Approccio diagnostico e terapeutico alla degenerazione maculare ...
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I T A L I A N J O U R N A L O F P U B L I C H E A L T H<br />
peggioramento della <strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong> [5].<br />
Figura 3. Test di Amsler.<br />
Fluorangiografia<br />
La fluorangiografia è, insieme all’OCT, l’esame<br />
<strong>diagnostico</strong> fondamentale nella <strong>degenerazione</strong><br />
<strong>maculare</strong> legata all’età. La fluorangiografia viene<br />
effettuata iniettando una sostanza fluorescente <strong>alla</strong><br />
luce blu (fluoresceina) capace di impregnare la<br />
membrana neovascolare e, quindi, di evidenziare<br />
aree di neovascolarizzazione che possono essere<br />
chiaramente localizzabili (neovascolarizzazione<br />
classica), oppure mal definite e solo sospettabili<br />
(neovascolarizzazione occulta) [1]. Le lesioni<br />
possono essere classificate in base <strong>alla</strong> loro<br />
localizzazione in extrafoveali (distanza d<strong>alla</strong> fovea<br />
maggiore di 200 µm), in iuxtafoveali (distanza<br />
inferiore ai 200 µm) e in subfoveali quando<br />
coinvolgono la fovea [6]. Secondo la classificazione<br />
di Gass, le lesioni sono distinte in tipo I e II a seconda<br />
che la crescita vascolare avvenga al di sotto o al di<br />
sopra dell’epitelio pigmentato retinico [7]. In<br />
fluorangiografia le lesioni di tipo 1 sono definite<br />
come occulte e le lesioni di tipo 2 classiche; le lesioni<br />
classiche subfoveali sono state ulteriormente<br />
suddivise in classiche, prevalentemente classiche e<br />
minimamente classiche qualora la componente<br />
classica sia pari al 100%, interessi più del 50%<br />
dell’intera lesione o meno del 50% rispettivamente<br />
[6].<br />
In presenza di neovascolarizzazione occulta si può<br />
anche eseguire un esame angiografico con colorante<br />
fluorescente all’infrarosso (verde di indocianina) in<br />
grado di evidenziare circa il 60-70% dei neovasi<br />
occulti [1]. L'angiografia con verde di indocianina<br />
(ICGA), introdotta nel 1992, può anche facilitare il<br />
riconoscimento di manifestazioni particolari del<br />
processo neovascolare nell'ambito della<br />
<strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong>, quali la vasculopatia<br />
coroideale polipoide e la proliferazione angiomatosa<br />
retinica [1].<br />
Nell’ambito dello studio del treatment outcome, la<br />
fluorangiografia consente, insieme all’OCT, di<br />
JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009<br />
caratterizzare le lesioni e di valutare la loro<br />
progressione.<br />
OCT (Optical Coherence Tomography)<br />
La tomografia a coerenza ottica, o OCT (Optical<br />
Coherence Tomography), è una tecnica di imaging<br />
non invasiva che fornisce immagini ad alta<br />
risoluzione di sezioni della retina umana [8]. La<br />
tecnica sfrutta una misurazione ottica, chiamata<br />
interferometria a bassa coerenza, il cui principio di<br />
funzionamento è simile a quello dell'ecografia,<br />
differenziandosene per il fatto di sfruttare la<br />
riflessione di onde luminose da parte delle diverse<br />
strutture oculari piuttosto che la riflessione delle<br />
onde acustiche. Tale tecnica consente la<br />
misurazione di strutture a distanze dell'ordine di 10<br />
µm, contro i 100-150 degli ultrasuoni [8]. Con<br />
l'OCT si proietta sulla retina un fascio di lunghezza<br />
d'onda di 820 nm, generato da un diodo<br />
superluminescente, e si confrontano i tempi di<br />
propagazione dell'eco della luce riflessa d<strong>alla</strong> retina<br />
con quelli relativi allo stesso fascio di luce riflesso<br />
da uno specchio di riferimento posto a distanza<br />
nota. L'interferometro OCT rileva elettronicamente,<br />
raccoglie, elabora e memorizza gli schemi di ritardo<br />
dell'eco provenienti d<strong>alla</strong> retina; i tomogrammi<br />
vengono quindi visualizzati in tempo reale<br />
utilizzando una scala in falsi colori che rappresenta<br />
il grado di reflettività dei tessuti posti a diversa<br />
profondità (colori scuri (blu e nero): zone a minima<br />
reflettività ottica; colori chiari (rosso e bianco):<br />
zone molto riflettenti) e memorizzati per la<br />
successiva elaborazione [8].<br />
L'OCT è quindi un esame semplice, rapido, non<br />
invasivo e altamente riproducibile.<br />
Dal punto di vista qualitativo, su ogni scansione si<br />
può effettuare un'analisi della morfologia e del<br />
grado di reflettività degli strati retinici. Per quanto<br />
riguarda la valutazione quantitativa, lo strumento<br />
permette di misurare lo spessore della retina.<br />
Nell'AMD essudativa l'OCT può essere associato<br />
agli esami angiografici per avere ulteriori<br />
informazioni sulle caratteristiche strutturali della<br />
membrana neovascolare, sulla sua localizzazione e<br />
sulla presenza di attività essudativa [6]. L'OCT fa<br />
rilevare eventuali distacchi dell’epitelio<br />
pigmentato, associati <strong>alla</strong> neovascolarizzazione, ed<br />
è particolarmente utile nel follow-up dopo terapia,<br />
per confermare o no l'attività essudativa di una<br />
lesione, quando la fluorangiografia lascia dubbi, e<br />
per porre quindi le indicazioni a un ritrattamento<br />
[8].<br />
Nell’ambito dello studio del treatment outcome,<br />
l’OCT consente, insieme <strong>alla</strong> fluorangiografia, di<br />
caratterizzare le lesioni e di valutare la loro<br />
progressione.<br />
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