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50 - Il Calitrano

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N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

LE NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA<br />

Medicina ayurvedica e… non solo<br />

arlando di medicina ayurvedica non si può<br />

Pnon parlare della Withamnia Somnifera o<br />

Ashwaganda, pianta delle Solanacee di cui si utilizza<br />

la radice. I suoi principali principi attivi sono<br />

dei lattoni steroidei come i withanolidi e la<br />

withaferina e alcaloidi come la withasomnina e la<br />

withanina, ecc. Alle ben conosciute proprietà ansiolitiche,<br />

si associano potenti effetti antistress e<br />

nootropi con accrescimento della memoria: viene,<br />

infatti, utilizzata dalla medicina ayurvedica come<br />

agente che promuove l’apprendimento e il recupero<br />

della memoria in caso di demenza senile<br />

moderata ma non in quella grave.<br />

Azione immuno-modulante: i glicosidi withanolidi<br />

IX e X hanno azione immuno-stimolamnte e<br />

determinano aumento della cellularità a livello<br />

del midollo osseo e la withaferina produce immunosoppressione<br />

come è stato testato nelle infiammazioni<br />

da carragenina nei ratti. I withanolidi<br />

riducono il livello delle proteine della fase acuta<br />

e in tal senso sembra che mimano l’effetto degli<br />

antinfiammatori glicocorticoidi ( efficaci come<br />

sappiamo nel modulare la sintesi delle proteine<br />

interessate nell’infiammazione a differenza dei<br />

FANS che non hanno effetto sulle proteine).<br />

Quindi la W.S. è adattogena e immunomodulante.<br />

Ha inoltre interessanti azioni anticonvulsivanti<br />

in particolare nei bambini. Fatta questa premessa<br />

si potrebbe ipotizzare un ruolo dei principi attivi<br />

della W.S. nello stabilizzare i livelli di ossido nitrico<br />

(NO) a livello centrale e periferico. L’ossido<br />

nitrico è un gas della durata di sei secondi con<br />

proprietà vaso dilatanti, importanti azioni antipertrofiche<br />

al livello del miocardio, antiproliferative,<br />

antiaggreganti e miorilassanti oltre alle ben<br />

note azioni pro infiammatorie come è stato ampiamente<br />

documentato dagli studi della dottoressa<br />

Bucci dell’Istituto di Farmacologia Clinica<br />

dell’Università “Federico II” di Napoli proprio in<br />

infiammazioni indotte dalla carragenina in ratti.<br />

L’NO in eccesso indurrebbe, invece, aumento della<br />

tossicità del glutammato sui recettori NDMA a<br />

livello centrale e questo spiegherebbe l’utilità<br />

della withaferina nella profilassi delle convulsioni<br />

febbrili del bambino. Inoltre, l’NO è neurotrasmettitore<br />

importante per alcuni processi di<br />

apprendimento ed è comprovato che verrebbe<br />

prodotto dai macrofagi nelle risposte infiammatorie<br />

in risposte a stimoli specifici a partire da<br />

NOsintetasi inducibili andando poi a legare il Fe<br />

EME degli enzimi bersaglio. Ciò significa sul<br />

piano micromolecolare che l’NO in eccesso potrebbe<br />

interferire con alcune funzioni vitali delle<br />

cellule a sede mitocondriale. Di qui l’importanza<br />

di mantenere in equilibrio i suoi livelli iuxtacellulare.<br />

Abbiamo due enzimi a livello endoteliale e sono<br />

le NOsintetasi Gi (non sensibile alla tossina della<br />

pertosse) e Gs (sensibile alla tossina della pertosse)<br />

e questo potrebbe far pensare che il vaccino<br />

acellulare antipertosse potrebbe a lungo andare<br />

essere responsabile delle sempre più frequenti<br />

ipertensioni nei giovani. Infatti, il S.I. è in equilibrio<br />

dinamico secondo la teoria del NETWORK<br />

idiotipico di Yern e anticorpi bloccanti l’NOsintetasi<br />

si potrebbero produrre in risposta al vaccino<br />

inducendo la sintesi d i caveolina1 e di sfingolisina1<br />

inibendo la NOsintetasi endoteliale proprio<br />

come fa la tossina della pertosse in vivo. La disfunzione<br />

endoteriale inoltre, riduce la biodisponibilità<br />

di NO con conseguente aumento delle<br />

specie reattive dell’ossigeno (anione superossido,<br />

perossinitrito, ecc.) e dello stress ossidativo.<br />

<strong>Il</strong> perossinitrito (ONOO) è responsabile di numerosi<br />

effetti dannosi a livello cardiovascolare<br />

fra cui la liperossidazione, la apoptosi dei miociti<br />

e l’inattivazione di enzimi necessari alla funzione<br />

contrattile. Un ottimo rimedio per l’ipertensione<br />

giovanile potrebbe essere l’iperico, pianta<br />

nota come pianta di giugno o scaccia diavoli o<br />

erba di San Giovanni, nota per le proprietà antidepressive<br />

per il suo contenuto in ipericina che<br />

inibirebbe le monoaminossodasi con relativo aumento<br />

