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sotto i due figli a donna - Una città

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noi”. Con tutto questo, lei arriva all’azienda alle<br />

sette e trentotto. Ebbene, per questi otto minuti<br />

gliene hanno fatte di tutti i colori. Hanno<br />

minacciato di licenziarla, e ci hanno anche provato.<br />

Il sindacato non è riuscito a darle il sostegno<br />

di cui aveva bisogno, si è infine rivolta alla<br />

Consigliera di parità. Ma ha passato <strong>due</strong> anni<br />

d’inferno, per via dei processi, passando anche<br />

per cure psichiatriche. Alla fine ha “vinto”, nel<br />

senso che le hanno dato un part time dalle otto<br />

alle tredici. Il fatto è che lei in realtà non voleva<br />

il part time, perché aveva bisogno di un<br />

tempo pieno.<br />

Allora, qual è la giustificazione del direttore<br />

del personale in questi casi? “Se lo do a te poi<br />

lo devo dare a tutte”. E’ questo il grande alibi.<br />

Devo dire che di fronte a queste storie, io mi<br />

sono molto interrogata: sono vent’anni che parliamo<br />

di conciliazione, di orari flessibili, di<br />

part time, eccetera, possibile che le aziende siano<br />

così impermeabili?<br />

Negli altri paesi si è lavorato su una flessibilità<br />

che fosse favorevole anche ai lavoratori, oltre<br />

che alle aziende. La Francia ha sperimentato le<br />

35 ore, ma anche la Germania e altri paesi han-<br />

Bologna<br />

no adottato formule di flexi time sull’entrata e<br />

sull’uscita, concedendo un gioco di mezz’ora,<br />

un’ora, rendendo più elastici i part time o i permessi.<br />

Tutte iniziative che non sconvolgono<br />

l’azienda, e che invece attutiscono il potenziale<br />

attrito tra le esigenze delle lavoratrici e quelle<br />

della ditta.<br />

l’argomento principe dei datori<br />

di lavoro ma anche del sindacato:<br />

“Se lo do a te lo devo dare<br />

a tutti”. Ma chi l’ha detto?<br />

Ecco, in Italia è come se noi tutto questo non lo<br />

avessimo mai davvero recepito.<br />

Abbiamo una percezione del part time ancora<br />

ideologica, residuale. I sindacati, ma anche il<br />

movimento delle donne fino a un certo punto,<br />

hanno sempre visto il lavoro a metà tempo come<br />

marginalizzante, perché ti dà poco, poco<br />

stipendio e poca pensione. Tutto vero, ma piuttosto<br />

che andarsene dal mercato del lavoro…<br />

Negli altri paesi europei ci sono dei part time,<br />

dei job sharing anche a livelli alti. Si è sempre<br />

accampata la scusa che il part time costa troppo,<br />

ma dopo la legge Biagi non costa così tan-<br />

to, non costa di più, costa in senso organizzativo<br />

e amministrativo, certo, ma non sono ostacoli<br />

insormontabili.<br />

Purtroppo anche su questo noi siamo arretrati:<br />

abbiamo un’organizzazione del lavoro inerziale,<br />

mi verrebbe da dire medievale. Siamo ancora<br />

legati al lavoro fordista: cinque giorni, otto<br />

ore per tutta la vita, per chi sta dentro. E per<br />

chi sta fuori -visto che questo modello si sta<br />

sfaldando <strong>sotto</strong> i nostri occhi- l’estremo precariato.<br />

L’ostilità delle aziende è anche <strong>figli</strong>a di questa<br />

rigidità. Per dare un’idea, la Germania adotta<br />

una forma di flexi time non solo sulla giornata,<br />

ma anche sull’arco della vita lavorativa. Per<br />

esempio tu puoi lavorare di più per un certo<br />

numero di anni e poi gli ultimi cinque anni ridurre.<br />

Sono tutte idee su cui si potrebbe ragionare,<br />

invece registriamo proprio uno scarso recepimento<br />

del problema del tempo. E poi c’è<br />

ancora una mentalità vecchia, per cui i <strong>figli</strong> sono<br />

affare delle donne, e se una <strong>donna</strong> rimane<br />

incinta non la stia tanto a menare, se proprio<br />

vuole lavorare si arrangi con i nonni, con l’asilo<br />

nido, non è una questione dell’azienda.<br />

Infine bisognerebbe scandagliare anche il senso<br />

di questo continuamente sbandierato principio<br />

dei diritti universali, che è l’argomento<br />

principe non solo dei datori di lavoro ma anche<br />

del sindacato: “Se lo do a te lo devo dare a tutti”.<br />

Ma chi l’ha detto? Io ho bisogno adesso, lei<br />

avrà bisogno in un altro momento, si tratta di<br />

giostrarsi.<br />

Comunque, per concludere sulla ricerca, spesso<br />

sono queste le ragioni che poi portano le<br />

donne a presentare le “dimissioni volontarie”.<br />

Tra l’altro, non pensiamo che si tratti solo di<br />

piccole aziende. Quella dell’operaia di cui ho<br />

raccontato le traversie è una grande multinazionale.<br />

Le piccole imprese in genere trovano<br />

un accordo, anche se in senso un po’ paternalistico.<br />

Ma il pregiudizio per cui una lavoratrice che<br />

diventa madre rende meno è fondato? Sorprende<br />

l’ostilità dei colleghi che si riscontra<br />

in queste storie. Come si spiega?<br />

Questo immaginario per cui se hai un <strong>figli</strong>o<br />

non sarai più produttiva come prima secondo<br />

me non è fondato e comunque non è lo stesso<br />

immaginario che scatta quando ad esempio un<br />

uomo o una <strong>donna</strong> hanno un grave incidente e<br />

magari stanno a casa per tanto tempo. In fondo<br />

oggi in Italia abbiamo circa un <strong>figli</strong>o per <strong>donna</strong>,<br />

è un pezzetto della propria vita. Invece no,<br />

c’è questa specie di alone, per cui questo bambino<br />

diventa quasi un peccato aziendale. E’ incredibile:<br />

spesso queste donne vengono trattate<br />

come se fossero tornate da una crociera. C’è<br />

qualcosa di difficilmente spiegabile in questi<br />

comportamenti, tanto più che coinvolgono anche<br />

le colleghe donne. L’impressione è che la<br />

mentalità aziendalista sia stata introiettata un<br />

po’ da tutti, allora siccome la maternità non è<br />

un’eventualità fuori dal nostro controllo, non è<br />

una malattia di cui si rimane vittime, viene vissuta,<br />

anche dai colleghi, come una specie di<br />

tradimento della fiducia che l’azienda aveva riposto<br />

in te. Perché il modello è ritagliato sul<br />

maschio adulto, caratterizzato dalla disponibi-<br />

una <strong>città</strong> 21

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