WAVE TANGRAM PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA WAVE STEELS È COMMERCIALIZZATO DA STAINLESS PRODUCTS S.R.L. VIALE DELLE INDUSTRIE, 9 - 20040 CAMBIAGO (MI) ITALY - TEL. +39 02.959.499.640 - FAX +39 02.959.499.641 WWW.WAVE-STEELS.IT MONZA young ROBERTO RIVA Con i pattini volo verso il cielo EVENTI Un inverno tutto da vivere NOKIA N97 Oggetto del desiderio LOLA il mio mondo di carta
66 N.41 CM MONZA YOUNG Lola Il fumetto prende vita Alle parole preferisce le immagini e per lei il disegno è una forma di comunicazione. Più volte premiata, tra i riconoscimenti ricevuti anche l’Oscar del Fumetto di Greta La Rocca foto Marco Brioschi Una passione per il disegno che oggi è diventata un lavoro. Una professione divertente, un gioco, che ha le caratteristiche dell’impegno e della fatica. Perché Eleonora Arroghi, in arte Lola, disegna fumetti. Lei ha 37 anni, è nata a Milano, ma ora vive a <strong>Monza</strong> con i figli Morgane e Jann, di 9 e 3 anni, i suoi primi fan. Lola, nome con il quale è famosa nel mondo del fumetto, era fino a qualche anno fa il nomignolo con il quale era chiamata soltanto in famiglia. Come è nata la passione per il fumetto? «A scuola ero una bambina molto taciturna e silenziosa, mi isolavo, comunicavo con il disegno. Ho sempre disegnato, amavo raccontare storie con le immagini ed è sempre stata una grande passione: i miei soggetti preferiti allora erano i castelli, gli animali, le principesse, le eroine». Come hai coltivato questo amore? «Finite le scuole medie, ho voluto iscrivermi alla Scuola del Fumetto di Milano, ho imparato a capire l’arte del disegno e le sue diverse sfaccettature, in modo da poterlo applicare in un contesto lavorativo. Decisi di escludere dal mio percorso scolastico il liceo artistico, perché lo ritenevo limitato, con una eccessiva impostazione teorica, mentre io prediligevo il lavoro manuale. Ho imparato tecniche, trucchi, metodi di lavoro e, proprio presso la scuola, sono arrivate i primi contatti da parte delle agenzie e degli editori». Quali sono state le tappe professionali più significative? «Ho iniziato a lavorare con Rizzoli. Disegnavo i cartoni animati, come “Denver” o il “Conte Dracula”, per “Il Corriere dei piccoli”. Lì ho imparato le tempistiche lavorative, dovevo rispettare le consegne e le scadenze redazionali, avevo poco tempo per pensare e fantasticare sui miei disegni, dovevo produrre. Iniziai con uno stage, poi rimasi lì per cinque anni. Fu per me una scuola sul campo. Ho avuto anche l’occasione di lavorare con Paolo Villaggio con il quale ho pubblicato i fumetti di Fantozzi: è stato molto divertente. Dal punto di vista comunicativo, non fu un grande successo, perché si trattava di un’ironia delicata e difficile per i bambini, tuttavia fu emozionante lavorare con un personaggio di grande fascino come lui». Hai lavorato anche nel mondo pubblicitario? «Sì, diverse agenzie mi hanno contattata per realizzare disegni per loro. Si tratta di un lavoro che non mi appaga molto e, per mia scelta, ho deciso di dedicarmi solo alla mia vera passione». Oggi lavori per la casa editrice del fumetto più famosa e importante d’Italia, Sergio Bonelli Editore, come è partita questa avventura? «Mi sono proposta e a loro è piaciuta la mia interpretazione dei personaggi. Ho iniziato nel 1996 e per quattro anni ho lavorato per un testata di fantascienza “Tex Willer”. Poi mi sono dedicata a “Brendon”, al quale lavoro tutt’ora, un genere più vicino a me con atmosfere gotiche e fantasy. In questi giorni sto realizzando le ultime dieci tavole di un progetto che uscirà nel 2009: è la storia di un virus che uccide le persone, ma, come sempre accade, l’eroe riesce a sconfiggere il male e a riportare la tranquillità. Sono una persona molto serena e positiva, amo questi racconti, perché hanno sempre il lieto fine. > MONZA YOUNG Lola all’opera nel suo studio di <strong>Monza</strong>. Sotto alcuni disegni della serie “Brendon” che sta realizzando per la Sergio Bonelli Editore N.41 CM 67