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L'orologio - Monza Club

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La locomotiva<br />

dell’Occidente<br />

La vittoria di Barack Obama è<br />

una grande vittoria. Per la civiltà<br />

occidentale, per l’America, per<br />

tutti noi. L’America seppellisce<br />

definitivamente il Ku Klux Klan e la<br />

Guerra di Secessione. L’anima ormai multirazziale<br />

degli Stati Uniti trova nel neoeletto Presidente<br />

della nazione più potente della terra, nato nelle<br />

Isole Hawaii il 4 agosto 1961, una sua definitiva<br />

consacrazione. L’America ha scelto un Presidente<br />

giovane, magari con ancora molto da imparare, ma<br />

con idee chiare ed una fortissima determinazione<br />

a porre in essere quella inversione di rotta di cui il<br />

mondo ha disperatamente bisogno. Obama, figlio<br />

di un padre keniota, sposato con una donna che<br />

viene da una famiglia povera e che grazie alla<br />

sua tenacia è diventato un avvocato di fama, è del<br />

resto l’incarnazione del miglior sogno americano.<br />

Quello per cui gli States sono spesso stati una<br />

speranza, perché sono la prova che ogni essere<br />

umano può cambiare il proprio destino.<br />

Gli Stati Uniti, ancora una volta, scelgono di<br />

prendere il toro per le corna e si affidano ad<br />

un leader giovane, ma determinato. È la forza<br />

del nuovo che avanza, anche a scapito della<br />

tradizione. Ciò che ci viene mostrato è il coraggio<br />

di cambiare, di battere strade nuove, smantellare<br />

sistemi che non funzionano più. Adesso si giocherà<br />

la battaglia vera, quella che conta più di qualunque<br />

cosa. Adesso sarà necessario governare e, dopo<br />

tante parole, dopo tante battaglie mediatiche ed<br />

elettorali, adesso sarà il tempo del fare e dell’agire.<br />

Come ai tempi di Roosevelt, quando l’America<br />

ritrovò lo slancio vitale che la fece uscire dalla<br />

recessione.<br />

Se il neo presidente farà le mosse giuste potrà<br />

risolvere le principali questioni che inquietano<br />

il mondo intero: dalla crisi finanziaria che ha<br />

investito tutti i mercati alla guerra in Iraq, dal<br />

problema mediorientale ai rapporti con la Cina e<br />

con la Russia. E lo farà con l’aiuto dell’Europa,<br />

non più un partner poco attendibile ma amico<br />

affidabile con cui cambiare il corso della storia.<br />

Anche a noi, che dell’Europa siamo uno dei Paesi<br />

più rappresentativi, l’elezione di Obama dovrebbe<br />

insegnare qualcosa. Forse potremmo incominciare<br />

a vedere un poco più rosa il nostro futuro, avere<br />

più fiducia in noi stessi e cercare di dissipare<br />

quell’atmosfera tetra e un po’ “dark” che incombe<br />

da mesi sulle nostre teste. Certo, il 2009 sarà un<br />

anno difficile, un anno di recessione in cui il Pil<br />

calerà del 2% e il debito pubblico salirà al 109,3%,<br />

cioè il 3,7% in più rispetto al 2008. Ma tutti gli<br />

altri paesi Ue, tranne la Germania, soffriranno<br />

più di noi e se l’Italia starà meno peggio sarà solo<br />

grazie alla nostra economia che ha regole più<br />

rigide, un atteggiamento più prudente delle nostre<br />

banche e grazie anche all’accortezza del ministro<br />

Tremonti nel non bruciare le risorse pubbliche nel<br />

fuoco della crisi.<br />

Infatti, nel disastro globale è arrivato un segnale<br />

d’incoraggiamento per le misure messe in campo<br />

dal Governo Berlusconi da parte del commissario<br />

Ue agli Affari economici Joaquin Almunia, che<br />

ha giudicato l’attuale pacchetto anticrisi «un<br />

giusto mix tra gli incentivi alla crescita e la dovuta<br />

prudenza sul fronte dei conti pubblici». Un piano<br />

che, insieme al calo dell’inflazione, darà una<br />

mano alla ripresa. Non è molto, ma è pur sempre<br />

qualcosa di cui dovrebbero tenere conto anche<br />

quei personaggi nostrani travestiti da economisti<br />

che vanno a braccetto con alcuni importanti media<br />

italiani.<br />

Sarebbe bello se l’iniezione di fiducia che<br />

l’elezione di Obama ha innestato in tutto il mondo<br />

spingesse anche noi italiani ad avere più fede<br />

nel nostro sistema. Per non farsi trascinare in un<br />

vortice cinico e autodistruttivo da chi vorrebbe<br />

mettere in ginocchio il Paese per poi spartirsi le<br />

spoglie.<br />

EDITORIALE<br />

di Toni Liguori<br />

N.41<br />

CM 1


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Vive tra mare, terra<br />

e fantasia. Il lavoro<br />

di designer di barche<br />

non basta ad assorbire<br />

tutta la sua creatività<br />

e oggi che risiede nella<br />

campagna toscana,<br />

ha tutto il tempo<br />

58<br />

per coltivare le sue<br />

passioni. Massimo<br />

Gregori Grgič<br />

racconta come, pur<br />

immerso nella bellezza<br />

della natura, oggi senta<br />

la mancanza di <strong>Monza</strong><br />

e dei suoi abitanti<br />

MONZACLUB<br />

www.monzaclub.it<br />

PERIODICO REALIZZATO DA<br />

<strong>Monza</strong> <strong>Club</strong> Edizioni srl<br />

Piazza Carrobiolo, 5 - <strong>Monza</strong><br />

Tel. 039/5961872<br />

redazione@monzaclub.it<br />

Prezzo di copertina: 5 euro<br />

DIRETTORE<br />

EDITORIALE<br />

Pietro Fortunato<br />

DIRETTORE<br />

RESPONSABILE<br />

Toni Liguori<br />

SEGRETERIA<br />

DI REDAZIONE<br />

Chiara Bramati<br />

REDAZIONE<br />

Sara Re (caporedattore)<br />

Francesca Barzaghi<br />

Chiara Bramati<br />

Sara Franchini<br />

Greta La Rocca<br />

Laura Marinaro<br />

Francesco Pozzi<br />

Martina Primavesi<br />

Valentina Rigano<br />

Valentina Terruzzi<br />

Elisa Tosi<br />

Benedetta Trabattoni<br />

Paola Vanni<br />

GRAFICA<br />

Andrea Giarola<br />

Ilaria Nigro<br />

FOTOGRAFIE<br />

Marco Brioschi<br />

Foto di copertina:<br />

Marco Brioschi<br />

PUBBLICITÀ<br />

Hubnet Communication<br />

Paolo Marchettini<br />

Tel. 039/2315288<br />

e-mail p.marchettini@hubnet.it<br />

STAMPA<br />

Vamaprint - Melzo<br />

Periodico registrato presso il<br />

Tribunale di Milano al n.242 -<br />

Registro stampa periodica<br />

N.41<br />

CM 3


SOMMARIO<br />

WHAT’S ON<br />

8 - Traguardi e nuove prospettive<br />

13 - Calendario 2008: i momenti migliori<br />

28 - I giovani sono il nostro fututro<br />

30 - Solstizio d’inverno<br />

32 - Solidarietà, il più bel regalo di Natale<br />

33 - Regione Lombardia, la religione<br />

sposa l’arte<br />

34 - Alla scoperta della libertà<br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

36 - Cover: Fortunato Galbiati,<br />

avvocato in provincia<br />

42 - 2009: le previsioni delle istituzioni<br />

46 - Provincia: la sfida è iniziata<br />

CM<br />

82<br />

20<br />

Da Tullio Solenghi a Cochi e Renato,<br />

l’inverno si anima con il teatro e grande cabaret<br />

78<br />

50 - Aimb, sinergia industria-finanza<br />

54 - Rovati, una ricerca lunga una vita<br />

58 - Gregori, il mare e le sue creazioni<br />

62 - Carabinieri a servizio dell’arte<br />

MONZA YOUNG<br />

66 - Lola, la vita e il fumetto<br />

69 - N97, il futuro è arrivato<br />

70 - Riva, pattinatore su rotelle<br />

74 - I giovani conquistano <strong>Monza</strong><br />

BRIANZA CLUB<br />

78 - Cochi e Renato, coppia di successo<br />

82 - Solenghi: da attore a DJ<br />

26<br />

Il 2008 di <strong>Monza</strong> e della Brianza<br />

raccontato per immagini<br />

84<br />

Brugherio<br />

festeggia<br />

l’anniversario<br />

del primo volo in<br />

mongolfiera<br />

94<br />

Ha scoperto lo snowboard da piccolo<br />

e da allora non può stare senza surfare<br />

sulla neve. Anche se per il futuro<br />

Marco Cavallo ha altri programmi<br />

84 - Il pallone prende il volo<br />

88 - Oreno: restauro a regola d’arte<br />

91 - G.Granetto new style<br />

PASSIONI<br />

92 - Colombo, scrivere la realtà<br />

94 - Cavalcando la neve<br />

97 - Mulino a Vino<br />

FASHION<br />

98 - Gli accessori li trovi su Facebook<br />

102 - Omaggio a Stephen Sprouse<br />

104 - L’orologio e l’anima<br />

106 - Cravatte senza tempo<br />

110 - Il look del professor Lanzetta<br />

IL CONSULENTE<br />

112 - Impresa<br />

113 - Lavoro<br />

114 - Legale<br />

115 - Dentista<br />

116 - Finanza<br />

117 - Assicurazioni<br />

TEMPO LIBERO<br />

6 - Chi sale<br />

118 - Dove&Come<br />

119 - Mostre&Eventi<br />

120 - Oroscopo<br />

Lola sposa l’aspetto da<br />

eterna ragazzina con la<br />

passione per i fumetti,<br />

che sono diventati<br />

il suo lavoro<br />

66<br />

106<br />

70<br />

Roberto Riva,<br />

campione di pattini su<br />

rotelle, svela a <strong>Monza</strong><br />

<strong>Club</strong> il suo prossimo<br />

obiettivo: la laurea<br />

Croce e delizia per gli<br />

uomini, la cravatta è<br />

sempre e comunque<br />

segno di stile<br />

4 N.41 N.41<br />

5<br />

CM


Chi sale<br />

<strong>Monza</strong> si prepara a vivere un anno davvero speciale. Due i grandi risultati raggiunti<br />

grazie al lavoro di altrettanti protagonisti della realtà cittadina: al via il Consorzio per<br />

la Villa Reale e la ristrutturazione degli uffici della Procura, la sesta d’Italia<br />

di Laura Marinaro e Francesca Barzaghi<br />

Marco Mariani<br />

Pochi giorni potrebbero dividerci dalla storica decisione<br />

di costituire il Consorzio per la tutela di Villa Reale e<br />

Parco. Un accordo strategico, con il quale sarà possibile riunire<br />

attorno allo stesso tavolo tutti i players rilevanti, mettendo così<br />

fine agli annosi tira e molla che fino ad oggi hanno di fatto<br />

impedito il restauro dell’amatissima Villa, atteso da troppi<br />

anni, e la valorizzazione del Parco. Il Consorzio, infatti, oltre<br />

a ottenere la piena gestione dei due patrimoni, avrà il compito<br />

di elaborare il piano strategico di sviluppo culturale dell’intera<br />

area, con l’obiettivo di promuovere questi beni quali candidati<br />

d’eccellenza per ospitare gli eventi correlati all’Expo 2015. Un<br />

passaggio storico, dunque, a cui si arriverà soprattutto grazie alla<br />

lungimiranza del primo cittadino di <strong>Monza</strong>, Marco Mariani, che<br />

già dal primo giorno dopo l’insediamento aveva fatto capire a tutti<br />

gli interlocutori la sua intenzione di riportare agli antichi splendori<br />

uno dei simboli più importanti e prestigiosi del Nord Italia.<br />

Un plauso al sindaco Mariani che, con il suo carattere burbero ma<br />

decisionista, sta per portare a casa un risultato davvero insperato.<br />

6 N.41 CM<br />

TEMPO LIBERO<br />

Antonio Pizzi<br />

Dopo tre anni e mezzo lascia la Procura di <strong>Monza</strong> con una<br />

grande eredità. Antonio Pizzi, noto magistrato, a marzo<br />

dovrebbe andare a dirigere la Procura di Bari. Per il salto manca la<br />

decisione del Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, ma<br />

intanto lui ha portato nelle casse della Procura monzese 250 mila euro<br />

dal Fondo Sociale Europeo. Il cospicuo finanziamento è arrivato in<br />

seguito alla partecipazione ad un bando internazionale. La Procura di<br />

<strong>Monza</strong> è stata l’unica in Lombardia ad ottenere il finanziamento, perché<br />

è stato elaborato un modello di efficienza che potrà essere applicato<br />

su tutto il territorio nazionale e internazionale, in collaborazione con<br />

le altre Giustizie europee. Nello stesso tempo il Tribunale monzese<br />

si è classificato al primo posto in Italia per lo stesso progetto di<br />

sperimentazione e riprogettazione concreta degli uffici per una giustizia<br />

più veloce ed efficiente, con un finanziamento di 450 mila euro. Per<br />

partire manca la gara d’appalto indetta dalla Regione per individuare il<br />

fornitore esterno esperto in organizzazione che attuerà il progetto.


Traguardi e nuove prospettive<br />

Premi illustri<br />

Consegnati a Villa Medici Giulini di Briosco<br />

i riconoscimenti della Fondazione della<br />

Comunità di <strong>Monza</strong> e Brianza. Premiati Carlo<br />

Mussi, per il fondo patrimoniale Associazione<br />

Stefania, Raffaele Cascella, Presidente<br />

dell’Associazione Brianza per il Cuore Onlus,<br />

Carlo Edoardo Valli per il Fondo Camera di<br />

Commercio di <strong>Monza</strong> e Brianza. Consegnata<br />

la prima medaglia d’oro al Cavalier Peppino<br />

Fumagalli per la sua filantropia.<br />

8 M C<br />

Il rilancio della Villa Reale, ma anche i progetti dell’associazionismo e della cultura.<br />

In questa nuova rubrica raccontiamo alcune delle tante idee che muovono la Brianza<br />

a cura della redazione<br />

L’Unesco in Villa<br />

La decisione ufficiosa - ma già operativa - è arrivata lo scorso 16 gennaio. La Villa Reale di<br />

<strong>Monza</strong> ospiterà a settembre 2009 un convengo internazionale dell’Unesco, l’organizzazione<br />

delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. La dimora del Piermarini, dunque,<br />

ha battuto la candidatura di Firenze grazie all’impegno dell’assessore alla Cultura della Regione<br />

Lombardia, Massimo Zanello, e al ministro Sandro Bondi che la scorsa estate aveva visitato<br />

la Villa Reale. Non è ancora ufficiale ma le rassicurazioni ottenute da Zanello, durante la visita<br />

al Ministero di metà gennaio, sono ottime. L’evento, il primo nel suo genere, si dovrebbe<br />

svolgere nella seconda metà di settembre, subito dopo il Gran Premio di Formula 1. Il fatto di<br />

ospitare nella splendida dimora monzese un incontro di questa portata è stato salutato con<br />

entusiasmo dalla Giunta guidata dal leghista Marco Mariani, in attesa dell’approvazione in<br />

Consiglio comunale, tra circa un mese, della costituzione del Consorzio che si occuperà di<br />

trovare i 120 milioni di euro necessari al recupero della residenza del Piermarini con il progetto<br />

dell’architetto Carbonara e della successiva gestione. In questo senso è da ricordare anche la<br />

firma dello scorso luglio tra gli attori del Consorzio: il ministro Bondi, l’assessore Massimo<br />

Zanello, il sindaco del Comune di <strong>Monza</strong>, Marco Mariani, e l’assessore alla Casa e al Demanio<br />

del Comune di Milano, Gianni Verga.<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

Un vip per commesso<br />

Amadeus, Federica Panicucci, Fiordaliso, DJ Francesco,<br />

Paolo Brosio, Benedetta e Cristina Parodi, Giorgio Gori,<br />

Alessia Fabiani, Emanuela Folliero, Federica Fontana<br />

e tanti altri “commessi d’eccezione” hanno fatto la loro<br />

apparizione nei negozi del centro di <strong>Monza</strong> lo scorso<br />

17 gennaio. “Shopping di Sant’Antonio contro l’Aids”,<br />

questo il titolo della manifestazione patrocinata dal<br />

Comune di <strong>Monza</strong> per sostenere l’Anlaids, Associazione<br />

Nazionale per la Lotta contro l’AIDS e, in particolare, il<br />

Reparto Malattie Infettive dell’Ospedale San Gerardo, un<br />

centro qualificato soprattutto per le infezioni da virus<br />

HIV e patologie correlate. Nella giornata i panificatori<br />

monzesi hanno preparato leccornie tipiche che l’Anlaids<br />

ha distribuito nel gazebo in piazza Roma, in cambio di<br />

libere offerte. In piazza del Duomo era a disposizione una<br />

postazione sanitaria dell’ospedale per effettuare il test<br />

gratuito dell’HIV.<br />

In favore di Chernobyl<br />

Una partita di pallavolo per sostenere i bambini<br />

bielorussi vittime del disastro nucleare di Chernobyl<br />

con l’Unitalsi. L’hanno organizzata, lo scorso 6 gennaio,<br />

le due società sportive Aso San Rocco e Pro Victoria.<br />

I 430 euro raccolti serviranno ad ospitare a Borghetto<br />

Santo Spirito in Liguria un gruppo di bambini e ragazzi<br />

bielorussi portatori di handicap.<br />

..<br />

WHAT’S ON<br />

Un’eredità<br />

per gli amici<br />

a quattro zampe<br />

Ha donato circa 900 mila euro<br />

al Comune di <strong>Monza</strong> per la<br />

realizzazione del nuovo canile<br />

municipale. Una cospicua<br />

eredità quella che Rodolfo Foà,<br />

brugherese scomparso lo scorso<br />

15 aprile, ha deciso di lasciare<br />

a chi, come lui, ama gli animali.<br />

Foà, che aveva una fabbrica di<br />

tele da pittura, era stato nella sua<br />

vita un cacciatore. Ma l’amore<br />

per i suoi cani da caccia prima<br />

e poi per tutti gli altri animali,<br />

lo aveva portato su una strada<br />

completamente diversa. Egli<br />

stesso aveva adottato in canile<br />

diversi trovatelli con i quali aveva<br />

vissuto per anni fino alla morte.<br />

In famiglia nessuno sapeva della<br />

sua decisione, poi ratificata nel<br />

testamento e comunicata all’Enpa,<br />

ente di gestione del canile, e al<br />

Comune tre mesi fa. Soddisfatto<br />

Giorgio Riva, presidente<br />

dell’Enpa. «Siamo felici di questa<br />

sorpresa e abbiamo avuto<br />

rassicurazioni che il nuovo canile<br />

si farà».<br />

N.41<br />

M C<br />

9


Corti in gara<br />

Si è chiusa con un boom di iscrizioni la<br />

seconda edizione del concorso “Brianza Film<br />

Corto” organizzato dall’associazione Bmovies<br />

di Seregno. Al concorso si sono iscritti 97<br />

filmaker con 150 cortometraggi. La giuria,<br />

presieduta dal critico cinematografico e<br />

giornalista Federico Pontiggia, ha posticipato<br />

a maggio la serata di premiazione dei vincitori.<br />

Da febbraio proiezioni di anteprime a Seveso,<br />

Mezzago, Seregno e Vimercate.<br />

10 M C<br />

Facebook Party<br />

Duecento persone hanno affollato lo scorso 9 gennaio la discoteca Noir di Lissone per il primo<br />

Mega Party Facebook <strong>Monza</strong> e Brianza per ritrovare vecchi amici e compagni di scuola, oppure<br />

semplicemente conoscere di persona gli amici “agganciati” via web attraverso il più frequentato<br />

social network del momento. La festa è nata grazie all’iniziativa dei fondatori del gruppo<br />

“<strong>Monza</strong> e Brianza” su Facebook promosso da Francesco Maiello, 24 anni, e Alessandro Baggi,<br />

23 anni, entrambi brianzoli. Il party è inziato alle 21.30 proprio per permettere ai partecipanti,<br />

dai 18 ai 50 anni, di conoscersi e parlare finalmente dal vivo. Grazie alla disponibilità del<br />

titolare Emilio Fatica anche la musica è stata tenuta in sottofondo. Una serata simpatica e<br />

colorata che ha riservato tante sorprese. C’è stato chi ha ritrovato tutti i compagni della scuola<br />

elementare, e persino chi è stato “bidonato” dagli amici della rete. Non sono mancati i delusi,<br />

soprattutto tra le ragazze disilluse dalla conoscenza diretta degli spasimanti via web, ma anche<br />

una ventunenne che ha approfittato per festeggiare il compleanno con tutti i nuovi amici. I<br />

commenti si trovano ovviamente ancora su Facebook e anche la proposta di ripetere l’iniziativa<br />

periodicamente. La prossima volta magari in migliaia...<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

Candy design<br />

Una lavatrice di design. È quella che Candy<br />

sta progettando grazie alla collaborazione<br />

con il Dipartimento di Industrial Design del<br />

Politecnico di Milano. Saranno proprio gli<br />

studenti dell’ultimo anno della specializzazione<br />

a progettare la nuova macchina. Gli studenti,<br />

diretti dal professor<br />

Francesco Trabucco,<br />

hanno visitato<br />

lo stabilimento<br />

Candy di Brugherio<br />

per imparare sul<br />

campo cosa vuol<br />

dire progettare le<br />

lavatrici. Per Candy<br />

il design non è un<br />

accessorio, ma<br />

un elemento di<br />

funzionalità.<br />

Lions, per una Brianza<br />

brain intensive<br />

La capacità di unire manualità ed intelligenza, la necessità di<br />

attrarre sempre nuove risorse, sia umane che professionali, e di<br />

creare una ricchezza diffusa sono stati al centro dell’intervento del<br />

professor Adriano De Maio all’incontro organizzato da Lions <strong>Club</strong><br />

<strong>Monza</strong> Host il 13 gennaio scorso presso l’Hotel de la Ville di <strong>Monza</strong>.<br />

Presidente del Distretto Hi-Tech di Vimercate e già Rettore del<br />

Politecnico di Milano, della LUISS di Roma e dell’Istituto Regionale<br />

di Ricerca della Lombardia, De Maio ha posto l’accento sul fatto che<br />

il territorio deve poter contare su servizi adeguati, infrastrutture<br />

moderne e funzionali, collegamenti locali ed internazionali: ovvero,<br />

su una logistica integrata. La Brianza, infatti, si trova al centro<br />

di due direttrici europee strategiche quali la Torino-Trieste (che<br />

significa Europa occidentale ed orientale) e la Genova-Chiasso (cioè<br />

area portuale e Nord Europa). «La posizione strategica della nuova<br />

provincia – ha spiegato il Professore – deve essere opportunamente<br />

sviluppata, anche in vista della valorizzazione del suo notevole<br />

tessuto imprenditoriale: oltre 58.000 imprese attive su circa<br />

800mila abitanti, con una densità imprenditoriale record di 165<br />

aziende per kmq». Si è così deciso di dare ulteriore impulso al<br />

sistema industriale realizzando un Distretto High Tech che avrà<br />

l’obiettivo di fare da polo per nuove iniziative imprenditoriali<br />

e che vuole essere un punto di contatto tra la grande industria<br />

e l’indotto qualificato delle piccole e medie imprese, l’anello di<br />

congiunzione tra le istituzioni deputate alla formazione (scuola e<br />

università) e le aziende, a cui si aggiunge l’ambizione a diventare<br />

un importante centro di ricerca da presentare a tutto il mondo<br />

all’Expo 2015. Del resto la fitta rete delle Pmi brianzole è un forte<br />

elemento di attrazione per l’estero: «Dobbiamo essere però capaci<br />

– ha continuato De Maio – di comunicare al meglio questi vantaggi,<br />

in particolare la capacità dei brianzoli di gestire sistemi complessi<br />

in forma armonica. Occorre insomma creare un circolo virtuoso e<br />

positivo, finalizzato al continuo miglioramento della qualità della<br />

vita in Brianza e basato su una comunità brain intensive».<br />

WHAT’S ON<br />

Torna la<br />

100 km<br />

Torna, il 22 marzo, dopo<br />

vent’anni la “Cento chilometri<br />

di Seregno”, la più prestigiosa<br />

maratona briantea. Una marcia<br />

non competivitva che partirà da<br />

Parco Due Giugno, dove ci sarà<br />

il villaggio sportivo, e dopo aver<br />

attraversato quattordici comuni<br />

brianzoli (Seregno, Cabiate,<br />

Mariano Comense, Giussano,<br />

Verano Brianza, Carate Brianza,<br />

Albiate, Sovico, Macherio,<br />

Biassono, Vedano al Lambro,<br />

<strong>Monza</strong>, Lissone e Desio)<br />

tornerà a Seregno.<br />

Cinquanta chilometri da<br />

percorrere due volte a piedi (una<br />

sola per gli atleti della maratona e<br />

della handbike). A dare il via alla<br />

super corsa saranno tre campioni<br />

del calibro di Mario Ardemagni,<br />

Mario Fattore e Monica<br />

Casiraghi. Informazioni: A.S.D.<br />

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N.41<br />

M C<br />

11


Calendario<br />

Il 2008 è stato sotto molti profili un anno importante<br />

sia per <strong>Monza</strong> che per la Brianza.<br />

In attesa di vedere cosa ci riserverà il 2009, ripercorriamo<br />

i momenti salienti dei dodici mesi appena trascorsi<br />

WHAT’S ON<br />

N.41<br />

M C<br />

13


14 M C<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

PER UNA CITTÀ UNIVERSITARIA<br />

di Marcello Fontanesi, Rettore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca<br />

La nascita del Comitato promotore del polo universitario rappresenta un passo importante<br />

affinché il progetto di sviluppo e ampliamento delle attività di alta formazione e ricerca a<br />

<strong>Monza</strong> e in Brianza, già avviato dall’Università di Milano-Bicocca, si completi in modo<br />

adeguato. Ora, considerate le dimensioni dell’obiettivo, è fondamentale che le forze vive<br />

locali, economico-culturali, rappresentate nel Comitato, raccolgano sostegno politico e<br />

finanziario anche all’esterno, attraverso il coinvolgimento di interlocutori istituzionali.<br />

WHAT’S ON<br />

Febbraio<br />

N.41<br />

M C<br />

15


EXPO, UNA VITTORIA ITALIANA<br />

di Lanfranco Senn, Presidente di Metropolitana Milanese SpA<br />

A Milano è stata assegnata l’Expo Universale del 2015. È una vittoria della città al centro<br />

della regione più operosa d’Italia, ma è anche il riconoscimento che, quando nel nostro Paese<br />

istituzioni pubbliche, business community e società civile lavorano insieme per un progetto<br />

condiviso, si può essere presenti con grande dignità sul palcoscenico globale. Bisogna esserne<br />

orgogliosi e cercare mille altre occasioni per costruire insieme il futuro.<br />

16 M C<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

WHAT’S ON<br />

Marzo<br />

N.41<br />

M C<br />

17


I GIOVANI COMPIONO 50 ANNI<br />

di Matteo Parravicini, presidente del gruppo Giovani Imprenditori Aimb<br />

Durante i festeggiamenti per il cinquantesimo dalla sua fondazione,<br />

i Giovani Imprenditori di <strong>Monza</strong> e Brianza hanno voluto mettere in<br />

risalto il fatto che spesso il Gruppo ha anticipato il dibattito su temi<br />

di grande attualità rispetto alle organizzazioni imprenditoriali<br />

dotate di maggiore seniority, ma purtroppo frenate da posizioni<br />

conservative non sempre rappresentative di un’impresa e di una<br />

società in forte cambiamento.<br />

Fondato nel 1958, il Gruppo riunisce imprenditori e<br />

manager dai 18 ai 40 anni di età. La presenza di studenti,<br />

imprenditori di prima generazione, manager, figli di<br />

imprenditori appena entrarti nell’azienda di famiglia e<br />

altri che invece rivestono incarichi di responsabilità,<br />

costituisce uno straordinario terreno di confronto e di<br />

crescita sia per il nostro essere uomini d’industria che<br />

per le responsabilità di classe dirigente.<br />

18 M C<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

-<br />

WHAT’S ON<br />

Maggio<br />

N.41<br />

M C<br />

19


20 M C<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

MAGICHE NOTE CON LE PRIME<br />

DELLA VILLA REALE<br />

di Samantha Ceccardi, fondatrice di Vision Plus<br />

WHAT’S ON<br />

Grazie al successo del concerto del Maestro Ennio Morricone nel 2007 e dopo<br />

la conferma ottenuta con l’esibizione del tenore José Carreras lo scorso luglio,<br />

“Le Prime della Villa Reale” diventano un appuntamento annuale. Ispirati dal<br />

patrimonio storico e artistico monzese, si è voluto creare un magnifico teatro<br />

all’aperto con una scenografia d’eccezione: la Villa Reale e i suoi magnifici<br />

giardini, riportando così l’antica Reggia ai suoi fasti. Il nostro intento è infatti<br />

quello di coniugare al nome della Villa Reale di <strong>Monza</strong> spettacoli unici e di<br />

offrire al pubblico prime assolute ed eventi di altissimo livello.<br />

N.41<br />

M C<br />

21


MUSICA, TEATRO E CINEMA D’AUTORE<br />

di Dario Allevi, vicesindaco di <strong>Monza</strong><br />

La Villa Reale ha fatto da meraviglioso sfondo ai grandi spettacoli dell’estate<br />

nei quali siamo riusciti a coinvolgere grandi personaggi. Possiamo dire che<br />

è stata un vero e proprio successo l’intera rassegna <strong>Monza</strong>estate, grazie<br />

all’impegno dell’Assessorato al Turismo e Spettacolo. Con Renzo Arbore,<br />

Francesco De Gregori e Fiorella Mannoia, abbiamo riportato la grande<br />

tradizione della musica leggera in città, insieme alle soronità zigane di Goran<br />

Bregovic. Attenzione anche al teatro estivo e alla tradizione con lo spettacolo<br />

dei Legnanesi e infine con un classico della bella stagione, ovvero il “Cinema<br />

sotto le stelle”. Il successo ci incoraggia ad andare avanti anche nel 2009 su<br />

questa scia di attenzione nei confronti del pubblico monzese.<br />

22 M C<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

WHAT’S ON<br />

N.41<br />

M C<br />

23


24 M C<br />

UN CONSORZIO PER FAR SPLENDERE LA VILLA<br />

di Pierfranco Maffè, assessore alla Villa Reale del Comune di <strong>Monza</strong><br />

Il 2009 sarà un anno importante per il Parco e la Villa Reale di <strong>Monza</strong>: esso<br />

vedrà la nascita di un nuovo ente di gestione del complesso monumentale.<br />

Il Consorzio amministrerà la Reggia, i Giardini e il Parco cintato più vasto<br />

d’Europa con l’obiettivo di rilanciare questo straordinario complesso storico,<br />

architettonico e paesaggistico, arricchendolo con eventi culturali di rilevanza<br />

internazionale. Un insieme di beni preziosi, quali ville, cascine, mulini,<br />

boschi centenari che, recuperati al loro antico splendore, saranno in grado di<br />

diventare degni protagonisti della prossima Expo Universale del 2015.<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

WHAT’S ON<br />

L u g l i o<br />

30<br />

N.41<br />

M C<br />

25


26 M C<br />

MONZA, CAPITALE DELL’IMPRESA<br />

di Ettore Mazzotti, direttore di “Capital”<br />

Quelli che non si arrendono: è stato questo il leit motiv della serata <strong>Monza</strong> for Capital, organizzata<br />

da <strong>Monza</strong> <strong>Club</strong>, Hubnet Communication e Vision Plus e culminata in un dibattito a più voci tenutosi<br />

nella splendida reggia monzese. Sul palco sono intervenuti alcuni tra i più noti nomi di <strong>Monza</strong> e<br />

Brianza per raccontare le operazioni che stanno mettendo in campo non solo per battere la crisi, ma<br />

anche per dare un segnale di riscossa sul piano politico e sociale. La vivacità delle testimonianze<br />

rese è stato l’elemento che ha catalizzato l’interesse generale e permesso una riflessione<br />

sull’importanza di dare parola a chi opera, giorno per giorno, forte di una visione strategica<br />

del proprio impegno. Così Luca Rovati, il giovane amministratore delegato della pluripremiata<br />

Rottapharm, ha fatto vivere in diretta i problemi e le soddisfazioni di una piccola società divenuta<br />

una multinazionale del farmaco, mentre Andrea Sassoli, toscano trapiantato in Lombardia, ha portato<br />

la voce del manager che è diventato imprenditore, costruendo in 20 anni un’azienda che oggi fattura<br />

700 milioni l’anno. Con loro anche Enio Fontana,Matteo Parravicini e due grandi professionisti,<br />

il chirurgo Marco Lanzetta e l’avvocato Bruno Santamaria, che hanno riflettuto su come impegno<br />

personale ed esperienza di lavoro possano diventare motori attivi di imprenditoria e di solidarietà,<br />

anche al di fuori dei confini nazionali.<br />

Matteo Parravicini Andrea Sassoli Enio Fontana Bruno Santamaria Luca Rovati Marco Lanzetta<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

