Libro 1.indb - Trentino Salute
Libro 1.indb - Trentino Salute
Libro 1.indb - Trentino Salute
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
22<br />
CAPITOLO I<br />
del mondo e di noi stessi.<br />
Come ha scritto Bruner: “È soprattutto attraverso le nostre narrazioni che<br />
costruiamo una versione di noi stessi nel mondo ed è attraverso la sua narrativa<br />
che una cultura fornisce ai suoi membri modelli di identità e di capacità di<br />
azione”.<br />
Da qui nasce tutto il recente “esplodere” dell’uso del pensiero narrativo nelle<br />
scienze umane del nostro tempo e, soprattutto, in pedagogia (si veda, in Italia,<br />
la “scuola” di Duccio Demetrio) e in medicina (sto curando, assieme a Giorgio<br />
Bert, la prima traduzione italiana di un testo di “Narrative Based Medicine”).<br />
Credo sia evidente quanto tutto ciò sia importante per una nuova e più<br />
adeguata teoria dell’apprendimento. Per ciò che riguarda l’importanza, anche<br />
educativa, dell’elemento narrativo: si tratta di un tema cruciale nell’ambito del<br />
lifelong learning, che spazia dall’utilità educativa delle grandi opere narrative della<br />
cultura umana (le narrazioni pittoriche, romanzesche e poetiche, filmiche e così<br />
via, attraverso le quali l’umanità è andata scrivendo la propria auto-biografia,<br />
imparando così a conoscersi e a comprendersi) a quella che Malcom Knowles<br />
chiama “la formazione degli adulti come autobiografia” e a quello che Duccio<br />
Demetrio chiama “raccontarsi”.<br />
L’importanza di Vigotskij per chiunque voglia seriamente occuparsi di educazione<br />
è indiscutibile: egli è stato uno dei primi che, nel XX secolo, ha cercato di<br />
capire come funzioni la mente (che è, l’avrebbe poi detto Bateson, ma Vigotskij<br />
l’aveva intuito, non soltanto il cervello bensì, anche, la struttura che connette<br />
nell’uomo cervello-cuore-mano e, oltre il singolo uomo, le sue relazioni con la<br />
società, l’ambiente, tutto il resto del mondo) e come funzioni la conoscenza<br />
(teorica, tecnica, emotiva).<br />
Sia la mente che la conoscenza funzionano con un meccanismo di rete. Esse<br />
nascono non dai singoli oggetti, concreti o astratti che siano, ma dalle loro<br />
relazioni.<br />
“Che cos’è la mente e come si sviluppa?”, si chiede Daniel J. Siegel all’inizio<br />
del suo libro intitolato, giustappunto, La mente relazionale. Di fronte a tali<br />
domande, l’idea centrale analizzata in questo libro, derivata dall’integrazione di<br />
conoscenze che provengono da varie discipline, è che la mente è il prodotto delle<br />
interazioni fra esperienze interpersonali e strutture e funzioni del cervello.<br />
Insomma, la mente è (o nulla sarebbe) una mente relazionale. Ciò significa<br />
che:<br />
– la conoscenza si fonda sul dialogo (già l’aveva capito, ben prima che si sviluppassero<br />
le scienze cognitive della fine del Novecento, Lev Vigotskij: ma in<br />
realtà l’avevano intuito tutti i grandi educatori del passato, seppure non potendo<br />
poggiare tale loro intuizione su basi scientifiche);<br />
Provincia Autonoma di Trento<br />
Strumenti per la formazione n. 3