di più da noi.” - Ma questo atteggiamento nei confronti della marcia secondo te è riscontrabile solo da noi in Italia o anche in altri paesi? “No, solo da noi. Altrove, specie in Sudamerica, c’è sempre un sacco di gente in strada a seguire le gare. E poi i marciatori hanno un’altra visibilità e godono di un’altra considerazione. Jefferson Perez per esempio: quando il nuovo presidente dell’Ecuador è stato eletto e si è presentato al popolo, lui era al suo fianco. Certo, il fatto che fosse il primo ecuadoreño della storia ad aver vinto una medaglia olimpica lo rendeva ancora più speciale per il suo Paese, però è proprio il concetto di partenza che è diverso. Un altro esempio è la Russia: l’oro alle Olimpiadi per i marciatori valeva 1 milione di Euro, da noi 140 mila Euro. I marciatori in Russia tra sponsor e altro valgono molto di più che non da noi. Sono differenze significative che fanno capire come la considerazione della figura dell’atleta sia molto diversa proprio nella cultura del paese.” - Torniamo a Berlino. Quali sono le avversarie più temibili? “Le prime due di Pechino, la russa Kaniskina e la norvegese Platzer. Hanno fatto prima e seconda a Cracovia e la Platzer ha vinto a Chihuahua e a Dublino.” - Conosci già il percorso? “No, non abbiamo ancora avuto occasione di provarlo. Però mi piace l’idea di come l’hanno progettato. Sarà nel centro della città, con partenza e arrivo dalla Porta di Brandeburgo: questo perché lo stadio è in una zona un po’ esterna alla città ed è in collina. Per entrare e uscire dallo stadio bisognerebbe percorrere una salita/ discesa che non è congeniale alla nostra disciplina. Ma così forse è anche meglio. Sarà più spettacolare e poi magari ci sarà anche più gente lungo il percorso: non solo gli appassionati, ma anche i turisti o i berlinesi stessi.” - Sei mai stata nella capitale tedesca? “No, è la prima volta. Mi hanno detto che è una bella città, ma temo che non avrò molto tempo per visitarla da turista neppure dopo i Mondiali. Voglio riprendere subito la concentrazione e la condizione per la finale del Challenge IAAF che sarà a Saransk in Russia a settembre: ci tengo a fare bene anche in quella occasione, a chiudere bene il percorso del 2009, quindi lo preparerò come si deve.” - Sappiamo che sei coinvolta in un progetto della Provincia di Cuneo che riguarda le Valli Gesso e Germagnana. Ce ne parli un po’? “E’ una cosa di cui sono molto contenta. La Provincia di Cuneo mi ha nominato Ambasciatrice e portavalori dello Sport. La fase più interessante del progetto partirà a settembre, quando inizierò ad andare nelle scuole. Lo scopo è quello di parlare di sport, certo dell’atletica, ma non solo. Voglio portare i valori generali olimpici, raccontare le mie emozioni e le mie esperienze, come vivo l’essere un’atleta e spero di trasmettere ai ragazzi che incontrerò un po’ di entusiasmo e di avvicinarli al nostro mondo.” - Andrai nelle scuole medie? “No, in quelle superiori. Mi hanno detto che è in quella fascia di età che c’è maggior bisogno di creare una cultura sportiva. Forse bisogna cominciare ancora da prima, ma l’importante è comunque fare un primo passo.” - A proposito, tu a che età ti sei avvicinata allo sport? “Alle elementari. Avevo una maestra che era patita della corsa campestre, così con le mie compagne ho partecipato a tutte le campestri possibili! Poi alle medie ho continuato, mentre tutte le altre si sono perse per strada.” - Un’ultima curiosità. So che hai un sito internet (www. elisarigaudo.it). Lo curi personalmente? “Sì sì, mi ci diverto. Poi c’è anche mio marito Daniele che mi dà una mano. Anzi, a proposito, ora tra Livigno e Dublino l’ho un po’ trascurato, devo aggiornarlo! Con gli articoli e i testi non ho problemi, faccio solo un po’ fatica quando devo caricare le foto ma per il resto nessun problema, me la cavo bene!” Tra qualche giorno nella sezione diario del suo sito prepariamoci allora a leggere le emozioni della nuova avventura di Elisa. Berlino e la porta di Brandeburgo sono là ad aspettarla per il prossimo appuntamento nella storia dello sport!