WHAT’S ON<br />

N.41<br />

M C<br />

27


Giorgia Meloni<br />

«I giovani sono<br />

il nostro futuro,<br />

ma dobbiamo<br />

aiutarli»<br />

28 M C<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

Il Ministro traccia un ritratto delle<br />

nuove generazioni, in bilico tra<br />

voglia di fare e incertezza sul futuro<br />

di Valentina Rigano<br />

foto Marco Brioschi<br />

«Hanno voglia di fare, sono più colti e più<br />

preparati dei loro padri e dei loro nonni,<br />

ma quasi rassegnati ad essere etichettati<br />

come una generazione problematica, apatica e<br />

priva di stimoli reali». Ha esordito così Giorgia<br />

Meloni, ministro della Gioventù, ponendo enfasi<br />

sul suo rifiuto ad essere Ministro alle “Politiche<br />

Giovanili” perché contraria alle politiche di<br />

genere, nell’incontro tenutosi all’Urban Center<br />

lo scorso 3 dicembre, alla presenza di giovani<br />

e istituzioni. Meritocrazia e uguaglianza come<br />

punto di partenza e non di arrivo, diritto a studio<br />

e carriera e credibilità per i giovani, sono stati<br />

gli argomenti discussi dal Ministro insieme<br />

al Segretario Provinciale di Azione Giovani,<br />

Roberto Alboni, alla presenza degli assessori<br />

monzesi, soprattutto di Martina Sassoli, che a<br />

<strong>Monza</strong> ricopre la carica omologa del Ministro<br />

Meloni. «Le nuove generazioni sono il nostro<br />

futuro, dobbiamo pensare a cosa li stiamo<br />

preparando e cosa saranno per noi tra 20 o 30<br />

anni – ha aggiunto il giovane Ministro – ed è<br />

per questo che sto cercando di coinvolgere in<br />

tal senso anche i miei colleghi, responsabili<br />

di altri ministeri, perché capiscano quanto sia<br />

importante lavorare insieme per il futuro». La<br />

cronaca porta alla ribalta una nuova generazione<br />

di bulli, consumatori di stupefacenti, giovani<br />

annoiati e senza futuro: «I nostri ragazzi hanno<br />

imparato a sentirsi così, come noi li abbiamo<br />

descritti e abbiamo commesso un grave errore<br />

nel farlo – prosegue il Ministro – Le nuove leve<br />

sono invece impegnate nell’associazionismo, nel<br />

volontariato, sono interessate alla vita politica dei<br />

loro predecessori, siano essi ragazzi di destra o<br />

di sinistra. Per questo dobbiamo dare loro voce e<br />

possibilità per crescere».<br />

Giorgia Meloni, insieme al suo staff, ha già<br />

avviato svariate iniziative come l’istituzione di un<br />

portale internet dove i giovani possono indicare<br />

le loro idee, proposte e anche provocazioni.<br />

«Un aspetto importante è ciò che io definisco<br />

“diritto al futuro” – ha dichiarato la Meloni – La<br />

lotta alla precarietà è fondamentale, per questo<br />

insieme ai colleghi stiamo pensando a manovre<br />

risolutive da aggiungere al pacchetto anti-crisi<br />

con assegni di disoccupazione anche per stagisti,<br />

lavoratori precari e dipendenti a termine. Nella<br />

stessa ottica stiamo pensando a graduatorie di<br />

assegnazione per gli alloggi a studenti e giovani<br />

coppie, unitamente ad un fondo che copra i tassi<br />

di interesse sui mutui che non riescono a pagarsi<br />

da soli».<br />

Il tasto dolente, per il rappresentante del Governo,<br />

rimane il diritto allo studio: «Mi spiace molto<br />

che la minoranza abbia votato contro il decreto<br />

Gelmini, perché la maggioranza aveva accettato<br />

molte delle loro proposte – ha spiegato – si tratta<br />

di un decreto che valorizza al massimo il diritto<br />

allo studio, permettendo ai giovani meritevoli di<br />

arrivare alle borse di studio che ora sono riservate<br />

ai “baroni”, come del resto molte cariche<br />

universitarie e di ricerca. Vogliamo interrompere<br />

questa catena di raccomandazioni e concorsi<br />

che ha completamente distrutto la logica della<br />

meritocrazia». Il sistema Italia al collasso, la crisi<br />

economica che investe trasversalmente il mondo<br />

occidentale, sono problematiche a cui far fronte<br />

sfruttando l’intensità del motore “giovani”. «I<br />

ragazzi devono sentirsi uguali nelle possibilità,<br />

per poi crescere come studenti e professionisti e<br />

trovare la loro strada – ha concluso la Meloni – Il<br />

’68 ha avuto invece il demerito di aver insegnato<br />

l’uguaglianza come punto d’arrivo. Bisogna<br />

lavorare investendo su coloro che hanno capacità<br />

e forza per crescere, ad esempio premiando chi ha<br />

idee imprenditoriali vincenti senza poter contare<br />

su patrimoni personali per realizzarle. Non in<br />

ultimo, stiamo già studiando un disegno di legge<br />

per l’istituzione di comunità giovanili dove si fa<br />

sport, musica, cultura». E sembra che la prima<br />

sarà proprio a <strong>Monza</strong>.<br />

WHAT’S ON<br />

In alto il pubblico - non solo di giovani - che ha animato la serata all’Urban Center<br />

organizzata dall’assessorato alle Politiche Giovanili.<br />

Sotto l’assessore Martina Sassoli con il ministro Giorgia Meloni<br />

N.41<br />

M C<br />

29


30 M C<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

Solstizio<br />

Giovani<br />

stelle<br />

d’inverno<br />

Vivere la città: ecco il tema<br />

della rassegna tra arte, sport e<br />

cultura organizzata a dicembre<br />

dall’assessorato alle Politiche<br />

Giovanili<br />

di Laura Marinaro - foto Marco Brioschi<br />

Mostre di pittura e fumetto,<br />

musica, installazioni artistiche,<br />

incontri e dibattiti. All’insegna<br />

del tema “Vivere la cttà” si è svolto dal<br />

1 al 14 dicembre, il consueto programma<br />

del “Solstizio d’Inverno” messo a punto<br />

dall’Assessorato alle Politiche Giovanili.<br />

Il primo evento degno di nota è<br />

stata la mostra, inclusa nella sezione<br />

“Nuove esperienze urbane” e curata<br />

dall’associazione Kaibakh, dei lavori<br />

dei due giovani fumettisti monzesi<br />

Alessandro Tota e Francesco Cattani.<br />

Nei disegni al centro è stato il rapporto<br />

con la città, che è poi il tema scelto<br />

dai curatori, Jan Mozetič e Tommaso<br />

Isabella. A latere interessante<br />

l’incontro di presentazione della<br />

mostra tenuto alla Libreria Feltrinelli,<br />

moderato da Matteo Stefanelli.<br />

Giovedì 4 dicembre è stata la volta della<br />

tavola rotonda dal titolo “La mia Città”,<br />

organizzata dalla Cooperativa Ce.se.d per<br />

il progetto Omnibus. Durante il dibattito<br />

alcuni personaggi come Silvana Fallisi,<br />

moglie di Aldo Baglio, hanno raccontato<br />

quale è il loro modo di dare un contributo<br />

alla vita culturale monzese in diversi<br />

campi. Domenica 7 dicembre la danza è<br />

stata protagonista, al Teatro Manzoni, della<br />

classica Gara di Coreografia dei Centri<br />

di Aggregazione Giovanili nella quale<br />

centinaia di giovani monzesi hanno dato<br />

vita a spettacoli unici ed emozionanti. Il<br />

10 Dicembre, al Teatrino della Villa Reale,<br />

le donne della Cooperativa Diapason<br />

hanno messo in scena lo spettacolo “La<br />

Vie en rose” tutto dedicato all’universo<br />

femminile.<br />

Lo scorso 11 dicembre l’assessore alle<br />

Politiche Giovanili Martina Sassoli ha<br />

illustrato al pubblico il progetto E-gocs,<br />

relativo al recupero dell’ex Macello come<br />

hub per i giovani non solo monzesi, ma di<br />

tutta la Brianza. Un progetto di alto livello<br />

che è arrivato primo in una gara regionale e<br />

ha ottenuto un finanziamento di un milione<br />

di euro dalla Regione Lombardia.<br />

Il giorno successivo l’associazione<br />

Kainakh ha organizzato un workshop dal<br />

titolo “La scuola del fumetto”, durante la<br />

quale molti giovani si sono cimentati in<br />

disegni propri con maestri d’eccezione.<br />

Infine domenica 14 dicembre centinaia<br />

di skaters locali si sono esibiti nell’ex<br />

Macello, un luogo, una piazza che è<br />

diventata palcoscenico, in serata, di un<br />

set con realizzazione di fumetti dal vivo<br />

da parte di giovani disegnatori. La fine<br />

dell’intero evento è stata poi festeggiata<br />

nel Lounge Bar del Binario 7 dove<br />

l’Assessorato ha offerto un aperitivo ai<br />

giovani coinvolti nel Solstizio d’Inverno<br />

2008. Grande la soddisfazione del giovane<br />

assessore che ha creduto nel progetto sin<br />

dall’inizio del suo mandato.<br />

WHAT’S ON<br />

Danza, teatro, musica<br />

e performance dal vivo:<br />

sono state numerose<br />

le iniziative che hanno<br />

animato l’inverno<br />

monzese<br />

N.41<br />

M C<br />

31


32 M C<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

Soroptimist<br />

Natale di<br />

solidarietà<br />

Una serata speciale che è coincisa<br />

con il sessantesimo anniversario<br />

della Dichiarazione dei Diritti<br />

dell’Uomo, base dell’impegno<br />

sociale dei Soroptimist<br />

di tutto il mondo<br />

dalla Redazione<br />

foto Marco Brioschi<br />

Lo Sporting <strong>Club</strong> di <strong>Monza</strong> lo scorso<br />

dicembre ha ospitato la tradizionale<br />

festa di Natale del Soroptimist <strong>Club</strong><br />

<strong>Monza</strong>; come da indicazione di Margaret Lobo,<br />

Presidente Internazionale, la serata, presentata dalla<br />

dottoressa Annarosa Geraci, presidente in carica<br />

del club cittadino, ha avuto come scopo principale<br />

la raccolta fondi per il progetto “Ricostruire la<br />

dignità delle donne etiopi” con l’intento di aiutare<br />

le donne affette da fistola post partum, curandole<br />

nell’Addis Abeba Fistula Hospital. L’impegno del<br />

Soroptimist <strong>Club</strong>, però, non è rivolto ad un solo<br />

progetto; durante la festa è stata organizzata una<br />

lotteria i cui proventi contribuiscono a sostenere<br />

una nuova iniziativa che il <strong>Club</strong> sta preparando<br />

in collaborazione con l’Ospedale di Carate<br />

Brianza: l’aiuto alle neomamme in difficoltà ed ai<br />

neonati attraverso la creazione di uno “sportello<br />

per bambini”, situato all’interno dell’ospedale o<br />

nelle sue vicinanze e dotato di ogni protezione a<br />

garanzia dell’anonimato, nel caso in cui le madri<br />

si trovino nella necessità di separarsi dal loro<br />

bambino. Questo progetto, di antica memoria<br />

(il primo ospedale degli orfani fu costruito nei<br />

primi del 1400 a Firenze da Filippo Brunelleschi),<br />

è stato ripreso con la nascita del primo “babyklappe”<br />

(letteralmente, cassette per bambini) nel<br />

2000, in Germania. Durante la serata il dottor<br />

Andrea Sterpa, Primario di Neonatologia presso<br />

l’Ospedale di Carate, ha voluto sottolineare l’utilità<br />

di questa iniziativa, garantendo ogni cura da parte<br />

del presidio per la realizzazione del progetto nel<br />

minor tempo possibile.<br />

Regione Lombardia<br />

Il fascino discreto della fede<br />

Luogo d’incontro tra arte e spiritualità, i centri religiosi nati<br />

in epoca medievale costituiscono ancora oggi un tesoro sconosciuto ai più<br />

di Francesco Pozzi - foto Marco Brioschi<br />

Al di fuori dei percorsi battuti, lontano<br />

dal rumore dei centri urbani, nei secoli<br />

cosiddetti “bui” del Medioevo fiorivano in<br />

Lombardia le abbazie. In questi luoghi si realizzava<br />

quel felice incontro tra cultura, commercio e arte<br />

che diede un enorme impulso alla crescita delle<br />

comunità lombarde. Consapevole di questo valore,<br />

l’assessorato alle Culture, Identità e Autonomie<br />

della Regione Lombardia, presieduto da Massimo<br />

Zanello, è impegnato in un’opera di riqualificazione<br />

e promozione dei percorsi legati alla spiritualità.<br />

Assessore Zanello, anche un territorio così<br />

fortemente legato all’operosità e alla ricchezza<br />

come la Lombardia può dirsi spirituale?<br />

«Certo, la Regione è ricca di percorsi religiosi: dalla<br />

Via Francigena che attraversa la pianura lombarda<br />

alle abbazie a sud di Milano. Tra queste quella di<br />

Morimondo, costruita agli inizi del XII secolo, su cui<br />

siamo recentemente intervenuti a fianco del Comune<br />

e delle istituzioni religiose per il restauro. Si tratta<br />

di uno dei complessi più amati di tutta la Regione e<br />

prevediamo di crearvi in futuro eventi e occasioni<br />

culturali. Inoltre, sulla scorta di quanto già avviene a<br />

<strong>Monza</strong>, siamo intenzionati a sviluppare sinergie con<br />

i musei diocesani che conservano patrimoni culturali e<br />

artistici, oltre che religiosi, enormi».<br />

Che fascino avverte lei entrando in questi complessi?<br />

«Visitare un’abbazia significa riconoscere e capire il<br />

valore sociale, religioso ma anche economico che la<br />

comunità monastica ha svolto sul territorio lombardo:<br />

molte aree paludose sono state bonificate dai monaci<br />

e rese coltivabili. Inoltre esse raccontano una storia<br />

di secoli, stabilendo una continuità tra il passato e il<br />

presente».<br />

La Brianza è ricca di luoghi segnati dalla religiosità…<br />

«Sì, qui ci sono opere meravigliose, ad esempio<br />

il Duomo di <strong>Monza</strong>, che spicca per maestosità ed<br />

importanza storica, ma non solo: ne esistono altri<br />

meno conosciuti ma non meno significativi. Penso alla<br />

Basilica di San Pietro ad Agliate: risalente al X secolo,<br />

è un edificio tutt’altro che monumentale, costruita<br />

nel rispetto assoluto della povertà e dell’attività<br />

contemplativa e che conserva ancora intatto il suo<br />

fascino. Questo complesso rappresenta un perfetto<br />

connubio tra arte e spiritualità, quella della gente<br />

semplice, della popolazione, che trovava e ancora oggi<br />

trova in questi luoghi pace e conforto».<br />

WHAT’S ON<br />

Sullo sfondo,<br />

l’interno e l’esterno<br />

della Basilica di Agliate.<br />

Sotto, l’assessore<br />

Massimo Zanello<br />

N.41<br />

M C<br />

33


34 M C<br />

N.41<br />

WHAT’S ON<br />

Filosofia<br />

Libertà vo’<br />

cercando...<br />

È al tema del vivere che<br />

è dedicata la quinta rassegna di<br />

incontri con grandi filosofi<br />

“Gli abitatori del tempo”<br />

di Sara Franchini<br />

foto Marco Brioschi<br />

«La Libertà è l’a priori della società<br />

occidentale. L’intero Occidente è basato<br />

sulla libertà di iniziativa e su quella data<br />

dallo Stato e forse è stata proprio l’eccessiva<br />

libertà a portare alla crisi attuale. La nostra<br />

esistenza è dovuta alla liberazione dalla nullità<br />

di ognuno di noi. Normalmente si pensa che la<br />

libertà maggiore del nostro tempo sia quella data<br />

dalla tecnica, in realtà è il pensiero filosofico<br />

a togliere i vincoli alla scienza e quindi alla<br />

tecnica...». A pronunciare questa frase densa<br />

di significato e fondamentale è stato il grande<br />

filosofo contemporaneo Emanuele Severino<br />

ospite, lo scorso 9 gennaio al Teatro Manzoni,<br />

durante una serata della V rassegna “Gli Abitatori<br />

del Tempo”. Ad ascoltarlo erano in centinaia<br />

e da anni sono migliaia (lo scorso anno 6 mila)<br />

gli spettatori di quella che è considerata una<br />

delle più imporanti rassegne in Italia che prende<br />

il nome proprio da un volume di Severino<br />

pubblicato nel 1978. Un successo che dimostra<br />

quanto la Brianza sia bisognosa di alta cultura<br />

e di approfondimento. Il progetto andrà avanti<br />

fino al 23 marzo e comprende un ciclo di inconri<br />

pubblici con i più grandi filosofi contemporanei<br />

in nove comuni della Brianza. A realizzare il<br />

programma sono stati, oltre alla Provincia di<br />

<strong>Monza</strong> e Brianza e al Comune di Villasanta,<br />

anche tre Atenei: l’Università Statale di Milano,<br />

l’Università Cattolica del Sacro Cuore e<br />

l’Università Vita e Salute San Raffaele di Cesano<br />

Maderno. Il tema della libertà, per la prima volta,<br />

quest’anno entrerà anche nel carcere di <strong>Monza</strong><br />

dove i filosofi Vittorio Possenti e Stefano<br />

Moriggi replicheranno in orari pomeridiani ai<br />

detenuti la lezione serale.<br />

«Questa rassegna è diventata un appuntamento<br />

fisso e atteso dal pubblico che affolla teatri e<br />

sale per ascoltare questi grandi filosofi - ha<br />

commentato Gigi Ponti, assessore all’attuazione<br />

della Provincia - è un’esperienza importante<br />

per la Brianza che testimonia la voglia di<br />

cultura di qualità insieme all’esigenza di<br />

affrontare i temi più autentici del nostro<br />

tempo che spesso rimangono in sotofondo.<br />

Un’opportunità di riflettere offerta anche dalla<br />

presenza dell’Università sul nostro territorio».<br />

“Abitatori del tempo” è la prova tangibile che<br />

la filosofia o è concreta o non lo è. «I successi<br />

di pubblico incarnano un bisogno di confronto<br />

serrato e schietto su problemi e interrogativi<br />

che riguardano ciascuno, e molto da vicino - ha<br />

aggiunto Stefano Moriggi, giovane esponente<br />

della filosofia della scienza e collaboratore<br />

dell’editrice San Raffaele - Nel mio incontro<br />

pubblico parlerò della libertà che non è una<br />

concessione, ma una conquista, sempre e<br />

comunque. Un compito infinito, una costruzione<br />

continua per le specie, per i singoli per le<br />

civiltà. Dalla biologia all’architettura cercherò<br />

di accennare alle dinamiche sottese a questo<br />

valore senza ill quale ogni forma di dignità e di<br />

cittadinanza pare impensabile».<br />

IL PROGRAMMA<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

Il pubblico che ha<br />

riempito il Manzoni per<br />

ascoltare Emanuele<br />

Severino (a sinistra). A<br />

fianco il giovane filosofo<br />

monzese Stefano Moriggi<br />

Gianni Vattimo in “Ontologia della Libertà” - 30 gennaio al Palamedia<br />

di Bovisio Masciago<br />

Vittorio Possenti in “Libertà e Destino” - 6 febbraio al Manzoni di<br />

<strong>Monza</strong><br />

Giulio Giorello in “Libertà e i suoi paradossi” - 13 febbraio<br />

all’Excelsior di Cesano Maderno<br />

Vincenzo Vitiello in “Perché l’imperativo categorico parla in seconda<br />

persona” - 16 febbraio al Teatro San Giuseppe di Brugherio<br />

Edoardo Boncinelli in “Incatenati dalla Libertà” - 20 febbraio al teatro<br />

Nuovo di Arcore<br />

Umberto Galimberti, esponente della cultura brianzola e villasantese<br />

doc - 27 febbraio all’Astrolabio di Villasanta<br />

• Stefano Moriggi, giovane e monzese in “ Cattivo pensiero, la Libertà e<br />

il suo spazio” - 6 marzo a Palazzo Terragni di Lissone<br />

•<br />

•<br />

WHAT’S ON<br />

Salvatore Natoli in “Autodeterminazione: vincoli e scelte” - 13 marzo<br />

all’Omnicomprensivo di Vimercate<br />

Matteo Motterlini in “Libertà economica ed emotività” - 23 marzo al<br />

Teatro Manzoni<br />

N.41<br />

M C<br />

35


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

36 N.41 CM<br />

Fortunato Galbiati<br />

Un avvocato in provincia<br />

Ha costruito la sua carriera sul<br />

lavoro, ma anche su una grande<br />

umanità. «Perché l’avvocato - dice<br />

- è prima di tutto un uomo»<br />

di Toni Liguori<br />

foto Marco Brioschi<br />

La sua grande soddisfazione è quella di<br />

aver fondato uno studio che, oltre ad<br />

essere diventato un punto di riferimento<br />

per i suoi clienti, è una fucina di professionisti.<br />

Merito anche della grande etica che Fortunato<br />

Galbiati mette nel proprio lavoro e che ritiene<br />

possa fare la differenza sia a livello umano, che<br />

professionale.<br />

È limitativo definirla un avvocato di<br />

provincia?<br />

«Assolutamente no. Anzi, mi fa molto piacere<br />

e sono onorato di questa definizione, perché la<br />

provincia della quale stiamo parlando è quella di<br />

<strong>Monza</strong> e Brianza, un territorio nel quale più di<br />

quarant’anni fa ho iniziato la mia attività forense<br />

e che ancora oggi mi vede tra i protagonisti di<br />

una professione che continua a darmi enormi<br />

soddisfazioni.<br />

È ovvio che gli orizzonti del mio studio spaziano<br />

verso confini più ampi e la nostra presenza è<br />

ormai consolidata in Italia, in Europa e negli<br />

Stati Uniti, dove ci portano gli interessi dei nostri<br />

numerosi clienti che operano in Brianza, ma che<br />

lavorano in tutto il mondo. Proprio per questo<br />

abbiamo aperto uno studio anche a Milano e un<br />

punto di appoggio fisso a Roma, mentre il centro<br />

dell’attività rimane la nostra sede di Carate<br />

Brianza». ><br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

N.41<br />

CM 37


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

Che rapporto la lega ai sui clienti? È “solo”<br />

un avvocato che dirime le loro controversie o<br />

qualcosa di più?<br />

«In un certo senso sono il loro consulente, la<br />

persona di fiducia che spesso fa parte dei collegi<br />

sindacali o siede nei consigli di amministrazione<br />

e che, a volte, viene consultato anche prima che<br />

i problemi arrivino al pettine. Prevalentemente<br />

mi occupo di diritto commerciale e di tutto<br />

ciò che questo comporta: un settore nel quale<br />

ho acquisito una notevole esperienza e che mi<br />

gratifica non poco. Il rapporto che mi lega ai miei<br />

clienti è di totale fiducia, consolidato in anni e<br />

anni di frequentazione e che a volte è sfociato in<br />

un’amicizia fraterna.<br />

La parte operativa, invece, viene svolta dai miei<br />

validi collaboratori, senza i quali lo studio non<br />

avrebbe raggiunto il livello di competenza che lo<br />

caratterizza».<br />

I collaboratori del suo studio sono piuttosto<br />

giovani: immagino creda molto in loro.<br />

«Sì, moltissimo, i giovani sono il futuro della<br />

società e del mio studio in particolare. Sono stato<br />

il primo, 38 anni fa, a costituire nel nostro campo<br />

una società di professionisti e il primo studente<br />

di Giurisprudenza che ho assunto è l’avvocato<br />

38 N.41 CM<br />

Goffredo Pozzoli che allora aveva soltanto 19<br />

anni e che dopo vent’anni di lavoro insieme è<br />

diventato socio di questo studio. Anche l’avvocato<br />

Alberto Radaelli e mio figlio Giorgio sono soci<br />

a tutti gli effetti e contribuiscono fattivamente<br />

a far funzionare il tutto anche quando io sono<br />

assente.<br />

Poi ci sono cinque collaboratori e cinque<br />

segretarie, tutte persone preparate di cui mi fido<br />

ciecamente. Con loro ho avuto molto fortuna, lo<br />

ammetto; l’altra grande fortuna è stata quella di<br />

esercitare da sempre la mia attività in Brianza<br />

e di essere iscritto al Tribunale di <strong>Monza</strong>, che<br />

rappresenta una delle realtà più importanti<br />

d’Italia».<br />

Come è cambiata la professione dell’avvocato<br />

da quando lei ha iniziato ad esercitarla?<br />

«In effetti è cambiata moltissimo, come d’altro<br />

canto sono cambiate tante cose nella società<br />

contemporanea. Purtroppo, a mio avviso, a livello<br />

umano e qualitativo, non è cambiata in meglio,<br />

anzi peggiora ogni giorno di più. Innanzitutto<br />

trovo inammissibile che nel nostro Paese vi siano<br />

140 mila iscritti all’Albo quando in Francia, ad<br />

esempio, ve ne sono soltanto 10 mila. Questo<br />

“assalto alla diligenza”, come lo definisco io, non<br />

Il team dello studio<br />

Galbiati, Pozzoli e<br />

Redaelli. Da sinistra<br />

Giorgio e Fortunato<br />

Galbiati con i colleghi<br />

Alberto Radaelli e<br />

Goffredo Pozzoli<br />

può che produrre un decadimento della nostra<br />

professione a scapito della correttezza e della<br />

funzionalità del sistema. Tra le nuove leve ci sono<br />

elementi validissimi e tecnicamente preparati che<br />

devono affrontare una serie di problemi difficile<br />

da superare. Le leggi vengono continuamente<br />

rinnovate e diventa sempre più necessario<br />

studiarle e approfondirle prima di iniziare<br />

qualunque tipo di<br />

procedimento. Ma i<br />

giovani, e non solo<br />

loro, non sempre<br />

hanno il tempo<br />

per farlo, perché<br />

devono correre<br />

da un Tribunale<br />

all’altro per colpa<br />

di un sistema lento<br />

e farraginoso che<br />

non consente di<br />

operare con la<br />

dovuta precisione.<br />

Processi che durano vent’anni, udienze che<br />

vengono rimandate per ragioni spesso immotivate<br />

e pretestuose costringono i cittadini, e noi<br />

che li assistiamo, a tour de force incredibili e<br />

umilianti. Per fortuna ci sono Tribunali, come<br />

quello di <strong>Monza</strong>, che continuano a funzionare<br />

egregiamente grazie alla presenza di giudici che<br />

fanno il loro dovere, pur lavorando con mezzi<br />

insufficienti, in condizioni spesso mortificanti, ma<br />

sempre con l’idea che la Giustizia, quella con la G<br />

maiuscola, vada onorata fino in fondo».<br />

Anche secondo lei la Giustizia nel nostro Paese<br />

andrebbe riformata?<br />

«Sicuramente. Andrebbe attuata una riforma<br />

della Giustizia per rendere più aderenti ai tempi<br />

il Codice civile, il Codice penale e, in modo<br />

particolare, il Codice di procedura civile e penale<br />

per regolare i processi e informatizzarli come è<br />

stato fatto nei Paesi più progrediti. Naturalmente,<br />

la Giustizia va riformata anche dotandola di<br />

strutture, di mezzi e di uomini che oggi risultano<br />

scarsi e assolutamente insufficienti.<br />

È incredibile, tanto per farle un esempio, quello<br />

che sta avvenendo a Napoli, nel processo contro<br />

Luciano Moggi: dovevano intimare 24 notifiche<br />

e su queste 14 non hanno avuto seguito. Quindi il<br />

processo è stato rimandato e non finirà mai perché<br />

la difesa di Moggi ha chiesto la trascrizione di 30<br />

mila intercettazioni telefoniche e l’audizione di<br />

485 testimoni. Che cosa può pensare un cittadino<br />

comune davanti a situazioni di questo genere?».<br />

Non crede che alcuni magistrati siano affetti<br />

da un eccessivo spirito di protagonismo e<br />

che la loro voglia di apparire sui giornali e in<br />

Tv danneggi ancora di più l’immagine della<br />

Giustizia?<br />

«Ho sempre<br />

contestato<br />

l’eccessiva<br />

pubblicità che<br />

si è voluta<br />

“<br />

Sono sempre in giro per il<br />

mondo, passo da un consiglio<br />

di amministrazione all’altro,<br />

mi muovo in continuazione<br />

e sono curioso di tutto<br />

dare ad alcuni<br />

processi,<br />

vedi Perugia,<br />

o Cogne, o<br />

Garlasco.<br />

Quando i<br />

protagonisti<br />

di queste<br />

storie vanno<br />

a “Porta a Porta”, o a “Matrix”, o in una delle<br />

mille trasmissioni che si improvvisano in Tv<br />

sui processi che solleticano la morbosità di un<br />

certo pubblico, le loro parole probabilmente<br />

vengono ascoltate anche dai giudici popolari, con<br />

anticipazioni su processi che poi loro saranno<br />

chiamati a giudicare. Trovo aberrante che un<br />

magistrato si esponga alle luci dei media come<br />

una velina o un personaggio da rotocalco: se lo<br />

fa, vuol dire che è malato di protagonismo e non<br />

interpreta il suo ruolo nella maniera giusta. Il suo<br />

lavoro dovrebbe sempre essere riservato come<br />

quello di un prete: le leggi vanno applicate in<br />

silenzio, non amplificate con processi mediatici<br />

e spettacolari che sviliscono l’immagine della<br />

Giustizia».<br />

In questi casi non dovrebbe intervenire il<br />

Consiglio Superiore della Magistratura?<br />

«Sì, è vero, il CSM dovrebbe vigilare<br />

attentamente sull’operato dei magistrati. Ma<br />

come può un organismo giudicare se stesso<br />

e fare giustizia in modo imparziale sui suoi<br />

stessi iscritti? Ripeto: le leggi ci sono e vanno<br />

applicate in silenzio, senza fare processi mediatici<br />

che condizionano l’opinione pubblica, spesso<br />

anticipando sentenze ancora da scrivere».<br />

Se ritornasse indietro, farebbe ancora<br />

l’avvocato? ><br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

N.41<br />

CM 39


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

40 N.41 CM<br />

«Senza dubbio. Nella mia famiglia siamo due<br />

fratelli: uno è diventato notaio, mentre io ho<br />

preferito fare l’avvocato. Non ho mai invidiato il<br />

lavoro di mio fratello perché lui ha dovuto sempre<br />

studiare e appartiene ad una casta certamente<br />

prestigiosa ma, a mio avviso, anche un po’<br />

“statica”. Io sono sempre in giro per il mondo,<br />

passo da un consiglio di amministrazione all’altro,<br />

da un collegio sindacale all’altro, mi muovo in<br />

continuazione, mi informo e mi documento su<br />

ogni cosa, sono curioso di tutto e tengo la mente<br />

in perenne ebollizione: non avrei mai potuto<br />

trascorrere le mie giornate chiuso in ufficio a<br />

studiare carte e documenti senza partecipare<br />

attivamente alla frenetica attività che comporta la<br />

mia professione».<br />

Suo figlio Giorgio lavora con lei, gli dà mai<br />

qualche consiglio?<br />

«È molto più difficile dare consigli, ordini o<br />

istruzioni a un figlio piuttosto che ad un estraneo.<br />

Lui non me li chiede mai, piuttosto si rivolge ai<br />

miei soci che, a loro volta, vengono a chiedere<br />

il mio parere. Però, e non lo dico perché sono<br />

suo padre, è molto bravo ed è un professionista<br />

attento e scrupoloso del quale non posso che<br />

andare orgoglioso. Da quando poi è diventato<br />

responsabile dell’informatizzazione dell’ufficio,<br />

materia che mi vede assolutamente impreparato,<br />

sono io che chiedo a lui qualche suggerimento<br />

per come utilizzare il mio modestissimo personal<br />

computer. Sono veramente contento del carattere<br />

di continuità che caratterizza lo studio che ho<br />

creato. Ho 71 anni e prima o poi arriverà anche<br />

per me il momento di appendere la toga al chiodo,<br />

ma lo farò con molta serenità perché, anche se<br />

certamente non ho creato né una scuola di diritto<br />

e tanto meno una scuola di pensiero, ho dato vita<br />

ad una struttura destinata a proseguire nel tempo<br />

e ad adeguarsi tempestivamente ai mutamenti di<br />

una società in continua evoluzione».<br />

Cosa farà il giorno che deciderà di smettere?<br />

«Dico sempre di voler smettere, ma credo proprio<br />

che non lo farò mai, almeno fino a che la mia<br />

testa continuerà a funzionare e le mie capacità<br />

intellettive non perderanno troppi colpi. Il mio<br />

sogno è di continuare a lavorare fino a quando<br />

mi sentirò in grado di farlo, perché credo che il<br />

riposo e l’ozio contribuiscano ad intristire e ad<br />

invecchiare. In effetti già adesso ho un sacco di<br />

interessi. Lavoro dal martedì al giovedì e gli altri<br />

giorni li trascorro nella mia casa al mare dove<br />

mi diverto a fare il contadino, giocando con il<br />

mio orto e producendo artigianalmente qualche<br />

bottiglia di ottimo olio. Poi ho molti hobbies, le<br />

mostre d’arte, l’antiquariato, gli argenti antichi:<br />

insomma, è difficile che mi annoi e che non<br />

sappia come trascorrere il tempo…<br />

Eppure, non riesco ancora a lavorare meno e<br />

seguo personalmente tutte le cause fallimentari<br />

che passano dal mio studio perché è una materia<br />

che mi appassiona enormemente».<br />

Qual è la cosa più bella che ricorda della sua<br />

carriera?<br />

«Potrei scrivere un libro per tutte le cose che ho<br />

fatto. Ad esempio, 21 anni fa, salvai un signore<br />

che era rovinato dagli strozzini. Era pronto a tutto,<br />

anche a un gesto estremo, perché la situazione<br />

nella quale si era cacciato non offriva vie d’uscita.<br />

Non aveva neppure i soldi per pagare la parcella,<br />

ma mi guardò diritto negli occhi trasmettendomi,<br />

oltre alla sua disperazione, anche la voglia<br />

di lottare e di continuare a vivere. In quella<br />

vicenda ce la misi davvero tutta, mi impegnai<br />

fino in fondo e tirai fuori il meglio di me. Oggi<br />

quell’uomo è un imprenditore di successo che<br />

ha pagato tutti i suoi debiti e che conduce una<br />

vita serena e felice. Ogni anno, a Natale, mi<br />

invia un regalo bellissimo perché, dopo tanti<br />

anni, si ricorda ancora di me e di quello che ho<br />

fatto per salvarlo. È l’aspetto umano della nostra<br />

professione, quello che forse mi gratifica più di<br />

ogni altra cosa. L’avvocato, è sempre e comunque<br />

un uomo che ha il dovere di immedesimarsi<br />

nei problemi dei clienti che assiste cercando<br />

di risolverli come se fossero suoi. Contesto<br />

quei giudici che in una mattina emettono venti<br />

sentenze di separazione e non considerano che<br />

dietro ognuna di esse ci sono famiglie, figli, vite<br />

spezzate in pochi minuti…».<br />

Una storia che invece le ha lasciato l’amaro in<br />

bocca?<br />

«L’amaro in bocca c’è sempre quando sei<br />

convinto di aver fatto bene il tuo lavoro, di aver<br />

ragione e ti trovi una sentenza che non ti soddisfa.<br />

Capita, perché il giudizio è sempre soggettivo,<br />

anche se si applica la Legge. Da noi esiste<br />

l’Appello proprio per correggere gli errori».<br />

Che cosa vorrebbe regalare un giorno ai suoi<br />

figli, a livello spirituale e professionale?<br />

«Un buon ricordo di me come padre, come quello<br />

che io ho di mio padre. E poi la stima e il rispetto<br />

che si rispecchia in questo studio associato che<br />

non è mai stato e non sarà mai un condominio<br />

di avvocati, ma una fucina di professionisti dove<br />

ognuno dà il meglio di se stesso».<br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

