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La locomotiva<br />
dell’Occidente<br />
La vittoria di Barack Obama è<br />
una grande vittoria. Per la civiltà<br />
occidentale, per l’America, per<br />
tutti noi. L’America seppellisce<br />
definitivamente il Ku Klux Klan e la<br />
Guerra di Secessione. L’anima ormai multirazziale<br />
degli Stati Uniti trova nel neoeletto Presidente<br />
della nazione più potente della terra, nato nelle<br />
Isole Hawaii il 4 agosto 1961, una sua definitiva<br />
consacrazione. L’America ha scelto un Presidente<br />
giovane, magari con ancora molto da imparare, ma<br />
con idee chiare ed una fortissima determinazione<br />
a porre in essere quella inversione di rotta di cui il<br />
mondo ha disperatamente bisogno. Obama, figlio<br />
di un padre keniota, sposato con una donna che<br />
viene da una famiglia povera e che grazie alla<br />
sua tenacia è diventato un avvocato di fama, è del<br />
resto l’incarnazione del miglior sogno americano.<br />
Quello per cui gli States sono spesso stati una<br />
speranza, perché sono la prova che ogni essere<br />
umano può cambiare il proprio destino.<br />
Gli Stati Uniti, ancora una volta, scelgono di<br />
prendere il toro per le corna e si affidano ad<br />
un leader giovane, ma determinato. È la forza<br />
del nuovo che avanza, anche a scapito della<br />
tradizione. Ciò che ci viene mostrato è il coraggio<br />
di cambiare, di battere strade nuove, smantellare<br />
sistemi che non funzionano più. Adesso si giocherà<br />
la battaglia vera, quella che conta più di qualunque<br />
cosa. Adesso sarà necessario governare e, dopo<br />
tante parole, dopo tante battaglie mediatiche ed<br />
elettorali, adesso sarà il tempo del fare e dell’agire.<br />
Come ai tempi di Roosevelt, quando l’America<br />
ritrovò lo slancio vitale che la fece uscire dalla<br />
recessione.<br />
Se il neo presidente farà le mosse giuste potrà<br />
risolvere le principali questioni che inquietano<br />
il mondo intero: dalla crisi finanziaria che ha<br />
investito tutti i mercati alla guerra in Iraq, dal<br />
problema mediorientale ai rapporti con la Cina e<br />
con la Russia. E lo farà con l’aiuto dell’Europa,<br />
non più un partner poco attendibile ma amico<br />
affidabile con cui cambiare il corso della storia.<br />
Anche a noi, che dell’Europa siamo uno dei Paesi<br />
più rappresentativi, l’elezione di Obama dovrebbe<br />
insegnare qualcosa. Forse potremmo incominciare<br />
a vedere un poco più rosa il nostro futuro, avere<br />
più fiducia in noi stessi e cercare di dissipare<br />
quell’atmosfera tetra e un po’ “dark” che incombe<br />
da mesi sulle nostre teste. Certo, il 2009 sarà un<br />
anno difficile, un anno di recessione in cui il Pil<br />
calerà del 2% e il debito pubblico salirà al 109,3%,<br />
cioè il 3,7% in più rispetto al 2008. Ma tutti gli<br />
altri paesi Ue, tranne la Germania, soffriranno<br />
più di noi e se l’Italia starà meno peggio sarà solo<br />
grazie alla nostra economia che ha regole più<br />
rigide, un atteggiamento più prudente delle nostre<br />
banche e grazie anche all’accortezza del ministro<br />
Tremonti nel non bruciare le risorse pubbliche nel<br />
fuoco della crisi.<br />
Infatti, nel disastro globale è arrivato un segnale<br />
d’incoraggiamento per le misure messe in campo<br />
dal Governo Berlusconi da parte del commissario<br />
Ue agli Affari economici Joaquin Almunia, che<br />
ha giudicato l’attuale pacchetto anticrisi «un<br />
giusto mix tra gli incentivi alla crescita e la dovuta<br />
prudenza sul fronte dei conti pubblici». Un piano<br />
che, insieme al calo dell’inflazione, darà una<br />
mano alla ripresa. Non è molto, ma è pur sempre<br />
qualcosa di cui dovrebbero tenere conto anche<br />
quei personaggi nostrani travestiti da economisti<br />
che vanno a braccetto con alcuni importanti media<br />
italiani.<br />
Sarebbe bello se l’iniezione di fiducia che<br />
l’elezione di Obama ha innestato in tutto il mondo<br />
spingesse anche noi italiani ad avere più fede<br />
nel nostro sistema. Per non farsi trascinare in un<br />
vortice cinico e autodistruttivo da chi vorrebbe<br />
mettere in ginocchio il Paese per poi spartirsi le<br />
spoglie.<br />
EDITORIALE<br />
di Toni Liguori<br />
N.41<br />
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58<br />
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Prezzo di copertina: 5 euro<br />
DIRETTORE<br />
EDITORIALE<br />
Pietro Fortunato<br />
DIRETTORE<br />
RESPONSABILE<br />
Toni Liguori<br />
SEGRETERIA<br />
DI REDAZIONE<br />
Chiara Bramati<br />
REDAZIONE<br />
Sara Re (caporedattore)<br />
Francesca Barzaghi<br />
Chiara Bramati<br />
Sara Franchini<br />
Greta La Rocca<br />
Laura Marinaro<br />
Francesco Pozzi<br />
Martina Primavesi<br />
Valentina Rigano<br />
Valentina Terruzzi<br />
Elisa Tosi<br />
Benedetta Trabattoni<br />
Paola Vanni<br />
GRAFICA<br />
Andrea Giarola<br />
Ilaria Nigro<br />
FOTOGRAFIE<br />
Marco Brioschi<br />
Foto di copertina:<br />
Marco Brioschi<br />
PUBBLICITÀ<br />
Hubnet Communication<br />
Paolo Marchettini<br />
Tel. 039/2315288<br />
e-mail p.marchettini@hubnet.it<br />
STAMPA<br />
Vamaprint - Melzo<br />
Periodico registrato presso il<br />
Tribunale di Milano al n.242 -<br />
Registro stampa periodica<br />
N.41<br />
CM 3
SOMMARIO<br />
WHAT’S ON<br />
8 - Traguardi e nuove prospettive<br />
13 - Calendario 2008: i momenti migliori<br />
28 - I giovani sono il nostro fututro<br />
30 - Solstizio d’inverno<br />
32 - Solidarietà, il più bel regalo di Natale<br />
33 - Regione Lombardia, la religione<br />
sposa l’arte<br />
34 - Alla scoperta della libertà<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
36 - Cover: Fortunato Galbiati,<br />
avvocato in provincia<br />
42 - 2009: le previsioni delle istituzioni<br />
46 - Provincia: la sfida è iniziata<br />
CM<br />
82<br />
20<br />
Da Tullio Solenghi a Cochi e Renato,<br />
l’inverno si anima con il teatro e grande cabaret<br />
78<br />
50 - Aimb, sinergia industria-finanza<br />
54 - Rovati, una ricerca lunga una vita<br />
58 - Gregori, il mare e le sue creazioni<br />
62 - Carabinieri a servizio dell’arte<br />
MONZA YOUNG<br />
66 - Lola, la vita e il fumetto<br />
69 - N97, il futuro è arrivato<br />
70 - Riva, pattinatore su rotelle<br />
74 - I giovani conquistano <strong>Monza</strong><br />
BRIANZA CLUB<br />
78 - Cochi e Renato, coppia di successo<br />
82 - Solenghi: da attore a DJ<br />
26<br />
Il 2008 di <strong>Monza</strong> e della Brianza<br />
raccontato per immagini<br />
84<br />
Brugherio<br />
festeggia<br />
l’anniversario<br />
del primo volo in<br />
mongolfiera<br />
94<br />
Ha scoperto lo snowboard da piccolo<br />
e da allora non può stare senza surfare<br />
sulla neve. Anche se per il futuro<br />
Marco Cavallo ha altri programmi<br />
84 - Il pallone prende il volo<br />
88 - Oreno: restauro a regola d’arte<br />
91 - G.Granetto new style<br />
PASSIONI<br />
92 - Colombo, scrivere la realtà<br />
94 - Cavalcando la neve<br />
97 - Mulino a Vino<br />
FASHION<br />
98 - Gli accessori li trovi su Facebook<br />
102 - Omaggio a Stephen Sprouse<br />
104 - L’orologio e l’anima<br />
106 - Cravatte senza tempo<br />
110 - Il look del professor Lanzetta<br />
IL CONSULENTE<br />
112 - Impresa<br />
113 - Lavoro<br />
114 - Legale<br />
115 - Dentista<br />
116 - Finanza<br />
117 - Assicurazioni<br />
TEMPO LIBERO<br />
6 - Chi sale<br />
118 - Dove&Come<br />
119 - Mostre&Eventi<br />
120 - Oroscopo<br />
Lola sposa l’aspetto da<br />
eterna ragazzina con la<br />
passione per i fumetti,<br />
che sono diventati<br />
il suo lavoro<br />
66<br />
106<br />
70<br />
Roberto Riva,<br />
campione di pattini su<br />
rotelle, svela a <strong>Monza</strong><br />
<strong>Club</strong> il suo prossimo<br />
obiettivo: la laurea<br />
Croce e delizia per gli<br />
uomini, la cravatta è<br />
sempre e comunque<br />
segno di stile<br />
4 N.41 N.41<br />
5<br />
CM
Chi sale<br />
<strong>Monza</strong> si prepara a vivere un anno davvero speciale. Due i grandi risultati raggiunti<br />
grazie al lavoro di altrettanti protagonisti della realtà cittadina: al via il Consorzio per<br />
la Villa Reale e la ristrutturazione degli uffici della Procura, la sesta d’Italia<br />
di Laura Marinaro e Francesca Barzaghi<br />
Marco Mariani<br />
Pochi giorni potrebbero dividerci dalla storica decisione<br />
di costituire il Consorzio per la tutela di Villa Reale e<br />
Parco. Un accordo strategico, con il quale sarà possibile riunire<br />
attorno allo stesso tavolo tutti i players rilevanti, mettendo così<br />
fine agli annosi tira e molla che fino ad oggi hanno di fatto<br />
impedito il restauro dell’amatissima Villa, atteso da troppi<br />
anni, e la valorizzazione del Parco. Il Consorzio, infatti, oltre<br />
a ottenere la piena gestione dei due patrimoni, avrà il compito<br />
di elaborare il piano strategico di sviluppo culturale dell’intera<br />
area, con l’obiettivo di promuovere questi beni quali candidati<br />
d’eccellenza per ospitare gli eventi correlati all’Expo 2015. Un<br />
passaggio storico, dunque, a cui si arriverà soprattutto grazie alla<br />
lungimiranza del primo cittadino di <strong>Monza</strong>, Marco Mariani, che<br />
già dal primo giorno dopo l’insediamento aveva fatto capire a tutti<br />
gli interlocutori la sua intenzione di riportare agli antichi splendori<br />
uno dei simboli più importanti e prestigiosi del Nord Italia.<br />
Un plauso al sindaco Mariani che, con il suo carattere burbero ma<br />
decisionista, sta per portare a casa un risultato davvero insperato.<br />
6 N.41 CM<br />
TEMPO LIBERO<br />
Antonio Pizzi<br />
Dopo tre anni e mezzo lascia la Procura di <strong>Monza</strong> con una<br />
grande eredità. Antonio Pizzi, noto magistrato, a marzo<br />
dovrebbe andare a dirigere la Procura di Bari. Per il salto manca la<br />
decisione del Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, ma<br />
intanto lui ha portato nelle casse della Procura monzese 250 mila euro<br />
dal Fondo Sociale Europeo. Il cospicuo finanziamento è arrivato in<br />
seguito alla partecipazione ad un bando internazionale. La Procura di<br />
<strong>Monza</strong> è stata l’unica in Lombardia ad ottenere il finanziamento, perché<br />
è stato elaborato un modello di efficienza che potrà essere applicato<br />
su tutto il territorio nazionale e internazionale, in collaborazione con<br />
le altre Giustizie europee. Nello stesso tempo il Tribunale monzese<br />
si è classificato al primo posto in Italia per lo stesso progetto di<br />
sperimentazione e riprogettazione concreta degli uffici per una giustizia<br />
più veloce ed efficiente, con un finanziamento di 450 mila euro. Per<br />
partire manca la gara d’appalto indetta dalla Regione per individuare il<br />
fornitore esterno esperto in organizzazione che attuerà il progetto.
Traguardi e nuove prospettive<br />
Premi illustri<br />
Consegnati a Villa Medici Giulini di Briosco<br />
i riconoscimenti della Fondazione della<br />
Comunità di <strong>Monza</strong> e Brianza. Premiati Carlo<br />
Mussi, per il fondo patrimoniale Associazione<br />
Stefania, Raffaele Cascella, Presidente<br />
dell’Associazione Brianza per il Cuore Onlus,<br />
Carlo Edoardo Valli per il Fondo Camera di<br />
Commercio di <strong>Monza</strong> e Brianza. Consegnata<br />
la prima medaglia d’oro al Cavalier Peppino<br />
Fumagalli per la sua filantropia.<br />
8 M C<br />
Il rilancio della Villa Reale, ma anche i progetti dell’associazionismo e della cultura.<br />
In questa nuova rubrica raccontiamo alcune delle tante idee che muovono la Brianza<br />
a cura della redazione<br />
L’Unesco in Villa<br />
La decisione ufficiosa - ma già operativa - è arrivata lo scorso 16 gennaio. La Villa Reale di<br />
<strong>Monza</strong> ospiterà a settembre 2009 un convengo internazionale dell’Unesco, l’organizzazione<br />
delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. La dimora del Piermarini, dunque,<br />
ha battuto la candidatura di Firenze grazie all’impegno dell’assessore alla Cultura della Regione<br />
Lombardia, Massimo Zanello, e al ministro Sandro Bondi che la scorsa estate aveva visitato<br />
la Villa Reale. Non è ancora ufficiale ma le rassicurazioni ottenute da Zanello, durante la visita<br />
al Ministero di metà gennaio, sono ottime. L’evento, il primo nel suo genere, si dovrebbe<br />
svolgere nella seconda metà di settembre, subito dopo il Gran Premio di Formula 1. Il fatto di<br />
ospitare nella splendida dimora monzese un incontro di questa portata è stato salutato con<br />
entusiasmo dalla Giunta guidata dal leghista Marco Mariani, in attesa dell’approvazione in<br />
Consiglio comunale, tra circa un mese, della costituzione del Consorzio che si occuperà di<br />
trovare i 120 milioni di euro necessari al recupero della residenza del Piermarini con il progetto<br />
dell’architetto Carbonara e della successiva gestione. In questo senso è da ricordare anche la<br />
firma dello scorso luglio tra gli attori del Consorzio: il ministro Bondi, l’assessore Massimo<br />
Zanello, il sindaco del Comune di <strong>Monza</strong>, Marco Mariani, e l’assessore alla Casa e al Demanio<br />
del Comune di Milano, Gianni Verga.<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
Un vip per commesso<br />
Amadeus, Federica Panicucci, Fiordaliso, DJ Francesco,<br />
Paolo Brosio, Benedetta e Cristina Parodi, Giorgio Gori,<br />
Alessia Fabiani, Emanuela Folliero, Federica Fontana<br />
e tanti altri “commessi d’eccezione” hanno fatto la loro<br />
apparizione nei negozi del centro di <strong>Monza</strong> lo scorso<br />
17 gennaio. “Shopping di Sant’Antonio contro l’Aids”,<br />
questo il titolo della manifestazione patrocinata dal<br />
Comune di <strong>Monza</strong> per sostenere l’Anlaids, Associazione<br />
Nazionale per la Lotta contro l’AIDS e, in particolare, il<br />
Reparto Malattie Infettive dell’Ospedale San Gerardo, un<br />
centro qualificato soprattutto per le infezioni da virus<br />
HIV e patologie correlate. Nella giornata i panificatori<br />
monzesi hanno preparato leccornie tipiche che l’Anlaids<br />
ha distribuito nel gazebo in piazza Roma, in cambio di<br />
libere offerte. In piazza del Duomo era a disposizione una<br />
postazione sanitaria dell’ospedale per effettuare il test<br />
gratuito dell’HIV.<br />
In favore di Chernobyl<br />
Una partita di pallavolo per sostenere i bambini<br />
bielorussi vittime del disastro nucleare di Chernobyl<br />
con l’Unitalsi. L’hanno organizzata, lo scorso 6 gennaio,<br />
le due società sportive Aso San Rocco e Pro Victoria.<br />
I 430 euro raccolti serviranno ad ospitare a Borghetto<br />
Santo Spirito in Liguria un gruppo di bambini e ragazzi<br />
bielorussi portatori di handicap.<br />
..<br />
WHAT’S ON<br />
Un’eredità<br />
per gli amici<br />
a quattro zampe<br />
Ha donato circa 900 mila euro<br />
al Comune di <strong>Monza</strong> per la<br />
realizzazione del nuovo canile<br />
municipale. Una cospicua<br />
eredità quella che Rodolfo Foà,<br />
brugherese scomparso lo scorso<br />
15 aprile, ha deciso di lasciare<br />
a chi, come lui, ama gli animali.<br />
Foà, che aveva una fabbrica di<br />
tele da pittura, era stato nella sua<br />
vita un cacciatore. Ma l’amore<br />
per i suoi cani da caccia prima<br />
e poi per tutti gli altri animali,<br />
lo aveva portato su una strada<br />
completamente diversa. Egli<br />
stesso aveva adottato in canile<br />
diversi trovatelli con i quali aveva<br />
vissuto per anni fino alla morte.<br />
In famiglia nessuno sapeva della<br />
sua decisione, poi ratificata nel<br />
testamento e comunicata all’Enpa,<br />
ente di gestione del canile, e al<br />
Comune tre mesi fa. Soddisfatto<br />
Giorgio Riva, presidente<br />
dell’Enpa. «Siamo felici di questa<br />
sorpresa e abbiamo avuto<br />
rassicurazioni che il nuovo canile<br />
si farà».<br />
N.41<br />
M C<br />
9
Corti in gara<br />
Si è chiusa con un boom di iscrizioni la<br />
seconda edizione del concorso “Brianza Film<br />
Corto” organizzato dall’associazione Bmovies<br />
di Seregno. Al concorso si sono iscritti 97<br />
filmaker con 150 cortometraggi. La giuria,<br />
presieduta dal critico cinematografico e<br />
giornalista Federico Pontiggia, ha posticipato<br />
a maggio la serata di premiazione dei vincitori.<br />
Da febbraio proiezioni di anteprime a Seveso,<br />
Mezzago, Seregno e Vimercate.<br />
10 M C<br />
Facebook Party<br />
Duecento persone hanno affollato lo scorso 9 gennaio la discoteca Noir di Lissone per il primo<br />
Mega Party Facebook <strong>Monza</strong> e Brianza per ritrovare vecchi amici e compagni di scuola, oppure<br />
semplicemente conoscere di persona gli amici “agganciati” via web attraverso il più frequentato<br />
social network del momento. La festa è nata grazie all’iniziativa dei fondatori del gruppo<br />
“<strong>Monza</strong> e Brianza” su Facebook promosso da Francesco Maiello, 24 anni, e Alessandro Baggi,<br />
23 anni, entrambi brianzoli. Il party è inziato alle 21.30 proprio per permettere ai partecipanti,<br />
dai 18 ai 50 anni, di conoscersi e parlare finalmente dal vivo. Grazie alla disponibilità del<br />
titolare Emilio Fatica anche la musica è stata tenuta in sottofondo. Una serata simpatica e<br />
colorata che ha riservato tante sorprese. C’è stato chi ha ritrovato tutti i compagni della scuola<br />
elementare, e persino chi è stato “bidonato” dagli amici della rete. Non sono mancati i delusi,<br />
soprattutto tra le ragazze disilluse dalla conoscenza diretta degli spasimanti via web, ma anche<br />
una ventunenne che ha approfittato per festeggiare il compleanno con tutti i nuovi amici. I<br />
commenti si trovano ovviamente ancora su Facebook e anche la proposta di ripetere l’iniziativa<br />
periodicamente. La prossima volta magari in migliaia...<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
Candy design<br />
Una lavatrice di design. È quella che Candy<br />
sta progettando grazie alla collaborazione<br />
con il Dipartimento di Industrial Design del<br />
Politecnico di Milano. Saranno proprio gli<br />
studenti dell’ultimo anno della specializzazione<br />
a progettare la nuova macchina. Gli studenti,<br />
diretti dal professor<br />
Francesco Trabucco,<br />
hanno visitato<br />
lo stabilimento<br />
Candy di Brugherio<br />
per imparare sul<br />
campo cosa vuol<br />
dire progettare le<br />
lavatrici. Per Candy<br />
il design non è un<br />
accessorio, ma<br />
un elemento di<br />
funzionalità.<br />
Lions, per una Brianza<br />
brain intensive<br />
La capacità di unire manualità ed intelligenza, la necessità di<br />
attrarre sempre nuove risorse, sia umane che professionali, e di<br />
creare una ricchezza diffusa sono stati al centro dell’intervento del<br />
professor Adriano De Maio all’incontro organizzato da Lions <strong>Club</strong><br />
<strong>Monza</strong> Host il 13 gennaio scorso presso l’Hotel de la Ville di <strong>Monza</strong>.<br />
Presidente del Distretto Hi-Tech di Vimercate e già Rettore del<br />
Politecnico di Milano, della LUISS di Roma e dell’Istituto Regionale<br />
di Ricerca della Lombardia, De Maio ha posto l’accento sul fatto che<br />
il territorio deve poter contare su servizi adeguati, infrastrutture<br />
moderne e funzionali, collegamenti locali ed internazionali: ovvero,<br />
su una logistica integrata. La Brianza, infatti, si trova al centro<br />
di due direttrici europee strategiche quali la Torino-Trieste (che<br />
significa Europa occidentale ed orientale) e la Genova-Chiasso (cioè<br />
area portuale e Nord Europa). «La posizione strategica della nuova<br />
provincia – ha spiegato il Professore – deve essere opportunamente<br />
sviluppata, anche in vista della valorizzazione del suo notevole<br />
tessuto imprenditoriale: oltre 58.000 imprese attive su circa<br />
800mila abitanti, con una densità imprenditoriale record di 165<br />
aziende per kmq». Si è così deciso di dare ulteriore impulso al<br />
sistema industriale realizzando un Distretto High Tech che avrà<br />
l’obiettivo di fare da polo per nuove iniziative imprenditoriali<br />
e che vuole essere un punto di contatto tra la grande industria<br />
e l’indotto qualificato delle piccole e medie imprese, l’anello di<br />
congiunzione tra le istituzioni deputate alla formazione (scuola e<br />
università) e le aziende, a cui si aggiunge l’ambizione a diventare<br />
un importante centro di ricerca da presentare a tutto il mondo<br />
all’Expo 2015. Del resto la fitta rete delle Pmi brianzole è un forte<br />
elemento di attrazione per l’estero: «Dobbiamo essere però capaci<br />
– ha continuato De Maio – di comunicare al meglio questi vantaggi,<br />
in particolare la capacità dei brianzoli di gestire sistemi complessi<br />
in forma armonica. Occorre insomma creare un circolo virtuoso e<br />
positivo, finalizzato al continuo miglioramento della qualità della<br />
vita in Brianza e basato su una comunità brain intensive».<br />
WHAT’S ON<br />
Torna la<br />
100 km<br />
Torna, il 22 marzo, dopo<br />
vent’anni la “Cento chilometri<br />
di Seregno”, la più prestigiosa<br />
maratona briantea. Una marcia<br />
non competivitva che partirà da<br />
Parco Due Giugno, dove ci sarà<br />
il villaggio sportivo, e dopo aver<br />
attraversato quattordici comuni<br />
brianzoli (Seregno, Cabiate,<br />
Mariano Comense, Giussano,<br />
Verano Brianza, Carate Brianza,<br />
Albiate, Sovico, Macherio,<br />
Biassono, Vedano al Lambro,<br />
<strong>Monza</strong>, Lissone e Desio)<br />
tornerà a Seregno.<br />
Cinquanta chilometri da<br />
percorrere due volte a piedi (una<br />
sola per gli atleti della maratona e<br />
della handbike). A dare il via alla<br />
super corsa saranno tre campioni<br />
del calibro di Mario Ardemagni,<br />
Mario Fattore e Monica<br />
Casiraghi. Informazioni: A.S.D.<br />
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N.41<br />
M C<br />
11
Calendario<br />
Il 2008 è stato sotto molti profili un anno importante<br />
sia per <strong>Monza</strong> che per la Brianza.<br />
In attesa di vedere cosa ci riserverà il 2009, ripercorriamo<br />
i momenti salienti dei dodici mesi appena trascorsi<br />
WHAT’S ON<br />
N.41<br />
M C<br />
13
14 M C<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
PER UNA CITTÀ UNIVERSITARIA<br />
di Marcello Fontanesi, Rettore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca<br />
La nascita del Comitato promotore del polo universitario rappresenta un passo importante<br />
affinché il progetto di sviluppo e ampliamento delle attività di alta formazione e ricerca a<br />
<strong>Monza</strong> e in Brianza, già avviato dall’Università di Milano-Bicocca, si completi in modo<br />
adeguato. Ora, considerate le dimensioni dell’obiettivo, è fondamentale che le forze vive<br />
locali, economico-culturali, rappresentate nel Comitato, raccolgano sostegno politico e<br />
finanziario anche all’esterno, attraverso il coinvolgimento di interlocutori istituzionali.<br />
WHAT’S ON<br />
Febbraio<br />
N.41<br />
M C<br />
15
EXPO, UNA VITTORIA ITALIANA<br />
di Lanfranco Senn, Presidente di Metropolitana Milanese SpA<br />
A Milano è stata assegnata l’Expo Universale del 2015. È una vittoria della città al centro<br />
della regione più operosa d’Italia, ma è anche il riconoscimento che, quando nel nostro Paese<br />
istituzioni pubbliche, business community e società civile lavorano insieme per un progetto<br />
condiviso, si può essere presenti con grande dignità sul palcoscenico globale. Bisogna esserne<br />
orgogliosi e cercare mille altre occasioni per costruire insieme il futuro.<br />
16 M C<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
WHAT’S ON<br />
Marzo<br />
N.41<br />
M C<br />
17
I GIOVANI COMPIONO 50 ANNI<br />
di Matteo Parravicini, presidente del gruppo Giovani Imprenditori Aimb<br />
Durante i festeggiamenti per il cinquantesimo dalla sua fondazione,<br />
i Giovani Imprenditori di <strong>Monza</strong> e Brianza hanno voluto mettere in<br />
risalto il fatto che spesso il Gruppo ha anticipato il dibattito su temi<br />
di grande attualità rispetto alle organizzazioni imprenditoriali<br />
dotate di maggiore seniority, ma purtroppo frenate da posizioni<br />
conservative non sempre rappresentative di un’impresa e di una<br />
società in forte cambiamento.<br />
Fondato nel 1958, il Gruppo riunisce imprenditori e<br />
manager dai 18 ai 40 anni di età. La presenza di studenti,<br />
imprenditori di prima generazione, manager, figli di<br />
imprenditori appena entrarti nell’azienda di famiglia e<br />
altri che invece rivestono incarichi di responsabilità,<br />
costituisce uno straordinario terreno di confronto e di<br />
crescita sia per il nostro essere uomini d’industria che<br />
per le responsabilità di classe dirigente.<br />
18 M C<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
-<br />
WHAT’S ON<br />
Maggio<br />
N.41<br />
M C<br />
19
20 M C<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
MAGICHE NOTE CON LE PRIME<br />
DELLA VILLA REALE<br />
di Samantha Ceccardi, fondatrice di Vision Plus<br />
WHAT’S ON<br />
Grazie al successo del concerto del Maestro Ennio Morricone nel 2007 e dopo<br />
la conferma ottenuta con l’esibizione del tenore José Carreras lo scorso luglio,<br />
“Le Prime della Villa Reale” diventano un appuntamento annuale. Ispirati dal<br />
patrimonio storico e artistico monzese, si è voluto creare un magnifico teatro<br />
all’aperto con una scenografia d’eccezione: la Villa Reale e i suoi magnifici<br />
giardini, riportando così l’antica Reggia ai suoi fasti. Il nostro intento è infatti<br />
quello di coniugare al nome della Villa Reale di <strong>Monza</strong> spettacoli unici e di<br />
offrire al pubblico prime assolute ed eventi di altissimo livello.<br />
N.41<br />
M C<br />
21
MUSICA, TEATRO E CINEMA D’AUTORE<br />
di Dario Allevi, vicesindaco di <strong>Monza</strong><br />
La Villa Reale ha fatto da meraviglioso sfondo ai grandi spettacoli dell’estate<br />
nei quali siamo riusciti a coinvolgere grandi personaggi. Possiamo dire che<br />
è stata un vero e proprio successo l’intera rassegna <strong>Monza</strong>estate, grazie<br />
all’impegno dell’Assessorato al Turismo e Spettacolo. Con Renzo Arbore,<br />
Francesco De Gregori e Fiorella Mannoia, abbiamo riportato la grande<br />
tradizione della musica leggera in città, insieme alle soronità zigane di Goran<br />
Bregovic. Attenzione anche al teatro estivo e alla tradizione con lo spettacolo<br />
dei Legnanesi e infine con un classico della bella stagione, ovvero il “Cinema<br />
sotto le stelle”. Il successo ci incoraggia ad andare avanti anche nel 2009 su<br />
questa scia di attenzione nei confronti del pubblico monzese.<br />
22 M C<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
WHAT’S ON<br />
N.41<br />
M C<br />
23
24 M C<br />
UN CONSORZIO PER FAR SPLENDERE LA VILLA<br />
di Pierfranco Maffè, assessore alla Villa Reale del Comune di <strong>Monza</strong><br />
Il 2009 sarà un anno importante per il Parco e la Villa Reale di <strong>Monza</strong>: esso<br />
vedrà la nascita di un nuovo ente di gestione del complesso monumentale.<br />
Il Consorzio amministrerà la Reggia, i Giardini e il Parco cintato più vasto<br />
d’Europa con l’obiettivo di rilanciare questo straordinario complesso storico,<br />
architettonico e paesaggistico, arricchendolo con eventi culturali di rilevanza<br />
internazionale. Un insieme di beni preziosi, quali ville, cascine, mulini,<br />
boschi centenari che, recuperati al loro antico splendore, saranno in grado di<br />
diventare degni protagonisti della prossima Expo Universale del 2015.<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
WHAT’S ON<br />
L u g l i o<br />
30<br />
N.41<br />
M C<br />
25
26 M C<br />
MONZA, CAPITALE DELL’IMPRESA<br />
di Ettore Mazzotti, direttore di “Capital”<br />
Quelli che non si arrendono: è stato questo il leit motiv della serata <strong>Monza</strong> for Capital, organizzata<br />
da <strong>Monza</strong> <strong>Club</strong>, Hubnet Communication e Vision Plus e culminata in un dibattito a più voci tenutosi<br />
nella splendida reggia monzese. Sul palco sono intervenuti alcuni tra i più noti nomi di <strong>Monza</strong> e<br />
Brianza per raccontare le operazioni che stanno mettendo in campo non solo per battere la crisi, ma<br />
anche per dare un segnale di riscossa sul piano politico e sociale. La vivacità delle testimonianze<br />
rese è stato l’elemento che ha catalizzato l’interesse generale e permesso una riflessione<br />
sull’importanza di dare parola a chi opera, giorno per giorno, forte di una visione strategica<br />
del proprio impegno. Così Luca Rovati, il giovane amministratore delegato della pluripremiata<br />
Rottapharm, ha fatto vivere in diretta i problemi e le soddisfazioni di una piccola società divenuta<br />
una multinazionale del farmaco, mentre Andrea Sassoli, toscano trapiantato in Lombardia, ha portato<br />
la voce del manager che è diventato imprenditore, costruendo in 20 anni un’azienda che oggi fattura<br />
700 milioni l’anno. Con loro anche Enio Fontana,Matteo Parravicini e due grandi professionisti,<br />
il chirurgo Marco Lanzetta e l’avvocato Bruno Santamaria, che hanno riflettuto su come impegno<br />
personale ed esperienza di lavoro possano diventare motori attivi di imprenditoria e di solidarietà,<br />
anche al di fuori dei confini nazionali.<br />
Matteo Parravicini Andrea Sassoli Enio Fontana Bruno Santamaria Luca Rovati Marco Lanzetta<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
WHAT’S ON<br />
N.41<br />
M C<br />
27
Giorgia Meloni<br />
«I giovani sono<br />
il nostro futuro,<br />
ma dobbiamo<br />
aiutarli»<br />
28 M C<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
Il Ministro traccia un ritratto delle<br />
nuove generazioni, in bilico tra<br />
voglia di fare e incertezza sul futuro<br />
di Valentina Rigano<br />
foto Marco Brioschi<br />
«Hanno voglia di fare, sono più colti e più<br />
