09.06.2013 Views

algoritmi multirisoluzione per la determinazione della linea di

algoritmi multirisoluzione per la determinazione della linea di

algoritmi multirisoluzione per la determinazione della linea di

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI SIENA<br />

Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria<br />

Corso <strong>di</strong> Laurea Specialistica in Ingegneria<br />

delle Telecomunicazioni<br />

ALGORITMI MULTIRISOLUZIONE PER LA<br />

DETERMINAZIONE DELLA LINEA DI<br />

COSTA DA IMMAGINI SAR<br />

Re<strong>la</strong>tore:<br />

Chiar.mo Prof. Andrea Garzelli<br />

ANNO ACCADEMICO 2006-2007<br />

Tesi S<strong>per</strong>imentale <strong>di</strong>:<br />

Raffaele Massimo


INTRODUZIONE<br />

INDICE<br />

CAPITOLO 1 - SYNTHETIC APERTURE RADAR (SAR)<br />

1.1 SAR OBIETTIVI<br />

1.2 FUNZIONAMENTO STRUMENTI<br />

1.3 MODALITA’ FUNZIONAMENTO<br />

1.4 APPLICAZIONI<br />

1.5 INTRODUZIONE ALGORITMI DI ELABORAZIONE<br />

1.6 ESEMPIO DI DATI<br />

1.7 STATISTICA DELLE IMMAGINI SAR<br />

1.8 GENERALITA’ ALGORITMI PER ELABORAZIONE IMMAGINI<br />

SAR<br />

1.9 PREPROCESSING<br />

1.10 STIMA DELLA FREQUENZA DOPPLER<br />

1.11 METODO MADSEN<br />

1.12 METODO MULTI-LOOK CROSS CORRELATION<br />

1.13 LOOK POWER BALANCING (Bi<strong>la</strong>nciamento energetico delle<br />

osservazioni)<br />

1.14 GENERAZIONE DEI TEMPLATE E STIMA DELL’ERRORE<br />

1.15 METODO PULSE REPETITION FREQUENCY A DIVERSITA’<br />

CAPITOLO 2 - ALGORITMO RANGE DOPPLER<br />

2.1 ALGORITMO RANGE DOPPLER<br />

2.2 COMPRESSIONE DEL RANGE<br />

2.3 CORREZIONE MIGRAZIONE DI CELLA (RCMC)<br />

2.4 COMPRESSIONE AZIMUTALE<br />

2.5 ELABORAZIONE IMMAGINI AP SINGLE LOOK COMPLEX<br />

2.6 INTERFEROMETRIA<br />

MODALITA’ BURST<br />

IN CASO DI DATI ACQUISITI IN<br />

2.7 MODIFICHE ALL’ALGORITMO RANGE DOPPLER<br />

- 2 -


CAPITOLO 3 - ALGORITMO SPECAN<br />

3.1 ALGORITMO SPECAN<br />

3.2 COMPRESSIONE DEL RANGE<br />

3.3 CORREZIONE LINEARE DELLA MIGRAZIONE DI CELLA<br />

(RCMC)<br />

3.4 ELABORAZIONE AZIMUTALE<br />

3.5 SOMMA DI OSSERVAZIONI E RICAMPIONAMENTO<br />

3.6 ELBORAZIONE PRODOTTO FINALE<br />

3.7 SCALLOPING<br />

3.8 METODI PER LA CORREZIONE DELLO SCALLOPING<br />

3.9 FUSIONE DEI FLUSSI ScanSAR<br />

3.10 FILTRAGGIO INVERSO IN MODALITA’ GLOBAL MONITORING<br />

CAPITOLO 4 - LA TRASFORMATA WAVELET:<br />

CARATTERISTICHE FONDAMENTALI<br />

4.1 GENERALITA’<br />

4.2 TRASFORMATA WAVELET E SINGOLARITA’<br />

4.3 EDGE DETECTION CON L’UTILIZZO DELLA WAVELET<br />

4.4 WAVELET UTILIZZATA PER IMMAGINI SAR<br />

CAPITOLO 5 – RIVELAZIONE DELLA LINEA COSTIERA IN<br />

IMMAGINI SAR MEDIANTE L’UTILIZZO DELLA<br />

TRASFORMATA WAVELET<br />

5.1 INTRODUZIONE<br />

5.2 CARATTERISTICHE<br />

UTILIZZATO<br />

GENERALI DELL’ALGORITMO<br />

5.3 BLOCKTRACING: ALGORITMO DI SEGMENTAZIONE<br />

5.4 SELEZIONE LOCALE DEGLI EDGE E PROPAGAZIONE DELLA<br />

SCALA<br />

5.5 ACTIVE CONTOUR<br />

CAPITOLO 6 – ORTORETTIFICA DI IMMAGINI SAR<br />

6.1 INTRODUZIONE<br />

- 3 -


6.2 BLOCK BUNDLE ADJUSTMENT<br />

6.3 TERRAIN CORRECTION<br />

6.4 CORREZIONE RADIOMETRICA E BILANCIAMENTO<br />

CAPITOLO 7 – ESTRAZIONE DELLA LINEA COSTIERA A<br />

PARTIRE DA IMMAGINI SAR ORTORETTIFICATE<br />

7.1 PREPROCESSING: FILTRO DI LEE E OPERATORE DI<br />

7.2<br />

DIFFUSIONE ANISOTROPO<br />

SEGMENTAZIONE REALIZZATA CON UN ALGORITMO DI<br />

SOGLIAGGIO ADATTATIVO LOCALE<br />

7.3 POSTPROCESSING IMMAGINI SEGMENTATE<br />

7.4 EDITING E MERGING DEI SEGMENTI COSTIERI<br />

7.5 RISOLUZIONE SCALA E CONTENUTO INFORMATIVO<br />

7.6 ACCURATEZZA PLANIMETRICA<br />

CAPITOLO 8 – IMPLEMENTAZIONE PRATICA DEGLI<br />

ALGORITMI, RISULTATI OTTENUTI E CONFRONTI<br />

8.1 GENERALITA’<br />

8.2 IMPLEMENTAZIONE DELL’ALGORITMO CHE USA LA<br />

8.3<br />

TRASFORMATA WAVELET<br />

IMPLEMENTAZIONE PRATICA DELL’ ALGORITMO BASATO SU<br />

EDGE TRACING<br />

8.4 CONCLUSIONI<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

- 4 -


Introduzione<br />

Lo scopo principale <strong>di</strong> questa tesi è quello <strong>di</strong> implementare due<br />

<strong>di</strong>verse tecniche <strong>di</strong> estrazione <strong>di</strong> linee costiere a partire da immagini<br />

SAR, al fine <strong>di</strong> effettuare un’analisi e un confronto dei risultati<br />

ottenuti, andando a valutare l’errore risultante nei due casi, <strong>per</strong><br />

stabilire quali dei due <strong>algoritmi</strong> risulta essere più efficiente.<br />

I due <strong>algoritmi</strong> in questione realizzano <strong>la</strong> stessa o<strong>per</strong>azione<br />

(estrazione <strong>di</strong> linee costiere), utilizzando tecniche <strong>di</strong>verse.<br />

Il primo si basa sull’utilizzo <strong>di</strong> metodologie che coinvolgono <strong>la</strong><br />

trasformata wavelet e l’applicazione <strong>di</strong> un algoritmo <strong>di</strong> block-<br />

tracing e <strong>di</strong> un algoritmo snake. Il secondo prima o<strong>per</strong>a<br />

un’ortorettifica dell’immagine, poi segmenta l’immagine<br />

ortorettificata tramite un metodo <strong>di</strong> sogliaggio adattativo locale; <strong>per</strong><br />

processare l’immagine vengono invece utilizzata tecniche <strong>di</strong><br />

formazione <strong>di</strong> image-object, <strong>la</strong>beling e tecniche <strong>di</strong> edge-tracing.<br />

I due <strong>algoritmi</strong> sono stati implementati in due fasi successive: <strong>la</strong><br />

prima presso il <strong>la</strong>boratorio del Departemento de Teoria de <strong>la</strong> Señal<br />

y Comunicaciones presso l’Universidad de Alcalà de Henares<br />

(Madrid), dove è stato implementato l’algoritmo basato<br />

sull’applicazione del<strong>la</strong> wavelet, dopo una prima fase basata sullo<br />

stu<strong>di</strong>o del SAR, delle sue principali caratteristiche e delle tecniche<br />

utilizzate <strong>per</strong> ottenere un’immagine “processabile”, partendo<br />

dall’acquisizione radar; <strong>la</strong> seconda fase è stata invece realizzata<br />

presso il Laboratorio <strong>di</strong> Telecomunicazioni e Telematica<br />

dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Siena e sotto <strong>la</strong> su<strong>per</strong>visione del Prof.<br />

Andrea Garzelli, dove è stato realizzato l’altro algoritmo e sono<br />

stati stu<strong>di</strong>ati e confrontati i risultati ottenuti.<br />

- 5 -


CAPITOLO 1<br />

SYNTHETIC<br />

APERTURE<br />

RADAR<br />

(SAR)<br />

- 6 -


1.1 SAR: OBIETTIVI<br />

Il contributo del SAR al raggiungimento degli obiettivi delle missioni in cui è<br />

utilizzato è dato da:<br />

• Misura delle con<strong>di</strong>zioni dei mari<br />

• Mappatura delle caratteristiche e del<strong>la</strong> <strong>di</strong>namica dei ghiacci<br />

• Previsione e <strong>determinazione</strong> <strong>di</strong> eventuali rischi legati a fattori<br />

ambientali<br />

• Monitoraggio del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie terrestre<br />

• Rilevamento dei cambiamenti su <strong>la</strong>rga sca<strong>la</strong> del<strong>la</strong> vegetazione<br />

• Monitoraggio degli effetti dell’intervento dell’uomo sugli oceani<br />

Tutto ciò rientra, naturalmente, tra gli obiettivi a carattere globale. Il SAR, <strong>per</strong>ò,<br />

<strong>per</strong>mette <strong>di</strong> raggiungere anche obiettivi a carattere regionale attraverso <strong>la</strong><br />

produzione continua ed affidabile <strong>di</strong> dati, utilizzati <strong>per</strong> svariate applicazioni,<br />

quali:<br />

• Mappatura dei ghiacci e delle nevi<br />

• Protezione e monitoraggio dell’inquinamento delle coste<br />

• Monitoraggio del traffico marittimo<br />

• Monitoraggio delle foreste e dell’agricoltura<br />

• Esplorazione geologica<br />

• Mappatura topografica<br />

• Pre<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sastri naturali<br />

• Monitoraggio delle deformazioni del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie terrestre<br />

La maggior parte degli obiettivi a carattere regionale richiede dati in tempo<br />

reale, richiede, cioè, che i dati siano <strong>di</strong>sponili entro poche ore dal<strong>la</strong> loro<br />

acquisizione. Poche applicazioni, invece, richiedono che i dati siano consegnati<br />

in modalità off-line. Per questo motivo il SAR <strong>la</strong>vora avvalendosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi<br />

programmi specifici <strong>per</strong> l’immagazzinamento dati, che <strong>per</strong>mettono <strong>la</strong><br />

costruzione <strong>di</strong> un archivio dati che può essere utilizzato <strong>per</strong> scopi <strong>di</strong> ricerca<br />

scientifica<br />

- 7 -


1.2 FUNZIONAMENTO STRUMENTI<br />

Il fascio d’antenna <strong>di</strong> un radar SIDE-LOOKING è <strong>di</strong>retto <strong>per</strong>pen<strong>di</strong>co<strong>la</strong>rmente<br />

al piano <strong>di</strong> volo. Durante il movimento del satellite, ogni elemento<br />

dell’obiettivo dell’osservazione è illuminato dal fascio <strong>per</strong> un certo tempo,<br />

chiamato “integration time”. Nell’e<strong>la</strong>borazione fatta sul<strong>la</strong> Terra, le repliche<br />

complesse dei segnali, ricevute in questo <strong>per</strong>iodo, vengono sommate in<br />

maniera coerente. Questa e<strong>la</strong>borazione equivale al<strong>la</strong> generazione sintetica <strong>di</strong><br />

un’antenna, <strong>la</strong> cosiddetta “a<strong>per</strong>tura sintetica”. Assumendo un fascio con<br />

ampiezza ango<strong>la</strong>re costante, l’a<strong>per</strong>tura sintetica che si può ottenere nell’intero<br />

<strong>per</strong>corso del satellite cresce con <strong>la</strong> pendenza tra il satellite e l’obiettivo<br />

dell’osservazione. La risoluzione azimutale o along–track <strong>di</strong> un radar è<br />

<strong>di</strong>rettamente proporzionale al<strong>la</strong> lunghezza dell’antenna e inversamente<br />

proporzionale al<strong>la</strong> inclinazione del target. La risoluzione del SAR è, invece,<br />

in<strong>di</strong>pendente dal<strong>la</strong> gamma <strong>di</strong> obiettivi e teoricamente uguale a metà del<strong>la</strong><br />

lunghezza fisica dell’antenna. Il risultato ottenuto è dato da un trade–off con gli<br />

altri parametri re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> qualità dell’immagine, tra i quali ricor<strong>di</strong>amo <strong>la</strong><br />

risoluzione ra<strong>di</strong>ometrica. La risoluzione across–track o range resolution è<br />

funzione del<strong>la</strong> <strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda trasmessa dal radar. Per migliorare le<br />

prestazioni si utilizzano tecniche <strong>di</strong> compressione <strong>di</strong> impulso. Il fatto che gli<br />

strumenti <strong>la</strong>vorino in maniera end–to–end implica che le re<strong>la</strong>zioni <strong>di</strong> ampiezza<br />

e <strong>di</strong> fase tra i segnali complessi, trasmessi e ricevuti, devono essere mantenute<br />

costanti attraverso tutti gli strumenti e tutti gli elementi del<strong>la</strong> catena <strong>di</strong><br />

e<strong>la</strong>borazione.<br />

1.3 MODALITA’ FUNZIONAMENTO<br />

Gli strumenti del SAR sono progettati <strong>per</strong> garantire un ampio grado <strong>di</strong><br />

flessibilità nel funzionamento. I principali parametri degli strumenti possono<br />

essere selezionati attraverso coman<strong>di</strong> dati dal<strong>la</strong> Terra <strong>per</strong> ognuna delle cinque<br />

possibili modalità <strong>di</strong> funzionamento. Tali modalità <strong>di</strong> funzionamento sono:<br />

• Image Mode<br />

- 8 -


• Wave Mode<br />

• Wide Swath<br />

• Global Monitoring<br />

• Alternating Po<strong>la</strong>risation<br />

L’Image Mode genera dati ad elevata risoluzione spaziale (30 m <strong>per</strong> immagini<br />

<strong>di</strong> precisione) selezionandone una tra le sette <strong>di</strong>sponibili con angoli <strong>di</strong><br />

incidenza compresi tra 15° e 45°.<br />

Il Wave Mode fornisce scene <strong>di</strong> 5 km <strong>per</strong> 5 km spaziati <strong>di</strong> 100 km. La<br />

posizione delle scene può essere selezionata.<br />

Le modalità Wide Swath e Global Monitoring sono basate sul<strong>la</strong> tecnica<br />

ScanSAR, che utilizza cinque sottoaree, ognuna delle quali riesce ad analizzare<br />

un’area <strong>di</strong> 400 km con una risoluzione spaziale <strong>di</strong> 150 m nel caso Wide Swath<br />

e 1000 m nel caso Global Monitoring.<br />

Queste quattro modalità <strong>di</strong> funzionamento possono o<strong>per</strong>are solo in una delle<br />

due po<strong>la</strong>rizzazioni, o HH oppure VV. La prima lettera in<strong>di</strong>ca <strong>la</strong> po<strong>la</strong>rizzazione<br />

del segnale trasmesso, <strong>la</strong> seconda in<strong>di</strong>ca <strong>la</strong> po<strong>la</strong>rizzazione del segnale ricevuto.<br />

HH in<strong>di</strong>ca, <strong>per</strong>tanto, po<strong>la</strong>rizzazione orizzontale <strong>per</strong> entrambi i segnali, VV<br />

in<strong>di</strong>ca po<strong>la</strong>rizzazione verticale.<br />

La modalità Alternating Po<strong>la</strong>risation fornisce <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> avere<br />

contemporaneamente due immagini del<strong>la</strong> stessa area in po<strong>la</strong>rizzazione HH e<br />

VV, oppure HH e HV, oppure VV e VH con <strong>la</strong> stessa geometria dell’Image<br />

Mode, con una risoluzione simile a quel<strong>la</strong> che si ottiene con un’elevata<br />

risoluzione spaziale.<br />

Tutte le risoluzioni in<strong>di</strong>cate si riferiscono al sistema SAR <strong>di</strong> riferimento ERS-2.<br />

1.4 APPLICAZIONI<br />

Alcune importanti applicazioni del SAR possono essere realizzate me<strong>di</strong>ante<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> immagini <strong>di</strong> ampiezza. Una delle applicazioni più importanti è<br />

quel<strong>la</strong> che rileva fuoriuscite <strong>di</strong> petrolio nelle zone attorno alle piattaforme nel<br />

Mar del Nord. Per <strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione <strong>di</strong> queste fuoriuscite è possibile utilizzare<br />

modalità <strong>di</strong> funzionamento del SAR a bassa risoluzione (Wide Swath e Global-<br />

Monitoring), dato che si possono facilmente rilevare le zone co<strong>per</strong>te dal<br />

- 9 -


petrolio, in quanto queste, a causa del basso backscatter, appaiono molto più<br />

scure rispetto al resto dell’immagine (si veda a tal proposito <strong>la</strong> figura 1). Con<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> funzionamento a bassa risoluzione è possibile<br />

monitorare aree molto estese e visionare <strong>la</strong> stessa zona con una frequenza<br />

elevata. La stessa tecnica può essere utilizzata anche <strong>per</strong> <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione del<strong>la</strong><br />

su<strong>per</strong>ficie terrestre, in quanto <strong>la</strong> variazione del<strong>la</strong> morfologia del terreno è<br />

evidenziata da variazioni nel backscatter. In questo caso, <strong>per</strong>ò, si genera una<br />

mappa a colori attraverso acquisizioni multitemporali in Java. Oltre alle<br />

applicazioni viste è possibile sfruttare le variazioni del backscatter <strong>per</strong> il<br />

monitoraggio delle nevi e dei ghiacci.<br />

Figura 1 - esempio <strong>di</strong> visualizzazione <strong>di</strong> una macchia <strong>di</strong> petrolio<br />

Un’altra applicazione del SAR, <strong>di</strong> fondamentale importanza dal punto <strong>di</strong> vista<br />

economico e del<strong>la</strong> sicurezza, è quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> ausilio al<strong>la</strong> navigazione nei mari<br />

ghiacciati. Attraverso l’utilizzo del radar è infatti possibile estrarre<br />

informazioni circa <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> ghiaccio sulle acque. Le immagini catturate<br />

dal radar possono essere scaricate via Internet in tempo reale ed utilizzate in<br />

tempo reale <strong>per</strong> organizzare interventi volti al<strong>la</strong> rottura <strong>di</strong> ghiacci e al<strong>la</strong><br />

<strong>determinazione</strong> del<strong>la</strong> rotta migliore <strong>per</strong> i natanti. Per meglio evidenziare i bor<strong>di</strong><br />

del ghiaccio, si utilizza una tecnica <strong>di</strong> rilevamento che sfrutta un angolo <strong>di</strong><br />

- 10 -


incidenza variabile. Un’altra tecnica, che <strong>per</strong>mette invece <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare tra i<br />

<strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> ghiaccio, è quel<strong>la</strong> che utilizza il cambiamento <strong>di</strong> po<strong>la</strong>rizzazione.<br />

Il SAR può anche essere utilizzato <strong>per</strong> ottenere delle previsioni, in quanto riesce<br />

ad effettuare misurazioni anche in con<strong>di</strong>zioni atmosferiche avverse.<br />

L’estensione delle zone co<strong>per</strong>te dalle nevi può essere anch’essa determinata <strong>per</strong><br />

mezzo del SAR. In questo caso è possibile determinare solo <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> neve<br />

“umida”. In banda C, infatti, <strong>la</strong> neve secca è “trasparente” ed il segnale <strong>di</strong><br />

ritorno che si riceve è molto simile a quello ottenuto da zone sgombre dal<strong>la</strong><br />

neve. Nel momento in cui <strong>la</strong> neve <strong>di</strong>venta umida, c’è una forte <strong>di</strong>minuzione del<br />

backscatter. Analizzando <strong>la</strong> variazione temporale nel backscatter, si può quin<strong>di</strong><br />

determinare <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> neve “umida”.<br />

La modalità <strong>di</strong> funzionamento che rende possibile il maggior numero <strong>di</strong><br />

c<strong>la</strong>ssificazioni resta, comunque, <strong>la</strong> Alternating-Po<strong>la</strong>risation. Tra le varie<br />

tecniche utilizzate al fine <strong>di</strong> determinare cambiamenti delle su<strong>per</strong>fici, merita <strong>di</strong><br />

essere citata quel<strong>la</strong> che sfrutta <strong>la</strong> coerenza interferometrica. Tale coerenza<br />

<strong>di</strong>pende dal<strong>la</strong> stabilità del<strong>la</strong> <strong>di</strong>stribuzione geometrica ed è molto sensibile alle<br />

variazioni del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie; <strong>per</strong> questo motivo questa tecnica si presta bene <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> dei suddetti cambiamenti.<br />

Utilizzando il SAR in modalità Wave si analizzano piccole aree ad intervalli<br />

rego<strong>la</strong>ri e le immagini raccolte vengono messe insieme. Il recu<strong>per</strong>o del campo<br />