Fortunato Galbiati ha<br />

creato a Carate Brianza<br />

uno studio che opera<br />

in tutto il mondo<br />

N.41<br />

CM 41


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

Previsioni<br />

2009: un anno<br />

difficile, ma la<br />

Brianza ce la farà<br />

Ecco cosa prevedono per i prossimi 12 mesi<br />

alcuni importanti rappresentanti istituzionali<br />

del territorio della futura Provincia<br />

di Laura Marinaro<br />

Un anno nero oppure l’inizio della ripresa? L'avvio del 2009 è il più incerto degli ultimi tempi.<br />

La crisi finanziaria che si è abbattuta sui mercati mondiali a settembre si è ripercossa, ben<br />

presto, sulla cosiddetta economia reale e sui consumi. Molte aziende chiudono e aumentano i<br />

cassintegrati. Il Natale, tuttavia, austero, è comunque passato e fortunatamente ne siamo usciti tutti<br />

indenni. Nessuno ha la cosiddetta “palla di vetro”, è vero, ma abbiamo cercato di vedere più chiaro<br />

sull’anno nuovo insieme ad alcuni rappresentanti istituzionali del nostro territorio.<br />

GIUSEPPE FONTANA<br />

Presidente di Confindustria Lombardia, è a capo di un gruppo leader per<br />

la produzione di bulloneria e viteria speciale e normale. Fontana fa parte<br />

anche del Consiglio Direttivo di Federmeccanica di Confindustria<br />

Quali le ripercussioni della crisi finanziaria su quella reale?<br />

«Le ricadute della crisi finanziaria sull’economia reale e sui consumi<br />

percepibili stanno assumendo dimensioni sempre più rilevanti; se<br />

pensiamo, inoltre, che questa situazione si innesta su una congiuntura che in<br />

Lombardia, prima dello scoppio della crisi, già chiudeva al -2,2% l’indice di<br />

produzione industriale del terzo trimestre dell’anno. Il clima di incertezza ha<br />

avuto ripercussioni anche sugli investimenti in ricerca e sviluppo e rinnovo<br />

degli impianti, una delle vie più efficaci per ridare slancio ai mercati».<br />

Quali le sue sensazioni sul futuro prossimo?<br />

«La nostra sensazione è che l’inizio del 2009 possa segnare un picco<br />

negativo, ma le misure straordinarie attivate dalla Regione Lombardia, a<br />

cui abbiamo contribuito con proposte di politiche e interventi, l’accesso al<br />

credito e il sostegno agli investimenti, possono far ripartire l’economia. Le<br />

nostre imprese ce la faranno».<br />

Cambierà qualcosa nella nostra economia?<br />

«Sono certo che, passata la tempesta, il quadro economico sarà diverso,<br />

ma per mettere l’economia sulla strada giusta dobbiamo in tutti i modi combattere la crisi di fiducia che si è determinata a<br />

tutti i livelli. Oggi è questo il nemico più importante ed in questa direzione dobbiamo convogliare tutto il nostro impegno, nei<br />

confronti delle imprese associate, della classe politica, dei cittadini e di noi stessi».<br />

42 N.41 CM<br />

RENATO MATTIONI<br />

Segretario generale della Camera di Commercio di <strong>Monza</strong> e Brianza<br />

Come sta andando l'economia delle imprese brianzole?<br />

«I dati di fine 2008 erano da una parte di preoccupazione, almeno per la metà<br />

delle nostre imprese, dall'altra di fiducia e di ottimismo, ottimismo razionale.<br />

Le imprese del nostro territorio sono la nostra forza economica: 82 mila<br />

aziende, ovvero circa 160 a metro quadro e solo questo dato è importante<br />

per pensare allo sviluppo; inoltre, negli ultimi anni, hanno tutte investito<br />

nell'ammodernamento».<br />

Quali i motivi della preoccupazione e quali della fiducia?<br />

«La nostra forza sta nell'essere radicati sul territorio, ma al tempo stesso<br />

questa è la nostra debolezza: la nostra economia dipende dal mercato globale<br />

e infatti con i segnali di ripresa in alcuni paesi come gli Usa, il Giappone e<br />

l'ex Unione Sovietica, abbiamo registrato indici positivi anche noi; purtroppo<br />

è l'economia locale a preoccupare, perché la percezione della crisi serpeggia<br />

in quel ceto medio che non spende più come una volta. Comunque stiamo<br />

tenendo duro e io vedo già nel corso del 2009 uno spiraglio. Molte aziende<br />

grandi chiudono, ma nello stesso tempo la piccola e media impresa brianzola<br />

assorbe manodopera e crea lavoro».<br />

Quanto la nuova Provincia aiuterà le imprese?<br />

«Noi ci crediamo, perché le imprese hanno bisogno di un ente più vicino a<br />

loro, un ente che sia sovracomunale. Che si chiami provincia o no questo<br />

dipende dai vertici politici nazionali e non da noi. Una cosa è certa: la Brianza delle imprese, che lavora e guarda anche al<br />

mondo esterno, esiste da sempre come entità indipendente e ciò non cambierà».<br />

ROMANO LA RUSSA<br />

Assessore all'Industria della Regione Lombardia<br />

Cosa state facendo per sostenere le imprese brianzole?<br />

«Abbiamo predisposto degli stanziamenti di fondi per le piccole e<br />

medie imprese, raddoppiati rispetto allo scorso anno e, attraverso la<br />

partecipazione a bandi regionali, daremo la possibilità agli imprenditori<br />

di accedere con più facilità al credito grazie alla garanzia della stessa<br />

Regione, in modo da agevolare la crescita. Le previsioni non sono<br />

ottime, ma i segnali negativi non sono così allarmanti, soprattutto se si<br />

tamponerà la situazione con gli aiuti nel primo semestre».<br />

Solo una speranza?<br />

«Credo che le piccole e medie imprese brianzole resisteranno anche<br />

grazie alla capacità di rinnovarsi e crescere. Dal punto di vista politico ci<br />

sarà poi la nuova Provincia che aiuterà nella coesione del territorio».<br />

A questo proposito quali sono le previsioni sulle candidature?<br />

«Non mi sbilancio, comunque sia è importante organizzare una<br />

campagna elettorale seria: Alleanza Nazionale (il suo partito, Ndr) è<br />

sicuramente in lizza per ottenere la candidatura del presidente della<br />

futura provincia e, chiunque sia il candidato, sarà un uomo della Brianza<br />

che si impegnerà per il territorio».<br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

N.41<br />

CM 43


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

MARCO MARIANI<br />

Sindaco di <strong>Monza</strong><br />

Che 2009 sarà per <strong>Monza</strong>?<br />

«Sarà un anno fondamentale per la nostra città. Prima di tutto perché<br />

diventeremo Provincia e poi per le opere fondamentali che si preparano».<br />

Quali le priorità dell'Amministrazione?<br />

«Fondamentale è deliberare il Consorzio della Villa Reale comunque<br />

calendarizzato dalla Giunta, poi l'approvazione della variante del Pgt con<br />

la quale creeremo nuovi spazi per il sociale, lo sport, i servizi e il Piano<br />

generale del traffico urbano. A breve inzieremo importanti opere pubbliche<br />

come il Tribunale, il rifacimento di molte strade del centro, tra cui via Vittorio<br />

Emanuele e le sedi della Provincia».<br />

Cosa mi dice sulle elezioni Provinciali?<br />

«Innazitutto il Centrodestra deve vincere, perché è stato il primo fautore della<br />

Provincia, al contrario degli avversari politici. Il candidato, chiunque sia, sarà<br />

intelligente e in gamba, sia che sia un politico di professione che un esponente<br />

della cosiddetta società civile».<br />

La prima cosa che chiederebbe al nuovo Consiglio Provinciale?<br />

«Credo proprio che la priorità siano i trasporti e tutto il sistema di mobilità<br />

cittadina e provinciale. Sono sempre stato un fautore del trasporto su ferrovia<br />

e spero si possa realizzare una rete anche a livello locale».<br />

44 N.41 CM<br />

LUIGI NARDI<br />

Presidente dell'Unione Commercianti e titolare dell'Hotel de la Ville<br />

Come sta andando l'economia nel suo settore in Brianza?<br />

«A differenza di molti preferisco essere realista: la situazione è davvero<br />

negativa e a soffrire della crisi delle aziende sono anche gli alberghi della<br />

Brianza che vivono sul turismo d'affari. La perdita è del 20-30 per cento<br />

circa. Anche nel commercio la situazione generale è di rallentamento,<br />

malgrado non siano tutti i settori a soffrire nello stesso modo».<br />

Quali le sue previsioni per il nuovo anno?<br />

«Non ho la sfera di cristallo e non credo a chi dice che si risolverà tutto<br />

entro il 2009, tuttavia alla fine spero che ce la faremo».<br />

A questo punto quali sono le speranze sulla nuova Provincia, non solo<br />

dal punto di vista economico?<br />

«Credo che al rilancio potrebbe contribuire una decisione definitiva<br />

sull'utilizzo della Villa Reale; una decisione che possa portarla a<br />

diventare un luogo di richiamo internazionale che farebbe da volano<br />

anche all'economia, oltre che alla cultura. Stessa cosa per l'Autodromo<br />

che, secondo me, dovrebbe diventare una sede congressuale importante.<br />

Per il resto spero che si lavori bene per le infrastrutture».<br />

Gabetti Franchising Agency <strong>Monza</strong><br />

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Roberto Brioschi,<br />

Responsabile<br />

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IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

46 N.41 CM<br />

Provincia<br />

...Si parte!<br />

Il 6 e 7 giugno prossimi si<br />

voterà per le Provinciali.<br />

Previsioni, speranze e dubbi<br />

dei possibili candidati<br />

alla presidenza<br />

di Laura Marinaro<br />

Provincia al cancelletto di partenza. Il 6 e<br />

7 giugno si vota per il primo Consiglio<br />

Provinciale di <strong>Monza</strong> e Brianza e intanto<br />

si stanno vivendo gli ultimi giorni di suspence<br />

per il nome del candidato alla presidenza.<br />

Se nel centrosinistra il nome di Gigi Ponti è<br />

certo (è stato lui come assessore provinciale<br />

all’attuazione della provincia a traghettare<br />

<strong>Monza</strong> verso il traguardo), nel centrodestra<br />

è tutto ancora molto nebuloso. Tutto, infatti,<br />

dipende dalla decisione di Milano. Se la<br />

presidenza della provincia limitrofa andasse a<br />

Guido Podestà di Forza Italia, e non sembra<br />

assolutamente certo ad oggi, e l’altro papabile in<br />

lizza Riccardo de Corato, attuale vicesindaco<br />

di An, si tenesse fuori dai giochi, allora a<br />

<strong>Monza</strong> si aprirebbe il toto candidato in An dove<br />

ci sarebbero Roberto Alboni, coordinatore<br />

provinciale del partito di Massimo Fini e Dario<br />

Allevi, vicesindaco di <strong>Monza</strong>. Ma ci sono altri<br />

nomi che circolano e intanto il Pdl si affida<br />

alla sondaggista Alessandra Ghisleri per un<br />

test: in Forza Italia, che non molla, si parla<br />

ancora del ciellino Stefano Carugo, mentre tra<br />

i rappresentanti della cosiddetta società civile<br />

ci sono Tiziano Mariani, patron di Cancro<br />

Primo Aiuto e Andrea Mandelli, presidente dei<br />

Farmacisti della provincia. Abbiamo chiesto ad<br />

alcuni di loro cosa farebbero se fossero eletti.<br />

GIGI PONTI<br />

Candidato del centrosinistra a presidente<br />

della Provincia. È stato lui, negli anni della<br />

costituenda realtà locale, a traghettare <strong>Monza</strong><br />

e Brianza verso la Provincia. Giovane,<br />

colto, impegnato nella cultura, può contare<br />

sull’appoggio di Massimo Cacciari, testimonial<br />

d’eccezione e rettore dell’Università Vita San<br />

Raffaele di Cesano Maderno.<br />

A che punto siamo?<br />

«Adesso stiamo cercando di completare la<br />

macchina organizzativa e burocratica con<br />

le delibere sul bilancio e sulla divisione del<br />

patrimonio da Milano. La direzione generale poi<br />

sta approntando le attività legate al sociale, alla<br />

scuola e ai progetti infrastrutturali».<br />

Come andrà la campagna elettorale?<br />

«Sono in attesa della dichiarazione d’impegno<br />

definitiva a inizio febbraio, comunque credo<br />

che mi concentrerò sulla capacità di dare<br />

risposte alle richieste dei brianzoli sul lavoro,<br />

DARIO ALLEVI<br />

Vicesindaco di <strong>Monza</strong> ed esponente di Alleanza<br />

Nazionale. È lui il più papabile e non ha esistato<br />

a definirsi in “pole position” per la candidatura a<br />

presidente.<br />

Come si prospetta la campagna elettorale?<br />

«Sicuramente storica per il territorio e anche per<br />

il centrodestra. Non dobbiamo dimenticare che il<br />

sogno della Provincia di <strong>Monza</strong> e Brianza è stato<br />

realizzato dal governo Berlusconi e lo ribadiremo<br />

in campagna elettorale.<br />

Inoltre credo che punteremo sul dare ai cittadini<br />

tutte le risposte sull’utilità della Provincia e sui<br />

vantaggi che ne trarranno da molti punti di vista».<br />

Se venisse eletto presidente cosa farebbe subito<br />

per la nuova realtà autonoma?<br />

«Innanzitutto come partito abbiamo sempre<br />

dimostrato lealtà e serietà nei confronti di tutti gli<br />

amministratori locali; in particolare io credo molto<br />

nella partecipazione diretta dei cittadini e quindi<br />

come presidente sarei felice di continuare ad essere<br />

sulle infrastrutture e sul riequilibrio territoriale:<br />

fondamentale è fare rete tra tutti i comuni».<br />

Se dovesse essere eletto quali saranno i primi<br />

progetti da realizzare?<br />

«In testa a tutto per me ci sono le tematiche del<br />

lavoro, ma anche le relazioni sul territorio tra i<br />

comuni e le infrastrutture».<br />

sempre presente nella loro vita e ad ascoltare le loro<br />

richieste.<br />

Appena eletto vorrei proprio questo: creare<br />

un’istituzione vicina alla gente, snella, al servizio<br />

di tutti. Poi penserei alle infrastrutture, ai trasporti,<br />

all’università e al sostegno alle imprese». ><br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

N.41<br />

CM 47


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

GIACINTO MARIANI<br />

Sindaco di Seregno e papabile nella Lega Nord.<br />

È stato uno dei fautori della Provincia come organo<br />

indipendente da Milano. E’ stato tirato in ballo<br />

come un possibile candidato per il suo partito negli<br />

ultimi giorni, quando tutti pensavano che la Lega<br />

sarebbe stata fuori dai giochi.<br />

Come mai questa investitura?<br />

«Non so chi abbia fatto il mio nome, ma<br />

sicuramente se la Provincia di <strong>Monza</strong> andasse alla<br />

Lega Nord ne sarei felice; comunque in Brianza<br />

ci sono tanti ottimi candidati. Una cosa è certa: il<br />

primo presidente avrà molto da lavorare perché<br />

questo ente nasce dagli avanzi di Milano e quindi è<br />

fondamentale ricostruire la macchina organizzativa e<br />

burocratica prima di tutto».<br />

Quali sono le sue priorità se venisse eletto?<br />

«Oltre al funzionamento della macchina Provincia,<br />

mi concentrerei sulla costruzione del rapporto<br />

con Milano, perché noi nasciamo come ente che<br />

collaborerà col capoluogo e non sarà in antitesi;<br />

poi, importante, la revisione dei consorzi, ad<br />

TIZIANO MARIANI<br />

Presidente di Cancro Primo Aiuto Onlus. Brianzolo<br />

doc è lui l’esponente della cosiddetta società civile<br />

indicato da Forza Italia come possibile candidato<br />

alla Presidenza della Provincia.<br />

Accetta la sfida?<br />

«Sono onorato di potermi candidare al fianco<br />

del Cavaliere anche perché Arcore è la sua terra<br />

e quindi la mia è una grande responsabilità e<br />

un’emozione unica. Credo che nella campagna<br />

elettorale dovrò puntare sui valori della coalizione<br />

a cui appartengo e sulla valorizzazione del popolo<br />

brianzolo generoso e straordinariamente solidale».<br />

Di cosa ha bisogno la Brianza?<br />

«La priorità è recuperare l’orgoglio della sua<br />

identità. Se i brianzoli non impareranno ad amarsi<br />

di più e a fare squadra per i progetti comuni, questa<br />

Provincia non porterà nulla di nuovo. Ma se si<br />

lavora tutti insieme al progetto comune, si potranno<br />

risolvere quelli che sono i problemi più gravi.<br />

Prima di tutto la crisi economica e la mancanza<br />

del lavoro, ma anche lo sviluppo del turismo e di<br />

tutte le attività che hanno reso competitiva questa<br />

48 N.41 CM<br />

esempio quelli dei rifiuti e dell’acqua, attraverso un<br />

censimento nei comuni e infine sono fondamentali<br />

le opere come la Pedemontana, le scuole e<br />

l’adesione al progetto dell’Expo».<br />

terra. Infine ricostruire la rete dei trasporti e delle<br />

infrastrutture sulle quali si parla da decenni senza<br />

fare molto purtroppo».<br />

Noi ci siamo rimessi in forma...<br />

ora tocca a voi!<br />

Via Sant’Andrea, 23 - <strong>Monza</strong> (MB)<br />

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IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

La speculazione<br />

e la realtà L’incontro<br />

Aimb<br />

50 N.41 CM<br />

Nel convegno organizzato<br />

recentemente dagli industriali le<br />

regole per sviluppare un rapporto<br />

proficuo tra le imprese e le banche<br />

di Toni Liguori<br />

organizzato, lo scorso<br />

dicembre, dall’Associazione Industriali<br />

di <strong>Monza</strong> e Brianza tra UniCredit<br />

e imprenditori è servito a fare chiarezza nel<br />

rapporto tra banche e imprese che, specialmente<br />

in questi ultimi mesi caratterizzati dalla crisi<br />

finanziaria internazionale, ha toccato momenti di<br />

aspra tensione.<br />

A rasserenare gli animi, e infondere un po’ di<br />

fiducia agli imprenditori brianzoli, ci hanno<br />

pensato Carlo Edoardo Valli, presidente<br />

dell’Aimb e Gianni Coriani, direttore generale<br />

UniCredit Corporate Banking, che con i loro<br />

interventi rivolti ad un pubblico particolarmente<br />

attento e numeroso, hanno voluto indicare<br />

le vie da seguire per sviluppare un’efficiente<br />

cooperazione tra imprese e istituzioni<br />

finanziarie. I relatori hanno posto l’accento sulla<br />

necessità di ridefinire una base di valori comuni<br />

per stabilire un rapporto integro e produttivo<br />

tra finanza ed economia reale. Fondamentale<br />

e imprescindibile per imprenditori, banche,<br />

istituzioni e fornitori di servizi, rimane il<br />

valorizzare la propria attività e, allo stesso<br />

tempo, trarre valore da tutte le funzioni sul<br />

territorio. Ecco cosa pensano della situazione<br />

economica attuale. ><br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

N.41<br />

CM 51


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

CARLO EDOARDO VALLI<br />

Presidente di AIMB<br />

Presidente Valli, la gente non se la passa<br />

molto bene: crollano i consumi, aumentano<br />

le casse integrazioni, chi ha un lavoro ha<br />

paura di perderlo e chi ancora non ce l’ha<br />

ha perso la speranza di trovarlo… Lei,<br />

comunque, continua a manifestare un cauto<br />

ottimismo ed è sicuro che, prima o poi, il<br />

Paese si rimetterà in cammino: da dove<br />

nasce questa sua convinzione?<br />

«L’Italia ha sempre dimostrato, nel corso<br />

della sua lunghissima storia, di sapere reagire<br />

con coraggio e grande determinazione a tutte<br />

le sciagure, da quelle volute dalla natura, a<br />

quelle provocate dalle varie classi politiche<br />

che si sono succedute negli anni. Ha sempre<br />

rialzato la testa ed è riuscita a superare i<br />

momenti più difficili dimostrando al mondo<br />

intero la sua capacità di vincere ogni tipo di<br />

battaglia. Certo, il momento è drammatico e<br />

la crisi che stiamo attraversando non è solo<br />

nazionale, ma coinvolge tutti gli stati del<br />

pianeta lasciando poco spazio alla speranza e<br />

alle illusioni.<br />

Però sono certo che ce la faremo e prima o poi<br />

arriveranno tempi migliori».<br />

Qual è la sua ricetta?<br />

52 N.41 CM<br />

«Io non ho ricette particolari ma credo, e lo<br />

sto ripetendo da tempo, che sia diventato<br />

ormai improrogabile fare entrare più soldi<br />

nelle buste paghe dei dipendenti, perchè se<br />

non riprendono i consumi il meccanismo<br />

rimarrà bloccato e l’economia difficilmente<br />

decollerà».<br />

Tra poco scadrà il suo mandato: cambierà<br />

qualcosa nella sua Associazione?<br />

«Penso che chi mi sostituirà lavorerà nel<br />

segno della continuità di una politica<br />

associativa che ha sempre messo in primo<br />

piano i problemi degli imprenditori cercando<br />

le soluzioni migliori».<br />

Chi sarà il prossimo Presidente dell’Aimb?<br />

«Ci sono molti imprenditori pronti a<br />

prendere questo timone. Abbiamo già creato<br />

un’apposita Commissione e nel prossimo mese<br />

di giugno verrà eletto il nuovo candidato».<br />

Si farà davvero la nuova Provincia?<br />

«A questo punto direi proprio di sì. Come<br />

confermato dal Ministro dell’Interno e dal<br />

Governo, il 6 e 7 giugno si voterà per la<br />

Provincia di <strong>Monza</strong> e Brianza».<br />

La platea di<br />

rappresentanti del<br />

mondo dell’industria e<br />

delle banche ha affollato<br />

la sede dell’Aimb<br />

GIANNI CORIANI<br />

Direttore generale di Unicredit Corporate<br />

Banking<br />

Dottor Coriani, è venuto in Brianza a<br />

portare un po’ di ottimismo?<br />

«Spero di potere dare un contributo,<br />

oltre che di ottimismo teorico, anche di<br />

rassicurazioni concrete.<br />

Abbiamo messo a disposizione delle<br />

imprese cinque miliardi di euro e questo<br />

è il nostro modo di rispondere con slancio e<br />

fiducia a questa crisi che impatta notevolmente<br />

sul mondo finanziario e, di conseguenza,<br />

sull’economia reale del Paese».<br />

Che cosa può offrire UniCredit agli<br />

industriali brianzoli in questo momento di<br />

emergenza?<br />

«Mettiamo a disposizione degli imprenditori<br />

brianzoli la nostra specializzazione, ovvero<br />

“<br />

Ho fiducia nel futuro ed è<br />

fondamentale mantenerla.<br />

Basta attendere e darsi da fare<br />

la possibilità di intervenire in termini di<br />

consulenze, non solo sul mercato nazionale,<br />

ma anche su quelli esteri. Il valore aggiunto<br />

del Gruppo è rappresentato proprio dalla nostra<br />

presenza capillare su tutti i mercati europei».<br />

Lei ha fiducia nel futuro?<br />

«Assolutamente sì ed è fondamentale. Basta<br />

attendere e darsi da fare».<br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

Gianni Coriani illustra<br />

alla platea e ai dirigenti<br />

dell’Aimb le proprie<br />

ricette e strategie<br />

N.41<br />

CM 53


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

54 N.41 CM<br />

Luigi Rovati<br />

La terapia del successo<br />

Dal Giappone al Sudamerica,<br />

dalla Germania a Singapore, ha<br />

portato ovunque l’ingegno italiano.<br />

Anche se erano anni difficili e ad<br />

attenderlo c’era qualche imprevisto<br />

di Sara Re<br />

foto Marco Brioschi<br />

In mano una valigetta, in testa tante idee<br />

e nel cuore la determinazione e la forza<br />

di chi si sente mosso da una grande<br />

intuizione. Luigi Rovati ribalta preconcetti<br />

e stereotipi sulla figura del ricercatore, che<br />

lo vogliono Einstein dalla folle capigliatura<br />

o distaccata figura persa nel proprio mondo<br />

di numeri e teorie. Il “Professore”, come tutti<br />

lo chiamano, ha costruito praticamente dal<br />

nulla un’azienda che oggi è leader nel campo<br />

della farmacologia, la Rottapharm, unica a<br />

livello nazionale a fare ricerca avvalendosi<br />

di un gruppo di 120 teste pensanti. Oggi, che<br />

i collaboratori sono oltre 2 mila e 400, che<br />

il gruppo fattura oltre 551 milioni di euro<br />

e che lui nel 2008 ha festeggiato 80 anni, il<br />

Professore non si perde comunque un giorno<br />

di lavoro nel suo ufficio in cui conserva, dietro<br />

la scrivania, due splendidi mosaici bizantini.<br />

L’unico vezzo concesso allo stereotipo? Il<br />

camice, che indossa sempre non appena entra in<br />

azienda.<br />

Professore, il 2008 è stato il suo anno: ha<br />

festeggiato un compleanno tondo tondo, ha<br />

ricevuto un premio dell’Aimb dalle mani<br />

del presidente di Confindustria Emma ><br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

N.41<br />

CM 55


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

Marcegaglia, il premio di imprenditore<br />

dell’anno da parte di Ernst&Young e, ultimo<br />

in ordine di tempo, quello conferitogli<br />

dal Centro Studi Liberi nell’Agorà. Le<br />

fanno piacere questi riconoscimenti o la<br />

imbarazzano?<br />

«Mi fanno piacere e mi imbarazzano: io sono<br />

abituato a fare le cose, non a ricevere, quindi<br />

avverto sensazioni discordanti. In realtà, però,<br />

mi ritengo davvero fortunato per quello che ho<br />

fatto; non ci sarei mai riuscito senza il calore<br />

della mia famiglia e il contributo dei miei<br />

figli: senza di loro non so se sarei riuscito a<br />

realizzare ciò che ho costruito».<br />

La sua è stata una vita dedicata alla ricerca,<br />

ma non certo sacrificata ad essa. Da dove<br />

arrivò l’intuizione di coniugare ricerca e<br />

imprenditoria?<br />

«Dopo la laurea in Medicina, conseguita nel<br />

1953, ebbi la grande occasione di studiare<br />

per un periodo all’estero e, soprattutto, di<br />

entrare a far parte del team del premio Nobel<br />

Corneille Heymans, in Belgio. Lui divenne ben<br />

presto il mio riferimento, imparai moltissimo,<br />

sia dal lato scientifico che da quello umano:<br />

riusciva a spiegarmi le cose che io non capivo e<br />

sapeva semplificare le cose difficili. Tuttora la<br />

semplicità, per me, non è un punto di partenza,<br />

ma di arrivo. Fu durante queste esperienze<br />

che maturai l’idea che la scienza dovesse<br />

essere usata per applicazioni pratiche. A me,<br />

infatti, è sempre interessato occuparmi della<br />

56 N.41 CM<br />

terapia, piuttosto che della diagnosi, ovvero<br />

concentrarmi sul modo in cui le malattie<br />

possono essere curate».<br />

Un approccio perfetto per un ricercatore…<br />

«Sì. Infatti, tornato a Milano, ottenni<br />

un contributo dalla Borsa Valori per il<br />

finanziamento di un’azienda, abbandonando<br />

definitivamente la carriera universitaria, cosa<br />

che, a molti, sembrò una pazzia. Studiai le<br />

lingue straniere e partecipai spesso a conferenze<br />

all’estero; mi capitarono anche episodi curiosi,<br />

come quella volta in cui, proprio mentre<br />

stavo per entrare in una sala per tenere una<br />

conferenza sull’artrosi, venni bonariamente<br />

“sequestrato” per qualche ora dal presidente di<br />

una repubblica centroamericana!<br />

Sua madre soffriva proprio di artrosi e lui<br />

voleva che gli dessi un’occhiata...<br />

Del resto furono anni molto intensi, in cui il<br />

mio sogno di diventare anche imprenditore<br />

si concretizzava: inventavo nuovi prodotti, li<br />

davo in licenza alle aziende e di qui ottenevo<br />

le royalties con cui facevo nuovi investimenti.<br />

Scelsi di lavorare soprattutto all’estero perché,<br />

a quell’epoca, in Italia non si potevano<br />

brevettare i farmaci, una possibilità che arrivò<br />

solo nel 1979. L’azienda divenne una piccola<br />

multinazionale che gestiva affari in Germania,<br />

Portogallo, Francia, Spagna. Ora siamo presenti<br />

in 85 paesi nel mondo».<br />

Con il tempo in azienda sono arrivati anche i<br />

Appassionato di storia<br />

antica e di arte,<br />

il professor Rovati si<br />

dedica con passione<br />

anche alla numismatica,<br />

che, dice, «consente<br />

di approfondire i fatti<br />

attraverso le immagini<br />

dell’epoca»<br />

suoi figli. Un processo naturale o voluto?<br />

«È venuto in maniera del tutto naturale.<br />

Lucio, che ha seguito le mie orme, è un<br />

medico farmacologo conosciuto a livello<br />

internazionale e coordina il lavoro di tutto il<br />

laboratorio di ricerca; il mio secondogenito,<br />

Luca, che ha fatto studi economici, è a capo<br />

dell’organizzazione amministrativa aziendale<br />

ed è il regista di tutte le acquisizioni, tra cui<br />

quella nel 2008 della tedesca Madaus: si è<br />

trattato della maggiore operazione di mergers<br />

& acquisitions mai realizzata da un’azienda<br />

farmaceutica italiana. Io l’azienda l’ho<br />

fondata, ma con loro ha preso il volo. Del<br />

resto ai figli si insegna, è vero, ma da loro si<br />

può anche ricevere: ad esempio ogni tanto mi<br />

faccio fare una lezione di economia da Luca<br />

e una lezione di aggiornamento in campo<br />

scientifico da Lucio. Questo contribuisce a<br />

rendere la famiglia più unita».<br />

Secondo la sua esperienza, la ricerca è<br />

frutto di un’invenzione o di studio ed<br />

esperienza?<br />

«Per inventare bisogna sapere e per sapere<br />

bisogna studiare, studiare tanto. Tra i prodotti<br />

che ho inventato uno è stato terribilmente<br />

fortunato: il Dona, un farmaco che combatte<br />

l’artrosi. L’ho inventato negli Anni Cinquanta,<br />

perfezionandolo poi nel tempo. Ora che sono<br />

scaduti i brevetti me lo hanno copiato in tutto<br />

il mondo, ma noi stiamo studiando un modo<br />

per renderlo ancora più efficace. Il bello della<br />

ricerca è che si entra in settori sconosciuti, si<br />

hanno sempre davanti molte incognite».<br />

Quando si parla di ricerca si parla<br />

inevitabilmente di fuga dei cervelli; quando<br />

si parla dei giovani, invece, si parla spesso<br />

di ragazzi poco motivati e attratti solo dai<br />

lustrini della Tv, dello sport o di Internet.<br />

Concorda con queste interpretazioni?<br />

«Per niente. I ragazzi che escono dalle<br />

università e arrivano da noi, possiedono i ferri<br />

del mestiere; ovviamente occorre spiegare loro<br />

come usarli, ma vedo che recepiscono molto<br />

bene gli stimoli che gli si danno: su 10, almeno<br />

6 possono andare bene e 2 sono eccezionali…<br />

Abbiamo una bella gioventù che ha bisogno,<br />

però, di essere educata al lavoro: questo<br />

significa essere severi quando è necessario,<br />

cosa che spesso non si fa. La verità è che c’è<br />

troppa distanza tra mondo universitario e<br />

aziende».<br />

Di origine lei è pavese; come è stato<br />

l’approccio con <strong>Monza</strong> e come è cambiata la<br />

città negli ultimi decenni?<br />

«A Pavia la gente è molto estroversa. Quando<br />

ero giovane andavo a caccia nelle campagne<br />

e la gente mi invitava sempre ad entrare nella<br />

loro casa per bere un sorso d’acqua. A <strong>Monza</strong>,<br />

invece, quando vi arrivai, trovai un ambiente<br />

più riservato e inizialmente incontrai una certa<br />

difficoltà a inserirmi. Di contro, quando un<br />

monzese diventa tuo amico, lo è per sempre.<br />

Oggi io credo di essere più monzese di altri e i<br />

miei figli sono più monzesi di me».<br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