preparati dei loro padri e dei loro nonni,<br />
ma quasi rassegnati ad essere etichettati<br />
come una generazione problematica, apatica e<br />
priva di stimoli reali». Ha esordito così Giorgia<br />
Meloni, ministro della Gioventù, ponendo enfasi<br />
sul suo rifiuto ad essere Ministro alle “Politiche<br />
Giovanili” perché contraria alle politiche di<br />
genere, nell’incontro tenutosi all’Urban Center<br />
lo scorso 3 dicembre, alla presenza di giovani<br />
e istituzioni. Meritocrazia e uguaglianza come<br />
punto di partenza e non di arrivo, diritto a studio<br />
e carriera e credibilità per i giovani, sono stati<br />
gli argomenti discussi dal Ministro insieme<br />
al Segretario Provinciale di Azione Giovani,<br />
Roberto Alboni, alla presenza degli assessori<br />
monzesi, soprattutto di Martina Sassoli, che a<br />
<strong>Monza</strong> ricopre la carica omologa del Ministro<br />
Meloni. «Le nuove generazioni sono il nostro<br />
futuro, dobbiamo pensare a cosa li stiamo<br />
preparando e cosa saranno per noi tra 20 o 30<br />
anni – ha aggiunto il giovane Ministro – ed è<br />
per questo che sto cercando di coinvolgere in<br />
tal senso anche i miei colleghi, responsabili<br />
di altri ministeri, perché capiscano quanto sia<br />
importante lavorare insieme per il futuro». La<br />
cronaca porta alla ribalta una nuova generazione<br />
di bulli, consumatori di stupefacenti, giovani<br />
annoiati e senza futuro: «I nostri ragazzi hanno<br />
imparato a sentirsi così, come noi li abbiamo<br />
descritti e abbiamo commesso un grave errore<br />
nel farlo – prosegue il Ministro – Le nuove leve<br />
sono invece impegnate nell’associazionismo, nel<br />
volontariato, sono interessate alla vita politica dei<br />
loro predecessori, siano essi ragazzi di destra o<br />
di sinistra. Per questo dobbiamo dare loro voce e<br />
possibilità per crescere».<br />
Giorgia Meloni, insieme al suo staff, ha già<br />
avviato svariate iniziative come l’istituzione di un<br />
portale internet dove i giovani possono indicare<br />
le loro idee, proposte e anche provocazioni.<br />
«Un aspetto importante è ciò che io definisco<br />
“diritto al futuro” – ha dichiarato la Meloni – La<br />
lotta alla precarietà è fondamentale, per questo<br />
insieme ai colleghi stiamo pensando a manovre<br />
risolutive da aggiungere al pacchetto anti-crisi<br />
con assegni di disoccupazione anche per stagisti,<br />
lavoratori precari e dipendenti a termine. Nella<br />
stessa ottica stiamo pensando a graduatorie di<br />
assegnazione per gli alloggi a studenti e giovani<br />
coppie, unitamente ad un fondo che copra i tassi<br />
di interesse sui mutui che non riescono a pagarsi<br />
da soli».<br />
Il tasto dolente, per il rappresentante del Governo,<br />
rimane il diritto allo studio: «Mi spiace molto<br />
che la minoranza abbia votato contro il decreto<br />
Gelmini, perché la maggioranza aveva accettato<br />
molte delle loro proposte – ha spiegato – si tratta<br />
di un decreto che valorizza al massimo il diritto<br />
allo studio, permettendo ai giovani meritevoli di<br />
arrivare alle borse di studio che ora sono riservate<br />
ai “baroni”, come del resto molte cariche<br />
universitarie e di ricerca. Vogliamo interrompere<br />
questa catena di raccomandazioni e concorsi<br />
che ha completamente distrutto la logica della<br />
meritocrazia». Il sistema Italia al collasso, la crisi<br />
economica che investe trasversalmente il mondo<br />
occidentale, sono problematiche a cui far fronte<br />
sfruttando l’intensità del motore “giovani”. «I<br />
ragazzi devono sentirsi uguali nelle possibilità,<br />
per poi crescere come studenti e professionisti e<br />
trovare la loro strada – ha concluso la Meloni – Il<br />
’68 ha avuto invece il demerito di aver insegnato<br />
l’uguaglianza come punto d’arrivo. Bisogna<br />
lavorare investendo su coloro che hanno capacità<br />
e forza per crescere, ad esempio premiando chi ha<br />
idee imprenditoriali vincenti senza poter contare<br />
su patrimoni personali per realizzarle. Non in<br />
ultimo, stiamo già studiando un disegno di legge<br />
per l’istituzione di comunità giovanili dove si fa<br />
sport, musica, cultura». E sembra che la prima<br />
sarà proprio a <strong>Monza</strong>.<br />
WHAT’S ON<br />
In alto il pubblico - non solo di giovani - che ha animato la serata all’Urban Center<br />
organizzata dall’assessorato alle Politiche Giovanili.<br />
Sotto l’assessore Martina Sassoli con il ministro Giorgia Meloni<br />
N.41<br />
M C<br />
29
30 M C<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
Solstizio<br />
Giovani<br />
stelle<br />
d’inverno<br />
Vivere la città: ecco il tema<br />
della rassegna tra arte, sport e<br />
cultura organizzata a dicembre<br />
dall’assessorato alle Politiche<br />
Giovanili<br />
di Laura Marinaro - foto Marco Brioschi<br />
Mostre di pittura e fumetto,<br />
musica, installazioni artistiche,<br />
incontri e dibattiti. All’insegna<br />
del tema “Vivere la cttà” si è svolto dal<br />
1 al 14 dicembre, il consueto programma<br />
del “Solstizio d’Inverno” messo a punto<br />
dall’Assessorato alle Politiche Giovanili.<br />
Il primo evento degno di nota è<br />
stata la mostra, inclusa nella sezione<br />
“Nuove esperienze urbane” e curata<br />
dall’associazione Kaibakh, dei lavori<br />
dei due giovani fumettisti monzesi<br />
Alessandro Tota e Francesco Cattani.<br />
Nei disegni al centro è stato il rapporto<br />
con la città, che è poi il tema scelto<br />
dai curatori, Jan Mozetič e Tommaso<br />
Isabella. A latere interessante<br />
l’incontro di presentazione della<br />
mostra tenuto alla Libreria Feltrinelli,<br />
moderato da Matteo Stefanelli.<br />
Giovedì 4 dicembre è stata la volta della<br />
tavola rotonda dal titolo “La mia Città”,<br />
organizzata dalla Cooperativa Ce.se.d per<br />
il progetto Omnibus. Durante il dibattito<br />
alcuni personaggi come Silvana Fallisi,<br />
moglie di Aldo Baglio, hanno raccontato<br />
quale è il loro modo di dare un contributo<br />
alla vita culturale monzese in diversi<br />
campi. Domenica 7 dicembre la danza è<br />
stata protagonista, al Teatro Manzoni, della<br />
classica Gara di Coreografia dei Centri<br />
di Aggregazione Giovanili nella quale<br />
centinaia di giovani monzesi hanno dato<br />
vita a spettacoli unici ed emozionanti. Il<br />
10 Dicembre, al Teatrino della Villa Reale,<br />
le donne della Cooperativa Diapason<br />
hanno messo in scena lo spettacolo “La<br />
Vie en rose” tutto dedicato all’universo<br />
femminile.<br />
Lo scorso 11 dicembre l’assessore alle<br />
Politiche Giovanili Martina Sassoli ha<br />
illustrato al pubblico il progetto E-gocs,<br />
relativo al recupero dell’ex Macello come<br />
hub per i giovani non solo monzesi, ma di<br />
tutta la Brianza. Un progetto di alto livello<br />
che è arrivato primo in una gara regionale e<br />
ha ottenuto un finanziamento di un milione<br />
di euro dalla Regione Lombardia.<br />
Il giorno successivo l’associazione<br />
Kainakh ha organizzato un workshop dal<br />
titolo “La scuola del fumetto”, durante la<br />
quale molti giovani si sono cimentati in<br />
disegni propri con maestri d’eccezione.<br />
Infine domenica 14 dicembre centinaia<br />
di skaters locali si sono esibiti nell’ex<br />
Macello, un luogo, una piazza che è<br />
diventata palcoscenico, in serata, di un<br />
set con realizzazione di fumetti dal vivo<br />
da parte di giovani disegnatori. La fine<br />
dell’intero evento è stata poi festeggiata<br />
nel Lounge Bar del Binario 7 dove<br />
l’Assessorato ha offerto un aperitivo ai<br />
giovani coinvolti nel Solstizio d’Inverno<br />
2008. Grande la soddisfazione del giovane<br />
assessore che ha creduto nel progetto sin<br />
dall’inizio del suo mandato.<br />
WHAT’S ON<br />
Danza, teatro, musica<br />
e performance dal vivo:<br />
sono state numerose<br />
le iniziative che hanno<br />
animato l’inverno<br />
monzese<br />
N.41<br />
M C<br />
31
32 M C<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
Soroptimist<br />
Natale di<br />
solidarietà<br />
Una serata speciale che è coincisa<br />
con il sessantesimo anniversario<br />
della Dichiarazione dei Diritti<br />
dell’Uomo, base dell’impegno<br />
sociale dei Soroptimist<br />
di tutto il mondo<br />
dalla Redazione<br />
foto Marco Brioschi<br />
Lo Sporting <strong>Club</strong> di <strong>Monza</strong> lo scorso<br />
dicembre ha ospitato la tradizionale<br />
festa di Natale del Soroptimist <strong>Club</strong><br />
<strong>Monza</strong>; come da indicazione di Margaret Lobo,<br />
Presidente Internazionale, la serata, presentata dalla<br />
dottoressa Annarosa Geraci, presidente in carica<br />
del club cittadino, ha avuto come scopo principale<br />
la raccolta fondi per il progetto “Ricostruire la<br />
dignità delle donne etiopi” con l’intento di aiutare<br />
le donne affette da fistola post partum, curandole<br />
nell’Addis Abeba Fistula Hospital. L’impegno del<br />
Soroptimist <strong>Club</strong>, però, non è rivolto ad un solo<br />
progetto; durante la festa è stata organizzata una<br />
lotteria i cui proventi contribuiscono a sostenere<br />
una nuova iniziativa che il <strong>Club</strong> sta preparando<br />
in collaborazione con l’Ospedale di Carate<br />
Brianza: l’aiuto alle neomamme in difficoltà ed ai<br />
neonati attraverso la creazione di uno “sportello<br />
per bambini”, situato all’interno dell’ospedale o<br />
nelle sue vicinanze e dotato di ogni protezione a<br />
garanzia dell’anonimato, nel caso in cui le madri<br />
si trovino nella necessità di separarsi dal loro<br />
bambino. Questo progetto, di antica memoria<br />
(il primo ospedale degli orfani fu costruito nei<br />
primi del 1400 a Firenze da Filippo Brunelleschi),<br />
è stato ripreso con la nascita del primo “babyklappe”<br />
(letteralmente, cassette per bambini) nel<br />
2000, in Germania. Durante la serata il dottor<br />
Andrea Sterpa, Primario di Neonatologia presso<br />
l’Ospedale di Carate, ha voluto sottolineare l’utilità<br />
di questa iniziativa, garantendo ogni cura da parte<br />
del presidio per la realizzazione del progetto nel<br />
minor tempo possibile.<br />
Regione Lombardia<br />
Il fascino discreto della fede<br />
Luogo d’incontro tra arte e spiritualità, i centri religiosi nati<br />
in epoca medievale costituiscono ancora oggi un tesoro sconosciuto ai più<br />
di Francesco Pozzi - foto Marco Brioschi<br />
Al di fuori dei percorsi battuti, lontano<br />
dal rumore dei centri urbani, nei secoli<br />
cosiddetti “bui” del Medioevo fiorivano in<br />
Lombardia le abbazie. In questi luoghi si realizzava<br />
quel felice incontro tra cultura, commercio e arte<br />
che diede un enorme impulso alla crescita delle<br />
comunità lombarde. Consapevole di questo valore,<br />
l’assessorato alle Culture, Identità e Autonomie<br />
della Regione Lombardia, presieduto da Massimo<br />
Zanello, è impegnato in un’opera di riqualificazione<br />
e promozione dei percorsi legati alla spiritualità.<br />
Assessore Zanello, anche un territorio così<br />
fortemente legato all’operosità e alla ricchezza<br />
come la Lombardia può dirsi spirituale?<br />
«Certo, la Regione è ricca di percorsi religiosi: dalla<br />
Via Francigena che attraversa la pianura lombarda<br />
alle abbazie a sud di Milano. Tra queste quella di<br />
Morimondo, costruita agli inizi del XII secolo, su cui<br />
siamo recentemente intervenuti a fianco del Comune<br />
e delle istituzioni religiose per il restauro. Si tratta<br />
di uno dei complessi più amati di tutta la Regione e<br />
prevediamo di crearvi in futuro eventi e occasioni<br />
culturali. Inoltre, sulla scorta di quanto già avviene a<br />
<strong>Monza</strong>, siamo intenzionati a sviluppare sinergie con<br />
i musei diocesani che conservano patrimoni culturali e<br />
artistici, oltre che religiosi, enormi».<br />
Che fascino avverte lei entrando in questi complessi?<br />
«Visitare un’abbazia significa riconoscere e capire il<br />
valore sociale, religioso ma anche economico che la<br />
comunità monastica ha svolto sul territorio lombardo:<br />
molte aree paludose sono state bonificate dai monaci<br />
e rese coltivabili. Inoltre esse raccontano una storia<br />
di secoli, stabilendo una continuità tra il passato e il<br />
presente».<br />
La Brianza è ricca di luoghi segnati dalla religiosità…<br />
«Sì, qui ci sono opere meravigliose, ad esempio<br />
il Duomo di <strong>Monza</strong>, che spicca per maestosità ed<br />
importanza storica, ma non solo: ne esistono altri<br />
meno conosciuti ma non meno significativi. Penso alla<br />
Basilica di San Pietro ad Agliate: risalente al X secolo,<br />
è un edificio tutt’altro che monumentale, costruita<br />
nel rispetto assoluto della povertà e dell’attività<br />
contemplativa e che conserva ancora intatto il suo<br />
fascino. Questo complesso rappresenta un perfetto<br />
connubio tra arte e spiritualità, quella della gente<br />
semplice, della popolazione, che trovava e ancora oggi<br />
trova in questi luoghi pace e conforto».<br />
WHAT’S ON<br />
Sullo sfondo,<br />
l’interno e l’esterno<br />
della Basilica di Agliate.<br />
Sotto, l’assessore<br />
Massimo Zanello<br />
N.41<br />
M C<br />
33
34 M C<br />
N.41<br />
WHAT’S ON<br />
Filosofia<br />
Libertà vo’<br />
cercando...<br />
È al tema del vivere che<br />
è dedicata la quinta rassegna di<br />
incontri con grandi filosofi<br />
“Gli abitatori del tempo”<br />
di Sara Franchini<br />
foto Marco Brioschi<br />
«La Libertà è l’a priori della società<br />
occidentale. L’intero Occidente è basato<br />
sulla libertà di iniziativa e su quella data<br />
dallo Stato e forse è stata proprio l’eccessiva<br />
libertà a portare alla crisi attuale. La nostra<br />
esistenza è dovuta alla liberazione dalla nullità<br />
di ognuno di noi. Normalmente si pensa che la<br />
libertà maggiore del nostro tempo sia quella data<br />
dalla tecnica, in realtà è il pensiero filosofico<br />
a togliere i vincoli alla scienza e quindi alla<br />
tecnica...». A pronunciare questa frase densa<br />
di significato e fondamentale è stato il grande<br />
filosofo contemporaneo Emanuele Severino<br />
ospite, lo scorso 9 gennaio al Teatro Manzoni,<br />
durante una serata della V rassegna “Gli Abitatori<br />
del Tempo”. Ad ascoltarlo erano in centinaia<br />
e da anni sono migliaia (lo scorso anno 6 mila)<br />
gli spettatori di quella che è considerata una<br />
delle più imporanti rassegne in Italia che prende<br />
il nome proprio da un volume di Severino<br />
pubblicato nel 1978. Un successo che dimostra<br />
quanto la Brianza sia bisognosa di alta cultura<br />
e di approfondimento. Il progetto andrà avanti<br />
fino al 23 marzo e comprende un ciclo di inconri<br />
pubblici con i più grandi filosofi contemporanei<br />
in nove comuni della Brianza. A realizzare il<br />
programma sono stati, oltre alla Provincia di<br />
<strong>Monza</strong> e Brianza e al Comune di Villasanta,<br />
anche tre Atenei: l’Università Statale di Milano,<br />
l’Università Cattolica del Sacro Cuore e<br />
l’Università Vita e Salute San Raffaele di Cesano<br />
Maderno. Il tema della libertà, per la prima volta,<br />
quest’anno entrerà anche nel carcere di <strong>Monza</strong><br />
dove i filosofi Vittorio Possenti e Stefano<br />
Moriggi replicheranno in orari pomeridiani ai<br />
detenuti la lezione serale.<br />
«Questa rassegna è diventata un appuntamento<br />
fisso e atteso dal pubblico che affolla teatri e<br />
sale per ascoltare questi grandi filosofi - ha<br />
commentato Gigi Ponti, assessore all’attuazione<br />
della Provincia - è un’esperienza importante<br />
per la Brianza che testimonia la voglia di<br />
cultura di qualità insieme all’esigenza di<br />
affrontare i temi più autentici del nostro<br />
tempo che spesso rimangono in sotofondo.<br />
Un’opportunità di riflettere offerta anche dalla<br />
presenza dell’Università sul nostro territorio».<br />
“Abitatori del tempo” è la prova tangibile che<br />
la filosofia o è concreta o non lo è. «I successi<br />
di pubblico incarnano un bisogno di confronto<br />
serrato e schietto su problemi e interrogativi<br />
che riguardano ciascuno, e molto da vicino - ha<br />
aggiunto Stefano Moriggi, giovane esponente<br />
della filosofia della scienza e collaboratore<br />
dell’editrice San Raffaele - Nel mio incontro<br />
pubblico parlerò della libertà che non è una<br />
concessione, ma una conquista, sempre e<br />
comunque. Un compito infinito, una costruzione<br />
continua per le specie, per i singoli per le<br />
civiltà. Dalla biologia all’architettura cercherò<br />
di accennare alle dinamiche sottese a questo<br />
valore senza ill quale ogni forma di dignità e di<br />
cittadinanza pare impensabile».<br />
IL PROGRAMMA<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
Il pubblico che ha<br />
riempito il Manzoni per<br />
ascoltare Emanuele<br />
Severino (a sinistra). A<br />
fianco il giovane filosofo<br />
monzese Stefano Moriggi<br />
Gianni Vattimo in “Ontologia della Libertà” - 30 gennaio al Palamedia<br />
di Bovisio Masciago<br />
Vittorio Possenti in “Libertà e Destino” - 6 febbraio al Manzoni di<br />
<strong>Monza</strong><br />
Giulio Giorello in “Libertà e i suoi paradossi” - 13 febbraio<br />
all’Excelsior di Cesano Maderno<br />
Vincenzo Vitiello in “Perché l’imperativo categorico parla in seconda<br />
persona” - 16 febbraio al Teatro San Giuseppe di Brugherio<br />
Edoardo Boncinelli in “Incatenati dalla Libertà” - 20 febbraio al teatro<br />
Nuovo di Arcore<br />
Umberto Galimberti, esponente della cultura brianzola e villasantese<br />
doc - 27 febbraio all’Astrolabio di Villasanta<br />
• Stefano Moriggi, giovane e monzese in “ Cattivo pensiero, la Libertà e<br />
il suo spazio” - 6 marzo a Palazzo Terragni di Lissone<br />
•<br />
•<br />
WHAT’S ON<br />
Salvatore Natoli in “Autodeterminazione: vincoli e scelte” - 13 marzo<br />
all’Omnicomprensivo di Vimercate<br />
Matteo Motterlini in “Libertà economica ed emotività” - 23 marzo al<br />
Teatro Manzoni<br />
N.41<br />
M C<br />
35
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
36 N.41 CM<br />
Fortunato Galbiati<br />
Un avvocato in provincia<br />
Ha costruito la sua carriera sul<br />
lavoro, ma anche su una grande<br />
umanità. «Perché l’avvocato - dice<br />
- è prima di tutto un uomo»<br />
di Toni Liguori<br />
foto Marco Brioschi<br />
La sua grande soddisfazione è quella di<br />
aver fondato uno studio che, oltre ad<br />
essere diventato un punto di riferimento<br />
per i suoi clienti, è una fucina di professionisti.<br />
Merito anche della grande etica che Fortunato<br />
Galbiati mette nel proprio lavoro e che ritiene<br />
possa fare la differenza sia a livello umano, che<br />
professionale.<br />
È limitativo definirla un avvocato di<br />
provincia?<br />
«Assolutamente no. Anzi, mi fa molto piacere<br />
e sono onorato di questa definizione, perché la<br />
provincia della quale stiamo parlando è quella di<br />
<strong>Monza</strong> e Brianza, un territorio nel quale più di<br />
quarant’anni fa ho iniziato la mia attività forense<br />
e che ancora oggi mi vede tra i protagonisti di<br />
una professione che continua a darmi enormi<br />
soddisfazioni.<br />
È ovvio che gli orizzonti del mio studio spaziano<br />
verso confini più ampi e la nostra presenza è<br />
ormai consolidata in Italia, in Europa e negli<br />
Stati Uniti, dove ci portano gli interessi dei nostri<br />
numerosi clienti che operano in Brianza, ma che<br />
lavorano in tutto il mondo. Proprio per questo<br />
abbiamo aperto uno studio anche a Milano e un<br />
punto di appoggio fisso a Roma, mentre il centro<br />
dell’attività rimane la nostra sede di Carate<br />
Brianza». ><br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
N.41<br />
CM 37
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
Che rapporto la lega ai sui clienti? È “solo”<br />
un avvocato che dirime le loro controversie o<br />
qualcosa di più?<br />
«In un certo senso sono il loro consulente, la<br />
persona di fiducia che spesso fa parte dei collegi<br />
sindacali o siede nei consigli di amministrazione<br />
e che, a volte, viene consultato anche prima che<br />
i problemi arrivino al pettine. Prevalentemente<br />
mi occupo di diritto commerciale e di tutto<br />
ciò che questo comporta: un settore nel quale<br />
ho acquisito una notevole esperienza e che mi<br />
gratifica non poco. Il rapporto che mi lega ai miei<br />
clienti è di totale fiducia, consolidato in anni e<br />
anni di frequentazione e che a volte è sfociato in<br />
un’amicizia fraterna.<br />
La parte operativa, invece, viene svolta dai miei<br />
validi collaboratori, senza i quali lo studio non<br />
avrebbe raggiunto il livello di competenza che lo<br />
caratterizza».<br />
I collaboratori del suo studio sono piuttosto<br />
giovani: immagino creda molto in loro.<br />
«Sì, moltissimo, i giovani sono il futuro della<br />
società e del mio studio in particolare. Sono stato<br />
il primo, 38 anni fa, a costituire nel nostro campo<br />
una società di professionisti e il primo studente<br />
di Giurisprudenza che ho assunto è l’avvocato<br />
38 N.41 CM<br />
Goffredo Pozzoli che allora aveva soltanto 19<br />
anni e che dopo vent’anni di lavoro insieme è<br />
diventato socio di questo studio. Anche l’avvocato<br />
Alberto Radaelli e mio figlio Giorgio sono soci<br />
a tutti gli effetti e contribuiscono fattivamente<br />
a far funzionare il tutto anche quando io sono<br />
assente.<br />
Poi ci sono cinque collaboratori e cinque<br />
segretarie, tutte persone preparate di cui mi fido<br />
ciecamente. Con loro ho avuto molto fortuna, lo<br />
ammetto; l’altra grande fortuna è stata quella di<br />
esercitare da sempre la mia attività in Brianza<br />
e di essere iscritto al Tribunale di <strong>Monza</strong>, che<br />
rappresenta una delle realtà più importanti<br />
d’Italia».<br />
Come è cambiata la professione dell’avvocato<br />
da quando lei ha iniziato ad esercitarla?<br />
«In effetti è cambiata moltissimo, come d’altro<br />
canto sono cambiate tante cose nella società<br />
contemporanea. Purtroppo, a mio avviso, a livello<br />
umano e qualitativo, non è cambiata in meglio,<br />
anzi peggiora ogni giorno di più. Innanzitutto<br />
trovo inammissibile che nel nostro Paese vi siano<br />
140 mila iscritti all’Albo quando in Francia, ad<br />
esempio, ve ne sono soltanto 10 mila. Questo<br />
“assalto alla diligenza”, come lo definisco io, non<br />
Il team dello studio<br />
Galbiati, Pozzoli e<br />
Redaelli. Da sinistra<br />
Giorgio e Fortunato<br />
Galbiati con i colleghi<br />
Alberto Radaelli e<br />
Goffredo Pozzoli<br />
può che produrre un decadimento della nostra<br />
professione a scapito della correttezza e della<br />
funzionalità del sistema. Tra le nuove leve ci sono<br />
elementi validissimi e tecnicamente preparati che<br />
devono affrontare una serie di problemi difficile<br />
da superare. Le leggi vengono continuamente<br />
rinnovate e diventa sempre più necessario<br />
studiarle e approfondirle prima di iniziare<br />
qualunque tipo di<br />
procedimento. Ma i<br />
giovani, e non solo<br />
loro, non sempre<br />
hanno il tempo<br />
per farlo, perché<br />
devono correre<br />
da un Tribunale<br />
all’altro per colpa<br />
di un sistema lento<br />
e farraginoso che<br />
non consente di<br />
operare con la<br />
dovuta precisione.<br />
Processi che durano vent’anni, udienze che<br />
vengono rimandate per ragioni spesso immotivate<br />
e pretestuose costringono i cittadini, e noi<br />
che li assistiamo, a tour de force incredibili e<br />
umilianti. Per fortuna ci sono Tribunali, come<br />
quello di <strong>Monza</strong>, che continuano a funzionare<br />
egregiamente grazie alla presenza di giudici che<br />
fanno il loro dovere, pur lavorando con mezzi<br />
insufficienti, in condizioni spesso mortificanti, ma<br />
sempre con l’idea che la Giustizia, quella con la G<br />
maiuscola, vada onorata fino in fondo».<br />
Anche secondo lei la Giustizia nel nostro Paese<br />
andrebbe riformata?<br />
«Sicuramente. Andrebbe attuata una riforma<br />
della Giustizia per rendere più aderenti ai tempi<br />
il Codice civile, il Codice penale e, in modo<br />
particolare, il Codice di procedura civile e penale<br />
per regolare i processi e informatizzarli come è<br />
stato fatto nei Paesi più progrediti. Naturalmente,<br />
la Giustizia va riformata anche dotandola di<br />
strutture, di mezzi e di uomini che oggi risultano<br />
scarsi e assolutamente insufficienti.<br />
È incredibile, tanto per farle un esempio, quello<br />
che sta avvenendo a Napoli, nel processo contro<br />
Luciano Moggi: dovevano intimare 24 notifiche<br />
e su queste 14 non hanno avuto seguito. Quindi il<br />
processo è stato rimandato e non finirà mai perché<br />
la difesa di Moggi ha chiesto la trascrizione di 30<br />
mila intercettazioni telefoniche e l’audizione di<br />
485 testimoni. Che cosa può pensare un cittadino<br />
comune davanti a situazioni di questo genere?».<br />
Non crede che alcuni magistrati siano affetti<br />
da un eccessivo spirito di protagonismo e<br />
che la loro voglia di apparire sui giornali e in<br />
Tv danneggi ancora di più l’immagine della<br />
Giustizia?<br />
«Ho sempre<br />
contestato<br />
l’eccessiva<br />
pubblicità che<br />
si è voluta<br />
“<br />
Sono sempre in giro per il<br />
mondo, passo da un consiglio<br />
di amministrazione all’altro,<br />
mi muovo in continuazione<br />
e sono curioso di tutto<br />
dare ad alcuni<br />
processi,<br />
vedi Perugia,<br />
o Cogne, o<br />
Garlasco.<br />
Quando i<br />
protagonisti<br />
di queste<br />
storie vanno<br />
a “Porta a Porta”, o a “Matrix”, o in una delle<br />
mille trasmissioni che si improvvisano in Tv<br />
sui processi che solleticano la morbosità di un<br />
certo pubblico, le loro parole probabilmente<br />
vengono ascoltate anche dai giudici popolari, con<br />
anticipazioni su processi che poi loro saranno<br />
chiamati a giudicare. Trovo aberrante che un<br />
magistrato si esponga alle luci dei media come<br />
una velina o un personaggio da rotocalco: se lo<br />
fa, vuol dire che è malato di protagonismo e non<br />
interpreta il suo ruolo nella maniera giusta. Il suo<br />
lavoro dovrebbe sempre essere riservato come<br />
quello di un prete: le leggi vanno applicate in<br />
silenzio, non amplificate con processi mediatici<br />
e spettacolari che sviliscono l’immagine della<br />
Giustizia».<br />
In questi casi non dovrebbe intervenire il<br />
Consiglio Superiore della Magistratura?<br />
«Sì, è vero, il CSM dovrebbe vigilare<br />
attentamente sull’operato dei magistrati. Ma<br />
come può un organismo giudicare se stesso<br />
e fare giustizia in modo imparziale sui suoi<br />
stessi iscritti? Ripeto: le leggi ci sono e vanno<br />
applicate in silenzio, senza fare processi mediatici<br />
che condizionano l’opinione pubblica, spesso<br />
anticipando sentenze ancora da scrivere».<br />
Se ritornasse indietro, farebbe ancora<br />
l’avvocato? ><br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
N.41<br />
CM 39
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
40 N.41 CM<br />
«Senza dubbio. Nella mia famiglia siamo due<br />
fratelli: uno è diventato notaio, mentre io ho<br />
preferito fare l’avvocato. Non ho mai invidiato il<br />
lavoro di mio fratello perché lui ha dovuto sempre<br />
studiare e appartiene ad una casta certamente<br />
prestigiosa ma, a mio avviso, anche un po’<br />
“statica”. Io sono sempre in giro per il mondo,<br />
passo da un consiglio di amministrazione all’altro,<br />
da un collegio sindacale all’altro, mi muovo in<br />
continuazione, mi informo e mi documento su<br />
ogni cosa, sono curioso di tutto e tengo la mente<br />
in perenne ebollizione: non avrei mai potuto<br />
trascorrere le mie giornate chiuso in ufficio a<br />
studiare carte e documenti senza partecipare<br />
attivamente alla frenetica attività che comporta la<br />
mia professione».<br />
Suo figlio Giorgio lavora con lei, gli dà mai<br />
qualche consiglio?<br />
«È molto più difficile dare consigli, ordini o<br />
istruzioni a un figlio piuttosto che ad un estraneo.<br />
Lui non me li chiede mai, piuttosto si rivolge ai<br />
miei soci che, a loro volta, vengono a chiedere<br />
il mio parere. Però, e non lo dico perché sono<br />
suo padre, è molto bravo ed è un professionista<br />
attento e scrupoloso del quale non posso che<br />
andare orgoglioso. Da quando poi è diventato<br />
responsabile dell’informatizzazione dell’ufficio,<br />
materia che mi vede assolutamente impreparato,<br />
sono io che chiedo a lui qualche suggerimento<br />
per come utilizzare il mio modestissimo personal<br />
computer. Sono veramente contento del carattere<br />
di continuità che caratterizza lo studio che ho<br />
creato. Ho 71 anni e prima o poi arriverà anche<br />
per me il momento di appendere la toga al chiodo,<br />
ma lo farò con molta serenità perché, anche se<br />
certamente non ho creato né una scuola di diritto<br />
e tanto meno una scuola di pensiero, ho dato vita<br />
ad una struttura destinata a proseguire nel tempo<br />
e ad adeguarsi tempestivamente ai mutamenti di<br />
una società in continua evoluzione».<br />
Cosa farà il giorno che deciderà di smettere?<br />
«Dico sempre di voler smettere, ma credo proprio<br />
che non lo farò mai, almeno fino a che la mia<br />
testa continuerà a funzionare e le mie capacità<br />
intellettive non perderanno troppi colpi. Il mio<br />
sogno è di continuare a lavorare fino a quando<br />
mi sentirò in grado di farlo, perché credo che il<br />
riposo e l’ozio contribuiscano ad intristire e ad<br />
invecchiare. In effetti già adesso ho un sacco di<br />
interessi. Lavoro dal martedì al giovedì e gli altri<br />
giorni li trascorro nella mia casa al mare dove<br />
mi diverto a fare il contadino, giocando con il<br />
mio orto e producendo artigianalmente qualche<br />
