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la riforma delle società a regime orientamenti del ... - TuttoCamere.it

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attribu<strong>it</strong>o ad alcun socio, al di fuori dei casi previsti dall’art. 2468, comma<br />

3°, c.c., renderebbe <strong>la</strong> s.r.l. un mo<strong>del</strong>lo societario connotato da una rigid<strong>it</strong>à<br />

tale da non trovare paragone né nel<strong>la</strong> s.p.a. né tanto meno nelle <strong>società</strong> di<br />

persone. Sia le une che le altre, infatti, seppure a modo diverso, hanno <strong>la</strong><br />

facoltà di introdurre ampie “varianti” rispetto al mo<strong>del</strong>lo legale, che per<br />

tutte prevede in linea di principio l’uguaglianza e <strong>la</strong> proporzional<strong>it</strong>à dei<br />

dir<strong>it</strong>ti spettanti in virtù <strong>del</strong><strong>la</strong> partecipazione al contratto sociale: da un<br />

<strong>la</strong>to, si è già ricordato che nel<strong>la</strong> s.p.a. <strong>la</strong> legge consente <strong>la</strong> creazione di<br />

partecipazioni sociali caratterizzate da “dir<strong>it</strong>ti diversi”, prevedendo<br />

espressamente che “in tal caso <strong>la</strong> <strong>società</strong>, nei lim<strong>it</strong>i imposti dal<strong>la</strong> legge, può<br />

liberamente determinare il contenuto <strong><strong>del</strong>le</strong> azioni <strong><strong>del</strong>le</strong> varie categorie” (art.<br />

2348, comma 2°, c.c.); d’altro canto, è parimenti prevista nelle <strong>società</strong> di<br />

persone <strong>la</strong> fa-coltà di convenire nel contratto sociale diversi modi e misure<br />

di partecipazione all’amministrazione (art. 2257 c.c.), agli utili (art. 2262<br />

c.c.), alle perd<strong>it</strong>e (art. 2263 c.c.), nonché, con variazioni a seconda <strong>del</strong> tipo,<br />

per ciò che concerne <strong>la</strong> responsabil<strong>it</strong>à verso i terzi (v. ad es. art. 2267 c.c.),<br />

così come non può dub<strong>it</strong>arsi che lo stesso con-tratto sociale possa<br />

attribuire a taluni soci diversi dir<strong>it</strong>ti riguardanti il controllo <strong>del</strong>l’attiv<strong>it</strong>à di<br />

gestione (e per uno spunto v. ad es. art. 2320, comma 2°, c.c.).<br />

b) Anche uno sguardo al<strong>la</strong> legge <strong>del</strong>ega contribuisce non poco a confermare<br />

quanto sopra affermato: occorre infatti ricordare che il cr<strong>it</strong>erio impart<strong>it</strong>o<br />

dal<strong>la</strong> legge de-lega volgeva proprio nel<strong>la</strong> direzione di attribuire al tipo s.r.l.<br />

<strong>la</strong> funzione di strumento duttile, a disposizione dei soci e <strong><strong>del</strong>le</strong> loro<br />

specifiche esigenze, non certo di “ingabbiarli” nel tipo sociale più rigido tra<br />

tutti quelli disciplinati dall’ordinamento. Si esamini a tal propos<strong>it</strong>o l’art. 3,<br />

comma 1°, lett. b), l. 366/2001, che imponeva di “prevedere un’ampia<br />

autonomia statutaria”, nonché il successivo comma 2°, lett. f), che<br />

richiedeva di “ampliare l’autonomia statutaria con riferimento al<strong>la</strong><br />

disciplina <strong>del</strong> contenuto e <strong>del</strong> trasferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> partecipazione sociale”.<br />

Cr<strong>it</strong>eri che, da soli, in mancanza di un’espressa ed incontrovertibile<br />

disposizione normativa in senso contrario da parte <strong>del</strong> legis<strong>la</strong>tore <strong>del</strong>egato<br />

(a tacer <strong>del</strong><strong>la</strong> sua possibile illeg<strong>it</strong>tim<strong>it</strong>à), dovrebbero far propendere per<br />

un’interpretazione nel senso sopra sugger<strong>it</strong>o.<br />

c) Anche da un punto di vista funzionale, una lettura <strong>del</strong><strong>la</strong> norma che<br />

circo-scriva <strong>la</strong> facoltà di attribuire partico<strong>la</strong>ri dir<strong>it</strong>ti ai soli temi<br />

<strong>del</strong>l’amministrazione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>società</strong> e <strong>del</strong><strong>la</strong> distribuzione degli utili, infine,<br />

mostra il fianco a non pochi argomenti contrari. Si pensi ad esempio al<strong>la</strong><br />

scarsa efficacia di un privilegio sugli utili, in ipotesi attribu<strong>it</strong>o ad un socio<br />

di minoranza, che non sia accompagnato vuoi dal dir<strong>it</strong>to di ottenere <strong>la</strong><br />

distribuzione <strong>del</strong>l’utile a prescindere dal<strong>la</strong> volontà <strong>del</strong><strong>la</strong> maggioranza di<br />

manda-re l’utile d’esercizio a dividendo, vuoi dal dir<strong>it</strong>to di godere <strong>del</strong><br />

medesimo privilegio an-che in sede di distribuzione <strong><strong>del</strong>le</strong> riserve formatesi<br />

con accantonamento <strong>del</strong>l’utile, sia durante <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>società</strong> che in sede<br />

di liquidazione: ebbene, r<strong>it</strong>enere inammissibili tali ultimi dir<strong>it</strong>ti partico<strong>la</strong>ri<br />

(in quanto appunto non riguardanti <strong>la</strong> distribuzione degli utili)<br />

costringerebbe <strong>la</strong> <strong>società</strong> ad attribuire anche il dir<strong>it</strong>to all’automatica<br />

percezione <strong>del</strong>l’utile, perdendo quindi, senza apprezzabile motivo, <strong>la</strong> facoltà<br />

di praticare pol<strong>it</strong>iche di autofinanziamento, semplicemente rinviando nel<br />

tempo il privilegio concesso al so-cio cui viene riconosciuto il partico<strong>la</strong>re<br />

dir<strong>it</strong>to sugli utili.<br />

La stessa lettera <strong>del</strong><strong>la</strong> norma, <strong>del</strong> resto, non pare così<br />

incontrovertibilmente in senso contrario. Il secondo comma - che potrebbe<br />

intendersi come il principio <strong>la</strong> cui deroga è consent<strong>it</strong>a solo nei lim<strong>it</strong>i <strong>del</strong><br />

terzo comma - concerne infatti so<strong>la</strong>mente il pro-filo <strong>del</strong><strong>la</strong> proporzional<strong>it</strong>à<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> misura dei dir<strong>it</strong>ti sociali: rimarrebbero dunque consenti-ti, anche<br />

leggendo in modo restr<strong>it</strong>tivo <strong>la</strong> norma, tutti i partico<strong>la</strong>ri dir<strong>it</strong>ti che<br />

derogano il mo<strong>del</strong>lo legale non dal punto di vista proporzionale, bensì ad<br />

esempio attribuendo di-r<strong>it</strong>ti individuali non contemp<strong>la</strong>ti dal<strong>la</strong> legge (si<br />

pensi ad esempio all’atto cost<strong>it</strong>utivo che preveda <strong>la</strong> facoltà di assumere<br />

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Tuttocamere – Massime Consiglio Notarile di Mi<strong>la</strong>no – 21 Novembre 2005 - Pag. 36/107

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