dei neurotrasmettitori a livello centrale.<br />

L’iperico è noto come induttore enzimatico del<br />

citocromo P4<strong>50</strong> che è uno dei tre sistemi enzimatici<br />

dipendenti dalla fosfolipasi A2 con la cilcossogenasi<br />

e la lipossigenasi.<br />

Noto è anche il ruolo delle fosfolipasi A2 nell’angiogenesi<br />

tumorale oltre che in alcune malattie<br />

infiammatorie croniche e nell’asma. La fosfolipasi<br />

A2 porterebbe alla sintesi tra l’altro di<br />

ossido nitrico. È ipotizzabile pertanto, che la sintesi<br />

di derivati dell’acido arachidonico a partire<br />

dal citocromo P4<strong>50</strong> come il 19-20 idrossi acido<br />

arachidonico libererebbe dei mediatori chimici<br />

intracellulari fino alla disinibizione delle NOsintetasi<br />

da parte del sistema caveolina1- stingolisina1.<br />

Quindi, un’aumentata biodisponibilità di arginina<br />

precursore dell’ossido nitrico associata a iperico<br />

potrebbe avere un’efficacia terapeutica nell’ipertensioni<br />

giovanili e nel controllo delle crisi ipertensive<br />

in menopausa dove viene meno l’effetto<br />

protettivo degli estrogeni.<br />

Naturalmente è da ricordare che l’induzione del<br />

citocromo P4<strong>50</strong> inficerebbe la terapia con farmaci<br />

anti-ipertensivi visto che ne aumenterebbe il<br />

metabolismo e infatti sappiamo che la biodisponibilità<br />

orale di taluni farmaci anti-ipertensivi<br />

viene meno proprio poter l’azione del CYTP4<strong>50</strong><br />

a livello gastrointestinale; ciò giustificherebbe<br />

l’inefficacia di taluni farmaci nel controllo delle<br />

ipertensioni in terapia di lunga data. C’è da aggiungere<br />

anche, che gli americani classificano in<br />

POOR Metabolizers ed Estensive Metabolizers i<br />

11<br />

pazienti con diversa compliance dei farmaci per<br />

l’esistenza di diverse isoforme enzimatiche del<br />

CYT P4<strong>50</strong> geneticamente indotte.<br />

Ritornando poi alle fosfolipasi A2 sappiamo che<br />

potenti inibitori sono l’actinomicina D, il deflazacort<br />

(Deflan nome commerciale) e il DHEA e<br />

questo potrebbe suggerire nuove strategie terapeutiche<br />

soprattutto nel microcitoma polmonare.<br />

Questo vale anche nell’infiammazioni legate<br />

alle protesi d’anca, dove la fosfolipasi A2 gioca<br />

un ruolo diretto nell’insorgenza dei disturbi di<br />

attecchimento della stessa protesi. <strong>Il</strong> Deflan associato<br />

alla propoli EVSP può essere un ottimo<br />

rimedio.<br />

La propoli EVSP è un prodotto a base di propoli,<br />

astragalus membranacaeus e uncaria. L’astragalus<br />

è noto per le sue proprietà antinfiammatorie in<br />

quanto è un ehnancer diretto del ‘IL2 che è una<br />

citochina che stimola le cellule T-Helper1 deputate<br />

alle reazioni cellulo-mediate contro antigeni<br />

esterni. Questo è stato dimostrato dalla medicina<br />

ayurvedica in una “long-term immonorestorative<br />

therapy nell’AIDS”.<br />

Astragalus, curcuma longa e Withamnia Somnifera<br />

sono state ampiamente testate nella sindrome<br />

da immuno-deficienza acquisita; in particolare<br />

la curcuma oltre ad aumentare i livelli di<br />

IL2 induce la sintesi di IL10 che ha azione stabilizzante<br />

i livelli di NO e attività anti-interferonica<br />

testimoniata dal fatto che il gene de IL10<br />

è similare a quello del virus di Epstein-Bar<br />

BCRF1 che servirebbe al virus per penetrare le<br />

membrane cellulari.<br />

La curcuma sarebbe quindi utile nella Leaky Gutsyndrome,<br />

cioè la sindrome da alterata porosità<br />

intestinale legata proprio a un eccesso di interferone<br />

GAMMA e che è alla base dei problemi di<br />

intolleranze alimentari e di malattie allergiche.<br />

Inoltre, l’associazione iperico che è un ottimo<br />

anti retro virale e queste erbe della medicina<br />

ayurvedica potrebbe aprire nuovi spiragli nella<br />

lotta all’AIDS e forse anche nel trattamento di alcune<br />

leucemie legate al ‘HTLV I° di supporto<br />

ovviamente ai chemioterapici tradizionali. Lo<br />

stesso vale anche per alcuni tumori come il carcinoma<br />

del colon e quello della mammella. Ciò è<br />

stato ampiamente dimostrato da studi recenti pubblicati<br />

sull’ European Journal of Cancer di maggio<br />

effettuati da un team di ricercatori guidato<br />

dalla dottoressa Adriana Albini; l’iperforina principio<br />

attivo contenuto nell’iperico combatte la<br />

neovascolarizzazione tumorale. Come la curcumina<br />

contenuta nella curcuma longa bloccherebbe<br />

delle proteine transattivanti note come NFKB<br />

interruttori principali dei circuiti di infiammazione<br />

e angiogenesi infiammatoria.<br />

Dott. Noris Antonio Cucciniello

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