bottiglia di ottimo olio. Poi ho molti hobbies, le<br />
mostre d’arte, l’antiquariato, gli argenti antichi:<br />
insomma, è difficile che mi annoi e che non<br />
sappia come trascorrere il tempo…<br />
Eppure, non riesco ancora a lavorare meno e<br />
seguo personalmente tutte le cause fallimentari<br />
che passano dal mio studio perché è una materia<br />
che mi appassiona enormemente».<br />
Qual è la cosa più bella che ricorda della sua<br />
carriera?<br />
«Potrei scrivere un libro per tutte le cose che ho<br />
fatto. Ad esempio, 21 anni fa, salvai un signore<br />
che era rovinato dagli strozzini. Era pronto a tutto,<br />
anche a un gesto estremo, perché la situazione<br />
nella quale si era cacciato non offriva vie d’uscita.<br />
Non aveva neppure i soldi per pagare la parcella,<br />
ma mi guardò diritto negli occhi trasmettendomi,<br />
oltre alla sua disperazione, anche la voglia<br />
di lottare e di continuare a vivere. In quella<br />
vicenda ce la misi davvero tutta, mi impegnai<br />
fino in fondo e tirai fuori il meglio di me. Oggi<br />
quell’uomo è un imprenditore di successo che<br />
ha pagato tutti i suoi debiti e che conduce una<br />
vita serena e felice. Ogni anno, a Natale, mi<br />
invia un regalo bellissimo perché, dopo tanti<br />
anni, si ricorda ancora di me e di quello che ho<br />
fatto per salvarlo. È l’aspetto umano della nostra<br />
professione, quello che forse mi gratifica più di<br />
ogni altra cosa. L’avvocato, è sempre e comunque<br />
un uomo che ha il dovere di immedesimarsi<br />
nei problemi dei clienti che assiste cercando<br />
di risolverli come se fossero suoi. Contesto<br />
quei giudici che in una mattina emettono venti<br />
sentenze di separazione e non considerano che<br />
dietro ognuna di esse ci sono famiglie, figli, vite<br />
spezzate in pochi minuti…».<br />
Una storia che invece le ha lasciato l’amaro in<br />
bocca?<br />
«L’amaro in bocca c’è sempre quando sei<br />
convinto di aver fatto bene il tuo lavoro, di aver<br />
ragione e ti trovi una sentenza che non ti soddisfa.<br />
Capita, perché il giudizio è sempre soggettivo,<br />
anche se si applica la Legge. Da noi esiste<br />
l’Appello proprio per correggere gli errori».<br />
Che cosa vorrebbe regalare un giorno ai suoi<br />
figli, a livello spirituale e professionale?<br />
«Un buon ricordo di me come padre, come quello<br />
che io ho di mio padre. E poi la stima e il rispetto<br />
che si rispecchia in questo studio associato che<br />
non è mai stato e non sarà mai un condominio<br />
di avvocati, ma una fucina di professionisti dove<br />
ognuno dà il meglio di se stesso».<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
Fortunato Galbiati ha<br />
creato a Carate Brianza<br />
uno studio che opera<br />
in tutto il mondo<br />
N.41<br />
CM 41
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
Previsioni<br />
2009: un anno<br />
difficile, ma la<br />
Brianza ce la farà<br />
Ecco cosa prevedono per i prossimi 12 mesi<br />
alcuni importanti rappresentanti istituzionali<br />
del territorio della futura Provincia<br />
di Laura Marinaro<br />
Un anno nero oppure l’inizio della ripresa? L'avvio del 2009 è il più incerto degli ultimi tempi.<br />
La crisi finanziaria che si è abbattuta sui mercati mondiali a settembre si è ripercossa, ben<br />
presto, sulla cosiddetta economia reale e sui consumi. Molte aziende chiudono e aumentano i<br />
cassintegrati. Il Natale, tuttavia, austero, è comunque passato e fortunatamente ne siamo usciti tutti<br />
indenni. Nessuno ha la cosiddetta “palla di vetro”, è vero, ma abbiamo cercato di vedere più chiaro<br />
sull’anno nuovo insieme ad alcuni rappresentanti istituzionali del nostro territorio.<br />
GIUSEPPE FONTANA<br />
Presidente di Confindustria Lombardia, è a capo di un gruppo leader per<br />
la produzione di bulloneria e viteria speciale e normale. Fontana fa parte<br />
anche del Consiglio Direttivo di Federmeccanica di Confindustria<br />
Quali le ripercussioni della crisi finanziaria su quella reale?<br />
«Le ricadute della crisi finanziaria sull’economia reale e sui consumi<br />
percepibili stanno assumendo dimensioni sempre più rilevanti; se<br />
pensiamo, inoltre, che questa situazione si innesta su una congiuntura che in<br />
Lombardia, prima dello scoppio della crisi, già chiudeva al -2,2% l’indice di<br />
produzione industriale del terzo trimestre dell’anno. Il clima di incertezza ha<br />
avuto ripercussioni anche sugli investimenti in ricerca e sviluppo e rinnovo<br />
degli impianti, una delle vie più efficaci per ridare slancio ai mercati».<br />
Quali le sue sensazioni sul futuro prossimo?<br />
«La nostra sensazione è che l’inizio del 2009 possa segnare un picco<br />
negativo, ma le misure straordinarie attivate dalla Regione Lombardia, a<br />
cui abbiamo contribuito con proposte di politiche e interventi, l’accesso al<br />
credito e il sostegno agli investimenti, possono far ripartire l’economia. Le<br />
nostre imprese ce la faranno».<br />
Cambierà qualcosa nella nostra economia?<br />
«Sono certo che, passata la tempesta, il quadro economico sarà diverso,<br />
ma per mettere l’economia sulla strada giusta dobbiamo in tutti i modi combattere la crisi di fiducia che si è determinata a<br />
tutti i livelli. Oggi è questo il nemico più importante ed in questa direzione dobbiamo convogliare tutto il nostro impegno, nei<br />
confronti delle imprese associate, della classe politica, dei cittadini e di noi stessi».<br />
42 N.41 CM<br />
RENATO MATTIONI<br />
Segretario generale della Camera di Commercio di <strong>Monza</strong> e Brianza<br />
Come sta andando l'economia delle imprese brianzole?<br />
«I dati di fine 2008 erano da una parte di preoccupazione, almeno per la metà<br />
delle nostre imprese, dall'altra di fiducia e di ottimismo, ottimismo razionale.<br />
Le imprese del nostro territorio sono la nostra forza economica: 82 mila<br />
aziende, ovvero circa 160 a metro quadro e solo questo dato è importante<br />
per pensare allo sviluppo; inoltre, negli ultimi anni, hanno tutte investito<br />
nell'ammodernamento».<br />
Quali i motivi della preoccupazione e quali della fiducia?<br />
«La nostra forza sta nell'essere radicati sul territorio, ma al tempo stesso<br />
questa è la nostra debolezza: la nostra economia dipende dal mercato globale<br />
e infatti con i segnali di ripresa in alcuni paesi come gli Usa, il Giappone e<br />
l'ex Unione Sovietica, abbiamo registrato indici positivi anche noi; purtroppo<br />
è l'economia locale a preoccupare, perché la percezione della crisi serpeggia<br />
in quel ceto medio che non spende più come una volta. Comunque stiamo<br />
tenendo duro e io vedo già nel corso del 2009 uno spiraglio. Molte aziende<br />
grandi chiudono, ma nello stesso tempo la piccola e media impresa brianzola<br />
assorbe manodopera e crea lavoro».<br />
Quanto la nuova Provincia aiuterà le imprese?<br />
«Noi ci crediamo, perché le imprese hanno bisogno di un ente più vicino a<br />
loro, un ente che sia sovracomunale. Che si chiami provincia o no questo<br />
dipende dai vertici politici nazionali e non da noi. Una cosa è certa: la Brianza delle imprese, che lavora e guarda anche al<br />
mondo esterno, esiste da sempre come entità indipendente e ciò non cambierà».<br />
ROMANO LA RUSSA<br />
Assessore all'Industria della Regione Lombardia<br />
Cosa state facendo per sostenere le imprese brianzole?<br />
«Abbiamo predisposto degli stanziamenti di fondi per le piccole e<br />
medie imprese, raddoppiati rispetto allo scorso anno e, attraverso la<br />
partecipazione a bandi regionali, daremo la possibilità agli imprenditori<br />
di accedere con più facilità al credito grazie alla garanzia della stessa<br />
Regione, in modo da agevolare la crescita. Le previsioni non sono<br />
ottime, ma i segnali negativi non sono così allarmanti, soprattutto se si<br />
tamponerà la situazione con gli aiuti nel primo semestre».<br />
Solo una speranza?<br />
«Credo che le piccole e medie imprese brianzole resisteranno anche<br />
grazie alla capacità di rinnovarsi e crescere. Dal punto di vista politico ci<br />
sarà poi la nuova Provincia che aiuterà nella coesione del territorio».<br />
A questo proposito quali sono le previsioni sulle candidature?<br />
«Non mi sbilancio, comunque sia è importante organizzare una<br />
campagna elettorale seria: Alleanza Nazionale (il suo partito, Ndr) è<br />
sicuramente in lizza per ottenere la candidatura del presidente della<br />
futura provincia e, chiunque sia il candidato, sarà un uomo della Brianza<br />
che si impegnerà per il territorio».<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
N.41<br />
CM 43
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
MARCO MARIANI<br />
Sindaco di <strong>Monza</strong><br />
Che 2009 sarà per <strong>Monza</strong>?<br />
«Sarà un anno fondamentale per la nostra città. Prima di tutto perché<br />
diventeremo Provincia e poi per le opere fondamentali che si preparano».<br />
Quali le priorità dell'Amministrazione?<br />
«Fondamentale è deliberare il Consorzio della Villa Reale comunque<br />
calendarizzato dalla Giunta, poi l'approvazione della variante del Pgt con<br />
la quale creeremo nuovi spazi per il sociale, lo sport, i servizi e il Piano<br />
generale del traffico urbano. A breve inzieremo importanti opere pubbliche<br />
come il Tribunale, il rifacimento di molte strade del centro, tra cui via Vittorio<br />
Emanuele e le sedi della Provincia».<br />
Cosa mi dice sulle elezioni Provinciali?<br />
«Innazitutto il Centrodestra deve vincere, perché è stato il primo fautore della<br />
Provincia, al contrario degli avversari politici. Il candidato, chiunque sia, sarà<br />
intelligente e in gamba, sia che sia un politico di professione che un esponente<br />
della cosiddetta società civile».<br />
La prima cosa che chiederebbe al nuovo Consiglio Provinciale?<br />
«Credo proprio che la priorità siano i trasporti e tutto il sistema di mobilità<br />
cittadina e provinciale. Sono sempre stato un fautore del trasporto su ferrovia<br />
e spero si possa realizzare una rete anche a livello locale».<br />
44 N.41 CM<br />
LUIGI NARDI<br />
Presidente dell'Unione Commercianti e titolare dell'Hotel de la Ville<br />
Come sta andando l'economia nel suo settore in Brianza?<br />
«A differenza di molti preferisco essere realista: la situazione è davvero<br />
negativa e a soffrire della crisi delle aziende sono anche gli alberghi della<br />
Brianza che vivono sul turismo d'affari. La perdita è del 20-30 per cento<br />
circa. Anche nel commercio la situazione generale è di rallentamento,<br />
malgrado non siano tutti i settori a soffrire nello stesso modo».<br />
Quali le sue previsioni per il nuovo anno?<br />
«Non ho la sfera di cristallo e non credo a chi dice che si risolverà tutto<br />
entro il 2009, tuttavia alla fine spero che ce la faremo».<br />
A questo punto quali sono le speranze sulla nuova Provincia, non solo<br />
dal punto di vista economico?<br />
«Credo che al rilancio potrebbe contribuire una decisione definitiva<br />
sull'utilizzo della Villa Reale; una decisione che possa portarla a<br />
diventare un luogo di richiamo internazionale che farebbe da volano<br />
anche all'economia, oltre che alla cultura. Stessa cosa per l'Autodromo<br />
che, secondo me, dovrebbe diventare una sede congressuale importante.<br />
Per il resto spero che si lavori bene per le infrastrutture».<br />
Gabetti Franchising Agency <strong>Monza</strong><br />
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Roberto Brioschi,<br />
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nazionali ed internazionali, elabora i dati raccolti<br />
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derivanti dalla combinazione fra la conoscenza<br />
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
46 N.41 CM<br />
Provincia<br />
...Si parte!<br />
Il 6 e 7 giugno prossimi si<br />
voterà per le Provinciali.<br />
Previsioni, speranze e dubbi<br />
dei possibili candidati<br />
alla presidenza<br />
di Laura Marinaro<br />
Provincia al cancelletto di partenza. Il 6 e<br />
7 giugno si vota per il primo Consiglio<br />
Provinciale di <strong>Monza</strong> e Brianza e intanto<br />
si stanno vivendo gli ultimi giorni di suspence<br />
per il nome del candidato alla presidenza.<br />
Se nel centrosinistra il nome di Gigi Ponti è<br />
certo (è stato lui come assessore provinciale<br />
all’attuazione della provincia a traghettare<br />
<strong>Monza</strong> verso il traguardo), nel centrodestra<br />
è tutto ancora molto nebuloso. Tutto, infatti,<br />
dipende dalla decisione di Milano. Se la<br />
presidenza della provincia limitrofa andasse a<br />
Guido Podestà di Forza Italia, e non sembra<br />
assolutamente certo ad oggi, e l’altro papabile in<br />
lizza Riccardo de Corato, attuale vicesindaco<br />
di An, si tenesse fuori dai giochi, allora a<br />
<strong>Monza</strong> si aprirebbe il toto candidato in An dove<br />
ci sarebbero Roberto Alboni, coordinatore<br />
provinciale del partito di Massimo Fini e Dario<br />
Allevi, vicesindaco di <strong>Monza</strong>. Ma ci sono altri<br />
nomi che circolano e intanto il Pdl si affida<br />
alla sondaggista Alessandra Ghisleri per un<br />
test: in Forza Italia, che non molla, si parla<br />
ancora del ciellino Stefano Carugo, mentre tra<br />
i rappresentanti della cosiddetta società civile<br />
ci sono Tiziano Mariani, patron di Cancro<br />
Primo Aiuto e Andrea Mandelli, presidente dei<br />
Farmacisti della provincia. Abbiamo chiesto ad<br />
alcuni di loro cosa farebbero se fossero eletti.<br />
GIGI PONTI<br />
Candidato del centrosinistra a presidente<br />
della Provincia. È stato lui, negli anni della<br />
costituenda realtà locale, a traghettare <strong>Monza</strong><br />
e Brianza verso la Provincia. Giovane,<br />
colto, impegnato nella cultura, può contare<br />
sull’appoggio di Massimo Cacciari, testimonial<br />
d’eccezione e rettore dell’Università Vita San<br />
Raffaele di Cesano Maderno.<br />
A che punto siamo?<br />
«Adesso stiamo cercando di completare la<br />
macchina organizzativa e burocratica con<br />
le delibere sul bilancio e sulla divisione del<br />
patrimonio da Milano. La direzione generale poi<br />
sta approntando le attività legate al sociale, alla<br />
scuola e ai progetti infrastrutturali».<br />
Come andrà la campagna elettorale?<br />
«Sono in attesa della dichiarazione d’impegno<br />
definitiva a inizio febbraio, comunque credo<br />
che mi concentrerò sulla capacità di dare<br />
risposte alle richieste dei brianzoli sul lavoro,<br />
DARIO ALLEVI<br />
Vicesindaco di <strong>Monza</strong> ed esponente di Alleanza<br />
Nazionale. È lui il più papabile e non ha esistato<br />
a definirsi in “pole position” per la candidatura a<br />
presidente.<br />
Come si prospetta la campagna elettorale?<br />
«Sicuramente storica per il territorio e anche per<br />
il centrodestra. Non dobbiamo dimenticare che il<br />
sogno della Provincia di <strong>Monza</strong> e Brianza è stato<br />
realizzato dal governo Berlusconi e lo ribadiremo<br />
in campagna elettorale.<br />
Inoltre credo che punteremo sul dare ai cittadini<br />
tutte le risposte sull’utilità della Provincia e sui<br />
vantaggi che ne trarranno da molti punti di vista».<br />
Se venisse eletto presidente cosa farebbe subito<br />
per la nuova realtà autonoma?<br />
«Innanzitutto come partito abbiamo sempre<br />
dimostrato lealtà e serietà nei confronti di tutti gli<br />
amministratori locali; in particolare io credo molto<br />
nella partecipazione diretta dei cittadini e quindi<br />
come presidente sarei felice di continuare ad essere<br />
sulle infrastrutture e sul riequilibrio territoriale:<br />
fondamentale è fare rete tra tutti i comuni».<br />
Se dovesse essere eletto quali saranno i primi<br />
progetti da realizzare?<br />
«In testa a tutto per me ci sono le tematiche del<br />
lavoro, ma anche le relazioni sul territorio tra i<br />
comuni e le infrastrutture».<br />
sempre presente nella loro vita e ad ascoltare le loro<br />
richieste.<br />
Appena eletto vorrei proprio questo: creare<br />
un’istituzione vicina alla gente, snella, al servizio<br />
di tutti. Poi penserei alle infrastrutture, ai trasporti,<br />
all’università e al sostegno alle imprese». ><br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
N.41<br />
CM 47
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
GIACINTO MARIANI<br />
Sindaco di Seregno e papabile nella Lega Nord.<br />
È stato uno dei fautori della Provincia come organo<br />
indipendente da Milano. E’ stato tirato in ballo<br />
come un possibile candidato per il suo partito negli<br />
ultimi giorni, quando tutti pensavano che la Lega<br />
sarebbe stata fuori dai giochi.<br />
Come mai questa investitura?<br />
«Non so chi abbia fatto il mio nome, ma<br />
sicuramente se la Provincia di <strong>Monza</strong> andasse alla<br />
Lega Nord ne sarei felice; comunque in Brianza<br />
ci sono tanti ottimi candidati. Una cosa è certa: il<br />
primo presidente avrà molto da lavorare perché<br />
questo ente nasce dagli avanzi di Milano e quindi è<br />
fondamentale ricostruire la macchina organizzativa e<br />
burocratica prima di tutto».<br />
Quali sono le sue priorità se venisse eletto?<br />
«Oltre al funzionamento della macchina Provincia,<br />
mi concentrerei sulla costruzione del rapporto<br />
con Milano, perché noi nasciamo come ente che<br />
collaborerà col capoluogo e non sarà in antitesi;<br />
poi, importante, la revisione dei consorzi, ad<br />
TIZIANO MARIANI<br />
Presidente di Cancro Primo Aiuto Onlus. Brianzolo<br />
doc è lui l’esponente della cosiddetta società civile<br />
indicato da Forza Italia come possibile candidato<br />
alla Presidenza della Provincia.<br />
Accetta la sfida?<br />
«Sono onorato di potermi candidare al fianco<br />
del Cavaliere anche perché Arcore è la sua terra<br />
e quindi la mia è una grande responsabilità e<br />
un’emozione unica. Credo che nella campagna<br />
elettorale dovrò puntare sui valori della coalizione<br />
a cui appartengo e sulla valorizzazione del popolo<br />
brianzolo generoso e straordinariamente solidale».<br />
Di cosa ha bisogno la Brianza?<br />
«La priorità è recuperare l’orgoglio della sua<br />
identità. Se i brianzoli non impareranno ad amarsi<br />
di più e a fare squadra per i progetti comuni, questa<br />
Provincia non porterà nulla di nuovo. Ma se si<br />
lavora tutti insieme al progetto comune, si potranno<br />
risolvere quelli che sono i problemi più gravi.<br />
Prima di tutto la crisi economica e la mancanza<br />
del lavoro, ma anche lo sviluppo del turismo e di<br />
tutte le attività che hanno reso competitiva questa<br />
48 N.41 CM<br />
esempio quelli dei rifiuti e dell’acqua, attraverso un<br />
censimento nei comuni e infine sono fondamentali<br />
le opere come la Pedemontana, le scuole e<br />
l’adesione al progetto dell’Expo».<br />
terra. Infine ricostruire la rete dei trasporti e delle<br />
infrastrutture sulle quali si parla da decenni senza<br />
fare molto purtroppo».<br />
Noi ci siamo rimessi in forma...<br />
ora tocca a voi!<br />
Via Sant’Andrea, 23 - <strong>Monza</strong> (MB)<br />
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
La speculazione<br />
e la realtà L’incontro<br />
Aimb<br />
50 N.41 CM<br />
Nel convegno organizzato<br />
recentemente dagli industriali le<br />
regole per sviluppare un rapporto<br />
proficuo tra le imprese e le banche<br />
di Toni Liguori<br />
organizzato, lo scorso<br />
dicembre, dall’Associazione Industriali<br />
di <strong>Monza</strong> e Brianza tra UniCredit<br />
e imprenditori è servito a fare chiarezza nel<br />
rapporto tra banche e imprese che, specialmente<br />
in questi ultimi mesi caratterizzati dalla crisi<br />
finanziaria internazionale, ha toccato momenti di<br />
aspra tensione.<br />
A rasserenare gli animi, e infondere un po’ di<br />
fiducia agli imprenditori brianzoli, ci hanno<br />
pensato Carlo Edoardo Valli, presidente<br />
dell’Aimb e Gianni Coriani, direttore generale<br />
UniCredit Corporate Banking, che con i loro<br />
interventi rivolti ad un pubblico particolarmente<br />
attento e numeroso, hanno voluto indicare<br />
le vie da seguire per sviluppare un’efficiente<br />
cooperazione tra imprese e istituzioni<br />
finanziarie. I relatori hanno posto l’accento sulla<br />
necessità di ridefinire una base di valori comuni<br />
per stabilire un rapporto integro e produttivo<br />
tra finanza ed economia reale. Fondamentale<br />
e imprescindibile per imprenditori, banche,<br />
istituzioni e fornitori di servizi, rimane il<br />
valorizzare la propria attività e, allo stesso<br />
tempo, trarre valore da tutte le funzioni sul<br />
territorio. Ecco cosa pensano della situazione<br />
economica attuale. ><br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
N.41<br />
CM 51
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
CARLO EDOARDO VALLI<br />
Presidente di AIMB<br />
Presidente Valli, la gente non se la passa<br />
molto bene: crollano i consumi, aumentano<br />
le casse integrazioni, chi ha un lavoro ha<br />
paura di perderlo e chi ancora non ce l’ha<br />
ha perso la speranza di trovarlo… Lei,<br />
comunque, continua a manifestare un cauto<br />
ottimismo ed è sicuro che, prima o poi, il<br />
Paese si rimetterà in cammino: da dove<br />
nasce questa sua convinzione?<br />
«L’Italia ha sempre dimostrato, nel corso<br />
della sua lunghissima storia, di sapere reagire<br />
con coraggio e grande determinazione a tutte<br />
le sciagure, da quelle volute dalla natura, a<br />
quelle provocate dalle varie classi politiche<br />
che si sono succedute negli anni. Ha sempre<br />
rialzato la testa ed è riuscita a superare i<br />
momenti più difficili dimostrando al mondo<br />
intero la sua capacità di vincere ogni tipo di<br />
battaglia. Certo, il momento è drammatico e<br />
la crisi che stiamo attraversando non è solo<br />
nazionale, ma coinvolge tutti gli stati del<br />
pianeta lasciando poco spazio alla speranza e<br />
alle illusioni.<br />
Però sono certo che ce la faremo e prima o poi<br />
arriveranno tempi migliori».<br />
Qual è la sua ricetta?<br />
52 N.41 CM<br />
«Io non ho ricette particolari ma credo, e lo<br />
sto ripetendo da tempo, che sia diventato<br />
ormai improrogabile fare entrare più soldi<br />
nelle buste paghe dei dipendenti, perchè se<br />
non riprendono i consumi il meccanismo<br />
rimarrà bloccato e l’economia difficilmente<br />
decollerà».<br />
Tra poco scadrà il suo mandato: cambierà<br />
qualcosa nella sua Associazione?<br />
«Penso che chi mi sostituirà lavorerà nel<br />
segno della continuità di una politica<br />
associativa che ha sempre messo in primo<br />
piano i problemi degli imprenditori cercando<br />
le soluzioni migliori».<br />
Chi sarà il prossimo Presidente dell’Aimb?<br />
«Ci sono molti imprenditori pronti a<br />
prendere questo timone. Abbiamo già creato<br />
un’apposita Commissione e nel prossimo mese<br />
di giugno verrà eletto il nuovo candidato».<br />
Si farà davvero la nuova Provincia?<br />
«A questo punto direi proprio di sì. Come<br />
confermato dal Ministro dell’Interno e dal<br />
Governo, il 6 e 7 giugno si voterà per la<br />
Provincia di <strong>Monza</strong> e Brianza».<br />
La platea di<br />
rappresentanti del<br />
mondo dell’industria e<br />
delle banche ha affollato<br />
la sede dell’Aimb<br />
GIANNI CORIANI<br />
Direttore generale di Unicredit Corporate<br />
Banking<br />
Dottor Coriani, è venuto in Brianza a<br />
portare un po’ di ottimismo?<br />
«Spero di potere dare un contributo,<br />
oltre che di ottimismo teorico, anche di<br />
rassicurazioni concrete.<br />
Abbiamo messo a disposizione delle<br />
imprese cinque miliardi di euro e questo<br />
è il nostro modo di rispondere con slancio e<br />
fiducia a questa crisi che impatta notevolmente<br />
sul mondo finanziario e, di conseguenza,<br />
sull’economia reale del Paese».<br />
Che cosa può offrire UniCredit agli<br />
industriali brianzoli in questo momento di<br />
emergenza?<br />
«Mettiamo a disposizione degli imprenditori<br />
brianzoli la nostra specializzazione, ovvero<br />
“<br />
Ho fiducia nel futuro ed è<br />
fondamentale mantenerla.<br />
Basta attendere e darsi da fare<br />
la possibilità di intervenire in termini di<br />
consulenze, non solo sul mercato nazionale,<br />
ma anche su quelli esteri. Il valore aggiunto<br />
del Gruppo è rappresentato proprio dalla nostra<br />
presenza capillare su tutti i mercati europei».<br />
Lei ha fiducia nel futuro?<br />
«Assolutamente sì ed è fondamentale. Basta<br />
attendere e darsi da fare».<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
Gianni Coriani illustra<br />
alla platea e ai dirigenti<br />
dell’Aimb le proprie<br />
ricette e strategie<br />
N.41<br />
CM 53
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
54 N.41 CM<br />
Luigi Rovati<br />
La terapia del successo<br />
Dal Giappone al Sudamerica,<br />
dalla Germania a Singapore, ha<br />
portato ovunque l’ingegno italiano.<br />
Anche se erano anni difficili e ad<br />
attenderlo c’era qualche imprevisto<br />
di Sara Re<br />
foto Marco Brioschi<br />
In mano una valigetta, in testa tante idee<br />
e nel cuore la determinazione e la forza<br />
di chi si sente mosso da una grande<br />
intuizione. Luigi Rovati ribalta preconcetti<br />
e stereotipi sulla figura del ricercatore, che<br />
lo vogliono Einstein dalla folle capigliatura<br />
o distaccata figura persa nel proprio mondo<br />
di numeri e teorie. Il “Professore”, come tutti<br />
lo chiamano, ha costruito praticamente dal<br />
nulla un’azienda che oggi è leader nel campo<br />
della farmacologia, la Rottapharm, unica a<br />
livello nazionale a fare ricerca avvalendosi<br />
di un gruppo di 120 teste pensanti. Oggi, che<br />
i collaboratori sono oltre 2 mila e 400, che<br />
il gruppo fattura oltre 551 milioni di euro<br />
e che lui nel 2008 ha festeggiato 80 anni, il<br />
Professore non si perde comunque un giorno<br />
di lavoro nel suo ufficio in cui conserva, dietro<br />
la scrivania, due splendidi mosaici bizantini.<br />
L’unico vezzo concesso allo stereotipo? Il<br />
camice, che indossa sempre non appena entra in<br />
azienda.<br />
Professore, il 2008 è stato il suo anno: ha<br />
festeggiato un compleanno tondo tondo, ha<br />
ricevuto un premio dell’Aimb dalle mani<br />
del presidente di Confindustria Emma ><br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
N.41<br />
CM 55
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
Marcegaglia, il premio di imprenditore<br />
dell’anno da parte di Ernst&Young e, ultimo<br />
in ordine di tempo, quello conferitogli<br />
dal Centro Studi Liberi nell’Agorà. Le<br />
fanno piacere questi riconoscimenti o la<br />
imbarazzano?<br />
«Mi fanno piacere e mi imbarazzano: io sono<br />
abituato a fare le cose, non a ricevere, quindi<br />
avverto sensazioni discordanti. In realtà, però,<br />
mi ritengo davvero fortunato per quello che ho<br />
fatto; non ci sarei mai riuscito senza il calore<br />
della mia famiglia e il contributo dei miei<br />
figli: senza di loro non so se sarei riuscito a<br />
realizzare ciò che ho costruito».<br />
La sua è stata una vita dedicata alla ricerca,<br />
ma non certo sacrificata ad essa. Da dove<br />
arrivò l’intuizione di coniugare ricerca e<br />
imprenditoria?<br />
«Dopo la laurea in Medicina, conseguita nel<br />
1953, ebbi la grande occasione di studiare<br />
per un periodo all’estero e, soprattutto, di<br />
entrare a far parte del team del premio Nobel<br />
Corneille Heymans, in Belgio. Lui divenne ben<br />
presto il mio riferimento, imparai moltissimo,<br />
sia dal lato scientifico che da quello umano:<br />
riusciva a spiegarmi le cose che io non capivo e<br />
sapeva semplificare le cose difficili. Tuttora la<br />
semplicità, per me, non è un punto di partenza,<br />
ma di arrivo. Fu durante queste esperienze<br />
che maturai l’idea che la scienza dovesse<br />
essere usata per applicazioni pratiche. A me,<br />
infatti, è sempre interessato occuparmi della<br />
56 N.41 CM<br />
terapia, piuttosto che della diagnosi, ovvero<br />
concentrarmi sul modo in cui le malattie<br />
possono essere curate».<br />
Un approccio perfetto per un ricercatore…<br />
«Sì. Infatti, tornato a Milano, ottenni<br />
un contributo dalla Borsa Valori per il<br />
finanziamento di un’azienda, abbandonando<br />
definitivamente la carriera universitaria, cosa<br />
che, a molti, sembrò una pazzia. Studiai le<br />
lingue straniere e partecipai spesso a conferenze<br />
all’estero; mi capitarono anche episodi curiosi,<br />
come quella volta in cui, proprio mentre<br />
stavo per entrare in una sala per tenere una<br />
conferenza sull’artrosi, venni bonariamente<br />
“sequestrato” per qualche ora dal presidente di<br />
una repubblica centroamericana!<br />
Sua madre soffriva proprio di artrosi e lui<br />
voleva che gli dessi un’occhiata...<br />
Del resto furono anni molto intensi, in cui il<br />
mio sogno di diventare anche imprenditore<br />
si concretizzava: inventavo nuovi prodotti, li<br />
davo in licenza alle aziende e di qui ottenevo<br />
le royalties con cui facevo nuovi investimenti.<br />
Scelsi di lavorare soprattutto all’estero perché,<br />
a quell’epoca, in Italia non si potevano<br />
brevettare i farmaci, una possibilità che arrivò<br />
solo nel 1979. L’azienda divenne una piccola<br />
multinazionale che gestiva affari in Germania,<br />
Portogallo, Francia, Spagna. Ora siamo presenti<br />
in 85 paesi nel mondo».<br />
Con il tempo in azienda sono arrivati anche i<br />
Appassionato di storia<br />
antica e di arte,<br />
il professor Rovati si<br />
dedica con passione<br />
anche alla numismatica,<br />
che, dice, «consente<br />
di approfondire i fatti<br />
attraverso le immagini<br />
dell’epoca»<br />
suoi figli. Un processo naturale o voluto?<br />
«È venuto in maniera del tutto naturale.<br />
