Luigi Riccoboni, Il liberale per forza / L'italiano ... - irpmf - CNRS
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26 – Valentina Gallo<br />
Prefaccio<br />
[1] Sono certamente stato sempre di contraria opinione a ciò che al presente quasi <strong>per</strong> <strong>forza</strong><br />
intraprendo. [2] Quando in Italia fui destinato alla gran sorte d’essere in Parigi all’esercizio<br />
della mia proffessione <strong>per</strong> dillettare una nazione tanto celebre, delicata e proffonda in ogni<br />
genere di scienze e di umane lettere, e che nella matteria de’ teatri particolarmente, doppo<br />
molti anni, si è lasciata addietro, così bene nel tragico che nel comico, gli antichi Greci non<br />
meno che i Latini ancora, mercè de’ famosi Corneille, Racine, Molieres e tant’altri, li quali<br />
o con eccellenti immitazioni, o con accresciute traduzioni, o con invenzioni sue proprie<br />
hanno posto il teatro francese nella più grande riputazione ch’egli già mai fosse altronde;<br />
quando, dico, fui destinato a così grande onore, mi lusingai di poter nella Francia far vedere<br />
una italiana comedia assai diversa dalla passata; mancante, egli è vero, nella qualità degli<br />
attori, mentre io non guidavo a Parigi alcuno fra noi che potesse uguagliarsi a’ passati comici<br />
italiani; ma su<strong>per</strong>iore nella qualità della comedia, già che l’usata dalli passati non era che una<br />
non sregolata unione di scene ridicole, che non tenevano in sé alcun fi ne, e si guidavano<br />
senza alcuna intenzione, e poteva vedersi in lei chiaramente espresso quel mostro che così<br />
bene Orazio nel principio della sua Poetica ci dipinge.<br />
[3] Prima di aprire il teatro mi trovai ingannato dalla mia opinione: tutti aspettavano da’ comici<br />
italiani quella sorta di comedia che io tanto biasimavo e tutto il mondo letterato disaprova,<br />
dicendomi ogn’uno che solo uno sregolato riso si attendeva da noi, non avvezzi altrimenti<br />
dal’italiano teatro, e che non occorreva che pensassi a comedie di buon gusto già che non<br />
poteva soffrirle la maniera de’ comici italiani, non atta <strong>per</strong> se stessa alla rapresentazione della<br />
buona e vera comedia. [4] Oppresso da questa generale prevenzione che distruggeva tutta<br />
la massima da me conceputa, mi convenne obbedire al gran fi ne che dovevo preffi ggermi,<br />
e cercar di piacere; e <strong>per</strong>ò fui necessitato a mettere sul teatro le comedie più sregolate, ma<br />
<strong>per</strong>ò di buon costume, al meglio che ho potuto; egli è ben vero che non ho voluto veder<br />
<strong>per</strong>duta <strong>per</strong> sempre la riputazione dell’italiana comedia, e doppo le prime recite ho fatto<br />
assaggiare a questo publico due comedie di mio lavoro, che furono La fi glia creduta maschio e<br />
La moglie gelosa. [5] La prima cavata dal Sechi; la seconda tutta di mia idea. [6] Ebbero queste<br />
un tale fortunato successo che me ne trovai bene contento, a segno che incoragito mi aplicai<br />
<strong>per</strong> far nove comedie, e nel corso di tre mesi mi riuscì di dare al publico: l’Italiano maritato a<br />
Parigi, Arlichino cortigiano, e Lelio ed Arlichino rapitori sfortunati. [7] A queste comedie, <strong>per</strong> buona<br />
sorte, non mi sono sentito opporre quasi che la sola universale lamentazione di non essere<br />
abbastanza intesa la lingua italiana <strong>per</strong> poterne gustare l’intrico ed il discorso, ed il publico<br />
medesimo, d’ogni parte bersagliandomi, ha pensato lui stesso come aggevolare ad ogn’uno<br />
l’inteliggenza ed a me il vantaggio col propormi la stampa de’ soggetti del mio teatro nelle<br />
due lingue italiana e francese: fatica che può servire non solo al’inteliggenza della comedia,<br />
ma ben anco alla pratica della lingua italiana. Eccomi dunque obbediente a seguitare il<br />
comun pensiero cominciando con questo primo tomo del nostro italiano teatro a dare un<br />
saggio della mia rassegnazione.<br />
© IRPMF, 2008 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano