05.06.2013 Views

L'orologio - Monza Club

L'orologio - Monza Club

L'orologio - Monza Club

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

La locomotiva<br />

dell’Occidente<br />

La vittoria di Barack Obama è<br />

una grande vittoria. Per la civiltà<br />

occidentale, per l’America, per<br />

tutti noi. L’America seppellisce<br />

definitivamente il Ku Klux Klan e la<br />

Guerra di Secessione. L’anima ormai multirazziale<br />

degli Stati Uniti trova nel neoeletto Presidente<br />

della nazione più potente della terra, nato nelle<br />

Isole Hawaii il 4 agosto 1961, una sua definitiva<br />

consacrazione. L’America ha scelto un Presidente<br />

giovane, magari con ancora molto da imparare, ma<br />

con idee chiare ed una fortissima determinazione<br />

a porre in essere quella inversione di rotta di cui il<br />

mondo ha disperatamente bisogno. Obama, figlio<br />

di un padre keniota, sposato con una donna che<br />

viene da una famiglia povera e che grazie alla<br />

sua tenacia è diventato un avvocato di fama, è del<br />

resto l’incarnazione del miglior sogno americano.<br />

Quello per cui gli States sono spesso stati una<br />

speranza, perché sono la prova che ogni essere<br />

umano può cambiare il proprio destino.<br />

Gli Stati Uniti, ancora una volta, scelgono di<br />

prendere il toro per le corna e si affidano ad<br />

un leader giovane, ma determinato. È la forza<br />

del nuovo che avanza, anche a scapito della<br />

tradizione. Ciò che ci viene mostrato è il coraggio<br />

di cambiare, di battere strade nuove, smantellare<br />

sistemi che non funzionano più. Adesso si giocherà<br />

la battaglia vera, quella che conta più di qualunque<br />

cosa. Adesso sarà necessario governare e, dopo<br />

tante parole, dopo tante battaglie mediatiche ed<br />

elettorali, adesso sarà il tempo del fare e dell’agire.<br />

Come ai tempi di Roosevelt, quando l’America<br />

ritrovò lo slancio vitale che la fece uscire dalla<br />

recessione.<br />

Se il neo presidente farà le mosse giuste potrà<br />

risolvere le principali questioni che inquietano<br />

il mondo intero: dalla crisi finanziaria che ha<br />

investito tutti i mercati alla guerra in Iraq, dal<br />

problema mediorientale ai rapporti con la Cina e<br />

con la Russia. E lo farà con l’aiuto dell’Europa,<br />

non più un partner poco attendibile ma amico<br />

affidabile con cui cambiare il corso della storia.<br />

Anche a noi, che dell’Europa siamo uno dei Paesi<br />

più rappresentativi, l’elezione di Obama dovrebbe<br />

insegnare qualcosa. Forse potremmo incominciare<br />

a vedere un poco più rosa il nostro futuro, avere<br />

più fiducia in noi stessi e cercare di dissipare<br />

quell’atmosfera tetra e un po’ “dark” che incombe<br />

da mesi sulle nostre teste. Certo, il 2009 sarà un<br />

anno difficile, un anno di recessione in cui il Pil<br />

calerà del 2% e il debito pubblico salirà al 109,3%,<br />

cioè il 3,7% in più rispetto al 2008. Ma tutti gli<br />

altri paesi Ue, tranne la Germania, soffriranno<br />

più di noi e se l’Italia starà meno peggio sarà solo<br />

grazie alla nostra economia che ha regole più<br />

rigide, un atteggiamento più prudente delle nostre<br />

banche e grazie anche all’accortezza del ministro<br />

Tremonti nel non bruciare le risorse pubbliche nel<br />

fuoco della crisi.<br />

Infatti, nel disastro globale è arrivato un segnale<br />

d’incoraggiamento per le misure messe in campo<br />

dal Governo Berlusconi da parte del commissario<br />

Ue agli Affari economici Joaquin Almunia, che<br />

ha giudicato l’attuale pacchetto anticrisi «un<br />

giusto mix tra gli incentivi alla crescita e la dovuta<br />

prudenza sul fronte dei conti pubblici». Un piano<br />

che, insieme al calo dell’inflazione, darà una<br />

mano alla ripresa. Non è molto, ma è pur sempre<br />

qualcosa di cui dovrebbero tenere conto anche<br />

quei personaggi nostrani travestiti da economisti<br />

che vanno a braccetto con alcuni importanti media<br />

italiani.<br />

Sarebbe bello se l’iniezione di fiducia che<br />

l’elezione di Obama ha innestato in tutto il mondo<br />

spingesse anche noi italiani ad avere più fede<br />

nel nostro sistema. Per non farsi trascinare in un<br />

vortice cinico e autodistruttivo da chi vorrebbe<br />

mettere in ginocchio il Paese per poi spartirsi le<br />

spoglie.<br />

EDITORIALE<br />

di Toni Liguori<br />

N.41<br />

CM 1

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!