Lucio, che ha seguito le mie orme, è un<br />
medico farmacologo conosciuto a livello<br />
internazionale e coordina il lavoro di tutto il<br />
laboratorio di ricerca; il mio secondogenito,<br />
Luca, che ha fatto studi economici, è a capo<br />
dell’organizzazione amministrativa aziendale<br />
ed è il regista di tutte le acquisizioni, tra cui<br />
quella nel 2008 della tedesca Madaus: si è<br />
trattato della maggiore operazione di mergers<br />
& acquisitions mai realizzata da un’azienda<br />
farmaceutica italiana. Io l’azienda l’ho<br />
fondata, ma con loro ha preso il volo. Del<br />
resto ai figli si insegna, è vero, ma da loro si<br />
può anche ricevere: ad esempio ogni tanto mi<br />
faccio fare una lezione di economia da Luca<br />
e una lezione di aggiornamento in campo<br />
scientifico da Lucio. Questo contribuisce a<br />
rendere la famiglia più unita».<br />
Secondo la sua esperienza, la ricerca è<br />
frutto di un’invenzione o di studio ed<br />
esperienza?<br />
«Per inventare bisogna sapere e per sapere<br />
bisogna studiare, studiare tanto. Tra i prodotti<br />
che ho inventato uno è stato terribilmente<br />
fortunato: il Dona, un farmaco che combatte<br />
l’artrosi. L’ho inventato negli Anni Cinquanta,<br />
perfezionandolo poi nel tempo. Ora che sono<br />
scaduti i brevetti me lo hanno copiato in tutto<br />
il mondo, ma noi stiamo studiando un modo<br />
per renderlo ancora più efficace. Il bello della<br />
ricerca è che si entra in settori sconosciuti, si<br />
hanno sempre davanti molte incognite».<br />
Quando si parla di ricerca si parla<br />
inevitabilmente di fuga dei cervelli; quando<br />
si parla dei giovani, invece, si parla spesso<br />
di ragazzi poco motivati e attratti solo dai<br />
lustrini della Tv, dello sport o di Internet.<br />
Concorda con queste interpretazioni?<br />
«Per niente. I ragazzi che escono dalle<br />
università e arrivano da noi, possiedono i ferri<br />
del mestiere; ovviamente occorre spiegare loro<br />
come usarli, ma vedo che recepiscono molto<br />
bene gli stimoli che gli si danno: su 10, almeno<br />
6 possono andare bene e 2 sono eccezionali…<br />
Abbiamo una bella gioventù che ha bisogno,<br />
però, di essere educata al lavoro: questo<br />
significa essere severi quando è necessario,<br />
cosa che spesso non si fa. La verità è che c’è<br />
troppa distanza tra mondo universitario e<br />
aziende».<br />
Di origine lei è pavese; come è stato<br />
l’approccio con <strong>Monza</strong> e come è cambiata la<br />
città negli ultimi decenni?<br />
«A Pavia la gente è molto estroversa. Quando<br />
ero giovane andavo a caccia nelle campagne<br />
e la gente mi invitava sempre ad entrare nella<br />
loro casa per bere un sorso d’acqua. A <strong>Monza</strong>,<br />
invece, quando vi arrivai, trovai un ambiente<br />
più riservato e inizialmente incontrai una certa<br />
difficoltà a inserirmi. Di contro, quando un<br />
monzese diventa tuo amico, lo è per sempre.<br />
Oggi io credo di essere più monzese di altri e i<br />
miei figli sono più monzesi di me».<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
A dicembre al professor<br />
Rovati è stato consegnato<br />
un riconoscimento anche<br />
dal Centro Studi<br />
Liberi nell’Agorà.<br />
Sotto, con la famiglia, in<br />
particolare la moglie (alla<br />
sua sinistra) e i figli Lucio<br />
(di fianco alla moglie) e<br />
Luca (ultimo da sinistra)<br />
N.41<br />
CM 57
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
58 N.41 CM<br />
Massimo Gregori Grgic<br />
L’uomo che<br />
vuole essere<br />
Leonardo<br />
Ha progettato più di centocinquanta<br />
imbarcazioni di successo, ma la sua vita è<br />
fatta anche di letteratura,<br />
vita agreste e battaglie civili<br />
di Sara Re - foto Marco Brioschi<br />
Eclettico, multiforme, versatile. Nel cuore<br />
la passione assoluta per il mare che, però,<br />
lascia il posto ad altri interessi, come se<br />
non ci fosse mai fine alle curiosità intellettuali che<br />
si possono coltivare. Forse dice molto il fatto che<br />
il suo modello di vita e di lavoro sia Leonardo<br />
Da Vinci, fatto sta che Massimo Gregori Grgič,<br />
58 anni di cui trenta passati a disegnare barche,<br />
coniuga il grande amore per il suo lavoro con<br />
la capacità di vivere una vita al di fuori dagli<br />
schemi: da <strong>Monza</strong>, dove ha vissuto per gran parte<br />
della sua vita, si è trasferito sulle colline pisane,<br />
dove ha portato anche il suo Yankee Delta<br />
Studio, che si occupa proprio di progettazione<br />
navale.<br />
Ha sempre visto il suo futuro legato al mare?<br />
«Ho iniziato correndo in barca da ragazzo, ero<br />
timoniere professionista e ho voluto rimanere<br />
in questo settore. Frequentavo Architettura, ma<br />
in Italia non c’era nessun percorso di studio<br />
specifico nel campo della progettazione navale;<br />
così decisi di andare in America alla Westlawn<br />
School of Yacht Design; cominciai a lavorare<br />
con uno dei più bravi designer e dopo due<br />
anni di apprendistato, nel 1976, fondai Yankee<br />
Delta Studio. Oggi siamo tra i migliori studi<br />
professionali al mondo in questo ambito».<br />
Come si struttura il vostro lavoro?<br />
><br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
N.41<br />
CM 59
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
«Cominciamo disegnando il concept della barca,<br />
che poi modifichiamo fino a definire il tutto su<br />
misura del committente. Da lì, poi, si passa agli<br />
esecutivi, ai piani di carena, d’ingegneria, fino ad<br />
arrivare alle prove di macchina e alla consegna.<br />
Un iter che, complessivamente, comporta due<br />
anni di lavorazione per ogni barca.<br />
È un lavoro che amo alla follia e di cui apprezzo<br />
soprattutto il fatto che si comincia pensando<br />
a qualcosa che non c’è e che dopo due anni<br />
esiste… in quest’ottica vivo una sorta di “potere<br />
della creazione”.<br />
Inoltre occorre considerare che io lavoro con la<br />
sfera ludica della vita, quella in cui la gente può<br />
permettersi di<br />
investire tutti i<br />
soldi che vuole<br />
per concedersi<br />
ciò che più gli<br />
piace».<br />
Come si è<br />
evoluto il<br />
mercato?<br />
«Anni fa le<br />
barche grandi<br />
erano quelle<br />
di 20 metri, mentre oggi sono considerate tali<br />
quelle da 40-50 metri. Questo significa che<br />
chi approccia la nautica ha più disponibilità di<br />
spesa: per un 34 metri occorre preventivare un<br />
60 N.41 CM<br />
investimento di 11 milioni di euro, per un 43<br />
metri di 19 milioni e per il 73 metri di 100 milioni<br />
di euro.<br />
Del resto tra i miei clienti ci sono stati un ministro<br />
del generale Franco, un re, principi, duchi,<br />
industriali… Adesso si lavora molto con i Paesi<br />
Arabi».<br />
Il segreto per lavorare a contatto con<br />
personaggi così inconsueti?<br />
«Innanzitutto parlare la loro lingua. È<br />
fondamentale per entrare in sintonia con le<br />
persone e capirne realmente i bisogni. Così,<br />
oltre all’inglese, che conosco perfettamente,<br />
ho imparato<br />
lo spagnolo,<br />
l’arabo e il<br />
cinese».<br />
“<br />
Nel mio lavoro si comincia<br />
pensando a qualcosa che non<br />
c’è e che dopo due anni esiste…<br />
In quest’ottica vivo una sorta<br />
di “potere della creazione”<br />
Tuttavia,<br />
da qualche<br />
anno, le sue<br />
attenzioni<br />
sono rivolte<br />
non solo al<br />
settore dello<br />
yachting…<br />
«Ho sempre amato scrivere e recentemente<br />
ho cominciato a partecipare a qualche premio<br />
letterario. Il primo fu quello delle Giubbe Rosse,<br />
un celebre caffè letterario di Firenze, dove vinsi<br />
Alcuni modelli delle<br />
barche progettate da<br />
Yankee Delta Studio,<br />
affiatato team composto<br />
da sei persone e guidato<br />
da Gregori<br />
il primo premio; in seguito partecipai a numerosi<br />
premi in tutta Italia. Nel gennaio del 2007 ho poi<br />
pubblicato “Quote latte rosso sangue”, un noir<br />
con un finale irrituale che ha venduto piuttosto<br />
bene considerato che sono un esordiente. Adesso<br />
sono in attesa di pubblicare altri due volumi, uno<br />
legato al mare, “Avviso di pericolo” e poi “E<br />
alla fine il Vesuvio”, un affresco sulla Campania<br />
di oggi e sull’inettitudine dello Stato. Inoltre ho<br />
pubblicato una collana sull’esempio dei vecchi<br />
“Libre mille lire” che ho chiamato “Due soldi”».<br />
Come fa a gestire tutte queste attività?<br />
«In realtà ne mancano ancora due all’appello.<br />
Uno è l’insegnamento universitario, che porto<br />
avanti con seminari a Venezia, Milano e La<br />
Spezia. Insegnare è per me una grande occasione<br />
oltre che di misurarmi con gli allievi, anche di<br />
“organizzare” le mie stesse conoscenze.<br />
E poi c’è la campagna. In Toscana, dove vivo,<br />
ho maiali, conigli, galline… Ho la fortuna di<br />
poter vivere in un posto dove posso lavorare e, al<br />
contempo, condurre con mia moglie un’esistenza<br />
che non esito a definire bucolica».<br />
Dunque, meglio la Toscana che la Brianza…<br />
«Non in tutto. Il Centro Italia è caratterizzato<br />
da ritmi di vita più lenti, a misura d’uomo, in<br />
cui la persona può davvero coltivare tutte le<br />
sfaccettature del proprio essere. Però vorrei<br />
sfatare lo stereotipo relativo al carattere del<br />
monzese. Si dice che i monzesi siano chiusi,<br />
ma io penso che la diffidenza sia più che altro<br />
una caratteristica di tutto il Nord e il Centro<br />
Italia: anche in Toscana non è facile “entrare” in<br />
casa della gente. Forse questo deriva dalle tante<br />
dominazioni che abbiamo avuto in Italia, dalla<br />
paura verso lo straniero che ci porta a stare in<br />
casa, tra pochi. A dispetto di ciò, devo dire invece<br />
che il monzese è a volte quasi un “compagnone”,<br />
ama lo stare insieme agli altri e a me, che abito<br />
lontano, manca questo aspetto sociale della vita».<br />
Un’ultima curiosità: il suo cognome, Gregori<br />
Grgič, tradisce origini straniere…<br />
«È di origine slovena: i miei nonni abitavano<br />
sull’altipiano carsico, che, dopo la Prima<br />
Guerra Mondiale, divenne Italia. Nel 1925,<br />
con un decreto, il Fascismo italianizzò tutti<br />
i nomi stranieri e il nostro divenne appunto<br />
Gregori. Raggiunta la maggiore età decisi di<br />
riappropiarmi del mio cognome originario e,<br />
attraverso un complesso iter legale, ho ottenuto<br />
l’autorizzazione ad utilizzarli entrambi.<br />
Ho condotto questa piccola grande battaglia<br />
perchè sono una persona che si arrabbia<br />
facilmente quando vede delle cose che non<br />
vanno e credo molto negli ideali. Gli amici mi<br />
dicono che non serve a niente e che le cose non<br />
cambiano: ma io mi arrabbio lo stesso…».<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
E NEL TEMPO LIBERO... SCRITTORE<br />
C’è l’attualità nei libri di Gregori, ma anche la fantasia:<br />
«più che fantasia pura - spiega il designer-scrittore - è<br />
l’immaginazione di ciò che potrebbe capitare». Ed è<br />
così che la cronaca della protesta degli allevatori<br />
fornisce lo spunto da cui prende avvio la vicenda<br />
di “Quote latte rosso sangue” (Ed. Felici, pag. 160,<br />
13 euro), noir intenso e struggente, in cui il dolore<br />
di un padre si sposa al desiderio di vendetta, per<br />
sedarsi infine in un desiderio di ritrovata normalità.<br />
Di prossima pubblicazione “E alla fine... il Vesuvio”, incentrato<br />
«sull’eruzione del Vesuvio prossima ventura».<br />
N.41<br />
CM 61
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
Carabinieri<br />
Nucleo Tutela<br />
Patrimonio<br />
62 N.41 CM<br />
Culturale<br />
Sentinelle<br />
dell’arte<br />
Operano in tutta la Lombardia<br />
per la salvaguardia delle opere<br />
artistiche, con base in Villa Reale<br />
di Laura Marinaro – foto Marco Brioschi<br />
A<br />
dicembre scorso hanno restituito<br />
all’Accademia di Brera sedici disegni di<br />
Francesco Hayez e di alcuni suoi allievi,<br />
rubati dai depositi milanesi quarant’anni fa e volati<br />
negli Stati Uniti. Nel 2008 sono riusciti persino a<br />
recuperare centinaia di opere sparite dalle chiese<br />
di mezza Lombardia e finite nel mercato degli<br />
antiquari, anche monzesi. Sono solo alcune delle<br />
ultime e più note operazioni che il Nucleo Tutela<br />
Patrimonio Culturale dei Carabinieri, di stanza<br />
in Villa Reale dal 1996, per volere del generale<br />
Roberto Conforti, hanno compiuto negli ultimi<br />
periodi. Il lavoro di questo team di dodici esperti<br />
investigatori, che dipendono dal Ministro dei<br />
Beni Culturali e dall’Arma dei Carabinieri,<br />
comandati dal capitano Andrea Ilari, è tuttavia<br />
poco conosciuto, per assurdo, proprio dai monzesi<br />
e dai brianzoli. Abbiamo chiesto all’ufficiale di<br />
spiegare in cosa consiste il loro lavoro. «Prima<br />
di tutto bisogna sfatare il pregiudizio che ci<br />
occupiamo soltanto di furti di opere d’arte e di<br />
archeologia – ha spiegato Ilari – le nostre indagini<br />
partono da semplici segnalazioni e denunce<br />
di furti o sospette contraffazioni, ma anche da<br />
un’attività intensa che svolgiamo in collaborazione<br />
con le Polizie internazionali e doganali, con le<br />
Sovrintendenze e soprattutto con i Ministeri dei<br />
Beni Culturali degli altri Paesi: la Lombardia è una<br />
regione ad alto valore culturale e di qua passa la<br />
quasi totalità del mercato dell’arte contemporanea<br />
e non solo, anche se poi è all’estero che si<br />
concentrano molte delle nostre attività e soprattutto<br />
il recupero di beni archeologici che in Italia sono<br />
tutelati, mentre non lo sono in altri Paesi ».<br />
Quali sono i reati di cui vi occupate?<br />
«Sembra incredibile, ma in Lombardia i Beni<br />
Culturali vengono utilizzati per “ripulire”<br />
denaro proveniente ad esempio da traffico di<br />
droga, oppure per reati finanziari, come il falso<br />
in bilancio e le false fatturazioni, il riciclaggio,<br />
i reati doganali. Con la Direzione Distrettuale<br />
Antimafia, ad esempio, nel 2008 abbiamo<br />
scoperto centinaia di opere contraffatte che<br />
venivano immesse sul mercato statunitense da<br />
trafficanti esperti, e sempre con la Dia abbiamo<br />
scoperto che la ‘ndrangheta si serve dei beni<br />
culturali per riciclare soldi sporchi con la<br />
compiacenza di gallerie e case d’aste contattate<br />
da personaggi loschi. Naturalmente grazie ai<br />
rapporti con le polizie di molti Paesi riusciamo<br />
anche a stanare falsari, galleristi poco puliti e<br />
ladri di opere d’arte».<br />
Si tratta di un vero e proprio mercato<br />
parallelo: falsi archeologici fatti passare per<br />
souvenir. Come si individua e si combatte un<br />
traffico tanto fiorente?<br />
«Non vogliamo certo sostituirci ai critici e agli<br />
esperti, tuttavia per lavorare in questo Nucleo,<br />
oltre ad aver fatto almeno otto anni di carriera<br />
nell’Arma, bisogna frequentare i master del<br />
Ministero dei Beni Culturali e aver maturato più<br />
esperienze possibili nel settore. Ad esempio, noi<br />
siamo stati in Iraq durante la guerra per aiutare a<br />
ricostruire il Museo di Bagdad, ma anche a Beirut<br />
per conto dell’Unesco e a Gerusalemme, dove<br />
abbiamo stretto un protocollo d’intesa con le<br />
autorità israeliane per il recupero dei reperti».<br />
Come vi trovate a <strong>Monza</strong> e in particolare nella<br />
Villa Reale? E quanto conta la vostra presenza<br />
nei progetti futuri su di essa?<br />
«Oltre a trovarci in una sede prestigiosa e centrale<br />
dal punto di vista logistico, siamo stati chiamati<br />
dal ministro Bondi a concorrere al progetto per<br />
il suo recupero. A questo proposito credo che<br />
la Villa non debba diventare soltanto museo di<br />
se stessa, ma essere un luogo vivo e fruibile dai<br />
brianzoli e non solo, soprattutto dai giovani. Per<br />
vivo intendo con mostre, laboratori di ricerca in<br />
collaborazione con l’Università e anche location<br />
di riferimento per i tanti collezionisti brianzoli».<br />
Una ricetta che non può non piacere,<br />
soprattutto perché a consigliarla è un grande<br />
esperto d’arte e anche un’amante di <strong>Monza</strong>…<br />
«Sono romano di nascita, ma adoro questa<br />
città e credo che lo spirito che ha animato tanti<br />
imprenditori locali nel passato ad aiutare l’arte<br />
debba tornare in auge, perché il rischio è la<br />
decadenza culturale. Lasciare tutto a se stesso<br />
sarebbe un peccato enorme».<br />
Ci dà qualche consiglio “in pillole” per non<br />
farsi truffare nel campo dell’arte?<br />
«Bisogna avvicinarsi al mondo dell’arte a piccoli<br />
passi; costruire una collezione univoca nello stile<br />
e nel periodo, comprare quello che piace, non<br />
quello che si pensa porti al guadagno. Nel caso si<br />
ricerchi quest’ultimo, occorre conservare sempre<br />
la documentazione e catalogazione ufficiale<br />
del Ministero e di Fondazioni accreditate. Se si<br />
hanno dei dubbi è possibile rivolgersi a noi e<br />
fare una richiesta per accedere alla banca dati<br />
delle 3 milioni di opere rubate (sulle quali 300<br />
mila con foto) che l’Arma gestisce, e fornire le<br />
informazioni su chi ha venduto l’opera, utili per<br />
le indagini successive.<br />
Insomma, anche l’arte può rendere il cittadino più<br />
responsabile».<br />
IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />
Alcune delle operazioni<br />
di recupero più eclatanti<br />
dello scorso anno.<br />
Nella pagina accanto il<br />
Capitano Ilari<br />
N.41<br />
CM 63
WAVE TANGRAM<br />
PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA<br />
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MONZA<br />
young<br />
ROBERTO RIVA<br />
Con i pattini<br />
volo verso il cielo<br />
EVENTI<br />
Un inverno<br />
tutto da vivere<br />
NOKIA N97<br />
Oggetto<br />
del desiderio<br />
LOLA<br />
il mio mondo di carta
66 N.41 CM<br />
MONZA YOUNG<br />
Lola<br />
Il fumetto prende vita<br />
Alle parole preferisce le<br />
immagini e per lei il disegno è<br />
una forma di comunicazione.<br />
Più volte premiata, tra i<br />
riconoscimenti ricevuti anche<br />
l’Oscar del Fumetto<br />
di Greta La Rocca<br />
foto Marco Brioschi<br />
Una passione per il disegno che oggi è<br />
diventata un lavoro. Una professione<br />
divertente, un gioco, che ha le<br />
caratteristiche dell’impegno e della fatica. Perché<br />
Eleonora Arroghi, in arte Lola, disegna fumetti.<br />
Lei ha 37 anni, è nata a Milano, ma ora vive a<br />
<strong>Monza</strong> con i figli Morgane e Jann, di 9 e 3 anni,<br />
i suoi primi fan. Lola, nome con il quale è famosa<br />
nel mondo del fumetto, era fino a qualche anno fa<br />
il nomignolo con il quale era chiamata soltanto in<br />
famiglia.<br />
Come è nata la passione per il fumetto?<br />
«A scuola ero una bambina molto taciturna<br />
e silenziosa, mi isolavo, comunicavo con il<br />
disegno. Ho sempre disegnato, amavo raccontare<br />
storie con le immagini ed è sempre stata una<br />
grande passione: i miei soggetti preferiti allora<br />
erano i castelli, gli animali, le principesse, le<br />
eroine».<br />
Come hai coltivato questo amore?<br />
«Finite le scuole medie, ho voluto iscrivermi<br />
alla Scuola del Fumetto di Milano, ho imparato<br />
a capire l’arte del disegno e le sue diverse<br />
sfaccettature, in modo da poterlo applicare in un<br />
contesto lavorativo. Decisi di escludere dal mio<br />
percorso scolastico il liceo artistico, perché lo<br />
ritenevo limitato, con una eccessiva impostazione<br />
teorica, mentre io prediligevo il lavoro manuale.<br />
Ho imparato tecniche, trucchi, metodi di lavoro<br />
e, proprio presso la scuola, sono arrivate i primi<br />
contatti da parte delle agenzie e degli editori».<br />
Quali sono state le tappe professionali più<br />
significative?<br />
«Ho iniziato a lavorare con Rizzoli. Disegnavo<br />
i cartoni animati, come “Denver” o il “Conte<br />
Dracula”, per “Il Corriere dei piccoli”. Lì ho<br />
imparato le tempistiche lavorative, dovevo<br />
rispettare le consegne e le scadenze redazionali,<br />
avevo poco tempo per pensare e fantasticare<br />
sui miei disegni, dovevo produrre. Iniziai con<br />
uno stage, poi rimasi lì per cinque anni. Fu<br />
per me una scuola sul campo. Ho avuto anche<br />
l’occasione di lavorare con Paolo Villaggio<br />
con il quale ho pubblicato i fumetti di Fantozzi:<br />
è stato molto divertente. Dal punto di vista<br />
comunicativo, non fu un grande successo, perché<br />
si trattava di un’ironia delicata e difficile per i<br />
bambini, tuttavia fu emozionante lavorare con un<br />
personaggio di grande fascino come lui».<br />
Hai lavorato anche nel mondo pubblicitario?<br />
«Sì, diverse agenzie mi hanno contattata per<br />
realizzare disegni per loro. Si tratta di un lavoro<br />
che non mi appaga molto e, per mia scelta, ho<br />
deciso di dedicarmi solo alla mia vera passione».<br />
Oggi lavori per la casa editrice del fumetto più<br />
famosa e importante d’Italia, Sergio Bonelli<br />
Editore, come è partita questa avventura?<br />
«Mi sono proposta e a loro è piaciuta la mia<br />
interpretazione dei personaggi. Ho iniziato<br />
nel 1996 e per quattro anni ho lavorato per un<br />
testata di fantascienza “Tex Willer”. Poi mi sono<br />
dedicata a “Brendon”, al quale lavoro tutt’ora, un<br />
genere più vicino a me con atmosfere gotiche e<br />
fantasy. In questi giorni sto realizzando le ultime<br />
dieci tavole di un progetto che uscirà nel 2009:<br />
è la storia di un virus che uccide le persone, ma,<br />
come sempre accade, l’eroe riesce a sconfiggere<br />
il male e a riportare la tranquillità. Sono una<br />
persona molto serena e positiva, amo questi<br />
racconti, perché hanno sempre il lieto fine. ><br />
MONZA YOUNG<br />
Lola all’opera<br />
nel suo studio di<br />
<strong>Monza</strong>.<br />
Sotto alcuni<br />
disegni della serie<br />
“Brendon” che<br />
sta realizzando<br />
per la Sergio<br />
Bonelli Editore<br />
N.41<br />
CM 67
Le considero delle favole della buona notte».<br />
Hai vinto diversi premi, quali?<br />
«Nel 2005 mi hanno consegnato a Roma l’Oscar<br />
del Fumetto, il prestigioso premio “Yellow<br />
Kid”. In passato è stato dato anche a Ugo Pratt<br />
e Manara, due colonne portanti di questa realtà.<br />
Sempre nel 2005, a Milano, sono stata premiata<br />
come migliore disegnatrice dell’anno. Ho<br />
partecipato anche a un concorso in Svizzera:<br />
due miei disegni, rappresentanti la dea bendata<br />
e una piratessa con in mano un tesoro, sono stati<br />
scelti per raffigurare le cartella di un gioco, che<br />
equivale al nostro “gratta e vinci”».<br />
Come lavora un fumettista?<br />
«Prima leggo la storia per capire i personaggi,<br />
la trama e l’ambientazione. Poi mi documento<br />
e approfondisco alcuni passaggi. In un secondo<br />
momento inizio a disegnare le tavole, prima<br />
realizzo lo schizzo generale dell’impaginazione,<br />
poi creo il definitivo a matita e infine passo<br />
all’inchiostrazione».<br />
Cosa provi quando lavori?<br />
«Il disegno è il mio mondo, mi piace, provo<br />
sensazioni ed emozioni difficili da spiegare.<br />
Quando devo rispettare le scadenze e i tempi<br />
della redazione, mi diverto ma prende piede<br />
la professionalità. Quando, invece, sono più<br />
libera, posso dare sfogo alla mia fantasia, creare,<br />
inventare, divertirmi».<br />
Ti ispiri alla tua quotidianità quando disegni?<br />
«Si, moltissimo. I personaggi secondari sono<br />
spesso una caricatura dei miei amici. Molti<br />
lettori mi inviano foto o racconti di viaggi e io<br />
mi ispiro a loro, perché desidero che si ritrovino<br />
nei fumetti. Ad esempio nelle mie storie l’eroe va<br />
sempre al bar per parlare di un nuovo ingaggio:<br />
mi ispiro al locale sotto casa, dove ogni giorno<br />
vado a bere il caffè. Nei miei disegni ci sono<br />
anche tanti scorci di <strong>Monza</strong>».<br />
Ami questa città?<br />
«Mi piace soprattutto da un punto di vista<br />
architettonico. Ho vissuto molti anni a Pero<br />
e <strong>Monza</strong> è più vivibile. Da un punto di vista<br />
estetico è molto bella, la gente è cordiale e offre<br />
tante opportunità e iniziative culturali. Unico<br />
handicap: la viabilità e i mezzi di trasporto da<br />
potenziare».<br />
68 N.41 CM<br />
MONZA YOUNG<br />
Tra le sue passioni<br />
anche l’astrologia:<br />
studia come il moto<br />
dei pianeti influenza<br />
la vita delle persone.<br />
Da un anno recita<br />
in una forma di<br />
teatro particolare, il<br />
playback, in cui gli<br />
artisti interpretano<br />
le emozioni, i<br />
comportamenti e le<br />
parole del pubblico. La<br />
sua prima passione,<br />
però, rimane sempre il<br />
fumetto e il disegno<br />
Oggetto del desiderio<br />
N97<br />
Il nuovo gioiello della Nokia rivoluzionerà il<br />
mondo dei social networks<br />
Il futuro è community<br />
Per il nuovo anno Nokia si prepara a<br />
lanciare sul mercato l’ultimo ritrovato<br />
della tecnologia finlandese: grazie alla<br />
combinazione di PC, palmare e portatile,<br />
l’N97 sarà in grado di soddisfare tutte le<br />
esigenze comunicative degli appassionati del<br />
Web. Grazie a un sistema di Social Location,<br />
garantito da un’avanzata funzionalità GPS,<br />
il nuovo modello della Nseries permetterà di<br />
tenersi in contatto con gli amici da<br />
ogni parte del globo<br />
ed è destinato a rivoluzionare il mondo<br />
delle community online. Touchscreen da<br />
3,5 pollici, Wi-Fi, presa Tv, fotocamera da 5<br />
megapixel, videocamera da 30 fotogrammi<br />
al secondo e una memoria da 48 giga sono<br />
solo alcune delle qualità da scoprire di questo<br />
gioiello tecnologico: la vostra passione per<br />
il Web farà il resto… In Italia avremo a<br />
disposizione questo giocattolino verso la metà<br />
del 2009, che sarà in vendita per poco<br />
più di 500 euro.<br />
MONZA YOUNG<br />
N.41<br />
CM 69
70 N.41 CM<br />
MONZA YOUNG<br />
Roberto Riva<br />
Sulle rotelle corre<br />
verso il cielo<br />
Ventidue anni, pattini ai piedi, ma<br />
la testa anche all’università. Perché<br />
la passione per lo sport non esclude<br />
quella per lo studio<br />
di Benedetta Trabattoni<br />
I<br />
pattini sono la sua passione e lui è un<br />
fenomeno. Talentuoso e modesto, Roberto<br />
Riva è un ragazzo che, nonostante i suoi<br />
22 anni, ha ben chiaro cosa vuole dalla vita.<br />
Abituato ai sacrifici, non lo ferma niente e<br />
nessuno: «Mi sono anche allenato per un anno<br />
in una pista all’aperto». Sì, anche d’inverno al<br />
freddo, al buio. Una grazia e una bravura, le<br />
sue, che hanno scalpitato fino a sbaragliare ogni<br />
avversario; una carriera artistica costellata da<br />
successi e una grande convinzione: nella vita<br />
ci si può sempre superare. Non per nulla Riva<br />
è campione del mondo assoluto di pattinaggio<br />
artistico a rotelle nella categoria seniores. Ha<br />
conquistato 38 titoli italiani, 21 europei, 19<br />
mondiali e per due anni consecutivi (2007-2008)<br />
hai vinto tre ori nelle tre specialità: obbligatori,<br />
esercizi liberi e programma lungo. Un traguardo<br />
mai raggiunto prima da un atleta nel maschile.<br />
Un viso da bravo ragazzo e un’autenticità<br />
disarmante, sa calcare la scena, regalando<br />
emozioni che solo un vero campione è in grado<br />
di dare.<br />
Non sei il primo pattinatore in famiglia…<br />
«No, ho due sorelle maggiori, entrambe da<br />
bambine pattinavano e mia mamma passava le<br />
giornate in pista portando anche me, che ero il<br />
più piccolo della famiglia. Appena ho avuto l’età<br />
giusta ho messo i pattini ai piedi, avevo 4 anni<br />
e da allora non ho più smesso. Si può dire sia<br />
nato tutto un po’ per caso, ma sin dall’inizio ho<br />
dimostrato una predisposizione naturale».<br />
Quando hai iniziato a gareggiare?<br />
«A 8 anni ho disputato il mio<br />
primo campionato italiano e<br />
da lì è stato un crescendo.<br />
Purtroppo nel corso<br />
del tempo mi sono<br />
acciaccato un po’,<br />
ho una lesione<br />
al legamento del<br />
ginocchio e un principio di ernia al<br />
disco, questo mi limita molto».<br />
Scendi in pista tutti i giorni?<br />
«Alla vigilia dei campionati arrivavo alle 4-5<br />
ore al giorno, esclusa la domenica; ora mi alleno<br />
meno per non strapazzare troppo il mio fisico».<br />
Qual è la tua società sportiva di<br />
appartenenza?<br />
«All’inizio mi allenavo presso lo Skating <strong>Club</strong><br />
<strong>Monza</strong>, dal 1997 ho cambiato maglia per poter<br />
seguire il mio allenatore Michele Terruzzi che<br />
si è spostato al Roller <strong>Club</strong> Cornate d’Adda e<br />
attualmente collaboro come insegnante all’Astro<br />
Skating di <strong>Monza</strong>». ><br />
Roberto Riva si<br />
esibisce sui pattini<br />
in competizioni di<br />
livello nazionale e<br />
internazionale<br />
“<br />
Prima di una competizione<br />
sono agitatissimo, poi, quando<br />
inizio a pattinare, intorno a me<br />
non c’è nessuno. Ed è magia...<br />
MONZA YOUNG<br />
N.41<br />
CM 71
72 N.41 CM<br />
MONZA YOUNG<br />
Che rapporto hai<br />
con il tuo allenatore?<br />
«Ottimo, stimo<br />
molto Michele<br />
perché con tenacia<br />
ha saputo crescere<br />
professionalmente<br />
fino a diventare<br />
allenatore della<br />
Nazionale Italiana<br />
di pattinaggio<br />
artistico su rotelle.<br />
Tra noi si è creata<br />
una collaborazione<br />
che ci permette di<br />
preparare saggi e<br />
coreografie studiate<br />
insieme. Abbiamo<br />
raggiunto una tale<br />
sintonia che ha tirato<br />
fuori al meglio le mie<br />
potenzialità».<br />
Come sei riuscito a<br />
conciliare lo studio<br />
con la tua carriera<br />
agonistica?<br />
«Ai tempi del liceo è<br />
stata durissima, anche<br />
perché ero nel clou<br />
della mia carriera;<br />
studiavo la sera e di<br />