A dicembre al professor<br />

Rovati è stato consegnato<br />

un riconoscimento anche<br />

dal Centro Studi<br />

Liberi nell’Agorà.<br />

Sotto, con la famiglia, in<br />

particolare la moglie (alla<br />

sua sinistra) e i figli Lucio<br />

(di fianco alla moglie) e<br />

Luca (ultimo da sinistra)<br />

N.41<br />

CM 57


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

58 N.41 CM<br />

Massimo Gregori Grgic<br />

L’uomo che<br />

vuole essere<br />

Leonardo<br />

Ha progettato più di centocinquanta<br />

imbarcazioni di successo, ma la sua vita è<br />

fatta anche di letteratura,<br />

vita agreste e battaglie civili<br />

di Sara Re - foto Marco Brioschi<br />

Eclettico, multiforme, versatile. Nel cuore<br />

la passione assoluta per il mare che, però,<br />

lascia il posto ad altri interessi, come se<br />

non ci fosse mai fine alle curiosità intellettuali che<br />

si possono coltivare. Forse dice molto il fatto che<br />

il suo modello di vita e di lavoro sia Leonardo<br />

Da Vinci, fatto sta che Massimo Gregori Grgič,<br />

58 anni di cui trenta passati a disegnare barche,<br />

coniuga il grande amore per il suo lavoro con<br />

la capacità di vivere una vita al di fuori dagli<br />

schemi: da <strong>Monza</strong>, dove ha vissuto per gran parte<br />

della sua vita, si è trasferito sulle colline pisane,<br />

dove ha portato anche il suo Yankee Delta<br />

Studio, che si occupa proprio di progettazione<br />

navale.<br />

Ha sempre visto il suo futuro legato al mare?<br />

«Ho iniziato correndo in barca da ragazzo, ero<br />

timoniere professionista e ho voluto rimanere<br />

in questo settore. Frequentavo Architettura, ma<br />

in Italia non c’era nessun percorso di studio<br />

specifico nel campo della progettazione navale;<br />

così decisi di andare in America alla Westlawn<br />

School of Yacht Design; cominciai a lavorare<br />

con uno dei più bravi designer e dopo due<br />

anni di apprendistato, nel 1976, fondai Yankee<br />

Delta Studio. Oggi siamo tra i migliori studi<br />

professionali al mondo in questo ambito».<br />

Come si struttura il vostro lavoro?<br />

><br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

N.41<br />

CM 59


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

«Cominciamo disegnando il concept della barca,<br />

che poi modifichiamo fino a definire il tutto su<br />

misura del committente. Da lì, poi, si passa agli<br />

esecutivi, ai piani di carena, d’ingegneria, fino ad<br />

arrivare alle prove di macchina e alla consegna.<br />

Un iter che, complessivamente, comporta due<br />

anni di lavorazione per ogni barca.<br />

È un lavoro che amo alla follia e di cui apprezzo<br />

soprattutto il fatto che si comincia pensando<br />

a qualcosa che non c’è e che dopo due anni<br />

esiste… in quest’ottica vivo una sorta di “potere<br />

della creazione”.<br />

Inoltre occorre considerare che io lavoro con la<br />

sfera ludica della vita, quella in cui la gente può<br />

permettersi di<br />

investire tutti i<br />

soldi che vuole<br />

per concedersi<br />

ciò che più gli<br />

piace».<br />

Come si è<br />

evoluto il<br />

mercato?<br />

«Anni fa le<br />

barche grandi<br />

erano quelle<br />

di 20 metri, mentre oggi sono considerate tali<br />

quelle da 40-50 metri. Questo significa che<br />

chi approccia la nautica ha più disponibilità di<br />

spesa: per un 34 metri occorre preventivare un<br />

60 N.41 CM<br />

investimento di 11 milioni di euro, per un 43<br />

metri di 19 milioni e per il 73 metri di 100 milioni<br />

di euro.<br />

Del resto tra i miei clienti ci sono stati un ministro<br />

del generale Franco, un re, principi, duchi,<br />

industriali… Adesso si lavora molto con i Paesi<br />

Arabi».<br />

Il segreto per lavorare a contatto con<br />

personaggi così inconsueti?<br />

«Innanzitutto parlare la loro lingua. È<br />

fondamentale per entrare in sintonia con le<br />

persone e capirne realmente i bisogni. Così,<br />

oltre all’inglese, che conosco perfettamente,<br />

ho imparato<br />

lo spagnolo,<br />

l’arabo e il<br />

cinese».<br />

“<br />

Nel mio lavoro si comincia<br />

pensando a qualcosa che non<br />

c’è e che dopo due anni esiste…<br />

In quest’ottica vivo una sorta<br />

di “potere della creazione”<br />

Tuttavia,<br />

da qualche<br />

anno, le sue<br />

attenzioni<br />

sono rivolte<br />

non solo al<br />

settore dello<br />

yachting…<br />

«Ho sempre amato scrivere e recentemente<br />

ho cominciato a partecipare a qualche premio<br />

letterario. Il primo fu quello delle Giubbe Rosse,<br />

un celebre caffè letterario di Firenze, dove vinsi<br />

Alcuni modelli delle<br />

barche progettate da<br />

Yankee Delta Studio,<br />

affiatato team composto<br />

da sei persone e guidato<br />

da Gregori<br />

il primo premio; in seguito partecipai a numerosi<br />

premi in tutta Italia. Nel gennaio del 2007 ho poi<br />

pubblicato “Quote latte rosso sangue”, un noir<br />

con un finale irrituale che ha venduto piuttosto<br />

bene considerato che sono un esordiente. Adesso<br />

sono in attesa di pubblicare altri due volumi, uno<br />

legato al mare, “Avviso di pericolo” e poi “E<br />

alla fine il Vesuvio”, un affresco sulla Campania<br />

di oggi e sull’inettitudine dello Stato. Inoltre ho<br />

pubblicato una collana sull’esempio dei vecchi<br />

“Libre mille lire” che ho chiamato “Due soldi”».<br />

Come fa a gestire tutte queste attività?<br />

«In realtà ne mancano ancora due all’appello.<br />

Uno è l’insegnamento universitario, che porto<br />

avanti con seminari a Venezia, Milano e La<br />

Spezia. Insegnare è per me una grande occasione<br />

oltre che di misurarmi con gli allievi, anche di<br />

“organizzare” le mie stesse conoscenze.<br />

E poi c’è la campagna. In Toscana, dove vivo,<br />

ho maiali, conigli, galline… Ho la fortuna di<br />

poter vivere in un posto dove posso lavorare e, al<br />

contempo, condurre con mia moglie un’esistenza<br />

che non esito a definire bucolica».<br />

Dunque, meglio la Toscana che la Brianza…<br />

«Non in tutto. Il Centro Italia è caratterizzato<br />

da ritmi di vita più lenti, a misura d’uomo, in<br />

cui la persona può davvero coltivare tutte le<br />

sfaccettature del proprio essere. Però vorrei<br />

sfatare lo stereotipo relativo al carattere del<br />

monzese. Si dice che i monzesi siano chiusi,<br />

ma io penso che la diffidenza sia più che altro<br />

una caratteristica di tutto il Nord e il Centro<br />

Italia: anche in Toscana non è facile “entrare” in<br />

casa della gente. Forse questo deriva dalle tante<br />

dominazioni che abbiamo avuto in Italia, dalla<br />

paura verso lo straniero che ci porta a stare in<br />

casa, tra pochi. A dispetto di ciò, devo dire invece<br />

che il monzese è a volte quasi un “compagnone”,<br />

ama lo stare insieme agli altri e a me, che abito<br />

lontano, manca questo aspetto sociale della vita».<br />

Un’ultima curiosità: il suo cognome, Gregori<br />

Grgič, tradisce origini straniere…<br />

«È di origine slovena: i miei nonni abitavano<br />

sull’altipiano carsico, che, dopo la Prima<br />

Guerra Mondiale, divenne Italia. Nel 1925,<br />

con un decreto, il Fascismo italianizzò tutti<br />

i nomi stranieri e il nostro divenne appunto<br />

Gregori. Raggiunta la maggiore età decisi di<br />

riappropiarmi del mio cognome originario e,<br />

attraverso un complesso iter legale, ho ottenuto<br />

l’autorizzazione ad utilizzarli entrambi.<br />

Ho condotto questa piccola grande battaglia<br />

perchè sono una persona che si arrabbia<br />

facilmente quando vede delle cose che non<br />

vanno e credo molto negli ideali. Gli amici mi<br />

dicono che non serve a niente e che le cose non<br />

cambiano: ma io mi arrabbio lo stesso…».<br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

