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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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GALEAZZO GAMBERINI<br />

Per una storia del risorgimento nell’alta padusa<br />

Esistono innumerevoli e spesso ottimi testi che trattano degli avvenimenti<br />

connessi al Risorgimento italiano e più specificamente delle operazioni militari<br />

specie <strong>di</strong> quella che viene chiamata Prima guerra <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza (1848-<br />

1849). In questa fase del processo unitario politico militare si raccolsero,<br />

dopo iniziali effimeri successi, soltanto finali <strong>di</strong>sastrose sconfitte.<br />

Sempre da un punto <strong>di</strong> vista tecnico militare pochissimi gli stu<strong>di</strong> dettagliati<br />

degli uomini e dei reparti del territorio originati, per quanto riguarda lo Stato<br />

pontificio, nei Comuni della pianura bolognese nord-occidentale, quella<br />

confinante sia con lo stato austro-estense <strong>di</strong> Modena sia con la Legazione<br />

(provincia), sempre pontificia, <strong>di</strong> Ferrara. Quin<strong>di</strong> le presenti note riguardano<br />

sia gli uomini sia gli avvenimenti che coinvolsero i Reparti militari da questi<br />

stessi uomini formati che si portarono a combattere in ambiti più lontani<br />

(Lombardo-Veneto nel 1848 e Roma nel 1849, con le dolorose conseguenze<br />

che le conclusero, almeno provvisoriamente).<br />

Circa poi la storiografia ufficiale e riconosciuta, abbondantissima come si<br />

<strong>di</strong>ceva, non poca parte <strong>di</strong> questa è viziata, inevitabilmente, da una visione <strong>di</strong><br />

tipo nazionalistico, da contestualizzare opportunamente anche con altre parti<br />

del continente europeo; va cioè tenuto ben presente che nella storiografia<br />

contemporanea o imme<strong>di</strong>atamente successiva agli avvenimenti trattati, la retorica<br />

ebbe una sua parte che era, potremmo <strong>di</strong>re,inevitabile data la natura<br />

degli obiettivi da raggiungere: insomma gli spiriti andavano mobilitati.<br />

dopo il raggiungimento dell’Unità della Nazione questo spirito si trasformò<br />

rapidamente in strumento del costituendo apparato politico e militarindustriale<br />

che sfociò nelle guerre <strong>di</strong> conquista coloniali e, massima delle<br />

sciagure concepibili, portò alla grande e “inutile strage” 1 della sanguinosa<br />

I Guerra mon<strong>di</strong>ale (1914-18) e quin<strong>di</strong> alla strettamente collegata <strong>di</strong>ttatura<br />

fascista e alla successiva II Guerra mon<strong>di</strong>ale voluta dal regime con “provinciale”<br />

irresponsabile ignoranza.<br />

Il fascismo, al suo criminale epilogo con la R.S.I. (Salò), succube della<br />

potenza germanica, tra<strong>di</strong>zionalmente nemica della libertà italiana, per ere<strong>di</strong>tà<br />

ricevuta dal cessato impero asburgico, chiuse, o quasi, il ciclo iniziato con il<br />

Risorgimento e fu certo un’amara beffa che il regime agonizzante riesumasse<br />

molti simboli della Repubblica romana. Un altro frutto <strong>di</strong>storto dell’ideologia<br />

1 Benedetto XV, Messaggio <strong>di</strong> Natale 1917.<br />

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