notte. Sono sempre<br />
stato consapevole di<br />
dover fare sacrifici<br />
enormi e li ho affrontati: nonostante i momenti<br />
di sconforto, gli obiettivi che avevo in mente<br />
sono sempre stati più grandi, non ho mai mollato<br />
e li ho raggiunti.<br />
La mia fortuna è stata il poter avere il supporto<br />
dei genitori che, essendo i miei primi fans, mi<br />
hanno seguito ovunque».<br />
Adesso sei iscritto alla facoltà di Psicologia<br />
in Bicocca.<br />
«Con l’università riesco ad autogestirmi<br />
e il mio vero prossimo obiettivo adesso è<br />
laurearmi. Amo studiare e ho voluto portare<br />
avanti in parallelo una carriera scolastica<br />
per garantirmi un futuro. Per quanto si possa<br />
continuare a gravitare attorno all’ambiente del<br />
pattinaggio, occorre rendersi conto di avere il<br />
dovere di aprirsi anche altre strade, darsi nuove<br />
opportunità».<br />
Come vivi il momento della gara?<br />
«Prima di una competizione sono agitatissimo,<br />
ma dopo cambia tutto, è come se attorno a<br />
me non esistesse niente, la concentrazione è<br />
talmente alta che ci siamo solo io, la musica e la<br />
pista. Solo noi. Ultimamente, nei fine settimana,<br />
mi confronto con gli spettacoli per le società<br />
sportive; l’esibizione per me è un divertimento,<br />
anche se non potendomi riscaldare prima di<br />
entrare in pista non è semplice da affrontare.<br />
Amo il calore del pubblico, è come se entrassi<br />
in un film: io sono la star, vogliono farsi<br />
fotografare con me. È emozionante e stare<br />
insieme alla gente mi gratifica molto».<br />
MONZA YOUNG<br />
Roberto sul<br />
podio di una delle<br />
gare disputate<br />
all’estero<br />
N.41<br />
CM 73
Per i giovani<br />
Facebook, una<br />
radio on web e<br />
l’arte interattiva<br />
74 N.41 CM<br />
MONZA YOUNG<br />
L’assessorato alle Politiche<br />
Giovanili e il suo carnet di<br />
iniziative per avvicinare i giovani<br />
alla politica e alla vita della città<br />
di Martina Primavesi<br />
foto Marco Brioschi<br />
Un sito tutto dedicato ai giovani,<br />
ma soprattutto creato da loro.<br />
L’assessorato alle Politiche<br />
Giovanili del Comune di <strong>Monza</strong> è sceso<br />
in campo per coinvolgere direttamente i<br />
giovani monzesi nelle sue attività. Da poco<br />
è stato infatti inaugurato il sito internet<br />
dedicato “www.monzagiovani.it”, che ha<br />
lanciato la nuova radio su web dedicata<br />
ai ragazzi della città. Il sito è davvero<br />
innovativo per vari motivi: prima di tutto<br />
al suo interno, oltre alle informazioni sulle<br />
attività programmate dall’Assessorato<br />
e alle iniziative realizzate dai Centri di<br />
Aggregazione Giovanili, ad esempio la card<br />
riservata ai giovani e agli studenti, esiste<br />
un link che collega a Facebook, il social<br />
network più in voga in questo momento in<br />
Italia che a <strong>Monza</strong> ha riscosso un successo<br />
notevole con migliaia di contatti ogni<br />
giorno. «Questo sito non è stato concepito<br />
come qualcosa di statico - ha spiegato<br />
Martina Sassoli, assessore alle Politiche<br />
Giovanili - ma come uno strumento che i<br />
giovani ci hanno richiesto più volte e quindi<br />
dedicato a loro, in maniera che possano<br />
esserne creatori e protagonisti; per questo è<br />
stato linkato a Facebook».<br />
Ma la novità più interessante è la radio su<br />
web che l’Assessorato ha lanciato e che ha<br />
uno spazio dedicato proprio all’interno del<br />
sito. Saranno gli stessi giovani monzesi,<br />
che si candideranno, ognuno con le proprie<br />
competenze e conoscenze, a diventare<br />
speaker e animatori di questo nuovo mezzo<br />
di comunicazione. «Le selezioni sono<br />
partite a dicembre e si concluderanno a<br />
febbraio, quando partiranno le trasmissioni<br />
- ha proseguito l’assessore - sono certa che<br />
sarà un successo anche soltanto a giudicare<br />
dal grande interesse dimostrato». Nel sito si<br />
trovano poi le aree dedicate anche alle Pari<br />
Opportunità, altro assessorato della Sassoli,<br />
che per ora non hanno uno spazio interattivo<br />
proprio e che sono comunque legate all’area<br />
giovani per molte tematiche. La campagna<br />
informativa dell’Assessorato, infine, si<br />
affida al nuovo head line “I’m” che vuol<br />
dire “Io sono”, ma anche “Io <strong>Monza</strong>”,<br />
e ovviamente alla Carta Giovani. Chi<br />
utilizzerà questo strumento, che permette di<br />
ottenere sconti e riduzioni per le iniziative<br />
dedicate al mondo giovanile e negli esercizi<br />
convenzionati della città, potrà inviare<br />
i video e le foto dell’evento al quale ha<br />
partecipato grazie alla carta. Queste “opere”<br />
multimediali, poi, verrano pubblicate sul<br />
sito <strong>Monza</strong>giovani e costituiranno l’archivio<br />
delle attività dedicate ai green. Anche<br />
l’arte ha la sua parte nel programma. Un<br />
monumento all’arte interattiva è il Canneto ><br />
Esibizioni dei<br />
gruppi e dei<br />
Dj brianzoli in<br />
centro a <strong>Monza</strong><br />
MONZA YOUNG<br />
N.41<br />
CM 75
76 N.41 CM<br />
MONZA YOUNG<br />
L’inaugurazione del<br />
Canneto di Luce<br />
di Luce, installazione luminosa e musicale<br />
inaugurata in piazza Castellolo scorso<br />
dicembre. L’opera, ideata dall’architetto<br />
Marcello Arosio dell’associazione<br />
AreaOdeon, in collaborazione con gli<br />
assessorati alle Politiche Giovanili, alla<br />
Riqualificazione Urbana e a quello per la<br />
Provincia di <strong>Monza</strong> e Brianza, è una realtà<br />
policromatica e interattiva proprio perché si<br />
anima con il viavai dei mezzi e dei pedoni,<br />
grazie a un sistema di sensori.<br />
I movimenti vengono poi tradotti in musica<br />
e le note sono gestite elettronicamente<br />
da una centralina dotata di una catena di<br />
software che sceglie di volta in volta i<br />
colori e i brani musicali da una lista inserita<br />
nel cervellone. La sequenza di musiche è<br />
aperta al pubblico e consultabile sul sito<br />
www.areaodeon.it/canneto in cui è possibile<br />
dare suggerimenti sui brani preferiti. Non è<br />
escluso che, a breve, attraverso il bluetooth<br />
del proprio telefonino, si possa scaricare la<br />
musica dai sensori dell’opera. Attraverso<br />
il progetto «<strong>Monza</strong> in arte <strong>Monza</strong>» (Miam)<br />
i ragazzi dell’Isa e delle Preziosine hanno<br />
partecipato ad un ciclo di incontri partendo<br />
da quest’opera d’arte per realizzarne altre.<br />
«Nel 2009 le scuole dovranno realizzare su<br />
La pista di pattinaggio sul<br />
ghiaccio, un successo<br />
questo filone un’opera ciascuno, destinata<br />
alla città», ha spiegato l’assessore Sassoli<br />
e per questo il Comune ha sovvenzionato<br />
il progetto con 10mila euro. E per far<br />
partecipare i giovani esprimendosi in<br />
un’altra arte come la musica, è stato<br />
organizzato, a dicembre, un vero e proprio<br />
dj contest in piazza San Paolo (dove era<br />
posizionata la pista di pattinaggio sul<br />
ghiaccio) insieme all’esibizione di alcune<br />
band giovanili del territorio. Una sfida per<br />
tutti loro, un’occasione per farsi ascoltare.<br />
MONZA YOUNG<br />
N.41<br />
CM 77
Cochi e Renato<br />
Il barbiere<br />
e la gallina<br />
78 N.41 CM<br />
BRIANZA CLUB<br />
Arrivano in Brianza con il loro<br />
carico di ironia ed entusiasmo,<br />
mettendo in scena i successi di<br />
oggi e quelli di ieri<br />
di Valentina Terruzzi<br />
foto Marco Brioschi<br />
Infedeli nella vita, ma inseparabili sulla scena.<br />
Cochi e Renato (Cochi Ponzoni e Renato<br />
Pozzetto), meneghini doc, coetanei e amici<br />
fin da bambini, insieme le hanno vissute tutte:<br />
dal cabaret al teatro, dal cinema alla tv. Qualche<br />
tratto di strada solitario - Cochi sul palco,<br />
Renato sul set - non è certo riuscito a dividerli.<br />
La loro comicità, inconfondibile, resta la stessa<br />
da oltre quarant’anni: surreale, stralunata, con<br />
involontarie ascendenze letterarie (da Ionesco<br />
a Campanile), ma anche popolar milanesi<br />
affondano le loro radici in quegli anni d’oro<br />
del cabaret nostrano che richiama alla memoria<br />
Gaber, Fo, Jannacci.<br />
Ed oggi eccoli qui, ultrasessantenni, ma con la<br />
grinta di due ragazzini alle prese con un nuovo<br />
spettacolo: “Una coppia infedele”, che è andato<br />
in scena il 15 gennaio all’Auditorium di Nova<br />
Milanese. Non fanno satira politica, anche se a<br />
volte la sfiorano, ma non rinunciano a esasperanti<br />
monologhi, gag fulminanti, canzoni demenziali<br />
(“La Gallina”, “Canzone intelligente”, “Come<br />
porti i capelli bella bionda”, “E la vita, la vita”,<br />
“L’uselin de la comare”), anche questa volta<br />
accompagnati dalla band dei Goodfellas.<br />
Un omaggio al passato o l’inizio di un nuovo<br />
percorso?<br />
Cochi: «Il percorso è sempre lo stesso. Siamo<br />
noi con il nostro modo di esprimerci attraverso<br />
le canzoni, le gag, gli sketch di sempre. È una<br />
rappresentazione di ciò che siamo e che siamo<br />
stati».<br />
Renato: «L’idea è di riprendere il cabaret storico<br />
milanese dove siamo nati e cresciuti».<br />
“Una coppia infedele”. Perché questo titolo?<br />
C. «È un po’ la nostra storia. Siamo uniti sul<br />
palco, ma per il resto abbiamo vite e interessi<br />
separati».<br />
R. «Abbiamo lavorato insieme per tanto tempo,<br />
poi ognuno è andato per la sua strada e dopo<br />
vent’anni ci siamo ritrovati. Ora ci aspetta una<br />
lunga tournée che toccherà diverse città e comuni<br />
italiani: Genova, Bologna, Bergamo, Vicenza,<br />
Gallarate…».<br />
E anche Nova Milanese. È stata la prima volta<br />
che avete calcato questo palcoscenico?<br />
C. «Questo in particolare sì, ma siamo già stati in<br />
Brianza altre volte».<br />
R. «E speriamo di tornarci ancora con qualche<br />
altro spettacolo. In fondo, siamo ancora<br />
ragazzini!».<br />
Da milanesi purosangue, come vedete la<br />
Brianza?<br />
C. «È casa nostra. Ci separa solo qualche<br />
chilometro».<br />
R. «Da giovani venivamo spesso da queste parti.<br />
È passato qualche anno ma la gente, il calore,<br />
l’affetto del pubblico non credo siano cambiati».<br />
Com’era impostato lo spettacolo?<br />
C. «Un recital di pezzi nostri, con tante novità nel<br />
primo tempo e il classico repertorio nel secondo,<br />
che è poi quello che il pubblico si aspetta da noi».<br />
R. «Abbiamo aperto lo spettacolo con “La<br />
gallina” che per la prima volta è stata portata<br />
in teatro, e qualche canzone inedita come “Il<br />
barbiere del Corso”, la storia di un barbiere di<br />
corso Vercelli che si innamora di un cliente, o<br />
“Malpensa” che è stata censurata in Rai un paio<br />
di anni fa, non si sa bene il perché: racconta di un<br />
nano gay con la faccia da aeroplano che aspetta<br />
Biancaneve... E poi “La tosse” che avremmo<br />
dovuto portare l’anno scorso a Sanremo…».<br />
C. «Ma Pippo Baudo non ci ha fatto scendere ><br />
dal treno!».<br />
Infedeli sul lavoro, ma fedeli alla vostra città…<br />
C. «Nel mio caso neanche quello. Sono nato e<br />
cresciuto a Milano fino agli Anni 70, poi mi sono<br />
BRIANZA CLUB<br />
La coppia di comici<br />
milanesi che è stata<br />
separata sulle scene<br />
per vent’anni e ora è<br />
tornata insieme con uno<br />
spettacolo di ritorno al<br />
vecchio mito del cabaret<br />
N.41<br />
CM 79
trasferito a Roma, e sono ritornato quindici anni<br />
fa quando è nata la mia quarta figlia. Ho vissuto<br />
la Milano del Dopoguerra appena uscita dai<br />
bombardamenti. Si trattava di ricostruire tutto:<br />
c’era entusiasmo, voglia di fare. Oggi invece è<br />
tutto omologato e la creatività si è appiattita».<br />
R. «La Milano degli Anni 50-60 era povera,<br />
ma proiettata in avanti. Con Cochi andavamo<br />
all’Osteria dell’Oca d’Oro, che era un ritrovo di<br />
artisti e intellettuali come Fontana, Mantegazza,<br />
Buzzati, Bianciardi. Lì Piero Manzoni esponeva<br />
i suoi quadri, mentre noi con la chitarra e i<br />
nostri spettacoli improvvisati intrattenevamo<br />
i clienti con le nostre canzoni popolari. Poi è<br />
arrivato il Derby, con Jannacci, Toffolo, Lauzi,<br />
Andreasi».<br />
“<br />
La Brianza è una delle nostre<br />
mete storiche sin da ragazzi.<br />
Ci torneremo presto<br />
Chi sono oggi gli eredi del Derby?<br />
C. «L’unico che riesce a portare avanti un<br />
discorso di ricerca è lo Zelig».<br />
R. «Sì, è un’ottima palestra in cui ormai<br />
centinaia di ragazzi si stanno misurando, e<br />
sicuramente ne uscirà qualcosa di buono».<br />
Renato, un difetto di Cochi?<br />
R. «È un po’ pigro, mentre io sul lavoro sono<br />
un precisino. Un rompiscatole, insomma».<br />
E di Renato?<br />
C. «Cucina troppo bene e mi fa ingrassare».<br />
Comici si nasce o si diventa?<br />
C. «Si nasce».<br />
R. «Ci vuole una buona base naturale che poi<br />
con l’esperienza si può affinare».<br />
Qual è il segreto della vostra coppia?<br />
C. «L’indipendenza».<br />
R. «Siamo come San Tommaso: ognuno si fa i<br />
fatti suoi».<br />
80 N.41 CM<br />
BRIANZA CLUB<br />
Cochi e Renato non<br />
sono solo grandi attori<br />
comici, ma anche<br />
cantanti e si esprimono<br />
nello storico e<br />
grottesco repertorio<br />
San Valentino<br />
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82 N.41 CM<br />
BRIANZA CLUB<br />
Tullio Solenghi<br />
Da promesso sposo<br />
a nostalgico deejay<br />
L’attore genovese al suo debutto in Brianza ricorda<br />
la terra che aveva ispirato la storica parodia del Trio<br />
di Valentina Terruzzi<br />
Una scenografia scarna, metafisica, un<br />
tripudio di luci colorate e gli evergreen<br />
degli ultimi trent’anni di musica. Sono<br />
gli ingredienti de “L’ultima radio”, il monologo di<br />
Sabrina Negri per la regia di Marcello Cotugno<br />
che segna il ritorno sulle scene di uno strepitoso<br />
Tullio Solenghi, divertente e a tratti nostalgico,<br />
come richiede il suo personaggio. Lo abbiamo<br />
intervistato a poche ore dal debutto al Teatro Duse<br />
di Agrate Brianza.<br />
Tullio Solenghi, il padre della comicità<br />
genovese, nel cuore della Brianza: un evento.<br />
«In realtà sono già stato in Brianza qualche anno<br />
fa: portavo in scena “La strana coppia”<br />
con Massimo Lopez. Ricordo un<br />
grande affetto da parte della<br />
gente. Spesso il pubblico<br />
della provincia è più<br />
caloroso di quello<br />
delle<br />
grandi città: ti segue con più accuratezza,<br />
mentre nelle metropoli tende a disperdersi nella<br />
moltitudine delle offerte. Sono stato anche a<br />
<strong>Monza</strong>, al Teatro Manzoni: era il 2006, portavo<br />
in scena “La bisbetica domata” di William<br />
Shakespeare».<br />
E <strong>Monza</strong> era anche lo sfondo della famosissima<br />
parodia del Trio “I promessi sposi”…<br />
«La parte sulla Monaca di <strong>Monza</strong> era ambientata<br />
proprio qui. Il Parco, la Villa Reale, che ho<br />
anche visitato da “turista”, e gli scorci antichi<br />
del centro ci hanno molto ispirato per le scene<br />
della parodia. Sono luoghi che per me hanno un<br />
sapore particolare, non solo per la loro eleganza<br />
architettonica e le bellezze paesaggistiche che ne<br />
fanno un simbolo del nostro patrimonio artistico<br />
e culturale, ma anche e soprattutto perché mi<br />
ricordano quegli anni, i primi Anni 90, quando<br />
insieme da Milano ci spostavamo a <strong>Monza</strong>:<br />
visitavamo il parco, il Duomo, il centro storico per<br />
raccogliere spunti per il nostro sceneggiato».<br />
Questa volta invece, dismessi i panni di Renzo,<br />
vestirà quelli di un deejay di una radio libera<br />
degli Anni 70, prossima alla chiusura.<br />
«Un conduttore radiofonico che in un’ultima<br />
diretta fa un bilancio della sua vita e ne trae un<br />
esito fallimentare: non è più il numero uno, non<br />
sa stare al passo con i tempi, è stritolato dagli<br />
indici di mercato; ma alla fine la figlia gli offrirà<br />
un’occasione di riscatto. Ci ho messo molto di<br />
mio nel personaggio: i ricordi, le prime esperienze<br />
in radio, la mia ironia…».<br />
E il suo curriculum: attore<br />
drammatico, cabarettista, anima<br />
di un Trio entrato nella storia della<br />
comicità italiana. Difficile definirla…<br />
«Fondamentalmente mi sento un attore di teatro:<br />
è lì che è iniziata la mia carriera nel 1970.<br />
Interpretavo i classici al Teatro Stabile di Genova<br />
e parallelamente, per mantenermi, lavoravo in<br />
radio come annunciatore al Gazzettino della<br />
Liguria. Poi, dopo sette anni di Cechov e Brecht,<br />
sono passato al cabaret. Mi trasferii a Milano e<br />
sperimentai al Refettorio in coppia con un altro<br />
genovese: Beppe Grillo».<br />
Poi è passato al “Trio”, con Anna Marchesini e<br />
Massimo Lopez: 25 anni di carriera, passando<br />
per “Domenica In”, “Fantastico”, “I Promessi<br />
Sposi: 11 milioni di spettatori a puntata…<br />
«Eravamo dei pazzi scatenati. Non abbiamo mai<br />
avuto il condizionamento del contratto, siamo<br />
andati avanti in totale anarchia. Per “Allacciate<br />
le cinture di sicurezza”, il primo tour teatrale nel<br />
1987, viaggiavamo con tre tir per la scenografia:<br />
costò 850 milioni di lire. Una scelta folle».<br />
Folle, ma dettata dalla passione…<br />
«Tra noi ci siamo sempre detti: “Il giorno in cui<br />
non ci divertiremo più ci separeremo”. E così<br />
è stato. Non perché ci fossero screzi ma perché<br />
avevamo già scritto tutto. Oggi poi i gusti sono<br />
cambiati: a parte qualche “operazione nostalgia”<br />
come quella di Carlo Conti, per il resto sono solo<br />
reality. Per un attore è difficile trovare un proprio<br />
spazio».<br />
Chi sono oggi gli eredi del Trio?<br />
«Non saprei, ci sono tanti comici bravi,<br />
ma la nostra era una comicità di matrice<br />
teatrale. Eravamo tre attori a servizio di mille<br />
personaggi diversi: si andava dalle imitazioni<br />
alle caratterizzazioni, i ruoli si invertivano.<br />
Oggi appena un personaggio funziona si tende a<br />
ripeterlo all’infinito e su quello si campa tutta la<br />
vita».<br />
BRIANZA CLUB<br />
L’attore Tullio<br />
Solenghi, noto per<br />
le rappresentazioni<br />
con il Trio e poi per la<br />
conduzione di Striscia<br />
la Notizia è tornato al<br />
teatro con “La bisbetica<br />
domata” di Shakespeare<br />
N.41<br />
CM 83
84 N.41 CM<br />
BRIANZA CLUB<br />
Brugherio<br />
La città<br />
prende il<br />
volo<br />
A marzo grandi<br />
festeggiamenti per<br />
ricordare il primo<br />
volo in mongolfiera<br />
con un essere umano a<br />
bordo: quello del nobile<br />
Andreani avvenuto nel<br />
1784 da Villa Sormani<br />
di Laura Marinaro<br />
«Ecco del mondo e maraviglia e<br />
gioco / Farmi grande in un punto<br />
e lieve io sento / e col fumo nel<br />
grembo e al piede il foco / salgo per<br />
l’aria e mi confido al vento...». Questo<br />
l’incipit di un sonetto di Giuseppe<br />
Parini, scritto nel 1784, in occasione<br />
del secondo volo che il nobile Paolo<br />
Andreani, “cavaliere in mongolfiera”,<br />
avrebbe dovuto compiere sul pallone<br />
aerostatico da lui stesso costruito. Il primo,<br />
infatti, con un essere umano a bordo,<br />
risale al 13 marzo di quello stesso anno e<br />
fu compiuto proprio dal nobile milanese<br />
frequentatore della villa di famiglia, la<br />
splendida dimora Sormani di Moncucco,<br />
a Brugherio. Per rievocare quello storico<br />
evento, che il canonico Paolo Castelli,<br />
primo giornalista aeronautico italiano,<br />
ricorda in uno scritto memorabile, la città<br />
ha preparato una serie di festeggiamenti<br />
davvero speciali.<br />
«Pochi sanno che il primo volo su pallone<br />
aerostatico nel nostro Paese partì proprio da<br />
Brugherio – ha raccontato Raffaele Corbetta,<br />
vicesindaco e studioso della storia locale –<br />
L’impresa del conte Paolo Andreani infatti<br />
seguì di poco quelle francesi, ma fu davvero<br />
fondamentale per la storia del volo italiano e<br />
per questo, grazie anche al contributo della<br />
Provincia, per quell’evento faremo molto: prima<br />
di tutto un libro storico, poi i festeggiamenti che<br />
culmineranno nei giorni dal 13 al 15 marzo».<br />
Una commemorazione in Consiglio Comunale<br />
alla presenza degli eredi di Andreani e di quelli<br />
dei mitici fratelli francesi Montgolfier, alla quale<br />
seguiranno due raduni di mongolfiere al Parco<br />
Increa e infine il posizionamento del monumento<br />
dedicato alla Mongolfiera che il comandante<br />
Piero Porati di Carate, pilota di palloni e scultore,<br />
donerà alla città: questo il clou di un anno di<br />
lavoro che riporterà all’antico splendore questa<br />
“chicca” storica della città.<br />
Ma, a parte il grande poeta milanese Parini, a<br />
raccontare egregiamente l’ascensione di Paolo<br />
Andreani e dei suoi amici brugheresi Gaetano<br />
Rossi e Giuseppe<br />
Barzago di quel<br />
lontano 13 marzo 1784, è<br />
la cronaca nel Giornale di Castelli. Egli racconta<br />
prima di tutto come fiorì la passione del volo nel<br />
nobile di famiglia Andreani a soli vent’anni e<br />
come egli, dopo alcune prove finite male, riuscì<br />
a coronare il suo sogno. Tutto nacque infatti<br />
dall’amore per una donna, un’attrice che lo<br />
condusse a Parigi dove egli conobbe la magia del<br />
volo e si adoperò per diventarne protagonista.<br />
Al centro dell’ascensione mitica fu la Villa<br />
Sormani proprietà di un cugino di Paolo Andreani<br />
(che allora abitava a Milano nel celebre Palazzo<br />
Sormani), una dimora che oggi è stata restaurata<br />
come condominio di lusso, proprio a due<br />
passi dal celebre tempietto del Moncucco. Nei<br />
giardini della villa, infatti, il pallone aerostatico<br />
largo trentasei braccia e alto quaranta, costato<br />
il corrispettivo di 100 mila euro dell’epoca, si<br />
innalzò per poi percorrere sette chilometri e<br />
atterrare su un gelso della cascina Seregna di<br />
Caponago, ancora esistente. ><br />
BRIANZA CLUB<br />
La splendida Villa<br />
Sormani di Moncucco in<br />
una stampa<br />
del XVIII secolo<br />
Di Paolo Andreani,<br />
cavaliere in mongolfiera,<br />
non rimangono ritratti<br />
se non quello impresso<br />
in questa moneta,<br />
coniata in occasione<br />
dell’ascensione di<br />
Brugherio avvenuta al<br />
Moncucco nel 1784<br />
N.41<br />
CM 85
A questo punto merita godersi lo scritto apparso<br />
sulla Gazzetta Enciclopedica del 13 marzo 1784:<br />
«Giunto adunque il giorno di sabato annunciato<br />
per la grande esperienza, il popolo cominciò<br />
dal primo spuntare del giorno a inondare la<br />
strada […] Verso mezzogiorno tutto è pronto<br />
per l’ascensione. Con Andreani ci sono due<br />
falegnami che concorsero alla costruzione del<br />
pallone». L’imperatore d’Austria Giuseppe II,<br />
che era in quei giorni a Milano, non partecipò<br />
perché non lo riteneva spettacolo degno d’un<br />
virtuoso e benefico padre del suo popolo, un<br />
volo la cui temerità può avere un fine tragico<br />
(parole di Pietro Verri). E invece l’ascensione,<br />
a dispetto delle regali previsioni, terminò in un<br />
trionfo, prima con l’atterraggio a Cascina Seregna<br />
a Caponago e poi il ritorno a Moncucco. Proprio<br />
quel trionfo si rivivrà il prossimo marzo con gli<br />
eredi del “cavaliere in mongolfiera” nei giardini<br />
della Villa di Moncucco e poi con il libro storico<br />
di Viky Porfirio e il monumento del comandante<br />
Piero Porati. E pensare che, a Cascina Seregna,<br />
c’è ancora chi ricorda che uno dei gelsi del filare<br />
del giardino è mozzato. A piegarlo per sempre fu<br />
proprio il pallone magico arrivato da Brugherio.<br />
86 N.41 CM<br />
BRIANZA CLUB<br />
La partenza e<br />
l’arrivo del pallone<br />
areostatico di<br />
Andreani da<br />
Brugherio alla<br />
cascina Seregna<br />
di Caponago<br />
e ritorno nelle<br />
stampe dell’epoca<br />
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88 N.41 CM<br />
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Vimercate<br />
Villa Gallarati Scotti<br />
si veste di nuovo<br />
Una proprietà illuminata ha reso possibile la rinascita di quello che<br />
può trasformarsi in uno splendido gioiello per tutta la Brianza<br />
di Benedetta Trabattoni<br />
foto Marco Brioschi<br />
La splendida Villa Gallarati Scotti di<br />
Oreno di Vimercate è stata trasformata<br />
in un centro di formazione aziendale<br />
per conto della società francese Châteauform,<br />
specializzata nell’organizzazione di seminari<br />
residenziali in tutta Europa che sceglie come<br />
location edifici di grande fascino e pregio. Un<br />
esempio di rinascita del patrimonio edilizio<br />
storico, segnato da un intervento quanto mai raro<br />
nel panorama italiano dove progetti di questo tipo<br />
stentano a emergere. Ad attuare la trasformazione<br />
lo Studio associato di architetti Susanna Volpati,<br />
Ambra Pirovano, Gabriella Motto di <strong>Monza</strong>,<br />
insieme allo Studio associato Campanella-<br />
Tessoni di Crema.<br />
La villa di delizia, risalente al XVII secolo, di<br />
forte impostazione barocca e considerata una<br />
delle costruzioni più rilevanti della sua epoca a<br />
livello europeo, è di proprietà dei conti Gallarati<br />
Scotti, da cui il nome. Fortemente rimaneggiata<br />
a cavallo tra ’700 e ’800 dall’architetto ticinese<br />
Simone Cantoni, ha subito nel 2000 interventi<br />
di recupero della facciata. Oggi la struttura,<br />
riportata al suo antico splendore, risulta un<br />
compromesso elegante fra la realtà esistente e<br />
il contesto originario. «Il progetto – ha spiegato<br />
l’architetto Motto – è nato da un’esigenza forte<br />
sentita dalla proprietà, la famiglia Gallarati Scotti;<br />
la struttura ormai disabitata, infatti, necessitava<br />
di un intervento<br />
che è stato studiato<br />
in modo da<br />
rendere l’edificio<br />
“Il progetto è nato dall’esigenza<br />
della proprietà di rendere di<br />
nuovo vivibile la dimora senza<br />
che diventasse museo di se stessa<br />
utilizzabile; un<br />
tempo restaurare<br />
significava di<br />
fatto realizzare<br />
dei musei, mentre<br />
oggi è diffusa la<br />
convinzione che<br />
solo l’uso renda vivo un immobile. Da questo<br />
punto di vista i proprietari si sono rivelati davvero<br />
illuminati».<br />
Il lavoro vero e proprio è iniziato nel 2005 con<br />
i rilevamenti, attraverso i quali è stato studiato<br />
il modo per esprimere al meglio le funzionalità<br />
degli spazi. È seguito un anno dedicato alla<br />
progettazione e al percorso amministrativo,<br />
nel quale sono stati coinvolti più enti tra cui<br />
la Provincia, la Sovrintendenza di Milano e il<br />
comune di Vimercate che, tramite la conferenza<br />
di servizi, hanno dato il via al restauro, iniziato<br />
nel 2007 e quasi<br />
totalmente<br />
completato. Un<br />
lavoro complesso,<br />
portato avanti<br />
da molteplici<br />
attori, «sempre però – ha proseguito l’architetto<br />
Pirovano – avvalendosi di maestranze ricercate<br />
e altamente specializzate». Uno degli aspetti più<br />
delicati del progetto è stato il rispetto dell’identità<br />
storica e architettonica del luogo, mai soverchiato<br />
dal nuovo. «Siamo entrate in villa in punta di<br />
piedi cercando di intervenire il meno possibile e<br />
rendendo il nuovo ben distinguibile dall’impianto<br />
originario. Crediamo che ciò possa tramutarsi<br />
in un valore aggiunto a ciò che era preesistente:<br />
abbiamo scritto qualcosa conforme al linguaggio<br />
dei nostri tempi senza stravolgere la natura ><br />
BRIANZA CLUB<br />
A sinistra, la facciata<br />
della Villa che domina la<br />
splendida frazione<br />
di Oreno<br />
N.41<br />
CM 89
dell’edificio; è stato lo spazio a suggerirci il tipo<br />
di intervento da attuare». Le difficoltà non sono<br />
comunque mancate e la parte più complicata<br />
è stata mettere tutto a norma e inserire la parte<br />
impiantistica; tutte le sale riunioni, infatti, sono<br />
dotate di apparati tecnologici all’avanguardia».<br />
Il risultato di questo grande lavoro ci presenta<br />
oggi una Villa invariata nel corpo centrale<br />
di rappresentanza, con l’ala est adibita alla<br />
ristorazione e ai servizi correlati e l’ala ovest<br />
con sale riunioni e camere accessibili anche a<br />
disabili. Una delle novità più rilevanti è data dalla<br />
ricettiva del complesso: al primo piano si trovano<br />
altre camere, «ambienti di dimensioni importanti,<br />
circa 60 mq, arredate modernamente: una scelta<br />
forse provocatoria per contrastare il contesto di<br />
inserimento», spiega l’architetto Pirovano. Inoltre<br />
la struttura vanta anche un’area benessere e un<br />
auditorium per 80 persone.<br />
La rifunzionalizzazione di questo patrimonio,<br />
inoltre, vede l’accordo anche del Comune di<br />
Vimercate: «L’amministrazione e la proprietà<br />
della Villa di Oreno – ha puntualizzato l’architetto<br />
Motto - hanno firmato una convenzione<br />
decennale che stabilisce l’usufrutto della<br />
struttura da parte del Comune in date già fissate<br />
e l’obbligo di scegliere alcuni dei dipendenti fra i<br />
residenti di Vimercate. Ancora una volta pubblico<br />
e privato tendono all’obiettivo condiviso di una<br />
rivitalizzazione del bene architettonico, non solo<br />
come tesoro da ammirare, ma anche in chiave<br />
economica e di indotto».<br />
90 N.41 CM<br />
BRIANZA CLUB<br />
Lissone<br />
Showroom<br />
su quattro ruote<br />
Alcuni momenti della festa che<br />
ha inaugurato la nuova veste<br />
della Concessionaria<br />
Un look tutto nuovo per la<br />
Concessionaria G. Granetto<br />
di Lissone<br />
dalla Redazione<br />
foto Marco Brioschi<br />
BRIANZA CLUB<br />
Un ambiente nuovo, luminoso e<br />
accogliente, ma la stessa passione di<br />
sempre per il cliente. Questa è<br />
