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2010/autunno - CAI Sezione di Mantova

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CULTURA<br />

26<br />

MUSICA E CANTO POPOLARE. TERZA PARTE<br />

Tra i canti popolari, particolarmente nutrita è la sezione per il pericolo <strong>di</strong> trasmettere malattie, salvo ricorrere<br />

i quelli ispirati alla (o dalla) guerra. Si tratta <strong>di</strong> canti alla bollitura, vietata da Bonifacio VIII nel 1310. Lo Mandè la testa a la mia mama<br />

abbozzati, per lo più, durante le veglie in trincea su scheletro e gli organi “vitali” erano recuperati e messi in Ch'a s'aricorda d' so prim fiöl.<br />

semplici melo<strong>di</strong>e, spesso ricordo <strong>di</strong> altri canti della una cassa, con i “vasi canopi” contenenti il cuore e altri Mandè 'l corìn a Margarita<br />

propria terra e cresciuti, strofa dopo strofa, fino al loro organi.<br />

Ch'a s'aricorda dël so amur”.<br />

completamento col contributo <strong>di</strong> chissà quanti alpini, Da qui la <strong>di</strong>visione del corpo nei quattro pezzi citati dal La Margarita in sü la porta<br />

fanti, artiglieri fino al termine della guerra. Sono canti testo originale, la testa per la madre, il tronco per “La L'è cascà 'n terra <strong>di</strong> dolur<br />

tristi, nostalgici, percorsi tuttavia da un tenue filo <strong>di</strong> Franza” (nome che non in<strong>di</strong>ca la Francia ma il<br />

speranza e soprattutto “contro” la guerra. Saluzzese), il cuore per la fidanzata Margherita, il E la traduzione<br />

Uno dei più noti è senz'altro “Il testamento del bacino al Monferrato, su cui avrebbe dovuto regnare<br />

capitano”. con la sua Margherita.<br />

Il Signor Marchese <strong>di</strong> Saluzzo<br />

La mattina del 26 gennaio 1943 a Nikitowka il capitano Riunendo i feu<strong>di</strong> del Saluzzese e del Monferrato È gravemente ferito che morirà,<br />

cuneese Giuseppe Gran<strong>di</strong> fu gravemente ferito avrebbe, tra l'altro, causato un grande <strong>di</strong>spiacere ai manda a chiamare il Capitano<br />

all'addome durante un combattimento con i russi. Savoia che ambivano ad accrescere i loro manda a chiamare i suoi soldati:<br />

Adagiato su una slitta e attorniato dai pochi alpini posse<strong>di</strong>menti e non gra<strong>di</strong>vano un altro potente vicino.<br />

superstiti della sua compagnia, la 46ª del battaglione Cosa successe non si sa ma è probabile che il “Quando finiranno il turno <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a,<br />

Tirano, il capitano morente chiese ai suoi soldati <strong>di</strong> Marchese fosse stato sepolto nella cripta <strong>di</strong> qualche se andrebbero a fargli visita”.<br />

intonare le strofe del “Testamento”, la versione chiesa della zona e riesumato l'anno dopo, com'era I suoi soldati gli hanno risposto<br />

adattata dagli alpini nella Grande guerra dall'Adamello abitu<strong>di</strong>ne a Napoli. È certo che, nel 1529, i “Franzesi” Che devono passare in rivista.<br />

al monte Nevoso.<br />

Ma per risalire alle origini <strong>di</strong> questo canto dobbiamo<br />

tornare all'anno1528, all'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Napoli, finito con la<br />

vittoria <strong>di</strong> Carlo V e la definitiva <strong>di</strong>sfatta <strong>di</strong> Francesco I° <strong>di</strong><br />

Valois, con conseguente egemonia spagnola su tutta la<br />

deposero la salma nella Basilica dell'Ara Coeli, (dove<br />

ancora si trova) a Roma e poi proseguirono, con i vasi<br />

“canopi” e la testa, ben celati, verso Saluzzo.<br />

Intorno alla metà dell'800 il grande politico e filologo<br />

Costantino Nigra raccolse quattro versioni <strong>di</strong> questa<br />

Quando avranno passato la rivista,<br />

andranno a vedere il signor Capitano.<br />

“Cosa comanda, il signor Marchese,<br />

cosa comanda ai suoi soldati?”<br />

Penisola. In questo contesto avvenne la morte <strong>di</strong> Antonio<br />

(Michelantonio) Del Vasto Marchese <strong>di</strong> Saluzzo e<br />

promesso sposo <strong>di</strong> Margherita Paleologo del<br />

Monferrato.<br />

La peste procurò numerosi morti su entrambi i fronti, e<br />

ballata, ma ne esistevano certamente anche altre nel<br />

cuneese e nel saluzzese.<br />

Ecco la più nota che tuttavia potrebbe risentire <strong>di</strong><br />

qualche “aggiustamento” gra<strong>di</strong>to alla casa regnante.<br />

Come già detto Antonio <strong>di</strong> Saluzzo fu un personaggio<br />

“Vi comando che del mio corpo<br />

quattro parti ne dovete fare.<br />

Una parte mandatela an Franza (Saluzzo)<br />

ed una parte su al Monferrato.<br />

il 15 agosto morì anche il generale Lautrec. Il comando<br />

passò al Marchese <strong>di</strong> Saluzzo, che tolse l'asse<strong>di</strong>o<br />

