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sotto i due figli a donna - Una città

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l’altra tradizione<br />

vieni prima da me. Per la conferenza al partito<br />

d’azione ti basta sciupare una notte, un giorno,<br />

una notte; ma meglio se perdi <strong>due</strong> giorni per il<br />

resto. E te lo dico da più che amico. Abbiamo<br />

in mente di fare anche una grande riunione per<br />

l’unità socialista; verrebbe Binni forse[,] Francescaglia<br />

(un cristiano sociale di qui); parlerei<br />

anch’io. Se tu volessi venire allora, dovresti<br />

metterti d’accordo con Binni e informarci in<br />

tempo. Se fosse una domenica mattina impegneremmo<br />

un teatro. Ma se tu vuoi fare separatamente<br />

vieni pure: sei molto atteso.<br />

Il C.O.S. di Pisa va benissimo.<br />

Mi son reso conto dello sviluppo del Congresso,<br />

che ho seguito, e dell’opportunità di non spezzare<br />

la concordia. Ma bisogna muoversi; e per<br />

l’unità socialista. La lettera che ti ho mandato<br />

potrebbe pure uscire, magari sfrondata, da te: io<br />

non posso rifarla perché non ho più il testo.<br />

Spero di vederti presto. Non so quando verrò a<br />

Roma. Penso che ci vedremo a Pisa. A Pisa<br />

(dove sarò lunedì 5) lavoro molto. Ho tutto un<br />

corso denso (mi pare) con dispense. E faccio di<br />

tutto perché escano i libri che ho già fatto. E<br />

che sono: quattro fondamentali, che possono<br />

unirsi in uno di cinque o seicento pagine (Elementi<br />

di un esperienza religiosa, Vita religiosa,<br />

La realtà di tutti, Saggio sul soggetto della storia);<br />

e quattro di sviluppo di temi e di applicazioni<br />

(Antifascismo religioso a Pisa nel ‘32, Il<br />

problema religioso attuale, Nuova socialità,<br />

Un’esperienza di orientamento sociale: i<br />

C.O.S.). Poi gli studi sparsi, lunghi articoli, (come<br />

nel tuo libro). Con ciò non dico che mi presenterò<br />

ai concorsi se ci saranno adatti per me.<br />

Questo è meno importante. L’importante è che<br />

credo di dare un contributo al pensiero e alla<br />

spiritualità.<br />

Affettuosi saluti anche alla tua famiglia<br />

Roma, 31 luglio 1947<br />

Caro Aldo, per prima cosa ti accludo copia, che<br />

ho trovato tra vecchie carte, di un vecchio foglio<br />

tuo del periodo clandestino, che, come sai,<br />

piacque molto e fu efficace in larghe cerchie.<br />

Esso fu poi ristampato un paio di anni fa nel<br />

giornale giovanile del Partito d’Azione (il<br />

“Giustizia e Libertà” che si pubblicò a Roma).<br />

Forse tu hai copia di quel numero: in ogni modo<br />

ti mando anche questo esemplare dattiloscritto.<br />

Quanto alla tua lettera del 13 luglio, ho atteso<br />

in questi giorni con interesse di leggere in qualche<br />

giornale l’articolo, che tu mi annunciavi<br />

sul problema dell’unificazione socialista. Ma<br />

non avendolo veduto, credo che anche tu ti sia<br />

trovato di fronte alle difficoltà con cui combattiamo<br />

di questi tempi tutti noi, e cioè quella di<br />

avere un organo di stampa non prevenuto, a disposizione.<br />

Giacché, comunque, tu mi esponi<br />

vari punti nella tua lettera, non voglio tardare<br />

oltre a dirti quale è la mia opinione. Per quello<br />

che riguarda il significato dell’ordine del mio<br />

partito, sono d’accordo con te circa il significato<br />

che deve essergli dato: e ti accludo a questo<br />

proposito anche una circolare che fu spedita<br />

subito da noi, ai primi di luglio, e che non so se<br />

tu abbia visto.<br />

Le tue osservazioni circa il P.S.L.I. sono giuste<br />