G. Granetto, l’esposizione Audi e Volkswagen di<br />
Lissone che, nel mese di dicembre, ha inaugurato<br />
il restyling del proprio showroom. Una vera e<br />
propria festa, a cui hanno partecipato clienti,<br />
amici, ma anche rappresentanti delle istituzioni,<br />
come il sindaco di Lissone, Ambrogio Fossati,<br />
e gli assessori del Comune di <strong>Monza</strong> Martina<br />
Sassoli e Lucia Arizzi. A fare gli onori di casa<br />
Giuseppe e Silvana Granetto, fondatori della G.<br />
Granetto e le splendide figlie, Sabrina ed Elisa,<br />
che oggi affiancano i genitori nella conduzione<br />
dell’attività. Un perfetto esempio di imprenditoria<br />
e continuità familiare tipica della Brianza, capace<br />
di rinnovarsi continuamente senza mai fermarsi e<br />
puntare tutto sulla qualità.<br />
N.41<br />
CM 91
92 N.41 CM<br />
PASSIONI<br />
Diego<br />
Colombo<br />
Lo scrittore<br />
della realtà<br />
Ex professore di Liceo, fa il<br />
giornalista e scrive libri per<br />
passione. Nei suoi racconti ci sono<br />
le storie vere e la quotidianità, ma<br />
lui non ha mai rinunciato al<br />
sogno di un romanzo<br />
di Greta La Rocca<br />
foto Marco Brioschi<br />
Una laurea in filosofia e una vita dedicata<br />
al giornalismo e alla scrittura. Diego<br />
Colombo è un cinquantenne brianzolo,<br />
con un passato da professore di Liceo, nato e<br />
cresciuto a Biassono. I libri sono una passione<br />
che assorbe quasi tutte le giornate. Almeno fino<br />
a un anno fa, prima che nascesse Michela, la sua<br />
bimba di nove mesi.<br />
Nasce come giornalista o come scrittore?<br />
«Come professore, direi. Mi sono laureato in<br />
filosofia e per tre anni ho insegnato in un liceo<br />
linguistico a Barzanò. Nel frattempo collaboravo<br />
con la redazione de “L’Esagono” per poi<br />
passare al quotidiano “Brianza Oggi”. È stata<br />
un’esperienza breve. In quello stesso periodo “Il<br />
Corriere della sera” stava ampliando la redazione<br />
per aprire tre pagine dedicate a <strong>Monza</strong> e Brianza:<br />
in quell’occasione iniziò la mia avventura<br />
professionale con la testata».<br />
Quando ha deciso di dedicarsi alla scrittura?<br />
«Per lavoro avevo seguito il problema della<br />
nube tossica accaduto a Seveso nel 1976. Fu<br />
un evento cruciale, che da 15 anni trova ancora<br />
spazio sulle pagine dei giornali. Ero molto colpito<br />
e nello stesso tempo preoccupato: conoscevo<br />
questa piccola città, dove abitavano anche alcuni<br />
amici. L’interesse per l’accaduto mi ha spinto<br />
ad indagare, cercare, interrogare, capire. Le mie<br />
ricerche sono tutte nel racconto “Quelli della<br />
diossina”, il lavoro al quale sono più legato<br />
perché tocca temi molto vicini alla mia vita. Oltre<br />
ad essere il mio primo libro».<br />
Il suo libro più famoso, però, è “L’estate dalle<br />
magliette a strisce”: ce ne parla?<br />
«È una storia vera; credo infatti che molto spesso<br />
la realtà superi la fantasia. Racconto i 10 giorni<br />
di battaglie politiche che hanno caratterizzato<br />
l’Italia nel 1960. Anche in questo caso mi sono<br />
documentato e informato e ho poi scelto di<br />
soffermarmi a raccontare la storie di un gruppo<br />
di giovani emiliani. Questi ragazzi mi hanno<br />
colpito: non erano politicizzati, inseguivano il<br />
mito americano, amavano le ragazze, la Vespa, le<br />
canzoni, il cinema. Eppure quando il loro Paese<br />
ha avuto bisogno, sono scesi in piazza. Sono<br />
andati, hanno lottato e hanno pagato. C’erano<br />
quando c’era bisogno di loro. È un messaggio<br />
molto bello, che mi ha colpito».<br />
Lei è anche autore di “Il sogno di Telemacom”,<br />
scritto in tandem con un altro?<br />
«Sì, è stato scritto a quattro mani insieme allo<br />
psicanalista Angelo Villa. È la costruzione<br />
a posteriori del ’68, di cui raccontiamo i<br />
cambiamenti. Esce dai canoni dei precedenti<br />
perché non è un racconto, ma ha la struttura del<br />
saggio. Mi rispecchia meno rispetto agli altri.<br />
Contiene una parte più espositiva, che richiama<br />
sport, messaggi, canzoni, frasi di quell’epoca».<br />
Quali principi guidano il suo impegno di<br />
scrittore?<br />
«Cerco storie vere che meritino di essere<br />
raccontate. Non parlo del singolo, ma del gruppo:<br />
la dimensione individuale è condizionata dalle<br />
storie delle altre persone. Alla base dei miei<br />
scritti, infine, c’è molto studio e ricerca, anche se<br />
non sono uno storico».<br />
Se dovesse scegliere tra essere giornalista e<br />
scrittore?<br />
«Scrittore, senza alcun dubbio. È una passione,<br />
mi regala grandi emozioni. Prima della nascita di<br />
mia figlia scrivevo due ore al giorno, dal lunedì<br />
al venerdì. Per me scrivere è un’esperienza<br />
totalizzante, che richiede metodi e ritmi precisi.<br />
Ad esempio scrivo in silenzio, con un sottofondo<br />
musicale. Sono molto pignolo e metodico.<br />
Eppure proprio questa mia precisione mi porta<br />
a documentarmi con estrema attenzione. Ad<br />
esempio ho letto duemila fonti prima di scrivere<br />
“Quelli della diossina”».<br />
Qual è il suo autore preferito?<br />
«Amo i classici: Calvino, Dostoevskij e Balzac, il<br />
più moderno dei moderni. Mi definisco un uomo<br />
di altri tempi, ripenso ancora affascinato ai miei<br />
vent’anni».<br />
Ha già in mente un’altra storia?<br />
«Pur preferendo le storie vere, vorrei scrivere un<br />
romanzo. Vorrei intraprendere questa sfida per<br />
capire se ne sono capace. La quotidianità è molto<br />
più affascinante, anche se in alcuni casi penalizza<br />
lo stile letterario, perché non offre il colpo di coda<br />
o l’inaspettato, tipico dell’invenzione».<br />
Colombo è autore di<br />
“L’estate delle magliette<br />
a strisce. Luglio 1960, la<br />
rivolta contro Tambroni”<br />
(Sedizioni, 2008, 14 euro)<br />
N.41<br />
PASSIONI<br />
CM 93
Acrobazie<br />
sulla neve La<br />
Marco Cavallo<br />
94 N.41 CM<br />
PASSIONI<br />
Nella vita si occupa di ristorazione,<br />
ma la sua passione è surfare sulla<br />
neve. L’amore per lo snow era nato<br />
come un gioco e poi lo ha portato a<br />
conquistare le vette delle classifiche<br />
nazionali<br />
di Francesco Pozzi<br />
foto Vasco Coutinho e Martina Monferrini<br />
passione per la tavola e il grande talento<br />
dimostrato nelle discese hanno portato il nome<br />
di Marco Cavallo tra i grandi dello snowboard:<br />
all’età di 28 anni, lontano dalle competizioni, il<br />
campione racconta a <strong>Monza</strong> <strong>Club</strong> i pregi e le virtù di<br />
questo sport.<br />
Come è nata la tua passione per lo snowboard?<br />
«Tutto è cominciato quando i miei genitori mi<br />
regalarono per Natale la mia prima tavola da snow:<br />
conoscevo già da tempo questo sport, ma non avevo<br />
ancora avuto l’occasione giusta per cimentarmi in<br />
questa nuova disciplina; così decisi di partire da solo alla<br />
volta delle Alpi francesi, dove avrei potuto finalmente<br />
iniziare ad allenarmi. Qui ebbi la possibilità di imparare<br />
a realizzare i primi salti e a chiudere le più semplici<br />
figure acrobatiche; lavorando poi in alcuni locali notturni<br />
della zona, riuscivo a concedermi le “cavalcate” quasi<br />
tutti i giorni. All’inizio è stato difficile riuscire a “ridare”<br />
(ovvero a cavalcare la tavola) giù per i pendii senza<br />
cadere, ma con l’allenamento e la voglia di imparare,<br />
sono riuscito ad affinare la mia tecnica e a perfezionare<br />
lo stile finché un agente della SantaCruz, famoso<br />
marchio che fornisce accessori da snowboard, mi<br />
propose di gareggiare per questo sponsor e di mostrare al<br />
pubblico il mio grande talento».<br />
Quali sono stati, finora, i momenti più significativi, i<br />
premi o i titoli più prestigiosi che hai conquistato?<br />
«Ho avuto la fortuna di partecipare a svariati concorsi<br />
anche se, ad essere sincero, non ho mai portato a casa<br />
risultati particolarmente sorprendenti. Nei primi anni<br />
del Duemila, in occasione della gara di snowboard<br />
di Modena Skipass, il Burton Pro Jump Contest, ho<br />
realizzato un buon punteggio conquistando il terzo posto<br />
nella classifica generale; un altro buon piazzamento l’ho<br />
ottenuto poi gareggiando al Burton Europen Open.<br />
Nel 2002, poi, ho partecipato alla Coppa Italia di<br />
snowboard, ottenendo un dignitoso undicesimo posto.<br />
In molte altre competizioni, infine, sono riuscito ad<br />
aggiudicarmi gli skipass e i premi in palio, aumentando<br />
la mia autostima: stavo per diventare qualcuno nel<br />
mondo dello snow. Infatti molte testate giornalistiche mi<br />
dedicavano articoli e foto, un privilegio che non poteva<br />
fare altro che rendermi sempre più soddisfatto di me<br />
stesso e del lavoro svolto sulle piste».<br />
Quali sono i valori di questo sport?<br />
«In Italia lo snowboard viene ancora considerato uno<br />
sport di nicchia; in effetti, a<br />
livello professionale i costi delle<br />
attrezzature cominciano ad essere<br />
eccessivi. Quando mi preparo<br />
con il mio gruppo ad affrontare<br />
una nuova discesa, riesco sempre<br />
a percepire quel sentimento di<br />
solidarietà e di collaborazione<br />
che unisce tutti gli snowboarders;<br />
la costruzione dei salti e delle<br />
rampe è una fase fondamentale<br />
e soprattutto molto delicata del<br />
nostro lavoro: se non si riesce a<br />
collaborare tutti insieme in un<br />
clima di amicizia si rischia di non<br />
riuscire a godersi al massimo le<br />
meravigliose sensazioni di una<br />
bella cavalcata in compagnia».<br />
Che cosa consiglieresti ad un<br />
ragazzo che si sta avvicinando a<br />
questo sport? Quali allenamenti<br />
e quali doti fisiche sono necessarie?<br />
«Per imparare ad andare sulla tavola non sono<br />
necessarie doti fisiche o talenti particolari; il segreto per<br />
diventare un campione di snowboard sta sicuramente<br />
nell’allenamento e nella perseveranza, che non devono<br />
mai mancare. I salti, le figure acrobatiche richiedono<br />
molti tentativi e anche molte cadute! Non bisogna<br />
mai scoraggiarsi e riprovare in continuazione è l’unica<br />
alternativa per riuscire nel proprio intento.<br />
Lontano dalle piste, poi, si deve cercare di mantenere<br />
sempre in forma il fisico, per esempio andando in<br />
piscina o potenziando le gambe con una bella corsetta.<br />
Io mi rivolgo alle palestre solamente per recuperare gli<br />
infortuni anche perché sono convinto che per riuscire a<br />
stare in aria con ai piedi la propria tavola ci sia bisogno di<br />
un fisico snello e leggero».<br />
Coltivi altri hobby o passioni nella tua vita privata?<br />
«Attualmente gestisco il sistema di ristorazione dell’AC<br />
<strong>Monza</strong> e Brianza, oltre lo snow, il lavoro non mi lascia il<br />
tempo per dedicarmi ad altre attività».<br />
Che cosa vedi nel tuo futuro?<br />
«All’età di 28 anni sono ormai escluso dalle<br />
competizioni, che però seguo con la stessa<br />
passione e amore di un tempo. Per quel che<br />
riguarda il mio lavoro, spero di riuscire a fare<br />
strada nell’AC <strong>Monza</strong> e di potenziare il mio<br />
servizio di ristorazione. Spero di avere un figlio a<br />
cui poter insegnare i segreti dello snowboard».<br />
Alcune delle evoluzioni<br />
di Marco sulla neve<br />
N.41<br />
PASSIONI<br />
CM 95
Mulino a Vino<br />
Amarone della<br />
Valpolicella<br />
Nato dall’errore di un produttore<br />
distratto, l’Amarone è oggi il vino<br />
rosso veneto più conosciuto<br />
al mondo<br />
Ingredienti:<br />
120 grammi di carne salada del Trentino<br />
tagliata al coltello, foglie di rucola,<br />
fettine di cipolla di Tropea, limone,<br />
olio extravergine d’oliva, pepe<br />
La leggenda narra di un produttore che<br />
voleva creare un vino dolce, ma dopo<br />
averlo messo in botte lo dimenticò e il<br />
vino continuò a fermentare fino a diventare secco.<br />
Gli zuccheri si trasformarono in alcol facendogli<br />
perdere la dolcezza: per contrapposizione<br />
a quello che avrebbe dovuto essere, gli è<br />
stato dato il nome di Amarone. Quello che è<br />
possibile degustare nella calda atmosfera del<br />
wine bar Mulino a Vino - piccola perla in<br />
pieno centro a <strong>Monza</strong> del Gruppo Meregalli<br />
- proviene dell’Azienda Fratelli Speri, che<br />
in ogni bottiglia racchiude quasi due secoli di<br />
storia vitivinicola e conferma la convinzione<br />
che il lavoro dell’agricoltore debba sempre<br />
assecondare i ritmi e il volere della natura. In<br />
questo modo, la storia della terra, della sua gente,<br />
la grande passione di chi vi lavora, permettono<br />
di creare un prodotto che negli anni ha ottenuto<br />
significativi riconoscimenti in campo enologico.<br />
L‘Amarone della Valpolicella Classico Monte<br />
Sant’Urbano, dal sapore asciutto, vigoroso ma<br />
allo stesso tempo morbido e vellutato, con sentori<br />
di viola e di frutta matura, ha un colore rosso<br />
granato intenso ed un profumo avvolgente, pieno,<br />
caldo; si abbina meravigliosamente con secondi<br />
piatti robusti di carni rosse, cacciagione ed è<br />
ideale anche con i formaggi o con un piatto più<br />
leggero, ottimo per un veloce pranzo di lavoro,<br />
come la tartare di carne salada del Trentino con<br />
rucola e cipolle di Tropea. Questo grande rosso<br />
è inoltre gradevole bevuto da solo alla fine di un<br />
buon pasto o può diventare il compagno ideale di<br />
una piacevole meditazione.<br />
N.41<br />
PASSIONI<br />
CM 97
Quando il look diventa comune<br />
denominatore di nuove amicizie. Anche<br />
on line. Una donna che ha trasformato<br />
una passione in un secondo lavoro. E che ha<br />
fatto di Facebook il suo nuovo ufficio! Rossella<br />
Minervini, o meglio “la Ros” come tutti amano<br />
chiamarla da queste parti, non è una semplice<br />
attivista di Facebook, che si limita a taggare foto e<br />
a commentare sulle bacheche degli amici. No, lei<br />
ha deciso di costruirsi un mondo a parte, creando<br />
una nuova dimensione che si differenziasse dalla<br />
variopinta e variegata offerta di applicazioni,<br />
dando vita a un gruppo specifico che fosse a<br />
portata di tutte le donne con la stessa passione: la<br />
moda, con particolare riferimento a borse e scarpe.<br />
Sono molte in realtà le sezioni speciali create dagli<br />
iscritti, ma questo gruppo è diverso, per spirito<br />
e per accuratezza. In realtà più che un gruppo<br />
sembra un vero e proprio sito indipendente, forse<br />
Rossella Minervini<br />
più simile a un blog, ma certamente accurato come<br />
la homepage di una rivista di moda.<br />
Il target cui è rivolto l’invito a partecipare è<br />
ben chiaro e lo si ritrova immediatamente nella<br />
descrizione del gruppo: “Tu, proprio tu, che sei<br />
iscritta alle newsletter su scarpe e borse; tu, proprio<br />
tu, che non sai più dove mettere i tuoi speciali<br />
sugli accessori di Glamour/Vogue/Elle; tu, proprio<br />
tu, che hai come seconda scheda nella pagina<br />
principale www.ohmybag.it/www.ohmyshoes.<br />
it”. Facile quindi immaginare il perché del nome<br />
scelto per dare vita a questo spazio di confronti,<br />
commenti e news . “Quelle che...spendono lo<br />
stipendio in scarpe e borse!” ha da poco festeggiato<br />
i primi sei mesi di vita e sta contando le ore prima<br />
di raggiungere quota 3000 iscritte.<br />
Un fenomeno nato quasi per scherzo, ideato<br />
come tentativo per condividere con altre amiche<br />
la propria passione per gli accessori di moda, per<br />
scambiarsi consigli e informazioni utili in tema di<br />
shopping ma anche per sostenersi vicendevolmente<br />
98 N.41 CM<br />
FASHION<br />
Jimmy Choo<br />
Vivienne<br />
Westwood<br />
Lo stipendio?<br />
Lavora nel campo farmaceutico ma la sua passione è la moda.<br />
Giuseppe<br />
Zanotti<br />
Giuseppe<br />
Zanotti<br />
Miu Miu<br />
Vivienne<br />
Westwood<br />
scoprendo che lo shopaholism non è una sindrome<br />
rara, ma che invece avvicina migliaia di donne,<br />
grandi professioniste in ambito lavorativo ma<br />
in grado di emozionarsi di fronte a una vetrina<br />
di Manolo Blanik. Abbiamo quindi chiesto alla<br />
diretta interessata di raccontarci un po’ di più di<br />
questa avventura, nata come un gioco tra poche<br />
amiche pasionarie, ma trasformatasi presto in un<br />
qualcosa di più, e come sia possibile conciliare<br />
il nuovo impegno con la sua attività lavorativa<br />
primaria. «Nonostante il mio lavoro nella vita<br />
reale sia di tutt’altro genere, essendo una clinical<br />
research associate, ossia seguo direttamente le<br />
sperimentazioni cliniche dei farmaci per conto<br />
delle società produttrici, ho mantenuto intatta<br />
la mia naturale passione per il fashion system,<br />
con particolare attenzione agli accessori, tra cui<br />
primeggiano scarpe e borse. La questione del<br />
gruppo è letteralmente un hobby, nata come<br />
sviluppo di una abitudine che avevo con un po’<br />
di amiche. Infatti, ogni mattina appena arrivata in<br />
ufficio mandavo una mail ad una cerchia ristretta<br />
Tutto in scarpe e borse<br />
Ha aperto un gruppo su Facebook che sta riscuotendo un grande successo<br />
di Francesca Barzaghi<br />
di persone con le ultime notizie in merito a scarpe<br />
e affini per augurare buon giorno. Da lì ho pensato<br />
che sarebbe stato divertente provare a dare vita a<br />
un vero e proprio gruppo su Facebook». È bastato<br />
poco. Un titolo fortemente evocativo, una decina<br />
di socie fondatrici e sostenitrici dell’iniziativa, un<br />
paio di discussioni accantivanti e la voce si è sparsa<br />
così velocemente da far raggiungere quota mille<br />
iscritte in meno di un mese. «Da essere un gioco<br />
veloce da gestire mentre bevevo il caffè appena<br />
arrivata in ufficio, è diventato presto un qualcosa<br />
che mi porta via del tempo, al punto da dovermi<br />
connettere anche nei pochi momenti di pausa per<br />
aggiornare i post di discussione o per introdurne<br />
di nuovi. La cosa che in realtà mi ha colpita<br />
particolarmente, considerando che è nata come uno<br />
scherzo e fondamentalmente tale vuole rimanere,<br />
è che la gente partecipa! Commenta, mi manda<br />
email di approvazione, inserisce foto, si offre di<br />
aiutarmi, di creare delle rubriche». E sono proprio ><br />
N.41<br />
FASHION<br />
CM 99
le iscritte a vivacizzare ulteriormente questo<br />
gruppo, offrendo spunti di discussione sulle sfilate,<br />
sui trend in arrivo ma soprattutto confrontandosi<br />
per eleggere il designer del momento. Leggendo<br />
qua e là, si scopre che l’universo femminile è<br />
accomunato sì dalla passione per gli accessori, ma<br />
ognuna di noi tende a prediligere per lungo tempo<br />
la stessa maison. Il legame fiduciario quindi, al<br />
di là di mode e tendenze, è il primo vero canone<br />
attraverso cui si decide di acquistare una creazione<br />
piuttosto che un’altra. Ed ecco quindi emergere<br />
il vero significato di quello che le migliori<br />
società di consulenza strategica B2C definiscono<br />
come la forza del marketing relazionale, che nel<br />
mercato della moda non ha sempre riscontrato<br />
grandi sostenitori. Chi è affezionato a Zanotti,<br />
ad esempio, sa con certezza di voler sfoggiare<br />
un oggetto di design, dalle linee innovative e dai<br />
materiali preziosi. Chi invece sceglie Christian<br />
Louboutin o Jimmy Choo vuole una scarpa di<br />
altissimo livello e ad altissimo impatto emozionale,<br />
che rappresentano per molte di noi due tra i<br />
massimi Big della scena internazionale.<br />
Classic chic per la donna Chanel, stile sofisticato<br />
e da copertina per Renèe Caovilla, bon ton con<br />
Prada e minimal eccentric con Miu Miu.<br />
Ma come distinguere esattamente le singole<br />
creazioni, identificandole con il proprio nome?<br />
Rossella ha pensato anche a questo. «Man mano<br />
sto creando una sorta di glossario per usare “la<br />
terminologia giusta”, per distinguere una pump,<br />
da un décolleté, da una creazione di Ferragamo<br />
ad un tacco Roger Vivier...». Particolarmente<br />
divertente è un post dedicato interamente alla<br />
Mary Jane, la mitica scarpetta con cinturino e<br />
fibbia a punta arrotondata, in cui si racconta la<br />
sua storia, dalla nascita alle ultime interpretazioni<br />
in chiave moderna, dal fumetto cui ci si è ispirati<br />
per darle il nome fino alle diverse declinazioni<br />
firmate Manolo e Choo, finendo per indicare<br />
la filmografia, ossia le comparizioni di questa<br />
creatura sul grande schermo. Una piccola bibbia<br />
on line da consultare prima di un giro di shopping<br />
o anche solo per sapere qualcosina in più sui<br />
must di sempre, come la Kelly di Hermès sul<br />
fronte pelletteria, o sulle ultime novità di sfilata di<br />
Westwood. Il gruppo, tra l’altro ha avuto anche uno<br />
sviluppo imprevisto, riuscendo ad abbandonare la<br />
sola dimensione virtuale e catapultandosi di forza<br />
anche nella realtà quotidiana. «Molte iscritte, poi<br />
diventate amiche, mi chiedevano con sempre più<br />
insistenza di trovarci per andare a vedere mostre o<br />
100 N.41 CM<br />
FASHION<br />
Jimmy Choo<br />
Christian Louboutin<br />
Christian Louboutin<br />
Giuseppe Zanotti<br />
Chanel<br />
Giuseppe Zanotti<br />
Chanel<br />
Giuseppe Zanotti<br />
Chanel<br />
Vivienne<br />
Westwood<br />
a fare shopping; allora ho pensato di darci degli<br />
appuntamenti, realizzando una serie di aperitivi<br />
anche in altre regioni dello Stivale. Addirittura, mi<br />
contattavano per chiedermi se avessi bisogno di<br />
una mano, proponendosi di aiutarmi a organizzare<br />
l’incontro nelle loro città e mandandomi numeri<br />
di locali, possibili date e così via. In breve<br />
tempo mi sono ritrovata in altre città a gestire<br />
l’elenco delle persone che volevano partecipare<br />
all’aperitivo tentando di coordinarle e di darci<br />
un programma degli incontri. Grazie al mio<br />
lavoro, infatti, sono spesso in viaggio e così ho<br />
la possibilità di conciliare entrambi gli impegni,<br />
sia di natura professionale sia passionale. Ad<br />
oggi siamo riuscite a costituire due solidi nuclei<br />
con sede a Roma e Bologna, oltre allo storico<br />
milanese. È evidente che l’interesse c’è e la voglia<br />
di dare seguito a questo piccolo divertimento tutto<br />
al femminile continua, contaminando ogni giorno<br />
sempre più appassionate».<br />
Tutto questo solo per un paio di scarpe o per<br />
parlare di borse? «La mia idea, evidentemente<br />
condivisa da molte altre persone, è che la scarpa<br />
è solo una delle tante manifestazioni dell’arte,<br />
anche se considerata da sempre solo frivolezza.<br />
Basti pensare che quando si evoca un’epoca la<br />
prima immagine che balena nella mente è relativa<br />
a come erano vestiti».<br />
Una frivolezza, è vero. Ma che come poche cose<br />
ha fatto sognare intere generazioni di donne. Un<br />
dettaglio superficiale, forse, ma che rappresenta<br />
l’oggetto del desiderio di tutte le bambine,<br />
anche cresciute. Chi, già da piccolissima, non<br />
ha sperimentato la prima camminata con stiletto<br />
provando le scarpe enormi di mamma o della<br />
zia, magari di nascosto? E chi non ha supplicato<br />
per l’acquisto della prima vera scarpa con tacco,<br />
anche se quel tacco era di soli tre centimetri, ma<br />
che rappresentava un nuovo universo simbolico<br />
nel quale sentirsi finalmente cresciute? Quella,<br />
infatti, non era una scarpa qualsiasi ma un<br />
simbolo, un punto di partenza, una chiave con la<br />
quale accedere al mondo dei grandi. Poco importa<br />
di che genere fosse, sia décolleté, sandalo, o<br />
anche stivale. Esso rappresentava per tutte noi,<br />
e continua così anche oggi che, magari di scarpe<br />
ne collezioniamo a decine ogni mese, il primo<br />
pilastro della femminilità, senza il quale il salto<br />
dall’infanzia all’adolescenza, probabilmente<br />
avverrebbe comunque, ma non sarebbe così<br />
esattamente identificabile e indimenticabile. E<br />
così meraviglioso.<br />
N.41<br />
FASHION<br />
CM 101
Miti<br />
La primavera di Stephen Sprouse<br />
Dai graffiti di Luis Vuitton al tributo di Le Book: il 2009 si tinge di fluo<br />
di Francesca Barzaghi<br />
Molto più di un ricordo, molto più di un<br />
semplice tributo. Marc Jacob, stilista di<br />
Vuitton, dedica la prossima collezione<br />
primavera estate a uno dei talenti più espressivi e<br />
originali degli Anni Ottanta. A cinque anni dalla<br />
scomparsa di Stephen Sprouse, infatti, Vuitton si<br />
presenta sul mercato internazionale con una collezione<br />
forte, spregiudicata, audace, con gli stessi tratti essenziali<br />
delle creazioni del grande artista scomparso nel 2006.<br />
Sprouse, ancora troppo poco conosciuto al grande<br />
pubblico, è infatti stato uno dei miti creativi che ha<br />
contaminato irreversibilmente il mondo della moda<br />
e dello showbusiness, dando vita a capi unici, frutto<br />
dell’inedito mix tra lo stile sofisticato dell’Upper<br />
Est Side newyorkese e la cultura punk e pop<br />
dell’underground del Greenwich Village.<br />
Il sodalizio tra Jacob e Sprouse risale al 2000,<br />
quando i due danno vita a una collezione irriverente<br />
e in forte contrasto con la tradizione di Luis Vuitton,<br />
102 N.41 CM<br />
FASHION<br />
proponendola sulle passerelle per l’estate dell’anno<br />
successivo. Con quell’avventura, infatti, i due<br />
lanciarono un nuovo modo di interpretare il classico<br />
logo monogram in canvas, utilizzandolo come tela<br />
su cui elaborare sempre nuovi elementi artistici,<br />
regalando ai collezionisti un nuovo cult e allo star<br />
system internazionale un nuovo must nel campo della<br />
pelletteria. La collezione<br />
attuale vuole essere<br />
un secondo ricordo<br />
dell’amico Sprouse, (nel<br />
2006 infatti Jacobs<br />
già aveva utilizzato<br />
il maculato frutto<br />
della precedente<br />
collaborazione<br />
per arricchire<br />
borse e<br />
accessori)<br />
Sotto, l’edizione<br />
newyorkese<br />
del 2009 di<br />
Le Book<br />
articolata su due principali linee, la Roses e la Graffiti,<br />
in cui i modelli più rappresentativi di casa Vuitton<br />
si arricchiscono di rose meravigliose ed eccentriche<br />
macchiate con il fluo della street-art.<br />
La “Tribute to Stephen Sprouse Collection”,<br />
ufficialmente in vendita dai primi giorni del 2009,<br />
esce in momento di particolare sensibilità nei confronti<br />
dell’artista. Anche Le Book, infatti, rivista specializzata<br />
da quasi trent’anni nello scovare e accendere i riflettori<br />
sui migliori creativi sulla piazza internazionale, pubblica<br />
la sua edizione newyorkese del 2009 dedicandola<br />
interamente al genio di Sprouse. Prima di lui, tutti<br />
nomi illustri hanno avuto l’onore di “vestire” Le Book,<br />
ormai consacrato a unico e autorevole “who’s who”<br />
della moda e dell’advertising. Tutte edizioni frutto di<br />
collaborazioni eccellenti, da Yves Saint Laurent a<br />
Vivienne Westwood, passando per Yohji Yamamoto<br />
fino a Azzedine Alaïa, che oggi continuano nella<br />
tradizione celebrando Sprouse con una personale<br />
Alcune creazioni delle due collezioni,<br />
Graffiti (a sinistra) e Roses (a destra),<br />
di Marc Jacobs ispirate alla<br />
fantasia di Stephen Sprouse<br />
postuma.<br />
Allo stesso modo, significativa è l’apertura della<br />
retrospettiva, visitabile fino al 28 febbraio, a lui dedicata<br />
alla Deitch Projects Gallery di New York, in cui è<br />
possibile accedere, grazie ai suoi abiti e accessori,<br />
all’universo chic-punk inventato da Sprouse. “Rock<br />
on Mars”, così il titolo della mostra inaugurata lo<br />
scorso 8 gennaio, curata dall’ex assistente dell’artista,<br />
Jamie Bound e da Jessica Glasscock, studiosa di<br />
moda, è un tuffo nella New York anni Ottanta, città<br />
in cui artisti del calibro di Warhol, Basquiat e Haring<br />
riuscivano a trovare l’ispirazione e l’energia creativa<br />
che ispirava la loro espressività. La mostra è un vero<br />
e proprio live show dove musica, arte e moda giocano<br />
insieme mescolandosi, nel pieno rispetto dei desideri<br />
dell’artista, e contribuirà a incentivare ulteriormente<br />
la consacrazione ufficiale e internazionale di Stephen<br />
Sprouse, riconoscendone il valore aggiunto nella storia<br />
della moda.<br />
N.41<br />
FASHION<br />
CM 103
104 N.41 CM<br />
FASHION<br />
Gentleman style/1<br />
L’orologio<br />
La classica forma a<br />
cipolla d’oro, amata e<br />
rivalutata oggi anche<br />
dai giovani<br />
L’uomo e il suo orologio. Stili di vita<br />
a confronto, in cui l’orologio diventa<br />
l’elemento di distinzione<br />
di Francesca Barzaghi<br />
Acciaio, titanio, carbonio oro o platino. Poco<br />
importa il materiale scelto. Quel che conta è<br />
come lo si indossa. E l’effetto che si ottiene.<br />
Un orologio è uno dei dettagli più significativi indici<br />
del temperamento dell’uomo. È la sua forma, in primo<br />
luogo a distinguere l’universo maschile nelle grandi<br />
categorie caratteriali. C’è chi prediligendo la cipolla,<br />
probabile ricordo di famiglia e sinonimo di forte legame<br />
con le proprie radici e con il passato e vuole comunicare<br />
all’osservatore una forte propensione alla riflessione e<br />
una naturale tendenza al conservatorismo. Un orologio<br />
da tasca è l’oggetto ideale per chi non si limita a “vedere”<br />
il tempo, ma lo vuole osservare, senza timore di fermarsi<br />
un attimo ritagliandosi lo spazio di tempo necessario a<br />
contemplare un pezzo di storia che si porta in tasca: il<br />
suo orologio.<br />
Questo è l’uomo dalla cultura profonda, conoscitore e<br />
lettore appassionato che ama affascinare il prossimo,<br />
non concedendosi alle banalità e sempre alla ricerca<br />
dell’elemento che possa contraddistinguerlo; il tutto<br />
sempre con eleganza, sia nell’abbigliamento così come<br />
