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50 - Il Calitrano

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N. <strong>50</strong> n.s. – Maggio-Agosto 2012 IL CALITRANO<br />

CARO AMICO TI SCRIVO<br />

aro amico ti scrivo, così iniziava una<br />

C canzone di Lucio Dalla. Come lui al<br />

suo, io a te, caro amico, scrivo qualcosa.<br />

Diversamente da lui che metteva al corrente,<br />

io scrivo per ricordarti di me, essendoti<br />

allontanato. La vita è così. A volte<br />

allontana.<br />

Sono il luogo, il paese dove sei nato. Ti<br />

scrivo per farti sapere che la tua partenza<br />

mi afflisse e lasciò un ’amaro che sento<br />

ancora.<br />

Ricordo quando scolaro correvi verso la<br />

piazza, con il vestito che qualcuno ti aveva<br />

cucito con stoffe di altri vestiti, perché<br />

le condizioni della famiglia non permettevano<br />

altro. E quando lì, nello spazio<br />

dov’era la fontana, tutti belli allineati, il<br />

sabato svolgevate i saggi ginnici previsti<br />

per quelli della tua classe.<br />

Ricordo la gioia di vedervi vigorosi. Vi<br />

sentivo promessa, seme di una leggenda.<br />

Ho conservato per voi queste immagini,<br />

ed oggi ve le rendo perché ricordo che<br />

nessuno ve le ha fissate in una foto. E se<br />

ritratti in posa circolano di allora sono<br />

solo di capi e funzionari, di qualcuno che<br />

chiamavate “superiore”.<br />

L’amaro che sento della tua partenza è<br />

quella della mia terra lasciata senza corse,<br />

e risa. Lo so che nessuno di chi è andato,<br />

m’ha davvero rifiutato, ma lo stesso<br />

mi sento come derelitto.<br />

Voglio ricordarti come sono fatto. Una<br />

rotabile veloce mi attraversa, da cima a<br />

fondovalle, dove scorre l’Ofanto. <strong>Il</strong> fiume<br />

ti fu caro da bambino, da quando<br />

scendesti con la tua famiglia ad abitare<br />

alla stazione. Qui ci sono ancora binari,<br />

caselli, ponti e ferrovia, ma tutto è fermo,<br />

chiuso. Le porte e le finestre sono<br />

murate, e tutto da tempo è smesso e in<br />

disuso. Del resto anche in paese le strade<br />

sono più vuote. E non ci sono più bambini<br />

che correvano e giocavano, come<br />

facevate voi, a rincorrersi, a nascondersi,<br />

a tana oppure a s’tt’mana.<br />

Di quando stavi alla stazione ricordo il<br />

fischio del treno, che tu e i tuoi amici,<br />

chiamavate mostro nero. Quel fischio<br />

lo ricordo, t’era così intimo e caro, tanto<br />

che lo imitavi ritornando di corsa dal<br />

paese allo scalo. Ricordo pure di allora<br />

che quando qui nevicava ti facevi gli<br />

sci con delle pale per spalare la neve.<br />

Le fissavi ai piedi e, per la discesa del<br />

Ficocchia, imitavi sciatori famosi di cui<br />

avevi sentito soltanto parlare. Ricordo,<br />

di allora, il macchinista, qualche volta,<br />

farti salire sulla locomotiva mentre manovrava<br />

per portarla sul binario morto.<br />

E tu, col volto brillante come il sole,<br />

gioivi come solo gioisce un dio. Poi un<br />

giorno quello stesso treno ti portò via.<br />

Per sempre, però, non lo posso pensare<br />

e non lo voglio dire. Così io resto qui,<br />

ancora ad aspettarti. Non io soltanto.<br />

Forse non sai che da quando andasti il<br />

tempo perfino s’è rattristato. E non nevica<br />

più come nevicava allora. Ma qualcuno<br />

di qui si è accorto che il nostro<br />

umore è cambiato, e per favorirti il ritorno,<br />

la strada, che tu sapevi sterrata e<br />

Per ricordare Lucio Dalla<br />

Come volano le rondinelle<br />

sei volato nel cielo infinito,<br />

sei per tutti il ricordo più bello,<br />

sei accanto al Signor della Vita.<br />

Questa partenza così anticipata<br />

tutta la gente è rimasta scioccata,<br />

ma tu non sarai dimenticato<br />

per la cultura che ci hai regalato.<br />

Per gli italiani tu eri il sole,<br />

eri l’artista di grande valore,<br />

la tua poesia piena di melodia<br />

portava nei cuori tanta armonia.<br />

La tua fede era così profonda<br />

nei confronti del Padrone del Mondo.<br />

Tu amavi Dio con generoso cuore<br />

dando ai poveri l’aiuto e l’amore<br />

Davi a tutti tanta felicità<br />

che mai nessuno scordare potrà.<br />

La tua musica è la cosa più bella<br />

per la pace e l’amore sulla terra.<br />

L’immortale donna è giovane e strana,<br />

lei ti porta nel cielo infinito,<br />

per la mano ti porta lontano,<br />

ti accompagna dal Signor della Vita.<br />

Pietro Lattarulo da Bisaccia<br />

(detto il Lupo Poeta)<br />

17<br />

pietrosa, l’ha asfaltata, e in tanti punti<br />

allargata.<br />

I paesaggi sono rimasti indenni, anche<br />

se qualche trasformazione è avvenuta.<br />

Nonostante questo, nonostante il tempo e<br />

i terremoti, che mi hanno a loro modo<br />

scrollato, mi riconosceresti in ogni luogo,<br />

e quasi in ogni casa.<br />

A Salita ospedale è vietato l’accesso per<br />

pericolo crolli, così dice un cartellone.<br />

Al di là di Vico Castello l’accesso è vietato<br />

per un cantiere aperto (la Soprintendenza<br />

sta riportando alla luce le strutture<br />

più antiche dell’abitato). In Corso Matteotti,<br />

cadute le case, c’è uno spiazzo con<br />

i loro resti. C’è anche una torre di un<br />

muro di cinta, che tu non sai. Per compensare<br />

le perdite, mi hanno allungato<br />

un po’ da una parte, un altro poco dall’altra.<br />

Ma più verso il piano, nella direzione<br />

che porta a Bisaccia.<br />

Sono il tuo paese in cima a una collina,<br />

sopra la sua valle. Se non ci hai fatto caso,<br />

sono come il grafico un poco della<br />

vita. Con picchi di successo e crisi. Io<br />

so che quando stavi a valle, la tua vita<br />

era gioia, amori di collina.<br />

Caro amico, non so dove ti trovi, se in<br />

un basso delle cose o ospite di loro in<br />

qualche bel palazzo. Ma vorrei che dentro<br />

tu abbia ancora lo spirito aperto, che<br />

è in questo paesaggio, e il fresco, come è<br />

ancora l’aria, qui sempre ogni mattina.<br />

Antonio Leone<br />

11.06.1940 - † 09.06.2011<br />

Dott. Raffaele Marra<br />

Caserta<br />

“Ci sono giorni pieni di vento,<br />

ci sono giorni pieni di rabbia,<br />

ci sono giorni pieni di lacrime,<br />

e poi ci sono giorni pieni di amore<br />

che ti danno il coraggio di andare<br />

avanti per tutti gli altri giorni”.<br />

La famiglia ringrazia di cuore tutti<br />

coloro che le sono stati vicino.

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