40<br />

una <strong>città</strong><br />

ma il problema dell’unificazione socialista<br />

esclude che si possa prospettare la cosa nella<br />

forma di una federazione insieme con i comunisti,<br />

perché mentre l’unione con questi ultimi<br />

va tenuta ferma in generale, in vista della maggioranza<br />

di sinistra, è strettamente necessario,<br />

per la formazione di un partito socialista autonomo,<br />

che esso non sia eternamente a rimorchio<br />

del P.C. Piuttosto il problema della federazione<br />

poteva porsi in vista del mantenimento<br />

dell’autonomia dei singoli movimenti socialisti<br />

in seno a un grande partito socialista unificato.<br />

Ma, come sai, sono difficoltà di ordine organizzativo<br />

e politico che escludono la soluzione<br />

federalistica, che lascia i gruppi minori senza<br />

mezzi e senza case, mentre essi sono proprio<br />

quelli che avrebbero maggiore possibilità di<br />

esercitare l’azione. Piuttosto l’esigenza è da<br />

porre in senso inverso, e cioè nel senso di assicurare,<br />

nell’unità organizzativa e politica di un<br />

nuovo partito socialista, la piena libertà di propaganda<br />

di gruppi ideologici, che desidererebbero<br />

qualificarsi come tali. Questa, per esempio,<br />

è la condizione che Bruni ci ha posto per i<br />

cristiano-sociali, e che cerchiamo di far valere<br />

nelle conversazioni col P.S.I. Tu sei d’accordo<br />

su questo punto?<br />

Come avrai visto, la questione dell’unificazione<br />

è adesso variamente agitata da molte parti; e<br />

la cosa dimostra l’attualità del problema anche<br />

se diverse iniziative rischiano talvolta di apparire<br />

come concorrenti e di irrigidire le parti<br />

estreme. Speriamo tuttavia che lo sviluppo sia<br />

positivo.<br />

Io sarò qui fino al 6 agosto; dopo in montagna<br />

(Rifugio della Tosa, Molveno, prov. Trento) fino<br />

al 18 agosto; dopo di nuovo qui.<br />

Se puoi mandami una rapida esposizione del<br />

tuo punto di vista in merito all’unificazione e<br />

alle condizioni dell’eventuale ingresso tuo e del<br />

tuo gruppo in un nuovo partito socialista: possibilmente<br />

una breve determinazione dattilografata<br />

di punti essenziali che io possa passare alla<br />

Direzione del P.d’A. in rapporto alle conversazioni<br />

con gli altri movimenti socialisti.<br />

Cordiali saluti dal tuo Guido<br />

Perugia, 18 ag. 1947<br />

Caro Guido, grazie di avermi rimandato il mio<br />

foglio del tempo clandestino. In questa busta<br />

accludo fogli dattiloscritti del Convegno di Firenze<br />

e una risposta uscita su Stato moderno,<br />

ad un’inchiesta sulla “Piccola Intesa”. Questi<br />

fogli, insieme con quello sul liberalsocialismo<br />

(che Maria mi ha scritto di aver ricevuto) ti<br />

chiariscono il mio pensiero. Sull’unificazione<br />

socialista non ho scritto altro: ho già detto abbastanza,<br />

sat prata bibere. Ora non c’è che la<br />

vostra azione, di te Silone e altri, che in diversi<br />

modi vi tendete. Forse i fatti vi aiuteranno, vi<br />

porgeranno gli addentellati. Il problema, l’aspirazione,<br />

fa continui passi se pur piccoli. Il lavoro<br />

di Silone di convincere vecchi socialisti; il<br />

lavoro di Italia socialista di allargare un nucleo<br />

politico socialista; quello vostro del p.d’az.,<br />

possono confluire per occasioni parlamentari,<br />

governative, preelettorali. Saragat con la “scissione”<br />

pose il problema, ma non favorì la soluzione.<br />

Il problema l’avete posto voi, del p.d’az.<br />

(già alcuni di voi) e sarebbe stato molto meglio,<br />