nel confronto dialettico.<br />
Sull’altro fronte si differenzia il “collettore”, colui che<br />
ama l’orologio da polso come oggetto in sé. Attentissimo<br />
alle mode del momento, identifica nei diversi modelli i<br />
suoi stati d’animo ,ed essendo soggetto a cambi d’umore<br />
repentini è sempre alla ricerca del modello di ultima<br />
uscita, con la convinzione che quello specifico orologio<br />
possa rappresentarlo al meglio in specifici contesti.<br />
Ma attenzione. È davvero raro imbattersi in un vero e<br />
proprio collezionista originale, ossia colui dedito allo<br />
studio dell’orologio come meccanismo di precisione,<br />
in grado di apprezzarne ingranaggi e bulloncini. Nella<br />
stragrande maggioranza dei casi ci i ritrova dinanzi a un<br />
fake, ossia il collezionista esteta, ammiratore della forma<br />
e dei materiali, che intende l’oggetto da polso come<br />
un’estensione naturale del suo carattere, e che quindi<br />
deve essere in grado di comunicare a chi lo osserva il suo<br />
pensiero. Ama tenersi aggiornato sulle ultime creazioni<br />
delle case produttrici di maggior prestigio e, per<br />
accaparrarsi un must, provvede a ordinare con svariati<br />
mesi di anticipo il suo esemplare, pur di arrivare primo<br />
al momento del confronto pubblico. Meglio ancora se il<br />
succitato è limited edition.<br />
Il vero e proprio collezionista invece vive la passione<br />
per gli orologi come un dono, una qualità preziosa<br />
da condividere con pochissimi eletti in grado di<br />
comprendere. Raramente indossa un esemplare della<br />
sua collezione, ma mai per sfoggiarlo in pubblico.<br />
Predilige godere del suo “bene” in privato, alla presenza<br />
eventuale di altri estimatori privilegiati, ma ancor<br />
meglio se in solitudine. L’attenzione che dedica alla<br />
ricerca di modelli unici o esemplari di grande rarità è<br />
difficilmente comprensibile, ma il fascino esercitato<br />
da questi oggetti unici sul collezionista è la vera spinta<br />
propulsiva della sua attività. Gli orologi appassionano i<br />
collezionisti anche per la loro affascinante storia. Dalle<br />
rarità del 1200, secolo in cui apparvero i primissimi<br />
modelli in grado di segnare esclusivamente le ore,<br />
ai decori animalier e floreali del 1500, fino ad alcuni<br />
esemplari dal valere inestimabile del 700, periodo in<br />
cui l’orologio, incastonato all’interno di gioielli preziosi<br />
divenne accessorio di prestigio e simbolo di status<br />
sociale. Dal 1800 iniziano ad apparire i primi modelli<br />
con meccanismo automatico, diventando questi oggetti<br />
di culto di un’altra tipologia di collezionista, dedito allo<br />
studio della componentistica e del movimento interno.<br />
Altra categoria di grande rilevanza, soprattutto in<br />
termini statistici, è data dai sentimentali, ossia coloro<br />
che instaurano un rapporto fiduciario con il proprio<br />
orologio. Il sentimentale, infatti, può possederne più<br />
di uno, solitamente di poche case produttrici che<br />
predilige e che elegge come di suo interesse, ma ad<br />
ogni esemplare della sua collezione affida un “ruolo”<br />
specifico. Ognuno di essi rappresenta esattamente<br />
un lato specifico del suo carattere, che, a seconda dei<br />
casi e dei contesti, vuole sottolineare e fare emergere.<br />
Solitamente indossa lo stesso esemplare per lunghissimi<br />
periodi, se non per tutta la vita, perchè lo ha eletto come<br />
elemento imprescindibile della sua personalità e del suo<br />
essere, sia in pubblico che in privato, salvo alternarlo<br />
con altri modelli per determinate occasioni o ricorrenze.<br />
L’orologio numero uno, però, resta sempre il prediletto<br />
perchè, per il sentimentale, rappresenta il compagno<br />
che lo ha assistito come nessun’altra persona o oggetto,<br />
scandendone i momenti più significativi della sua vita, in<br />
grado di rammentarglieli ad ogni occhiata.<br />
Infine compare l’uomo che, al contrario, non ama<br />
indossare alcun orologio, né da polso né da tasca.<br />
Potrebbe essere perchè non tollera alcun “elemento<br />
estraneo”– ad esempio bracciali o anelli – oppure<br />
perchè si dichiara perfettamente in grado di orientarsi<br />
biologicamente nell’arco della giornata, senza<br />
l’intervento di un oggetto che gli indichi il passare del<br />
tempo... salvo poi interrogare il display del proprio<br />
cellulare immancabilmente ogni mezz’ora.<br />
Molti inoltre dichiarano che il non indossare l’orologio<br />
sia un vezzo, al pari di chi invece lo indossa per<br />
sfoggiarlo. In ogni caso, qualunque sia il proprio gruppo<br />
di appartenenza, qualunque tipologia di orologio abbiate<br />
scelto e soprattutto qualsiasi sia il rapporto che con<br />
esso abbiate instaurato, una semplice verità è in grado<br />
di accomunarci tutti: il tempo passa anche se non lo si<br />
guarda.<br />
Un cronografo sportivo<br />
e i Rolex di ieri e oggi,<br />
inarrivabili esempi di<br />
classe ed eleganza<br />
N.41<br />
FASHION<br />
CM 105
106 N.41 CM<br />
FASHION<br />
Gentleman style/2<br />
La Cravatta<br />
Focus sul grande classico<br />
dell’eleganza maschile che<br />
sopravvive alle tendenze<br />
di Francesca Barzaghi<br />
Inizia da questo numero<br />
l’avventura che ci porterà alla<br />
riscoperta dei dettagli più eleganti<br />
dell’abbigliamento maschile. Grandi<br />
classici che sopravvivono, nonostante<br />
le eccentricità della moda, o piccoli<br />
elementi le cui quotazioni restano<br />
stazionarie nel bollettino dei trend<br />
da passerella, fino a che lo stilista di<br />
turno decide di rilanciarli.<br />
La selezione naturale, infatti, non<br />
si applica più solo agli esseri<br />
viventi, ma anche alla moda. Ed<br />
ecco quindi una scelta ufficiale dei<br />
capi sopravvissuti, nonostante gli<br />
umori della moda, una carrellata<br />
di evergreen che ogni gentlemen<br />
dovrebbe possedere e sfoggiare.<br />
Capi imperdibili in grado di<br />
identificare l’eleganza maschile<br />
che supera ogni confine, di tempo e<br />
spazio. Frutto di stili diversi, ma unici per<br />
essenzialità, rigore e carattere.<br />
Un viaggio nel passato, alla luce del gusto<br />
moderno, che ci farà comprendere come la<br />
vera eleganza, quella con la “e” maiuscola,<br />
in grado di far brillare di luce propria il<br />
gentleman che la interpreta, non possa mai<br />
passare di moda, e i cui canoni, in un mondo<br />
in cui tutto corre a velocità impazzite, restano<br />
ben saldi su se stessi. Da più di duecento anni.<br />
La cravatta<br />
«Una cravatta bene annodata è il primo<br />
passo serio nella vita» (Oscar Wilde, da<br />
“L’importanza di chiamarsi Ernesto”).<br />
L’ornamento, nato ufficialmente nel 1925<br />
da un’idea del cravattaio americano Jesse<br />
Dall’alto Lord Brummel,<br />
un dandy ottocentesco,<br />
Oscar Wilde, Andrè Gide<br />
e un gentleman<br />
degli Anni Venti<br />
Langdorsf ma i cui prototipi erano già<br />
amati ai tempi dei romani, passando per la<br />
Francia di Luigi XIV, fino alla duchessa di<br />
Lavllière che la introdusse anche nel vestiaire<br />
femminile, rappresenta oggi più che mai un<br />
elemento imprescindibile dell’eleganza del<br />
gentleman moderno.<br />
Più che un dettaglio uno stile di vita<br />
Sia essa di cachemire, batista o broccato, oggi<br />
si può parlare di una vera e propria “guerra”<br />
per la cravatta più bella, più particolare e più<br />
preziosa.<br />
Se si convalida l’assunto secondo cui<br />
l’interpretazione del carattere di una donna<br />
passa dall’osservazione delle scarpe che<br />
indossa, lo stesso si può dire per l’uomo e<br />
la sua cravatta, definita il gioiello maschile<br />
per eccellenza. Infatti, al di là del contesto<br />
lavorativo o privato in cui la si sfoggia,la<br />
scelta della cravatta è determinata dalla<br />
personalità del gentleman che ne fa uso.<br />
Il ventaglio di modelli esistenti infatti è<br />
abbastanza esteso da soddisfare tutte le<br />
esigenze di stile. Dalla classica dai disegni<br />
geometrici, ai micro pois, passando per le<br />
tinte unite fino ai decori floreali e animali.<br />
La parola d’ordine, comunque, ossia la<br />
vera cravatta per eccellenza che perdura nel<br />
tempo, sembra essere la Regimental, nata in<br />
Inghilterra per distinguere gli appartenenti<br />
ad un reggimento, da cui prende il nome, che<br />
negli anni ha varcato i confini britannici e ha<br />
conquistato il mondo come vero simbolo di<br />
eleganza maschile.<br />
La scelta della cravatta è dunque dettata dal<br />
proprio modo di essere e di comportarsi in<br />
pubblico, e ognuno la sceglie in base alla<br />
propria personalità. Ecco quindi il detto in<br />
voga tra gli appassionati “Dimmi la cravatta<br />
che indossi e ti dirò chi sei”. Curioso, infatti<br />
è uno studio condotto da una branca della<br />
psicologia moderna, secondo il quale è<br />
possibile definire una correlazione tra la<br />
cravatta, il carattere e l’ambizione della<br />
persona che la indossa. E così i disegni<br />
geometrici sono indice di una ricerca<br />
dell’ordine, quelle a strisce denotano una<br />
forte attitudine all’organizzazione. Tra le<br />
strisce, poi, quelle larghe sono sinonimo<br />
di esuberanza, mentre quelle sottili, di<br />
meticolosità. In genere poi più è grande la ><br />
N.41<br />
FASHION<br />
CM 107
108 N.41 CM<br />
FASHION<br />
fantasia, maggiore sarà l’impegno fisico che<br />
si dovrà affrontare: disegni grandi per una<br />
gita in macchina, piccoli per una normale<br />
giornata d’ufficio.<br />
Insomma, è possibile assumere, al di là di<br />
questi studi, che la scelta della cravatta<br />
passa anche dall’esigenza di affermazione<br />
del proprio Io, ossia, oltre che dal gusto<br />
personale, dal desiderio di apparire agli occhi<br />
del mondo sotto una particolare luce.<br />
Come indossarla<br />
Per comprendere al meglio come indossare<br />
una cravatta, ogni uomo sensibile<br />
all’eleganza e allo stile dovrebbe seguire<br />
l’esempio di Lord George Bryan Brummel,<br />
dandy leggendario, nonché grande stilista<br />
che, dell’inizio del XIX secolo, fu capace di<br />
introdurre una moda innovativa, scegliendo<br />
di indossare un primo prototipo di cravatta,<br />
costituito da un fazzoletto. Lord Brummel,<br />
vaccinato contro qualsiasi eccesso,<br />
sosteneva che l’eleganza non dovesse mai<br />
lasciare il minimo spazio a ridicolaggini ed<br />
esagerazioni. Il Lord, infatti aveva un look<br />
molto personale con frac blu, panciotto,<br />
pantaloni beige, stivali neri e fazzoletto da<br />
collo bianco. L’elemento che distingueva<br />
il lord era la sua leggendaria pignoleria in<br />
fatto di look, al punto da cambiare fazzoletto<br />
nel caso in cui il primo tentativo di nodo<br />
risultasse di brutto effetto, dal momento che<br />
una volta stropicciato, non più perfettamente<br />
candido e inamidato, potesse essere ritenuto<br />
inutilizzabile.<br />
Oltre che per la scelta delle forme, dei tessuti<br />
e delle fantasie, la cravatta, infatti, diventa<br />
tratto di distinzione, anche e soprattutto<br />
caratteriale, per il modo in cui viene<br />
realizzato il nodo. Esso, oltre a rappresentare<br />
secondo l’iconografia simbolica maschile,<br />
l’unione, il matrimonio e la fertilità,<br />
costituisce l’elemento essenziale senza il<br />
quale la cravatta stessa non avrebbe motivo<br />
di esistere.<br />
Sebbene secondo la tradizione i principali<br />
modi di annodarsi la cravatta siano quattro,<br />
nella realtà quotidiana se ne contano fino<br />
a 85, senza considerare ovviamente i casi<br />
meno felici di cui noi donne siamo spesso<br />
spettatrici.<br />
Ecco una breve carrellata dei principali<br />
modelli, più conosciuti e apprezzati<br />
dal genere maschile. Tra i basici<br />
si ritrova il Four-in-hand<br />
dall’omonimo <strong>Club</strong> londinese<br />
del XIX secolo, detto anche<br />
nodo semplice o tiro<br />
a quattro, comparso<br />
per la prima volta<br />
verso la fine del<br />
diciannovesimo<br />
secolo. Questo è il<br />
grande classico tra i<br />
nodi di cravatta, nonché<br />
il più utilizzato per la<br />
semplicità di realizzazione. È<br />
ideale per la maggior parte delle<br />
cravatte e per quasi tutti i colli di<br />
camicia. Al fine di realizzare correttamente<br />
il nodo semplice, basta seguire due regole<br />
fondamentali in grado di garantire il<br />
massimo risultato. Primo, è indispensabile<br />
che il nodo sia in armonia con la camicia,<br />
non troppo nascosto, né troppo distaccato<br />
dal collo. Inoltre ricordarsi sempre che la<br />
parte più larga della cravatta, la punta più<br />
ampia, deve posizionarsi al livello della<br />
cintura. Simile al primo è il Double Simple,<br />
o doppio semplice. Ciò che lo distingue<br />
dal nodo semplice è il secondo passaggio,<br />
ovvero un secondo avvolgimento della<br />
cravatta. Il risultato che si ottiene è un<br />
nodo molto stretto, che ha condotto gli<br />
americani a definire questo modello come<br />
“shrinker”, da “head-shrinker”, ossia il nodo<br />
per gli strizzacervelli. Semplice e rapido da<br />
realizzare, perfetto per i colli italiani e le<br />
cravatte leggermente sottili, è ideale per gli<br />
uomini di bassa statura.<br />
Un altro tipo di nodo molto utilizzato è lo<br />
Small Knott, ossia il nodo piccolo, ideale per<br />
le cravatte spesse, ad esempio in seta tessuta,<br />
e ai colli stretti. E ancora, il Windsor, di cui<br />
il Duca di Windsor lanciò la moda, è un nodo<br />
dallo charme molto inglese. È voluminoso e<br />
di conseguenza si porta con colli molto ampi,<br />
per esempio, i colli italiani e con cravatte<br />
molto sottili. Curioso sapere come questo<br />
nodo, in Italia famoso anche come Scappino,<br />
non sia mai stato usato dal suo creatore.<br />
Il Duca di Windsor, infatti, preferiva<br />
farsi tagliare le cravatte appositamente<br />
per ottenere un nodo molto regolare e<br />
decisamente più preciso. Infatti, affinché sia<br />
realizzato correttamente, il nodo deve essere<br />
perfettamente simmetrico, non ammettendo<br />
imperfezioni.<br />
Per le cravatte decisamente più spesse,<br />
e onde evitare che il viso del gentleman<br />
sia coperto da un nodo ingombrante, è<br />
consigliabile l’Half Windsor, o Nicky,<br />
nomignolo derivante dal suo inventore,<br />
Nikita Krushov, che proprio a causa di tessuti<br />
scelti non poteva utilizzare il Windsor.<br />
Questo nodo, infatti, è sicuramente più facile<br />
da realizzare rispetto al precedente, ed è<br />
ideale per i colli aperti. Di qualsiasi genere<br />
sia la scelta, il gentleman deve sapere che<br />
la cravatta è certamente uno dei dettagli più<br />
osservati dal genere femminile, e pertanto<br />
utile per dare un’immediata conoscenza del<br />
proprio carattere e della propria persona.<br />
Se è raro trovare un motivo decor che<br />
possa davvero rispecchiare il gusto di<br />
entrambi, siamo convinti che, per fare una<br />
bella figura e per essere apprezzati alla<br />
prima occhiata, sia opportuno optare su un<br />
basic, dai colori pacati e senza contrasti.<br />
Se il nostro gentleman non è esattamente<br />
intenzionato ad apparire come il nuovo<br />
dandy del Ventunesimo secolo, il consiglio<br />
è di abbandonare i toni pastello e i disegni<br />
particolarmente evocativi. Ricordandosi che<br />
con una Regimental non si sbaglia mai.<br />
N.41<br />
FASHION<br />
CM 109
Gentleman style/3<br />
marco lanzetta<br />
metodo e precisione<br />
Il medico più noto di <strong>Monza</strong> (e non solo) racconta come la serietà richiesta<br />
dalla sua professione ne influenzi il look<br />
di Chiara Bramati - foto Marco Brioschi<br />
Schivo e riservato per tutto ciò che non<br />
riguarda la professione per cui è il<br />
“medico della mano” più famoso in<br />
tutto il mondo, il professor Marco Lanzetta,<br />
Direttore dell’Istituto Italiano di Chirurgia<br />
della Mano di <strong>Monza</strong> e chirurgo di fama<br />
internazionale, toglie per qualche minuto<br />
il camice. Lo fa per raccontare a <strong>Monza</strong><br />
<strong>Club</strong> come riesce a caratterizzare se stesso<br />
nell’abbigliamento e tramite i dettagli<br />
senza dimenticare mai la propria immagine<br />
pubblica.<br />
Com’è il suo rapporto con l’abbigliamento<br />
e la moda?<br />
«Direi che è molto istituzionale, anche<br />
quando non indosso il camice. La mia<br />
professione mi ha portato ad essere sempre<br />
preciso e metodico e questo si riflette<br />
anche nel mio modo di vestire: accurato,<br />
ordinato e professionale. Anche nell’ordine<br />
degli armadi e nella sequenza dei cambi<br />
sono sempre sistematico: camicie ordinate<br />
per colore, dal bianco al nero e la stessa<br />
successione di gesti ogni mattina».<br />
Nemmeno nel tempo libero si concede<br />
qualche stranezza?<br />
«Certo, quando non lavoro mi piace<br />
indossare anche capi particolari, come<br />
giacche di pelle o stivali australiani, di cui<br />
ho una collezione. In casa, poi, apprezzo la<br />
comodità e il fatto di poter indossare capi<br />
che ho acquistato durante i molti viaggi che<br />
ho fatto, soprattutto in Africa».<br />
110 N.41 CM<br />
FASHION<br />
Orologio:<br />
Montblanc<br />
Mano sinistra:<br />
senza la fede, per<br />
non rischiare di<br />
perderla visto<br />
che quando<br />
opera la deve<br />
togliere<br />
Cosa non butterebbe mai dal suo armadio?<br />
«La mia prima camicia azzurra, dello stesso<br />
colore dei miei occhi, con il collo alla<br />
coreana: la possiedo da quasi trent’anni, ma<br />
è legata a tantissimi ricordi. Non la uso più,<br />
ma non la butterei mai.<br />
E poi non mi staccherei mai dall’orologio<br />
ereditato da mio nonno: un Longines con il<br />
cinturino in pelle che ha la caratteristica di<br />
avere, nel datario, accanto al numero 27, un<br />
piccolo segno, in ricordo del giorno del mese<br />
in cui doveva pagare gli operai; lo indosso<br />
quando sento la sua mancanza.<br />
La stessa cosa vale anche per la mia prima<br />
macchina che mi ha regalato lui, una Fiat<br />
1100 del 1962... ma quella di certo non entra<br />
nell’armadio!».<br />
Cravatta:<br />
Gucci, ma possiede<br />
anche la collezione<br />
delle cravatte di<br />
Bulgari con piccole<br />
mani stampate<br />
Pochette:<br />
Gucci,<br />
regalo della<br />
moglie<br />
Scarpe:<br />
Dolce & Gabbana<br />
Camicia:<br />
bianca di<br />
Moreschi<br />
Abito:<br />
Dolce & Gabbana,<br />
gli unici che non<br />
hanno bisogno<br />
di molti ritocchi,<br />
a parte uno<br />
piccolo sulla<br />
spalla<br />
Pantalone:<br />
Senza risvolto<br />
N.41<br />
FASHION<br />
CM 111
CONSULENTE D’IMPRESA<br />
Capita spesso che, ad un’impresa formalmente<br />
individuale, partecipi il coniuge o un altro familiare con<br />
lo svolgimento di attività gestorie, oppure con interventi<br />
economici, più o meno diretti. Inoltre, specie nelle piccole<br />
imprese, si assiste spesso a fenomeni di assistenza finanziaria,<br />
prestazioni di garanzie o altri tipi di apporti<br />
da parte di familiari (frequentemente coniugi<br />
e/o genitori) di chi esercita l’attività. Perciò,<br />
in giurisprudenza si sono selezionati una<br />
serie di indici presuntivi per identificare la<br />
sussistenza di una società di fatto rispetto ad<br />
un’attività formalmente iscritta quale impresa<br />
individuale. Questi stessi indici vengono<br />
anche utilizzati per individuare ulteriori soci<br />
di fatto di una società palese.<br />
Nell’ipotesi in cui il rapporto sociale, di<br />
fatto, coinvolga soggetti legati da vincoli<br />
familiari, la giurisprudenza attribuisce<br />
particolare rilievo alla distinzione tra la<br />
cosiddetta affectio societatis e la cosiddetta<br />
affectio coniugalis o familiaris. La prima è<br />
considerata quale intenzione dei contraenti<br />
di vincolarsi e collaborare per l’esercizio<br />
in comune di un’attività imprenditoriale,<br />
mentre l’affectio familiaris è espressione dei<br />
rapporti solidaristici che legano i coniugi<br />
e i parenti stretti. In concreto, occorre<br />
valutare, caso per caso, se la prestazione<br />
di garanzie o l’elargizione di finanziamenti sia espressione<br />
dell’una o dell’altra affectio, dato che solo nel primo caso<br />
risulterà provata l’esistenza della società di fatto. Ovviamente<br />
maggior forza probatoria avranno gli atti di ingerenza diretta<br />
nell’amministrazione o nell’attività negoziale della società.<br />
CM<br />
Il familiare che presta<br />
fideiussione diventa socio?<br />
In azienda il supporto economico dei componenti della famiglia<br />
è equiparabile a un apporto sociale vero e proprio<br />
a cura di Eliano Goltara<br />
La giurisprudenza è concorde nello statuire che il legame<br />
affettivo non è, di per sé, idoneo ad escludere la causa societaria<br />
dell’apporto, ma richiede, come già detto, un maggior rigore<br />
nella prova e nella valutazione degli ordinari indici presuntivi (da<br />
ultima, si è espressa in tal senso la Suprema Corte di Cassazione<br />
con la sentenza n. 11562 del 9/05/2008).<br />
Nel caso portato all’attenzione della Corte<br />
Suprema era risultato, ad esempio, che le<br />
fideiussioni prestate dalla moglie al marito<br />
imprenditore erano state ingenti, sistematiche<br />
e frutto di autonoma determinazione, atte<br />
a far ritenere provato, a livello presuntivo,<br />
che esse, nell’intenzione di chi le aveva<br />
poste in essere, dovevano considerarsi<br />
come apporti sociali. C’è da rilevare come<br />
le pronunce giurisprudenziali in materia,<br />
si sono quasi sempre espresse a margine di<br />
questioni attinenti il fallimento di società<br />
(e/o di soci) di fatto e, in estensione, di tutti<br />
i soci illimitatamente responsabili (palesi o<br />
di fatto), ovvero in sede di opposizione a tali<br />
sentenze dichiarative.<br />
Se il rapporto tra i componenti della<br />
famiglia si struttura all’esterno come un<br />
rapporto societario, di fatto devono trovare<br />
applicazione, in relazione alle procedure<br />
concorsuali, i principi generali che<br />
regolamentano tale tipo di società tra i quali<br />
l’assoggettabilità al fallimento di tutti i soggetti che partecipano<br />
al sodalizio.<br />
Si avrà, più precisamente, un’apprensione alla massa attiva (ed<br />
il conseguente spossessamento) del patrimonio di tutti i familiari<br />
ai quali venga riconosciuta la qualifica di socio di fatto.<br />
Eliano Goltara<br />
Svolge la professione di avvocato presso i propri studi di <strong>Monza</strong> e di Milano e si occupa prevalentemente<br />
di diritto dell’impresa. Ricopre l’incarico di consigliere in diversi consigli di amministrazione ed è autore<br />
di numerose pubblicazioni. È titolare di Studio Goltara Avvocati.<br />
Studio Legale Goltara - Vicolo Duomo, 1 - 20052 - <strong>Monza</strong> - Tel. 039 3900081<br />
Informatizzazione della<br />
sicurezza sul lavoro<br />
La consegna dei documenti sulla sicurezza dei lavoratori su supporto<br />
informatico risponde all’adempimento dell’obbligo di legge<br />
È<br />
possibile consegnare al rappresentante dei lavoratori<br />
per la sicurezza il documento di valutazione dei rischi<br />
unicamente su supporto informatico? La consegna al<br />
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di un terminale<br />
(pc portatile connesso con la rete aziendale) contenente il<br />
documento di valutazione dei rischi dell’unità<br />
produttiva di competenza e consultabile<br />
all’interno dei locali aziendali (in qualsiasi<br />
area) negli orari di operatività dell’unità<br />
stessa(normalmente dal lunedì al sabato dalle<br />
7.00 alle 21.30) costituisce, per il datore di<br />
lavoro, assolvimento dell’obbligo previsto<br />
dall’articolo 18 comma 1 lett. o) del D.Lgs.<br />
n. 81/20081?<br />
L’articolo 18 comma 1 lettera o) del D.Lgs.<br />
n. 81/2008, nel prevedere che il datore di<br />
lavoro debba consegnare al rappresentante<br />
per la sicurezza, su richiesta di questi e per<br />
l’espletamento della sua funzione, copia del<br />
documento di valutazione dei rischi nonché<br />
consentire l’accesso ai dati relativi agli<br />
infortuni sul lavoro non specifica tuttavia le<br />
modalità di consegna.<br />
Il comma 5 dell’art 53 del medesimo decreto<br />
stabilisce inoltre che tutta la documentazione<br />
rilevante in materia di igiene, salute e<br />
sicurezza sul lavoro e tutela delle condizioni<br />
di lavoro possa essere tenuta su un unico supporto cartaceo o<br />
informatico. La previsione viene a risolvere la questione assai<br />
dibattuta sul piano applicativo se il documento inerente la<br />
valutazione dei rischi dovesse essere materialmente consegnato<br />
a cura dello Studio Leoni<br />
o fosse invece solo accessibile al rappresentante dei lavoratori<br />
per la sicurezza per la sua consultazione. La problematica<br />
scaturiva dalla formulazione dell’art. 19, comma 5, del D.Lgs.<br />
n. 626/1994 che parlava di diritto di “accesso” al documento<br />
sulla valutazione dei rischi; si era tuttavia ritenuto che, stante il<br />
ruolo effettivo e non meramente formale del<br />
rappresentante, lo stesso avesse diritto alla<br />
materiale consegna dei documenti, ovviamente<br />
in copia, necessari per svolgere appieno<br />
le sue funzioni. Tale indirizzo ha trovato<br />
ora conferma sul piano legislativo. Atteso<br />
quindi che la nuova previsione normativa<br />
prevede la “consegna del documento” è da<br />
valutare se la consegna al rappresentante dei<br />
lavoratori per la sicurezza di un terminale<br />
(pc portatile connesso con la rete aziendale)<br />
contenente il documento di valutazione dei<br />
rischi dell’unità produttiva di competenza e<br />
consultabile all’interno dei locali aziendali,<br />
risponda al dettato normativo.<br />
Si ritiene che, non essendo prevista alcuna<br />
formalità per la consegna del documento,<br />
l’adempimento all’obbligo di legge è<br />
comunque garantito mediante consegna dello<br />
stesso su supporto informatico, anche se<br />
utilizzabile solo su terminale video messo a<br />
disposizione del rappresentante dei lavoratori<br />
per la sicurezza giacché tale modalità,<br />
consentendo la disponibilità del documento in qualsiasi<br />
momento ed in qualsiasi area all’interno dei locali aziendali,<br />
non pregiudica lo svolgimento effettivo delle funzioni del<br />
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.<br />
Eugenio Leoni<br />
Consulente del lavoro, esperto in materie sindacali e rapporti con gli enti pubblici, case editrici, società<br />
sportive e dello spettacolo. È titolare dello Studio Leoni, attività con 30 dipendenti e 10000 paghe mensili<br />
elaborate.<br />
Studio Leoni - Via Statuto, 4 - 20121 - Milano<br />
Tel. 02 36573500 - Fax. 02 62910074 - info@studioleoni.it - www.studioleoni.it<br />
CONSULENTE DEL LAVORO<br />
N.41<br />
112 N.41 C<br />
M 113
Nell’ambito dell’intero territorio europeo vige il principio<br />
della responsabilità oggettiva del produttore, introdotto<br />
con la direttiva comunitaria 85/374, originariamente<br />
recepita in Italia dal DPR 224/88 e poi confluita nel Codice<br />
del Consumo agli artt.114 e seguenti (Parte IV - “Sicurezza e<br />
qualità”).<br />
Il varo di tale direttiva ha costituito un passo saliente nel processo<br />
di armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia di<br />
responsabilità del produttore per i danni causati dal carattere<br />
difettoso dei suoi prodotti, laddove con essa si sono rimosse le<br />
disparità esistenti fra le legislazioni dei singoli paesi, disparità<br />
tali da falsare le regole della concorrenza, pregiudicare la libera<br />
circolazione delle merci all’interno del mercato comune e<br />
determinare, a seconda del Paese di residenza, disparità nel grado<br />
di protezione del consumatore.<br />
Lo scopo della normativa consiste nell’essere un sistema di<br />
elevata protezione a favore del consumatore in relazione ai danni<br />
causati alla persona e ai beni da un prodotto difettoso, mediante<br />
l’introduzione del principio della “oggettiva” responsabilità del<br />
produttore, chiamando cioè quest’ultimo a rispondere del danno<br />
cagionato da difetti del suo prodotto, anche qualora non ne abbia<br />
colpe dirette: il semplice fatto di avere creato una situazione di<br />
pericolo – l’immissione sul mercato di un prodotto difettoso – è<br />
già sufficiente per far ricadere sul produttore la responsabilità per<br />
gli eventuali danni che ne derivino.<br />
In particolare il legislatore sancisce che:<br />
- per “prodotto” si intende ogni bene mobile, anche se incorporato<br />
in altro bene mobile o immobile (art.115);<br />
- qualora il produttore non sia individuato, è sottoposto alla<br />
stessa responsabilità il fornitore che abbia distribuito il prodotto<br />
nell’esercizio di un’attività commerciale (art.116);<br />
- un prodotto è difettoso quando non offre la sicurezza che ci si può<br />
CM<br />
CONSULENTE LEGALE<br />
La responsabilità<br />
del produttore<br />
La creazione di una situazione di pericolo costituisce una precisa<br />
responsabilità del produttore<br />
a cura di Giorgio Galbiati<br />
legittimamente attendere, tenuto conto anche delle modalità di<br />
sua commercializzazione, dell’uso al quale il prodotto può essere<br />
ragionevolmente destinato e dei comportamenti che, in relazione<br />
ad esso, si possono ragionevolmente prevedere (art.117);<br />
- un prodotto è difettoso se non offre la sicurezza offerta<br />
normalmente dagli altri esemplari della medesima serie<br />
(art.117);<br />
- la responsabilità è esclusa solo in casi eccezionali, ovvero<br />
qualora il produttore non abbia messo il prodotto in circolazione,<br />
oppure se il difetto che ha cagionato il danno non esisteva quando<br />
il prodotto è entrato in circolazione, o ancora se il produttore<br />