<strong>di</strong> vento e <strong>di</strong> quello delle onde viene effettuato attraverso una sud<strong>di</strong>visione<br />

dell’immagine ottenuta in una parte non <strong>linea</strong>re (corre<strong>la</strong>ta ai venti) e in una<br />

parte <strong>linea</strong>re (corre<strong>la</strong>ta alle onde). In questo caso si sfrutta una tecnica <strong>di</strong><br />

e<strong>la</strong>borazione detta inter-look. L’inter-look mette in re<strong>la</strong>zione il tempo <strong>di</strong><br />

decorre<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> velocità del vento, mentre <strong>la</strong> fase del<strong>la</strong> parte non <strong>linea</strong>re<br />

può essere utilizzata <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> del<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione del vento.<br />

Un’altra applicazione, tra le più innovative, del SAR è quel<strong>la</strong> che sfrutta i dati<br />

interferometrici. Attraverso questi dati è possibile estrarre modelli <strong>di</strong><br />

elevazione <strong>di</strong>gitali (Digital Elevation Model DEM) con una precisione fino a<br />

5m , in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> topografia del terreno e al<strong>la</strong> coerenza delle su<strong>per</strong>fici<br />

co<strong>per</strong>te. Un esempio <strong>di</strong> modello <strong>di</strong> elevazione <strong>di</strong>gitale ad elevata precisione è<br />

rappresentato nel<strong>la</strong> figura seguente:<br />

- 11 -


Figura 2 - Modello <strong>di</strong> elevazione <strong>di</strong>gitale (DEM)<br />

I dati interferometrici <strong>per</strong>mettono anche un monitoraggio del territorio, al fine<br />

<strong>di</strong> effettuare uno stu<strong>di</strong>o delle mo<strong>di</strong>ficazioni indotte dai terremoti, su sca<strong>la</strong><br />

regionale. Realizzano, inoltre, lo stu<strong>di</strong>o delle attività minerarie, il tutto con<br />

precisione dell’or<strong>di</strong>ne dei millimetri. Questa tecnica così precisa richiede<br />

acquisizioni prima e dopo <strong>la</strong> deformazione su<strong>per</strong>ficiale; una terza immagine è<br />

necessaria <strong>per</strong> ottenere un modello <strong>di</strong> elevazione da confrontare con le due<br />

acquisizioni. A tal fine si può utilizzare una mappa topografica dell’area molto<br />

accurata, evitando così <strong>di</strong> catturare <strong>la</strong> terza immagine del<strong>la</strong> zona in esame.<br />

Altre applicazioni dei dati interferometrici sono: monitoraggio del movimento<br />

dei ghiacciai e stima del tasso <strong>di</strong> crescita dei ghiacci.<br />

- 12 -


1.5 INTRODUZIONE ALGORITMI DI<br />

ELABORAZIONE<br />

Gli <strong>algoritmi</strong> utilizzati dal SAR <strong>per</strong> l’e<strong>la</strong>borazione delle immagini sono stati<br />

creati tenendo presente quali sono le geometrie <strong>di</strong> funzionamento dei sensori e<br />

quali segnali vengono utilizzati <strong>per</strong> ottenere le informazioni <strong>di</strong> interesse. Nel<br />

SAR il fascio d’antenna è puntato quasi <strong>per</strong>pen<strong>di</strong>co<strong>la</strong>rmente rispetto al<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> volo del veicolo spaziale. L’impulso trasmesso si propaga a partire<br />

dal radar e viene riflesso dal target o da eventuali ostacoli posizionati sul<strong>la</strong><br />

su<strong>per</strong>ficie terrestre a <strong>di</strong>stanze sempre maggiori rispetto al radar. Le eco ricevute<br />

da un singolo impulso trasmesso costituiscono una c<strong>la</strong>sse <strong>di</strong> dati SAR, funzione<br />

del ritardo temporale introdotto dagli ostacoli. Per questo motivo, una<br />

<strong>di</strong>mensione nell’ “immagine radar” è <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza tra il radar e l’ostacolo,<br />

chiamata “range”. Questa <strong>di</strong>stanza non è <strong>la</strong> stessa misurabile sul<strong>la</strong> Terra,<br />

poiché il radar si trova ad una certa altezza dal suolo. La <strong>di</strong>mensione<br />

nell’immagine, <strong>per</strong>tanto, è chiamata “s<strong>la</strong>nt range”, in contrapposizione al<br />

“ground range”, come mostra <strong>la</strong> figura seguente:<br />

Figura 3 - Geometria radar e <strong>di</strong>mensioni dello s<strong>la</strong>nt range<br />

- 13 -


Il veicolo spaziale trasmette impulsi e riceve le eco <strong>per</strong>io<strong>di</strong>camente. A causa<br />

del movimento del veicolo, un impulso viene trasmesso in <strong>di</strong>versi punti<br />

dell’orbita. Perciò <strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione “along track”, o <strong>di</strong>rezione azimutale,<br />

rappresenta l’altra <strong>di</strong>mensione nell’immagine radar. E’ necessario tener<br />

presente che <strong>la</strong> velocità al<strong>la</strong> quale si propaga l’impulso (velocità del<strong>la</strong> luce) è<br />

molto più grande del<strong>la</strong> velocità del veicolo spaziale; si può facilmente<br />

comprendere, allora, l’approssimazione secondo <strong>la</strong> quale <strong>la</strong> posizione del<br />

veicolo in cui l’eco dell’impulso viene ricevuto è considerata coincidente con<br />

<strong>la</strong> posizione in cui l’impulso è stato trasmesso.<br />

Gli impulsi utilizzati sono impulsi FM (modu<strong>la</strong>ti in frequenza) <strong>linea</strong>ri <strong>di</strong> lunga<br />

durata. In tal modo si può trasmettere con un picco <strong>di</strong> potenza più basso.<br />

Quando si filtrano i suddetti impulsi <strong>linea</strong>ri FM si ottengono impulsi stretti, <strong>la</strong><br />

cui energia è interamente concentrata nel valore <strong>di</strong> picco. Così quando si filtra<br />

l’eco ricevuta si ottiene un risultato analogo a quello che si sarebbe ottenuto nel<br />

caso in cui fosse stato trasmesso un impulso stretto con i corrispondenti<br />

rapporto segnale rumore e risoluzione in range.<br />

Matematicamente, in forma complessa, un segnale FM <strong>linea</strong>re può essere<br />

espresso nel<strong>la</strong> seguente forma:<br />

p i K<br />

2<br />

( τ ) = exp( π τ )<br />

dove i è <strong>la</strong> ra<strong>di</strong>ce quadrata <strong>di</strong> − 1,<br />

τ è <strong>la</strong> durata dell’impulso e K è <strong>la</strong><br />

frequenza.<br />

L’impulso FM ha una frequenza istantanea che aumenta <strong>linea</strong>rmente con il<br />

tempo (come mostrano le crescenti oscil<strong>la</strong>zioni in figura 4).<br />

Il filtro <strong>di</strong> matching può essere pensato come un filtro con <strong>di</strong>verso ritardo<br />

temporale <strong>per</strong> ogni componente frequenziale del segnale che passa attraverso il<br />

filtro stesso. Le <strong>di</strong>verse componenti frequenziali vengono, cioè, ritardate in<br />

maniera tale da farle giungere all’uscita del filtro contemporaneamente, così da<br />

concentrare l’energia in un picco stretto.<br />

- 14 -


Figura 4 - Compressione degli impulsi<br />

La sequenza <strong>di</strong> impulsi ricevuti viene organizzata in un formato<br />

bi<strong>di</strong>mensionale, con le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> “range” e “azimuth”, <strong>per</strong> formare il<br />

segnale SAR vero e proprio. Il segnale è tipicamente descritto attraverso<br />

l’analisi del segnale ricevuto da un singolo ostacolo al suolo, oppure dal target<br />

stesso. In questo caso, ad ogni posizione azimutale si riceve un’eco impulsiva<br />

da ogni punto del target. Il ritardo con cui l’impulso viene ricevuto è funzione<br />

del<strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza tra radar e target e varia nel corso dell’orbita del veicolo<br />

spaziale. Bisogna inoltre ricordare che il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> tempo <strong>per</strong> il quale si<br />

ricevono dal target coincide con il tempo in cui il target stesso è illuminato dal<br />

fascio d’antenna. Il suddetto tempo <strong>di</strong> illuminazione determina l’ampiezza<br />

azimutale del segnale SAR grezzo, detta anche “a<strong>per</strong>tura sintetica” (ve<strong>di</strong> figura<br />

5).<br />

- 15 -


Figura 5 - A<strong>per</strong>tura sintetica<br />

In effetti l’antenna trasmette un segnale ad alta frequenza con portante<br />

sinusoidale, modu<strong>la</strong>to dall’impulso trasmesso. La portante viene riflessa dal<br />

target; il segnale <strong>di</strong> ritorno viene ricevuto dall’antenna e demodu<strong>la</strong>to <strong>per</strong><br />

ottenere l’eco in ricezione. La demodu<strong>la</strong>zione utilizzata è una demodu<strong>la</strong>zione<br />

coerente (in ricezione è necessario ricostruire <strong>la</strong> portante).<br />

Matematicamente un segnale SAR può essere espresso come segue:<br />

s(, t τ ) = exp(4 i πR()/ t λ) p( τ − 2 R()/ t c)<br />

dove t è il tempo lungo il <strong>per</strong>corso <strong>di</strong> volo, R() t è <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza dal target in<br />

funzione del tempo <strong>di</strong> azimuth, τ è <strong>la</strong> durata dell’impulso trasmesso, p( τ ) è<br />

l’impulso stesso, c è <strong>la</strong> velocità del<strong>la</strong> luce e λ <strong>la</strong> lunghezza d’onda del<strong>la</strong><br />

portante.<br />

Per calco<strong>la</strong>re il ritardo <strong>di</strong> propagazione basta <strong>di</strong>videre <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> andata e<br />

ritorno <strong>per</strong> <strong>la</strong> velocità del<strong>la</strong> luce; analogamente <strong>la</strong> fase sarà data dal rapporto tra<br />

<strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> andata e ritorno e <strong>la</strong> lunghezza d’onda.<br />

- 16 -


Se si considera un <strong>per</strong>corso <strong>di</strong> volo rettilineo, <strong>la</strong> funzione R() t ha andamento<br />

i<strong>per</strong>bolico e il segnale SAR può essere considerato un segnale FM <strong>linea</strong>re con<br />

una frequenza istantanea che varia col tempo <strong>di</strong> azimuth. Le variazioni del<strong>la</strong><br />

frequenza istantanea sono assimi<strong>la</strong>bili al<strong>la</strong> tras<strong>la</strong>zione Doppler del<strong>la</strong> portante.<br />

La frequenza Doppler è legata a quel<strong>la</strong> componente del<strong>la</strong> velocità del satellite<br />

nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione del target. Questa <strong>di</strong>rezione cambia continuamente nel corso<br />

dell’orbita, portando ad una conseguente variazione continua del<strong>la</strong> frequenza<br />

Doppler.<br />

Per quanto riguarda <strong>la</strong> memorizzazione dei dati ottenuti, a seconda del<strong>la</strong><br />

modalità <strong>di</strong> funzionamento utilizzata, i dati possono essere immagazzinati in<br />

maniera continua oppure in maniera <strong>di</strong>scontinua. Se si utilizza una modalità<br />

Image, i dati vengono memorizzati in maniera continua, mentre <strong>per</strong> le modalità<br />

Alternating Po<strong>la</strong>risation, ScanSAR (cioè Wide Swath e Global Monitoring) si<br />

usa una modalità <strong>di</strong> memorizzazione dati <strong>di</strong>scontinua. In partico<strong>la</strong>re, <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

modalità continua si analizza una singo<strong>la</strong> eco <strong>per</strong> volta, mentre nelle modalità<br />

<strong>di</strong>scontinue ci sono più eco messe insieme e analizzate contemporaneamente.<br />

Un esempio delle due possibili modalità <strong>di</strong> memorizzazione dei dati è mostrato<br />

nel<strong>la</strong> figura seguente:<br />

Figura 6 - Dati SAR continui e <strong>di</strong>scontinui<br />

- 17 -


1.6 ESEMPIO DI DATI<br />

Una catena <strong>di</strong> e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> dati acquisiti me<strong>di</strong>ante SAR è stata<br />

implementata presso il German Remote Sensing Data Center (DFD-DLR) <strong>di</strong><br />

Oberpfaffenhofen in Germania. I dati utilizzati <strong>per</strong> testare tale catena <strong>di</strong><br />

e<strong>la</strong>borazione sono rappresentati da una serie <strong>di</strong> frame ottenuti da passaggi<br />

successivi dei satelliti ERS con orbita del<strong>la</strong> durata <strong>di</strong> 35 giorni su un’area <strong>di</strong><br />

investigazione, ottenendo immagini SAR full-resolution che hanno pixel <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni pari a 12.5m× 12.5m<br />

e coprono un’area <strong>di</strong> circa<br />

100km × 100km<br />

.<br />

Un esempio <strong>di</strong> frame ottenuto da passaggi successivi è mostrata nel<strong>la</strong> figura<br />

seguente e si riferisce all’area dell’estuario dell’Elba.<br />

Figura 7 - Esempio <strong>di</strong> frame SAR<br />

- 18 -


1.7 STATISTICA DELLE IMMAGINI<br />

SAR<br />

A causa del<strong>la</strong> natura coerente dell’illuminazione, le immagini radar sono<br />

affette da rumore speckle. Poiché il target è in massima re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong><br />

lunghezza d’onda <strong>di</strong> illuminazione e all’angolo <strong>di</strong> incidenza, oppure poiché <strong>la</strong><br />

profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> risoluzione del<strong>la</strong> cel<strong>la</strong> è molto più grande del<strong>la</strong> lunghezza d’onda,<br />

le fasi dei <strong>di</strong>ffusori elementari nel<strong>la</strong> cel<strong>la</strong> <strong>di</strong> risoluzione sono <strong>di</strong>stribuite<br />

casualmente su molti cicli. Questa situazione viene chiamata col nome <strong>di</strong><br />

speckle completamente sviluppato. La fase del campo rilevato sarà quin<strong>di</strong><br />

uniformemente <strong>di</strong>stribuita e in<strong>di</strong>pendente dall’ampiezza del campo. Come<br />

conseguenza si ottiene un’intensità I dell’immagine SAR <strong>di</strong> un’area<br />

omogenea <strong>di</strong>stribuita secondo una funzione esponenziale negativa.<br />

con valor me<strong>di</strong>o µ .<br />

1<br />

fI () t = e<br />

µ<br />

Generalmente, <strong>la</strong> ground intensity<br />

- 19 -<br />

−t<br />

/ µ<br />

I A<br />

2<br />

0 = 0 con 0<br />

A (ground amplitude) sarà<br />

degradata da qualche rumore N , <strong>di</strong>stribuito esponenzialmente <strong>per</strong> ogni pixel<br />

dell’immagine campionata.<br />

I = IN 0<br />

anche il rumore speckle, ad esempio, è moltiplicativo. Calcoliamo quin<strong>di</strong> il<br />

logaritmo<br />

log I = log I + log N<br />

0<br />

ottenendo così un valore dell’intensità che è corrotto da un rumore ad<strong>di</strong>tivo<br />

invece che da un rumore moltiplicativo. Risulta semplice mostrare che <strong>la</strong><br />

funzione <strong>di</strong> densità <strong>di</strong> probabilità (pdf) del ln N è data da:


1<br />

fln N () t = ee<br />

µ<br />

- 20 -<br />

t −t/<br />

µ<br />

Tale <strong>di</strong>stribuzione prende il nome <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione Fisher – Tippet.<br />

Al fine <strong>di</strong> eliminare il rumore speckle, le immagini SAR vengono processate<br />

come immagini multi-look, in maniera tale che il rumore speckle sia scorre<strong>la</strong>to.<br />

Dopo <strong>la</strong> detezione, lo speckle si riduce andando a sommare L viste<br />

dell’immagine generate da <strong>di</strong>verse sottobande.<br />

Per un’immagine multilook, <strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> densità <strong>di</strong> probabilità si trasforma<br />

come segue:<br />

1 ⎛ L ⎞<br />

fln N () t = e e<br />

Γ( L)<br />

⎜<br />

µ<br />

⎟<br />

⎝ ⎠<br />

La funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione cumu<strong>la</strong>tiva <strong>di</strong>venta:<br />

avente funzione caratteristica:<br />

valor me<strong>di</strong>o:<br />

e coefficiente <strong>di</strong> varianza:<br />

L<br />

Lt −Le<br />

/ µ<br />

L−1<br />

⎛ L ⎞<br />

P(ln N ≤ t) = 1−∑ ⎜ 1/ j! e e<br />

j=<br />

0 µ<br />

⎟<br />

⎝ ⎠<br />

∧ Γ ( iω + L)<br />

⎛µ ⎞<br />

2 π f ln N ( ω)<br />

= ⎜ ⎟<br />

Γ( L) ⎝ L ⎠<br />

'<br />

µ Γ ( L)<br />

ln N = ln +<br />

L Γ(<br />

L)<br />

j<br />

t<br />

jt −Le<br />

/ µ<br />

iω<br />

t


CVAR<br />

Γ ( L) Γ( L) −( Γ(<br />

L))<br />

=<br />

⎛ ⎞<br />

⎜Γ ( L) +Γ(<br />

L)ln<br />

⎟<br />

⎝ L ⎠<br />

'' ' 2<br />

ln N<br />

2<br />

'<br />

µ<br />

Se si utilizzano immagini <strong>di</strong> ampiezza al posto <strong>di</strong> immagini <strong>di</strong> intensità bisogna<br />

mo<strong>di</strong>ficare <strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> densità <strong>di</strong> probabilità e <strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

cumu<strong>la</strong>tiva con un fattore 2, mentre il valor me<strong>di</strong>o viene <strong>di</strong>mezzato; <strong>la</strong> varianza<br />

invece resta <strong>la</strong> stessa.<br />

1.8 GENERALITA’ ALGORITMI PER<br />

L’ELABORAZIONE DI IMMAGINI<br />

SAR<br />

I principali <strong>algoritmi</strong> utilizzati <strong>per</strong> <strong>la</strong> formazione delle immagini SAR vere e<br />

proprie sono:<br />

• Algoritmo SPECAN<br />

• Algoritmo Range-Doppler<br />

Il primo è usato <strong>per</strong> le immagini a me<strong>di</strong>a risoluzione ottenute con modalità<br />

Image e con tutte le immagini nelle modalità Alternating Po<strong>la</strong>risation, Wide<br />

Swath e Global Monitoring. Il secondo è usato <strong>per</strong> le altre immagini in<br />

modalità Image.<br />

In realtà gli <strong>algoritmi</strong> utilizzati <strong>per</strong> <strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione delle immagini SAR sono<br />

molti e si sud<strong>di</strong>vidono in tre categorie:<br />

• PREPROCESSING: raccolgono e correggono i dati “grezzi”<br />

• DOPPLER CENTROID ESTIMATION: stimano <strong>la</strong> frequenza del<br />

centro <strong>di</strong> massa dello spettro Doppler del dato<br />

• IMAGE FORMATION: processano i dati “grezzi” al fine <strong>di</strong> ottenere<br />

l’immagine finale<br />

- 21 -


La catena <strong>di</strong> e<strong>la</strong>borazione dei dati SAR è mostrata nel<strong>la</strong> figura seguente:<br />

Figura 8 - Diagramma <strong>di</strong> flusso dell’e<strong>la</strong>borazione dei dati<br />

1.9 PREPROCESSING<br />

La pre-e<strong>la</strong>borazione si applica a tutti i dati “grezzi”, cioè a tutti quei dati<br />

appena ottenuti dallo strumento, prima che sia stata effettuata <strong>la</strong> stima degli<br />

altri parametri e prima che sia stata realizzata <strong>la</strong> formazione dell’immagine<br />

finale. Le fasi principali del<strong>la</strong> pre-e<strong>la</strong>borazione sono:<br />

• Ingest and Validation of raw SAR data: si analizza <strong>la</strong> testa del pacchetto<br />

dati<br />

• Block Adaptative Quantisation (BAQ) deco<strong>di</strong>ng: si decomprimono i<br />

dati co<strong>di</strong>ficati a 2 o 4 bit, ottenendo una rappresentazione a 8 bit. Per<br />

realizzare <strong>la</strong> deco<strong>di</strong>fica BAQ si utilizzano o<strong>per</strong>azioni presenti in<br />

apposite look-up table.<br />

• Raw Data Analysis: i dati complessi vengono raggruppati in due canali<br />

(canale in fase I e canale in quadratura Q). I ricevitori elettronici<br />

potrebbero <strong>per</strong>ò non garantire l’assoluta ortogonalità tra i due canali.<br />

Per questo si sfruttano delle statistiche dei due canali <strong>per</strong> verificare se<br />

l’ortogonalità è garantita.<br />

- 22 -


• Raw Data Correction: si correggono gli errori determinati nei canali in<br />

fase e in quadratura, verificatisi nel corso del<strong>la</strong> fase precedente<br />

• Replica Construction and Power Estimation: si estrae una replica del<br />

segnale impulsivo trasmesso<br />

• Noise Power Estimation: si effettua una stima del<strong>la</strong> potenza del rumore<br />

1.10 STIMA DELLA FREQUENZA<br />

DOPPLER<br />

La stima del<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa rappresenta l’elemento<br />

chiave <strong>per</strong> l’e<strong>la</strong>borazione dei dati del SAR. Tale stima è <strong>di</strong> fondamentale<br />

importanza in quanto <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> progettare i filtri <strong>di</strong> compressione azimutale<br />

in maniera tale da catturare gran parte dell’energia del segnale nello spettro<br />

Doppler, fornendo così i valori ottimi <strong>per</strong> il rapporto segnale rumore (SNR).<br />

Il segnale azimutale nel SAR viene campionato tramite PRF (Pulse Repetition<br />

