Rassegna Storica Crevalcorese - Dicembre 2011 - Comune di ...
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46<br />
una verità.<br />
Non è vero che i Reali Dragoni Estensi violassero il territorio Pontificio. Forse se si fossero<br />
risoluti a ciò fare, i buoni clienti del Corriere francese non avrebbero potuto sottrarsi alle<br />
conseguenze de’ loro malefici. Ecco come sono le cose. I Dragoni passeggiavano inermi fuori<br />
dell’abitato <strong>di</strong> Camposanto.<br />
Diversi profughi modenesi, scacciati dal territorio Bolognese, trovandosi girovaghi nella campagna<br />
<strong>di</strong> Crevalcore, si misero in agguato per commettere un assassinio sui Soldati Estensi.<br />
Essi fecero all’ improvviso una scarica <strong>di</strong> fucileria sui Dragoni, dalla quale niuno rimase<br />
offeso.<br />
I Dragoni corsero allora ad armarsi in Caserma e volarono all’attacco. Uno <strong>di</strong> questi essendosi<br />
troppo inoltrato per inseguire gli assassini aggressori, cadde vittima del suo coraggio, ed<br />
uno dei fuorusciti per nome Antonio Rizzi <strong>di</strong> S. Felice (soggetto della stessa pravità <strong>di</strong> cuore<br />
del Corriere francese) rimase mortalmente ferito. I conta<strong>di</strong>ni corsero ancor essi per perseguitare<br />
i fuorusciti e sostenere la pubblica forza protettrice delle loro sostanze; ed i bravi Dragoni ottennero<br />
dovuta ricompensa ai loro <strong>di</strong>stinti servizi. Or può darsi maggior impudenza <strong>di</strong> questo<br />
sfrontato giornale rivoluzionario, de<strong>di</strong>to a travisare i fatti più pubblici, e più notori”.<br />
Le notizie pubblicate sono contrad<strong>di</strong>ttorie anche sul comportamento dei crevalcoresi,<br />
certamente l’ atteggiamento delle autorità Pontificie non era con<strong>di</strong>viso<br />
da tutti i paesani che in parte continuarono ad aiutare i rivoluzionari.<br />
Fra questi anche il parroco <strong>di</strong> San Silvestro don Ignazio Venturoli e il cappellano<br />
alla Guisa don Paolo Francia, che vennero poi multati per aver fornito rifugio<br />
ad alcuni giovani modenesi. Lo stesso Venturoli e il PrioreVecchi garantirono per<br />
l’insegnante e storico crevalcorese Gaetano Atti che in un rapporto della Polizia<br />
Pontificia era così descritto: “Soggetto eru<strong>di</strong>to che con attività ammaestra pochi scolari,<br />
poco curandosi <strong>di</strong> insinuare in essi massime morali e religiose. Tiene poi una condotta apparentemente<br />
regolare, ma nelle trascorse vicende si mostrò aderente alle innovate cose”.<br />
Ambigua apparve la posizione <strong>di</strong> Petronio Vecchi, Priore del <strong>Comune</strong> prima,<br />
durante e dopo l’insurrezione, che segnalava, anche per dovere <strong>di</strong> carica, alcuni<br />
compaesani coinvolti nella rivolta, dei quali tendeva comunque a sminuire l’operato.<br />
Così ne parla Lorenzo Meletti nei suoi manoscritti:<br />
“Di un certo Giuseppe Manicar<strong>di</strong> <strong>di</strong>ceva che all’epoca degli in<strong>di</strong>cati torbi<strong>di</strong> si portò a<br />
Modena ove prese servizio nelle truppe ribelli seco conducendo alcuni giovinastri del basso volgo,<br />
sfaccendati e poco riflessivi <strong>di</strong> questo paese, mossi piuttosto dal bisogno <strong>di</strong> guadagnare che da<br />
spirito <strong>di</strong> partito, al primo sentore dell’avvicinarsi delle truppe austriache alcuni <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>sertarono<br />
riconducendosi ai loro focolari e gli altri, dopo i fatti <strong>di</strong> Ancona fecero lo stesso, come<br />
pure il Manicar<strong>di</strong> che pure <strong>di</strong> presente qui <strong>di</strong>mora!<br />
Il Vecchi aggiungeva: Le critiche circostanze <strong>di</strong> quei tempi forzarono alcuni a non mostrarsi<br />
avversi alla novità della cosa, ma tutti però si contennero nei limiti del dovere e dell’onesto. Posso<br />
poi con osservanza accertarle o Ill.mo Governatore, che passati li pochi giorni <strong>di</strong> quei trambusti,<br />
tutto rientrò nel primero or<strong>di</strong>ne e che da quell’epoca in poi nessuno si è sbilanciato con fatti e