Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...
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Quattro Venti) che costituiva con le altre (Valentini, Vascello ecc..) una linea <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fesa antemurale rispetto ai bastioni rinascimentali che erano sulla sommità del<br />
Gianicolo. Fu un combattimento sanguinoso, per ben due volte il 33° Regg.to<br />
Granatieri francese attaccò, se ne impadronì, e la riperse (assieme a centinaia <strong>di</strong><br />
caduti).<br />
La terza volta riuscì a conservarla e così gli avamposti romani si ridussero alla<br />
villa detta del Vascello, giusto a pochi metri dalla debolissima porta S. Pancrazio.<br />
In breve tutto il terreno, coltivato a vigne, davanti ai bastioni, si ricoprì <strong>di</strong> trincee<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e anche <strong>di</strong> attacco. Erano trincee scavate nel terreno, ove possibile,<br />
se no in rilevato con le protezioni <strong>di</strong> gabbioni, ossia <strong>di</strong> grossi cesti <strong>di</strong> vimini.<br />
Le mosse de “L’Unione”<br />
Arrivato nel Lazio il Reggimento pattugliò vaste zone a nord <strong>di</strong> Roma e poi<br />
ebbe l’incarico <strong>di</strong> vigilare tutto l’arco delle mura Aureliane da porta Portese a<br />
porta Salaria e, date le forze <strong>di</strong>sponibili, voleva <strong>di</strong>re eseguire effettivamente solo<br />
una sorveglianza con posti <strong>di</strong> controllo presso le porte della città che erano state<br />
protette da barricate.<br />
Poi il reggimento venne spostato sul Gianicolo ove dovette agire militarmente<br />
in combattimenti (soprattutto il II battaglione) e in scavi notturni <strong>di</strong> trincee e<br />
altre opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, cosa estremamente logorante. Il reggimento ebbe il posto <strong>di</strong><br />
comando e l’accantonamento degli uomini in palazzo Corsini alla Lungara (Trastevere).<br />
In quel periodo venne organizzato un sistema <strong>di</strong> ambulanze, ossia posti<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cazione per i feriti nei vari ospedali e ospizi della città, ma in<strong>di</strong>pendenti<br />
dalla <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> questi, il che permise anche alle donne <strong>di</strong> cooperare e si <strong>di</strong>stinse<br />
fra tutte la milanese principessa <strong>di</strong> Belgioioso. Anche la moglie del comandante<br />
Rossi cooperò in <strong>di</strong>verse ambulanze. Sul fronte dei combattimenti si impegnò<br />
soprattutto l’ex “Basso Reno” sotto i bastioni a sinistra della porta. Mentre si<br />
avvicinava l’ora fatale della crisi finale.<br />
Il 12 giugno il reparto venne impegnato in una serie <strong>di</strong> combattimenti quando,<br />
nella zona del Vascello cadde, colpito a morte, l’anziano tenente Giovanni Timoteo<br />
Giordani (Cento 1799!) al quale soltanto la caduta della Repubblica impedì un<br />
grande riconoscimento al valor militare.<br />
Finirono forse in quel combattimento il ten. Francesco Lenzi, il serg. Calliope<br />
Lo<strong>di</strong>, cinque militi tutti centesi e il crevalcorese Cremonini, valorosissimo 17 .<br />
Il fatto d’arme certamente più glorioso fu la <strong>di</strong>fesa ad oltranza della villa del<br />
Vascello (massacrata dalla artiglieria francese e mai più ricostruita, ancora oggi<br />
17 Tutti i caduti della Repubblica romana sia del 1849 sia degli altri scontri fino al 1870 (breccia <strong>di</strong><br />
p.ta Pia) riposano dal 1941 in un monumento ossario eretto sul luogo ove nel 1849 era piazzata la<br />
batteria romana detta “del Pino”.<br />
Comprende quin<strong>di</strong> non solo i caduti del Gianicolo in no. <strong>di</strong> 942 (<strong>di</strong> cui 230 romagnoli delle ex<br />
legazioni/ province), ma anche un paio <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> altri, caduti sempre sotto Roma come<br />
Mentana, villa Glori, Tivoli e altre località fino alla citata p.ta Pia, atto finale della grande avventura<br />
romana.<br />
Si noti che nella Campagna <strong>di</strong> Roma si ebbero più caduti della intera guerra in valle Padana.