Frequency). Come accade con tutti i segnali campionati, vi è una certa<br />

ambiguità nel<strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> dello spettro a causa del<strong>la</strong> repliche. Per questo<br />

motivo <strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa assume <strong>la</strong> seguente forma:<br />

f = f + MF<br />

ηc '<br />

ηc<br />

a<br />

dove fη c è <strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa assoluta, composta da due<br />

parti:<br />

• Fine Doppler Frequency<br />

• a<br />

'<br />

f η c<br />

MF è un multiplo intero del<strong>la</strong> PRF (che assume valore F a )<br />

La frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa è quin<strong>di</strong> limitata entro una range <strong>di</strong><br />

± F a /2.<br />

Il fattore M , invece, è chiamato “fattore <strong>di</strong> ambiguità Doppler” e il<br />

- 23 -


suo valore viene calco<strong>la</strong>to utilizzando un metodo noto come DAR (Doppler<br />

Ambiguity Resolver). A seconda delle modalità <strong>di</strong> funzionamento utilizzate,<br />

vengono usati <strong>algoritmi</strong> <strong>di</strong>versi <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> del<strong>la</strong> frequenza Doppler<br />

del centro <strong>di</strong> massa.<br />

In partico<strong>la</strong>re, a seconda del tipo <strong>di</strong> immagine, si utilizzano i seguenti<br />

<strong>algoritmi</strong>:<br />

• Immagini ad alta risoluzione in modalità Image e Wave: Multi-Look<br />

Cross Corre<strong>la</strong>tion (MLCC)<br />

• Modalità Alternating Po<strong>la</strong>risation e prodotti a me<strong>di</strong>a risoluzione<br />

e<strong>la</strong>borati con l’algoritmo SPECAN: algoritmo SPECAN <strong>per</strong> <strong>la</strong> stima<br />

del<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa; <strong>la</strong> Fine Doppler Frequency<br />

viene invece stimata con l’algoritmo Look Power Ba<strong>la</strong>ncing<br />

• Modalità Wide Swath: <strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa viene<br />

stimata con il metodo Madsen e poi si affina ulteriormente <strong>la</strong> stima<br />

con il metodo Power Look Ba<strong>la</strong>ncing; il fattore <strong>di</strong> ambiguità si risolve<br />

col metodo PRF (Pulse Repetition Frequency)<br />

• Modalità Global Monitoring: si usano gli stessi <strong>algoritmi</strong> presentati <strong>per</strong><br />

le modalità Wide Swath ad eccezione dell’algoritmo Look Power<br />

Ba<strong>la</strong>ncing, che non viene utilizzato poiché <strong>la</strong> quantità <strong>di</strong> dati in<br />

modalità Global Monitoring è troppo bassa <strong>per</strong> l’utilizzazione <strong>di</strong> tale<br />

metodo<br />

1.11 METODO MADSEN<br />

Il metodo Madsen è utilizzato <strong>per</strong> determinare <strong>la</strong> parte re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> PRF<br />

(Pulse Repetition Frequency) del<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa. E’<br />

molto semplice da implementare ed è partico<strong>la</strong>rmente adatto <strong>per</strong> l’e<strong>la</strong>borazione<br />

dei dati ScanSAR. Tale metodo stima <strong>la</strong> funziona <strong>di</strong> auto-corre<strong>la</strong>zione dei dati<br />

e sfrutta il fatto che <strong>la</strong> fase del<strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> auto-corre<strong>la</strong>zione può essere<br />

re<strong>la</strong>zionata ad una tras<strong>la</strong>zione Doppler nel<strong>la</strong> funzione densità spettrale <strong>di</strong><br />

potenza.<br />

- 24 -


I risultati ottenuti, in termini <strong>di</strong> efficienza, sono ottimi e non è necessario<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> alcuna FFT (Fast Fourier Transform), così come è possibile evitare<br />

<strong>la</strong> ricerca dei picchi. Si utilizza questo metodo <strong>per</strong> una prima e<strong>la</strong>borazione<br />

dell’informazione che produce dati che vengono poi ulteriormente processati<br />

attraverso <strong>algoritmi</strong> più complessi dal punto <strong>di</strong> vista computazionale.<br />

Attraverso il metodo <strong>di</strong> Madsen si calco<strong>la</strong> il primo “LAG” del<strong>la</strong> funzione <strong>di</strong><br />

auto-corre<strong>la</strong>zione, chiamato Coefficiente <strong>di</strong> Cross-corre<strong>la</strong>zione (CCC) del<br />

campione azimutale a<strong>di</strong>acente. Tali coefficienti <strong>di</strong> cross-corre<strong>la</strong>zione sono dei<br />

numeri complessi <strong>la</strong> cui fase è re<strong>la</strong>zionata al<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong><br />

massa nel<strong>la</strong> maniera seguente:<br />

Fηc = − Faφ/2π<br />

Bisogna sotto<strong>linea</strong>re che <strong>la</strong> fase del coefficiente <strong>di</strong> cross-corre<strong>la</strong>zione è noto<br />

solo all’interno dell’intervallo [0,2π]. Per questo motivo l’equazione riportata<br />

sopra non stima effettivamente <strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa, ma<br />

effettua una stima del<strong>la</strong> Fine Doppler Frequency.<br />

I coefficienti <strong>di</strong> cross-corre<strong>la</strong>zione hanno valori <strong>di</strong>versi <strong>per</strong> ogni s<strong>la</strong>nt range<br />

(<strong>di</strong>stanza radar-target). I vari s<strong>la</strong>nt range vengono sud<strong>di</strong>visi in gruppi e i<br />

coefficienti <strong>di</strong> corre<strong>la</strong>zione ottenuti vengono me<strong>di</strong>ati su ogni gruppo, ottenendo<br />

così i coefficienti me<strong>di</strong> <strong>di</strong> cross-corre<strong>la</strong>zione (ACCC Average Cross<br />

Corre<strong>la</strong>tion Coefficients), uno <strong>per</strong> ogni gruppo. L’argomento <strong>di</strong> tali<br />

coefficienti è utilizzato <strong>per</strong> il calcolo del<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong><br />

massa.<br />

1.12 METODO MULTI-LOOK CROSS<br />

CORRELATION<br />

Il metodo Multi-Look Cross Corre<strong>la</strong>tion (MLCC) è utilizzato <strong>per</strong> stimare<br />

sia <strong>la</strong> parte intera sia <strong>la</strong> parte frazionaria del<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong><br />

massa dei dati SAR. Lo stimatore determina il valore assoluto del<strong>la</strong> frequenza<br />

Doppler, senza aliasing. Questo metodo presenta l’enorme vantaggio <strong>di</strong> poter<br />

- 25 -


essere applicato senza <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> conoscere a priori l’angolo <strong>di</strong> puntamento<br />

del fascio radar. Il metodo MLCC basa il suo funzionamento sul fatto che <strong>la</strong><br />

frequenza Doppler assoluta è una funzione del segnale trasmesso.<br />

A partire da immagini in due range <strong>di</strong> frequenza <strong>di</strong>stinti, l’algoritmo calco<strong>la</strong> i<br />

coefficienti <strong>di</strong> cross-corre<strong>la</strong>zione. Lo spettro viene quin<strong>di</strong> sud<strong>di</strong>viso in due parti<br />

e si applica <strong>la</strong> trasformata <strong>di</strong> Fourier inversa (IFFT) <strong>per</strong> <strong>la</strong> formazione <strong>di</strong><br />

immagini complesse che corrispondono ad una riproduzione nel dominio<br />

temporale delle immagini all’interno dei due range <strong>di</strong> frequenza. Si passa poi al<br />

calcolo dei coefficienti me<strong>di</strong> <strong>di</strong> cross-corre<strong>la</strong>zione nei due range e se ne calco<strong>la</strong><br />

anche <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fase. Tale <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fase vale:<br />

δφ = φ − φ = 2 π( K − K ) η / F<br />

L2 L1 a2 a1 c a<br />

Il risultato precedente viene sfruttato <strong>per</strong> il calcolo del<strong>la</strong> frequenza Doppler<br />

assoluta data da:<br />

η = − 0 aδφ/2πδ<br />

f fF f<br />

c<br />

dove f 0 rappresenta <strong>la</strong> frequenza centrale <strong>di</strong> trasmissione.<br />

L’accuratezza nel calcolo del<strong>la</strong> frequenza Doppler assoluta è insufficiente; tale<br />

valore,<strong>per</strong>ò, può essere sfruttato <strong>per</strong> <strong>la</strong> stima dell’ambiguità Doppler. La parte<br />

PRF (Pulse Repetition Frequency) è invece ottenuta dal<strong>la</strong> fase dei coefficienti<br />

me<strong>di</strong> <strong>di</strong> cross-corre<strong>la</strong>zione delle due osservazioni nei due range frequenziali. In<br />

partico<strong>la</strong>re si può scrivere:<br />

'<br />

f η = − F<br />

c a π φL2 + φL1<br />

( /2 )( )/2<br />

E’ da sotto<strong>linea</strong>re che i valori <strong>di</strong> fase ottenuti sono <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> <strong>per</strong>iodo 2π ;<br />

inoltre, l’elevata tolleranza <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> accettare anche errori nel calcolo del<strong>la</strong><br />

fase abbastanza elevati. Un errore <strong>di</strong> 5° nel calcolo del coefficiente ango<strong>la</strong>re<br />

dell’auto-corre<strong>la</strong>zione provoca un errore nell’applicazione dell’espressione<br />

precedente <strong>di</strong> soli 0,014 F a .<br />

- 26 -


Questo metodo può essere utilizzato anche <strong>per</strong> calco<strong>la</strong>re l’ambiguità Doppler,<br />

che può essere stimata come segue:<br />

M = round f − f + f F<br />

'<br />

[( η ) / ]<br />

c ηc<br />

offset a<br />

dove f offset rappresenta <strong>la</strong> frequenza <strong>di</strong> offset del sistema, <strong>la</strong> quale dovrebbe<br />

essere sottratta dal valore finale <strong>di</strong> fη ottenuto.<br />

c<br />

Il valore del<strong>la</strong> frequenza <strong>di</strong> offset del sistema <strong>di</strong>pende, principalmente, dalle<br />

caratteristiche dell’antenna e dovrebbe essere calibrata <strong>per</strong> ogni satellite. Tale<br />

offset trae <strong>la</strong> sua origine del<strong>la</strong> <strong>di</strong>pendenza dell’angolo <strong>di</strong> puntamento<br />

dell’antenna dal<strong>la</strong> frequenza <strong>di</strong> trasmissione; infatti, mentre l’impulso<br />

trasmesso copre l’intera <strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda, l’angolo <strong>di</strong> puntamento istantaneo<br />

dell’antenna varia. Poiché <strong>la</strong> frequenza Doppler <strong>di</strong>pende dall’angolo <strong>di</strong><br />

puntamento dell’antenna, c’è una variazione del<strong>la</strong> suddetta frequenza nel corso<br />

del<strong>la</strong> durata dell’impulso. Per questo motivo il processore a bordo del SAR<br />

e<strong>la</strong>bora le immagini sfruttando <strong>la</strong> frequenza Doppler me<strong>di</strong>a.<br />

Con l’algoritmo Multi-Look Cross Corre<strong>la</strong>tion, le osservazioni in due range<br />

<strong>di</strong> frequenza vengono estratte con frequenze portanti <strong>di</strong>verse; <strong>per</strong>tanto le<br />

frequenze Doppler nei due range saranno leggermente <strong>di</strong>verse. Questa <strong>di</strong>versità<br />

può essere eliminata andando a determinare <strong>la</strong> frequenza <strong>di</strong> offset.<br />

Una opportuna frequenza <strong>di</strong> offset può essere determinata utilizzando l’errore<br />

tra l’ambiguità e il valore “non rounded”. Questi valori sono ottenuti da un<br />

processore che li inserisce in un file <strong>di</strong> debug <strong>per</strong> facilitare le o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong><br />

calibrazione.<br />

Nel<strong>la</strong> figura seguente si riporta un possibile schema a blocchi dell’algoritmo<br />

Multi-Look Cross Corre<strong>la</strong>tion:<br />

- 27 -


Figura 9 - Algorimo Multi Look Cross-Corre<strong>la</strong>tion<br />

1.13 LOOK POWER BALANCING<br />

(Bi<strong>la</strong>nciamento energetico delle<br />

osservazioni)<br />

Le immagini SAR ottenute in modalità Alternating Po<strong>la</strong>risation o ScanSAR<br />

(Global Monitoring, Wide Swath) sono costituite da una serie <strong>di</strong> burst <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong> dati. Solitamente <strong>la</strong> durata del burst è molto minore del tempo <strong>di</strong> a<strong>per</strong>tura<br />

sintetica, cioè del tempo che il fascio <strong>di</strong> antenna impiega a passare sopra un<br />

- 28 -


determinato punto del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie terrestre. Durante un burst, <strong>la</strong> porzione <strong>di</strong><br />

fascio d’antenna che illumina un obiettivo <strong>di</strong>pende dal<strong>la</strong> posizione<br />

dell’obiettivo stesso. Obiettivi posizionati in punti <strong>di</strong>versi rispetto all’azimuth<br />

sono <strong>per</strong>tanto illuminati da porzioni <strong>di</strong>verse del fascio d’antenna. Il guadagno<br />

d’antenna, a seconda del<strong>la</strong> porzione <strong>di</strong> fascio che illumina l’obiettivo assume<br />

valori <strong>di</strong>versi. Ciò porta a variazioni dell’intensità nelle immagini e<strong>la</strong>borate.<br />

Per <strong>la</strong> compensazione <strong>di</strong> queste variazioni ra<strong>di</strong>ometriche è sufficiente<br />

conoscere a priori il <strong>per</strong>corso del fascio d’antenna, mentre <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

<strong>determinazione</strong> del<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa è necessario<br />

conoscere con precisione <strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> puntamento del fascio stesso.<br />

Nel<strong>la</strong> figura seguente si può notare come un valore errato del<strong>la</strong> frequenza<br />

Doppler provochi una variazione nell’intensità dell’immagine burst. Si<br />

evidenziano inoltre le variazioni dell’errore ra<strong>di</strong>ometrico a seconda dell’errore<br />

commesso nel<strong>la</strong> stima del<strong>la</strong> frequenza Doppler:<br />

Figura 10 - Effetto dell'errore Doppler sull'intensità dell'immagine<br />

- 29 -


Figura 11 - Errore ra<strong>di</strong>ometrico derivante dall'errore Doppler<br />

Di solito, all’interno <strong>di</strong> un tempo <strong>di</strong> a<strong>per</strong>tura sintetica ci sono almeno due burst.<br />

Per questo motivo l’immagine corrisponde a <strong>di</strong>verse osservazioni <strong>di</strong> aree del<strong>la</strong><br />

su<strong>per</strong>ficie terrestre , sovrapposte. Le tecniche <strong>di</strong> stima del<strong>la</strong> frequenza Doppler<br />

presentate finora non riescono a garantire l’accuratezza necessaria <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

correzione ra<strong>di</strong>ometrica. Per questo motivo il metodo Look Power Ba<strong>la</strong>ncing<br />

utilizza un algoritmo che effettua un confronto dell’energia <strong>di</strong> due <strong>di</strong>verse<br />

osservazioni dello stesso obiettivo. Tale algoritmo si basa sul fatto che due<br />

osservazioni dello stesso punto sul<strong>la</strong> Terra sono ottenuto attraverso parti<br />

<strong>di</strong>verse del fascio d’antenna. Si ottiene così una stima del <strong>per</strong>corso del fascio<br />

d’antenna, attraverso cui le osservazioni sono state ottenute, che <strong>di</strong>pende<br />

dall’angolo <strong>di</strong> puntamento dell’antenna rispetto al piano azimutale, ovvero<br />

dal<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa.<br />

Supponiamo <strong>di</strong> considerare l’osservazione i-esima dell’immagine ( i = 1,2) . Si<br />

può scrivere:<br />

X (, τ η) = W(,<br />

τ η −η −<br />

η ) σ(, τ η) γ (, τ η)<br />

i i c i<br />

- 30 -


dove le <strong>di</strong>mensioni dell’immagine sono espresse in funzione del tempo <strong>di</strong><br />

range τ e del tempo <strong>di</strong> azimuth η .<br />

L’espressione W (, τ η −η − η ) con W funzione <strong>di</strong> peso, in<strong>di</strong>ca che si è<br />

i c<br />

effettuata una pesatura in funzione del fascio d’antenna nell’osservazione i, in<br />

funzione del tempo <strong>di</strong> azimuth.<br />

Il peso è legato al tempo <strong>di</strong> azimuth η i a cui si ha il burst e all’offset η c del<br />

tempo <strong>di</strong> azimuth rispetto al<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione zero-Doppler. Il termine σ (, τη )<br />

rappresenta <strong>la</strong> riflettanza del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie terrestre e viene considerata <strong>la</strong> stessa<br />

<strong>per</strong> entrambe le osservazioni. γ (, τη ) è, infine, una componente <strong>di</strong> rumore<br />

moltiplicativo che viene considerata in<strong>di</strong>pendente nelle due osservazioni.<br />

Per rimuovere <strong>la</strong> <strong>di</strong>pendenza dal<strong>la</strong> riflettenza si può manipo<strong>la</strong>re l’espressione<br />

<strong>per</strong> il calcolo <strong>di</strong> X i(,<br />

τ η ) , fino ad ottenere:<br />

X W(,<br />

τ η −η −η<br />

) γ (, τ η)<br />

= + = A η + B<br />

1 2 c<br />

2<br />

log log log ( c)<br />

X2 W(,<br />

τη−η1−ηc) γ1(, τη)<br />

Il termine <strong>di</strong> rumore B può essere ridotto attraverso o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a<br />

matematica. L’approccio fondamentale consiste nell’effettuare una stima<br />

dell’offset η c e conseguentemente del parametro A( η c)<br />

. Il valore <strong>di</strong> questo<br />

parametro viene poi confrontato con i valori dei temp<strong>la</strong>te precalco<strong>la</strong>ti sul<strong>la</strong><br />

base del <strong>per</strong>corso d’antenna noto a priori. In tal modo si determina il valore η c<br />

che fornisce i migliori risultati. Per poter funzionare correttamente, il Power<br />

Look Ba<strong>la</strong>ncing richiede una stima del<strong>la</strong> fine Doppler frequency abbastanza<br />

accurata. Tale stima può essere fatta utilizzando i meto<strong>di</strong> Madsen o Multi-<br />

Look Cross Corre<strong>la</strong>tion. Spesso <strong>la</strong> funzione A( η c)<br />

, al fine <strong>di</strong> determinare il<br />

coefficiente η c ottimo, viene confrontata con una funzione in<strong>di</strong>cata con<br />

L( n ) , calco<strong>la</strong>ta nel modo seguente: una volta che il processore ha le due<br />

osservazioni dell’oggetto illuminato, si applica ai dati <strong>di</strong> entrambe le<br />

osservazioni un filtro boxcar <strong>di</strong> lunghezza<br />

- 31 -<br />

LAz Arg nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione azimutale <strong>per</strong>


idurne <strong>la</strong> varianza. Dopo aver applicato il filtro si calco<strong>la</strong> il logaritmo del<br />

risultato ottenuto. Me<strong>di</strong>ando i risultato <strong>di</strong> L celle a<strong>di</strong>acenti in<strong>di</strong>cate con L group<br />

si ottiene <strong>la</strong> suddetta funzione L( n ) , espressa in funzione dei campioni nel<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>rezione azimutale.<br />

1.14 GENERAZIONE DEI TEMPLATE<br />

E STIMA DELL’ERRORE<br />

I temp<strong>la</strong>te <strong>per</strong> il confronto con <strong>la</strong> funzione A( η c)<br />

sono funzioni definite<br />

attraverso il calcolo del<strong>la</strong> ra<strong>di</strong>ometria attesa <strong>per</strong> una singo<strong>la</strong> osservazione in<br />

funzione dell’offset tra <strong>la</strong> frequenza Doppler reale e quel<strong>la</strong> ottenuta<br />

analiticamente.<br />

Si ricava:<br />

y ( k, n) = ( W ( n)/ W ( n+ k))<br />

f f f<br />

dove n è l’in<strong>di</strong>ce dei campioni e k è l’errore <strong>di</strong> offset nel campione e<br />

corrisponde all’errore Doppler.<br />

Le funzioni definite dal<strong>la</strong> formu<strong>la</strong> precedente sono me<strong>di</strong>ate attraverso l’utilizzo<br />

dello stesso filtro boxcar. Il logaritmo del risultato ottenuto porta al<strong>la</strong> creazione<br />

<strong>di</strong> una famiglia <strong>di</strong> temp<strong>la</strong>te pesati, utilizzati <strong>per</strong> il confronto. Per k = 0 non c’è<br />

errore Doppler e il temp<strong>la</strong>te è costantemente pari a zero. L’ampiezza <strong>di</strong> queste<br />

funzioni cresce in maniera monotona col parametro k .<br />

Una stima dell’errore Doppler si può determinare <strong>per</strong> mezzo del campione<br />

errore chiamato k min . Tale campione è quello che produce <strong>la</strong> minima<br />

<strong>di</strong>fferenza tra il valore del<strong>la</strong> frequenza Doppler e il temp<strong>la</strong>te <strong>di</strong> confronto. Il<br />

campione errore viene quin<strong>di</strong> convertito in una stima dell’errore Doppler<br />

(misurato in Hertz).<br />

- 32 -<br />

2


F = k F / L<br />

offset min a FFT<br />

dove L FFT è <strong>la</strong> lunghezza del<strong>la</strong> FFT (Fast Fourier Transform) utilizzata<br />

nell’applicazione dell’algoritmo SPECAN.<br />

Questo metodo è utilizzato <strong>per</strong> due osservazioni dello stesso punto del<strong>la</strong><br />

su<strong>per</strong>ficie terrestre. Nel caso <strong>di</strong> più osservazioni si può fare una<br />

generalizzazione del metodo confrontando tra loro coppie <strong>di</strong> osservazioni.<br />