E NEL TEMPO LIBERO... SCRITTORE<br />

C’è l’attualità nei libri di Gregori, ma anche la fantasia:<br />

«più che fantasia pura - spiega il designer-scrittore - è<br />

l’immaginazione di ciò che potrebbe capitare». Ed è<br />

così che la cronaca della protesta degli allevatori<br />

fornisce lo spunto da cui prende avvio la vicenda<br />

di “Quote latte rosso sangue” (Ed. Felici, pag. 160,<br />

13 euro), noir intenso e struggente, in cui il dolore<br />

di un padre si sposa al desiderio di vendetta, per<br />

sedarsi infine in un desiderio di ritrovata normalità.<br />

Di prossima pubblicazione “E alla fine... il Vesuvio”, incentrato<br />

«sull’eruzione del Vesuvio prossima ventura».<br />

N.41<br />

CM 61


IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

Carabinieri<br />

Nucleo Tutela<br />

Patrimonio<br />

62 N.41 CM<br />

Culturale<br />

Sentinelle<br />

dell’arte<br />

Operano in tutta la Lombardia<br />

per la salvaguardia delle opere<br />

artistiche, con base in Villa Reale<br />

di Laura Marinaro – foto Marco Brioschi<br />

A<br />

dicembre scorso hanno restituito<br />

all’Accademia di Brera sedici disegni di<br />

Francesco Hayez e di alcuni suoi allievi,<br />

rubati dai depositi milanesi quarant’anni fa e volati<br />

negli Stati Uniti. Nel 2008 sono riusciti persino a<br />

recuperare centinaia di opere sparite dalle chiese<br />

di mezza Lombardia e finite nel mercato degli<br />

antiquari, anche monzesi. Sono solo alcune delle<br />

ultime e più note operazioni che il Nucleo Tutela<br />

Patrimonio Culturale dei Carabinieri, di stanza<br />

in Villa Reale dal 1996, per volere del generale<br />

Roberto Conforti, hanno compiuto negli ultimi<br />

periodi. Il lavoro di questo team di dodici esperti<br />

investigatori, che dipendono dal Ministro dei<br />

Beni Culturali e dall’Arma dei Carabinieri,<br />

comandati dal capitano Andrea Ilari, è tuttavia<br />

poco conosciuto, per assurdo, proprio dai monzesi<br />

e dai brianzoli. Abbiamo chiesto all’ufficiale di<br />

spiegare in cosa consiste il loro lavoro. «Prima<br />

di tutto bisogna sfatare il pregiudizio che ci<br />

occupiamo soltanto di furti di opere d’arte e di<br />

archeologia – ha spiegato Ilari – le nostre indagini<br />

partono da semplici segnalazioni e denunce<br />

di furti o sospette contraffazioni, ma anche da<br />

un’attività intensa che svolgiamo in collaborazione<br />

con le Polizie internazionali e doganali, con le<br />

Sovrintendenze e soprattutto con i Ministeri dei<br />

Beni Culturali degli altri Paesi: la Lombardia è una<br />

regione ad alto valore culturale e di qua passa la<br />

quasi totalità del mercato dell’arte contemporanea<br />

e non solo, anche se poi è all’estero che si<br />

concentrano molte delle nostre attività e soprattutto<br />

il recupero di beni archeologici che in Italia sono<br />

tutelati, mentre non lo sono in altri Paesi ».<br />

Quali sono i reati di cui vi occupate?<br />

«Sembra incredibile, ma in Lombardia i Beni<br />

Culturali vengono utilizzati per “ripulire”<br />

denaro proveniente ad esempio da traffico di<br />

droga, oppure per reati finanziari, come il falso<br />

in bilancio e le false fatturazioni, il riciclaggio,<br />

i reati doganali. Con la Direzione Distrettuale<br />

Antimafia, ad esempio, nel 2008 abbiamo<br />

scoperto centinaia di opere contraffatte che<br />

venivano immesse sul mercato statunitense da<br />

trafficanti esperti, e sempre con la Dia abbiamo<br />

scoperto che la ‘ndrangheta si serve dei beni<br />

culturali per riciclare soldi sporchi con la<br />

compiacenza di gallerie e case d’aste contattate<br />

da personaggi loschi. Naturalmente grazie ai<br />

rapporti con le polizie di molti Paesi riusciamo<br />

anche a stanare falsari, galleristi poco puliti e<br />

ladri di opere d’arte».<br />

Si tratta di un vero e proprio mercato<br />

parallelo: falsi archeologici fatti passare per<br />

souvenir. Come si individua e si combatte un<br />

traffico tanto fiorente?<br />

«Non vogliamo certo sostituirci ai critici e agli<br />

esperti, tuttavia per lavorare in questo Nucleo,<br />

oltre ad aver fatto almeno otto anni di carriera<br />

nell’Arma, bisogna frequentare i master del<br />

Ministero dei Beni Culturali e aver maturato più<br />

esperienze possibili nel settore. Ad esempio, noi<br />

siamo stati in Iraq durante la guerra per aiutare a<br />

ricostruire il Museo di Bagdad, ma anche a Beirut<br />

per conto dell’Unesco e a Gerusalemme, dove<br />

abbiamo stretto un protocollo d’intesa con le<br />

autorità israeliane per il recupero dei reperti».<br />

Come vi trovate a <strong>Monza</strong> e in particolare nella<br />

Villa Reale? E quanto conta la vostra presenza<br />

nei progetti futuri su di essa?<br />

«Oltre a trovarci in una sede prestigiosa e centrale<br />

dal punto di vista logistico, siamo stati chiamati<br />

dal ministro Bondi a concorrere al progetto per<br />

il suo recupero. A questo proposito credo che<br />

la Villa non debba diventare soltanto museo di<br />

se stessa, ma essere un luogo vivo e fruibile dai<br />

brianzoli e non solo, soprattutto dai giovani. Per<br />

vivo intendo con mostre, laboratori di ricerca in<br />

collaborazione con l’Università e anche location<br />

di riferimento per i tanti collezionisti brianzoli».<br />

Una ricetta che non può non piacere,<br />

soprattutto perché a consigliarla è un grande<br />

esperto d’arte e anche un’amante di <strong>Monza</strong>…<br />

«Sono romano di nascita, ma adoro questa<br />

città e credo che lo spirito che ha animato tanti<br />

imprenditori locali nel passato ad aiutare l’arte<br />

debba tornare in auge, perché il rischio è la<br />

decadenza culturale. Lasciare tutto a se stesso<br />

sarebbe un peccato enorme».<br />

Ci dà qualche consiglio “in pillole” per non<br />

farsi truffare nel campo dell’arte?<br />

«Bisogna avvicinarsi al mondo dell’arte a piccoli<br />

passi; costruire una collezione univoca nello stile<br />

e nel periodo, comprare quello che piace, non<br />

quello che si pensa porti al guadagno. Nel caso si<br />

ricerchi quest’ultimo, occorre conservare sempre<br />

la documentazione e catalogazione ufficiale<br />

del Ministero e di Fondazioni accreditate. Se si<br />

hanno dei dubbi è possibile rivolgersi a noi e<br />

fare una richiesta per accedere alla banca dati<br />

delle 3 milioni di opere rubate (sulle quali 300<br />

mila con foto) che l’Arma gestisce, e fornire le<br />

informazioni su chi ha venduto l’opera, utili per<br />

le indagini successive.<br />

Insomma, anche l’arte può rendere il cittadino più<br />

responsabile».<br />

IL CLUB DEI PROTAGONISTI<br />

Alcune delle operazioni<br />

di recupero più eclatanti<br />

dello scorso anno.<br />

Nella pagina accanto il<br />

Capitano Ilari<br />

N.41<br />

CM 63


WAVE TANGRAM<br />

PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA<br />

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MONZA<br />

young<br />

ROBERTO RIVA<br />

Con i pattini<br />

volo verso il cielo<br />

EVENTI<br />

Un inverno<br />

tutto da vivere<br />

NOKIA N97<br />

Oggetto<br />

del desiderio<br />

LOLA<br />

il mio mondo di carta


66 N.41 CM<br />

MONZA YOUNG<br />

Lola<br />

Il fumetto prende vita<br />

Alle parole preferisce le<br />

immagini e per lei il disegno è<br />

una forma di comunicazione.<br />

Più volte premiata, tra i<br />

riconoscimenti ricevuti anche<br />

l’Oscar del Fumetto<br />

di Greta La Rocca<br />

foto Marco Brioschi<br />

Una passione per il disegno che oggi è<br />

diventata un lavoro. Una professione<br />

divertente, un gioco, che ha le<br />

caratteristiche dell’impegno e della fatica. Perché<br />

Eleonora Arroghi, in arte Lola, disegna fumetti.<br />

Lei ha 37 anni, è nata a Milano, ma ora vive a<br />

<strong>Monza</strong> con i figli Morgane e Jann, di 9 e 3 anni,<br />

i suoi primi fan. Lola, nome con il quale è famosa<br />

nel mondo del fumetto, era fino a qualche anno fa<br />

il nomignolo con il quale era chiamata soltanto in<br />

famiglia.<br />

Come è nata la passione per il fumetto?<br />

«A scuola ero una bambina molto taciturna<br />

e silenziosa, mi isolavo, comunicavo con il<br />

disegno. Ho sempre disegnato, amavo raccontare<br />

storie con le immagini ed è sempre stata una<br />

grande passione: i miei soggetti preferiti allora<br />

erano i castelli, gli animali, le principesse, le<br />

eroine».<br />

Come hai coltivato questo amore?<br />

«Finite le scuole medie, ho voluto iscrivermi<br />

alla Scuola del Fumetto di Milano, ho imparato<br />

a capire l’arte del disegno e le sue diverse<br />

sfaccettature, in modo da poterlo applicare in un<br />

contesto lavorativo. Decisi di escludere dal mio<br />

percorso scolastico il liceo artistico, perché lo<br />

ritenevo limitato, con una eccessiva impostazione<br />

teorica, mentre io prediligevo il lavoro manuale.<br />

Ho imparato tecniche, trucchi, metodi di lavoro<br />

e, proprio presso la scuola, sono arrivate i primi<br />

contatti da parte delle agenzie e degli editori».<br />

Quali sono state le tappe professionali più<br />

significative?<br />

«Ho iniziato a lavorare con Rizzoli. Disegnavo<br />

i cartoni animati, come “Denver” o il “Conte<br />

Dracula”, per “Il Corriere dei piccoli”. Lì ho<br />

imparato le tempistiche lavorative, dovevo<br />

rispettare le consegne e le scadenze redazionali,<br />

avevo poco tempo per pensare e fantasticare<br />

sui miei disegni, dovevo produrre. Iniziai con<br />

uno stage, poi rimasi lì per cinque anni. Fu<br />

per me una scuola sul campo. Ho avuto anche<br />

l’occasione di lavorare con Paolo Villaggio<br />

con il quale ho pubblicato i fumetti di Fantozzi:<br />

è stato molto divertente. Dal punto di vista<br />

comunicativo, non fu un grande successo, perché<br />

si trattava di un’ironia delicata e difficile per i<br />

bambini, tuttavia fu emozionante lavorare con un<br />

personaggio di grande fascino come lui».<br />

Hai lavorato anche nel mondo pubblicitario?<br />

«Sì, diverse agenzie mi hanno contattata per<br />

realizzare disegni per loro. Si tratta di un lavoro<br />

che non mi appaga molto e, per mia scelta, ho<br />

deciso di dedicarmi solo alla mia vera passione».<br />

Oggi lavori per la casa editrice del fumetto più<br />

famosa e importante d’Italia, Sergio Bonelli<br />

Editore, come è partita questa avventura?<br />

«Mi sono proposta e a loro è piaciuta la mia<br />

interpretazione dei personaggi. Ho iniziato<br />

nel 1996 e per quattro anni ho lavorato per un<br />

testata di fantascienza “Tex Willer”. Poi mi sono<br />

dedicata a “Brendon”, al quale lavoro tutt’ora, un<br />

genere più vicino a me con atmosfere gotiche e<br />

fantasy. In questi giorni sto realizzando le ultime<br />

dieci tavole di un progetto che uscirà nel 2009:<br />

è la storia di un virus che uccide le persone, ma,<br />

come sempre accade, l’eroe riesce a sconfiggere<br />

il male e a riportare la tranquillità. Sono una<br />

persona molto serena e positiva, amo questi<br />

racconti, perché hanno sempre il lieto fine. ><br />

MONZA YOUNG<br />

Lola all’opera<br />

nel suo studio di<br />

<strong>Monza</strong>.<br />

Sotto alcuni<br />

disegni della serie<br />

“Brendon” che<br />

sta realizzando<br />

per la Sergio<br />

Bonelli Editore<br />

N.41<br />

CM 67


Le considero delle favole della buona notte».<br />

Hai vinto diversi premi, quali?<br />

«Nel 2005 mi hanno consegnato a Roma l’Oscar<br />

del Fumetto, il prestigioso premio “Yellow<br />

Kid”. In passato è stato dato anche a Ugo Pratt<br />

e Manara, due colonne portanti di questa realtà.<br />

Sempre nel 2005, a Milano, sono stata premiata<br />

come migliore disegnatrice dell’anno. Ho<br />

partecipato anche a un concorso in Svizzera:<br />

due miei disegni, rappresentanti la dea bendata<br />

e una piratessa con in mano un tesoro, sono stati<br />

scelti per raffigurare le cartella di un gioco, che<br />

equivale al nostro “gratta e vinci”».<br />

Come lavora un fumettista?<br />

«Prima leggo la storia per capire i personaggi,<br />

la trama e l’ambientazione. Poi mi documento<br />

e approfondisco alcuni passaggi. In un secondo<br />

momento inizio a disegnare le tavole, prima<br />

realizzo lo schizzo generale dell’impaginazione,<br />

poi creo il definitivo a matita e infine passo<br />

all’inchiostrazione».<br />

Cosa provi quando lavori?<br />

«Il disegno è il mio mondo, mi piace, provo<br />

sensazioni ed emozioni difficili da spiegare.<br />

Quando devo rispettare le scadenze e i tempi<br />

della redazione, mi diverto ma prende piede<br />

la professionalità. Quando, invece, sono più<br />

libera, posso dare sfogo alla mia fantasia, creare,<br />

inventare, divertirmi».<br />

Ti ispiri alla tua quotidianità quando disegni?<br />

«Si, moltissimo. I personaggi secondari sono<br />

spesso una caricatura dei miei amici. Molti<br />

lettori mi inviano foto o racconti di viaggi e io<br />

mi ispiro a loro, perché desidero che si ritrovino<br />

nei fumetti. Ad esempio nelle mie storie l’eroe va<br />

sempre al bar per parlare di un nuovo ingaggio:<br />

mi ispiro al locale sotto casa, dove ogni giorno<br />

vado a bere il caffè. Nei miei disegni ci sono<br />

anche tanti scorci di <strong>Monza</strong>».<br />

Ami questa città?<br />

«Mi piace soprattutto da un punto di vista<br />

architettonico. Ho vissuto molti anni a Pero<br />

e <strong>Monza</strong> è più vivibile. Da un punto di vista<br />

estetico è molto bella, la gente è cordiale e offre<br />

tante opportunità e iniziative culturali. Unico<br />

handicap: la viabilità e i mezzi di trasporto da<br />

potenziare».<br />

68 N.41 CM<br />

MONZA YOUNG<br />

Tra le sue passioni<br />

anche l’astrologia:<br />

studia come il moto<br />

dei pianeti influenza<br />

la vita delle persone.<br />

Da un anno recita<br />

in una forma di<br />

teatro particolare, il<br />

playback, in cui gli<br />

artisti interpretano<br />

le emozioni, i<br />

comportamenti e le<br />

parole del pubblico. La<br />

sua prima passione,<br />

però, rimane sempre il<br />

fumetto e il disegno<br />

Oggetto del desiderio<br />

N97<br />

Il nuovo gioiello della Nokia rivoluzionerà il<br />

mondo dei social networks<br />

Il futuro è community<br />

Per il nuovo anno Nokia si prepara a<br />

lanciare sul mercato l’ultimo ritrovato<br />

della tecnologia finlandese: grazie alla<br />

combinazione di PC, palmare e portatile,<br />

l’N97 sarà in grado di soddisfare tutte le<br />

esigenze comunicative degli appassionati del<br />

Web. Grazie a un sistema di Social Location,<br />

garantito da un’avanzata funzionalità GPS,<br />

il nuovo modello della Nseries permetterà di<br />

tenersi in contatto con gli amici da<br />

ogni parte del globo<br />

ed è destinato a rivoluzionare il mondo<br />

delle community online. Touchscreen da<br />

3,5 pollici, Wi-Fi, presa Tv, fotocamera da 5<br />

megapixel, videocamera da 30 fotogrammi<br />

al secondo e una memoria da 48 giga sono<br />

solo alcune delle qualità da scoprire di questo<br />

gioiello tecnologico: la vostra passione per<br />

il Web farà il resto… In Italia avremo a<br />

disposizione questo giocattolino verso la metà<br />

del 2009, che sarà in vendita per poco<br />

più di 500 euro.<br />

MONZA YOUNG<br />

N.41<br />

CM 69


70 N.41 CM<br />

MONZA YOUNG<br />

Roberto Riva<br />

Sulle rotelle corre<br />

verso il cielo<br />

Ventidue anni, pattini ai piedi, ma<br />

la testa anche all’università. Perché<br />

la passione per lo sport non esclude<br />

quella per lo studio<br />

di Benedetta Trabattoni<br />

I<br />

pattini sono la sua passione e lui è un<br />

fenomeno. Talentuoso e modesto, Roberto<br />

Riva è un ragazzo che, nonostante i suoi<br />

22 anni, ha ben chiaro cosa vuole dalla vita.<br />

Abituato ai sacrifici, non lo ferma niente e<br />

nessuno: «Mi sono anche allenato per un anno<br />

in una pista all’aperto». Sì, anche d’inverno al<br />

freddo, al buio. Una grazia e una bravura, le<br />

sue, che hanno scalpitato fino a sbaragliare ogni<br />

avversario; una carriera artistica costellata da<br />

successi e una grande convinzione: nella vita<br />

ci si può sempre superare. Non per nulla Riva<br />

è campione del mondo assoluto di pattinaggio<br />

artistico a rotelle nella categoria seniores. Ha<br />

conquistato 38 titoli italiani, 21 europei, 19<br />

mondiali e per due anni consecutivi (2007-2008)<br />

hai vinto tre ori nelle tre specialità: obbligatori,<br />

esercizi liberi e programma lungo. Un traguardo<br />

mai raggiunto prima da un atleta nel maschile.<br />

Un viso da bravo ragazzo e un’autenticità<br />

disarmante, sa calcare la scena, regalando<br />

emozioni che solo un vero campione è in grado<br />

di dare.<br />

Non sei il primo pattinatore in famiglia…<br />

«No, ho due sorelle maggiori, entrambe da<br />

bambine pattinavano e mia mamma passava le<br />

giornate in pista portando anche me, che ero il<br />

più piccolo della famiglia. Appena ho avuto l’età<br />

giusta ho messo i pattini ai piedi, avevo 4 anni<br />

e da allora non ho più smesso. Si può dire sia<br />

nato tutto un po’ per caso, ma sin dall’inizio ho<br />

dimostrato una predisposizione naturale».<br />

Quando hai iniziato a gareggiare?<br />

«A 8 anni ho disputato il mio<br />

primo campionato italiano e<br />

da lì è stato un crescendo.<br />

Purtroppo nel corso<br />

del tempo mi sono<br />

acciaccato un po’,<br />

ho una lesione<br />

al legamento del<br />

ginocchio e un principio di ernia al<br />

disco, questo mi limita molto».<br />

Scendi in pista tutti i giorni?<br />

«Alla vigilia dei campionati arrivavo alle 4-5<br />

ore al giorno, esclusa la domenica; ora mi alleno<br />

meno per non strapazzare troppo il mio fisico».<br />

Qual è la tua società sportiva di<br />

appartenenza?<br />

«All’inizio mi allenavo presso lo Skating <strong>Club</strong><br />

<strong>Monza</strong>, dal 1997 ho cambiato maglia per poter<br />

seguire il mio allenatore Michele Terruzzi che<br />

si è spostato al Roller <strong>Club</strong> Cornate d’Adda e<br />

attualmente collaboro come insegnante all’Astro<br />

Skating di <strong>Monza</strong>». ><br />

Roberto Riva si<br />

esibisce sui pattini<br />

in competizioni di<br />

livello nazionale e<br />

internazionale<br />

“<br />

Prima di una competizione<br />

sono agitatissimo, poi, quando<br />

inizio a pattinare, intorno a me<br />

non c’è nessuno. Ed è magia...<br />

MONZA YOUNG<br />

N.41<br />

CM 71


72 N.41 CM<br />

MONZA YOUNG<br />

Che rapporto hai<br />

con il tuo allenatore?<br />

«Ottimo, stimo<br />

molto Michele<br />

perché con tenacia<br />

ha saputo crescere<br />

professionalmente<br />

fino a diventare<br />

allenatore della<br />

Nazionale Italiana<br />

di pattinaggio<br />

artistico su rotelle.<br />

Tra noi si è creata<br />

una collaborazione<br />

che ci permette di<br />

preparare saggi e<br />

coreografie studiate<br />

insieme. Abbiamo<br />

raggiunto una tale<br />

sintonia che ha tirato<br />

fuori al meglio le mie<br />

potenzialità».<br />

Come sei riuscito a<br />

conciliare lo studio<br />

con la tua carriera<br />

agonistica?<br />

«Ai tempi del liceo è<br />

stata durissima, anche<br />

perché ero nel clou<br />

della mia carriera;<br />

studiavo la sera e di<br />

notte. Sono sempre<br />

stato consapevole di<br />

dover fare sacrifici<br />

enormi e li ho affrontati: nonostante i momenti<br />

di sconforto, gli obiettivi che avevo in mente<br />

sono sempre stati più grandi, non ho mai mollato<br />

e li ho raggiunti.<br />

La mia fortuna è stata il poter avere il supporto<br />

dei genitori che, essendo i miei primi fans, mi<br />

hanno seguito ovunque».<br />

Adesso sei iscritto alla facoltà di Psicologia<br />

in Bicocca.<br />

«Con l’università riesco ad autogestirmi<br />

e il mio vero prossimo obiettivo adesso è<br />

laurearmi. Amo studiare e ho voluto portare<br />

avanti in parallelo una carriera scolastica<br />

per garantirmi un futuro. Per quanto si possa<br />

continuare a gravitare attorno all’ambiente del<br />

pattinaggio, occorre rendersi conto di avere il<br />

dovere di aprirsi anche altre strade, darsi nuove<br />

opportunità».<br />

Come vivi il momento della gara?<br />

«Prima di una competizione sono agitatissimo,<br />

ma dopo cambia tutto, è come se attorno a<br />

me non esistesse niente, la concentrazione è<br />

talmente alta che ci siamo solo io, la musica e la<br />

pista. Solo noi. Ultimamente, nei fine settimana,<br />

mi confronto con gli spettacoli per le società<br />

sportive; l’esibizione per me è un divertimento,<br />

anche se non potendomi riscaldare prima di<br />

entrare in pista non è semplice da affrontare.<br />

Amo il calore del pubblico, è come se entrassi<br />

in un film: io sono la star, vogliono farsi<br />

fotografare con me. È emozionante e stare<br />

insieme alla gente mi gratifica molto».<br />

MONZA YOUNG<br />

Roberto sul<br />

podio di una delle<br />

gare disputate<br />

all’estero<br />

N.41<br />

CM 73


Per i giovani<br />

Facebook, una<br />

radio on web e<br />

l’arte interattiva<br />

74 N.41 CM<br />

MONZA YOUNG<br />

L’assessorato alle Politiche<br />

Giovanili e il suo carnet di<br />

iniziative per avvicinare i giovani<br />

alla politica e alla vita della città<br />

di Martina Primavesi<br />

foto Marco Brioschi<br />

Un sito tutto dedicato ai giovani,<br />

ma soprattutto creato da loro.<br />

L’assessorato alle Politiche<br />

Giovanili del Comune di <strong>Monza</strong> è sceso<br />

in campo per coinvolgere direttamente i<br />

giovani monzesi nelle sue attività. Da poco<br />

è stato infatti inaugurato il sito internet<br />

dedicato “www.monzagiovani.it”, che ha<br />

lanciato la nuova radio su web dedicata<br />

ai ragazzi della città. Il sito è davvero<br />

innovativo per vari motivi: prima di tutto<br />

al suo interno, oltre alle informazioni sulle<br />

attività programmate dall’Assessorato<br />

e alle iniziative realizzate dai Centri di<br />

Aggregazione Giovanili, ad esempio la card<br />

riservata ai giovani e agli studenti, esiste<br />

un link che collega a Facebook, il social<br />

network più in voga in questo momento in<br />

Italia che a <strong>Monza</strong> ha riscosso un successo<br />

notevole con migliaia di contatti ogni<br />

giorno. «Questo sito non è stato concepito<br />

come qualcosa di statico - ha spiegato<br />

Martina Sassoli, assessore alle Politiche<br />

Giovanili - ma come uno strumento che i<br />

giovani ci hanno richiesto più volte e quindi<br />

dedicato a loro, in maniera che possano<br />

esserne creatori e protagonisti; per questo è<br />

stato linkato a Facebook».<br />

Ma la novità più interessante è la radio su<br />

web che l’Assessorato ha lanciato e che ha<br />

uno spazio dedicato proprio all’interno del<br />

sito. Saranno gli stessi giovani monzesi,<br />

che si candideranno, ognuno con le proprie<br />

competenze e conoscenze, a diventare<br />

speaker e animatori di questo nuovo mezzo<br />

di comunicazione. «Le selezioni sono<br />

partite a dicembre e si concluderanno a<br />

febbraio, quando partiranno le trasmissioni<br />

- ha proseguito l’assessore - sono certa che<br />

sarà un successo anche soltanto a giudicare<br />

dal grande interesse dimostrato». Nel sito si<br />

trovano poi le aree dedicate anche alle Pari<br />

Opportunità, altro assessorato della Sassoli,<br />

che per ora non hanno uno spazio interattivo<br />

proprio e che sono comunque legate all’area<br />

giovani per molte tematiche. La campagna<br />

informativa dell’Assessorato, infine, si<br />

affida al nuovo head line “I’m” che vuol<br />

dire “Io sono”, ma anche “Io <strong>Monza</strong>”,<br />

e ovviamente alla Carta Giovani. Chi<br />

utilizzerà questo strumento, che permette di<br />

ottenere sconti e riduzioni per le iniziative<br />

dedicate al mondo giovanile e negli esercizi<br />

convenzionati della città, potrà inviare<br />

i video e le foto dell’evento al quale ha<br />

partecipato grazie alla carta. Queste “opere”<br />

multimediali, poi, verrano pubblicate sul<br />

sito <strong>Monza</strong>giovani e costituiranno l’archivio<br />

delle attività dedicate ai green. Anche<br />

l’arte ha la sua parte nel programma. Un<br />

monumento all’arte interattiva è il Canneto ><br />

Esibizioni dei<br />

gruppi e dei<br />

Dj brianzoli in<br />

centro a <strong>Monza</strong><br />

MONZA YOUNG<br />

N.41<br />

CM 75


76 N.41 CM<br />

MONZA YOUNG<br />

L’inaugurazione del<br />

Canneto di Luce<br />

di Luce, installazione luminosa e musicale<br />

inaugurata in piazza Castellolo scorso<br />

dicembre. L’opera, ideata dall’architetto<br />

Marcello Arosio dell’associazione<br />

AreaOdeon, in collaborazione con gli<br />

assessorati alle Politiche Giovanili, alla<br />

Riqualificazione Urbana e a quello per la<br />

Provincia di <strong>Monza</strong> e Brianza, è una realtà<br />

policromatica e interattiva proprio perché si<br />

anima con il viavai dei mezzi e dei pedoni,<br />

grazie a un sistema di sensori.<br />

I movimenti vengono poi tradotti in musica<br />

e le note sono gestite elettronicamente<br />

da una centralina dotata di una catena di<br />

software che sceglie di volta in volta i<br />

colori e i brani musicali da una lista inserita<br />

nel cervellone. La sequenza di musiche è<br />

aperta al pubblico e consultabile sul sito<br />

www.areaodeon.it/canneto in cui è possibile<br />

dare suggerimenti sui brani preferiti. Non è<br />

escluso che, a breve, attraverso il bluetooth<br />

del proprio telefonino, si possa scaricare la<br />

musica dai sensori dell’opera. Attraverso<br />

il progetto «<strong>Monza</strong> in arte <strong>Monza</strong>» (Miam)<br />

i ragazzi dell’Isa e delle Preziosine hanno<br />

partecipato ad un ciclo di incontri partendo<br />

da quest’opera d’arte per realizzarne altre.<br />

«Nel 2009 le scuole dovranno realizzare su<br />

La pista di pattinaggio sul<br />

ghiaccio, un successo<br />

questo filone un’opera ciascuno, destinata<br />

alla città», ha spiegato l’assessore Sassoli<br />

e per questo il Comune ha sovvenzionato<br />

il progetto con 10mila euro. E per far<br />

partecipare i giovani esprimendosi in<br />

un’altra arte come la musica, è stato<br />

organizzato, a dicembre, un vero e proprio<br />

dj contest in piazza San Paolo (dove era<br />

posizionata la pista di pattinaggio sul<br />

ghiaccio) insieme all’esibizione di alcune<br />

band giovanili del territorio. Una sfida per<br />

tutti loro, un’occasione per farsi ascoltare.<br />

MONZA YOUNG<br />

N.41<br />

CM 77


Cochi e Renato<br />

Il barbiere<br />

e la gallina<br />

78 N.41 CM<br />

BRIANZA CLUB<br />

Arrivano in Brianza con il loro<br />

carico di ironia ed entusiasmo,<br />

mettendo in scena i successi di<br />

oggi e quelli di ieri<br />

di Valentina Terruzzi<br />

foto Marco Brioschi<br />

Infedeli nella vita, ma inseparabili sulla scena.<br />

Cochi e Renato (Cochi Ponzoni e Renato<br />

Pozzetto), meneghini doc, coetanei e amici<br />

fin da bambini, insieme le hanno vissute tutte:<br />

dal cabaret al teatro, dal cinema alla tv. Qualche<br />

tratto di strada solitario - Cochi sul palco,<br />

Renato sul set - non è certo riuscito a dividerli.<br />

La loro comicità, inconfondibile, resta la stessa<br />

da oltre quarant’anni: surreale, stralunata, con<br />

involontarie ascendenze letterarie (da Ionesco<br />

a Campanile), ma anche popolar milanesi<br />

affondano le loro radici in quegli anni d’oro<br />

del cabaret nostrano che richiama alla memoria<br />

Gaber, Fo, Jannacci.<br />

Ed oggi eccoli qui, ultrasessantenni, ma con la<br />

grinta di due ragazzini alle prese con un nuovo<br />

spettacolo: “Una coppia infedele”, che è andato<br />

in scena il 15 gennaio all’Auditorium di Nova<br />

Milanese. Non fanno satira politica, anche se a<br />

volte la sfiorano, ma non rinunciano a esasperanti<br />

monologhi, gag fulminanti, canzoni demenziali<br />

(“La Gallina”, “Canzone intelligente”, “Come<br />

porti i capelli bella bionda”, “E la vita, la vita”,<br />

“L’uselin de la comare”), anche questa volta<br />

accompagnati dalla band dei Goodfellas.<br />

Un omaggio al passato o l’inizio di un nuovo<br />

percorso?<br />

Cochi: «Il percorso è sempre lo stesso. Siamo<br />

noi con il nostro modo di esprimerci attraverso<br />

le canzoni, le gag, gli sketch di sempre. È una<br />

rappresentazione di ciò che siamo e che siamo<br />

stati».<br />

Renato: «L’idea è di riprendere il cabaret storico<br />

milanese dove siamo nati e cresciuti».<br />

“Una coppia infedele”. Perché questo titolo?<br />

C. «È un po’ la nostra storia. Siamo uniti sul<br />

palco, ma per il resto abbiamo vite e interessi<br />

separati».<br />

R. «Abbiamo lavorato insieme per tanto tempo,<br />

poi ognuno è andato per la sua strada e dopo<br />

vent’anni ci siamo ritrovati. Ora ci aspetta una<br />

lunga tournée che toccherà diverse città e comuni<br />

italiani: Genova, Bologna, Bergamo, Vicenza,<br />

Gallarate…».<br />

E anche Nova Milanese. È stata la prima volta<br />

che avete calcato questo palcoscenico?<br />

C. «Questo in particolare sì, ma siamo già stati in<br />

Brianza altre volte».<br />

R. «E speriamo di tornarci ancora con qualche<br />

altro spettacolo. In fondo, siamo ancora<br />

ragazzini!».<br />

Da milanesi purosangue, come vedete la<br />

Brianza?<br />

C. «È casa nostra. Ci separa solo qualche<br />

chilometro».<br />

R. «Da giovani venivamo spesso da queste parti.<br />

È passato qualche anno ma la gente, il calore,<br />

l’affetto del pubblico non credo siano cambiati».<br />

Com’era impostato lo spettacolo?<br />

C. «Un recital di pezzi nostri, con tante novità nel<br />

primo tempo e il classico repertorio nel secondo,<br />

che è poi quello che il pubblico si aspetta da noi».<br />

R. «Abbiamo aperto lo spettacolo con “La<br />

gallina” che per la prima volta è stata portata<br />

in teatro, e qualche canzone inedita come “Il<br />

barbiere del Corso”, la storia di un barbiere di<br />

corso Vercelli che si innamora di un cliente, o<br />

“Malpensa” che è stata censurata in Rai un paio<br />

di anni fa, non si sa bene il perché: racconta di un<br />

nano gay con la faccia da aeroplano che aspetta<br />

Biancaneve... E poi “La tosse” che avremmo<br />

dovuto portare l’anno scorso a Sanremo…».<br />

C. «Ma Pippo Baudo non ci ha fatto scendere ><br />

dal treno!».<br />

Infedeli sul lavoro, ma fedeli alla vostra città…<br />

C. «Nel mio caso neanche quello. Sono nato e<br />

cresciuto a Milano fino agli Anni 70, poi mi sono<br />

BRIANZA CLUB<br />

La coppia di comici<br />

milanesi che è stata<br />

separata sulle scene<br />

per vent’anni e ora è<br />

tornata insieme con uno<br />

spettacolo di ritorno al<br />

vecchio mito del cabaret<br />

N.41<br />

CM 79


trasferito a Roma, e sono ritornato quindici anni<br />

fa quando è nata la mia quarta figlia. Ho vissuto<br />

la Milano del Dopoguerra appena uscita dai<br />

bombardamenti. Si trattava di ricostruire tutto:<br />

c’era entusiasmo, voglia di fare. Oggi invece è<br />

tutto omologato e la creatività si è appiattita».<br />

R. «La Milano degli Anni 50-60 era povera,<br />

ma proiettata in avanti. Con Cochi andavamo<br />

all’Osteria dell’Oca d’Oro, che era un ritrovo di<br />

artisti e intellettuali come Fontana, Mantegazza,<br />

Buzzati, Bianciardi. Lì Piero Manzoni esponeva<br />

i suoi quadri, mentre noi con la chitarra e i<br />

nostri spettacoli improvvisati intrattenevamo<br />

i clienti con le nostre canzoni popolari. Poi è<br />

arrivato il Derby, con Jannacci, Toffolo, Lauzi,<br />

Andreasi».<br />

“<br />

La Brianza è una delle nostre<br />

mete storiche sin da ragazzi.<br />

Ci torneremo presto<br />

Chi sono oggi gli eredi del Derby?<br />

C. «L’unico che riesce a portare avanti un<br />

discorso di ricerca è lo Zelig».<br />

R. «Sì, è un’ottima palestra in cui ormai<br />

centinaia di ragazzi si stanno misurando, e<br />

sicuramente ne uscirà qualcosa di buono».<br />

Renato, un difetto di Cochi?<br />

R. «È un po’ pigro, mentre io sul lavoro sono<br />

un precisino. Un rompiscatole, insomma».<br />

E di Renato?<br />

C. «Cucina troppo bene e mi fa ingrassare».<br />

Comici si nasce o si diventa?<br />

C. «Si nasce».<br />

R. «Ci vuole una buona base naturale che poi<br />

con l’esperienza si può affinare».<br />

Qual è il segreto della vostra coppia?<br />

C. «L’indipendenza».<br />

R. «Siamo come San Tommaso: ognuno si fa i<br />

fatti suoi».<br />

80 N.41 CM<br />

BRIANZA CLUB<br />

Cochi e Renato non<br />

sono solo grandi attori<br />

comici, ma anche<br />

cantanti e si esprimono<br />

nello storico e<br />

grottesco repertorio<br />

San Valentino<br />

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82 N.41 CM<br />

BRIANZA CLUB<br />

Tullio Solenghi<br />

Da promesso sposo<br />

a nostalgico deejay<br />

L’attore genovese al suo debutto in Brianza ricorda<br />

la terra che aveva ispirato la storica parodia del Trio<br />

di Valentina Terruzzi<br />

Una scenografia scarna, metafisica, un<br />

tripudio di luci colorate e gli evergreen<br />

degli ultimi trent’anni di musica. Sono<br />

gli ingredienti de “L’ultima radio”, il monologo di<br />

Sabrina Negri per la regia di Marcello Cotugno<br />

che segna il ritorno sulle scene di uno strepitoso<br />

Tullio Solenghi, divertente e a tratti nostalgico,<br />

come richiede il suo personaggio. Lo abbiamo<br />

intervistato a poche ore dal debutto al Teatro Duse<br />

di Agrate Brianza.<br />

Tullio Solenghi, il padre della comicità<br />

genovese, nel cuore della Brianza: un evento.<br />

«In realtà sono già stato in Brianza qualche anno<br />

fa: portavo in scena “La strana coppia”<br />

con Massimo Lopez. Ricordo un<br />

grande affetto da parte della<br />

gente. Spesso il pubblico<br />

della provincia è più<br />

caloroso di quello<br />

delle<br />

grandi città: ti segue con più accuratezza,<br />

mentre nelle metropoli tende a disperdersi nella<br />

moltitudine delle offerte. Sono stato anche a<br />

<strong>Monza</strong>, al Teatro Manzoni: era il 2006, portavo<br />

in scena “La bisbetica domata” di William<br />

Shakespeare».<br />

E <strong>Monza</strong> era anche lo sfondo della famosissima<br />

parodia del Trio “I promessi sposi”…<br />

«La parte sulla Monaca di <strong>Monza</strong> era ambientata<br />

proprio qui. Il Parco, la Villa Reale, che ho<br />

anche visitato da “turista”, e gli scorci antichi<br />

del centro ci hanno molto ispirato per le scene<br />

della parodia. Sono luoghi che per me hanno un<br />

sapore particolare, non solo per la loro eleganza<br />

architettonica e le bellezze paesaggistiche che ne<br />

fanno un simbolo del nostro patrimonio artistico<br />

e culturale, ma anche e soprattutto perché mi<br />

ricordano quegli anni, i primi Anni 90, quando<br />

insieme da Milano ci spostavamo a <strong>Monza</strong>:<br />

visitavamo il parco, il Duomo, il centro storico per<br />

raccogliere spunti per il nostro sceneggiato».<br />

Questa volta invece, dismessi i panni di Renzo,<br />

vestirà quelli di un deejay di una radio libera<br />

degli Anni 70, prossima alla chiusura.<br />

«Un conduttore radiofonico che in un’ultima<br />

diretta fa un bilancio della sua vita e ne trae un<br />

esito fallimentare: non è più il numero uno, non<br />

sa stare al passo con i tempi, è stritolato dagli<br />

indici di mercato; ma alla fine la figlia gli offrirà<br />

un’occasione di riscatto. Ci ho messo molto di<br />

mio nel personaggio: i ricordi, le prime esperienze<br />

in radio, la mia ironia…».<br />

E il suo curriculum: attore<br />

drammatico, cabarettista, anima<br />

di un Trio entrato nella storia della<br />

comicità italiana. Difficile definirla…<br />

«Fondamentalmente mi sento un attore di teatro:<br />

è lì che è iniziata la mia carriera nel 1970.<br />

Interpretavo i classici al Teatro Stabile di Genova<br />

e parallelamente, per mantenermi, lavoravo in<br />

radio come annunciatore al Gazzettino della<br />

Liguria. Poi, dopo sette anni di Cechov e Brecht,<br />

sono passato al cabaret. Mi trasferii a Milano e<br />

sperimentai al Refettorio in coppia con un altro<br />

genovese: Beppe Grillo».<br />

Poi è passato al “Trio”, con Anna Marchesini e<br />

Massimo Lopez: 25 anni di carriera, passando<br />

per “Domenica In”, “Fantastico”, “I Promessi<br />

Sposi: 11 milioni di spettatori a puntata…<br />

«Eravamo dei pazzi scatenati. Non abbiamo mai<br />

avuto il condizionamento del contratto, siamo<br />

andati avanti in totale anarchia. Per “Allacciate<br />

le cinture di sicurezza”, il primo tour teatrale nel<br />

1987, viaggiavamo con tre tir per la scenografia:<br />

costò 850 milioni di lire. Una scelta folle».<br />

Folle, ma dettata dalla passione…<br />

«Tra noi ci siamo sempre detti: “Il giorno in cui<br />

non ci divertiremo più ci separeremo”. E così<br />

è stato. Non perché ci fossero screzi ma perché<br />

