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Libro 1.indb - Trentino Salute

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32<br />

CAPITOLO I<br />

Così come nell’approccio tecnico, anche nel campo dei diritti prevale l’attenzione<br />

verso l’accesso alla informazione, piuttosto che verso la facilitazione<br />

dell’ascolto. Esprimere il proprio parere è un diritto fondamentale, riconosciuto<br />

nelle principali carte dei diritti dell’essere umano, che rimane generico. Come<br />

il diritto alla salute, esso è esercitato in modo disuguale e trova tuttora solo<br />

embrionali applicazioni nei processi decisionali.<br />

La comunicazione è una condizione<br />

Da più parti, tuttavia, si sta facendo strada la convinzione che per fare scelte che<br />

interessano lo sviluppo e anche la salute delle collettività sia necessario favorire<br />

la comunicazione tra i cittadini. Un approccio “negoziato” permette di considerare<br />

tutti i punti di vista e gli interessi, di creare le condizioni per un dialogo<br />

fruttuoso o comunque, di ridurre le opposizioni preconcette.<br />

La comunicazione tra i soggetti che hanno titolo è probabilmente la condizione<br />

migliore per trovare la soluzione più appropriata. E ciò è del tutto valido anche<br />

per i rischi ambientali come dimostrano, ad esempio, Luigi Bobbio e Alberico<br />

Zeppetella in Perché proprio qui? Grandi opere e opposizioni locali (Franco Angeli,<br />

1999).<br />

Anche a questo fine sono stati introdotti nel sistema istituzionale concetti<br />

e strumenti innovativi quali: la programmazione negoziata, il protocollo d’intesa,<br />

la consulta, l’accordo di programma, la conferenza dei servizi, l’intesa<br />

istituzionale di programma, il patto territoriale, il contratto di programma, il<br />

contratto d’area. Alcuni servono per realizzare interventi che richiedono l’azione<br />

coordinata di più enti pubblici, mentre altri servono a favorire l’accordo tra<br />

enti locali, parti sociali e altri soggetti pubblici per finanziare progetti, favorire<br />

l’occupazione, risanare aree degradate, etc. In questa logica va considerato<br />

anche il Piano sanitario nazionale 1998-2000 che aveva un titolo significativo<br />

“Patto di solidarietà per la salute”. Prevedeva, infatti, che gli obiettivi di salute<br />

proposti fossero perseguiti non soltanto con il contributo dei servizi sanitari, ma<br />

con l’impegno delle diverse forse istituzionali, sociali ed economiche attraverso<br />

condivise politiche di salute.<br />

La Regione Emilia-Romagna nel suo Piano sanitario regionale 1999-2001<br />

aveva reso ancora più esplicito questo punto, prevedendo lo sviluppo di Piani<br />

per la salute, cioè “piani poliennali di azione elaborati e realizzati da una pluralità<br />

di attori, coordinati dal governo locale, che impegnano risorse umane e materiali<br />

allo scopo di migliorare la salute e l’assistenza sanitaria della popolazione<br />

residente”.<br />

L’esperienza dei Piani per la salute si sta sviluppando in modo davvero originale<br />

e diffuso e può essere meglio conosciuta esplorando il sito I cittadini competenti<br />

costruiscono piani per la salute (www.regione.emilia-romagna.it/agenziasan/pps/<br />

index.htm).<br />

Provincia Autonoma di Trento<br />

Strumenti per la formazione n. 3

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