1.15 METODO PULSE REPETITION<br />

FREQUENCY A DIVERSITA’<br />

Nelle modalità Wide Swath e Global Monitoring si usano PRF (Pulse<br />

Repetition Frequency) <strong>di</strong>verse, che possono essere utilizzate <strong>per</strong> determinare<br />

l’ambiguità Doppler corretta.<br />

Considerando due misurazioni del<strong>la</strong> “fine Doppler frequency”, ognuna con<br />

una propria PRF si può scrivere:<br />

dove<br />

i-esimo e<br />

f = MF + f<br />

η i a<br />

'<br />

η , i<br />

c i c<br />

fη è <strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa,<br />

c<br />

'<br />

c , i f η è <strong>la</strong> “fine Doppler frequency” dello stesso fascio.<br />

- 33 -<br />

F a è <strong>la</strong> PRF <strong>per</strong> il fascio<br />

i<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questo metodo è quello <strong>di</strong> determinare il valore corretto del fattore<br />

<strong>di</strong> ambiguità i-esimo i M . Tutti i possibili valori <strong>di</strong> i M appartengono al<br />

seguente set <strong>di</strong> valori { −2, − 1,0,1,2 } .<br />

L’algoritmo <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> delle ambiguità o<strong>per</strong>a nel seguente modo:<br />

• Determina una stima <strong>di</strong><br />

'<br />

c , i f η <strong>per</strong> una serie <strong>di</strong> range


• Per ogni possibile valore <strong>di</strong> M = −2, − 1,0,1,2 :<br />

Calco<strong>la</strong> <strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa <strong>per</strong> tutti i range<br />

nelle sottoparti delle immagini più vicine<br />

Assicura <strong>la</strong> continuità dei valori ottenuti in funzione del range,<br />

incrementando o <strong>di</strong>minuendo il valore <strong>di</strong> M<br />

Nel<strong>la</strong> zona <strong>di</strong> confine <strong>di</strong> due sottoparti assicura una certa<br />

continuità nel calcolo <strong>di</strong> fη , utilizzando, dove necessario, valori <strong>di</strong><br />

c<br />

M <strong>di</strong>versi da quelli usati nel<strong>la</strong> zona centrale delle sottoparti<br />

Calco<strong>la</strong> un polinomio <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne basso attraverso <strong>la</strong> stima del<strong>la</strong><br />

frequenza Doppler assoluta. Determina <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza tra il polinomio<br />

generato e le misurazioni effettive<br />

• Prende i valori <strong>di</strong> M che garantiscono <strong>la</strong> minor <strong>di</strong>fferenza polinomioosservazioni<br />

così da minimizzare l’errore nel<strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> del<br />

fattore <strong>di</strong> ambiguità<br />

Queste o<strong>per</strong>azioni vengono effettuate considerando lo stesso numero <strong>di</strong><br />

osservazioni <strong>per</strong> tutti i target. Esistono, infatti, meto<strong>di</strong> che sfruttano un numero<br />

<strong>di</strong>verso <strong>di</strong> osservazioni <strong>per</strong> i <strong>di</strong>versi target <strong>per</strong> assicurare un livello <strong>di</strong> rumore<br />

costante. Tali meto<strong>di</strong>, <strong>per</strong>ò, riducono notevolmente <strong>la</strong> sensibilità ra<strong>di</strong>ometrica.<br />

Per <strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> del fattore <strong>di</strong> ambiguità bisogna tener presente che errori<br />

nelle determinazioni del<strong>la</strong> posizione e del<strong>la</strong> velocità del satellite portano ad<br />

errori <strong>di</strong> ± 2 prfs .<br />

- 34 -


CAPITOLO 2<br />

ALGORITMO<br />

RANGE<br />

DOPPLER<br />

- 35 -


2.1 ALGORITMO RANGE DOPPLER<br />

L’algoritmo Range Doppler è l’algoritmo più utilizzato <strong>per</strong> ottenere<br />

immagini a partire dai dati raccolti dal SAR. E’ molto efficiente dal punto <strong>di</strong><br />

vista computazionale e, <strong>per</strong> geometrie <strong>di</strong> immagini generate nello spazio,<br />

costituisce un’ottima applicazione del<strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> trasferimento del radar ad<br />

a<strong>per</strong>tura sintetica. Il Range Doppler è un algoritmo che preserva <strong>la</strong> fase;<br />

immagini complesse ad unica osservazione (Single Look SLC), ottenute<br />

attraverso questo algoritmo, vengono frequentemente utilizzate <strong>per</strong><br />

applicazioni tra cui ricor<strong>di</strong>amo l’interferometria. Questo <strong>per</strong>ché, a <strong>di</strong>fferenza<br />

dell’algoritmo SPECAN che è più adatto all’e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> dati <strong>di</strong> tipo bursty,<br />

il Range Doppler è stato progettato <strong>per</strong> l’e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> dati continui;<br />

<strong>per</strong>mette inoltre <strong>di</strong> effettuare l’e<strong>la</strong>borazione sull’intera ampiezza <strong>di</strong> banda<br />

utilizzata dal SAR. Le modalità <strong>di</strong> funzionamento <strong>per</strong> le quali si usa l’algoritmo<br />

Range Doppler sono essenzialmente due:<br />

• Modalità Image ad alta risoluzione (IMS, IMP, IMG)<br />

• Modalità Alternating Po<strong>la</strong>risation ad alta risoluzione (APS)<br />

Nel caso del<strong>la</strong> seconda modalità <strong>di</strong> funzionamento <strong>per</strong> <strong>la</strong> creazione <strong>di</strong> immagini<br />

complesse (SLC) si usa un algoritmo leggermente mo<strong>di</strong>ficato. Per determinare<br />

l’ampiezza dell’immagine si utilizza una partico<strong>la</strong>re tecnica, implementata<br />

all’interno dell’algoritmo stesso, chiamata Multi-Looking. Tale metodo<br />

analizza osservazioni del<strong>la</strong> stessa zona in bande spettrali <strong>di</strong>verse, ne crea le<br />

re<strong>la</strong>tive immagini, ne calco<strong>la</strong> le ampiezze, ottenendo l’immagine finale<br />

attraverso <strong>la</strong> me<strong>di</strong>a delle ampiezze precedentemente calco<strong>la</strong>te.<br />

L’analisi e l’e<strong>la</strong>borazione dei dati <strong>di</strong> un radar ad a<strong>per</strong>tura sintetica possono<br />

essere pensate come un problema bi<strong>di</strong>mensionale; infatti, l’energia del segnale<br />

ottenuto da un determinato target può essere re<strong>la</strong>zionata al range oppure<br />

all’azimuth. Lo scopo del<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione è quello <strong>di</strong> trasformare queste due<br />

componenti energetiche in un singolo pixel dell’immagine <strong>di</strong> uscita. La<br />

componente <strong>di</strong> energia associata al range si <strong>di</strong>stribuisce su tutta <strong>la</strong> durata<br />

dell’impulso <strong>linea</strong>re FM trasmesso. Quel<strong>la</strong> associata all’azimuth, invece, si<br />

<strong>di</strong>stribuisce su tutto l’intervallo temporale <strong>per</strong> il quale il target è illuminato dal<br />

- 36 -


fascio d’antenna, ovvero l’energia si <strong>di</strong>stribuisce sull’intera a<strong>per</strong>tura sintetica.<br />

Quando il target viene illuminato dal fascio d’antenna, si ha un cambiamento<br />

nel range. Tale cambiamento, sul<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> delle lunghezze d’onda, provoca una<br />

variazione <strong>di</strong> fase del segnale ricevuto che è funzione dell’azimuth. La<br />

variazione <strong>di</strong> fase corrisponde all’ampiezza <strong>di</strong> banda Doppler che <strong>per</strong>mette <strong>di</strong><br />

comprimere l’immagine nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione azimutale.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista temporale <strong>la</strong> variazione del range provoca una variazione del<br />

ritardo che è su<strong>per</strong>iore rispetto al passo <strong>di</strong> campionamento del range, dando<br />

origine ad un fenomeno noto come “migrazione <strong>di</strong> range”. Questo fenomeno<br />

deve essere combattuto in qualche modo prima <strong>di</strong> poter effettuare <strong>la</strong><br />

compressione. L’algoritmo Range Doppler garantisce una efficiente<br />

correzione nel dominio temporale e in quello frequenziale. Per <strong>la</strong> correzione<br />

nel dominio del<strong>la</strong> frequenza è necessario fornire in ingresso il valore del<strong>la</strong><br />

frequenza Doppler stimata con uno dei meto<strong>di</strong> precedentemente illustrati. Altri<br />

dati in ingresso, necessari <strong>per</strong> l’applicazione ottimale dell’algoritmo, sono gli<br />

impulsi trasmessi e le velocità con cui si muove il satellite. Questi dati sono<br />

fondamentali <strong>per</strong> <strong>la</strong> costruzione del filtro <strong>di</strong> matching utilizzato dall’algoritmo.<br />

Nel<strong>la</strong> figura seguente sono riassunti i passi da seguire <strong>per</strong> l’applicazione<br />

dell’algoritmo Range Doppler.<br />

Figura 12 - Passi dell'algoritmo Range Doppler usato nell'e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> dati SAR<br />

- 37 -


2.2 COMPRESSIONE DEL RANGE<br />

Come precedentemente analizzato, <strong>per</strong> ottenere i dati SAR si trasmette un<br />

segnale FM <strong>di</strong> lunga durata, <strong>la</strong> cui eco viene filtrata attraverso un filtro <strong>di</strong><br />

matching, che porta ad ottenere lo stesso risultato derivante dal<strong>la</strong> trasmissione<br />

<strong>di</strong> un impulso a banda stretta, con il corrispondente rapporto segnale rumore e<br />

risoluzione del range. Il filtro <strong>di</strong> matching applicato all’eco ricevuta prende il<br />

nome <strong>di</strong> compressione <strong>di</strong> range. Questa compressione può essere realizzata<br />

efficientemente attraverso l’utilizzo del<strong>la</strong> trasformata <strong>di</strong> Fourier FFT (Fast<br />

Fourier Transform).<br />

Il filtro <strong>di</strong> matching nel dominio frequenziale ha bisogno <strong>di</strong> essere generato<br />

solo una volta e viene poi applicato ad ogni <strong>linea</strong> del range. Per <strong>la</strong> realizzazione<br />

del filtro si può usare un metodo computazionale oppure si può generare una<br />

replica del segnale trasmesso che viene poi utilizzata dal filtro stesso. In<br />

aggiunta al<strong>la</strong> risposta in frequenza, solitamente il filtro <strong>di</strong> matching fornisce un<br />

valore <strong>di</strong> peso in termini <strong>di</strong> ampiezza, usato <strong>per</strong> control<strong>la</strong>re i lobi <strong>la</strong>terali del<strong>la</strong><br />

risposta impulsiva.<br />

I passi <strong>per</strong> <strong>la</strong> compressione <strong>di</strong> ogni <strong>linea</strong> del range sono i seguenti:<br />

• RANGE FFT: <strong>per</strong> <strong>la</strong> maggior parte dei prodotti, <strong>la</strong> <strong>linea</strong> del range è<br />

sud<strong>di</strong>visa in due segmenti sovrapposti e viene applicata <strong>la</strong> FFT ad<br />

ognuno dei due segmenti. La quantità <strong>di</strong> sovrapposizione corrisponde<br />

al<strong>la</strong> lunghezza dell’impulso trasmesso<br />

• RANGE MATCHED (MF MULTIPLY): il risultato<br />

dell’applicazione del<strong>la</strong> FFT ad entrambi i segmenti viene moltiplicata<br />

<strong>per</strong> <strong>la</strong> risposta in frequenza del filtro <strong>di</strong> matching<br />

• RANGE INVERSE FFT: <strong>per</strong> ottenere il dato compresso ad ogni<br />

segmento viene applicata <strong>la</strong> FFT inversa (IFFT). Dopo l’applicazione<br />

del<strong>la</strong> IFFT si elimina parte del segmento attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> un filtro<br />

<strong>per</strong> far sì che il dato compresso sia più breve del dato non compresso <strong>di</strong><br />

una quantità pari al<strong>la</strong> lunghezza dell’impulso trasmesso. Il filtro è<br />

progettato in maniera tale da garantire che <strong>la</strong> parte <strong>di</strong> segmento<br />

eliminata dopo l’applicazione del<strong>la</strong> IFFT sia quel<strong>la</strong> terminale. Dopo<br />

l’eliminazione <strong>di</strong> parte del segmento, le parti restanti vengono messe<br />

- 38 -


insieme e quello che si ottiene è il dato compresso re<strong>la</strong>tiva all’intera<br />

<strong>linea</strong> del range<br />

• RANGE DEPENDENT GAIN CORRECTION: il dato compresso<br />

viene solitamente moltiplicato <strong>per</strong> un vettore che corregge gli effetti<br />

dovuti all’altitu<strong>di</strong>ne da cui viene trasmesso l’impulso e alle <strong>per</strong><strong>di</strong>te <strong>per</strong><br />

sprea<strong>di</strong>ng<br />

2.3 CORREZIONE MIGRAZIONE DI<br />

CELLA (RCMC)<br />

Dopo <strong>la</strong> compressione del range l’energia del segnale proveniente da un<br />

bersaglio puntiforme segue una traiettoria bi<strong>di</strong>mensionale che <strong>di</strong>pende dal<br />

ritardo dovuto al passaggio del target attraverso il flusso d’antenna. Questa<br />

traiettoria può attraversare <strong>di</strong>verse celle <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza (range bins). Per poter<br />

catturare tutta l’energia del segnale <strong>per</strong> <strong>la</strong> compressione azimutale, l’energia<br />

dev’essere al<strong>linea</strong>ta in una cel<strong>la</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza.<br />

La correzione del<strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> cel<strong>la</strong> (RCMC) è il passo dell’algoritmo<br />

Range-Doppler che <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> correggere il ritardo del cambiamento del range<br />

rispetto ad un “point target”, dovuto al passaggio <strong>di</strong> questo attraverso il fascio<br />

d’antenna. Questo fenomeno è noto come migrazione <strong>di</strong> range. Per un dato<br />

target, il range <strong>di</strong>pende dal range più vicino col quale il satellite approccia il<br />

target (range zero-Doppler) e dall’angolo formato tra il satellite e il target,<br />

re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione broadside (zero-Doppler). Se consideriamo target che<br />

hanno lo stesso range d’approccio, si può facilmente intuire come questi<br />

attraversino lo stesso intervallo ango<strong>la</strong>re e come, <strong>di</strong> conseguenza, <strong>la</strong> variazione<br />

del range sia <strong>la</strong> stessa. Le traiettorie dei segnali provenienti da target come<br />

quelli appena analizzati hanno uguale forma, ma sono posizionati in punti<br />

<strong>di</strong>versi del piano azimutale a causa delle <strong>di</strong>verse posizioni dei target.<br />

Il concetto può essere chiarito analizzando <strong>la</strong> figura seguente:<br />

- 39 -


Figura 13 - Traiettorie nel dominio temporale e nel dominio Range-Doppler<br />

A causa del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra l’angolo satellite-target e <strong>la</strong> frequenza Doppler si<br />

può esprimere <strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> range dei target in funzione del<strong>la</strong> frequenza<br />

Doppler. In questa maniera è possibile realizzare <strong>la</strong> correzione del<strong>la</strong><br />

migrazione <strong>di</strong> cel<strong>la</strong> nel dominio Range-Doppler in maniera molto efficiente. Lo<br />

spostamento necessario ad al<strong>linea</strong>re <strong>la</strong> traiettoria del segnale in una singo<strong>la</strong><br />

cel<strong>la</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza è determinato <strong>per</strong> ogni cel<strong>la</strong> <strong>di</strong> frequenza nell’azimuth. Lo<br />

spostamento è implementato tramite interpo<strong>la</strong>zione nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione del range.<br />

Un altro passo importante nel<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione dei dati SAR che richiede<br />

interpo<strong>la</strong>zione è <strong>la</strong> conversione da s<strong>la</strong>nt range a ground range (SR/GR). Tale<br />

conversione trasforma <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza dal radar (s<strong>la</strong>nt range) nel<strong>la</strong> corrispondente<br />

<strong>di</strong>stanza sul<strong>la</strong> Terra e ricampiona il range con <strong>la</strong> spaziatura <strong>di</strong> pixel necessaria<br />

<strong>per</strong> l’applicazione che si vuole analizzare. Per massimizzare l’efficienza, tutte<br />

le o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> interpo<strong>la</strong>zione vengono realizzate in un unico passo.<br />

2.4 COMPRESSIONE AZIMUTALE<br />

La compressione azimutale è un filtraggio del segnale azimutale, effettuato<br />

attraverso un filtro <strong>di</strong> matching. Il filtraggio può essere realizzato attraverso<br />

- 40 -


l’uso del<strong>la</strong> FFT. E’ da ricordare che, a questo punto del<strong>la</strong> catena <strong>di</strong><br />

e<strong>la</strong>borazione, <strong>la</strong> FFT è già stata applicata sui blocchi <strong>di</strong> dati, così come<br />

spiegato nei paragrafi precedenti.<br />

La risposta in frequenza del filtro <strong>di</strong> compressione azimutale viene<br />

precalco<strong>la</strong>ta, sfruttando <strong>la</strong> geometria orbitale. Poiché anche il filtro è<br />

fortemente <strong>di</strong>pendente dal range, si o<strong>per</strong>a una sud<strong>di</strong>visione dei dati, che<br />

vengono raggruppati in regioni aventi lo stesso range. Si utilizza poi lo stesso<br />

filtro <strong>di</strong> matching su un intervallo <strong>di</strong> range chiamato regione <strong>di</strong> invarianza del<br />

rate FM. La <strong>di</strong>mensione del<strong>la</strong> regione <strong>di</strong> invarianza dovrebbe essere tale da<br />

garantire un al<strong>la</strong>rgamento non eccessivo dell’immagine compressa.<br />

L’implementazione del<strong>la</strong> compressione azimutale è legata al<strong>la</strong> tipologia<br />

dell’immagine. Per prodotti complessi derivanti da una singo<strong>la</strong> osservazione<br />

(IMS e APS), un’unica porzione del<strong>la</strong> <strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda azimutale viene<br />

moltiplicata <strong>per</strong> <strong>la</strong> risposta in frequenza del filtro <strong>di</strong> matching; si applica poi <strong>la</strong><br />

IFFT (Inverse Fast Fourier Transform). L’uscita è un valore complesso e <strong>la</strong><br />

spaziatura dei pixel viene <strong>la</strong>sciata inalterata.<br />

Per i prodotti IMP e IMG si usa una tecnica chiamata multi-looking <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

riduzione del rumore. In questo modo lo spettro <strong>di</strong> frequenza azimutale viene<br />

<strong>di</strong>viso in <strong>di</strong>verse porzioni chiamate look (osservazioni).<br />

Per ogni osservazione si estrae <strong>la</strong> parte re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> frequenza azimutale, si<br />

moltiplica <strong>per</strong> <strong>la</strong> risposta in frequenza del filtro <strong>di</strong> matching e si applica poi <strong>la</strong><br />

IFFT.<br />

L’ampiezza dell’immagine re<strong>la</strong>tiva ad un’osservazione viene quin<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ata<br />

<strong>per</strong> ridurre il rumore.<br />

L’estrazione delle osservazioni dall’array delle frequenze è mostrato sotto:<br />

Figura 14 - Look Position Parameters<br />

- 41 -


Le osservazioni sono posizionate simmetricamente attorno al<strong>la</strong> frequenza<br />

Doppler del centro <strong>di</strong> massa. Si ha così una variazione col range del<strong>la</strong><br />

frequenza Doppler e <strong>la</strong> posizione frequenziale delle osservazioni varia <strong>per</strong> celle<br />

<strong>di</strong>verse appartenenti allo stesso range. La frequenza utilizzata <strong>per</strong> ogni<br />

osservazione viene moltiplicata <strong>per</strong> <strong>la</strong> risposta in frequenza del filtro <strong>di</strong><br />

matching e si applica poi <strong>la</strong> IFFT <strong>per</strong> formare l’immagine complessa. La<br />

risposta del filtro viene rego<strong>la</strong>ta <strong>per</strong> ogni osservazione attraverso una fase<br />

<strong>linea</strong>re con andamento a rampa. Ciò equivale al<strong>la</strong> tras<strong>la</strong>zione nel tempo<br />

dell’osservazione compressa. E’ necessario che le immagini provenienti da<br />

osservazioni <strong>di</strong>verse siano al<strong>linea</strong>te in maniera opportuna <strong>per</strong> poterne effettuare<br />

<strong>la</strong> somma.<br />

La quantità <strong>di</strong> tras<strong>la</strong>zione azimutale <strong>di</strong>pende dal range; inoltre può essere<br />

realizzata un’interpo<strong>la</strong>zione azimutale dopo <strong>la</strong> compressione, <strong>per</strong> raggiungere<br />

<strong>la</strong> spaziatura <strong>di</strong> pixel voluta su ogni singo<strong>la</strong> osservazione.<br />

Dopo <strong>la</strong> compressione delle osservazioni è possibile rilevare le <strong>di</strong>verse<br />

immagini in esse contenute. Si calco<strong>la</strong>, cioè, <strong>la</strong> potenza <strong>di</strong> ogni campione<br />

complesso. Le osservazioni rilevate vengono quin<strong>di</strong> sommate e si calco<strong>la</strong> <strong>la</strong><br />

ra<strong>di</strong>ce quadrata del risultato, trasformato poi in ampiezza.<br />

Al<strong>la</strong> fine, nel caso <strong>di</strong> prodotti IMG, l’immagine multi-look viene geoco<strong>di</strong>ficata,<br />

ovvero si effettua un’o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong> ricampionamento <strong>per</strong> convertire<br />

l’immagine nel<strong>la</strong> proiezione sul<strong>la</strong> mappa desiderata.<br />