avevamo già scritto tutto. Oggi poi i gusti sono<br />

cambiati: a parte qualche “operazione nostalgia”<br />

come quella di Carlo Conti, per il resto sono solo<br />

reality. Per un attore è difficile trovare un proprio<br />

spazio».<br />

Chi sono oggi gli eredi del Trio?<br />

«Non saprei, ci sono tanti comici bravi,<br />

ma la nostra era una comicità di matrice<br />

teatrale. Eravamo tre attori a servizio di mille<br />

personaggi diversi: si andava dalle imitazioni<br />

alle caratterizzazioni, i ruoli si invertivano.<br />

Oggi appena un personaggio funziona si tende a<br />

ripeterlo all’infinito e su quello si campa tutta la<br />

vita».<br />

BRIANZA CLUB<br />

L’attore Tullio<br />

Solenghi, noto per<br />

le rappresentazioni<br />

con il Trio e poi per la<br />

conduzione di Striscia<br />

la Notizia è tornato al<br />

teatro con “La bisbetica<br />

domata” di Shakespeare<br />

N.41<br />

CM 83


84 N.41 CM<br />

BRIANZA CLUB<br />

Brugherio<br />

La città<br />

prende il<br />

volo<br />

A marzo grandi<br />

festeggiamenti per<br />

ricordare il primo<br />

volo in mongolfiera<br />

con un essere umano a<br />

bordo: quello del nobile<br />

Andreani avvenuto nel<br />

1784 da Villa Sormani<br />

di Laura Marinaro<br />

«Ecco del mondo e maraviglia e<br />

gioco / Farmi grande in un punto<br />

e lieve io sento / e col fumo nel<br />

grembo e al piede il foco / salgo per<br />

l’aria e mi confido al vento...». Questo<br />

l’incipit di un sonetto di Giuseppe<br />

Parini, scritto nel 1784, in occasione<br />

del secondo volo che il nobile Paolo<br />

Andreani, “cavaliere in mongolfiera”,<br />

avrebbe dovuto compiere sul pallone<br />

aerostatico da lui stesso costruito. Il primo,<br />

infatti, con un essere umano a bordo,<br />

risale al 13 marzo di quello stesso anno e<br />

fu compiuto proprio dal nobile milanese<br />

frequentatore della villa di famiglia, la<br />

splendida dimora Sormani di Moncucco,<br />

a Brugherio. Per rievocare quello storico<br />

evento, che il canonico Paolo Castelli,<br />

primo giornalista aeronautico italiano,<br />

ricorda in uno scritto memorabile, la città<br />

ha preparato una serie di festeggiamenti<br />

davvero speciali.<br />

«Pochi sanno che il primo volo su pallone<br />

aerostatico nel nostro Paese partì proprio da<br />

Brugherio – ha raccontato Raffaele Corbetta,<br />

vicesindaco e studioso della storia locale –<br />

L’impresa del conte Paolo Andreani infatti<br />

seguì di poco quelle francesi, ma fu davvero<br />

fondamentale per la storia del volo italiano e<br />

per questo, grazie anche al contributo della<br />

Provincia, per quell’evento faremo molto: prima<br />

di tutto un libro storico, poi i festeggiamenti che<br />

culmineranno nei giorni dal 13 al 15 marzo».<br />

Una commemorazione in Consiglio Comunale<br />

alla presenza degli eredi di Andreani e di quelli<br />

dei mitici fratelli francesi Montgolfier, alla quale<br />

seguiranno due raduni di mongolfiere al Parco<br />

Increa e infine il posizionamento del monumento<br />

dedicato alla Mongolfiera che il comandante<br />

Piero Porati di Carate, pilota di palloni e scultore,<br />

donerà alla città: questo il clou di un anno di<br />

lavoro che riporterà all’antico splendore questa<br />

“chicca” storica della città.<br />

Ma, a parte il grande poeta milanese Parini, a<br />

raccontare egregiamente l’ascensione di Paolo<br />

Andreani e dei suoi amici brugheresi Gaetano<br />

Rossi e Giuseppe<br />

Barzago di quel<br />

lontano 13 marzo 1784, è<br />

la cronaca nel Giornale di Castelli. Egli racconta<br />

prima di tutto come fiorì la passione del volo nel<br />

nobile di famiglia Andreani a soli vent’anni e<br />

come egli, dopo alcune prove finite male, riuscì<br />

a coronare il suo sogno. Tutto nacque infatti<br />

dall’amore per una donna, un’attrice che lo<br />

condusse a Parigi dove egli conobbe la magia del<br />

volo e si adoperò per diventarne protagonista.<br />

Al centro dell’ascensione mitica fu la Villa<br />

Sormani proprietà di un cugino di Paolo Andreani<br />

(che allora abitava a Milano nel celebre Palazzo<br />

Sormani), una dimora che oggi è stata restaurata<br />

come condominio di lusso, proprio a due<br />

passi dal celebre tempietto del Moncucco. Nei<br />

giardini della villa, infatti, il pallone aerostatico<br />

largo trentasei braccia e alto quaranta, costato<br />

il corrispettivo di 100 mila euro dell’epoca, si<br />

innalzò per poi percorrere sette chilometri e<br />

atterrare su un gelso della cascina Seregna di<br />

Caponago, ancora esistente. ><br />

BRIANZA CLUB<br />

La splendida Villa<br />

Sormani di Moncucco in<br />

una stampa<br />

del XVIII secolo<br />

Di Paolo Andreani,<br />

cavaliere in mongolfiera,<br />

non rimangono ritratti<br />

se non quello impresso<br />

in questa moneta,<br />

coniata in occasione<br />

dell’ascensione di<br />

Brugherio avvenuta al<br />

Moncucco nel 1784<br />

N.41<br />

CM 85


A questo punto merita godersi lo scritto apparso<br />

sulla Gazzetta Enciclopedica del 13 marzo 1784:<br />

«Giunto adunque il giorno di sabato annunciato<br />

per la grande esperienza, il popolo cominciò<br />

dal primo spuntare del giorno a inondare la<br />

strada […] Verso mezzogiorno tutto è pronto<br />

per l’ascensione. Con Andreani ci sono due<br />

falegnami che concorsero alla costruzione del<br />

pallone». L’imperatore d’Austria Giuseppe II,<br />

che era in quei giorni a Milano, non partecipò<br />

perché non lo riteneva spettacolo degno d’un<br />

virtuoso e benefico padre del suo popolo, un<br />

volo la cui temerità può avere un fine tragico<br />

(parole di Pietro Verri). E invece l’ascensione,<br />

a dispetto delle regali previsioni, terminò in un<br />

trionfo, prima con l’atterraggio a Cascina Seregna<br />

a Caponago e poi il ritorno a Moncucco. Proprio<br />

quel trionfo si rivivrà il prossimo marzo con gli<br />

eredi del “cavaliere in mongolfiera” nei giardini<br />

della Villa di Moncucco e poi con il libro storico<br />

di Viky Porfirio e il monumento del comandante<br />

Piero Porati. E pensare che, a Cascina Seregna,<br />

c’è ancora chi ricorda che uno dei gelsi del filare<br />

del giardino è mozzato. A piegarlo per sempre fu<br />

proprio il pallone magico arrivato da Brugherio.<br />

86 N.41 CM<br />

BRIANZA CLUB<br />

La partenza e<br />

l’arrivo del pallone<br />

areostatico di<br />

Andreani da<br />

Brugherio alla<br />

cascina Seregna<br />

di Caponago<br />

e ritorno nelle<br />

stampe dell’epoca<br />

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Vimercate<br />

Villa Gallarati Scotti<br />

si veste di nuovo<br />

Una proprietà illuminata ha reso possibile la rinascita di quello che<br />

può trasformarsi in uno splendido gioiello per tutta la Brianza<br />

di Benedetta Trabattoni<br />

foto Marco Brioschi<br />

La splendida Villa Gallarati Scotti di<br />

Oreno di Vimercate è stata trasformata<br />

in un centro di formazione aziendale<br />

per conto della società francese Châteauform,<br />

specializzata nell’organizzazione di seminari<br />

residenziali in tutta Europa che sceglie come<br />

location edifici di grande fascino e pregio. Un<br />

esempio di rinascita del patrimonio edilizio<br />

storico, segnato da un intervento quanto mai raro<br />

nel panorama italiano dove progetti di questo tipo<br />

stentano a emergere. Ad attuare la trasformazione<br />

lo Studio associato di architetti Susanna Volpati,<br />

Ambra Pirovano, Gabriella Motto di <strong>Monza</strong>,<br />

insieme allo Studio associato Campanella-<br />

Tessoni di Crema.<br />

La villa di delizia, risalente al XVII secolo, di<br />

forte impostazione barocca e considerata una<br />

delle costruzioni più rilevanti della sua epoca a<br />

livello europeo, è di proprietà dei conti Gallarati<br />

Scotti, da cui il nome. Fortemente rimaneggiata<br />

a cavallo tra ’700 e ’800 dall’architetto ticinese<br />

Simone Cantoni, ha subito nel 2000 interventi<br />

di recupero della facciata. Oggi la struttura,<br />

riportata al suo antico splendore, risulta un<br />

compromesso elegante fra la realtà esistente e<br />

il contesto originario. «Il progetto – ha spiegato<br />

l’architetto Motto – è nato da un’esigenza forte<br />

sentita dalla proprietà, la famiglia Gallarati Scotti;<br />

la struttura ormai disabitata, infatti, necessitava<br />

di un intervento<br />

che è stato studiato<br />

in modo da<br />

rendere l’edificio<br />

“Il progetto è nato dall’esigenza<br />

della proprietà di rendere di<br />

nuovo vivibile la dimora senza<br />

che diventasse museo di se stessa<br />

utilizzabile; un<br />

tempo restaurare<br />

significava di<br />

fatto realizzare<br />

dei musei, mentre<br />

oggi è diffusa la<br />

convinzione che<br />

solo l’uso renda vivo un immobile. Da questo<br />

punto di vista i proprietari si sono rivelati davvero<br />

illuminati».<br />

Il lavoro vero e proprio è iniziato nel 2005 con<br />

i rilevamenti, attraverso i quali è stato studiato<br />

il modo per esprimere al meglio le funzionalità<br />

degli spazi. È seguito un anno dedicato alla<br />

progettazione e al percorso amministrativo,<br />

nel quale sono stati coinvolti più enti tra cui<br />

la Provincia, la Sovrintendenza di Milano e il<br />

comune di Vimercate che, tramite la conferenza<br />

di servizi, hanno dato il via al restauro, iniziato<br />

nel 2007 e quasi<br />

totalmente<br />

completato. Un<br />

lavoro complesso,<br />

portato avanti<br />

da molteplici<br />

attori, «sempre però – ha proseguito l’architetto<br />

Pirovano – avvalendosi di maestranze ricercate<br />

e altamente specializzate». Uno degli aspetti più<br />

delicati del progetto è stato il rispetto dell’identità<br />

storica e architettonica del luogo, mai soverchiato<br />

dal nuovo. «Siamo entrate in villa in punta di<br />

piedi cercando di intervenire il meno possibile e<br />

rendendo il nuovo ben distinguibile dall’impianto<br />

originario. Crediamo che ciò possa tramutarsi<br />

in un valore aggiunto a ciò che era preesistente:<br />

abbiamo scritto qualcosa conforme al linguaggio<br />

dei nostri tempi senza stravolgere la natura ><br />

BRIANZA CLUB<br />

A sinistra, la facciata<br />

della Villa che domina la<br />

splendida frazione<br />

di Oreno<br />

N.41<br />

CM 89


dell’edificio; è stato lo spazio a suggerirci il tipo<br />

di intervento da attuare». Le difficoltà non sono<br />

comunque mancate e la parte più complicata<br />

è stata mettere tutto a norma e inserire la parte<br />

impiantistica; tutte le sale riunioni, infatti, sono<br />

dotate di apparati tecnologici all’avanguardia».<br />

Il risultato di questo grande lavoro ci presenta<br />

oggi una Villa invariata nel corpo centrale<br />

di rappresentanza, con l’ala est adibita alla<br />

ristorazione e ai servizi correlati e l’ala ovest<br />

con sale riunioni e camere accessibili anche a<br />

disabili. Una delle novità più rilevanti è data dalla<br />

ricettiva del complesso: al primo piano si trovano<br />

altre camere, «ambienti di dimensioni importanti,<br />

circa 60 mq, arredate modernamente: una scelta<br />

forse provocatoria per contrastare il contesto di<br />

inserimento», spiega l’architetto Pirovano. Inoltre<br />

la struttura vanta anche un’area benessere e un<br />

auditorium per 80 persone.<br />

La rifunzionalizzazione di questo patrimonio,<br />

inoltre, vede l’accordo anche del Comune di<br />

Vimercate: «L’amministrazione e la proprietà<br />

della Villa di Oreno – ha puntualizzato l’architetto<br />

Motto - hanno firmato una convenzione<br />

decennale che stabilisce l’usufrutto della<br />

struttura da parte del Comune in date già fissate<br />

e l’obbligo di scegliere alcuni dei dipendenti fra i<br />

residenti di Vimercate. Ancora una volta pubblico<br />

e privato tendono all’obiettivo condiviso di una<br />

rivitalizzazione del bene architettonico, non solo<br />

come tesoro da ammirare, ma anche in chiave<br />

economica e di indotto».<br />

90 N.41 CM<br />

BRIANZA CLUB<br />

Lissone<br />

Showroom<br />

su quattro ruote<br />

Alcuni momenti della festa che<br />

ha inaugurato la nuova veste<br />

della Concessionaria<br />

Un look tutto nuovo per la<br />

Concessionaria G. Granetto<br />

di Lissone<br />

dalla Redazione<br />

foto Marco Brioschi<br />

BRIANZA CLUB<br />

Un ambiente nuovo, luminoso e<br />

accogliente, ma la stessa passione di<br />

sempre per il cliente. Questa è<br />

G. Granetto, l’esposizione Audi e Volkswagen di<br />

Lissone che, nel mese di dicembre, ha inaugurato<br />

il restyling del proprio showroom. Una vera e<br />

propria festa, a cui hanno partecipato clienti,<br />

amici, ma anche rappresentanti delle istituzioni,<br />

come il sindaco di Lissone, Ambrogio Fossati,<br />

e gli assessori del Comune di <strong>Monza</strong> Martina<br />

Sassoli e Lucia Arizzi. A fare gli onori di casa<br />

Giuseppe e Silvana Granetto, fondatori della G.<br />

Granetto e le splendide figlie, Sabrina ed Elisa,<br />

che oggi affiancano i genitori nella conduzione<br />

dell’attività. Un perfetto esempio di imprenditoria<br />

e continuità familiare tipica della Brianza, capace<br />

di rinnovarsi continuamente senza mai fermarsi e<br />

puntare tutto sulla qualità.<br />

N.41<br />

CM 91


92 N.41 CM<br />

PASSIONI<br />

Diego<br />

Colombo<br />

Lo scrittore<br />

della realtà<br />

Ex professore di Liceo, fa il<br />

giornalista e scrive libri per<br />

passione. Nei suoi racconti ci sono<br />

le storie vere e la quotidianità, ma<br />

lui non ha mai rinunciato al<br />

sogno di un romanzo<br />

di Greta La Rocca<br />

foto Marco Brioschi<br />

Una laurea in filosofia e una vita dedicata<br />

al giornalismo e alla scrittura. Diego<br />

Colombo è un cinquantenne brianzolo,<br />

con un passato da professore di Liceo, nato e<br />

cresciuto a Biassono. I libri sono una passione<br />

che assorbe quasi tutte le giornate. Almeno fino<br />

a un anno fa, prima che nascesse Michela, la sua<br />

bimba di nove mesi.<br />

Nasce come giornalista o come scrittore?<br />

«Come professore, direi. Mi sono laureato in<br />

filosofia e per tre anni ho insegnato in un liceo<br />

linguistico a Barzanò. Nel frattempo collaboravo<br />

con la redazione de “L’Esagono” per poi<br />

passare al quotidiano “Brianza Oggi”. È stata<br />

un’esperienza breve. In quello stesso periodo “Il<br />

Corriere della sera” stava ampliando la redazione<br />

per aprire tre pagine dedicate a <strong>Monza</strong> e Brianza:<br />

in quell’occasione iniziò la mia avventura<br />

professionale con la testata».<br />

Quando ha deciso di dedicarsi alla scrittura?<br />

«Per lavoro avevo seguito il problema della<br />

nube tossica accaduto a Seveso nel 1976. Fu<br />

un evento cruciale, che da 15 anni trova ancora<br />

spazio sulle pagine dei giornali. Ero molto colpito<br />

e nello stesso tempo preoccupato: conoscevo<br />

questa piccola città, dove abitavano anche alcuni<br />

amici. L’interesse per l’accaduto mi ha spinto<br />

ad indagare, cercare, interrogare, capire. Le mie<br />

ricerche sono tutte nel racconto “Quelli della<br />

diossina”, il lavoro al quale sono più legato<br />

perché tocca temi molto vicini alla mia vita. Oltre<br />

ad essere il mio primo libro».<br />

Il suo libro più famoso, però, è “L’estate dalle<br />

magliette a strisce”: ce ne parla?<br />

«È una storia vera; credo infatti che molto spesso<br />

la realtà superi la fantasia. Racconto i 10 giorni<br />

di battaglie politiche che hanno caratterizzato<br />

l’Italia nel 1960. Anche in questo caso mi sono<br />

documentato e informato e ho poi scelto di<br />

soffermarmi a raccontare la storie di un gruppo<br />

di giovani emiliani. Questi ragazzi mi hanno<br />

colpito: non erano politicizzati, inseguivano il<br />

mito americano, amavano le ragazze, la Vespa, le<br />

canzoni, il cinema. Eppure quando il loro Paese<br />

ha avuto bisogno, sono scesi in piazza. Sono<br />

andati, hanno lottato e hanno pagato. C’erano<br />

quando c’era bisogno di loro. È un messaggio<br />

molto bello, che mi ha colpito».<br />

Lei è anche autore di “Il sogno di Telemacom”,<br />

scritto in tandem con un altro?<br />

«Sì, è stato scritto a quattro mani insieme allo<br />

psicanalista Angelo Villa. È la costruzione<br />

a posteriori del ’68, di cui raccontiamo i<br />

cambiamenti. Esce dai canoni dei precedenti<br />

perché non è un racconto, ma ha la struttura del<br />

saggio. Mi rispecchia meno rispetto agli altri.<br />

Contiene una parte più espositiva, che richiama<br />

sport, messaggi, canzoni, frasi di quell’epoca».<br />

Quali principi guidano il suo impegno di<br />

scrittore?<br />

«Cerco storie vere che meritino di essere<br />

raccontate. Non parlo del singolo, ma del gruppo:<br />

la dimensione individuale è condizionata dalle<br />

storie delle altre persone. Alla base dei miei<br />

scritti, infine, c’è molto studio e ricerca, anche se<br />

non sono uno storico».<br />

Se dovesse scegliere tra essere giornalista e<br />

scrittore?<br />

«Scrittore, senza alcun dubbio. È una passione,<br />

mi regala grandi emozioni. Prima della nascita di<br />

mia figlia scrivevo due ore al giorno, dal lunedì<br />

al venerdì. Per me scrivere è un’esperienza<br />

totalizzante, che richiede metodi e ritmi precisi.<br />

Ad esempio scrivo in silenzio, con un sottofondo<br />

musicale. Sono molto pignolo e metodico.<br />

Eppure proprio questa mia precisione mi porta<br />

a documentarmi con estrema attenzione. Ad<br />

esempio ho letto duemila fonti prima di scrivere<br />

“Quelli della diossina”».<br />

Qual è il suo autore preferito?<br />

«Amo i classici: Calvino, Dostoevskij e Balzac, il<br />

più moderno dei moderni. Mi definisco un uomo<br />

di altri tempi, ripenso ancora affascinato ai miei<br />

vent’anni».<br />

Ha già in mente un’altra storia?<br />

«Pur preferendo le storie vere, vorrei scrivere un<br />

romanzo. Vorrei intraprendere questa sfida per<br />

capire se ne sono capace. La quotidianità è molto<br />

più affascinante, anche se in alcuni casi penalizza<br />

lo stile letterario, perché non offre il colpo di coda<br />

o l’inaspettato, tipico dell’invenzione».<br />

Colombo è autore di<br />

“L’estate delle magliette<br />

a strisce. Luglio 1960, la<br />

rivolta contro Tambroni”<br />

(Sedizioni, 2008, 14 euro)<br />

N.41<br />

PASSIONI<br />

CM 93


Acrobazie<br />

sulla neve La<br />

Marco Cavallo<br />

94 N.41 CM<br />

PASSIONI<br />

Nella vita si occupa di ristorazione,<br />

ma la sua passione è surfare sulla<br />

neve. L’amore per lo snow era nato<br />

come un gioco e poi lo ha portato a<br />

conquistare le vette delle classifiche<br />

nazionali<br />

di Francesco Pozzi<br />

foto Vasco Coutinho e Martina Monferrini<br />

passione per la tavola e il grande talento<br />

dimostrato nelle discese hanno portato il nome<br />

di Marco Cavallo tra i grandi dello snowboard:<br />

all’età di 28 anni, lontano dalle competizioni, il<br />

campione racconta a <strong>Monza</strong> <strong>Club</strong> i pregi e le virtù di<br />

questo sport.<br />

Come è nata la tua passione per lo snowboard?<br />

«Tutto è cominciato quando i miei genitori mi<br />

regalarono per Natale la mia prima tavola da snow:<br />

conoscevo già da tempo questo sport, ma non avevo<br />

ancora avuto l’occasione giusta per cimentarmi in<br />

questa nuova disciplina; così decisi di partire da solo alla<br />

volta delle Alpi francesi, dove avrei potuto finalmente<br />

iniziare ad allenarmi. Qui ebbi la possibilità di imparare<br />

a realizzare i primi salti e a chiudere le più semplici<br />

figure acrobatiche; lavorando poi in alcuni locali notturni<br />

della zona, riuscivo a concedermi le “cavalcate” quasi<br />

tutti i giorni. All’inizio è stato difficile riuscire a “ridare”<br />

(ovvero a cavalcare la tavola) giù per i pendii senza<br />

cadere, ma con l’allenamento e la voglia di imparare,<br />

sono riuscito ad affinare la mia tecnica e a perfezionare<br />

lo stile finché un agente della SantaCruz, famoso<br />

marchio che fornisce accessori da snowboard, mi<br />

propose di gareggiare per questo sponsor e di mostrare al<br />

pubblico il mio grande talento».<br />

Quali sono stati, finora, i momenti più significativi, i<br />

premi o i titoli più prestigiosi che hai conquistato?<br />

«Ho avuto la fortuna di partecipare a svariati concorsi<br />

anche se, ad essere sincero, non ho mai portato a casa<br />

risultati particolarmente sorprendenti. Nei primi anni<br />

del Duemila, in occasione della gara di snowboard<br />

di Modena Skipass, il Burton Pro Jump Contest, ho<br />

realizzato un buon punteggio conquistando il terzo posto<br />

nella classifica generale; un altro buon piazzamento l’ho<br />

ottenuto poi gareggiando al Burton Europen Open.<br />

Nel 2002, poi, ho partecipato alla Coppa Italia di<br />

snowboard, ottenendo un dignitoso undicesimo posto.<br />

In molte altre competizioni, infine, sono riuscito ad<br />

aggiudicarmi gli skipass e i premi in palio, aumentando<br />

la mia autostima: stavo per diventare qualcuno nel<br />

mondo dello snow. Infatti molte testate giornalistiche mi<br />

dedicavano articoli e foto, un privilegio che non poteva<br />

fare altro che rendermi sempre più soddisfatto di me<br />

stesso e del lavoro svolto sulle piste».<br />

Quali sono i valori di questo sport?<br />

«In Italia lo snowboard viene ancora considerato uno<br />

sport di nicchia; in effetti, a<br />

livello professionale i costi delle<br />

attrezzature cominciano ad essere<br />

eccessivi. Quando mi preparo<br />

con il mio gruppo ad affrontare<br />

una nuova discesa, riesco sempre<br />

a percepire quel sentimento di<br />

solidarietà e di collaborazione<br />

che unisce tutti gli snowboarders;<br />

la costruzione dei salti e delle<br />

rampe è una fase fondamentale<br />

e soprattutto molto delicata del<br />

nostro lavoro: se non si riesce a<br />

collaborare tutti insieme in un<br />

clima di amicizia si rischia di non<br />

riuscire a godersi al massimo le<br />

meravigliose sensazioni di una<br />

bella cavalcata in compagnia».<br />

Che cosa consiglieresti ad un<br />

ragazzo che si sta avvicinando a<br />

questo sport? Quali allenamenti<br />

e quali doti fisiche sono necessarie?<br />

«Per imparare ad andare sulla tavola non sono<br />

necessarie doti fisiche o talenti particolari; il segreto per<br />

diventare un campione di snowboard sta sicuramente<br />

nell’allenamento e nella perseveranza, che non devono<br />

mai mancare. I salti, le figure acrobatiche richiedono<br />

molti tentativi e anche molte cadute! Non bisogna<br />

mai scoraggiarsi e riprovare in continuazione è l’unica<br />

alternativa per riuscire nel proprio intento.<br />

Lontano dalle piste, poi, si deve cercare di mantenere<br />

sempre in forma il fisico, per esempio andando in<br />

piscina o potenziando le gambe con una bella corsetta.<br />

Io mi rivolgo alle palestre solamente per recuperare gli<br />

infortuni anche perché sono convinto che per riuscire a<br />

stare in aria con ai piedi la propria tavola ci sia bisogno di<br />

un fisico snello e leggero».<br />

Coltivi altri hobby o passioni nella tua vita privata?<br />

«Attualmente gestisco il sistema di ristorazione dell’AC<br />

<strong>Monza</strong> e Brianza, oltre lo snow, il lavoro non mi lascia il<br />

tempo per dedicarmi ad altre attività».<br />

Che cosa vedi nel tuo futuro?<br />

«All’età di 28 anni sono ormai escluso dalle<br />

competizioni, che però seguo con la stessa<br />

passione e amore di un tempo. Per quel che<br />

riguarda il mio lavoro, spero di riuscire a fare<br />

strada nell’AC <strong>Monza</strong> e di potenziare il mio<br />

servizio di ristorazione. Spero di avere un figlio a<br />

cui poter insegnare i segreti dello snowboard».<br />

Alcune delle evoluzioni<br />

di Marco sulla neve<br />

N.41<br />

PASSIONI<br />

CM 95


Mulino a Vino<br />

Amarone della<br />

Valpolicella<br />

Nato dall’errore di un produttore<br />

distratto, l’Amarone è oggi il vino<br />

rosso veneto più conosciuto<br />

al mondo<br />

Ingredienti:<br />

120 grammi di carne salada del Trentino<br />

tagliata al coltello, foglie di rucola,<br />

fettine di cipolla di Tropea, limone,<br />

olio extravergine d’oliva, pepe<br />

La leggenda narra di un produttore che<br />

voleva creare un vino dolce, ma dopo<br />

averlo messo in botte lo dimenticò e il<br />

vino continuò a fermentare fino a diventare secco.<br />

Gli zuccheri si trasformarono in alcol facendogli<br />

perdere la dolcezza: per contrapposizione<br />

a quello che avrebbe dovuto essere, gli è<br />

stato dato il nome di Amarone. Quello che è<br />

possibile degustare nella calda atmosfera del<br />

wine bar Mulino a Vino - piccola perla in<br />

pieno centro a <strong>Monza</strong> del Gruppo Meregalli<br />

- proviene dell’Azienda Fratelli Speri, che<br />

in ogni bottiglia racchiude quasi due secoli di<br />

storia vitivinicola e conferma la convinzione<br />

che il lavoro dell’agricoltore debba sempre<br />

assecondare i ritmi e il volere della natura. In<br />

questo modo, la storia della terra, della sua gente,<br />

la grande passione di chi vi lavora, permettono<br />

di creare un prodotto che negli anni ha ottenuto<br />

significativi riconoscimenti in campo enologico.<br />

L‘Amarone della Valpolicella Classico Monte<br />

Sant’Urbano, dal sapore asciutto, vigoroso ma<br />

allo stesso tempo morbido e vellutato, con sentori<br />

di viola e di frutta matura, ha un colore rosso<br />

granato intenso ed un profumo avvolgente, pieno,<br />

caldo; si abbina meravigliosamente con secondi<br />

piatti robusti di carni rosse, cacciagione ed è<br />

ideale anche con i formaggi o con un piatto più<br />

leggero, ottimo per un veloce pranzo di lavoro,<br />

come la tartare di carne salada del Trentino con<br />

rucola e cipolle di Tropea. Questo grande rosso<br />

è inoltre gradevole bevuto da solo alla fine di un<br />

buon pasto o può diventare il compagno ideale di<br />

una piacevole meditazione.<br />

N.41<br />

PASSIONI<br />

CM 97


Quando il look diventa comune<br />

denominatore di nuove amicizie. Anche<br />

on line. Una donna che ha trasformato<br />

una passione in un secondo lavoro. E che ha<br />

fatto di Facebook il suo nuovo ufficio! Rossella<br />

Minervini, o meglio “la Ros” come tutti amano<br />

chiamarla da queste parti, non è una semplice<br />

attivista di Facebook, che si limita a taggare foto e<br />

a commentare sulle bacheche degli amici. No, lei<br />

ha deciso di costruirsi un mondo a parte, creando<br />

una nuova dimensione che si differenziasse dalla<br />

variopinta e variegata offerta di applicazioni,<br />

dando vita a un gruppo specifico che fosse a<br />

portata di tutte le donne con la stessa passione: la<br />

moda, con particolare riferimento a borse e scarpe.<br />

Sono molte in realtà le sezioni speciali create dagli<br />

iscritti, ma questo gruppo è diverso, per spirito<br />

e per accuratezza. In realtà più che un gruppo<br />

sembra un vero e proprio sito indipendente, forse<br />

Rossella Minervini<br />

più simile a un blog, ma certamente accurato come<br />

la homepage di una rivista di moda.<br />

Il target cui è rivolto l’invito a partecipare è<br />

ben chiaro e lo si ritrova immediatamente nella<br />

descrizione del gruppo: “Tu, proprio tu, che sei<br />

iscritta alle newsletter su scarpe e borse; tu, proprio<br />

tu, che non sai più dove mettere i tuoi speciali<br />

sugli accessori di Glamour/Vogue/Elle; tu, proprio<br />

tu, che hai come seconda scheda nella pagina<br />

principale www.ohmybag.it/www.ohmyshoes.<br />

it”. Facile quindi immaginare il perché del nome<br />

scelto per dare vita a questo spazio di confronti,<br />

commenti e news . “Quelle che...spendono lo<br />

stipendio in scarpe e borse!” ha da poco festeggiato<br />

i primi sei mesi di vita e sta contando le ore prima<br />

di raggiungere quota 3000 iscritte.<br />

Un fenomeno nato quasi per scherzo, ideato<br />

come tentativo per condividere con altre amiche<br />

la propria passione per gli accessori di moda, per<br />

scambiarsi consigli e informazioni utili in tema di<br />

shopping ma anche per sostenersi vicendevolmente<br />

98 N.41 CM<br />

FASHION<br />

Jimmy Choo<br />

Vivienne<br />

Westwood<br />

Lo stipendio?<br />

Lavora nel campo farmaceutico ma la sua passione è la moda.<br />

Giuseppe<br />

Zanotti<br />

Giuseppe<br />

Zanotti<br />

Miu Miu<br />

Vivienne<br />

Westwood<br />

scoprendo che lo shopaholism non è una sindrome<br />

rara, ma che invece avvicina migliaia di donne,<br />

grandi professioniste in ambito lavorativo ma<br />

in grado di emozionarsi di fronte a una vetrina<br />

di Manolo Blanik. Abbiamo quindi chiesto alla<br />

diretta interessata di raccontarci un po’ di più di<br />

questa avventura, nata come un gioco tra poche<br />

amiche pasionarie, ma trasformatasi presto in un<br />

qualcosa di più, e come sia possibile conciliare<br />

il nuovo impegno con la sua attività lavorativa<br />

primaria. «Nonostante il mio lavoro nella vita<br />

reale sia di tutt’altro genere, essendo una clinical<br />

research associate, ossia seguo direttamente le<br />

sperimentazioni cliniche dei farmaci per conto<br />

delle società produttrici, ho mantenuto intatta<br />

la mia naturale passione per il fashion system,<br />

con particolare attenzione agli accessori, tra cui<br />

primeggiano scarpe e borse. La questione del<br />

gruppo è letteralmente un hobby, nata come<br />

sviluppo di una abitudine che avevo con un po’<br />

di amiche. Infatti, ogni mattina appena arrivata in<br />

ufficio mandavo una mail ad una cerchia ristretta<br />

Tutto in scarpe e borse<br />

Ha aperto un gruppo su Facebook che sta riscuotendo un grande successo<br />

di Francesca Barzaghi<br />

di persone con le ultime notizie in merito a scarpe<br />

e affini per augurare buon giorno. Da lì ho pensato<br />

che sarebbe stato divertente provare a dare vita a<br />

un vero e proprio gruppo su Facebook». È bastato<br />

poco. Un titolo fortemente evocativo, una decina<br />

di socie fondatrici e sostenitrici dell’iniziativa, un<br />

paio di discussioni accantivanti e la voce si è sparsa<br />

così velocemente da far raggiungere quota mille<br />

iscritte in meno di un mese. «Da essere un gioco<br />

veloce da gestire mentre bevevo il caffè appena<br />

arrivata in ufficio, è diventato presto un qualcosa<br />

che mi porta via del tempo, al punto da dovermi<br />

connettere anche nei pochi momenti di pausa per<br />

aggiornare i post di discussione o per introdurne<br />

di nuovi. La cosa che in realtà mi ha colpita<br />

particolarmente, considerando che è nata come uno<br />

scherzo e fondamentalmente tale vuole rimanere,<br />

è che la gente partecipa! Commenta, mi manda<br />

email di approvazione, inserisce foto, si offre di<br />

aiutarmi, di creare delle rubriche». E sono proprio ><br />

N.41<br />

FASHION<br />

CM 99


le iscritte a vivacizzare ulteriormente questo<br />

gruppo, offrendo spunti di discussione sulle sfilate,<br />

sui trend in arrivo ma soprattutto confrontandosi<br />

per eleggere il designer del momento. Leggendo<br />

qua e là, si scopre che l’universo femminile è<br />

accomunato sì dalla passione per gli accessori, ma<br />

ognuna di noi tende a prediligere per lungo tempo<br />

la stessa maison. Il legame fiduciario quindi, al<br />

di là di mode e tendenze, è il primo vero canone<br />

attraverso cui si decide di acquistare una creazione<br />

piuttosto che un’altra. Ed ecco quindi emergere<br />

il vero significato di quello che le migliori<br />

società di consulenza strategica B2C definiscono<br />

come la forza del marketing relazionale, che nel<br />

mercato della moda non ha sempre riscontrato<br />

grandi sostenitori. Chi è affezionato a Zanotti,<br />

ad esempio, sa con certezza di voler sfoggiare<br />

un oggetto di design, dalle linee innovative e dai<br />

materiali preziosi. Chi invece sceglie Christian<br />

Louboutin o Jimmy Choo vuole una scarpa di<br />

altissimo livello e ad altissimo impatto emozionale,<br />

che rappresentano per molte di noi due tra i<br />

massimi Big della scena internazionale.<br />

Classic chic per la donna Chanel, stile sofisticato<br />

e da copertina per Renèe Caovilla, bon ton con<br />

Prada e minimal eccentric con Miu Miu.<br />

Ma come distinguere esattamente le singole<br />

creazioni, identificandole con il proprio nome?<br />

Rossella ha pensato anche a questo. «Man mano<br />

sto creando una sorta di glossario per usare “la<br />

terminologia giusta”, per distinguere una pump,<br />

da un décolleté, da una creazione di Ferragamo<br />

ad un tacco Roger Vivier...». Particolarmente<br />

divertente è un post dedicato interamente alla<br />

Mary Jane, la mitica scarpetta con cinturino e<br />

fibbia a punta arrotondata, in cui si racconta la<br />

sua storia, dalla nascita alle ultime interpretazioni<br />

in chiave moderna, dal fumetto cui ci si è ispirati<br />

per darle il nome fino alle diverse declinazioni<br />

firmate Manolo e Choo, finendo per indicare<br />

la filmografia, ossia le comparizioni di questa<br />

creatura sul grande schermo. Una piccola bibbia<br />

on line da consultare prima di un giro di shopping<br />

o anche solo per sapere qualcosina in più sui<br />

must di sempre, come la Kelly di Hermès sul<br />

fronte pelletteria, o sulle ultime novità di sfilata di<br />

Westwood. Il gruppo, tra l’altro ha avuto anche uno<br />

sviluppo imprevisto, riuscendo ad abbandonare la<br />

sola dimensione virtuale e catapultandosi di forza<br />

anche nella realtà quotidiana. «Molte iscritte, poi<br />

diventate amiche, mi chiedevano con sempre più<br />

insistenza di trovarci per andare a vedere mostre o<br />

100 N.41 CM<br />

FASHION<br />

Jimmy Choo<br />

Christian Louboutin<br />

Christian Louboutin<br />

Giuseppe Zanotti<br />

Chanel<br />

Giuseppe Zanotti<br />

Chanel<br />

Giuseppe Zanotti<br />

Chanel<br />

Vivienne<br />

Westwood<br />

a fare shopping; allora ho pensato di darci degli<br />

appuntamenti, realizzando una serie di aperitivi<br />

anche in altre regioni dello Stivale. Addirittura, mi<br />

contattavano per chiedermi se avessi bisogno di<br />

una mano, proponendosi di aiutarmi a organizzare<br />

l’incontro nelle loro città e mandandomi numeri<br />

di locali, possibili date e così via. In breve<br />

tempo mi sono ritrovata in altre città a gestire<br />

l’elenco delle persone che volevano partecipare<br />

all’aperitivo tentando di coordinarle e di darci<br />

un programma degli incontri. Grazie al mio<br />

lavoro, infatti, sono spesso in viaggio e così ho<br />

la possibilità di conciliare entrambi gli impegni,<br />

sia di natura professionale sia passionale. Ad<br />

oggi siamo riuscite a costituire due solidi nuclei<br />

con sede a Roma e Bologna, oltre allo storico<br />

milanese. È evidente che l’interesse c’è e la voglia<br />

di dare seguito a questo piccolo divertimento tutto<br />

al femminile continua, contaminando ogni giorno<br />

sempre più appassionate».<br />

Tutto questo solo per un paio di scarpe o per<br />

parlare di borse? «La mia idea, evidentemente<br />

condivisa da molte altre persone, è che la scarpa<br />

è solo una delle tante manifestazioni dell’arte,<br />

anche se considerata da sempre solo frivolezza.<br />

Basti pensare che quando si evoca un’epoca la<br />

prima immagine che balena nella mente è relativa<br />

a come erano vestiti».<br />

Una frivolezza, è vero. Ma che come poche cose<br />

ha fatto sognare intere generazioni di donne. Un<br />

dettaglio superficiale, forse, ma che rappresenta<br />

l’oggetto del desiderio di tutte le bambine,<br />

anche cresciute. Chi, già da piccolissima, non<br />

ha sperimentato la prima camminata con stiletto<br />

provando le scarpe enormi di mamma o della<br />

zia, magari di nascosto? E chi non ha supplicato<br />

per l’acquisto della prima vera scarpa con tacco,<br />

anche se quel tacco era di soli tre centimetri, ma<br />

che rappresentava un nuovo universo simbolico<br />

nel quale sentirsi finalmente cresciute? Quella,<br />

infatti, non era una scarpa qualsiasi ma un<br />

simbolo, un punto di partenza, una chiave con la<br />

quale accedere al mondo dei grandi. Poco importa<br />

di che genere fosse, sia décolleté, sandalo, o<br />

anche stivale. Esso rappresentava per tutte noi,<br />

e continua così anche oggi che, magari di scarpe<br />

ne collezioniamo a decine ogni mese, il primo<br />

pilastro della femminilità, senza il quale il salto<br />

dall’infanzia all’adolescenza, probabilmente<br />

avverrebbe comunque, ma non sarebbe così<br />

esattamente identificabile e indimenticabile. E<br />

così meraviglioso.<br />

N.41<br />

FASHION<br />

CM 101


Miti<br />

La primavera di Stephen Sprouse<br />

Dai graffiti di Luis Vuitton al tributo di Le Book: il 2009 si tinge di fluo<br />

