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Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...

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Introduzione<br />

Raccontare e ricordare la storia dell’Italia attraverso episo<strong>di</strong> locali o eventi in<br />

ogni modo legati al territorio, penso sia un bel modo per rendere omaggio alla<br />

nostra Patria, ai suoi 150 anni e alla sua Unità.<br />

Credo sia anche un modo per attraversarli questi 150 anni e oltre, visto che<br />

alcuni contributi raccontano <strong>di</strong> vicende antecedenti il 1861, un modo per sentirle<br />

ancora nostre e non consegnarle definitivamente alla storia passata.<br />

Si <strong>di</strong>ce molto spesso che l’Italia è il paese dei mille campanili, e questo è sicuramente<br />

uno dei suoi tratti <strong>di</strong>stintivi. La <strong>di</strong>versità, il patrimonio locale, le singole<br />

territorialità, la frammentazione, i tanti <strong>di</strong>aletti, le tra<strong>di</strong>zioni popolari, che si fanno<br />

paese, per costruire l’Italia unita.<br />

Un’Italia che ci ha messo 85 anni per <strong>di</strong>ventare repubblica, e due in più per<br />

avere una carta dei valori, la Costituzione.<br />

Un’Italia che in 150 anni è stata attraversata da eserciti conquistatori e da eserciti<br />

liberatori.<br />

Un’Italia che ha visto la sua gente emigrare in cerca <strong>di</strong> lavoro e fortuna, e che<br />

ha visto le genti <strong>di</strong> altri paesi immigrare in cerca <strong>di</strong> lavoro e fortuna.<br />

Chissà se Mazzini, Mameli, Ugo Bassi, Garibal<strong>di</strong>, Cavour, avevano in mente<br />

quest’Italia quando hanno messo la loro stessa vita a <strong>di</strong>sposizione della patria.<br />

Ma chissà soprattutto se la gente comune, i conta<strong>di</strong>ni, i poveracci, i giovani <strong>di</strong><br />

quell’epoca che combatterono al fianco <strong>di</strong> questi personaggi avevano una vaga<br />

idea del loro eroismo e <strong>di</strong> quale pagina <strong>di</strong> storia stavano scrivendo.<br />

Anche Crevalcore si <strong>di</strong>stinse in quegli anni, per <strong>di</strong>versi citta<strong>di</strong>ni che combatterono<br />

a fianco <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> nelle guerre risorgimentali. Oggi, grazie soprattutto<br />

alla tenacia <strong>di</strong> Passarini Annibale (Lucio), si è costituito a Crevalcore, un gruppo<br />

<strong>di</strong> rievocazione storica <strong>di</strong> garibal<strong>di</strong>ni, che sta portando in giro per l’Italia la rivisitazione<br />

<strong>di</strong> quei momenti.<br />

E’ per me motivo <strong>di</strong> orgoglio sapere che, attraverso questo gruppo <strong>di</strong> ragazzi<br />

giovani e meno giovani, il nome <strong>di</strong> Crevalcore è portato in tutto il Paese.<br />

Così come è stato motivo <strong>di</strong> orgoglio la visita al sacrario del Gianicolo a Roma,<br />

dove <strong>di</strong>verse lapi<strong>di</strong> <strong>di</strong> garibal<strong>di</strong>ni crevalcoresi sono presenti in mezzo a tanti altri<br />

morti provenienti da ogni parte d’Italia. da ogni parte d’Italia, da ogni campanile.<br />

Sì è così, genti <strong>di</strong> ogni angolo d’Italia che lasciarono il proprio paesino per<br />

combattere e costruire l’Italia. Quell’Italia che a noi oggi sembra così familiare e<br />

che ad<strong>di</strong>rittura c’è chi snobba o ripu<strong>di</strong>a in nome <strong>di</strong> una fantomatica autodeterminazione<br />

dei popoli, offendendo la memoria dei loro stessi antenati, dei loro<br />

padri.<br />

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