non aveva fabbricato il prodotto per la vendita o per qualsiasi<br />
altra forma di distribuzione a titolo oneroso, e infine se lo stato<br />
delle conoscenze scientifiche e tecniche, al momento in cui il<br />
produttore ha messo in circolazione il prodotto, non permettesse<br />
ancora di considerare il prodotto come difettoso (art.118);<br />
- il danneggiato deve solo provare il difetto, il danno, e la<br />
connessione causale tra difetto e danno, mentre spetta al<br />
produttore offrire la prova liberatoria, ovvero provare i fatti che<br />
possono escludere la sua responsabilità (art.120);<br />
- è risarcibile il danno cagionato dalla morte o da lesioni personali,<br />
la distruzione o il deterioramento di una cosa diversa dal prodotto<br />
difettoso (art.123);<br />
- è nullo qualsiasi patto che escluda o limiti preventivamente, nei<br />
confronti del danneggiato, la responsabilità prevista dal presente<br />
titolo (art.124);<br />
- il diritto al risarcimento si prescrive in tre anni dal giorno in cui<br />
il danneggiato ha avuto o avrebbe dovuto avere conoscenza del<br />
danno, del difetto e dell’identità del responsabile (art.125);<br />
- il diritto al risarcimento si estingue alla scadenza di dieci<br />
anni dal giorno in cui il produttore o l’importatore nell’ Unione<br />
europea ha messo in circolazione il prodotto che ha cagionato il<br />
danno (art.126).<br />
Avv. Giorgio Galbiati<br />
È iscritto all’Albo degli Avvocati di <strong>Monza</strong> dal 2001. Avvocato civilista, si occupa di diritto commerciale,<br />
societario e fallimentare. È membro del direttivo della Camera Civile di <strong>Monza</strong>, associazione di avvocati<br />
dedita allo studio e all’approfondimento del diritto civile. Collabora con L’Ordine Avvocati di <strong>Monza</strong> per<br />
lo sviluppo del processo civile telematico. Dal 2000 è socio dello studio Galbiati Pozzoli Radaelli.<br />
Chi ha paura del<br />
dentista?<br />
Domande, dubbi, curiosità e paure da sconfiggere per un sorriso più bello.<br />
Da questo numero ci aiuta un vero esperto<br />
a cura di Filiberto Vago<br />
Molte persone, ancora oggi, evitano le cure odontoiatriche<br />
per un motivo molto semplice: hanno paura del dentista!<br />
Esse non solo non si sottopongono ai normali trattamenti<br />
di igiene e profilassi e non effettuano neppure le cure basilari, ma<br />
a volte non fanno nemmeno una semplice visita di controllo. Un<br />
comportamento che rende inevitabile l’insorgere<br />
di problemi odontoiatrici, a volte gravi, e comporta<br />
un deterioramento progressivo dello stato di<br />
salute della bocca. Il motivo di tale diffidenza nei<br />
confronti delle cure odontoiatriche è spesso dovuto<br />
a “traumi” patiti in giovane età, o a cure eseguite<br />
con insufficiente anestesia e fatte senza le dovute<br />
spiegazioni preliminari e il consenso da parte del<br />
paziente. Altre volte si tratta di paure “ataviche”<br />
che bloccano davanti a qualsiasi cura medica.<br />
Per aiutare i pazienti a superare queste paure, nel<br />
nostro Studio abbiamo adottato diverse strategie.<br />
Innanzitutto l’ambiente è rilassante e confortevole.<br />
Un’attenzione particolare è rivolta alla sala d’attesa<br />
che non deve essere vissuta come l’anticamera<br />
del “patibolo”. I colori sono stati scelti con cura,<br />
la musica di sottofondo piacevole, i giornali e le<br />
riviste attuali creano un clima caldo e familiare. Il<br />
personale è stato adeguatamente preparato da uno<br />
psicologo che ha spiegato loro come approcciare il paziente per<br />
non traumatizzarlo ma, anzi, aiutarlo a superare gli stati d’ansia. Il<br />
primo approccio, in ufficio, è molto soft e per nulla aggressivo: già<br />
durante la prima visita si cerca di entrare in sintonia con il paziente,<br />
ascoltandone esigenze ed aspettative e dando i primi consigli utili<br />
per la soluzione dei problemi.<br />
Per i giovani pazienti che vengono in Studio per la prima volta<br />
abbiamo ideato il “Coraggio da Leone <strong>Club</strong>”: su una tessera a punti<br />
vengono posti dei bollini “al merito”: tanto più il bambino è bravo<br />
e si lascia trattare, tanti più punti merita. A quota 10 riceverà un<br />
diploma personalizzato, a 20 una medaglia, a 30 una coppa.<br />
Sia con i piccoli, che con i grandi pazienti, infatti, guadagnata la loro<br />
fiducia, il resto di solito diventa molto più semplice e i trattamenti<br />
vengono accettati con serenità. Può capitare, però, che queste<br />
attenzioni non siano sufficienti; allora si possono<br />
- anzi, si devono - adottare misure più efficaci,<br />
come l’uso di farmaci molto blandi e ben tollerati,<br />
mentre l’uso di ansiolitici o tranquillanti è normale<br />
in individui molto tesi e preoccupati.<br />
In casi più gravi si può utilizzare il protossido<br />
d’azoto miscelato con ossigeno, un gas che viene<br />
inspirato con apposite mascherine e che possiede<br />
anche la capacità di desensibilizzare le mucose. Se,<br />
tuttavia, il livello di “paura” è tale da impedire al<br />
paziente di curarsi, non si deve escludere il ricorso<br />
all’uso di farmaci che vengono infusi per via<br />
endovenosa dall’anestesista, estremamente sicuri e<br />
testati da tempo.<br />
L’insieme di queste attenzioni e presidi aiuta a vincere<br />
il blocco psicologico che impedisce di sottoporsi a<br />
cure dentali. Del resto oggi l’Odontoiatria ha fatto<br />
passi da gigante e si hanno a disposizione cure<br />
affidabili e sofisticate, impensabili solo alcuni anni<br />
fa. Inoltre malattie dei denti e delle gengive, se non curate o, peggio,<br />
trascurate, possono dare anche disturbi ad altri distretti corporei o<br />
peggiorare l’andamento di malattie già di per sé gravi. Il diabete,<br />
ad esempio, può acutizzarsi in pazienti con situazioni parodontali<br />
compromesse (piorrea) ed è risaputo che una malocclusione (il<br />
contatto non corretto tra i denti) non adeguatamente sistemata può<br />
amplificare dolori alla cervicale, alle spalle e alla schiena.<br />
Rinunciare ad una bocca sana, bella, armonica e “ben funzionante”<br />
per una paura che si può vincere facilmente è un vero peccato.<br />
Dottor Filiberto Vago<br />
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1979 e Specializzato in Odontostomatologia<br />
presso la stessa Università nel 1983. Nei primi anni di attività si è occupato prevalentemente di Chirurgia parodontale,<br />
seguendo corsi in Italia e all’estero; si è poi dedicato all’Implantologia e ha tenuto vari corsi come relatore. Ha sempre<br />
svolto la libera professione in studi dentistici come collaboratore e poi come associato. Dal 1991 è titolare dello<br />
“ Studio Dentistico Dott. Filiberto Vago” in <strong>Monza</strong> dove si occupa prevalentemente di protesi.<br />
Studio Dentistico Dr. Filiberto Vago - Via Anita Garibaldi, 1 20052 - <strong>Monza</strong><br />
Tel. 039/386654 - Fax 039/386725 - info@vago.it - www.vago.it<br />
N.41<br />
114 N.41 C<br />
DENTISTA<br />
M 115
CONSULENTE FINANZIARIO<br />
Buon anno...<br />
per un 2009 davvero migliore<br />
Mutui subprime, crisi del credito, caduta del petrolio:<br />
chi l’avrebbe mai detto un anno fa?<br />
COME FAR TESORO DEL TERRIBILE 2008<br />
L’anno appena trascorso ha cancellato praticamente ogni<br />
certezza del passato. Per decenni analisti, consulenti, gestori<br />
di patrimoni si erano basati su quello che storicamente accadeva sui<br />
mercati. Tassi, valute, materie prime, azioni, bond e immobili avevano<br />
correlazioni di diversa natura e intensità tra loro, così da fornire preziosi<br />
dati storici. Nel terribile anno 2008 è sceso praticamente tutto, tranne il<br />
cash e le obbligazioni governative.<br />
MERCATI EMERGENTI<br />
Anche per i paesi Bric (Brasile Russia, India e Cina) la recessione<br />
è profonda. Non si è verificato il cosiddetto decoupling, ossia la<br />
divaricazione di andamento tra il mondo occidentale e i mercati<br />
emergenti, anch’essi in grandissima difficoltà.<br />
DEFAULT<br />
È stato purtroppo il termine più usato quest’anno, dal clamoroso<br />
fallimento della Lehman Brothers a quello dell’Islanda e al terzo<br />
default (in 15 anni) dell’Equador. Poi i clamorosi salvataggi di Aig,<br />
Merrill Lynch e delle altre big Usa, sino a quelli recenti delle blasonate<br />
banche inglesi e addirittura di quelle tedesche! Quanto avvenuto dovrà<br />
essere da monito per le autorità di controllo, Sec americana in primis e<br />
per le altezzose agenzie di rating.<br />
MATERIE PRIME<br />
Il prezzo del petrolio da 140 a 40 dollari è stata un’altra sorpresa, unita<br />
al crollo dei titoli dell’energia alternativa, tanto di moda un anno fa.<br />
VALUTE<br />
Lo schizofrenico cross del dollaro Usa e dello Yen, ma soprattutto il<br />
crollo della Sterlina, arrivata praticamente alla parità contro l’Euro, è<br />
un altro evento imprevedibile e storico. La Fed e la Bank of England<br />
hanno abbassato i tassi al livello minimo da quando esistono.<br />
SETTORE IMMOBILIARE<br />
Ogni asset class ha dei suoi naturali cicli e già a primavera ricordavo<br />
CM<br />
a cura di Aldo Varenna<br />
Aldo Varenna<br />
Inizia l’attività nel 1985 come Private Banker e addetto ai Rapporti Istituzionali in Banca Fideuram. Dal<br />
1998 è membro del Comitato Esecutivo e del Consiglio Nazionale ANASF (Associazione di Categoria).<br />
Dal 2003 è responsabile Area Rapporti con l’estero ANASF. Inoltre è membro del Comitato Esecutivo<br />
CIFA (Convention of Indipendent Financial Advisor), associazione no profit con sede a Ginevra. Da maggio<br />
2007 ricopre la carica di Segretario Generale delegato del FECIF, associazione con sede a Bruxelles.<br />
Da aprile 2005 è professionista Certificato €FA (€uropean Financial Advisor). Svolge l’attività professionale<br />
su tutto il territorio nazionale, con paticolare focalizzazione su Milano e l’hinterland.<br />
Aldo Varenna - Private banker - tel. 039/2358011<br />
come il Real Estate avrebbe avuto difficoltà. Mutui subprime, crisi del<br />
credito e fine fisiologica del ciclo dimostrano che anche l’investimento<br />
immobiliare deve essere ponderato e pesato equamente nel proprio<br />
patrimonio globale.<br />
ALTERNATIVE INVESTMENT<br />
Hedge Fund e Private Equity non si sono rivelati investimenti davvero<br />
alternativi. L’onda lunga della crisi di liquidità ha travolto anche<br />
questi strumenti che negli anni scorsi avevano dato risultati positivi. I<br />
prossimi mesi saranno molto difficili, ma è proprio nelle difficoltà che<br />
il bravo gestore deve saper dare il meglio di sé. Il 2009 sarà per loro un<br />
vero banco di prova.<br />
IL CASO MADOFF<br />
La truffa Madoff insegna che anche un’ex presidente del Nasdaq<br />
può essere una persona disonesta, soprattutto se promette rendimenti<br />
sempre troppo alti e positivi.<br />
COSA FARE NEL 2009<br />
Innanzitutto non considerare il patrimonio come un insieme unico,<br />
ma impostare una corretta asset allocation diversificata. Occorre<br />
dividere ciò che per ciascuno è liquidità (con un orizzonte di 12<br />
mesi) dalla riserva (entro i 36 mesi), da investimento (oltre i 4 anni)<br />
ed eventualmente la quota parte più aggressiva del portafoglio;<br />
successivamente abbinare ad ogni singola esigenza strumenti con un<br />
corretto rapporto tra rendimento atteso e rischio da percorrere per tale<br />
rendimento (premio al rischio).<br />
Ricordatevi infine che ognuno di noi ha la sua personale “soglia del<br />
dolore” alle perdite. L’emotività è cattiva consigliera, ma avere corretti<br />
e moderni strumenti di controllo del rischio vi servirà a fare ogni volta<br />
il punto nave, dove sono e dove voglio arrivare; se non ne avete voglia<br />
o non ne siete in grado fatevi aiutare da un consulente professionista,<br />
i mercati sono troppo difficili per poter navigare da soli e si rischia un<br />
naufragio inatteso.<br />
La responsabilità civile degli<br />
amministratori di società<br />
Una polizza ad hoc per chi copre ruoli di grande responsabilità ed è<br />
chiamato a confrontarsi con un quadro legislativo sempre più complesso<br />
Il quadro dei rischi collegati all’attività di amministratori<br />
e dirigenti di società si fa sempre più articolato, non solo<br />
per l’evoluzione normativa e le<br />
interpretazioni della giurisprudenza,<br />
ma anche per la crescente sensibilità<br />
degli utenti in relazione ai propri diritti.<br />
L’ambito della responsabilità civile degli<br />
amministratori, infatti, sta diventando<br />
sempre più esteso: essi sono parificati<br />
a consiglieri, direttori generali, membri<br />
di organi direttivi, di comitati esecutivi,<br />
membri del collegio sindacale, nonché a<br />
qualsiasi altra persona facente funzioni<br />
negli stessi ambiti per deleghe di poteri<br />
o procure. Del resto il loro ruolo si fa<br />
sempre più complesso, dal momento<br />
che si è ampliato lo spettro delle loro<br />
competenze a loro richieste e si registra<br />
un maggiore coinvolgimento di azionisti<br />
e pubblico nel controllo dell’operato<br />
delle aziende.<br />
Oggi, infatti, non basta aver tenuto<br />
un comportamento secondo buona<br />
fede per essere discolpati da qualsiasi<br />
accusa, poiché la giurisprudenza è<br />
molto più rigorosa rispetto al passato<br />
nei confronti dei vertici aziendali. Gli<br />
obblighi imposti dal Codice Civile<br />
e dalle leggi prevedono una serie di<br />
adempimenti e di doveri in relazione<br />
ai quali la responsabilità è presunta e<br />
spetterà eventualmente all’amministratore provare il contrario.<br />
Ed è a questo punto che l’assicuratore interviene con una<br />
a cura di Vittorio Massardi<br />
proposta ad hoc, già presente da anni sul mercato straniero<br />
con il nome di D.& O. (Directors and Official Liability): la<br />
polizza sulla responsabilità civile<br />
degli amministratori di società. La<br />
condotta colposa di questi soggetti<br />
può, infatti, essere fonte di richieste<br />
di risarcimento da parte di terzi, per<br />
molteplici ragioni, quali: operazioni<br />
di finanziamento arbitrarie, mancata<br />
riscossione di crediti sociali, cattiva<br />
amministrazione, violazione di norme<br />
di legge e regolamenti, investimenti<br />
palesemente incauti o non giustificati,<br />
violazione dello statuto, discriminazioni,<br />
licenziamenti non giustificati, violazione<br />
di accordi sindacali, concorrenza sleale<br />
ecc… La polizza prevede la copertura<br />
della responsabilità civile dei membri<br />
del consiglio di amministrazione, del<br />
collegio sindacale e dei direttori generali<br />
di società per atti colposi commessi<br />
nell’esercizio delle loro funzioni in<br />
seno alla società.<br />
La polizza può, inoltre, eventualmente,<br />
coprire la responsabilità di natura<br />
colposa, pertanto, ma non opera in<br />
presenza di responsabilità penale. La<br />
garanzia prestata vale per le violazioni<br />
commesse dagli amministratori nei<br />
confronti della società amministrata,<br />
dei soci e dei terzi e sono comprese le<br />
spese di difesa, vale a dire le spese legali per resistere all’azione<br />
promossa contro l’amministratore.<br />
Vittorio Massardi<br />
Ha iniziato l’attività assicurativa nel 1968 come agente di città della Toro Assicurazioni. Nel 1980 passa<br />
al brokeraggio assicurativo entrando come partner in una società del Gruppo GPA . Dal 1995 è partner ed<br />
amministratore delegato della GPG, gruppo Puricelli & Ghezzi.<br />
Gruppo Puricelli & Ghezzi - Via Camperio, 9 - 20123 - Milano<br />
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Piazza Trento e Trieste<br />
<strong>Monza</strong><br />
T. 039/ 2372309<br />
www.comune.monza.mi.it<br />
FONDAZIONE<br />
DELLA COMUNITÀ DI<br />
MONZA E BRIANZA<br />
ONLUS:<br />
Via A.Pennati, 10<br />
<strong>Monza</strong><br />
T. 039/3900942<br />
www.fondazionemonzabrianza.org<br />
118 N.41 CM<br />
TEMPO LIBERO<br />
REGIONE<br />
LOMBARDIA,<br />
ASSESSORATO<br />
ALLE CULTURE,<br />
IDENTITÀ E<br />
AUTONOMIE DELLA<br />
LOMBARDIA:<br />
Via Pola, 12/14<br />
Milano<br />
T. 02/67652292<br />
UNIVERSITÀ DEGLI<br />
STUDI DI<br />
MILANO-<br />
BICOCCA:<br />
Piazza dell’Ateneo<br />
Nuovo, 1<br />
- Milano - www.<br />
unimib.it<br />
VISION PLUS<br />
SRL:<br />
Piazza San<br />
Pietro<br />
Martire, 6<br />
<strong>Monza</strong><br />
T. 039/2326183<br />
www.visionplus.it<br />
PROTAGO-<br />
NISTI<br />
CAMERA DI<br />
COMMERCIO<br />
DI<br />
MONZA E<br />
BRIANZA:<br />
Piazza Cambiaghi,<br />
9 <strong>Monza</strong><br />
T. 039/28071 www.<br />
mb.camcom.it<br />
CARABINIERI NUCLEO<br />
TUTELA<br />
PATRIMONIO CULTU-<br />
RALE DI MILANO: Villa<br />
Reale - Viale Brianza, 2<br />
- <strong>Monza</strong><br />
T. 039/2303997<br />
tpcmznu@carabinieri.it<br />
GABETTI<br />
FRANCHISING AGENCY<br />
MONZA:<br />
Sede legale e operativa:<br />
Via XX Settembre, 2<br />
<strong>Monza</strong> - T. 039-365383<br />
monza@gabetti.it.<br />
Sede operativa:<br />
Via Romagna, angolo Via<br />
V. Giulia, 1 - <strong>Monza</strong><br />
T. 039-2726184<br />
monza2@gabetti.it<br />
www.gabetti.it<br />
GALBIATI POZZOLI<br />
RADAELLI AVVOCATI<br />
ASSOCIATI:<br />
Via Marengo, 22<br />
Carate Brianza.<br />
Via Tiziano 9/a,<br />
20145 - Milano<br />
T. 0362/804105<br />
avvocati@tin.it<br />
PROGETTO MONZA E<br />
BRIANZA:<br />
Piazza Diaz 1, - <strong>Monza</strong> T.<br />
039/9756723<br />
ww3.provincia.mi.it/monzabrianza<br />
ST. ANDREWS HEALT<br />
CLUB CENTRO<br />
BENESSERE:<br />
Via Sant’Andrea, 23<br />
<strong>Monza</strong><br />
T. 039/2302030<br />
www.standrews.it<br />
ROTTAPHARM SPA:<br />
Via Valosa di Sopra, 9<br />
<strong>Monza</strong> - T. 039/73901<br />
www.rottapharm.it<br />
UNIONE<br />
COMMERCIANTI<br />
DI MONZA E<br />
CIRCONDARIO:<br />
Via De Amicis Edmondo,<br />
9 - <strong>Monza</strong><br />
T. 039/360772<br />
www.unionecommerciantimonza.org<br />
YANKEE<br />
DELTA<br />
STUDIO:<br />
Via I Pinucci, 14 - 56042<br />
Crespina ( PI)<br />
T. 050/634368<br />
www.yandel.it<br />
MONZA YOUNG<br />
ASSESSORATO ALLE<br />
POLITICHE GIOVANILI:<br />
Piazza<br />
Trento e Trieste<br />
- <strong>Monza</strong><br />
T.<br />
039/2372544<br />
www.<br />
monzagiovani.it<br />
ROLLER<br />
CLUB<br />
CORNATE<br />
D’ADDA:<br />
Via Aldo Moro<br />
Cornate<br />
d’Adda - www.<br />
rollerclubcornate.com<br />
BRIANZA<br />
CLUB<br />
AUDITORIUM<br />
COMUNALE<br />
NOVA MILA-<br />
NESE:<br />
Via Villoresi,<br />
34<br />
Nova Milanese<br />
T. 0362/374508<br />
www.comune.novamilanese.mi.it<br />
GIOIELLERIA PAVAN:<br />
Via G. Pergolesi, 8<br />
20052 <strong>Monza</strong><br />
T. 039/388828<br />
www.gioielleriapavan.it<br />
G.GRANETTO:<br />
Viale della Repubblica, 42<br />
20035 - Lissone<br />
T. 039/ 2459777<br />
www.ggranetto.it<br />
LAST PLANET<br />
MONZA:<br />
Via Sempione, 17 - <strong>Monza</strong><br />
- T. 039/2308316 www.<br />
lpmonza.com<br />
TEATRO DUSE: Via<br />
Marco D’Agrate, 41<br />
Agrate Brianza<br />
T. 039/6058694<br />
www.ctduse.it<br />
VILLA GALLARATI<br />
SCOTTI: Via Gallarati<br />
Scotti, 1 - frazione Oreno<br />
- Vimercate -<br />
www.villagallaratiscotti.<br />
com<br />
PASSIONI<br />
ENOTECA IL MULINO A<br />
VINO:<br />
Via De Amicis, 21<br />
<strong>Monza</strong> - T. 039/384180<br />
www.enotecailmulino.it<br />
IN CASA STORE:<br />
Via Boito,126 - <strong>Monza</strong><br />
T. 039/2315960<br />
www.incasastore.it<br />
CONSULENTI<br />
ALDO VARENNA:<br />
Banca Fideuram Piazza<br />
Garibaldi, 8 - <strong>Monza</strong><br />
T. 039/2358001<br />
GRUPPO PURICELLI &<br />
GHEZZI SRL:<br />
Via Camperio, 9 -<br />
Milano - T. 02/30322700<br />
www.gpg-broker.it<br />
STUDIO<br />
DENTISTICO DR. FILI-<br />
BERTO VAGO:<br />
Via Anita Garibaldi, 1<br />
<strong>Monza</strong> - T. 039/386654<br />
www.vago.it<br />
STUDIO LEGALE GOL-<br />
TARA:<br />
Vicolo Duomo, 1<br />
<strong>Monza</strong> - T. 039/3900081<br />
STUDIO LEONI:<br />
Via Statuto, 4 - Milano<br />
T. 02/36573500<br />
www.studioleoni.it<br />
ARS MEDICA<br />
DENTISTICA:<br />
Via Borgazzi Gerolamo,<br />
17 - <strong>Monza</strong><br />
T. 039/2308662<br />
www.arsmedicadentistica.it<br />
VENUS S.P.A.:<br />
Viale Sicilia, 98 - <strong>Monza</strong><br />
T. 039/2830.1<br />
www.venus-spa.it<br />
febbraio<br />
SEREGNO<br />
GRAN GALÀ DELLO SPORT<br />
I campioni del passato premiano i campioni<br />
del futuro: premi per atleti e società<br />
sportive seregensi.<br />
Tel. 0362/263447<br />
www.comune.seregno.mi.it<br />
MONZA<br />
AMOR DE TANGO<br />
Musica dal vivo ed il Balletto di Milano<br />
di Carlo Pesta con la coreografia<br />
firmata da Ruben Celibert per<br />
rappresentare esperienze, ricordi,<br />
passioni di un paese lontano.<br />
Tel. 039/386500<br />
www.teatromanzonimonza.it<br />
LISSONE<br />
CESARE CATTANEO<br />
Una rassegna dedicata alla partecipazione<br />
dell’architetto razionalista<br />
comasco ai Littoriali dell’Arte<br />
e della Cultura.<br />
Tel. 031/342396<br />
www.cesarecattaneo.it<br />
SEREGNO<br />
FESTIVAL DEL CABARET<br />
Sul palco i migliori cabarettisti italiani:<br />
Piero Mazzarella, Pino Campagna,<br />
Sergio Sgrilli, i Turbolenti,<br />
Fabrizio Fontana.<br />
Tel. 0362/263447<br />
www.comune.seregno.mi.it<br />
a cura di Chiara Bramati<br />
MONZA<br />
NOTE DI SOLIDARIETÀ<br />
2008/2009<br />
La quinta stagione sinfonica presentata dalla<br />
Fondazione della Comunità di <strong>Monza</strong> e Brianza<br />
Onlus.<br />
Tel. 039/386500<br />
www.teatromanzonimonza.it<br />
DESIO<br />
ANTONIO TRIACCA<br />
Mostra patrocinata dall’Assessorato alla Cultura<br />
della Città di Desio che ha come titolo “Luogo<br />
del racconto”.<br />
Tel. 0362/392235<br />
MONZA<br />
IMMAGINI<br />
DELLA<br />
FANTASIA<br />
2009<br />
Mostra Internazionaledell’Illustrazione<br />
per l’Infanzia,<br />
presso la Biblioteca<br />
Civica di <strong>Monza</strong>.<br />
Tel. 039.386984<br />
biblioteche.<br />
promozione@comune.monza.mi.it<br />
TEMPO LIBERO<br />
BRUGHERIO<br />
LA TERRA DEGLI<br />
UOMINI ROSSI<br />
Ogni settimana spettacoli dedicati<br />
al cinema d’autore del Circolo<br />
Bresson.<br />
Tel. 039/870181<br />
www.sangiuseppeonline.it<br />
N.41<br />
CM 119
OROSCOPO<br />
ARIETE - 21 Marzo - 20 Aprile<br />
Finalmente avete una visone sufficientemente realistica di<br />
una situazione che finora non vi era ben chiara. Questo vi<br />
consentirà di affrontare con coraggio e determinazione i<br />
problemi che vi aspettano e che, in ogni caso, devono essere risolti. Riuscirete<br />
nel vostro intento se terrete conto dei consigli di un amico fidato<br />
che vi vuole bene e al quale sta molto a cuore la vostra serenità. Potrete<br />
anche contare sull’aspetto positivo di Sole, Mercurio e Marte che non vi<br />
abbandoneranno un solo istante per tutto il mese di febbraio.<br />
TORO - 21 Aprile - 20 Maggio<br />
Il nuovo anno è incominciato bene e le premesse per ottenere<br />
ottimi risultati in amore e negli affari ci sono tutte. È<br />
necessario però ingranare una marcia in più e dimenticare<br />
in fretta qualche spiacevole episodio che nel recente passato ha influito<br />
negativamente sul vostro umore e sul vostro equilibrio. La vita vi sorride<br />
e Giove è pronto a difendervi da coloro che finora non sono riusciti ad<br />
apprezzare la vostra bontà d’animo e la sincerità dei sentimenti che vi<br />
animano. Apritevi al mondo e non rimanete con le mani in mano.<br />
GEMELLI - 21 Maggio - 21 Giugno<br />
L’amore della vostra vita ha preso il volo e, almeno all’apparenza,<br />
non ha alcuna intenzione di ritornare sui propri passi.<br />
È giunta l’ora di tirare fuori la grinta che vi ha sempre sostenuto<br />
nei momenti difficili. Del resto l’amore è come l’ombra: più l’insegui ti<br />
sfugge, più la sfuggi t’insegue. Venere e Marte, accoppiati in questa fase,<br />
sono in grado di capovolgere la situazione e di ridarvi ciò che avete perso.<br />
Ma siete sicuri che sarebbe un bene per voi? Forse è meglio approfittare<br />
dell’occasione e cercare in altre direzioni il segreto della felicità perduta.<br />
CANCRO - 22 Giugno - 22 Luglio<br />
Con il vostro fascino potete ottenere facilmente ciò che ad<br />
altri è negato. Eppure c’è qualcosa che non vi soddisfa e<br />
che vi rende nervosi. Leggete dentro di voi e cercate di capire<br />
le vere ragioni per cui il vostro entusiasmo si è un po’ spento e non<br />
riuscite più a godere delle tante gioie che la vita continua a regalarvi. Giove<br />
e Venere vi proteggono e sono pronti ad aiutarvi a ritrovare la strada giusta<br />
per raggiungere gli obiettivi che vi siete posti. Datevi una mossa e non dormite<br />
sugli allori: molto dipenderà da voi e dalla vostra voglia di agire.<br />
LEONE - 23 Luglio - 23 Agosto<br />
Avete perso una battaglia, ma la guerra è ancora lunga e<br />
alla fine il vincitore potreste essere proprio voi. Riconsiderate<br />
le strategie messe in campo, rivedete le vostre posizioni<br />
e cominciate a combattere con forza e decisione. Marte è<br />
dalla vostra parte, Venere vi sorride e Giove è pronto a sostenervi. D’altro<br />
canto, il bottino da conquistare è troppo importante per lasciarlo ad altri.<br />
Abbiate più fiducia in voi stessi e non fidatevi troppo dei consigli di chi vi<br />
sta accanto. A volte, i veri nemici si nascondono proprio tra gli amici.<br />
VERGINE - 24 Agosto - 22 Settembre<br />
Avete gli Astri dalla vostra e potete permettervi molti lussi,<br />
sia negli affetti che nelle spese. Ma non esagerate, perchè<br />
se è facile disfarsi di un acquisto sbagliato, è difficile liberarsi<br />
di un amore ingombrante. Siate cauti nei rapporti con gli altri e non<br />
abbandonatevi a sogni dai quali potreste poi risvegliarvi con un forte mal<br />
di testa. Chi manifesta interesse nei vostri confronti pecca di leggerezza<br />
ed è abituato a considerare il partner un casuale compagno di viaggio da<br />
abbandonare al primo ostacolo. Non fatevi imbrigliare dal suo gioco.<br />
120 N.41 CM<br />
TEMPO LIBERO<br />
di Antoninus<br />
BILANCIA - 23 Settembre - 22 Ottobre<br />
L’amore e le amicizie sono in fase di lenta evoluzione, ma<br />
potete accelerare un po’ le cose, scegliendo il settore da<br />
privilegiare. Se è l’amore, offrite al partner qualche gratificazione<br />
in più. La convivenza è bella e non impegna più di tanto, ma se volete<br />
dare una svolta decisiva alla vostra vita incominciate a parlare di matrimonio,<br />
di figli e di un futuro in due destinato a durare nel tempo. Forse le vostre<br />
parole lo spaventeranno e lo spingeranno ad una fuga precipitosa, in caso<br />
contrario coronerete il vostro sogno d’amore. Perché non rischiare?<br />
SCORPIONE - 23 Ottobre - 22 Novembre<br />
La situazione che vi circonda non vi è molto chiara e anche i<br />
colleghi di lavoro evitano di affrontare i problemi e sfuggono<br />
alle vostre domande. Approfittate della presenza nel segno<br />
di Marte e Giove e agite con tempestività. Più il tempo passa e più le cose<br />
rischiano di complicarsi. Forse si creerà un po’ di imbarazzo ma alla fine le<br />
vostre ragioni prevarranno e il clima tornerà sereno. Avete tutte le carte in<br />
regola per ottenere il dovuto ma non rimandate a domani quello che potete<br />
fare oggi. Non sempre il tempo agisce a favore di chi ha più coraggio.<br />
SAGITTARIO - 23 Novembre - 21 Dicembre<br />
L’anno è appena iniziato e già voi vi lamentate perché sono<br />
poche le cose che vi soddisfano. Abbiate ancora un po’<br />
di pazienza perché alla lunga sarete voi a portare a casa i<br />
risultati migliori. In amore, dopo mesi e mesi di solitudine, finalmente sono<br />
in arrivo piacevolissime sorprese e non è detto che la vostra vita da single<br />
non si arricchisca della presenza di un partner particolare. Uscite più spesso,<br />
frequentate gli amici ed organizzate serate allegre e spiritose. Venere<br />
nel segno vi darà una mano preziosa per ottenere ciò che desiderate.<br />
CAPRICORNO - 22 Dicembre - 20 Gennaio<br />
Potete contare su Saturno, che vi rende più saggi e precisi<br />
del solito, indirizzandovi verso obiettivi realistici e costruttivi.<br />
Questo vale sia per gli affetti, che per le finanze, da amministrare<br />
facendo un salto di qualità. Un gesto di vera generosità<br />
è proprio quello che ci vuole e vi aiuterà a superare l’opposizione di<br />
Marte e Mercurio non proprio favorevoli nei vostri confronti. Concedetevi<br />
un periodo di riflessione per analizzare spregiudicatamente tutti gli aspetti<br />
dei problemi che vi assillano, la cui soluzione è ormai a portata di mano.<br />
ACQUARIO - 21 Gennaio - 19 Febbraio<br />
In amore non vi sono ostacoli, anche se in questo periodo<br />
il partner vi sembrerà più assente del solito. Conoscendo<br />
bene i suoi gusti potete dedicarvi all’acquisto di un regalo particolare: grazie<br />
all’aspetto più che favorevole di Giove e Venere, riscuoterà un successo<br />
strepitoso e gli farà tornare l’allegria e il buon umore. Questo vi consentirà<br />
di esporre senza timore i progetti che vi stanno più a cuore e che riguardano<br />
il vostro futuro di coppia. Chissà, magari è giunto il momento di mettere<br />
un sigillo d’oro alla vostra storia infinita…<br />
PESCI - 20 Febbraio - 20 Marzo<br />
Evitate di essere troppo presenti in una relazione, se l’altro<br />
non manifesta sufficiente interesse per voi. E, se tenete al<br />
rapporto, assentatevi senza dare spiegazioni: avrete subito<br />
la prova che cercate. Se così fosse, evitate di piangervi addosso e guardatevi<br />
in giro con più attenzione: il mondo è pieno di persone che potrebbero<br />
interessarsi a voi e rendervi la vita meno complicata. Potete ancora dare<br />
molto agli altri, ma dovete pretendere che gli altri facciano lo stesso nei<br />
vostri confronti. È un periodo molto fortunato per voi, approfittatene.