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CULTURA<br />
24<br />
NECESSITÀ DEI<br />
LIMITI<br />
(<strong>di</strong> O<strong>di</strong>no Marmiroli)<br />
Rare per fortuna sono le <strong>di</strong>sgrazie capitate durante le<br />
escursioni estive, ma con l'inizio della stagione<br />
invernale si ripresenterà purtroppo il problema della<br />
“Montagna Assassina”. I me<strong>di</strong>a si impadroniscono<br />
degli incidenti, specie <strong>di</strong> quelli più spettacolari, e non<br />
risparmiano invettive contro la montagna, come se<br />
questa avesse qualche responsabilità in ciò che<br />
accade e sminuiscono l'imprudenza, la temerarietà<br />
degli uomini che non valutano adeguatamente i rischi<br />
che corrono, per imperizia, impreparazione o per<br />
eccessiva fiducia nei propri mezzi.<br />
Di recente alcune amministrazioni, per evitare il<br />
verificarsi <strong>di</strong> incidenti gravi, hanno creduto opportuno<br />
emanare <strong>di</strong>sposizioni che limitano fortemente la libertà<br />
<strong>di</strong> movimento degli alpinisti. Il <strong>CAI</strong> ha valutato<br />
negativamente questi provve<strong>di</strong>menti e ha fatto<br />
conoscere il proprio <strong>di</strong>ssenso anche sulla stampa<br />
dell'Associazione. Il Presidente Generale Salsa (ora<br />
past-president) e il Presidente della scuola <strong>di</strong><br />
Alpinismo, Sci-alpinismo e Arrampicata libera sono<br />
intervenuti su “Lo Scarpone” e su “La Rivista”.<br />
L'argomento è stato ripreso più volte, anche in un<br />
recente convegno, su cui riferisce “Lo Scarpone” <strong>di</strong><br />
giugno <strong>2010</strong>.<br />
Mi sia consentito esprimere un'opinione <strong>di</strong>scordante.<br />
Col Presidente Salsa, <strong>di</strong> cui ho apprezzato moltissimo<br />
il lavoro svolto nei suoi due mandati, sono sempre<br />
stato d'accordo, ma in questo caso trovo sorprendente<br />
la sostanziale svalutazione che vien fatta della vita<br />
degli uomini che rimangono vittime incolpevoli<br />
dell'imprudenza degli altri. Ci può essere un eccesso<br />
nelle misure degli amministratori me c'è un eccesso<br />
anche nella <strong>di</strong>fesa ad oltranza della libertà <strong>di</strong><br />
movimento sulle cime innevate delle montagne. A mio<br />
parere, questo dovrebbe essere chiaro: ciascuno deve<br />
essere libero <strong>di</strong> rischiare la propria pelle, se crede, ma<br />
in nessun modo può essergli consentito <strong>di</strong> mettere in<br />
pericolo la vita degli altri.<br />
FERRARI MOTORS s.r.l.<br />
CONCESSIONARIA PEUGEOT<br />
LALLA ROMANO UNA SCRITTRICE CHE AMAVA LE MONTAGNE<br />
Ci sono scrittori <strong>di</strong> montagna che ci hanno raccontato suggerito che raccontato. La Romano era anche pittrice. si vede e si vive con una levità <strong>di</strong> sguardo e <strong>di</strong> notazione<br />
delle loro escursioni, <strong>di</strong> imprese alpinistiche, <strong>di</strong> Pittrice prima <strong>di</strong> essere scrittrice. Delle sue opere furono che io definisco: giapponese”. E continua: “È un libro<br />
avventure in paesi lontani (Messner, M. Corona, Rigoni allestite alcune mostre e la Romano scrisse finissimi raro anche per il tema, la montagna, non solo come<br />
Stern). Ci sono scrittori che hanno scritto anche <strong>di</strong> saggi sulla pittura. Ecco un esempio <strong>di</strong> scrittura paesaggio ma soprattutto (per come spiega) il posto<br />
montagna, pur avendo conseguito notorietà con opere “pittorica”: dal racconto “Kurtz” la descrizione <strong>di</strong> un'alba: della montagna nella società italiana”.<br />
<strong>di</strong> carattere ben <strong>di</strong>verso (Buzzati, M. Mila, ecc.).Tra<br />
questi ultimi, fino a poco tempo fa, non sapevo vi fosse<br />
una scrittrice <strong>di</strong> grande valore che ebbe un premio<br />
“Strega” per il romanzo “Le parole tra noi leggere” e che<br />
