Approccio diagnostico e terapeutico alla degenerazione maculare ...
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fotocoagulazione laser e a 4 anni di follow up, il<br />
22% degli occhi trattati rispetto al 47% degli occhi<br />
non trattati avevano perso 6 o più linee di acuità<br />
visiva [15]. Attualmente questo tipo di trattamento<br />
è, comunque, scarsamente impiegato, in virtù del<br />
fatto che la maggior parte delle lesioni<br />
neovascolari dell’AMD sono subfoveali.<br />
Terapia fotodinamica con verteporfina (PDT-V)<br />
La terapia fotodinamica con verteporfina (PDT-<br />
V) ha rappresentato un grosso passo avanti nel<br />
trattamento dei processi neovascolari sottoretinici<br />
maculari ed è una tecnica minimamente invasiva<br />
che viene eseguita in ambito ambulatoriale.<br />
Questa terapia, introdotta <strong>alla</strong> fine degli anni '90,<br />
ha ampliato notevolmente le possibilità di cura<br />
per pazienti non altrimenti trattabili con il laser<br />
convenzionale ed è ancora oggi indicata in alcuni<br />
casi di <strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong> di tipo<br />
neovascolare [16].<br />
Essa viene eseguita con raggi laser di lunghezza<br />
d’onda e potenza ridotte (lunghezza d’onda di 689<br />
± 3nm), senza applicazione di calore, dopo aver<br />
provveduto all’iniezione endovena di una<br />
sostanza colorante e fotosensibilizzante, la<br />
verteporfina (Visudyne®) <strong>alla</strong> dose di 6 mg/m 2 di<br />
superficie corporea [12]. Una caratteristica<br />
importante della verteporfina è la sua selettività<br />
per i neovasi della coroide che gli consente di<br />
agire sulla lesione neovascolare senza danneggiare<br />
la neuroretina sovrastante [16]. In seguito<br />
all'infusione endovenosa, la sostanza si accumula,<br />
infatti, selettivamente a livello delle cellule<br />
endoteliali dei neovasi grazie <strong>alla</strong> sua liposolubilità<br />
e viene successivamente attivata dal laser a diodi<br />
[14]. Una volta attivata, la sostanza determina un<br />
danno ossidativo alle cellule endoteliali con<br />
conseguente attivazione della trombosi e<br />
occlusione vascolare. Nella maggior parte dei casi,<br />
tuttavia, l’occlusione è transitoria, per cui è<br />
indispensabile ripetere la PDT-V ogni 3 mesi circa<br />
[12]. Il trattamento PDT-V, somministrato ogni 3<br />
mesi, si è dimostrato sicuro ed efficace nei<br />
seguenti studi: Treatment of Age-Related Macular<br />
Degeneration with Photodynamic Therapy (TAP)<br />
Investigation [17], Verteporfin in Photodynamic<br />
Therapy (VIP) Trials [18] e Visudyne in Minimally<br />
Classic (VIM) AMD Trial [19].<br />
Il TAP è uno studio multicentrico, condotto in<br />
22 centri europei e americani, che ha arruolato<br />
complessivamente 609 persone con CNV<br />
subfoveale prevalentemente e minimamente<br />
classica e occulta, randomizzate a ricevere la PDT-<br />
V rispetto al placebo in rapporto 2:1. Lo studio ha<br />
dimostrato che il 53% dei soggetti trattati, rispetto<br />
al 38% dei non trattati, aveva perso meno di 15<br />
JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009<br />
I T A L I A N J O U R N A L O F P U B L I C H E A L T H<br />
lettere a 2 anni. Nei soggetti con lesioni<br />
prevalentemente classiche, rispettivamente il 59%<br />
e il 31% dei pazienti aveva perso meno di 15<br />
lettere [17].<br />
Il trial VIP si è occupato dei pazienti con CNV<br />
occulta senza componente classica. I risultati a<br />
due anni hanno dimostrato che il 54% dei pazienti<br />
trattati, in confronto al 67% del gruppo placebo,<br />
aveva subito una diminuzione dell’acuità visiva<br />
uguale o superiore alle 15 lettere [18].<br />
Nel trial VIM [19] sono stati inclusi pazienti con<br />
CNV minimamente classica che sono stati<br />
assegnati casualmente a tre gruppi (PDT-V con<br />
fluenza standard, PDT-V con fluenza ridotta e<br />
placebo). A due anni la proporzione di pazienti<br />
che aveva perso almeno 15 lettere è risultata pari<br />
al 26%, tra coloro trattati con PDT-V a fluenza<br />
ridotta, al 53%, tra coloro trattati con fluenza<br />
standard, e al 62%, tra i controlli.<br />
La verteporfina è l’unico farmaco approvato nel<br />
2000 d<strong>alla</strong> Food and Drug Administration (FDA) e<br />
d<strong>alla</strong> Agenzia Europea di Valutazione dei<br />
Medicinali (EMEA) per la terapia fotodinamica<br />
oculare, ed è stata la prima molecola approvata<br />
per il trattamento della CNV subfoveale<br />
secondaria ad AMD. In Europa il trattamento PDT-<br />
V è approvato per la terapia delle lesioni<br />
subfoveali prevalentemente classiche [12].<br />
Inibitori del Vascular Endothelial Growth Factor<br />
(VEGF)<br />
Il processo dell'angiogenesi è regolato da un<br />
complesso insieme di fattori angiogenici e<br />
antiangiogenici. L'ipossia e determinate<br />
condizioni infiammatorie possono liberare fattori<br />
angiogenici quali il VEGF, molecola di cui esistono<br />
quattro isoforme in grado di legare tre diversi<br />
recettori che sono stati ritrovati ad alte<br />
concentrazioni sulle cellule endoteliali oculari. A<br />
livello retinico le cellule in grado di liberare il<br />
VEGF sono quelle che formano la parete dei<br />
capillari (CE, periciti, e cellule muscolari lisce);<br />
l’azione del VEGF si esplica poi sia a livello<br />
retinico sia a livello irideo, previa diffusione verso<br />
il segmento anteriore.<br />
La terapia antiangiogenica dovrebbe mirare a<br />
eliminare lo stimolo che causa la liberazione dei<br />
fattori angiogenici. Un primo approccio<br />
farmacologico è volto al blocco dei fattori<br />
angiogenici come accade con i farmaci anti-VEGF,<br />
che bloccano appunto l’azione del VEGF; un<br />
secondo approccio può essere rappresentato<br />
dall'inibizione della proliferazione delle cellule<br />
endoteliali, raggiungibile con l'inibizione o delle<br />
proteine di adesione delle cellule endoteliali, le<br />
integrine, o di quelle della matrice extracellulare<br />
C A P I T O L O 2 S 1 5