perché il partito soc. sarebbe rimasto intatto,<br />

e voi potevate entrare in blocco in esso.<br />

Oggi i comunisti lo riconoscono (tanto furbi!)<br />

che il fusionismo socialista era un errore: me<br />

l’hanno detto. Ed è stato il fusionismo stolto e<br />

ostinato che ha fatto sorgere il problema posto<br />

da Saragat. Ma Dio ci salvi dalla soluzione! E’<br />

un socialismo autonomo quel partito di trasformisti,<br />

di parlamentari, di vecchi pasticcioni riformisti,<br />

per di più filoamericani? Lo so che<br />

questo è un gruppo, e non tutti, ma un gruppo<br />

potente e caratteristico, a Roma e in provincia.<br />

Quelli non sono socialisti, ma radical-socialisti.<br />

Il Congresso di settembre (sto parlando in<br />

questi giorni con Frezza) chiarirà nel senso che<br />

vogliamo -è sperabile- e allora ci sarà un avvicinamento<br />

all’unificazione. Nell’altro, nel<br />

P.S.I., ci sono le note difficoltà, e che tu, a Roma,<br />

vedi molto meglio di me. Bisogna che il<br />

socialismo si impegni per una battaglia strenua,<br />

decisa, ma democratica. Le fiamme rivoluzionarie<br />

di tipo vecchio, quel leninismo invecchiato,<br />

quei rivoletti sorelliani, quelle sublimi<br />

e ingenue astuzie, sono un bagaglio quanto<br />

mai inopportuno in Italia e oggi. Oggi bisogna<br />

affermare un piano socialista e democratico, tra<br />

i <strong>due</strong> blocchi, tendendo al governo e alla solidarietà<br />

con tutti nel mondo, parlando di socialisti.<br />

Se questo fallisce non c’è che il postcomunismo.<br />

E per questo il socialismo oggi dev’essere<br />

ben profondo (e non un affare di ritocchi),<br />

appunto per potersi presentare il soddisfacente<br />

postcomunismo di domani, entro l’unità mondiale.<br />

I blocchi del popolo sono una buona cosa,<br />

ma bisogna farli con un socialismo dentro<br />

ben forte: non farli è pericoloso, perché tutte le<br />

forze andrebbero nella lotta tra socialisti e comunisti.<br />

Ricordiamoci che il problema in Italia<br />

è dei non iscritti. Se i furboni dei comunisti<br />

avessero fatto fin dal principio una politica di<br />

blocchi del popolo invece di smaniare per le<br />

“masse” democristiane (come se fossero la<br />

stessa cosa di De Gasperi e Scelba!), avremmo<br />

avuto un governo di sinistra. Ma bisognava che<br />

accettassero un governo a direzione socialista,<br />

con loro collaboratori. E questo non hanno voluto,<br />

per la loro teologia (P.C. = partito della<br />

“classe” lavoratrice), e così la “classe” sta come<br />

sta. Questa è la gran tattica dei realisti! E<br />

così hanno portato la “classe lavoratrice” in<br />

una situazione in cui è ben più difficile che abbia<br />

un governo di sinistra, e allora non le resta<br />

che il conato, ben dubbio, della rivoluzione e<br />

della solidarietà con un Est, che potrebbe anche<br />

entrare in una crisi militare, in caso di<br />

guerra.<br />

Le tue osservazioni sui diversi modi di risolvere<br />

il problema socialista sono molto convincenti.<br />

Né federazione con P.C. né entro il P.S. Però<br />

bisogna sempre affermare, come tu dici, la presenza<br />

di diversi gruppi ideologici. Insomma il<br />

problema è questo: o mettere insieme un partito<br />

socialista per una politica socialista, un’amministrazione<br />

urgente ed energica, pur con diverse<br />

ideologie, e allora forse si può fare qualche<br />

cosa presto, nel paese, nel parlamento, nel<br />

governo, nelle elezioni, o si tiene al nucleo<br />

ideologico, e allora ognuno farà per conto suo,

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