tra l'altro è l'autrice <strong>di</strong> un racconto perfetto come “Maria”.<br />
Lalla Romano, nata a Demonte nel cuneese,<br />
trascorreva abitualmente il mese <strong>di</strong> luglio in<br />
Valtournanche, esattamente a Pralève-Cheneil sotto la<br />
grande parete del Tournalin. I racconti scritti dagli anni 30<br />
nascono dalle impressioni riportate durante i soggiorni in<br />
quei luoghi. Paesaggi, personaggi, vicende che non<br />
hanno niente <strong>di</strong> romanzesco o <strong>di</strong> sentimentale. Una<br />
realtà osservata con attenzione, con lo sguardo acuto <strong>di</strong><br />
chi sa vedere l'essenziale, che coglie il momento<br />
segreto, nascosto nell'animo delle persone, la magia<br />
che emana dalle cose, siano esse rocce, alberi,<br />
nuvole.Un tramonto rosa <strong>di</strong>etro le cime frastagliate del<br />
Chenu, un cielo azzurro che si confonde con la <strong>di</strong>stesa<br />
del ghiacciaio, il gesto <strong>di</strong> un boscaiolo al lavoro,<br />
l'emozione <strong>di</strong> una escursione alpinistica, uno sguardo<br />
<strong>di</strong>etro il quale si intuisce il dramma <strong>di</strong> una vita. Tutto è<br />
descritto con esattezza, precisione, essenzialità. Più<br />
“Di colpo le pareti, le nevi, il cielo, tutto si sbiancò…<br />
Poi su una punta esilissima della Grande Parete, un<br />
po' uncinata come il dente <strong>di</strong> un'alabarda, una<br />
macchia leggera <strong>di</strong> sangua chiaro, e quasi nello<br />
stesso tempo una uguale nello spigolo rigido,<br />
verticale del Chenu; poi qua e là, e infine laggiù, sui<br />
gran<strong>di</strong> ghiacciai aperti sotto il cielo, il vermiglio si<br />
posa come se tingesse… Le ombre sono <strong>di</strong> un viola<br />
intenso, il rosa <strong>di</strong>venta arancio, i rari squilli <strong>di</strong> luce<br />
ora sono una fanfara.”<br />
Di Lalla Romano scrittrice <strong>di</strong> montagna scrissero con<br />
ammirazione Primo Levi, Pietro Citati, Cesare Segre,<br />
Italo Calvino. Primo Levi scrisse: “Tutti i suoi incontri<br />
umani sono magici. Non c'è mai traccia <strong>di</strong> antipatia o<br />
anche <strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>zio, ma una <strong>di</strong>stanza che trasfigura”.<br />
Citati in una lettera alla scrittrice parla <strong>di</strong> “La<br />
villeggiante” come <strong>di</strong> un racconto “delicatissimo e<br />
intensissimo”. “L'autrice - <strong>di</strong>ce - lascia sulla carta tanti<br />
piccolissimi tocchi <strong>di</strong> una sapienza miracolosa”. Italo<br />
Calvino nel 1975 parla <strong>di</strong> quest'opera della Romano<br />
come <strong>di</strong> “un libro raro per il modo in cui registra ciò che<br />
Evidentemente il rapporto tra montagna e società oggi è<br />
ben <strong>di</strong>verso da quello descritto da Lalla Romano e da<br />
come appariva nel 1975, anno della lettera <strong>di</strong> Calvino.<br />
Ma la Romano aveva già colto con chiarezza la<br />
trasformazione che il mondo della montagna stava<br />
subendo, che allora aveva investito il fondo valle e che<br />
poi interessò anche i luoghi più isolati e appartati, spesso<br />
purtroppo intaccandone la bellezza e il magico fascino.<br />
Il libro della Romano fu ristampato con l'aggiunta <strong>di</strong><br />
alcuni racconti nel 2001 da Mondadori negli Oscar col<br />
titolo “La villeggiante e altri racconti” e la scrittrice vi<br />
appose una introduzione, che fu uno dei suoi ultimi<br />
scritti. Non possono non commuovere le sue ultime<br />
parole: “Sono contenta che questo mio libro venga<br />
riproposto, dopo tanti anni dalla sua prima<br />
pubblicazione, proprio ora mentre le forze mi<br />
abbandonano… È venuta a mancare la capacità <strong>di</strong><br />
scrutare - almeno quella fisica - che tanto aveva colpito<br />
il mio amico Calvino. E della montagna non mi resta<br />
che il ricordo, la nostalgia”.<br />
(O<strong>di</strong>no Marmiroli)