2.5 ELABORAZIONE IMMAGINI AP<br />

SINGLE LOOK COMPLEX<br />

I dati SAR in modalità Alternating Po<strong>la</strong>risation danno origine ai cosiddetti<br />

prodotti SLC (Single Look Complex). L’applicazione principale <strong>di</strong> questi<br />

prodotti SAR è nel SAR interferometrico (InSAR), che è una tecnica <strong>di</strong><br />

manipo<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> fase re<strong>la</strong>tiva tra un paio <strong>di</strong> immagini SLC. Poiché i dati<br />

e<strong>la</strong>borati con questo tipo <strong>di</strong> applicazioni sono <strong>di</strong> tipo bursty (<strong>di</strong>scontinuo) è<br />

necessario applicare alcune mo<strong>di</strong>fiche all’algoritmo Range-Doppler utilizzato<br />

<strong>per</strong> e<strong>la</strong>borare dati continui.<br />

- 42 -


Nell’interferometria SAR si utilizza <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fase tra due immagini del<strong>la</strong><br />

stessa area, <strong>per</strong> riuscire ad e<strong>la</strong>borare una topografia dell’area in questione. Le<br />

due immagini vengono prese da punti <strong>di</strong> vista leggermente <strong>di</strong>versi e,<br />

utilizzando un solo satellite, l’acquisizione avviene in passaggi successivi<br />

(interferometria a passaggi successivi). Nelle applicazioni interferometriche,<br />

l’immagine complessa ottenuta in modalità Alternating Po<strong>la</strong>risation può essere<br />

combinata con un’altra immagine complessa, ottenuta da un ulteriore passaggio<br />

del satellite sul<strong>la</strong> zona, al fine <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>are <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fase tra le<br />

immagini, che è corre<strong>la</strong>ta all’altezza del terreno. L’immagine complessa<br />

combinata con quel<strong>la</strong> in modalità Alternating Po<strong>la</strong>risation può essere ottenuta<br />

con <strong>la</strong> stessa modalità <strong>di</strong> funzionamento oppure con <strong>la</strong> modalità Image.<br />

L’algoritmo utilizzato deve essere capace <strong>di</strong> preservare le informazioni sul<strong>la</strong><br />

fase, fondamentali <strong>per</strong> le applicazioni <strong>di</strong> interferometria. Per questo motivo si è<br />

deciso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare l’algoritmo Range-Doppler; infatti, l’altro importante<br />

algoritmo utilizzato dal SAR, lo SPECAN, non preserva le informazioni<br />

re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> fase.<br />

Oltre ai requisiti sul<strong>la</strong> fase, vi è un altro importante requisito che deve essere<br />

garantito: <strong>la</strong> focalizzazione. Per <strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> del<strong>la</strong> messa a fuoco ottimale<br />

si effettuano misure sul<strong>la</strong> forma dell’impulso ricevuto dal SAR. Affinché le<br />

immagini e<strong>la</strong>borate possano essere utilizzato <strong>per</strong> applicazioni interferometriche<br />

è necessario che queste siano fortemente corre<strong>la</strong>te. Conseguentemente bisogna<br />

fare in modo che le componenti spettrali Doppler siano le stesse <strong>per</strong> entrambe<br />

le immagini. Componenti Doppler non comuni, infatti, rappresentano una fonte<br />

<strong>di</strong> decorre<strong>la</strong>zione, che introduce rumore <strong>di</strong> fase e degrada l’accuratezza nelle<br />

misurazioni sull’altezza del terreno. Se le immagini sono entrambe ottenute in<br />

modalità Image (che garantisce dati continui) l’intero spettro Doppler è<br />

<strong>di</strong>sponibile in entrambe le immagini; in tal modo, control<strong>la</strong>ndo opportunamente<br />

il puntamento dell’antenna, è sufficiente sovrapporre gli spettri delle immagini.<br />

Se si considerano, invece, dati ottenuti in modalità burst, quali le modalità<br />

Alternating Po<strong>la</strong>risation e ScanSAR, i burst contengono solo una parte del<br />

segnale ricevuto da un certo punto del target e <strong>di</strong> conseguenza solo una parte<br />

dello spettro Doppler. Combinando, <strong>per</strong>ò, un’immagine in modalità Image con<br />

una in una delle modalità burst, <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fase può essere ottenuta, anche<br />

in questo caso, <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong> una semplice sovrapposizione degli spettri. Se le<br />

- 43 -


due immagini sono stata acquisite entrambe in modalità burst, <strong>la</strong> quantità <strong>di</strong><br />

sovrapposizione dello spettro Doppler <strong>di</strong>pende dal<strong>la</strong> posizione re<strong>la</strong>tiva dei<br />

burst nell’insieme <strong>di</strong> dati. Nel caso in cui il burst si ha nel<strong>la</strong> stesso posizione le<br />

componenti Doppler sono <strong>per</strong>fettamente sovrapposte; nel caso contrario (burst<br />

non completamente sovrapposti) non ci sono componenti Doppler in comune,<br />

le immagini sono scorre<strong>la</strong>te e <strong>per</strong>tanto non si possono realizzare applicazioni<br />

interferometriche.<br />

Le due immagini, <strong>per</strong>ò, sono processate in<strong>di</strong>pendentemente l’una dall’altra;<br />

bisogna allora cercare <strong>di</strong> preservare quanta più informazione Doppler è<br />

possibile. Un simile tipo <strong>di</strong> e<strong>la</strong>borazione dei prodotti SAR viene chiamata<br />

e<strong>la</strong>borazione sistematica.<br />

I prodotti Single Look Complex (SLC) sistematici (generati cioè attraverso<br />

l’e<strong>la</strong>borazione sistematica) possono essere utilizzati <strong>per</strong> applicazioni<br />

interferometriche, senza necessità <strong>di</strong> ritornare ai dati a livello 0 (dati prima<br />

del<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione). Bisogna poi effettuare un filtraggio passa banda sulle<br />

immagini Single Look Complex al fine <strong>di</strong> estrarre le porzioni dello spettro<br />

Doppler comuni alle due immagini.<br />

E’ da notare che prodotti ottenuti in modalità Alternating Po<strong>la</strong>risation non sono<br />

adatti a realizzare misure sul<strong>la</strong> fase <strong>di</strong> immagini ottenute con po<strong>la</strong>rizzazioni<br />

<strong>di</strong>verse, <strong>per</strong>ché gli spettri Doppler sarebbero completamente <strong>di</strong>sgiunti (non<br />

sovrapposti). Ciò implica una chiara assenza <strong>di</strong> corre<strong>la</strong>zione tra le fasi.<br />

2.6 INTERFEROMETRIA IN CASO<br />

DI DATI ACQUISITI IN MODALITA’<br />

BURST<br />

Un tipico esempio <strong>di</strong> dati acquisiti con burst <strong>di</strong>screti è rappresentato nel<strong>la</strong><br />

figura seguente:<br />

- 44 -


Figura 15 - Esposizione dei target e linee temporali dei burst<br />

In essa sono riportate le temporizzazione dei burst e i tempi <strong>di</strong> esposizione <strong>di</strong><br />

16 target, in<strong>di</strong>cati con T1,…,T16. Le linee <strong>di</strong> ogni target rappresentano i tempi<br />

<strong>di</strong> esposizione (tempo <strong>di</strong> a<strong>per</strong>tura sintetica), cioè il tempo <strong>per</strong> il quale il target<br />

si trova all’interno del fascio d’antenna. Nel caso <strong>di</strong> modalità Alternating<br />

Po<strong>la</strong>risation, l’a<strong>per</strong>tura azimutale (tempo <strong>di</strong> a<strong>per</strong>tura sintetica espresso in<br />

termini <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> azimuth) copre un intervallo temporale pari a poco più<br />

del<strong>la</strong> durata <strong>di</strong> un burst. Un target viene solitamente catturato a partire da due o<br />

tre burst nel<strong>la</strong> stessa po<strong>la</strong>rizzazione, così da <strong>per</strong>mettere l’e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> due<br />

osservazioni <strong>per</strong> <strong>la</strong> formazione <strong>di</strong> immagini multi-look. Considerando il burst X<br />

rappresentato in figura 15, si può analizzare lo spettro Doppler del target, <strong>la</strong> cui<br />

durata è mostrata nel<strong>la</strong> figura seguente:<br />

- 45 -


Figura 16 - Posizione dello spettro <strong>di</strong> energia <strong>per</strong> il target nel burst X<br />

E’ chiaro che le componenti Doppler contenute in questo burst, <strong>per</strong> un dato<br />

target sul<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie, <strong>di</strong>pendono dal<strong>la</strong> posizione re<strong>la</strong>tiva dell’oggetto rispetto<br />

all’asse temporale del burst. La frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa, in<br />

questo contesto, coincide con <strong>la</strong> frequenza centrale dello spettro Doppler,<br />

ricavato <strong>per</strong> un determinato target.<br />

Per preservare <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione temporale tra i dati in burst <strong>di</strong>fferenti, i dati <strong>di</strong><br />

livello 0, acquisiti in modalità burst, possono essere immagazzinati con <strong>la</strong><br />

stessa rappresentazione utilizzata <strong>per</strong> i dati acquisiti in modalità continua. Per<br />

far ciò le linee del burst contengono i dati ricevuti <strong>per</strong> quel dato tempo <strong>di</strong><br />

azimuth, mentre gli spazi tra i burst (ad esempio gli intervalli <strong>di</strong> tempo in cui si<br />

ricevono i dati dell’altra po<strong>la</strong>rizzazione) vengono riempiti aggiungendo degli 0<br />

al segnale binario utilizzato <strong>per</strong> l’immagazzinamento delle informazioni.<br />

Un problema strettamente corre<strong>la</strong>to con <strong>la</strong> variazione del<strong>la</strong> frequenza Doppler<br />

del centro <strong>di</strong> massa sta nel<strong>la</strong> sincronizzazione dei dati ottenuti da due passaggi<br />

del satellite sullo stesso obiettivo.<br />

Un esempio <strong>di</strong> tale problema è rappresentato nel<strong>la</strong> figura seguente:<br />

- 46 -


Figura 17 - Errore <strong>di</strong> <strong>di</strong>sal<strong>linea</strong>mento<br />

In figura è rappresentata <strong>la</strong> situazione in cui i burst ottenuti dai due passaggi<br />

non sono al<strong>linea</strong>ti. Se si conosce <strong>la</strong> temporizzazione del burst nei dati <strong>di</strong> livello<br />

0, le linee corrispondenti a zone non sovrapposte nelle due osservazioni<br />

possono essere messe a zero prima del<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione SAR. In questo modo<br />

vengono conservati solo i burst <strong>di</strong> dati con componenti Doppler in comune.<br />

Questa tecnica prende il nome <strong>di</strong> zero pad<strong>di</strong>ng ed equivale ad applicare un<br />

filtro passa banda non tempo invariante ai dati re<strong>la</strong>tivi ad ogni passaggio.<br />

Figura 18 - Spettro del target in un burst <strong>di</strong>sal<strong>linea</strong>to<br />

- 47 -


La figura sopra mostra lo spettro del burst in due passaggi , quando si <strong>la</strong>vora su<br />

16 target. In questo caso non sono state messe a zero le linee non sovrapposte.<br />

Di conseguenza anche i due spettri saranno <strong>di</strong>sal<strong>linea</strong>ti. Se invece fosse stato<br />

applicato il filtro <strong>di</strong> cui si è <strong>di</strong>scusso precedentemente, si sarebbero selezionate<br />

soltanto le porzioni <strong>di</strong> spettro con una effettiva sovrapposizione.<br />

Grazie all’aggiunta degli 0, i dati bursty oltre ad essere immagazzinati con <strong>la</strong><br />

stessa rappresentazione utilizzata <strong>per</strong> i dati continui, possono anche essere<br />

processati utilizzando l’algoritmo Range-Doppler.<br />

Considerando contemporaneamente tutti i burst ricavati <strong>per</strong> un determinato<br />

punto, si assicura il mantenimento dell’intero spettro Doppler. Questo processo<br />

può essere fatto <strong>per</strong> ogni passo in maniera in<strong>di</strong>pendente.<br />

Invece <strong>di</strong> utilizzare <strong>la</strong> tecnica dello zero pad<strong>di</strong>ng <strong>per</strong> i dati <strong>di</strong> livello 0 prima<br />

del<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione, si può usare un filtro passa banda variabile durante <strong>la</strong><br />

e<strong>la</strong>borazione a bordo del satellite, in maniera tale da selezionare le regioni<br />

spettrali continue, comuni alle due osservazioni. I risultati sono<br />

approssimativamente gli stessi ottenuti con l’applicazione del<strong>la</strong> tecnica dello<br />

zero pad<strong>di</strong>ng; viene applicata con successo quando si vogliono ottenere<br />

risultato con qualità elevata.<br />

Un effetto secondario dovuto al<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione dell’intero spettro Doppler è <strong>di</strong><br />

avere prodotti che hanno una risposta impulsiva modu<strong>la</strong>ta, a causa dello spettro<br />

non continuo utilizzato <strong>per</strong> <strong>la</strong> compressione.<br />

2.7 MODIFICHE ALL’ALGORITMO<br />

RANGE-DOPPLER<br />

Come già più volte accennato, l’algoritmo Range-Doppler è partico<strong>la</strong>rmente<br />

adatto <strong>per</strong> <strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione dei dati continui. Con qualche mo<strong>di</strong>fica, <strong>per</strong>ò, può<br />

essere reso adatto anche al<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione dei dati acquisiti da burst <strong>di</strong>screti.<br />

Consideriamo 16 target equamente spaziati e assumiamo che tutti possano<br />

essere confinati nello stesso gate dopo l’applicazione del<strong>la</strong> correzione del<strong>la</strong><br />

migrazione <strong>di</strong> cel<strong>la</strong> (RCMC). A causa del<strong>la</strong> natura <strong>di</strong>scontinua dei dati, lo<br />

spettro dei target dopo l’applicazione del<strong>la</strong> FFT e del<strong>la</strong> RCMC sarà <strong>di</strong> tipo<br />

- 48 -


ursty. L’energia ricevuta da un target <strong>di</strong>pende dal<strong>la</strong> sua posizione azimutale<br />

nel fascio d’antenna durante il burst, che corrisponde al<strong>la</strong> posizione delle sue<br />

componenti Doppler nel dominio frequenziale. Per evitare lo scalloping,<br />

l’energia del target può essere corretta applicando l’inverso del <strong>per</strong>corso del<br />

fascio d’antenna allo spettro Doppler risultante.<br />

Più in generale, i passi da seguire <strong>per</strong> <strong>la</strong> mo<strong>di</strong>fica dell’algoritmo Range-<br />

Doppler sono i seguenti:<br />

1. Compressione del range<br />

2. Zero pad<strong>di</strong>ng <strong>per</strong> simu<strong>la</strong>re dati continui<br />

3. FFT <strong>per</strong> trasformare i dati nel dominio range Doppler<br />

4. Realizzare <strong>la</strong> RCMC<br />

5. Applicare il processo inverso del fascio d’antenna allo spettro<br />

6. Applicare un filtro <strong>di</strong> matching<br />

7. Applicare <strong>la</strong> IFFT<br />

8. Ripetere l’algoritmo <strong>per</strong> l’Alternating Po<strong>la</strong>risation e includere un<br />

termine <strong>di</strong> fase a rampa nel filtro <strong>di</strong> matching <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere una coregistrazione<br />

Con questo approccio, <strong>la</strong> IFFT è applicata allo spettro Doppler dopo il<br />

filtraggio con un filtro <strong>di</strong> matching. In questo modo, <strong>per</strong>ò, <strong>la</strong> risposta impulsiva<br />

ottenuta è soggetta ad una certa modu<strong>la</strong>zione, così come mostra <strong>la</strong> figura sotto:<br />

Figura 19 - Risposta impulsiva del<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> un burst multiplo<br />

- 49 -


La modu<strong>la</strong>zione trae origine dal fatto che lo spettro <strong>di</strong> ogni target viene<br />

segmentato dal<strong>la</strong> IFFT.<br />

Se l’algoritmo fosse usato senza ulteriori mo<strong>di</strong>fiche, il prodotto finale non<br />

sarebbe adatto <strong>per</strong> applicazioni ra<strong>di</strong>ometriche a causa del fatto che i target<br />

hanno un numero <strong>di</strong> burst <strong>di</strong>verso l’uno dall’altro e <strong>di</strong> conseguenza hanno<br />

anche energia <strong>di</strong>versa. Le energie dei vari target vengono modu<strong>la</strong>te sul<strong>la</strong><br />

posizione re<strong>la</strong>tiva del target rispetto all’asse temporale del burst.<br />

Nel caso in cui <strong>la</strong> <strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda e<strong>la</strong>borata è <strong>per</strong>fettamente uguale a quattro<br />

volte <strong>la</strong> <strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda del burst, viene catturata una quantità <strong>di</strong> energia<br />

pari a quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> due burst.<br />

Per questo motivo, quando si applica il <strong>per</strong>corso inverso del fascio d’antenna e<br />

il filtro <strong>di</strong> matching viene applicato senza pesatura (<strong>per</strong> esempio una semplice<br />

finestra rettango<strong>la</strong>re), l’energia totale e<strong>la</strong>borata <strong>per</strong> ogni target sarà <strong>la</strong> stessa.<br />

Quando si o<strong>per</strong>a un troncamento con una finestra rettango<strong>la</strong>re bisogna fare<br />

attenzione <strong>per</strong>ché, invece <strong>di</strong> catturare l’energia <strong>di</strong> due burst completi, è<br />

possibile che si catturi l’energia <strong>di</strong> un burst con completo più l’energia <strong>di</strong> due<br />

burst parziali. Nel secondo caso è necessario sommare le due energie parziali<br />

<strong>per</strong> ottenere <strong>la</strong> stessa quantità <strong>di</strong> energia del primo caso.<br />

- 50 -


Capitolo 3<br />

ALGORITMO<br />

SPECAN<br />

- 51 -


3.1 ALGORITMO SPECAN<br />

L’algoritmo SPECAN è utilizzato <strong>per</strong> <strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione dei dati SAR a burst<br />

<strong>per</strong>io<strong>di</strong>ci nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione azimutale. Nel<strong>la</strong> modalità <strong>di</strong> funzionamento<br />

Alternating Po<strong>la</strong>risation (AP), ScanSAR (Wide Swath (WS) e Global<br />

Monitoring (GM)), <strong>la</strong> natura a burst dei dati <strong>di</strong>pende dal modo in cui i dati<br />

stessi vengono raccolti. Nel<strong>la</strong> modalità Image a me<strong>di</strong>a risoluzione si<br />

estraggono <strong>per</strong>io<strong>di</strong>camente dei burst dai dati continui <strong>per</strong> formare le immagini<br />

molto rapidamente. Se l’intervallo temporale tra i burst è minore del tempo <strong>di</strong><br />

a<strong>per</strong>tura sintetica, i dati <strong>di</strong> tutti gli obiettivi sono già contenuti entro i burst e <strong>di</strong><br />

conseguenza non è necessario fare alcuna estrazione, poiché l’immagine può<br />

essere formata <strong>di</strong>rettamente. Solitamente, <strong>per</strong>ò, solo una parte dei dati re<strong>la</strong>tivi<br />

ad un certo target giunge a destinazione, mentre <strong>la</strong> restante parte viene <strong>per</strong>sa a<br />

causa <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione. Questo conduce molto spesso ad avere<br />

immagini <strong>di</strong> qualità più bassa.<br />

Confrontando quin<strong>di</strong> l’algorimo SPECAN con l’algoritmo Range-Doppler si<br />

nota come l’accuratezza nell’applicazione <strong>di</strong> filtri <strong>di</strong> matching dello SPECAN<br />

sia molto inferiore rispetto a quel<strong>la</strong> del Range-Doppler; inoltre non si riesce<br />

neanche a conservare informazione sul<strong>la</strong> fase. Si può affermare, allora, che lo<br />

SPECAN garantisce una maggiore efficienza computazionale a spese <strong>di</strong> una<br />

minore risoluzione.<br />

Una conseguenza dell’applicazione dell’algoritmo SPECAN è un effetto<br />

scalloping. Durante i burst brevi, gli obiettivi all’interno dell’a<strong>per</strong>tura sintetica<br />

vengono visti attraverso parti <strong>di</strong>verse del fascio d’antenna. Il <strong>per</strong>corso del<br />

fascio costituisce quin<strong>di</strong> una variazione pesata dell’intensità nell’immagine.<br />