Porqueddu raddoppia Il neo assessore provinciale allo sport: “Dedicherò tutto il mio tempo al CONI e ai nuovi incarichi in Provincia” di Gianni Romeo Gianfranco Porqueddu non lascia. Anzi raddoppia. Era stato chiamato dal presidente Saitta a ricoprire la carica di assessore provinciale allo sport, dopo le elezioni svoltesi in giugno che avevano confermato come leader della maxiprovincia torinese il presidente uscente. Qualcuno a questo punto aveva pensato che il Coni regionale, che Porqueddu dirige dal 2001, avrebbe dovuto cercarsi un nuovo Numero Uno. Ma l’uomo di sport chiamato anche a un ruolo politico tranquillizza e fa chiarezza sull’argomento: «Sono onorato di andare a ricoprire una carica delicata e impegnativa. Ma nello stesso tempo non posso tradire i grandi elettori, cioè i leader del movimento sportivo regionale, che mi hanno confermato nella carica di presidente del Coni quasi all’unanimità soltanto pochi mesi fa. Dedicherò tutto il mio tempo alle due istituzioni. Chi mi conosce sa che lavoro con grande impegno ed entusiasmo senza guardare l’orologio, per cui non sarà un problema conciliare i due incarichi». I vicepresidenti del Coni regionale sono Paolo Sangrigoli, presidente del Coni di Vercelli ed Ezio Ferro, numero uno della pallavolo piemontese. «Chiederò loro un piccolo sacrificio - continua Porqueddu - in modo che a volte mi sostituiscano in certi miei compiti. Sono due persone di grandi qualità e di molta disponibilità, per cui direi che la squadra si rafforza, anziché indebolirsi». Riassumiamo le cariche di Gianfranco Porqueddu. Presidente regionale del Coni, assessore allo sport e al post olimpico della Provincia di Torino, Consigliere nazionale del Coni. Ma, dulcis in fundo o forse un altro fardello nello zaino da portare sulle spalle, ora è anche vicepresidente della Giunta Provinciale. Quest’ultima carica è giunta improvvisa e inattesa per l’interessato, che non ha potuto sottrarsi alla stima che gli comunicava Saitta dandogli quell’ulteriore incarico. Una carica impegnativa e di prestigio, che viene data a un uomo di sport proprio in un momento molto delicato della politica. A nessuno sfugge che di riflesso ne deriva un riconoscimento importante al mondo dello sport, dove un tempo si pensava che i dirigenti fossero soltanto dei volontari tuttofare dediti soprattutto a stringere la mano e appuntare medagliette sul petto degli atleti. Ma se lo sport se ne inorgoglisce, la scelta diventa anche un punto di merito per la politica, che attualità attualità 13 comprende come sia tempo di mettere gli uomini giusti al posto giusto. E dunque, in nome dell’efficienza, chi meglio di una persona da sempre dentro la realtà del mondo sportivo, per navigare in questa realtà? Ora che Porqueddu mette un piede dall’altra parte della barricata ha tutti gli strumenti per pilotare le cose nella giusta direzione. L’attività dell’assessorato allo sport della Provincia si orienta nel sostegno, vigilanza e promozione dell’impiantistica; poi nell’affiancamento alle manifestazioni che vengono organizzate sul territorio, discernendo fra le iniziative che meritano di essere sorrette; inoltre nell’organizzazione di rapporti corretti con gli organi sportivi e nell’instaurare un dialogo produttivo per tutti. Di pari passo la Provincia è interlocutore privilegiato, insieme a Comune di Torino e Regione Piemonte, nella conservazione dell’eredità post olimpica, che non è di semplice gestione. Il lavoro dunque non manca. Porqueddu in gioventù si dedicò al mezzofondo nell’atletica leggera e sa ancor oggi andare di corsa. Maturò una lunga esperienza come insegnante di educazione fisica prima, poi come titolare presso il Provveditorato dell’ufficio di coordinamento dell’educazione fisica. Infine, giunto il momento della pensione, ha trovato modo di mettere a frutto tutto un passato in prima fila. E ora ha raddoppiato. La pensione, intesa come momento di relax, svago, lettura, hobby assortiti, per ora può attendere.
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