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Prof. Jean Paul Lieggi - Diocesi di Rimini

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Le Antiche Chiese Orientali 7<br />

2.3. Una lezione per l’ecumenismo<br />

Distinguere adeguatamente il contenuto della fede dalla sua formulazione<br />

Giovanni XXIII fece <strong>di</strong> questa prospettiva l’orientamento fondamentale dei lavori del<br />

Vaticano II. Di una <strong>di</strong>sarmante chiarezza sono, infatti, le parole che pronunciò nel <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong><br />

apertura del Concilio.<br />

3. LE RICCHEZZE TEOLOGICHE E SPIRITUALI<br />

DELLE ANTICHE CHIESE ORIENTALI<br />

3.1. Un caso emblematico: l’anafora <strong>di</strong> Addai e Mari<br />

E’ una delle tre anafore prescritte dalla Chiesa assira per la celebrazione dell’eucaristia (con<br />

quella <strong>di</strong> Nestorio e quella <strong>di</strong> Teodoro <strong>di</strong> Mopsuestia).<br />

La sua particolarità è la mancanza delle parole dell’Istituzione (a <strong>di</strong>fferenza delle anafore <strong>di</strong><br />

Nestorio e <strong>di</strong> Teodoro nelle quali ci sono).<br />

a) Il problema posto alla teologia latina dell’Eucaristia<br />

Per la teologia latina la particolarità dell’Anafora costituisce un serio problema, in quanto<br />

considera le parole dell’Istituzione come essenziali per la vali<strong>di</strong>tà del sacramento. Ne è una riprova<br />

il fatto che i missionari latini costrinsero i caldei e i malabaresi ad inserirle nell’anafora.<br />

b) Il pronunciamento autorevole del magistero della Chiesa cattolica<br />

Il 20 luglio 2001 il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha<br />

emanato un documento, elaborato unitamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede e alla<br />

Congregazione per le Chiese Orientali, dal titolo: Orientamenti per l’ammissione all’Eucaristia fra la<br />

chiesa caldea e la chiesa assira dell’Oriente. Il testo, pubblicato il 26 ottobre dello stesso anno con un<br />

articolo che ne chiarisce il contesto, il contenuto e l’applicazione pratica delle <strong>di</strong>sposizioni ivi<br />

contenute, rappresenta «un decreto epocale […] che riconosce la vali<strong>di</strong>tà del sacrificio eucaristico<br />

celebrato secondo la redazione originale dell’Anafora <strong>di</strong> Addai e Mari, ossia senza le parole<br />

dell’Istituzione» 16 .<br />

C’è chi lo ritiene «il più importante documento magisteriale cattolico dal Vaticano II in<br />

poi» 17 o chi giu<strong>di</strong>ca il risultato raggiunto «un autentico miracolo, vera opera dello Spirito<br />

Santo» 18 .<br />

c) Il carattere pastorale degli Orientamenti<br />

d) La rilevanza teologica degli Orientamenti<br />

16 TAFT, p. 76.<br />

17 Ivi, p. 77.<br />

18 C. GIRAUDO, L’anafora degli apostoli Addai e Mari: la “gemma orientale” della lex oran<strong>di</strong>, in Divinitas 47 (2004) num.<br />

spec., pp. 122-123. Questo articolo riprende per intero, con piccoli ampliamenti ed un più ricco apparato critico,<br />

l’articolo già pubblicato dall’autore con il titolo Addai e Mari, l’anafora della Chiesa d’Oriente: «ortodossa» anche senza le<br />

parole istituzionali, in Rivista liturgica 89 (2002) pp. 205-215.

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