05.06.2013 Views

L'orologio - Monza Club

L'orologio - Monza Club

L'orologio - Monza Club

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

«Cominciamo disegnando il concept della barca,<br />

che poi modifichiamo fino a definire il tutto su<br />

misura del committente. Da lì, poi, si passa agli<br />

esecutivi, ai piani di carena, d’ingegneria, fino ad<br />

arrivare alle prove di macchina e alla consegna.<br />

Un iter che, complessivamente, comporta due<br />

anni di lavorazione per ogni barca.<br />

È un lavoro che amo alla follia e di cui apprezzo<br />

soprattutto il fatto che si comincia pensando<br />

a qualcosa che non c’è e che dopo due anni<br />

esiste… in quest’ottica vivo una sorta di “potere<br />

della creazione”.<br />

Inoltre occorre considerare che io lavoro con la<br />

sfera ludica della vita, quella in cui la gente può<br />

permettersi di<br />

investire tutti i<br />

soldi che vuole<br />

per concedersi<br />

ciò che più gli<br />

piace».<br />

Come si è<br />

evoluto il<br />

mercato?<br />

«Anni fa le<br />

barche grandi<br />

erano quelle<br />

di 20 metri, mentre oggi sono considerate tali<br />

quelle da 40-50 metri. Questo significa che<br />

chi approccia la nautica ha più disponibilità di<br />

spesa: per un 34 metri occorre preventivare un<br />

60 N.41 CM<br />

investimento di 11 milioni di euro, per un 43<br />

metri di 19 milioni e per il 73 metri di 100 milioni<br />

di euro.<br />

Del resto tra i miei clienti ci sono stati un ministro<br />

del generale Franco, un re, principi, duchi,<br />

industriali… Adesso si lavora molto con i Paesi<br />

Arabi».<br />

Il segreto per lavorare a contatto con<br />

personaggi così inconsueti?<br />

«Innanzitutto parlare la loro lingua. È<br />

fondamentale per entrare in sintonia con le<br />

persone e capirne realmente i bisogni. Così,<br />

oltre all’inglese, che conosco perfettamente,<br />

ho imparato<br />

lo spagnolo,<br />

l’arabo e il<br />

cinese».<br />

“<br />

Nel mio lavoro si comincia<br />

pensando a qualcosa che non<br />

c’è e che dopo due anni esiste…<br />

In quest’ottica vivo una sorta<br />

di “potere della creazione”<br />

Tuttavia,<br />

da qualche<br />

anno, le sue<br />

attenzioni<br />

sono rivolte<br />

non solo al<br />

settore dello<br />

yachting…<br />

«Ho sempre amato scrivere e recentemente<br />

ho cominciato a partecipare a qualche premio<br />

letterario. Il primo fu quello delle Giubbe Rosse,<br />

un celebre caffè letterario di Firenze, dove vinsi<br />

Alcuni modelli delle<br />

barche progettate da<br />

Yankee Delta Studio,<br />

affiatato team composto<br />

da sei persone e guidato<br />

da Gregori<br />

il primo premio; in seguito partecipai a numerosi<br />

premi in tutta Italia. Nel gennaio del 2007 ho poi<br />

pubblicato “Quote latte rosso sangue”, un noir<br />

con un finale irrituale che ha venduto piuttosto<br />

bene considerato che sono un esordiente. Adesso<br />

sono in attesa di pubblicare altri due volumi, uno<br />

legato al mare, “Avviso di pericolo” e poi “E<br />

alla fine il Vesuvio”, un affresco sulla Campania<br />

di oggi e sull’inettitudine dello Stato. Inoltre ho<br />

pubblicato una collana sull’esempio dei vecchi<br />

“Libre mille lire” che ho chiamato “Due soldi”».<br />

Come fa a gestire tutte queste attività?<br />

«In realtà ne mancano ancora due all’appello.<br />

Uno è l’insegnamento universitario, che porto<br />

avanti con seminari a Venezia, Milano e La<br />

Spezia. Insegnare è per me una grande occasione<br />

oltre che di misurarmi con gli allievi, anche di<br />

“organizzare” le mie stesse conoscenze.<br />

E poi c’è la campagna. In Toscana, dove vivo,<br />

ho maiali, conigli, galline… Ho la fortuna di<br />

poter vivere in un posto dove posso lavorare e, al<br />

contempo, condurre con mia moglie un’esistenza<br />

che non esito a definire bucolica».<br />

Dunque, meglio la Toscana che la Brianza…<br />

«Non in tutto. Il Centro Italia è caratterizzato<br />

da ritmi di vita più lenti, a misura d’uomo, in<br />

cui la persona può davvero coltivare tutte le<br />

sfaccettature del proprio essere. Però vorrei<br />

sfatare lo stereotipo relativo al carattere del<br />

monzese. Si dice che i monzesi siano chiusi,<br />

ma io penso che la diffidenza sia più che altro<br />

una caratteristica di tutto il Nord e il Centro<br />

Italia: anche in Toscana non è facile “entrare” in<br />

casa della gente. Forse questo deriva dalle tante<br />

dominazioni che abbiamo avuto in Italia, dalla<br />

paura verso lo straniero che ci porta a stare in<br />

casa, tra pochi. A dispetto di ciò, devo dire invece<br />

che il monzese è a volte quasi un “compagnone”,<br />

ama lo stare insieme agli altri e a me, che abito<br />

lontano, manca questo aspetto sociale della vita».<br />

Un’ultima curiosità: il suo cognome, Gregori<br />

Grgič, tradisce origini straniere…<br />

«È di origine slovena: i miei nonni abitavano<br />

sull’altipiano carsico, che, dopo la Prima<br />

Guerra Mondiale, divenne Italia. Nel 1925,<br />

con un decreto, il Fascismo italianizzò tutti<br />

i nomi stranieri e il nostro divenne appunto<br />

Gregori. Raggiunta la maggiore età decisi di<br />

riappropiarmi del mio cognome originario e,<br />

attraverso un complesso iter legale, ho ottenuto<br />

l’autorizzazione ad utilizzarli entrambi.<br />

Ho condotto questa piccola grande battaglia<br />

perchè sono una persona che si arrabbia<br />

facilmente quando vede delle cose che non<br />

vanno e credo molto negli ideali. Gli amici mi<br />

dicono che non serve a niente e che le cose non<br />

cambiano: ma io mi arrabbio lo stesso…».<br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

E NEL TEMPO LIBERO... SCRITTORE<br />

C’è l’attualità nei libri di Gregori, ma anche la fantasia:<br />

«più che fantasia pura - spiega il designer-scrittore - è<br />

l’immaginazione di ciò che potrebbe capitare». Ed è<br />

così che la cronaca della protesta degli allevatori<br />

fornisce lo spunto da cui prende avvio la vicenda<br />

di “Quote latte rosso sangue” (Ed. Felici, pag. 160,<br />

13 euro), noir intenso e struggente, in cui il dolore<br />

di un padre si sposa al desiderio di vendetta, per<br />

sedarsi infine in un desiderio di ritrovata normalità.<br />

Di prossima pubblicazione “E alla fine... il Vesuvio”, incentrato<br />

«sull’eruzione del Vesuvio prossima ventura».<br />

N.41<br />

CM 61

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!