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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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che innalzò una ban<strong>di</strong>era a tre colori che fu fatta a bella posta dalla Sig. ra Carolina Fangarezzi<br />

in Rossi fanatica per liberalismo e la regalò alla <strong>Comune</strong> e fu attaccata alla Casa<br />

Comunale” .<br />

L’esposizione del vessillo coincise probabilmente con la proclamazione dello<br />

statuto costituzionale approvato a Bologna il 4 <strong>di</strong> Marzo dall’Assemblea<br />

dei deputati delle Province Unite. Qualche giorno prima, sempre a Bologna,<br />

<strong>di</strong>ventata il centro decisionale dell’Assemblea delle Province Unite, era stata pianificata<br />

una spe<strong>di</strong>zione armata contro Roma, ed era stato adottato come stemma<br />

dell’Unione un’aquila nera in campo d’oro sovrapposta al fascio consolare annodato<br />

con nastri tricolori.<br />

Il tricolore era il simbolo che univa tutte le province insorte, la prova <strong>di</strong><br />

una strategia unica nell’insurrezione <strong>di</strong> città <strong>di</strong> stati <strong>di</strong>fferenti, la testimonianza<br />

dell’ambizione all’ unità nazionale degli insorti.<br />

A parte un gruppo <strong>di</strong> giovani corsi a dar man forte agli insorti Modenesi che<br />

erano agli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> un certo Giuseppe Manicar<strong>di</strong>, ufficiale estense pensionato,<br />

fino a quel momento i Crevalcoresi non furono particolarmente coinvolti nei<br />

moti rivoluzionari. In paese non c’erano presi<strong>di</strong> militari da conquistare, simboli<br />

del potere da abbattere, governanti da mettere in fuga.<br />

La pubblica amministrazione continuò ad essere gestita dal Priore Petronio<br />

Vecchi, eletto sotto il legato pontificio, mentre la guar<strong>di</strong>a civica locale si era sciolta<br />

da sola un anno prima, dopo aver perso il proprio comandante in un conflitto<br />

a fuoco con un malvivente.<br />

Il primo momento collettivo <strong>di</strong> partecipazione all’insurrezione fu l’organizzazione<br />

della Guar<strong>di</strong>a Nazionale locale.<br />

Il 5 Febbraio, giorno della costituzione del Governo provvisorio, era stato<br />

<strong>di</strong>vulgato a Bologna un e<strong>di</strong>tto sulla partecipazione obbligatoria <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni<br />

maggiori <strong>di</strong> 18 anni alla Guar<strong>di</strong>a Nazionale. Ogni comune doveva costituire la<br />

propria: “ con le armi <strong>di</strong> cui sono in possesso, <strong>di</strong>videndosi in sedentari e mobili, portando la<br />

coccarda tricolore” .<br />

A Crevalcore la formazione della Guar<strong>di</strong>a nazionale avvenne una domenica<br />

<strong>di</strong> Marzo dalle sei del mattino all’una pomeri<strong>di</strong>ana. davanti alle fosse del castello<br />

a levante, si riunirono in assemblea tutti gli uomini dai <strong>di</strong>ciotto ai cinquant’anni<br />

delle parrocchie <strong>di</strong> Crevalcore, Sammartini e Caselle.<br />

durante l’assemblea vennero eletti capitani, tenenti, sergenti e formati i reparti,<br />

detti centurie, che costituirono la Guar<strong>di</strong>a Nazionale <strong>Crevalcorese</strong>. Gli<br />

ufficiali furono scelti fra i possidenti del paese, sicuramente più abituati a comandare<br />

( e un po’ istruiti ), mentre i reparti vennero composti in base alla statura<br />

dei volontari. Definiti i ruoli, il nuovo contingente militare, entrò trionfante nel<br />

castello e, dopo aver sfilato in formazione <strong>di</strong> battaglia, si schierò nella piazza del<br />

paese, dove fra le acclamazioni venne portata la ban<strong>di</strong>era tricolore.<br />

Nei locali situati fra la Casa del <strong>Comune</strong> e la sconsacrata Chiesa dei Battuti, già

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