ritirandosi con le poche truppe efficienti, ma fu bloccato<br />

in Aversa e asse<strong>di</strong>ato dagli spagnoli.<br />

Dopo qualche settimana, il Marchese fu ferito ad una<br />

gamba da una scheggia <strong>di</strong> un muro colpito da una palla<br />

<strong>di</strong> cannone e quin<strong>di</strong> costretto alla resa e fatto<br />

scomodo per i Savoia che avrebbero volentieri<br />

cancellato dalla storia e il gioco sarebbe anche riuscito<br />

se non fosse stato per un canto:<br />

Testamento del Marchese <strong>di</strong> Saluzzo<br />

Sur Capitani <strong>di</strong> Salüsse<br />

Mandate la testa alla mia mamma<br />

perché ricor<strong>di</strong> il suo primogenito.<br />

Mandate il cuore a Margherita<br />

ché si ricor<strong>di</strong> del suo perduto amore”.<br />

La Margherita, sulla porta,<br />

cade a terra, svenuta per il dolore.<br />

prigioniero. ne causarono in breve la morte. Prossimo<br />

alla morte, più per le scarse con<strong>di</strong>zioni igieniche che<br />

per la ferita, volle attorno a sé i suoi soldati ai quali<br />

consegnò le monete d'oro per il loro riscatto. A queste<br />

sue ultime volontà aggiunse la richiesta che il suo<br />

corpo fosse sepolto nella basilica <strong>di</strong> Santa Maria in<br />

Aracoeli a Roma, ma che il suo cuore fosse portato<br />

nella terra dov'era nato, in Piemonte. Nell'attesa del<br />

rimpatrio le sue truppe si accamparono a nord dei<br />

quartieri delle truppe spagnole (i quartieri spagnoli) e<br />

da lì ogni giorno sentivano i canti delle conta<strong>di</strong>ne e<br />

delle lavandaie. La ballata originaria nacque da una <strong>di</strong><br />

queste basi melo<strong>di</strong>che, mo<strong>di</strong>ficandone solo il testo, poi<br />

ampliato nei bivacchi sulla via del ritorno e finito dopo<br />

l'arrivo nel Monferrato.<br />

L'idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre il corpo, poi, non è una fantasia <strong>di</strong><br />

L'à tanta mal ch'n'a mürirà,<br />

Manda ciamè sur capitani,<br />

Manda ciamè li so soldà:<br />

“Quand ch'a l'avran muntà la guàr<strong>di</strong>a<br />

O ch'a l'andéisso ün po' a vedè.”<br />

I so soldà j'àn fàit risposta<br />

Ch'a l'àn l'arvista da passè.<br />

Quand ch'a l'avran passà l'arvista,<br />

sur capitani andrio vedè.<br />

“Coza comand-lo, capitani,<br />

Coza comand-lo ai so soldà?”<br />

“V'aricomand la vita mia<br />

Che <strong>di</strong> quat part na débie fa.<br />

Esistono molte altre versioni del canto, così abbiamo<br />

una versione umbra: «Capitano de Fiorenza<br />

s'amalado e sta per morì...», e anche veneta: «Il<br />

Capitano della marina è ammalato che vuol morì...»;<br />

nel Monferrato si ha un «Sur Capitanhe du Milizie...»,<br />

mentre a Pontelagoscuro l'inizio è «Sior Capitani che<br />

beve l'acqua». Roberto Ley<strong>di</strong>, in un suo trattato,<br />

riporta anche una versione raccolta dalle nostre parti<br />

ed è curioso come tutto ciò ci porti inevitabilmente a<br />

<strong>Mantova</strong>.<br />

Nel 1531 Margherita Paleologo, per volere <strong>di</strong> Carlo V,<br />

sposò il Duca Vincenzo Gonzaga, che <strong>di</strong>venne così<br />

anche Marchese del Monferrato, feudo che ai<br />

Gonzaga restò fino al 1713, per finire, finalmente, ai<br />

Savoia.<br />

soldati, ma ha un fondamento storico.<br />

All'epoca era <strong>di</strong>fficile trasportare un cadavere, anche<br />

L'è d'üna part mandè-la an Franza<br />

e d'üna part sül Munferà.<br />

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