di Francesca Barzaghi<br />

Molto più di un ricordo, molto più di un<br />

semplice tributo. Marc Jacob, stilista di<br />

Vuitton, dedica la prossima collezione<br />

primavera estate a uno dei talenti più espressivi e<br />

originali degli Anni Ottanta. A cinque anni dalla<br />

scomparsa di Stephen Sprouse, infatti, Vuitton si<br />

presenta sul mercato internazionale con una collezione<br />

forte, spregiudicata, audace, con gli stessi tratti essenziali<br />

delle creazioni del grande artista scomparso nel 2006.<br />

Sprouse, ancora troppo poco conosciuto al grande<br />

pubblico, è infatti stato uno dei miti creativi che ha<br />

contaminato irreversibilmente il mondo della moda<br />

e dello showbusiness, dando vita a capi unici, frutto<br />

dell’inedito mix tra lo stile sofisticato dell’Upper<br />

Est Side newyorkese e la cultura punk e pop<br />

dell’underground del Greenwich Village.<br />

Il sodalizio tra Jacob e Sprouse risale al 2000,<br />

quando i due danno vita a una collezione irriverente<br />

e in forte contrasto con la tradizione di Luis Vuitton,<br />

102 N.41 CM<br />

FASHION<br />

proponendola sulle passerelle per l’estate dell’anno<br />

successivo. Con quell’avventura, infatti, i due<br />

lanciarono un nuovo modo di interpretare il classico<br />

logo monogram in canvas, utilizzandolo come tela<br />

su cui elaborare sempre nuovi elementi artistici,<br />

regalando ai collezionisti un nuovo cult e allo star<br />

system internazionale un nuovo must nel campo della<br />

pelletteria. La collezione<br />

attuale vuole essere<br />

un secondo ricordo<br />

dell’amico Sprouse, (nel<br />

2006 infatti Jacobs<br />

già aveva utilizzato<br />

il maculato frutto<br />

della precedente<br />

collaborazione<br />

per arricchire<br />

borse e<br />

accessori)<br />

Sotto, l’edizione<br />

newyorkese<br />

del 2009 di<br />

Le Book<br />

articolata su due principali linee, la Roses e la Graffiti,<br />

in cui i modelli più rappresentativi di casa Vuitton<br />

si arricchiscono di rose meravigliose ed eccentriche<br />

macchiate con il fluo della street-art.<br />

La “Tribute to Stephen Sprouse Collection”,<br />

ufficialmente in vendita dai primi giorni del 2009,<br />

esce in momento di particolare sensibilità nei confronti<br />

dell’artista. Anche Le Book, infatti, rivista specializzata<br />

da quasi trent’anni nello scovare e accendere i riflettori<br />

sui migliori creativi sulla piazza internazionale, pubblica<br />

la sua edizione newyorkese del 2009 dedicandola<br />

interamente al genio di Sprouse. Prima di lui, tutti<br />

nomi illustri hanno avuto l’onore di “vestire” Le Book,<br />

ormai consacrato a unico e autorevole “who’s who”<br />

della moda e dell’advertising. Tutte edizioni frutto di<br />

collaborazioni eccellenti, da Yves Saint Laurent a<br />

Vivienne Westwood, passando per Yohji Yamamoto<br />

fino a Azzedine Alaïa, che oggi continuano nella<br />

tradizione celebrando Sprouse con una personale<br />

Alcune creazioni delle due collezioni,<br />

Graffiti (a sinistra) e Roses (a destra),<br />

di Marc Jacobs ispirate alla<br />

fantasia di Stephen Sprouse<br />

postuma.<br />

Allo stesso modo, significativa è l’apertura della<br />

retrospettiva, visitabile fino al 28 febbraio, a lui dedicata<br />

alla Deitch Projects Gallery di New York, in cui è<br />

possibile accedere, grazie ai suoi abiti e accessori,<br />

all’universo chic-punk inventato da Sprouse. “Rock<br />

on Mars”, così il titolo della mostra inaugurata lo<br />

scorso 8 gennaio, curata dall’ex assistente dell’artista,<br />

Jamie Bound e da Jessica Glasscock, studiosa di<br />

moda, è un tuffo nella New York anni Ottanta, città<br />

in cui artisti del calibro di Warhol, Basquiat e Haring<br />

riuscivano a trovare l’ispirazione e l’energia creativa<br />

che ispirava la loro espressività. La mostra è un vero<br />

e proprio live show dove musica, arte e moda giocano<br />

insieme mescolandosi, nel pieno rispetto dei desideri<br />

dell’artista, e contribuirà a incentivare ulteriormente<br />

la consacrazione ufficiale e internazionale di Stephen<br />

Sprouse, riconoscendone il valore aggiunto nella storia<br />

della moda.<br />

N.41<br />

FASHION<br />

CM 103


104 N.41 CM<br />

FASHION<br />

Gentleman style/1<br />

L’orologio<br />

La classica forma a<br />

cipolla d’oro, amata e<br />

rivalutata oggi anche<br />

dai giovani<br />

L’uomo e il suo orologio. Stili di vita<br />

a confronto, in cui l’orologio diventa<br />

l’elemento di distinzione<br />

di Francesca Barzaghi<br />

Acciaio, titanio, carbonio oro o platino. Poco<br />

importa il materiale scelto. Quel che conta è<br />

come lo si indossa. E l’effetto che si ottiene.<br />

Un orologio è uno dei dettagli più significativi indici<br />

del temperamento dell’uomo. È la sua forma, in primo<br />

luogo a distinguere l’universo maschile nelle grandi<br />

categorie caratteriali. C’è chi prediligendo la cipolla,<br />

probabile ricordo di famiglia e sinonimo di forte legame<br />

con le proprie radici e con il passato e vuole comunicare<br />

all’osservatore una forte propensione alla riflessione e<br />

una naturale tendenza al conservatorismo. Un orologio<br />

da tasca è l’oggetto ideale per chi non si limita a “vedere”<br />

il tempo, ma lo vuole osservare, senza timore di fermarsi<br />

un attimo ritagliandosi lo spazio di tempo necessario a<br />

contemplare un pezzo di storia che si porta in tasca: il<br />

suo orologio.<br />

Questo è l’uomo dalla cultura profonda, conoscitore e<br />

lettore appassionato che ama affascinare il prossimo,<br />

non concedendosi alle banalità e sempre alla ricerca<br />

dell’elemento che possa contraddistinguerlo; il tutto<br />

sempre con eleganza, sia nell’abbigliamento così come<br />

nel confronto dialettico.<br />

Sull’altro fronte si differenzia il “collettore”, colui che<br />

ama l’orologio da polso come oggetto in sé. Attentissimo<br />

alle mode del momento, identifica nei diversi modelli i<br />

suoi stati d’animo ,ed essendo soggetto a cambi d’umore<br />

repentini è sempre alla ricerca del modello di ultima<br />

uscita, con la convinzione che quello specifico orologio<br />

possa rappresentarlo al meglio in specifici contesti.<br />

Ma attenzione. È davvero raro imbattersi in un vero e<br />

proprio collezionista originale, ossia colui dedito allo<br />

studio dell’orologio come meccanismo di precisione,<br />

in grado di apprezzarne ingranaggi e bulloncini. Nella<br />

stragrande maggioranza dei casi ci i ritrova dinanzi a un<br />

fake, ossia il collezionista esteta, ammiratore della forma<br />

e dei materiali, che intende l’oggetto da polso come<br />

un’estensione naturale del suo carattere, e che quindi<br />

deve essere in grado di comunicare a chi lo osserva il suo<br />

pensiero. Ama tenersi aggiornato sulle ultime creazioni<br />

delle case produttrici di maggior prestigio e, per<br />

accaparrarsi un must, provvede a ordinare con svariati<br />

mesi di anticipo il suo esemplare, pur di arrivare primo<br />

al momento del confronto pubblico. Meglio ancora se il<br />

succitato è limited edition.<br />

Il vero e proprio collezionista invece vive la passione<br />

per gli orologi come un dono, una qualità preziosa<br />

da condividere con pochissimi eletti in grado di<br />

comprendere. Raramente indossa un esemplare della<br />

sua collezione, ma mai per sfoggiarlo in pubblico.<br />

Predilige godere del suo “bene” in privato, alla presenza<br />

eventuale di altri estimatori privilegiati, ma ancor<br />

meglio se in solitudine. L’attenzione che dedica alla<br />

ricerca di modelli unici o esemplari di grande rarità è<br />

difficilmente comprensibile, ma il fascino esercitato<br />

da questi oggetti unici sul collezionista è la vera spinta<br />

propulsiva della sua attività. Gli orologi appassionano i<br />

collezionisti anche per la loro affascinante storia. Dalle<br />

rarità del 1200, secolo in cui apparvero i primissimi<br />

modelli in grado di segnare esclusivamente le ore,<br />

ai decori animalier e floreali del 1500, fino ad alcuni<br />

esemplari dal valere inestimabile del 700, periodo in<br />

cui l’orologio, incastonato all’interno di gioielli preziosi<br />

divenne accessorio di prestigio e simbolo di status<br />

sociale. Dal 1800 iniziano ad apparire i primi modelli<br />

con meccanismo automatico, diventando questi oggetti<br />

di culto di un’altra tipologia di collezionista, dedito allo<br />

studio della componentistica e del movimento interno.<br />

Altra categoria di grande rilevanza, soprattutto in<br />

termini statistici, è data dai sentimentali, ossia coloro<br />

che instaurano un rapporto fiduciario con il proprio<br />

orologio. Il sentimentale, infatti, può possederne più<br />

di uno, solitamente di poche case produttrici che<br />

predilige e che elegge come di suo interesse, ma ad<br />

ogni esemplare della sua collezione affida un “ruolo”<br />

specifico. Ognuno di essi rappresenta esattamente<br />

un lato specifico del suo carattere, che, a seconda dei<br />

casi e dei contesti, vuole sottolineare e fare emergere.<br />

Solitamente indossa lo stesso esemplare per lunghissimi<br />

periodi, se non per tutta la vita, perchè lo ha eletto come<br />

elemento imprescindibile della sua personalità e del suo<br />

essere, sia in pubblico che in privato, salvo alternarlo<br />

con altri modelli per determinate occasioni o ricorrenze.<br />

L’orologio numero uno, però, resta sempre il prediletto<br />

perchè, per il sentimentale, rappresenta il compagno<br />

che lo ha assistito come nessun’altra persona o oggetto,<br />

scandendone i momenti più significativi della sua vita, in<br />

grado di rammentarglieli ad ogni occhiata.<br />

Infine compare l’uomo che, al contrario, non ama<br />

indossare alcun orologio, né da polso né da tasca.<br />

Potrebbe essere perchè non tollera alcun “elemento<br />

estraneo”– ad esempio bracciali o anelli – oppure<br />

perchè si dichiara perfettamente in grado di orientarsi<br />

biologicamente nell’arco della giornata, senza<br />

l’intervento di un oggetto che gli indichi il passare del<br />

tempo... salvo poi interrogare il display del proprio<br />

cellulare immancabilmente ogni mezz’ora.<br />

Molti inoltre dichiarano che il non indossare l’orologio<br />

sia un vezzo, al pari di chi invece lo indossa per<br />

sfoggiarlo. In ogni caso, qualunque sia il proprio gruppo<br />

di appartenenza, qualunque tipologia di orologio abbiate<br />

scelto e soprattutto qualsiasi sia il rapporto che con<br />

esso abbiate instaurato, una semplice verità è in grado<br />

di accomunarci tutti: il tempo passa anche se non lo si<br />

guarda.<br />

Un cronografo sportivo<br />

e i Rolex di ieri e oggi,<br />

inarrivabili esempi di<br />

classe ed eleganza<br />

N.41<br />

FASHION<br />

CM 105


106 N.41 CM<br />

FASHION<br />

Gentleman style/2<br />

La Cravatta<br />

Focus sul grande classico<br />

dell’eleganza maschile che<br />

sopravvive alle tendenze<br />

di Francesca Barzaghi<br />

Inizia da questo numero<br />

l’avventura che ci porterà alla<br />

riscoperta dei dettagli più eleganti<br />

dell’abbigliamento maschile. Grandi<br />

classici che sopravvivono, nonostante<br />

le eccentricità della moda, o piccoli<br />

elementi le cui quotazioni restano<br />

stazionarie nel bollettino dei trend<br />

da passerella, fino a che lo stilista di<br />

turno decide di rilanciarli.<br />

La selezione naturale, infatti, non<br />

si applica più solo agli esseri<br />

viventi, ma anche alla moda. Ed<br />

ecco quindi una scelta ufficiale dei<br />

capi sopravvissuti, nonostante gli<br />

umori della moda, una carrellata<br />

di evergreen che ogni gentlemen<br />

dovrebbe possedere e sfoggiare.<br />

Capi imperdibili in grado di<br />

identificare l’eleganza maschile<br />

che supera ogni confine, di tempo e<br />

spazio. Frutto di stili diversi, ma unici per<br />

essenzialità, rigore e carattere.<br />

Un viaggio nel passato, alla luce del gusto<br />

moderno, che ci farà comprendere come la<br />

vera eleganza, quella con la “e” maiuscola,<br />

in grado di far brillare di luce propria il<br />

gentleman che la interpreta, non possa mai<br />

passare di moda, e i cui canoni, in un mondo<br />

in cui tutto corre a velocità impazzite, restano<br />

ben saldi su se stessi. Da più di duecento anni.<br />

La cravatta<br />

«Una cravatta bene annodata è il primo<br />

passo serio nella vita» (Oscar Wilde, da<br />

“L’importanza di chiamarsi Ernesto”).<br />

L’ornamento, nato ufficialmente nel 1925<br />

da un’idea del cravattaio americano Jesse<br />

Dall’alto Lord Brummel,<br />

un dandy ottocentesco,<br />

Oscar Wilde, Andrè Gide<br />

e un gentleman<br />

degli Anni Venti<br />

Langdorsf ma i cui prototipi erano già<br />

amati ai tempi dei romani, passando per la<br />

Francia di Luigi XIV, fino alla duchessa di<br />

Lavllière che la introdusse anche nel vestiaire<br />

femminile, rappresenta oggi più che mai un<br />

elemento imprescindibile dell’eleganza del<br />

gentleman moderno.<br />

Più che un dettaglio uno stile di vita<br />

Sia essa di cachemire, batista o broccato, oggi<br />

si può parlare di una vera e propria “guerra”<br />

per la cravatta più bella, più particolare e più<br />

preziosa.<br />

Se si convalida l’assunto secondo cui<br />

l’interpretazione del carattere di una donna<br />

passa dall’osservazione delle scarpe che<br />

indossa, lo stesso si può dire per l’uomo e<br />

la sua cravatta, definita il gioiello maschile<br />

per eccellenza. Infatti, al di là del contesto<br />

lavorativo o privato in cui la si sfoggia,la<br />

scelta della cravatta è determinata dalla<br />

personalità del gentleman che ne fa uso.<br />

Il ventaglio di modelli esistenti infatti è<br />

abbastanza esteso da soddisfare tutte le<br />

esigenze di stile. Dalla classica dai disegni<br />

geometrici, ai micro pois, passando per le<br />

tinte unite fino ai decori floreali e animali.<br />

La parola d’ordine, comunque, ossia la<br />

vera cravatta per eccellenza che perdura nel<br />

tempo, sembra essere la Regimental, nata in<br />

Inghilterra per distinguere gli appartenenti<br />

ad un reggimento, da cui prende il nome, che<br />

negli anni ha varcato i confini britannici e ha<br />

conquistato il mondo come vero simbolo di<br />

eleganza maschile.<br />

La scelta della cravatta è dunque dettata dal<br />

proprio modo di essere e di comportarsi in<br />

pubblico, e ognuno la sceglie in base alla<br />

propria personalità. Ecco quindi il detto in<br />

voga tra gli appassionati “Dimmi la cravatta<br />

che indossi e ti dirò chi sei”. Curioso, infatti<br />

è uno studio condotto da una branca della<br />

psicologia moderna, secondo il quale è<br />

possibile definire una correlazione tra la<br />

cravatta, il carattere e l’ambizione della<br />

persona che la indossa. E così i disegni<br />

geometrici sono indice di una ricerca<br />

dell’ordine, quelle a strisce denotano una<br />

forte attitudine all’organizzazione. Tra le<br />

strisce, poi, quelle larghe sono sinonimo<br />

di esuberanza, mentre quelle sottili, di<br />

meticolosità. In genere poi più è grande la ><br />

N.41<br />

FASHION<br />

CM 107


108 N.41 CM<br />

FASHION<br />

fantasia, maggiore sarà l’impegno fisico che<br />

si dovrà affrontare: disegni grandi per una<br />

gita in macchina, piccoli per una normale<br />

giornata d’ufficio.<br />

Insomma, è possibile assumere, al di là di<br />

questi studi, che la scelta della cravatta<br />

passa anche dall’esigenza di affermazione<br />

del proprio Io, ossia, oltre che dal gusto<br />

personale, dal desiderio di apparire agli occhi<br />

del mondo sotto una particolare luce.<br />

Come indossarla<br />

Per comprendere al meglio come indossare<br />

una cravatta, ogni uomo sensibile<br />

all’eleganza e allo stile dovrebbe seguire<br />

l’esempio di Lord George Bryan Brummel,<br />

dandy leggendario, nonché grande stilista<br />

che, dell’inizio del XIX secolo, fu capace di<br />

introdurre una moda innovativa, scegliendo<br />

di indossare un primo prototipo di cravatta,<br />

costituito da un fazzoletto. Lord Brummel,<br />

vaccinato contro qualsiasi eccesso,<br />

sosteneva che l’eleganza non dovesse mai<br />

lasciare il minimo spazio a ridicolaggini ed<br />

esagerazioni. Il Lord, infatti aveva un look<br />

molto personale con frac blu, panciotto,<br />

pantaloni beige, stivali neri e fazzoletto da<br />

collo bianco. L’elemento che distingueva<br />

il lord era la sua leggendaria pignoleria in<br />

fatto di look, al punto da cambiare fazzoletto<br />

nel caso in cui il primo tentativo di nodo<br />

risultasse di brutto effetto, dal momento che<br />

una volta stropicciato, non più perfettamente<br />

candido e inamidato, potesse essere ritenuto<br />

inutilizzabile.<br />

Oltre che per la scelta delle forme, dei tessuti<br />

e delle fantasie, la cravatta, infatti, diventa<br />

tratto di distinzione, anche e soprattutto<br />

caratteriale, per il modo in cui viene<br />

realizzato il nodo. Esso, oltre a rappresentare<br />

secondo l’iconografia simbolica maschile,<br />

l’unione, il matrimonio e la fertilità,<br />

costituisce l’elemento essenziale senza il<br />

quale la cravatta stessa non avrebbe motivo<br />

di esistere.<br />

Sebbene secondo la tradizione i principali<br />

modi di annodarsi la cravatta siano quattro,<br />

nella realtà quotidiana se ne contano fino<br />

a 85, senza considerare ovviamente i casi<br />

meno felici di cui noi donne siamo spesso<br />

spettatrici.<br />

Ecco una breve carrellata dei principali<br />

modelli, più conosciuti e apprezzati<br />

dal genere maschile. Tra i basici<br />

si ritrova il Four-in-hand<br />

dall’omonimo <strong>Club</strong> londinese<br />

del XIX secolo, detto anche<br />

nodo semplice o tiro<br />

a quattro, comparso<br />

per la prima volta<br />

verso la fine del<br />

diciannovesimo<br />

secolo. Questo è il<br />

grande classico tra i<br />

nodi di cravatta, nonché<br />

il più utilizzato per la<br />

semplicità di realizzazione. È<br />

ideale per la maggior parte delle<br />

cravatte e per quasi tutti i colli di<br />

camicia. Al fine di realizzare correttamente<br />

il nodo semplice, basta seguire due regole<br />

fondamentali in grado di garantire il<br />

massimo risultato. Primo, è indispensabile<br />

che il nodo sia in armonia con la camicia,<br />

non troppo nascosto, né troppo distaccato<br />

dal collo. Inoltre ricordarsi sempre che la<br />

parte più larga della cravatta, la punta più<br />

ampia, deve posizionarsi al livello della<br />

cintura. Simile al primo è il Double Simple,<br />

o doppio semplice. Ciò che lo distingue<br />

dal nodo semplice è il secondo passaggio,<br />

ovvero un secondo avvolgimento della<br />

cravatta. Il risultato che si ottiene è un<br />

nodo molto stretto, che ha condotto gli<br />

americani a definire questo modello come<br />

“shrinker”, da “head-shrinker”, ossia il nodo<br />

per gli strizzacervelli. Semplice e rapido da<br />

realizzare, perfetto per i colli italiani e le<br />

cravatte leggermente sottili, è ideale per gli<br />

uomini di bassa statura.<br />

Un altro tipo di nodo molto utilizzato è lo<br />

Small Knott, ossia il nodo piccolo, ideale per<br />

le cravatte spesse, ad esempio in seta tessuta,<br />

e ai colli stretti. E ancora, il Windsor, di cui<br />

il Duca di Windsor lanciò la moda, è un nodo<br />

dallo charme molto inglese. È voluminoso e<br />

di conseguenza si porta con colli molto ampi,<br />

per esempio, i colli italiani e con cravatte<br />

molto sottili. Curioso sapere come questo<br />

nodo, in Italia famoso anche come Scappino,<br />

non sia mai stato usato dal suo creatore.<br />

Il Duca di Windsor, infatti, preferiva<br />

farsi tagliare le cravatte appositamente<br />

per ottenere un nodo molto regolare e<br />

decisamente più preciso. Infatti, affinché sia<br />

realizzato correttamente, il nodo deve essere<br />

perfettamente simmetrico, non ammettendo<br />

imperfezioni.<br />

Per le cravatte decisamente più spesse,<br />

e onde evitare che il viso del gentleman<br />

sia coperto da un nodo ingombrante, è<br />

consigliabile l’Half Windsor, o Nicky,<br />

nomignolo derivante dal suo inventore,<br />

Nikita Krushov, che proprio a causa di tessuti<br />

scelti non poteva utilizzare il Windsor.<br />

Questo nodo, infatti, è sicuramente più facile<br />

da realizzare rispetto al precedente, ed è<br />

ideale per i colli aperti. Di qualsiasi genere<br />

sia la scelta, il gentleman deve sapere che<br />

la cravatta è certamente uno dei dettagli più<br />

osservati dal genere femminile, e pertanto<br />

utile per dare un’immediata conoscenza del<br />

proprio carattere e della propria persona.<br />

Se è raro trovare un motivo decor che<br />

possa davvero rispecchiare il gusto di<br />

entrambi, siamo convinti che, per fare una<br />

bella figura e per essere apprezzati alla<br />

prima occhiata, sia opportuno optare su un<br />

basic, dai colori pacati e senza contrasti.<br />

Se il nostro gentleman non è esattamente<br />

intenzionato ad apparire come il nuovo<br />

dandy del Ventunesimo secolo, il consiglio<br />

è di abbandonare i toni pastello e i disegni<br />

particolarmente evocativi. Ricordandosi che<br />

con una Regimental non si sbaglia mai.<br />

N.41<br />

FASHION<br />

CM 109


Gentleman style/3<br />

marco lanzetta<br />

metodo e precisione<br />

Il medico più noto di <strong>Monza</strong> (e non solo) racconta come la serietà richiesta<br />

dalla sua professione ne influenzi il look<br />

di Chiara Bramati - foto Marco Brioschi<br />

Schivo e riservato per tutto ciò che non<br />

riguarda la professione per cui è il<br />

“medico della mano” più famoso in<br />

tutto il mondo, il professor Marco Lanzetta,<br />

Direttore dell’Istituto Italiano di Chirurgia<br />

della Mano di <strong>Monza</strong> e chirurgo di fama<br />

internazionale, toglie per qualche minuto<br />

il camice. Lo fa per raccontare a <strong>Monza</strong><br />

<strong>Club</strong> come riesce a caratterizzare se stesso<br />

nell’abbigliamento e tramite i dettagli<br />

senza dimenticare mai la propria immagine<br />

pubblica.<br />

Com’è il suo rapporto con l’abbigliamento<br />

e la moda?<br />

«Direi che è molto istituzionale, anche<br />

quando non indosso il camice. La mia<br />

professione mi ha portato ad essere sempre<br />

preciso e metodico e questo si riflette<br />

anche nel mio modo di vestire: accurato,<br />

ordinato e professionale. Anche nell’ordine<br />

degli armadi e nella sequenza dei cambi<br />

sono sempre sistematico: camicie ordinate<br />

per colore, dal bianco al nero e la stessa<br />

successione di gesti ogni mattina».<br />

Nemmeno nel tempo libero si concede<br />

qualche stranezza?<br />

«Certo, quando non lavoro mi piace<br />

indossare anche capi particolari, come<br />

giacche di pelle o stivali australiani, di cui<br />

ho una collezione. In casa, poi, apprezzo la<br />

comodità e il fatto di poter indossare capi<br />

che ho acquistato durante i molti viaggi che<br />

ho fatto, soprattutto in Africa».<br />

110 N.41 CM<br />

FASHION<br />

Orologio:<br />

Montblanc<br />

Mano sinistra:<br />

senza la fede, per<br />

non rischiare di<br />

perderla visto<br />

che quando<br />

opera la deve<br />

togliere<br />

Cosa non butterebbe mai dal suo armadio?<br />

«La mia prima camicia azzurra, dello stesso<br />

colore dei miei occhi, con il collo alla<br />

coreana: la possiedo da quasi trent’anni, ma<br />

è legata a tantissimi ricordi. Non la uso più,<br />

ma non la butterei mai.<br />

E poi non mi staccherei mai dall’orologio<br />

ereditato da mio nonno: un Longines con il<br />

cinturino in pelle che ha la caratteristica di<br />

avere, nel datario, accanto al numero 27, un<br />

piccolo segno, in ricordo del giorno del mese<br />

in cui doveva pagare gli operai; lo indosso<br />

quando sento la sua mancanza.<br />

La stessa cosa vale anche per la mia prima<br />

macchina che mi ha regalato lui, una Fiat<br />

1100 del 1962... ma quella di certo non entra<br />

nell’armadio!».<br />

Cravatta:<br />

Gucci, ma possiede<br />

anche la collezione<br />

delle cravatte di<br />

Bulgari con piccole<br />

mani stampate<br />

Pochette:<br />

Gucci,<br />

regalo della<br />

moglie<br />

Scarpe:<br />

Dolce & Gabbana<br />

Camicia:<br />

bianca di<br />

Moreschi<br />

Abito:<br />

Dolce & Gabbana,<br />

gli unici che non<br />

hanno bisogno<br />

di molti ritocchi,<br />

a parte uno<br />

piccolo sulla<br />

spalla<br />

Pantalone:<br />

Senza risvolto<br />

N.41<br />

FASHION<br />

CM 111


CONSULENTE D’IMPRESA<br />

Capita spesso che, ad un’impresa formalmente<br />

individuale, partecipi il coniuge o un altro familiare con<br />

lo svolgimento di attività gestorie, oppure con interventi<br />

economici, più o meno diretti. Inoltre, specie nelle piccole<br />

imprese, si assiste spesso a fenomeni di assistenza finanziaria,<br />

prestazioni di garanzie o altri tipi di apporti<br />

da parte di familiari (frequentemente coniugi<br />

e/o genitori) di chi esercita l’attività. Perciò,<br />

in giurisprudenza si sono selezionati una<br />

serie di indici presuntivi per identificare la<br />

sussistenza di una società di fatto rispetto ad<br />

un’attività formalmente iscritta quale impresa<br />

individuale. Questi stessi indici vengono<br />

anche utilizzati per individuare ulteriori soci<br />

di fatto di una società palese.<br />

Nell’ipotesi in cui il rapporto sociale, di<br />

fatto, coinvolga soggetti legati da vincoli<br />

familiari, la giurisprudenza attribuisce<br />

particolare rilievo alla distinzione tra la<br />

cosiddetta affectio societatis e la cosiddetta<br />

affectio coniugalis o familiaris. La prima è<br />

considerata quale intenzione dei contraenti<br />

di vincolarsi e collaborare per l’esercizio<br />

in comune di un’attività imprenditoriale,<br />

mentre l’affectio familiaris è espressione dei<br />

rapporti solidaristici che legano i coniugi<br />

e i parenti stretti. In concreto, occorre<br />

valutare, caso per caso, se la prestazione<br />

di garanzie o l’elargizione di finanziamenti sia espressione<br />

dell’una o dell’altra affectio, dato che solo nel primo caso<br />

risulterà provata l’esistenza della società di fatto. Ovviamente<br />

maggior forza probatoria avranno gli atti di ingerenza diretta<br />

nell’amministrazione o nell’attività negoziale della società.<br />

CM<br />

Il familiare che presta<br />

fideiussione diventa socio?<br />

In azienda il supporto economico dei componenti della famiglia<br />

è equiparabile a un apporto sociale vero e proprio<br />

a cura di Eliano Goltara<br />

La giurisprudenza è concorde nello statuire che il legame<br />

affettivo non è, di per sé, idoneo ad escludere la causa societaria<br />

dell’apporto, ma richiede, come già detto, un maggior rigore<br />

nella prova e nella valutazione degli ordinari indici presuntivi (da<br />

ultima, si è espressa in tal senso la Suprema Corte di Cassazione<br />

con la sentenza n. 11562 del 9/05/2008).<br />

Nel caso portato all’attenzione della Corte<br />

Suprema era risultato, ad esempio, che le<br />

fideiussioni prestate dalla moglie al marito<br />

imprenditore erano state ingenti, sistematiche<br />

e frutto di autonoma determinazione, atte<br />

a far ritenere provato, a livello presuntivo,<br />

che esse, nell’intenzione di chi le aveva<br />

poste in essere, dovevano considerarsi<br />

come apporti sociali. C’è da rilevare come<br />

le pronunce giurisprudenziali in materia,<br />

si sono quasi sempre espresse a margine di<br />

questioni attinenti il fallimento di società<br />

(e/o di soci) di fatto e, in estensione, di tutti<br />

i soci illimitatamente responsabili (palesi o<br />

di fatto), ovvero in sede di opposizione a tali<br />

sentenze dichiarative.<br />

Se il rapporto tra i componenti della<br />

famiglia si struttura all’esterno come un<br />

rapporto societario, di fatto devono trovare<br />

applicazione, in relazione alle procedure<br />

concorsuali, i principi generali che<br />

regolamentano tale tipo di società tra i quali<br />

l’assoggettabilità al fallimento di tutti i soggetti che partecipano<br />

al sodalizio.<br />

Si avrà, più precisamente, un’apprensione alla massa attiva (ed<br />

il conseguente spossessamento) del patrimonio di tutti i familiari<br />

ai quali venga riconosciuta la qualifica di socio di fatto.<br />

Eliano Goltara<br />

Svolge la professione di avvocato presso i propri studi di <strong>Monza</strong> e di Milano e si occupa prevalentemente<br />

di diritto dell’impresa. Ricopre l’incarico di consigliere in diversi consigli di amministrazione ed è autore<br />

di numerose pubblicazioni. È titolare di Studio Goltara Avvocati.<br />

Studio Legale Goltara - Vicolo Duomo, 1 - 20052 - <strong>Monza</strong> - Tel. 039 3900081<br />

Informatizzazione della<br />

sicurezza sul lavoro<br />

La consegna dei documenti sulla sicurezza dei lavoratori su supporto<br />

informatico risponde all’adempimento dell’obbligo di legge<br />

È<br />

possibile consegnare al rappresentante dei lavoratori<br />

per la sicurezza il documento di valutazione dei rischi<br />

unicamente su supporto informatico? La consegna al<br />

rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di un terminale<br />

(pc portatile connesso con la rete aziendale) contenente il<br />

documento di valutazione dei rischi dell’unità<br />

produttiva di competenza e consultabile<br />

all’interno dei locali aziendali (in qualsiasi<br />

area) negli orari di operatività dell’unità<br />

stessa(normalmente dal lunedì al sabato dalle<br />

7.00 alle 21.30) costituisce, per il datore di<br />

lavoro, assolvimento dell’obbligo previsto<br />

dall’articolo 18 comma 1 lett. o) del D.Lgs.<br />

n. 81/20081?<br />

L’articolo 18 comma 1 lettera o) del D.Lgs.<br />

n. 81/2008, nel prevedere che il datore di<br />

lavoro debba consegnare al rappresentante<br />

per la sicurezza, su richiesta di questi e per<br />

l’espletamento della sua funzione, copia del<br />

documento di valutazione dei rischi nonché<br />

consentire l’accesso ai dati relativi agli<br />

infortuni sul lavoro non specifica tuttavia le<br />

modalità di consegna.<br />

Il comma 5 dell’art 53 del medesimo decreto<br />

stabilisce inoltre che tutta la documentazione<br />

rilevante in materia di igiene, salute e<br />

sicurezza sul lavoro e tutela delle condizioni<br />

di lavoro possa essere tenuta su un unico supporto cartaceo o<br />

informatico. La previsione viene a risolvere la questione assai<br />

dibattuta sul piano applicativo se il documento inerente la<br />

valutazione dei rischi dovesse essere materialmente consegnato<br />

a cura dello Studio Leoni<br />

o fosse invece solo accessibile al rappresentante dei lavoratori<br />

per la sicurezza per la sua consultazione. La problematica<br />

scaturiva dalla formulazione dell’art. 19, comma 5, del D.Lgs.<br />

n. 626/1994 che parlava di diritto di “accesso” al documento<br />

sulla valutazione dei rischi; si era tuttavia ritenuto che, stante il<br />

ruolo effettivo e non meramente formale del<br />

rappresentante, lo stesso avesse diritto alla<br />

materiale consegna dei documenti, ovviamente<br />

in copia, necessari per svolgere appieno<br />

le sue funzioni. Tale indirizzo ha trovato<br />

ora conferma sul piano legislativo. Atteso<br />

quindi che la nuova previsione normativa<br />

prevede la “consegna del documento” è da<br />

valutare se la consegna al rappresentante dei<br />

lavoratori per la sicurezza di un terminale<br />

(pc portatile connesso con la rete aziendale)<br />

contenente il documento di valutazione dei<br />

rischi dell’unità produttiva di competenza e<br />

consultabile all’interno dei locali aziendali,<br />

risponda al dettato normativo.<br />

Si ritiene che, non essendo prevista alcuna<br />

formalità per la consegna del documento,<br />

l’adempimento all’obbligo di legge è<br />

comunque garantito mediante consegna dello<br />

stesso su supporto informatico, anche se<br />

utilizzabile solo su terminale video messo a<br />

disposizione del rappresentante dei lavoratori<br />

per la sicurezza giacché tale modalità,<br />

consentendo la disponibilità del documento in qualsiasi<br />

momento ed in qualsiasi area all’interno dei locali aziendali,<br />

non pregiudica lo svolgimento effettivo delle funzioni del<br />

rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.<br />

Eugenio Leoni<br />

Consulente del lavoro, esperto in materie sindacali e rapporti con gli enti pubblici, case editrici, società<br />

sportive e dello spettacolo. È titolare dello Studio Leoni, attività con 30 dipendenti e 10000 paghe mensili<br />

elaborate.<br />

Studio Leoni - Via Statuto, 4 - 20121 - Milano<br />

Tel. 02 36573500 - Fax. 02 62910074 - info@studioleoni.it - www.studioleoni.it<br />

CONSULENTE DEL LAVORO<br />

N.41<br />

112 N.41 C<br />

M 113


Nell’ambito dell’intero territorio europeo vige il principio<br />

della responsabilità oggettiva del produttore, introdotto<br />

con la direttiva comunitaria 85/374, originariamente<br />

recepita in Italia dal DPR 224/88 e poi confluita nel Codice<br />

del Consumo agli artt.114 e seguenti (Parte IV - “Sicurezza e<br />

qualità”).<br />

Il varo di tale direttiva ha costituito un passo saliente nel processo<br />

di armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia di<br />

responsabilità del produttore per i danni causati dal carattere<br />

difettoso dei suoi prodotti, laddove con essa si sono rimosse le<br />

disparità esistenti fra le legislazioni dei singoli paesi, disparità<br />

tali da falsare le regole della concorrenza, pregiudicare la libera<br />

circolazione delle merci all’interno del mercato comune e<br />

determinare, a seconda del Paese di residenza, disparità nel grado<br />

di protezione del consumatore.<br />

Lo scopo della normativa consiste nell’essere un sistema di<br />

elevata protezione a favore del consumatore in relazione ai danni<br />

causati alla persona e ai beni da un prodotto difettoso, mediante<br />

l’introduzione del principio della “oggettiva” responsabilità del<br />

produttore, chiamando cioè quest’ultimo a rispondere del danno<br />

cagionato da difetti del suo prodotto, anche qualora non ne abbia<br />

colpe dirette: il semplice fatto di avere creato una situazione di<br />

pericolo – l’immissione sul mercato di un prodotto difettoso – è<br />

già sufficiente per far ricadere sul produttore la responsabilità per<br />

gli eventuali danni che ne derivino.<br />

In particolare il legislatore sancisce che:<br />

- per “prodotto” si intende ogni bene mobile, anche se incorporato<br />

in altro bene mobile o immobile (art.115);<br />

- qualora il produttore non sia individuato, è sottoposto alla<br />

stessa responsabilità il fornitore che abbia distribuito il prodotto<br />

nell’esercizio di un’attività commerciale (art.116);<br />

- un prodotto è difettoso quando non offre la sicurezza che ci si può<br />

CM<br />

CONSULENTE LEGALE<br />

La responsabilità<br />

del produttore<br />

La creazione di una situazione di pericolo costituisce una precisa<br />

responsabilità del produttore<br />

a cura di Giorgio Galbiati<br />

legittimamente attendere, tenuto conto anche delle modalità di<br />

sua commercializzazione, dell’uso al quale il prodotto può essere<br />

ragionevolmente destinato e dei comportamenti che, in relazione<br />

ad esso, si possono ragionevolmente prevedere (art.117);<br />

- un prodotto è difettoso se non offre la sicurezza offerta<br />

normalmente dagli altri esemplari della medesima serie<br />

(art.117);<br />

- la responsabilità è esclusa solo in casi eccezionali, ovvero<br />

qualora il produttore non abbia messo il prodotto in circolazione,<br />

oppure se il difetto che ha cagionato il danno non esisteva quando<br />

il prodotto è entrato in circolazione, o ancora se il produttore<br />

non aveva fabbricato il prodotto per la vendita o per qualsiasi<br />

altra forma di distribuzione a titolo oneroso, e infine se lo stato<br />

delle conoscenze scientifiche e tecniche, al momento in cui il<br />

produttore ha messo in circolazione il prodotto, non permettesse<br />

ancora di considerare il prodotto come difettoso (art.118);<br />

- il danneggiato deve solo provare il difetto, il danno, e la<br />

connessione causale tra difetto e danno, mentre spetta al<br />

produttore offrire la prova liberatoria, ovvero provare i fatti che<br />

possono escludere la sua responsabilità (art.120);<br />

- è risarcibile il danno cagionato dalla morte o da lesioni personali,<br />

la distruzione o il deterioramento di una cosa diversa dal prodotto<br />

difettoso (art.123);<br />

- è nullo qualsiasi patto che escluda o limiti preventivamente, nei<br />

confronti del danneggiato, la responsabilità prevista dal presente<br />

titolo (art.124);<br />

- il diritto al risarcimento si prescrive in tre anni dal giorno in cui<br />

il danneggiato ha avuto o avrebbe dovuto avere conoscenza del<br />

danno, del difetto e dell’identità del responsabile (art.125);<br />

- il diritto al risarcimento si estingue alla scadenza di dieci<br />

anni dal giorno in cui il produttore o l’importatore nell’ Unione<br />

europea ha messo in circolazione il prodotto che ha cagionato il<br />

danno (art.126).<br />

Avv. Giorgio Galbiati<br />

È iscritto all’Albo degli Avvocati di <strong>Monza</strong> dal 2001. Avvocato civilista, si occupa di diritto commerciale,<br />

societario e fallimentare. È membro del direttivo della Camera Civile di <strong>Monza</strong>, associazione di avvocati<br />

dedita allo studio e all’approfondimento del diritto civile. Collabora con L’Ordine Avvocati di <strong>Monza</strong> per<br />

lo sviluppo del processo civile telematico. Dal 2000 è socio dello studio Galbiati Pozzoli Radaelli.<br />