Dati il <strong>per</strong>corso d’antenna e <strong>la</strong> posizione del centro del fascio si può tuttavia<br />

correggere questo effetto.<br />

I passi principale <strong>per</strong> <strong>la</strong> realizzazione dell’algoritmo sono mostrati nel<strong>la</strong> figura<br />

seguente:<br />

- 52 -


Figura 20 - Passi principali dell'algoritmo SPECAN<br />

3.2 COMPRESSIONE DEL RANGE<br />

La compressione del range è un’o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong> filtraggio che viene realizzata<br />

su ogni <strong>linea</strong> del range <strong>di</strong> dati SAR. Tale filtraggio <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> comprimere<br />

l’impulso trasmesso in un impulso stretto con <strong>la</strong> risoluzione <strong>di</strong> range voluto ed<br />

un maggiore rapporto segnale-rumore.<br />

Si possono ottenere questi risultati in maniera efficiente, grazie all’applicazione<br />

del<strong>la</strong> FFT.<br />

- 53 -


3.3 CORREZIONE LINEARE DELLA<br />

MIGRAZIONE DI CELLA (RCMC)<br />

Nell’e<strong>la</strong>borazione SPECAN, <strong>la</strong> traiettoria del<strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> range è<br />

approssimata da una <strong>linea</strong> retta con una certa pendenza nell’array<br />

bi<strong>di</strong>mensionale. Perciò <strong>la</strong> correzione delle migrazioni <strong>di</strong> cel<strong>la</strong> viene effettuata<br />

semplicemente sca<strong>la</strong>ndo i dati, cioè applicando una tras<strong>la</strong>zione del range che<br />

varia <strong>linea</strong>rmente col tempo <strong>di</strong> azimuth <strong>per</strong> poter al<strong>linea</strong>re <strong>la</strong> traiettoria del<br />

target in un so<strong>la</strong> cel<strong>la</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza. La tras<strong>la</strong>zione si effettua <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong><br />

un’interpo<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> <strong>di</strong> range. Questa correzione <strong>linea</strong>re viene fatta nel<br />

dominio temporale invece che nel dominio range-Doppler. Uno degli effetti<br />

dell’applicazione del<strong>la</strong> RCMC <strong>linea</strong>re nel dominio temporale è che le posizioni<br />

dei target nel range vengono shiftate in funzione del tempo <strong>di</strong> azimuth,<br />

ottenendo un’immagine sca<strong>la</strong>ta.<br />

In pratica, piuttosto che aumentare le <strong>di</strong>mensioni dell’array <strong>di</strong> dati <strong>per</strong> poter<br />

contenere i dati sca<strong>la</strong>ti, tali dati vengono avvolti intorno al range <strong>per</strong> formare il<br />

cosiddetto effetto “barber pole”, che comunque non provoca errori<br />

sull’immagine in uscita.<br />

La figura seguente rappresenta i risultati ottenuti dopo l’applicazione del<strong>la</strong><br />

RCMC <strong>linea</strong>re:<br />

Figura 21 - Traiettoria prima e dopo l'applicazione del<strong>la</strong> RCMC<br />

- 54 -


3.4 ELABORAZIONE AZIMUTALE<br />

L’e<strong>la</strong>borazione azimutale dello SPECAN è basata sui segnali <strong>linea</strong>ri FM a<br />

rampa; infatti il segnale azimutale che si ottiene da un punto del target può<br />

essere approssimativamente considerato come un segnale FM, <strong>la</strong> cui frequenza<br />

istantanea varia <strong>linea</strong>rmente con il tempo. Una porzione <strong>di</strong> questo segnale FM<br />

<strong>linea</strong>re è contenuto in ogni burst. La frequenza istantanea varia attorno ad un<br />

valore me<strong>di</strong>o che <strong>di</strong>pende dal<strong>la</strong> posizione temporale del target rispetto<br />

all’istante in cui si ha il burst. Per eliminare l’andamento a rampa del segnale si<br />

moltiplica il segnale stesso <strong>per</strong> un altro segnale FM <strong>di</strong> riferimento <strong>la</strong> cui<br />

frequenza istantanea varia <strong>linea</strong>rmente con lo stesso tasso del segnale<br />

proveniente dal target, ma con pendenza opposta.<br />

Il segnale risultante sarà un segnale a frequenza costante, che può essere messo<br />

in re<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> posizione del target. Al<strong>la</strong> fine si applica <strong>la</strong> FFT, che produce<br />

un segnale compresso con un picco in corrispondenza delle posizioni del target.<br />

Una rappresentazione dei segnali, sfruttata <strong>per</strong> l’applicazione dell’algoritmo<br />

SPECAN, è quel<strong>la</strong> tempo-frequenziale. Si tratta <strong>di</strong> un grafico del<strong>la</strong> frequenza<br />

istantanea del segnale in funzione del tempo. Nel caso del segnale FM è una<br />

retta, <strong>la</strong> cui pendenza rappresenta il tasso <strong>di</strong> variazione <strong>di</strong> frequenza.<br />

Esempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>agrammi tempo-frequenziali <strong>di</strong> segnali FM <strong>linea</strong>ri SAR sono<br />

riportati nel<strong>la</strong> figura seguente:<br />

Figura 22 - Illustrazione dello SPECAN con i <strong>di</strong>agrammi tempo-frequenziali<br />

- 55 -


Nel caso <strong>di</strong> un segnale sinusoidale <strong>di</strong> frequenza costante, i <strong>di</strong>agramma tempofrequenziale<br />

è una <strong>linea</strong> orizzontale.<br />

Dopo le o<strong>per</strong>azioni <strong>per</strong> l’eliminazione dell’andamento a rampa, poiché i<br />

segnali <strong>di</strong>ventano delle linee orizzontali, i segnali sono stati convertiti in<br />

sinusoi<strong>di</strong>, le cui frequenze sono in re<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> posizione del target. Per<br />

quanto riguarda l’applicazione del<strong>la</strong> FFT, <strong>la</strong> sua lunghezza deve essere pari<br />

almeno al doppio del<strong>la</strong> lunghezza dei blocchi al<strong>la</strong> quale si applica, <strong>per</strong><br />

raggiungere il sovracampionamento necessario prima del<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione. Il<br />

risultato del<strong>la</strong> FFT è l’immagine compressa formata dal burst; da questa<br />

immagine vengono selezionati i cosiddetti “good points”, che corrispondono<br />

ai target illuminati durante l’intero burst. Al<strong>la</strong> fine si o<strong>per</strong>a un correzione<br />

ra<strong>di</strong>ometrica <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong> un vettore che viene moltiplicato <strong>per</strong> il segnale nel<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>rezione azimutale. In questo modo si combattono le variazioni nell’intensità,<br />

dovute al fenomeno <strong>di</strong> scalloping.<br />

Bisogna anche correggere una certa <strong>di</strong>storsione geometrica; <strong>per</strong> far ciò si usa<br />

l’interpo<strong>la</strong>zione.<br />

3.5 SOMMA DI OSSERVAZIONI E<br />

RICAMPIONAMENTO<br />

Dopo l’applicazione dell’algoritmo SPECAN <strong>per</strong> <strong>la</strong> formazione delle<br />

immagini, prima dell’ottenimento del prodotto finale, è necessario compiere<br />

<strong>di</strong>verse o<strong>per</strong>azioni.<br />

Per prima cosa l’immagine burst deve essere shiftata nel range <strong>per</strong> correggere<br />

l’o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong> sca<strong>la</strong>tura fatta durante <strong>la</strong> correzione del<strong>la</strong> migrazione <strong>di</strong> cel<strong>la</strong>.<br />

Con questa o<strong>per</strong>azione, <strong>per</strong>ò, si corregge solo <strong>la</strong> parte intera del segnale; <strong>la</strong><br />

parte frazionaria, infatti, viene corretta durante <strong>la</strong> fase <strong>di</strong> ricampionamento.<br />

Successivamente si può applicare un multilooking opzionale, che consiste<br />

nell’applicazione <strong>di</strong> un banco <strong>di</strong> filtri passa banda <strong>per</strong> l’estrazione delle <strong>di</strong>verse<br />

bande <strong>di</strong> frequenza delle immagini.<br />

Poi si passa al<strong>la</strong> fase <strong>di</strong> detezione, durante <strong>la</strong> quale si calco<strong>la</strong> il valore del<br />

quadrato dell’ampiezza dell’immagine; questo risultato viene sfruttato nel<strong>la</strong><br />

- 56 -


fase <strong>di</strong> interpo<strong>la</strong>zione <strong>per</strong> eliminare l’aliasing. I valori del quadrato delle<br />

ampiezze delle <strong>di</strong>verse osservazioni vengono quin<strong>di</strong> sommati tra loro <strong>per</strong><br />

ridurre lo SPECKLE.<br />

A questo punto le varie osservazioni vengono sommate al fine <strong>di</strong> ottenere<br />

un’unica immagine che viene poi ricampionata nel range. Il ricampionamento<br />

consiste in una tras<strong>la</strong>zione e in una interpo<strong>la</strong>zione <strong>per</strong> <strong>la</strong> correzione del<strong>la</strong> parte<br />

frazionaria dei campioni dell’immagine. Allo stesso tempo si effettua <strong>la</strong><br />

conversione s<strong>la</strong>nt range-ground range <strong>per</strong> ottenere <strong>la</strong> spaziatura dei campioni<br />

voluta.<br />

Al<strong>la</strong> fine del processo si calco<strong>la</strong> <strong>la</strong> ra<strong>di</strong>ce quadrata dell’immagine finale <strong>per</strong><br />

ottenerne l’ampiezza.<br />

3.6 ELABORAZIONE PRODOTTO<br />

FINALE<br />

A questo punto del<strong>la</strong> catena <strong>di</strong> e<strong>la</strong>borazione si è ottenuto un valido prodotto a<br />

me<strong>di</strong>a risoluzione in modalità Image (IMM), un prodotto ScanSAR in modalità<br />

Wide Swath o Global Monitoring (WSM, GM1), oppure un prodotto<br />

Alternating Po<strong>la</strong>risation (APP, APM).<br />

Se si vogliono ottenere prodotti <strong>di</strong>versi è necessario seguire i seguenti altri<br />

passi:<br />

• Me<strong>di</strong>a a blocchi: <strong>per</strong> l’ottenimento dei “Browse Product” (IMB, APB,<br />

WSB, GMB); dell’immagine viene calco<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> me<strong>di</strong>a e si o<strong>per</strong>a un<br />

sottocampionamento<br />

• Geoco<strong>di</strong>fica: <strong>per</strong> i prodotti geoco<strong>di</strong>ficati (APG) l’immagine viene<br />

ricampionata e convertita in due <strong>di</strong>mensioni <strong>per</strong> essere utilizzata come<br />

rappresentazione su una mappa<br />

In conclusione possiamo riassumere i passi da realizzare <strong>per</strong> l’e<strong>la</strong>borazione con<br />

l’algoritmo SPECAN in base al tipo <strong>di</strong> prodotto e<strong>la</strong>borato:<br />

- 57 -


• Prodotti <strong>di</strong> precisione in Alternating Po<strong>la</strong>risation e tutti i prodotti a<br />

me<strong>di</strong>a risoluzione: si realizzano tutti i passi ad eccezione delle<br />

geoco<strong>di</strong>fica e del<strong>la</strong> me<strong>di</strong>a a blocchi<br />

• Prodotti geoco<strong>di</strong>ficati: si realizzano tutti i passi ad eccezione del<br />

ricampionamento (realizzato nel<strong>la</strong> geoco<strong>di</strong>fica) e del<strong>la</strong> me<strong>di</strong>a a blocchi<br />

• Browse product: su realizzano tutti i passi ad eccezione del<strong>la</strong><br />

geoco<strong>di</strong>fica<br />

3.7 SCALLOPING<br />

Un sistema radar può funzionare in modalità burst; in tal caso il sensore è on<br />

<strong>per</strong> un certo <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> tempo; poi <strong>di</strong>venta off, poi <strong>di</strong> nuovo on e così via,<br />

catturando così le immagini <strong>di</strong> interesse in maniera <strong>di</strong>scontinua, cioè con una<br />

serie <strong>di</strong> burst, dove ogni burst è costituito da un certo numero <strong>di</strong> eco. Rispetto<br />

alle altre modalità <strong>di</strong> funzionamento radar, <strong>la</strong> modalità burst <strong>per</strong>mette un<br />

consumo <strong>di</strong> potenza e un rate dati ridotti, a spese del<strong>la</strong> risoluzione e del<strong>la</strong><br />

qualità dell’immagine.<br />

Poiché un sensore o<strong>per</strong>ante in modalità burst non analizza una scena in maniera<br />

continua, raggiungere una qualità dell’immagine uniforme è molto più <strong>di</strong>fficile<br />

rispetto ad un sensore che o<strong>per</strong>a in modalità continua, soprattutto a causa dei<br />

fenomeni ciclici <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ng ra<strong>di</strong>ometrico.<br />

Durante <strong>la</strong> compressione azimutale, i dati <strong>di</strong> ogni burst vengono rego<strong>la</strong>ti in<br />

base ad una appropriata funzione <strong>di</strong> guadagno; questo <strong>per</strong>ché <strong>la</strong> quantità <strong>di</strong><br />

energia che viene riflessa da un singolo ostacolo varia in base al<strong>la</strong> porzione <strong>di</strong><br />

guadagno d’antenna re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> porzione <strong>di</strong> fascio che ha illuminato l’ostacolo<br />

stesso. Questo fenomeno è noto con il nome <strong>di</strong> scalloping.<br />

Si definisce quantità <strong>di</strong> scalloping <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> energia tra l’inizio e <strong>la</strong> fine<br />

del<strong>la</strong> banda in cui avviene l’e<strong>la</strong>borazione dell’immagine; tale quantità viene<br />

misurata in decibel (dB).<br />

Un metodo <strong>per</strong> correggere lo scalloping utilizza <strong>la</strong> cosiddetta funzione <strong>di</strong><br />

descalloping, che è una funzione inversamente proporzionale al<strong>la</strong> funzione del<br />

guadagno d’antenna, portando così ad un valore <strong>di</strong> energia costante su tutta <strong>la</strong><br />

- 58 -


anda <strong>di</strong> e<strong>la</strong>borazione. In tal modo è possibile garantire <strong>la</strong> costanza del<strong>la</strong><br />

ra<strong>di</strong>ometria <strong>per</strong> l’intera immagine (ve<strong>di</strong> figura 23).<br />

Figura 23 - Energia riflessa da un singolo ostacolo (3 burst)<br />

Per l’applicazione del<strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> descalloping risulta fondamentale una<br />

corretta <strong>determinazione</strong> del<strong>la</strong> parte frazionaria del<strong>la</strong> frequenza Doppler del<br />

centro <strong>di</strong> massa; infatti una stima non corretta porta da errori e <strong>di</strong>storsioni (ve<strong>di</strong><br />

figure 24 e 25):<br />

Figura 24 - Funzione <strong>di</strong> correzione con stima corretta del<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa<br />

- 59 -


Figura 25 - Funzione <strong>di</strong> correzione con stima non corretta del<strong>la</strong> frequenza Doppler del<br />

centro <strong>di</strong> massa<br />

L’errore Doppler, in<strong>di</strong>cato in figura con F D , causa una rotazione ciclica<br />

error<br />

del<strong>la</strong> funzione energia. Conseguentemente si avranno variazioni ra<strong>di</strong>ometriche<br />

cicliche <strong>per</strong> ogni burst, che vengono chiamate scalloping residuo.<br />

3.8 METODI PER LA CORREZIONE<br />

DELLO SCALLOPING<br />

Per <strong>la</strong> correzione dello scalloping è possibile utilizzare due meto<strong>di</strong>, i quali<br />

<strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> calco<strong>la</strong>re efficacemente le funzioni <strong>di</strong> descalloping. Tali meto<strong>di</strong><br />

sono:<br />

• Metodo del <strong>per</strong>corso inverso del fascio<br />

• Metodo del rapporto segnale-rumore (SNR) costante<br />

Il primo metodo utilizza delle funzioni <strong>di</strong> peso che sono inversamente<br />

proporzionali al<strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> guadagno d’antenna.<br />

- 60 -


Il secondo metodo, il cui vero nome è Optimum Look Weighting for Burst<br />

Mode and ScanSAR”, noto anche come metodo <strong>di</strong> Bamler, consiste nello<br />

sviluppare delle funzioni <strong>per</strong> <strong>la</strong> correzione del <strong>per</strong>corso d’antenna <strong>per</strong><br />

l’e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> immagini ScanSAR.<br />

Tali funzioni sono state create <strong>per</strong> sod<strong>di</strong>sfare i seguenti criteri in caso <strong>di</strong><br />

e<strong>la</strong>borazioni <strong>di</strong> immagini multilook:<br />

• La potenza del segnale re<strong>la</strong>tivo all’immagine deve essere costante<br />

• La potenza del rumore deve essere costante<br />

• Il numero equivalente <strong>di</strong> osservazioni deve essere massimizzato<br />

Per l’applicazione <strong>di</strong> entrambi i meto<strong>di</strong> è necessario conoscere accuratamente il<br />

valore del<strong>la</strong> frequenza Doppler del centro <strong>di</strong> massa.<br />

L’errore nel<strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> <strong>di</strong> tale frequenza può essere minimizzato<br />

andando ad aumentare il numero <strong>di</strong> osservazioni prese in considerazione.<br />

3.9 FUSIONE DEI FLUSSI ScanSAR<br />

L’e<strong>la</strong>borazione dei flussi multipli ScanSAR consiste nel<strong>la</strong> generazione <strong>di</strong><br />

flussi <strong>di</strong> immagini in<strong>di</strong>pendenti (chiamate buffer <strong>di</strong> flusso) e successivamente<br />

combinare i flussi fino ad ottenere un’unica immagine in uscita.<br />

Figura 26 - Buffer <strong>di</strong> fusione dei flussi<br />

- 61 -


I buffer <strong>di</strong> flusso si sovrappongono nel range, <strong>per</strong>tanto i dati devono essere<br />

messi insieme <strong>per</strong> poter rendere continua l’immagine in uscita.<br />

I dati vengono copiati <strong>di</strong>rettamente da ogni flusso, oppure possono essere creati<br />

misce<strong>la</strong>ndo i pixel appartenenti al<strong>la</strong> cosiddetta “regione <strong>di</strong> blend”, che<br />

appartiene a due flussi.<br />

L’algoritmo <strong>di</strong> fusione o algoritmo <strong>di</strong> merging è costituito da tre passi:<br />

• Determinazione <strong>di</strong> un punto <strong>di</strong> riferimento nel<strong>la</strong> regione <strong>di</strong> blend<br />

• Determinazione dei limiti del<strong>la</strong> regione <strong>di</strong> blend<br />

• Fusione dei dati del<strong>la</strong> regione <strong>di</strong> blend secondo regole prestabilite<br />

Il punto <strong>di</strong> riferimento del<strong>la</strong> regione <strong>di</strong> blend è definito come il pixel del range<br />

corrispondente al punto <strong>di</strong> intersezione del <strong>per</strong>corso dei fasci vicino e lontano.<br />

Di conseguenza <strong>la</strong> regione <strong>di</strong> blend deve cadere necessariamente all’interno<br />

del<strong>la</strong> regione <strong>di</strong> sovrapposizione tra le osservazioni, che è definita dal primo<br />

pixel del fascio lontano e dall’ultimo del fascio vicino, come mostrato in figura<br />

27.<br />

Figura 27 - Regione <strong>di</strong> blend e re<strong>la</strong>tivo punto <strong>di</strong> riferimento<br />

- 62 -


Le <strong>di</strong>mensioni nominali del<strong>la</strong> regione <strong>di</strong> blend sono definite in termini <strong>di</strong><br />

numero <strong>di</strong> pixel. Si assume che tale regione abbia <strong>di</strong>mensione N pixel, con<br />

N /2 pixel appartenenti a ognuno dei due fasci. Determinando in questo modo<br />

gli N pixel, il punto <strong>di</strong> riferimento si troverà <strong>per</strong>fettamente al centro del<strong>la</strong><br />

regione <strong>di</strong> blend.<br />

La fusione dei dati contenuti entro <strong>la</strong> regione <strong>di</strong> blend è stata progettata in<br />

maniera tale da massimizzare il rapporto segnale-rumore.<br />

Prima <strong>di</strong> riportare <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> <strong>di</strong> fusione utilizzata, risulta utile riportare le<br />

seguenti notazioni:<br />

• Xnear ( n ) = array dei valori <strong>di</strong> energia associati ai pixel del fascio<br />

vicini<br />

• X far ( n ) = array dei valori <strong>di</strong> energia associati ai pixel del fascio<br />

lontano<br />

• P = funzione <strong>di</strong> peso<br />

Per un dato valore <strong>di</strong> P, <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> usata <strong>per</strong> calco<strong>la</strong>re i pixel che devono essere<br />

fusi è <strong>la</strong> seguente:<br />

X ( n) = (1 − ( n/ N) P) X ( n) + (( n/ N) P) X ( n)<br />

merged near far<br />

dove n= 0,1,..., N − 1 e P ≥ 0<br />

A seconda <strong>di</strong> quali pixel devono essere messi in risalto al fine <strong>di</strong> migliorare <strong>la</strong><br />

qualità dell’immagine ottenuta, è possibile mo<strong>di</strong>ficare opportunamente i valori<br />

<strong>di</strong> P.<br />

- 63 -


3.10 FILTRAGGIO INVERSO IN<br />

MODALITA’ GLOBAL MONITORING<br />

Solitamente, l’impulso trasmesso ha un’ampiezza rettango<strong>la</strong>re con variazione<br />

<strong>di</strong> fase quadratica, che <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> caratterizzare l’impulso come un segnale<br />

FM <strong>linea</strong>re. Per tali impulsi, aumentandone <strong>la</strong> durata, sono possibili variazioni<br />

<strong>di</strong> frequenza maggiori, che <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> aumentare <strong>la</strong> <strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda; in<br />

questo modo, dopo <strong>la</strong> compressione dell’impulso, si ottiene una maggiore<br />

risoluzione. Gli impulsi <strong>linea</strong>ri FM utilizzati dall’SAR hanno un prodotto<br />

tempo-<strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda abbastanza elevato, pari almeno a 1000. Per segnali<br />

con queste caratteristiche, ci sono importanti re<strong>la</strong>zioni tempo-frequenza; ad<br />

esempio lo spettro <strong>di</strong> ampiezza ha <strong>la</strong> stessa forma dell’impulso nel dominio<br />

temporale (figura 28).<br />

Figura 28 - Impulso con grande prodotto tempo-<strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda<br />

La trasformata <strong>di</strong> Fourier (FFT) ha una variazione <strong>di</strong> fase quadratica, che deve<br />

essere rimossa durante il filtraggio con il filtro <strong>di</strong> matching, <strong>per</strong> poter<br />

campionare l’impulso. Nel dominio frequenziale, il filtro <strong>di</strong> matching è definito<br />

come il coniugato del<strong>la</strong> trasformata <strong>di</strong> Fourier dell’impulso. Nel caso <strong>di</strong><br />

