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71% Tipologia mungitura 12% 17% Manuale Meccanica mobile Meccanica fissa La manutenzione degli impianti di mungitura meccanica, svolta di solito da ditte specializzate, è eseguita meno di due volte l’anno nell’85% delle aziende. Degli allevatori intervistati solo il 44% è a conoscenza dei parametri tecnici (numero di pulsazioni e pressione) del proprio impianto, questo dato potrebbe indicare l’impossibilità di un tempestivo intervento in caso di mal funzionamento. In presenza di impianto di mungitura meccanica fissa l’accesso dei capi all’area di mungitura prevede generalmente la suddivisione mediante transenne mobili della zona di stabulazione, mentre solo il 10% dispone di una effettiva sala di attesa. Tuttavia, per la tutela del benessere animale risulta opportuno che queste aree siano dimensionate adeguatamente e offrano riparo dagli agenti atmosferici. 15% Manutenzione impianto mungitura 15% 5% 65%
proprio comportamento naturale; il 25% degli allevatori invece sceglie di far partorire le pecore in stalla per garantire un eventuale tempestivo controllo sulla partoriente e sui nascituri. Il mantenimento di un buono stato di salute è un fattore fondamentale per il benessere dell’animale e, per questa ragione, sarebbe opportuno indirizzare l’azienda verso l’adozione di piani di assistenza veterinaria programmata. Il contenimento delle cellule somatiche rappresenta un obiettivo nella produzione di latte ovino perseguibile attraverso una serie di accorgimenti gestionali quali la corretta cura della lettiera e funzionalità degli impianti di mungitura, di un bilanciato razionamento nonché il mantenimento di un buono stato di salute della mammella. Gli allevatori riescono ad individuare i capi problema solo in presenza di un’evidente alterazione della mammella e il provvedimento adottato da circa la metà di essi è quello di sottoporli per ultimi alla mungitura; tuttavia, il riconoscimento tempestivo dei casi di mastite subclinica attraverso la valutazione del Contenuto in Cellule Somatiche (CCS) potrebbe rivelarsi un valido ausilio. Gli interventi di sverminazione vengono effettuati con cadenza annuale nel 72% delle aziende mentre nel 26% sono attuati più di una volta all’anno; in un’unica azienda, a conduzione biologica, l’allevatore ha dichiarato di non aver fatto ricorso a tale pratica da più di un anno. La consuetudine del trattamento nel 62% dei casi non viene preceduta da esami coprologici e, anche se il 38% degli allevatori ha dichiarato di aver sottoposto almeno una volta all’anno il proprio gregge ad un campionamento di feci, nella maggioranza dei casi non esiste nessuna connessione temporale tra l’accertamento coprologico effettuato e l’intervento antiparassitario. Questa pratica comporta una gestione dei trattamenti non sempre opportuna con spreco di farmaci ad elevato impatto ambientale ed aumento del fenomeno della farmaco resistenza. In merito alle pratiche di mutilazione più frequentemente riscontrate, è stato constatato che il 31% delle aziende pratica il taglio della coda per ragioni di igiene soprattutto in funzione della mungitura, mentre persiste nel 36% degli allevatori l’usanza di praticare con il coltello tagli di riconoscimento aziendale sulle orecchie delle agnelle da destinare alla rimonta. Infine, la presenza di cani utilizzati per la conduzione dei greggi è stata osservata nella metà delle aziende censite. In queste i cani sono utilizzati soprattutto per la difesa del gregge più che per la movimentazione e gli allevatori si dicono soddisfatti dell’operato di tali animali soprattutto in relazione all’instaurarsi di una buona integrazione con le pecore. Conclusioni I risultati ottenuti sottolineano che alcuni settori dell’allevamento ovino in Toscana necessitano di interventi mirati al miglioramento delle condizioni di vita degli animali. Anche per questo 19
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Area mungitura Sì = 0 Presenza di
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Possibilità di isolamento dei capi
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Superficie paddock coperto m 2 : Su
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Coibentazione del tetto Sì = +1 No
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