Chi ha paura del<br />

dentista?<br />

Domande, dubbi, curiosità e paure da sconfiggere per un sorriso più bello.<br />

Da questo numero ci aiuta un vero esperto<br />

a cura di Filiberto Vago<br />

Molte persone, ancora oggi, evitano le cure odontoiatriche<br />

per un motivo molto semplice: hanno paura del dentista!<br />

Esse non solo non si sottopongono ai normali trattamenti<br />

di igiene e profilassi e non effettuano neppure le cure basilari, ma<br />

a volte non fanno nemmeno una semplice visita di controllo. Un<br />

comportamento che rende inevitabile l’insorgere<br />

di problemi odontoiatrici, a volte gravi, e comporta<br />

un deterioramento progressivo dello stato di<br />

salute della bocca. Il motivo di tale diffidenza nei<br />

confronti delle cure odontoiatriche è spesso dovuto<br />

a “traumi” patiti in giovane età, o a cure eseguite<br />

con insufficiente anestesia e fatte senza le dovute<br />

spiegazioni preliminari e il consenso da parte del<br />

paziente. Altre volte si tratta di paure “ataviche”<br />

che bloccano davanti a qualsiasi cura medica.<br />

Per aiutare i pazienti a superare queste paure, nel<br />

nostro Studio abbiamo adottato diverse strategie.<br />

Innanzitutto l’ambiente è rilassante e confortevole.<br />

Un’attenzione particolare è rivolta alla sala d’attesa<br />

che non deve essere vissuta come l’anticamera<br />

del “patibolo”. I colori sono stati scelti con cura,<br />

la musica di sottofondo piacevole, i giornali e le<br />

riviste attuali creano un clima caldo e familiare. Il<br />

personale è stato adeguatamente preparato da uno<br />

psicologo che ha spiegato loro come approcciare il paziente per<br />

non traumatizzarlo ma, anzi, aiutarlo a superare gli stati d’ansia. Il<br />

primo approccio, in ufficio, è molto soft e per nulla aggressivo: già<br />

durante la prima visita si cerca di entrare in sintonia con il paziente,<br />

ascoltandone esigenze ed aspettative e dando i primi consigli utili<br />

per la soluzione dei problemi.<br />

Per i giovani pazienti che vengono in Studio per la prima volta<br />

abbiamo ideato il “Coraggio da Leone <strong>Club</strong>”: su una tessera a punti<br />

vengono posti dei bollini “al merito”: tanto più il bambino è bravo<br />

e si lascia trattare, tanti più punti merita. A quota 10 riceverà un<br />

diploma personalizzato, a 20 una medaglia, a 30 una coppa.<br />

Sia con i piccoli, che con i grandi pazienti, infatti, guadagnata la loro<br />

fiducia, il resto di solito diventa molto più semplice e i trattamenti<br />

vengono accettati con serenità. Può capitare, però, che queste<br />

attenzioni non siano sufficienti; allora si possono<br />

- anzi, si devono - adottare misure più efficaci,<br />

come l’uso di farmaci molto blandi e ben tollerati,<br />

mentre l’uso di ansiolitici o tranquillanti è normale<br />

in individui molto tesi e preoccupati.<br />

In casi più gravi si può utilizzare il protossido<br />

d’azoto miscelato con ossigeno, un gas che viene<br />

inspirato con apposite mascherine e che possiede<br />

anche la capacità di desensibilizzare le mucose. Se,<br />

tuttavia, il livello di “paura” è tale da impedire al<br />

paziente di curarsi, non si deve escludere il ricorso<br />

all’uso di farmaci che vengono infusi per via<br />

endovenosa dall’anestesista, estremamente sicuri e<br />

testati da tempo.<br />

L’insieme di queste attenzioni e presidi aiuta a vincere<br />

il blocco psicologico che impedisce di sottoporsi a<br />

cure dentali. Del resto oggi l’Odontoiatria ha fatto<br />

passi da gigante e si hanno a disposizione cure<br />

affidabili e sofisticate, impensabili solo alcuni anni<br />

fa. Inoltre malattie dei denti e delle gengive, se non curate o, peggio,<br />

trascurate, possono dare anche disturbi ad altri distretti corporei o<br />

peggiorare l’andamento di malattie già di per sé gravi. Il diabete,<br />

ad esempio, può acutizzarsi in pazienti con situazioni parodontali<br />

compromesse (piorrea) ed è risaputo che una malocclusione (il<br />

contatto non corretto tra i denti) non adeguatamente sistemata può<br />

amplificare dolori alla cervicale, alle spalle e alla schiena.<br />

Rinunciare ad una bocca sana, bella, armonica e “ben funzionante”<br />

per una paura che si può vincere facilmente è un vero peccato.<br />

Dottor Filiberto Vago<br />

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1979 e Specializzato in Odontostomatologia<br />

presso la stessa Università nel 1983. Nei primi anni di attività si è occupato prevalentemente di Chirurgia parodontale,<br />

seguendo corsi in Italia e all’estero; si è poi dedicato all’Implantologia e ha tenuto vari corsi come relatore. Ha sempre<br />

svolto la libera professione in studi dentistici come collaboratore e poi come associato. Dal 1991 è titolare dello<br />

“ Studio Dentistico Dott. Filiberto Vago” in <strong>Monza</strong> dove si occupa prevalentemente di protesi.<br />

Studio Dentistico Dr. Filiberto Vago - Via Anita Garibaldi, 1 20052 - <strong>Monza</strong><br />

Tel. 039/386654 - Fax 039/386725 - info@vago.it - www.vago.it<br />

N.41<br />

114 N.41 C<br />

DENTISTA<br />

M 115


CONSULENTE FINANZIARIO<br />

Buon anno...<br />

per un 2009 davvero migliore<br />

Mutui subprime, crisi del credito, caduta del petrolio:<br />

chi l’avrebbe mai detto un anno fa?<br />

COME FAR TESORO DEL TERRIBILE 2008<br />

L’anno appena trascorso ha cancellato praticamente ogni<br />

certezza del passato. Per decenni analisti, consulenti, gestori<br />

di patrimoni si erano basati su quello che storicamente accadeva sui<br />

mercati. Tassi, valute, materie prime, azioni, bond e immobili avevano<br />

correlazioni di diversa natura e intensità tra loro, così da fornire preziosi<br />

dati storici. Nel terribile anno 2008 è sceso praticamente tutto, tranne il<br />

cash e le obbligazioni governative.<br />

MERCATI EMERGENTI<br />

Anche per i paesi Bric (Brasile Russia, India e Cina) la recessione<br />

è profonda. Non si è verificato il cosiddetto decoupling, ossia la<br />

divaricazione di andamento tra il mondo occidentale e i mercati<br />

emergenti, anch’essi in grandissima difficoltà.<br />

DEFAULT<br />

È stato purtroppo il termine più usato quest’anno, dal clamoroso<br />

fallimento della Lehman Brothers a quello dell’Islanda e al terzo<br />

default (in 15 anni) dell’Equador. Poi i clamorosi salvataggi di Aig,<br />

Merrill Lynch e delle altre big Usa, sino a quelli recenti delle blasonate<br />

banche inglesi e addirittura di quelle tedesche! Quanto avvenuto dovrà<br />

essere da monito per le autorità di controllo, Sec americana in primis e<br />

per le altezzose agenzie di rating.<br />

MATERIE PRIME<br />

Il prezzo del petrolio da 140 a 40 dollari è stata un’altra sorpresa, unita<br />

al crollo dei titoli dell’energia alternativa, tanto di moda un anno fa.<br />

VALUTE<br />

Lo schizofrenico cross del dollaro Usa e dello Yen, ma soprattutto il<br />

crollo della Sterlina, arrivata praticamente alla parità contro l’Euro, è<br />

un altro evento imprevedibile e storico. La Fed e la Bank of England<br />

hanno abbassato i tassi al livello minimo da quando esistono.<br />

SETTORE IMMOBILIARE<br />

Ogni asset class ha dei suoi naturali cicli e già a primavera ricordavo<br />

CM<br />

a cura di Aldo Varenna<br />

Aldo Varenna<br />

Inizia l’attività nel 1985 come Private Banker e addetto ai Rapporti Istituzionali in Banca Fideuram. Dal<br />

1998 è membro del Comitato Esecutivo e del Consiglio Nazionale ANASF (Associazione di Categoria).<br />

Dal 2003 è responsabile Area Rapporti con l’estero ANASF. Inoltre è membro del Comitato Esecutivo<br />

CIFA (Convention of Indipendent Financial Advisor), associazione no profit con sede a Ginevra. Da maggio<br />

2007 ricopre la carica di Segretario Generale delegato del FECIF, associazione con sede a Bruxelles.<br />

Da aprile 2005 è professionista Certificato €FA (€uropean Financial Advisor). Svolge l’attività professionale<br />

su tutto il territorio nazionale, con paticolare focalizzazione su Milano e l’hinterland.<br />

Aldo Varenna - Private banker - tel. 039/2358011<br />

come il Real Estate avrebbe avuto difficoltà. Mutui subprime, crisi del<br />

credito e fine fisiologica del ciclo dimostrano che anche l’investimento<br />

immobiliare deve essere ponderato e pesato equamente nel proprio<br />

patrimonio globale.<br />

ALTERNATIVE INVESTMENT<br />

Hedge Fund e Private Equity non si sono rivelati investimenti davvero<br />

alternativi. L’onda lunga della crisi di liquidità ha travolto anche<br />

questi strumenti che negli anni scorsi avevano dato risultati positivi. I<br />

prossimi mesi saranno molto difficili, ma è proprio nelle difficoltà che<br />

il bravo gestore deve saper dare il meglio di sé. Il 2009 sarà per loro un<br />

vero banco di prova.<br />

IL CASO MADOFF<br />

La truffa Madoff insegna che anche un’ex presidente del Nasdaq<br />

può essere una persona disonesta, soprattutto se promette rendimenti<br />

sempre troppo alti e positivi.<br />

COSA FARE NEL 2009<br />

Innanzitutto non considerare il patrimonio come un insieme unico,<br />

ma impostare una corretta asset allocation diversificata. Occorre<br />

dividere ciò che per ciascuno è liquidità (con un orizzonte di 12<br />

mesi) dalla riserva (entro i 36 mesi), da investimento (oltre i 4 anni)<br />

ed eventualmente la quota parte più aggressiva del portafoglio;<br />

successivamente abbinare ad ogni singola esigenza strumenti con un<br />

corretto rapporto tra rendimento atteso e rischio da percorrere per tale<br />

rendimento (premio al rischio).<br />

Ricordatevi infine che ognuno di noi ha la sua personale “soglia del<br />

dolore” alle perdite. L’emotività è cattiva consigliera, ma avere corretti<br />

e moderni strumenti di controllo del rischio vi servirà a fare ogni volta<br />

il punto nave, dove sono e dove voglio arrivare; se non ne avete voglia<br />

o non ne siete in grado fatevi aiutare da un consulente professionista,<br />

i mercati sono troppo difficili per poter navigare da soli e si rischia un<br />

naufragio inatteso.<br />

La responsabilità civile degli<br />

amministratori di società<br />

Una polizza ad hoc per chi copre ruoli di grande responsabilità ed è<br />

chiamato a confrontarsi con un quadro legislativo sempre più complesso<br />

Il quadro dei rischi collegati all’attività di amministratori<br />

e dirigenti di società si fa sempre più articolato, non solo<br />

per l’evoluzione normativa e le<br />

interpretazioni della giurisprudenza,<br />

ma anche per la crescente sensibilità<br />

degli utenti in relazione ai propri diritti.<br />

L’ambito della responsabilità civile degli<br />

amministratori, infatti, sta diventando<br />

sempre più esteso: essi sono parificati<br />

a consiglieri, direttori generali, membri<br />

di organi direttivi, di comitati esecutivi,<br />

membri del collegio sindacale, nonché a<br />

qualsiasi altra persona facente funzioni<br />

negli stessi ambiti per deleghe di poteri<br />

o procure. Del resto il loro ruolo si fa<br />

sempre più complesso, dal momento<br />

che si è ampliato lo spettro delle loro<br />

competenze a loro richieste e si registra<br />

un maggiore coinvolgimento di azionisti<br />

e pubblico nel controllo dell’operato<br />

delle aziende.<br />

Oggi, infatti, non basta aver tenuto<br />

un comportamento secondo buona<br />

fede per essere discolpati da qualsiasi<br />

accusa, poiché la giurisprudenza è<br />

molto più rigorosa rispetto al passato<br />

nei confronti dei vertici aziendali. Gli<br />

obblighi imposti dal Codice Civile<br />

e dalle leggi prevedono una serie di<br />

adempimenti e di doveri in relazione<br />

ai quali la responsabilità è presunta e<br />

spetterà eventualmente all’amministratore provare il contrario.<br />

Ed è a questo punto che l’assicuratore interviene con una<br />

a cura di Vittorio Massardi<br />

proposta ad hoc, già presente da anni sul mercato straniero<br />

con il nome di D.& O. (Directors and Official Liability): la<br />

polizza sulla responsabilità civile<br />

degli amministratori di società. La<br />

condotta colposa di questi soggetti<br />

può, infatti, essere fonte di richieste<br />

di risarcimento da parte di terzi, per<br />

molteplici ragioni, quali: operazioni<br />

di finanziamento arbitrarie, mancata<br />

riscossione di crediti sociali, cattiva<br />

amministrazione, violazione di norme<br />

di legge e regolamenti, investimenti<br />

palesemente incauti o non giustificati,<br />

violazione dello statuto, discriminazioni,<br />

licenziamenti non giustificati, violazione<br />

di accordi sindacali, concorrenza sleale<br />

ecc… La polizza prevede la copertura<br />

della responsabilità civile dei membri<br />

del consiglio di amministrazione, del<br />

collegio sindacale e dei direttori generali<br />

di società per atti colposi commessi<br />

nell’esercizio delle loro funzioni in<br />

seno alla società.<br />

La polizza può, inoltre, eventualmente,<br />

coprire la responsabilità di natura<br />

colposa, pertanto, ma non opera in<br />

presenza di responsabilità penale. La<br />

garanzia prestata vale per le violazioni<br />

commesse dagli amministratori nei<br />

confronti della società amministrata,<br />

dei soci e dei terzi e sono comprese le<br />

spese di difesa, vale a dire le spese legali per resistere all’azione<br />

promossa contro l’amministratore.<br />

Vittorio Massardi<br />

Ha iniziato l’attività assicurativa nel 1968 come agente di città della Toro Assicurazioni. Nel 1980 passa<br />

al brokeraggio assicurativo entrando come partner in una società del Gruppo GPA . Dal 1995 è partner ed<br />

amministratore delegato della GPG, gruppo Puricelli & Ghezzi.<br />

Gruppo Puricelli & Ghezzi - Via Camperio, 9 - 20123 - Milano<br />

Tel. 02 30322700 - Fax. 02 30322722 - www.gpg-broker.it<br />

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T. 039/835623<br />

COMUNE DI<br />

MONZA:<br />

Piazza Trento e Trieste<br />

<strong>Monza</strong><br />

T. 039/ 2372309<br />

www.comune.monza.mi.it<br />

FONDAZIONE<br />

DELLA COMUNITÀ DI<br />

MONZA E BRIANZA<br />

ONLUS:<br />

Via A.Pennati, 10<br />

<strong>Monza</strong><br />

T. 039/3900942<br />

www.fondazionemonzabrianza.org<br />

118 N.41 CM<br />

TEMPO LIBERO<br />

REGIONE<br />

LOMBARDIA,<br />

ASSESSORATO<br />

ALLE CULTURE,<br />

IDENTITÀ E<br />

AUTONOMIE DELLA<br />

LOMBARDIA:<br />

Via Pola, 12/14<br />

Milano<br />

T. 02/67652292<br />

UNIVERSITÀ DEGLI<br />

STUDI DI<br />

MILANO-<br />

BICOCCA:<br />

Piazza dell’Ateneo<br />

Nuovo, 1<br />

- Milano - www.<br />

unimib.it<br />

VISION PLUS<br />

SRL:<br />

Piazza San<br />

Pietro<br />

Martire, 6<br />

<strong>Monza</strong><br />

T. 039/2326183<br />

www.visionplus.it<br />

PROTAGO-<br />

NISTI<br />

CAMERA DI<br />

COMMERCIO<br />

DI<br />

MONZA E<br />

BRIANZA:<br />

Piazza Cambiaghi,<br />

9 <strong>Monza</strong><br />

T. 039/28071 www.<br />

mb.camcom.it<br />

CARABINIERI NUCLEO<br />

TUTELA<br />

PATRIMONIO CULTU-<br />

RALE DI MILANO: Villa<br />

Reale - Viale Brianza, 2<br />

- <strong>Monza</strong><br />

T. 039/2303997<br />

tpcmznu@carabinieri.it<br />

GABETTI<br />

FRANCHISING AGENCY<br />

MONZA:<br />

Sede legale e operativa:<br />

Via XX Settembre, 2<br />

<strong>Monza</strong> - T. 039-365383<br />

monza@gabetti.it.<br />

Sede operativa:<br />

Via Romagna, angolo Via<br />

V. Giulia, 1 - <strong>Monza</strong><br />

T. 039-2726184<br />

monza2@gabetti.it<br />

www.gabetti.it<br />

GALBIATI POZZOLI<br />

RADAELLI AVVOCATI<br />

ASSOCIATI:<br />

Via Marengo, 22<br />

Carate Brianza.<br />

Via Tiziano 9/a,<br />

20145 - Milano<br />

T. 0362/804105<br />

avvocati@tin.it<br />

PROGETTO MONZA E<br />

BRIANZA:<br />

Piazza Diaz 1, - <strong>Monza</strong> T.<br />

039/9756723<br />

ww3.provincia.mi.it/monzabrianza<br />

ST. ANDREWS HEALT<br />

CLUB CENTRO<br />

BENESSERE:<br />

Via Sant’Andrea, 23<br />

<strong>Monza</strong><br />

T. 039/2302030<br />

www.standrews.it<br />

ROTTAPHARM SPA:<br />

Via Valosa di Sopra, 9<br />

<strong>Monza</strong> - T. 039/73901<br />

www.rottapharm.it<br />

UNIONE<br />

COMMERCIANTI<br />

DI MONZA E<br />

CIRCONDARIO:<br />

Via De Amicis Edmondo,<br />

9 - <strong>Monza</strong><br />

T. 039/360772<br />

www.unionecommerciantimonza.org<br />

YANKEE<br />

DELTA<br />

STUDIO:<br />

Via I Pinucci, 14 - 56042<br />

Crespina ( PI)<br />

T. 050/634368<br />

www.yandel.it<br />

MONZA YOUNG<br />

ASSESSORATO ALLE<br />

POLITICHE GIOVANILI:<br />

Piazza<br />

Trento e Trieste<br />

- <strong>Monza</strong><br />

T.<br />

039/2372544<br />

www.<br />

monzagiovani.it<br />

ROLLER<br />

CLUB<br />

CORNATE<br />

D’ADDA:<br />

Via Aldo Moro<br />

Cornate<br />

d’Adda - www.<br />

rollerclubcornate.com<br />

BRIANZA<br />

CLUB<br />

AUDITORIUM<br />

COMUNALE<br />

NOVA MILA-<br />

NESE:<br />

Via Villoresi,<br />

34<br />

Nova Milanese<br />

T. 0362/374508<br />

www.comune.novamilanese.mi.it<br />

GIOIELLERIA PAVAN:<br />

Via G. Pergolesi, 8<br />

20052 <strong>Monza</strong><br />

T. 039/388828<br />

www.gioielleriapavan.it<br />

G.GRANETTO:<br />

Viale della Repubblica, 42<br />

20035 - Lissone<br />

T. 039/ 2459777<br />

www.ggranetto.it<br />

LAST PLANET<br />

MONZA:<br />

Via Sempione, 17 - <strong>Monza</strong><br />

- T. 039/2308316 www.<br />

lpmonza.com<br />

TEATRO DUSE: Via<br />

Marco D’Agrate, 41<br />

Agrate Brianza<br />

T. 039/6058694<br />

www.ctduse.it<br />

VILLA GALLARATI<br />

SCOTTI: Via Gallarati<br />

Scotti, 1 - frazione Oreno<br />

- Vimercate -<br />

www.villagallaratiscotti.<br />

com<br />

PASSIONI<br />

ENOTECA IL MULINO A<br />

VINO:<br />

Via De Amicis, 21<br />

<strong>Monza</strong> - T. 039/384180<br />

www.enotecailmulino.it<br />

IN CASA STORE:<br />

Via Boito,126 - <strong>Monza</strong><br />

T. 039/2315960<br />

www.incasastore.it<br />

CONSULENTI<br />

ALDO VARENNA:<br />

Banca Fideuram Piazza<br />

Garibaldi, 8 - <strong>Monza</strong><br />

T. 039/2358001<br />

GRUPPO PURICELLI &<br />

GHEZZI SRL:<br />

Via Camperio, 9 -<br />

Milano - T. 02/30322700<br />

www.gpg-broker.it<br />

STUDIO<br />

DENTISTICO DR. FILI-<br />

BERTO VAGO:<br />

Via Anita Garibaldi, 1<br />

<strong>Monza</strong> - T. 039/386654<br />

www.vago.it<br />

STUDIO LEGALE GOL-<br />

TARA:<br />

Vicolo Duomo, 1<br />

<strong>Monza</strong> - T. 039/3900081<br />

STUDIO LEONI:<br />

Via Statuto, 4 - Milano<br />

T. 02/36573500<br />

www.studioleoni.it<br />

ARS MEDICA<br />

DENTISTICA:<br />

Via Borgazzi Gerolamo,<br />

17 - <strong>Monza</strong><br />

T. 039/2308662<br />

www.arsmedicadentistica.it<br />

VENUS S.P.A.:<br />

Viale Sicilia, 98 - <strong>Monza</strong><br />

T. 039/2830.1<br />

www.venus-spa.it<br />

febbraio<br />

SEREGNO<br />

GRAN GALÀ DELLO SPORT<br />

I campioni del passato premiano i campioni<br />

del futuro: premi per atleti e società<br />

sportive seregensi.<br />

Tel. 0362/263447<br />

www.comune.seregno.mi.it<br />

MONZA<br />

AMOR DE TANGO<br />

Musica dal vivo ed il Balletto di Milano<br />

di Carlo Pesta con la coreografia<br />

firmata da Ruben Celibert per<br />

rappresentare esperienze, ricordi,<br />

passioni di un paese lontano.<br />

Tel. 039/386500<br />

www.teatromanzonimonza.it<br />

LISSONE<br />

CESARE CATTANEO<br />

Una rassegna dedicata alla partecipazione<br />

dell’architetto razionalista<br />

comasco ai Littoriali dell’Arte<br />

e della Cultura.<br />

Tel. 031/342396<br />

www.cesarecattaneo.it<br />

SEREGNO<br />

FESTIVAL DEL CABARET<br />

Sul palco i migliori cabarettisti italiani:<br />

Piero Mazzarella, Pino Campagna,<br />

Sergio Sgrilli, i Turbolenti,<br />

Fabrizio Fontana.<br />

Tel. 0362/263447<br />

www.comune.seregno.mi.it<br />

a cura di Chiara Bramati<br />

MONZA<br />

NOTE DI SOLIDARIETÀ<br />

2008/2009<br />

La quinta stagione sinfonica presentata dalla<br />

Fondazione della Comunità di <strong>Monza</strong> e Brianza<br />

Onlus.<br />

Tel. 039/386500<br />

www.teatromanzonimonza.it<br />

DESIO<br />

ANTONIO TRIACCA<br />

Mostra patrocinata dall’Assessorato alla Cultura<br />

della Città di Desio che ha come titolo “Luogo<br />

del racconto”.<br />

Tel. 0362/392235<br />

MONZA<br />

IMMAGINI<br />

DELLA<br />

FANTASIA<br />

2009<br />

Mostra Internazionaledell’Illustrazione<br />

per l’Infanzia,<br />

presso la Biblioteca<br />

Civica di <strong>Monza</strong>.<br />

Tel. 039.386984<br />

biblioteche.<br />

promozione@comune.monza.mi.it<br />

TEMPO LIBERO<br />

BRUGHERIO<br />

LA TERRA DEGLI<br />

UOMINI ROSSI<br />

Ogni settimana spettacoli dedicati<br />

al cinema d’autore del Circolo<br />

Bresson.<br />

Tel. 039/870181<br />

www.sangiuseppeonline.it<br />

N.41<br />

CM 119


OROSCOPO<br />

ARIETE - 21 Marzo - 20 Aprile<br />

Finalmente avete una visone sufficientemente realistica di<br />

una situazione che finora non vi era ben chiara. Questo vi<br />

consentirà di affrontare con coraggio e determinazione i<br />

problemi che vi aspettano e che, in ogni caso, devono essere risolti. Riuscirete<br />

nel vostro intento se terrete conto dei consigli di un amico fidato<br />

che vi vuole bene e al quale sta molto a cuore la vostra serenità. Potrete<br />

anche contare sull’aspetto positivo di Sole, Mercurio e Marte che non vi<br />

abbandoneranno un solo istante per tutto il mese di febbraio.<br />

TORO - 21 Aprile - 20 Maggio<br />

Il nuovo anno è incominciato bene e le premesse per ottenere<br />

ottimi risultati in amore e negli affari ci sono tutte. È<br />

necessario però ingranare una marcia in più e dimenticare<br />

in fretta qualche spiacevole episodio che nel recente passato ha influito<br />

negativamente sul vostro umore e sul vostro equilibrio. La vita vi sorride<br />

e Giove è pronto a difendervi da coloro che finora non sono riusciti ad<br />

apprezzare la vostra bontà d’animo e la sincerità dei sentimenti che vi<br />

animano. Apritevi al mondo e non rimanete con le mani in mano.<br />

GEMELLI - 21 Maggio - 21 Giugno<br />

L’amore della vostra vita ha preso il volo e, almeno all’apparenza,<br />

non ha alcuna intenzione di ritornare sui propri passi.<br />

È giunta l’ora di tirare fuori la grinta che vi ha sempre sostenuto<br />

nei momenti difficili. Del resto l’amore è come l’ombra: più l’insegui ti<br />

sfugge, più la sfuggi t’insegue. Venere e Marte, accoppiati in questa fase,<br />

sono in grado di capovolgere la situazione e di ridarvi ciò che avete perso.<br />

Ma siete sicuri che sarebbe un bene per voi? Forse è meglio approfittare<br />

dell’occasione e cercare in altre direzioni il segreto della felicità perduta.<br />

CANCRO - 22 Giugno - 22 Luglio<br />

Con il vostro fascino potete ottenere facilmente ciò che ad<br />

altri è negato. Eppure c’è qualcosa che non vi soddisfa e<br />

che vi rende nervosi. Leggete dentro di voi e cercate di capire<br />

le vere ragioni per cui il vostro entusiasmo si è un po’ spento e non<br />

riuscite più a godere delle tante gioie che la vita continua a regalarvi. Giove<br />

e Venere vi proteggono e sono pronti ad aiutarvi a ritrovare la strada giusta<br />

per raggiungere gli obiettivi che vi siete posti. Datevi una mossa e non dormite<br />

sugli allori: molto dipenderà da voi e dalla vostra voglia di agire.<br />

LEONE - 23 Luglio - 23 Agosto<br />

Avete perso una battaglia, ma la guerra è ancora lunga e<br />

alla fine il vincitore potreste essere proprio voi. Riconsiderate<br />

le strategie messe in campo, rivedete le vostre posizioni<br />

e cominciate a combattere con forza e decisione. Marte è<br />

dalla vostra parte, Venere vi sorride e Giove è pronto a sostenervi. D’altro<br />

canto, il bottino da conquistare è troppo importante per lasciarlo ad altri.<br />

Abbiate più fiducia in voi stessi e non fidatevi troppo dei consigli di chi vi<br />

sta accanto. A volte, i veri nemici si nascondono proprio tra gli amici.<br />

VERGINE - 24 Agosto - 22 Settembre<br />

Avete gli Astri dalla vostra e potete permettervi molti lussi,<br />

sia negli affetti che nelle spese. Ma non esagerate, perchè<br />

se è facile disfarsi di un acquisto sbagliato, è difficile liberarsi<br />

di un amore ingombrante. Siate cauti nei rapporti con gli altri e non<br />

abbandonatevi a sogni dai quali potreste poi risvegliarvi con un forte mal<br />

di testa. Chi manifesta interesse nei vostri confronti pecca di leggerezza<br />

ed è abituato a considerare il partner un casuale compagno di viaggio da<br />

abbandonare al primo ostacolo. Non fatevi imbrigliare dal suo gioco.<br />

120 N.41 CM<br />

TEMPO LIBERO<br />

di Antoninus<br />

BILANCIA - 23 Settembre - 22 Ottobre<br />

L’amore e le amicizie sono in fase di lenta evoluzione, ma<br />

potete accelerare un po’ le cose, scegliendo il settore da<br />

privilegiare. Se è l’amore, offrite al partner qualche gratificazione<br />

in più. La convivenza è bella e non impegna più di tanto, ma se volete<br />

dare una svolta decisiva alla vostra vita incominciate a parlare di matrimonio,<br />

di figli e di un futuro in due destinato a durare nel tempo. Forse le vostre<br />

parole lo spaventeranno e lo spingeranno ad una fuga precipitosa, in caso<br />

contrario coronerete il vostro sogno d’amore. Perché non rischiare?<br />

SCORPIONE - 23 Ottobre - 22 Novembre<br />

La situazione che vi circonda non vi è molto chiara e anche i<br />

colleghi di lavoro evitano di affrontare i problemi e sfuggono<br />

alle vostre domande. Approfittate della presenza nel segno<br />

di Marte e Giove e agite con tempestività. Più il tempo passa e più le cose<br />

rischiano di complicarsi. Forse si creerà un po’ di imbarazzo ma alla fine le<br />

vostre ragioni prevarranno e il clima tornerà sereno. Avete tutte le carte in<br />

regola per ottenere il dovuto ma non rimandate a domani quello che potete<br />

fare oggi. Non sempre il tempo agisce a favore di chi ha più coraggio.<br />

SAGITTARIO - 23 Novembre - 21 Dicembre<br />

L’anno è appena iniziato e già voi vi lamentate perché sono<br />

poche le cose che vi soddisfano. Abbiate ancora un po’<br />

di pazienza perché alla lunga sarete voi a portare a casa i<br />

risultati migliori. In amore, dopo mesi e mesi di solitudine, finalmente sono<br />

in arrivo piacevolissime sorprese e non è detto che la vostra vita da single<br />

non si arricchisca della presenza di un partner particolare. Uscite più spesso,<br />

frequentate gli amici ed organizzate serate allegre e spiritose. Venere<br />

nel segno vi darà una mano preziosa per ottenere ciò che desiderate.<br />

CAPRICORNO - 22 Dicembre - 20 Gennaio<br />

Potete contare su Saturno, che vi rende più saggi e precisi<br />

del solito, indirizzandovi verso obiettivi realistici e costruttivi.<br />

Questo vale sia per gli affetti, che per le finanze, da amministrare<br />

facendo un salto di qualità. Un gesto di vera generosità<br />

è proprio quello che ci vuole e vi aiuterà a superare l’opposizione di<br />

Marte e Mercurio non proprio favorevoli nei vostri confronti. Concedetevi<br />

un periodo di riflessione per analizzare spregiudicatamente tutti gli aspetti<br />

dei problemi che vi assillano, la cui soluzione è ormai a portata di mano.<br />

ACQUARIO - 21 Gennaio - 19 Febbraio<br />

In amore non vi sono ostacoli, anche se in questo periodo<br />

il partner vi sembrerà più assente del solito. Conoscendo<br />

bene i suoi gusti potete dedicarvi all’acquisto di un regalo particolare: grazie<br />

all’aspetto più che favorevole di Giove e Venere, riscuoterà un successo<br />

strepitoso e gli farà tornare l’allegria e il buon umore. Questo vi consentirà<br />

di esporre senza timore i progetti che vi stanno più a cuore e che riguardano<br />

il vostro futuro di coppia. Chissà, magari è giunto il momento di mettere<br />

un sigillo d’oro alla vostra storia infinita…<br />

PESCI - 20 Febbraio - 20 Marzo<br />

Evitate di essere troppo presenti in una relazione, se l’altro<br />

non manifesta sufficiente interesse per voi. E, se tenete al<br />

rapporto, assentatevi senza dare spiegazioni: avrete subito<br />

la prova che cercate. Se così fosse, evitate di piangervi addosso e guardatevi<br />

in giro con più attenzione: il mondo è pieno di persone che potrebbero<br />

interessarsi a voi e rendervi la vita meno complicata. Potete ancora dare<br />

molto agli altri, ma dovete pretendere che gli altri facciano lo stesso nei<br />

vostri confronti. È un periodo molto fortunato per voi, approfittatene.

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