- 64 -


impulsi con ampi prodotti tempo <strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda, <strong>per</strong>ò, moltiplicare lo<br />

spettro <strong>per</strong> il suo coniugato, equivale a rimuovere <strong>la</strong> variazione quadratica e<br />

del<strong>la</strong> fase e <strong>la</strong>scia l’ampiezza più o meno invariata, grazie al<strong>la</strong> forma<br />

rettango<strong>la</strong>re derivante dall’avere come risposta impulsiva un sinc.<br />

Nel caso <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> funzionamento Global Monitoring (GM), comunque, è<br />

richiesta una risoluzione abbastanza bassa; si può <strong>per</strong>tanto usare un impulso<br />

con picco<strong>la</strong> <strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda, ottenendo così un prodotto tempo-<strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong><br />

banda pari a 20. In tal caso <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tempo-frequenza precedentemente<br />

descritta non risulta essere valida (figura 29).<br />

Figura 29 - Impulso con piccolo prodotto tempo-<strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> banda<br />

Come si può notare, lo spettro <strong>di</strong> ampiezza non è più rettango<strong>la</strong>re e <strong>la</strong><br />

moltiplicazione <strong>per</strong> il filtro <strong>di</strong> matching non farebbe altro che peggiorare le<br />

variazioni <strong>di</strong> ampiezza.<br />

Per risolvere questo problema, invece <strong>di</strong> moltiplicare lo spettro dell’impulso<br />

<strong>per</strong> il suo complesso coniugato, si moltiplica <strong>per</strong> <strong>la</strong> trasformata inversa <strong>di</strong><br />

Fourier (IFFT). Così facendo si rimuovono le variazioni <strong>di</strong> ampiezza durante <strong>la</strong><br />

compressione e si migliora <strong>la</strong> forma dell’impulso compresso.<br />

- 65 -


CAPITOLO 4<br />

LA<br />

TRASFORMATA<br />

WAVELET:<br />

CARATTERISTICHE<br />

FONDAMENTALI<br />

- 66 -


4.1 GENERALITA’<br />

Tutte le immagini possono essere considerate come dei segnali.<br />

Conseguentemente è possibile farne un’analisi nel dominio del<strong>la</strong> frequenza,<br />

chiamato anche dominio <strong>di</strong> Fourier. In realtà, <strong>per</strong>ò, ancor più dell’analisi<br />

frequenziale può risultare utile manipo<strong>la</strong>re le immagini in maniera tale da<br />

passare dal dominio temporale ad un dominio <strong>multirisoluzione</strong>. Per realizzare<br />

questo passaggio si realizza un’analisi del segnale me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> una<br />

partico<strong>la</strong>re trasformata, che prende il nome <strong>di</strong> trasformata wavelet. In tal modo<br />

risulta possibile mantenere una buona localizzazione temporale e frequenziale<br />

allo stesso tempo, garantendo così <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> ottenere anche informazioni<br />

re<strong>la</strong>tive allo sharpness e, <strong>di</strong> conseguenza, sugli edge.<br />

La trasformata wavelet (<strong>di</strong>a<strong>di</strong>ca) può facilmente essere implementata me<strong>di</strong>ante<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> un banco <strong>di</strong> filtri LP (low pass) e HP (high pass) e <strong>di</strong><br />

sottocampionatori con passo 2.<br />

La figura seguente mostra lo schema a blocchi <strong>di</strong> un sistema che implementa <strong>la</strong><br />

trasformata wavelet:<br />

Figura 30 - Banco <strong>di</strong> analisi <strong>per</strong> <strong>la</strong> trasformata Wavelet<br />

Gli stessi banchi <strong>di</strong> filtri, utilizzati al contrario, <strong>per</strong>mettono invece <strong>di</strong> o<strong>per</strong>are<br />

una ricostruzione dell’immagine <strong>di</strong> partenza, a partire dal risultato<br />

dell’applicazione del<strong>la</strong> trasformata wavelet, come mostrato nel<strong>la</strong> figura<br />

seguente:<br />

- 67 -


Figura 31 - Banco <strong>di</strong> sintesi <strong>per</strong> <strong>la</strong> trasformata Wavelet<br />

L’applicazione del<strong>la</strong> trasformata wavelet consiste nel convolvere il segnale con<br />

tutte le funzioni ottenute dall’applicazione <strong>di</strong> tras<strong>la</strong>zioni e <strong>di</strong><strong>la</strong>tazioni ad una<br />

funziona chiamata wavelet madre. Grazie al<strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> realizzare<br />

un’analisi dei segnali in un dominio <strong>multirisoluzione</strong>, tale trasformata viene<br />

oggigiorno ado<strong>per</strong>ata molto spesso in applicazioni re<strong>la</strong>tive al trattamento delle<br />

immagini.<br />

Ve<strong>di</strong>amo ora <strong>di</strong> analizzare più in dettaglio <strong>la</strong> trasformata in questione e in<br />

partico<strong>la</strong>r modo le sue applicazioni <strong>per</strong> il trattamento <strong>di</strong> immagini SAR.<br />

4.2 TRASFORMATA WAVELET E<br />

SINGOLARITA’<br />

Grazie al<strong>la</strong> loro applicabilità universale, gli <strong>algoritmi</strong> basati sull’utilizzo<br />

del<strong>la</strong> trasformata wavelet sono stati introdotti in svariate applicazioni. Se si<br />

pensa poi al caso dell’edge detection si può affermare che <strong>la</strong> teoria wavelet<br />

fornisce un solido background matematico <strong>per</strong> gli attuali estrattori <strong>di</strong> edge<br />

(come ad esempio il Canny). Risulta <strong>per</strong>tanto ragionevole supporre <strong>di</strong> poter<br />

utilizzare <strong>algoritmi</strong> wavelet generici <strong>per</strong> applicazioni <strong>di</strong> edge detection.<br />

Analizziamo ora dal punto <strong>di</strong> vista puramente matematico <strong>la</strong> trasformata<br />

wavelet.<br />

L’espressione generale del<strong>la</strong> trasformata wavelet continua <strong>di</strong> una funzione f è<br />

data:<br />

- 68 -


- 69 -<br />

( )<br />

1 ⎛t−b⎞ Wψf( a, b): = f, TbDaψ = ∫ f( t) ψ ⎜ ⎟dt<br />

= f ⊗D<br />

aψ ( b)<br />

a ⎝ a ⎠<br />

dove ψ , chiamata wavelet ammissibile, è una funzione del tipo:<br />

e<br />

Tf( x): = f( x− b)<br />

e<br />

b<br />

−1/2 ⎛ x ⎞<br />

Df a ( x): = a f⎜ ⎟<br />

⎝a⎠ ℜ<br />

∧<br />

cψ: = 2π∫<br />

+<br />

ψω ( )<br />

ω<br />

dω<br />


Diremo invece che una wavelet ψ ha n momenti <strong>di</strong> fuga se e solo se:<br />

k<br />

∀k∈ ¥ , k < n: t ψ ( t) dt = 0<br />

0<br />

Per poter utilizzare <strong>la</strong> trasformata wavelet come rive<strong>la</strong>tore <strong>di</strong> edge, an<strong>di</strong>amo a<br />

determinare i modulus maxima, che sono i massimi locali <strong>di</strong><br />

ba W f( a, b)<br />

su una determinata sca<strong>la</strong> a fissata.<br />

ψ<br />

Un’altra definizione importante, utile <strong>per</strong> l’applicazione del<strong>la</strong> wavelet alle<br />

immagini, è quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> funzione Lipschitz α in x 0 .<br />

Una funzione f è chiamata Lipschitz α in x0 se:<br />

<strong>per</strong> n α n 1<br />

≤ ≤ + n∈¥<br />

esistono costanti positive A e 0<br />

<strong>per</strong> tutti gli h tale che h ≤ h0<br />

0<br />

- 70 -<br />

∫<br />

ℜ<br />

h e un polinomio P( x ) <strong>di</strong> grado n tale che:<br />

f ( x h) P( h) Ah α<br />

+ − ≤<br />

Come hanno <strong>di</strong>mostrato Mal<strong>la</strong>t e Hwang, <strong>per</strong> una funzione f che sia priva <strong>di</strong><br />

chirp singu<strong>la</strong>rities e <strong>per</strong> wavelet con supporto compatto ed n > α momenti <strong>di</strong><br />

fuga, vale il seguente teorema:<br />

f è Lipschitz α in x 0 se e solo se:<br />

W f( a, b) Ca α<br />

≤<br />

ψ<br />

n<br />

1<br />

1<br />

+<br />

2<br />

n


<strong>per</strong> ogni a a0<br />

( , ( ))<br />

< e 0 2<br />

aba , dove 0, 1, 2<br />

b− x < C a lungo le linee <strong>di</strong> modulus maxima<br />

aC C sono costanti positive.<br />

Il numero delle linee <strong>di</strong> modulus maxima cresce col numero <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong><br />

fuga del<strong>la</strong> wavelet. Per questo motivo è meglio utilizzare una wavelet avente<br />

tanti momenti <strong>di</strong> fuga quanto necessario.<br />

4.3 EDGE DETECTION CON<br />

L’UTILIZZO DELLA WAVELET<br />

Il più semplice esempio <strong>di</strong> edge in un’immagine può essere pensato come<br />

una qualsiasi versione ruotata <strong>di</strong> H ⊗ Cxy ( , ) , dove C è una funzione<br />

costante e H è <strong>la</strong> funzione gra<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Heavyside. La funzione C è Lipschitz<br />

∞ , H è Lipschitz 0.<br />

Al fine <strong>di</strong> realizzare <strong>la</strong> detezione <strong>di</strong> edge è necessario andare a considerare il<br />

modulus maxima del<strong>la</strong> trasformata wavelet a livelli <strong>di</strong> sca<strong>la</strong> a <strong>di</strong>fferenti.<br />

Solitamente, <strong>per</strong> preservare il tempo <strong>di</strong> computazione che lo spazio <strong>di</strong> memoria<br />

occupato, si utilizza (così come è avvenuto anche nell’implementazione<br />

dell’algoritmo in questa tesi) una trasformata wavelet <strong>di</strong>a<strong>di</strong>ca, cioè quel<strong>la</strong> con<br />

2 n<br />

a = ed n∈¥ .<br />

La griglia <strong>di</strong> campionamento <strong>di</strong> b è solitamente un sottinsieme <strong>di</strong> 2<br />

¢ e<br />

dev’essere <strong>la</strong> stessa utilizzata <strong>per</strong> l’immagine originale. L’immagine originale<br />

sarà <strong>la</strong> versione tras<strong>la</strong>ta Tbφ del<strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> scaling φ , quando ci troviamo<br />

0<br />

2 .<br />

al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong><br />

La wavelet utilizzata è stata quel<strong>la</strong> avente trasformata <strong>di</strong> Fourier:<br />

( ) j sinc<br />

4<br />

ω<br />

∧ ⎛ ⎛ ⎞⎞<br />

ψ ω = ω⎜<br />

⎜ ⎟<br />

π<br />

⎟<br />

⎝ ⎝ ⎠⎠<br />

che <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> realizzare convoluzioni <strong>di</strong>screte usando solo pochi coefficienti<br />

del filtro, cioè un piccolo supporto. Ha inoltre un momento <strong>di</strong> fuga che<br />

- 71 -<br />

4


<strong>per</strong>mette <strong>di</strong> utilizzar<strong>la</strong> <strong>per</strong> lo scopo <strong>per</strong> il quale è stata scelta, <strong>la</strong> <strong>determinazione</strong><br />

degli edge.<br />

4.4 WAVELET UTILIZZATA PER<br />

IMMAGINI SAR<br />

Uno dei maggiori problemi legati al<strong>la</strong> trattazione ed al<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong><br />

immagini SAR è rappresentato dal fatto che tali immagini sono quasi sempre<br />

affette da rumore speckle. Il rumore speckle è un rumore moltiplicativo che si<br />

manifesta nell’immagine con <strong>la</strong> presenza apparentemente casuale <strong>di</strong> pixel<br />

notevolmente chiari o scuri. Esso deriva dal fatto che un’immagine SAR (come<br />

già spiegato nel<strong>la</strong> sezione del<strong>la</strong> tesi che affronta il processo che porta al<strong>la</strong><br />

formazione <strong>di</strong> un’immagine SAR) è creata utilizzando un radar coerente, cioè<br />

in grado <strong>di</strong> fornire una risoluzione Doppler. Una singo<strong>la</strong> cel<strong>la</strong> <strong>di</strong> risoluzione,<br />

cioè ogni singolo pixel, corrisponde ad un’area <strong>di</strong> una certa grandezza a terra<br />

(nel nostro caso 25m× 25m),<br />

all’interno del<strong>la</strong> quale sono presenti molti<br />

<strong>di</strong>fferenti obiettivi, che vengono chiamati scatterers.<br />

La lunghezza d’onda osservante è dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> pochi centimetri e quin<strong>di</strong> in<br />

grado <strong>di</strong> interagire con ogni singolo scatterer. Tali interazioni multiple<br />

conducono al<strong>la</strong> generazioni <strong>di</strong> eco che interferiscono l’un l’altro in maniera<br />

costruttiva o <strong>di</strong>struttiva. Quando l’interferenza è <strong>di</strong> tipo costruttivo genera un<br />

segnale <strong>di</strong> ritorno forte: si avrà come conseguenza <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> un pixel<br />

luminoso nell’immagine; viceversa, quando l’interferenza è <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>struttivo<br />

si genera un segnale <strong>di</strong> ritorno debole con <strong>la</strong> conseguente presenza<br />

nell’immagine <strong>di</strong> un pixel scuro. Un primo argine ai problemi legati al<strong>la</strong><br />

presenza del rumore speckle nelle immagini è imposto dal calcolo del<br />

logaritmo dell’immagine, che porterà ad avere un rumore che da moltiplicativo<br />

si è trasformato in ad<strong>di</strong>tivo. Sogliando opportunamente il modulus maxima<br />

del<strong>la</strong> trasformata wavelet si può ottenere una prima separazione tra il rumore<br />

ad<strong>di</strong>tivo bianco e stazionario e le singo<strong>la</strong>rità, che rappresentano gli edge<br />

nell’immagine, fino ad un certo grado. Gli edge hanno un comportamento<br />

simile a quello del<strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> Heavyside con rego<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> Lipschitz<br />

- 72 -


α = 0 . Per questo motivo il coefficiente wavelet deve crescere lungo il<br />

edge<br />

modulus maxima (<strong>per</strong> sca<strong>la</strong> a →∞). Poiché il rumore speckle interessa solo<br />

punti singoli, si può model<strong>la</strong>re il rumore come una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Dirac<br />

avente pesi scelti casualmente. Grazie al<strong>la</strong> <strong>linea</strong>rità del<strong>la</strong> trasformata wavelet,<br />

un semplice sogliaggio dei coefficienti wavelet ad una sca<strong>la</strong> più alta porta ad<br />

una separazione degli edge dal rumore ad<strong>di</strong>tivo.<br />

- 73 -


CAPITOLO 5<br />

DETEZIONE DELLA<br />

LINEA COSTIERA IN<br />

IMMAGINI SAR<br />

MEDIANTE<br />

L’UTILIZZO DELLA<br />

TRASFORMATA<br />

WAVELET<br />

- 74 -


5.1 INTRODUZIONE<br />

Le immagini delle su<strong>per</strong>fici oceaniche sono state ottenute da radar ad<br />

a<strong>per</strong>tura sintetica (SAR) già a partire dal 1991, grazie all’utilizzo <strong>di</strong> tale tipo <strong>di</strong><br />

radar sui satelliti ERS. Il motivo <strong>per</strong> il quale si realizza tale stu<strong>di</strong>o delle linee<br />

costiere è quello <strong>di</strong> rilevare eventuali cambiamenti del<strong>la</strong> topografia utilizzando<br />

immagini satellitari. Tutto ciò <strong>per</strong>ché solitamente <strong>la</strong> topografia si ottiene<br />

attraverso misure terrestri e misure <strong>di</strong> eco, che sono <strong>di</strong>fficili da realizzare e<br />

soprattutto molto costose. Un sistema <strong>di</strong> assestamento batimetrico è stato<br />

realizzato dal<strong>la</strong> società o<strong>la</strong>ndese ARGOSS, combinando informazioni sul<br />

backscatter del radar con eco sonori convenzionali.<br />

La tecnica utilizzata <strong>per</strong> ottenere l’estrazione delle linee costiere consiste<br />

nell’applicazione congiunta del metodo <strong>di</strong> detezione <strong>di</strong> edge basato sul<strong>la</strong><br />

wavelet proposto da Mal<strong>la</strong>t adattato a immagini SAR affette da rumore<br />

speckle, l’algoritmo <strong>di</strong> blocktracing <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> delle area circostanti<br />

<strong>la</strong> zona <strong>di</strong> confine tra terraferma e acqua e come ultimo passo l’applicazione <strong>di</strong><br />

un algoritmo <strong>di</strong> active contour (in questo caso è stato utilizzato l’algoritmo<br />

snake).<br />

I passi necessari <strong>per</strong> <strong>la</strong> realizzazione dell’algoritmo sono:<br />

Figura 32 - algoritmo <strong>di</strong> estrazione delle linee costiere<br />

- 75 -


5.2 CARATTERISTICHE GENERALI<br />

DELL’ALGORITMO UTILIZZATO<br />

Dal<strong>la</strong> figura precedente si può notare come l’algoritmo <strong>per</strong> l’estrazione<br />

delle regioni costiere necessiti vari passi <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua implementazione.<br />

In partico<strong>la</strong>re si possono in<strong>di</strong>viduare tre parti fondamentali. La prima <strong>di</strong> esse<br />

conduce ad una prima grosso<strong>la</strong>na <strong>di</strong>stinzione tra <strong>la</strong> terraferma e le zone<br />

sommerse. Tale <strong>di</strong>stinzione può essere realizzata grazie al<strong>la</strong> capacità del<br />

rive<strong>la</strong>tore <strong>di</strong> edge utilizzato, <strong>la</strong> trasformata wavelet, <strong>di</strong> evidenziare forti edge<br />

sul<strong>la</strong> terraferma ed edge molto più deboli nelle zone rico<strong>per</strong>te dalle acque<br />

A questo punto basta realizzare un sogliaggio appropriato ed applicare il<br />

cosiddetto blocktracing <strong>per</strong> ottenere una prima segmentazione in acqua e<br />

terraferma, nonché una picco<strong>la</strong> area costiera che delimita il confine tra acqua e<br />

terra.<br />

La parte finale dell’algoritmo consiste nel refinire il tutto andando a<br />

determinare gli edge in full resolution nel<strong>la</strong> regione costiera. Sfruttando <strong>la</strong><br />

teoria del<strong>la</strong> wavelet, è possibile localizzare in maniera più accurata tali edge<br />

utilizzando una propagazione <strong>di</strong> sca<strong>la</strong>. Si ottengono così dei segmenti <strong>di</strong> edge,<br />

che hanno bisogno <strong>di</strong> essere uniti <strong>per</strong> dare una rappresentazione accettabile<br />

del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera sull’immagine analizzata. Per far ciò bisogna connettere tali<br />

segmenti utilizzando una <strong>linea</strong> continua, ottenuta attraverso l’applicazione <strong>di</strong><br />

una tecnica <strong>di</strong> contorno attivo; in questo caso l’algoritmo snake.<br />

5.3 BLOCKTRACING:ALGORITMO DI<br />

SEGMENTAZIONE<br />

L’idea fondamentale al<strong>la</strong> base del blocktracing è quel<strong>la</strong> che una qualsiasi<br />

area da investigare può essere sud<strong>di</strong>visa in aree più piccole <strong>di</strong> forma rego<strong>la</strong>re,<br />

<strong>la</strong> cui <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>minuisce in maniera monotona al crescere dell’or<strong>di</strong>ne.<br />

Prima dell’applicazione del blocktracing, <strong>per</strong>ò, risulta conveniente effettuare<br />

un sogliaggio sull’immagine SAR a cui è stata applicata <strong>la</strong> trasformata wavelet.<br />

Ciò <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> eliminare tutti quelle parti dell’immagine che pur non essendo<br />

- 76 -


edge vengono c<strong>la</strong>ssificate come tali a causa del rumore speckle. Il sogliaggio<br />

può essere semplicemente realizzato utilizzando il WTMM (wavelet transform<br />

modulus maxima), che consiste nel prendere in considerazione tutti i pixel<br />

dell’immagine, che dopo l’applicazione del<strong>la</strong> wavelet risultano avere un valore<br />

su<strong>per</strong>iore ad una certa soglia, scelta in maniera adattativa.<br />

Dopo il sogliaggio, si sud<strong>di</strong>vide l’immagine in quadrati (ad esempio <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensione 128x128 pixel). Si assume che tutti i quadrati al cui interno non<br />

sono presenti edge rappresentino delle aree omogenee <strong>di</strong> acqua; si procede<br />

quin<strong>di</strong> andando ad analizzare i quadrati nell’intorno e, se il numero <strong>di</strong> punti <strong>di</strong><br />

edge presenti è inferiore ad una certa soglia, si selezionano anche quest’ultimi.<br />

Terminata <strong>la</strong> scansione dell’intera immagine con questo proce<strong>di</strong>mento, si<br />

<strong>di</strong>mezza <strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione dei rettangoli e si reitera il proce<strong>di</strong>mento, fino a quando<br />

si raggiunge il livello desiderato. A seconda del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> del<strong>la</strong> wavelet utilizzata,<br />

cambia il numero <strong>di</strong> iterazioni del processo, <strong>per</strong>ché bisogna tener presente che<br />

il WTMM cresce con <strong>la</strong> quarta potenza del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> utilizzata.<br />

Il risultato del blocktracing è <strong>la</strong> definizione <strong>di</strong> una probabile zone costiera,<br />

chiamata coastline guess area.<br />

5.4 SELEZIONE LOCALE DEGLI<br />

EDGE E PROPAGAZIONE DELLA<br />

SCALA<br />

Dopo l’applicazione del blocktracing si passa al<strong>la</strong> selezione dei possibili<br />

edge all’interno del<strong>la</strong> coastline guess area. Prima <strong>di</strong> tutto si provvede ad<br />

eliminare tutti quei punti <strong>di</strong> edge che hanno una <strong>di</strong>mensione inferiore ai quattro<br />

pixel. Si passa quin<strong>di</strong> ad una selezione degli edge all’interno <strong>di</strong> finestre<br />

sovrapposte sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> loro lunghezza e del<strong>la</strong> loro robustezza. La<br />

robustezza <strong>di</strong> un edge è legata <strong>di</strong>rettamente al valore del WTMM, che vale:<br />

W ( H)( a, b)<br />

i<br />

ψ λ =<br />

1,2<br />

2<br />

- 77 -


Consideriamo il fattore ν , definito come segue, nel caso <strong>di</strong> un edge con k<br />

b b all’interno <strong>di</strong> una finestra <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione ω0xω 0<br />

punti 1 ,..., k<br />

k<br />

i<br />

ν = ∑ ( Wψf( a, b))<br />

i=<br />

1,2<br />

2<br />

j=<br />

1<br />

ν cresce sia con <strong>la</strong> lunghezza che con <strong>la</strong> robustezza dell’edge e fornisce un<br />

buon termine <strong>di</strong> confronto tra edge all’interno <strong>di</strong> una stessa finestra. Si<br />

andranno infatti a selezionare solo gli edge che hanno il massimo valore <strong>di</strong> ν .<br />

Al<strong>la</strong> fine si rimuovono tutti gli edge che non sono stati selezionati in alcuna<br />

delle finestre.<br />

Ricordando l’equazione che descrive il WTMM, possiamo affermare che le<br />

linee del WTMM <strong>di</strong> una singo<strong>la</strong>rità posta in un punto x 0 non sono<br />

necessariamente fisse in un punto (in generale possiamo <strong>di</strong>re che<br />

[ aba , ( )) ≠ ( ax , )] ). Tali singo<strong>la</strong>rità saranno localizzate all’interno <strong>di</strong> un<br />

cono<br />

0<br />

ba ( ) − x ≤ Ca<br />

- 78 -<br />

0 2<br />

Per poter localizzare l’esatta posizione <strong>di</strong> ogni edge si dovrà quin<strong>di</strong> seguire il<br />

WTMM <strong>di</strong> un edge attraverso le varie scale del<strong>la</strong> wavelet. Una maniera<br />

piuttosto semplice <strong>di</strong> far ciò consiste nel selezionare tutti gli edge ad una sca<strong>la</strong><br />

2 k<br />

a = che risultano essere prossimi agli edge precedentemente selezionati ad<br />

1<br />

una sca<strong>la</strong> più alta ( 2 k+<br />

a = ). Per far ciò basta utilizzare un filtro <strong>di</strong> smoothing<br />

(3x3o 5x 5),<br />

scelto in maniera appropriata sul<strong>la</strong> base del valore del parametro<br />

k , e moltiplicare il tutto <strong>per</strong> il valore del WTMM del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> più bassa. Gli<br />

edge su cui viene effettuata questa o<strong>per</strong>azione sono quelli selezionati con il<br />

metodo sopra descritto (selezione locale). Questa parte dell’algoritmo risulta<br />

essere partico<strong>la</strong>rmente delicata quando si ha a che fare con immagini acquisite<br />

tramite SAR, <strong>per</strong>ché i valore del WTMM dovuti al rumore possono essere<br />

significativamente alti a causa del<strong>la</strong> corre<strong>la</strong>zione del rumore speckle. È stato<br />

<strong>di</strong>mostrato che <strong>la</strong> corre<strong>la</strong>zione del rumore speckle nelle immagini SAR


0<br />

influenza principalmente <strong>la</strong> sca<strong>la</strong> wavelet più bassa ( 2 ). Si preferisce <strong>per</strong>tanto<br />

<strong>la</strong>vorare al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong><br />

1<br />

2 o<br />

2<br />

2 .<br />

5.5 ACTIVE CONTOUR<br />

Gli edge determinati fino a questo passo dell’algoritmo non sono connessi in<br />

maniera continua. È necessario <strong>per</strong>tanto trasformare questi spezzoni <strong>di</strong><br />

contorno in una <strong>linea</strong> continua che descriva in maniera appropriata<br />

l’andamento del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera. Per far ciò si realizza un ultimo passo<br />

consistente nell’applicazione <strong>di</strong> un algoritmo <strong>di</strong> contorno attivo o algoritmo<br />

snake.<br />

Il contorno attivo non è altro che una curva chiusa:<br />

v: J → ¡<br />

s a vs ()<br />

Per ogni pixel <strong>di</strong> v è necessario calco<strong>la</strong>re e minimizzare <strong>la</strong> seguente funzione<br />

<strong>di</strong> energia:<br />

dove<br />

e<br />

∫<br />

E = λ E () s + λ E () s + λ E () s ds<br />

J<br />

con con cur cur img img<br />

dv() s<br />

Econ() s =<br />

ds<br />

E () s =<br />

cur<br />

- 79 -<br />

2<br />

2<br />

dvs<br />

2<br />

()<br />

ds<br />

2<br />

2


sono le energie (contorno e robustezza) del<strong>la</strong> curva v , Eimg () s è l’energia<br />

esterna dell’immagine e i λ k sono parametri <strong>di</strong> bi<strong>la</strong>nciamento. Nel caso<br />

<strong>di</strong>screto si può scrivere:<br />

~<br />

E ( q) = ∑ λ E ( q)<br />

p j j<br />

j∈( con, cur, img)<br />

Tale energia viene minimizzata ricorsivamente fino a che si determina una<br />

curva sufficientemente stabile. Per il calcolo dell’energia esterna<br />

dell’immagine, al posto <strong>di</strong> considerare gli edge nell’immagine a cui non è stato<br />

applicato il sogliaggio, si considerano gli edge dell’immagine binaria a cui<br />

stato applicato il sogliaggio. L’energia dell’immagine viene quin<strong>di</strong> calco<strong>la</strong>ta<br />

come segue:<br />

E ( q)<br />

img<br />

⎧2(<br />

e − e ) −1<br />

⎩ 2 1<br />

00 kl<br />

= ⎨<br />

− e00<br />

−<br />

- 80 -<br />

∀q ≠ (0,0)<br />

q= p<br />

dove e kl è il f<strong>la</strong>g dell’edge (assume valore 0 o 1) <strong>per</strong> q= ( k, l)<br />

nell’intorno<br />

mxn <strong>di</strong> p = (0,0) che è il pixel in analisi. Lontano dagli edge dell’immagine,<br />

si avrà e00 = ekl<br />

= 0 , Eimg ( q ) = − 1.<br />

Per questo motivo non ci saranno punti<br />

preferito dallo snake. Nelle vicinanze <strong>di</strong> un edge, invece, si ha che e 00 = 0 ,<br />

e = 1,<br />

E ( q ) =− 3;<br />

conseguentemente lo snake sarà fortemente attratto da<br />

kl<br />

img<br />

tale punto. Nel caso in cui lo snake coincida con un edge ( e 00 = 1),<br />

tutti i<br />

possibili intorni vengono settati a 1, mentre Eimg ( p ) <strong>di</strong>venta pari a − 3 , con<br />

tutti gli edge dell’intorno settati a 1. Ciò porta lo snake ad essere attratto dal<strong>la</strong><br />

sua posizione corrente.<br />

Di fondamentale importanza risulta considerare tre problemi fondamentali che<br />

possono interessare l’algoritmo snake:<br />

1. lo snake ha bisogno <strong>di</strong> un seme appropriato da cui partire, ovvero una<br />

snake guess first position al fine <strong>di</strong> identificare automaticamente tutte le


egioni connesse nell’immagine, senza aver <strong>di</strong> bisogno <strong>di</strong> informazioni<br />

ad<strong>di</strong>zionali. Un esempio <strong>di</strong> snake guess first position può essere un<br />

contorno vettorizzato zona costiera-mare.<br />

2. i punti determinati dallo snake devono essere interpo<strong>la</strong>ti se <strong>la</strong> loro<br />

<strong>di</strong>stanza è inferiore ad una certa d max oppure scartati se <strong>la</strong> loro <strong>di</strong>stanza<br />

è su<strong>per</strong>iore ad una certa d min<br />

3. lo snake non può intersecarsi con se stesso ovvero non può passare<br />

troppo vicino a se stesso. Ciò si previene eliminando i loop che hanno<br />

fino a I loop punti con una end point <strong>di</strong>stance inferiore ad m e i punti<br />

nell’intorno che appartengono al contorno dell’intorno stesso.<br />

Tutti i passi dell’algoritmo snake descritti finora, vengono raggruppati in un<br />

loop, i cui parametri possono essere variati ad ogni iterazione. La figura<br />

seguente fornisce una valida schematizzazione dell’algoritmo:<br />

Figura 33 - Flow Chart dell'algoritmo Snake<br />

- 81 -


CAPITOLO 6<br />

ORTORETTIFICA<br />

DI<br />

IMMAGINI<br />

SAR<br />

- 82 -


6.1 INTRODUZIONE<br />

L’applicazione del SAR nell’ambito del telerilevamento ha portato un<br />

significato vantaggio legato al fatto che tale tipo <strong>di</strong> radar è in grado <strong>di</strong> o<strong>per</strong>are<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal<strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione atmosferiche e in<strong>di</strong>pendentemente dalle<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> illuminazione (giorno o notte). Tutto ciò, <strong>per</strong>ò, non rende il radar<br />

imagery immune da <strong>di</strong>fficoltà e problemi, legati soprattutto al<strong>la</strong> detezione e al<strong>la</strong><br />

tracciatura delle regioni costiere. Basti pensare al rumore che affligge<br />

comunque le immagini (rumore speckle). Tuttavia il rumore non rappresenta il<br />

problema principale; infatti oltre al<strong>la</strong> presenza dello speckle bisogna tener<br />

conto <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsioni geometriche e del terreno, dovute al<strong>la</strong> geometria sidelooking<br />

del SAR. Al fine <strong>di</strong> garantire l’assoluta fedeltà delle regioni costiere<br />

determinate a partire da immagini ottenute con l’utilizzo del SAR, è <strong>per</strong>tanto<br />

necessario ortorettificare l’immagine <strong>per</strong> poter rimuovere le <strong>di</strong>storsioni<br />

geometriche. Per rendere più affidabile il risultato ottenuto è conveniente<br />

realizzare anche una geoco<strong>di</strong>fica, un bi<strong>la</strong>nciamento ra<strong>di</strong>ometrico e prima delle<br />

o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> estrazione del<strong>la</strong> regione costiera, un merging delle singole<br />

immagini SAR fino ad ottenere un mosaico.<br />

Questo <strong>per</strong>ché nonostante il SAR riesca comunque ad acquisire immagini con<br />

qualunque con<strong>di</strong>zione, eventuali con<strong>di</strong>zioni meteorologiche avverse, portano<br />

ad im<strong>per</strong>fezioni nell’immagine ottenuta. Si pensi ad esempio all’intensità del<br />

contrasto tra terraferma e mare, che fortemente <strong>di</strong>pendente dal vento e dalle<br />

con<strong>di</strong>zioni del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie marina. Se il vento è debole o assente, infatti, in<br />

un’immagine radar l’acqua appare molto più scura rispetto al<strong>la</strong> terraferma. Se<br />

invece il vento è molto forte, il segnale radar <strong>di</strong> ritorno proveniente dal mare<br />

può uguagliare o ad<strong>di</strong>rittura su<strong>per</strong>are quello proveniente dal<strong>la</strong> terraferma,<br />

portando così ad una <strong>determinazione</strong> molto ambigua del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera. Altri<br />

fattori. come <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> ghiaccio e roccia, possono influenzare il segnale<br />

radar <strong>di</strong> ritorno, portando ad un’errata segmentazione dell’immagine. La<br />

posizione geografica e <strong>la</strong> forma geometrica delle regioni costiere derivate sono<br />

infatti strettamente legate alle caratteristiche delle immagini ottenute dal SAR.<br />

Attraverso l’ortorettifica è possibile rimuovere gli errori geometrici e le<br />

<strong>di</strong>storsioni del terreno al fine <strong>di</strong> assegnare coor<strong>di</strong>nate geografiche precise ai<br />

pixel dell’immagine ed ottenere una <strong>linea</strong> costiera con una precisa<br />

localizzazione ed una forma geometrica affidabile. Per realizzare l’ortorettifica<br />

- 83 -


è necessario utilizzare una mappa <strong>di</strong> proiezione; ad esempio <strong>per</strong> l’ortorettifica<br />

<strong>di</strong> immagini re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> costa antartica è stata scelta <strong>la</strong> proiezione po<strong>la</strong>re<br />

stereografica, così come ha suggerito lo Scientific Committee of Antartic<br />

Research (SCAR); conseguentemente le regione costiere antartiche ottenute<br />

sono ottenute nel<strong>la</strong> stessa proiezione. Le mappe <strong>di</strong> proiezione utilizzate sono<br />

caratterizzate da alcune parametri fondamentali; ad esempio <strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> seguente<br />

riporta quelli utilizzati nel<strong>la</strong> proiezione po<strong>la</strong>re stereografica:<br />

PARAMETERI VALORI<br />

PARELLELO<br />

STANDARD<br />

MERIDIANO<br />

CENTRALE<br />

- 84 -<br />

LATITUDINE 71°S<br />

LONGITUDINE 0<br />

ORIGINE (0,0) POLO SUD<br />

FALSO EST 0<br />

FALSO NORD 0<br />

UNITA’ METRO<br />

ELLISSOIDE<br />

RIFERIMENTO<br />

WGS84<br />

Tabel<strong>la</strong> 1 - Parametri <strong>per</strong> <strong>la</strong> proiezione po<strong>la</strong>re stereografica<br />

Il processo <strong>di</strong> ortorettifica si compone <strong>di</strong> quattro componenti fondamentali:<br />

• block bundle adjustment<br />

• terrain correction and geoco<strong>di</strong>ng<br />

• ra<strong>di</strong>ometric correction and ba<strong>la</strong>ncing<br />

• mosaicking


6.2 BLOCK BUNDLE ADJUSTMENT<br />

La conoscenza precisa del<strong>la</strong> posizione del sensore è un punto cruciale <strong>per</strong><br />

effettuare una corretta associazione alle coor<strong>di</strong>nate dell’immagine (numero <strong>di</strong><br />

riga e <strong>di</strong> colonna dei pixel) <strong>per</strong> avere una localizzazione assoluta del<strong>la</strong><br />

posizione geografica rispetto al<strong>la</strong> terra (coor<strong>di</strong>nate po<strong>la</strong>ri stereografiche). A<br />

causa dell’ incertezza nel<strong>la</strong> localizzazione del<strong>la</strong> posizione del satellite, l’errore<br />

me<strong>di</strong>o nel<strong>la</strong> geolocalizzazione <strong>di</strong> un target a terra è dell’or<strong>di</strong>ne dei 200m. Per<br />

migliorare l’accuratezza del<strong>la</strong> geoco<strong>di</strong>fica, si realizza <strong>per</strong>tanto una procedura <strong>di</strong><br />

correzione block bundle, utilizzata <strong>per</strong> raffinare le informazioni sul<strong>la</strong> posizione<br />

effettiva del satellite. Ogni blocco è costituito da un gruppo <strong>di</strong> orbite satellitari,<br />

con circa 150-200 frame <strong>di</strong> immagini SAR. Si selezionano nelle regioni <strong>di</strong><br />

orbite sovrapposte delle caratteristiche riconoscibili dell’immagine, che<br />

vengono considerate tie points orbita-orbita. Tali tie points vengono poi<br />

utilizzati <strong>per</strong> realizzare l’orientazione re<strong>la</strong>tiva (correzione interna) dei frame<br />

dell’immagine in re<strong>la</strong>zione alle altre orbite nel blocco. Tuttavia <strong>la</strong> realizzazione<br />

<strong>di</strong> un controllo geodetico stabile è ancora molto complessa <strong>per</strong> svariate ragioni;<br />

fortunatamente, <strong>per</strong>ò, le tecniche <strong>di</strong> mappatura che sfruttano l’utilizzo dei<br />

satelliti richiedono solo pochi punti <strong>di</strong> controllo sul<strong>la</strong> terra (i cosiddetti ground<br />

control points o GCPs) rispetto a quelli richiesti dalle comuni tecniche <strong>di</strong><br />

fotografia aerea, grazie alle vaste aree co<strong>per</strong>te da ogni frame <strong>di</strong> immagini<br />

satellitari, al<strong>la</strong> stabilità re<strong>la</strong>tiva e al<strong>la</strong> elevata pre<strong>di</strong>cibilità dell’orbita satellitare.<br />

Grazie all’intenso <strong>la</strong>voro dell’Environmental Research Institute of Michigan<br />

(ERIM) sono stati acquisiti altri 230 GCPs con un accuratezza <strong>di</strong> circa 25m.<br />

Questi GCPs sono stati <strong>di</strong>stribuiti prevalentemente <strong>la</strong>ddove possono essere<br />

utilizzati più frequentemente dalle stazioni scientifiche. Prima dell’inizio <strong>di</strong> una<br />

campagna <strong>di</strong> rilevamenti, si pone un satellite orientato verso il polo sud e si<br />

effettua una geolocazione sfruttando <strong>la</strong> tecnologia GPS. Dopo <strong>la</strong> geolocazione<br />

si stabilisono i punti <strong>di</strong> controllo (GCPs) utili <strong>per</strong> orientare il satellite e si passa<br />

poi al<strong>la</strong> correzione delle orientazione assoluta attraverso <strong>la</strong> correzione<br />

simultanea <strong>per</strong> un gruppo <strong>di</strong> orbite che costituiscono ogni blocco utilizzando<br />

nel block bundle. Le equazioni che devono essere risolte simultaneamente <strong>per</strong><br />

poter o<strong>per</strong>are <strong>la</strong> suddetta correzione sono le seguenti:<br />

- 85 -


dove<br />

⎛ ⎞ ⎛ ⎞<br />

() = ⎜ () − () ⎟•⎜ () − () ⎟<br />

⎝ ⎠ ⎝ ⎠<br />

→ → → →<br />

R t S t P t S t P t<br />

2 → → → →<br />

⎛ ⎞ ⎛ ⎞<br />

fD() t = ⎜Vs() t −VP() t ⎟•⎜S() t −P()<br />

t ⎟<br />

λRt<br />

() ⎝ ⎠ ⎝ ⎠<br />

→<br />

→<br />

g g g<br />

⎛ ⎞<br />

• St () = ( Xs, Ys, Zs)<br />

e V S () t = ⎜XS, YS, Z S ⎟ sono rispettivamente i<br />

⎝ ⎠<br />

vettori <strong>di</strong> velocità e posizione del sensore preso in considerazione<br />

• t è l’istante <strong>di</strong> tempo in cui è stato “co<strong>per</strong>to” dal satellite il GCP<br />

→<br />

• Pt () ( XYZ , , )<br />

= è <strong>la</strong> posizione del GCP, nota a priori, in un sistema<br />

<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate cartesiane tri<strong>di</strong>mensionale<br />

→<br />

g g g<br />

⎛ ⎞<br />

• V P()<br />

t = ⎜X, Y, Z⎟<br />

⎝ ⎠<br />

è il vettore <strong>di</strong> velocità del GCP, che si muova con<br />

una certa velocità dovuta al<strong>la</strong> rotazione del<strong>la</strong> terra<br />

• R() t è lo s<strong>la</strong>nt range dal sensore al GCP<br />

• fD () t è lo shift <strong>di</strong> frequenza Doppler de GCP<br />

• λ è <strong>la</strong> lunghezza d’onda radar<br />

• ‘• ’ denota il prodotto sca<strong>la</strong>re <strong>di</strong> vettori<br />

Dopo le correzioni esterne <strong>di</strong> cui si è appena <strong>di</strong>scusso, i vettori <strong>di</strong> posizione e<br />

velocità del sensore vengono model<strong>la</strong>ti <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong> un’equazione polinomiale<br />

in funzione del tempo t e poi ripropagate ed applicate ad ogni orbita, compresi<br />

i segmenti <strong>di</strong> orbita dove non sono <strong>di</strong>sponibili punti <strong>di</strong> controllo sul<strong>la</strong> terra<br />

(GCPs).<br />

- 86 -


Figura 34 - Esempio posizionamento GCPs<br />

6.3 TERRAIN CORRECTION<br />

A causa del<strong>la</strong> geometria side-looking, le <strong>di</strong>storsioni geometriche nelle<br />

immagini SAR sono molto più marcate rispetto a quelle nelle immagini<br />

satellitari ottiche. In qualità <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> range, il sensore SAR misura<br />

essenzialmente <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza assoluta (chiamata s<strong>la</strong>nt range) tra il sensore ed un<br />

certo obiettivo. Ciò porta ad avere le caratteristiche dell’immagine nel near<br />

range compresse rispetto alle caratteristiche del<strong>la</strong> stessa immagine nel far<br />

range. Questo fenomeno è noto con il nome <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione <strong>di</strong> sca<strong>la</strong> s<strong>la</strong>nt-range.<br />

Bisogna inoltre considerare le ulteriori <strong>di</strong>storsioni del terreno introdotte dal<strong>la</strong><br />

topografia su<strong>per</strong>ficiale. Tale fenomeno consiste in uno spostamento dx nel<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> range, che può essere descritta attraverso <strong>la</strong> seguente equazione:<br />

- 87 -


dove<br />

dx =−<br />

- 88 -<br />

h<br />

tanθ<br />

• h è l’altezza del<strong>la</strong> posizione x sull’ellissoide <strong>di</strong> riferimento, riportato<br />

nei parametri del<strong>la</strong> proiezione stereografica po<strong>la</strong>re<br />

• θ è l’angolo <strong>di</strong> incidenza del fascio radar al<strong>la</strong> posizione x<br />

Basandosi su un modello <strong>di</strong> elevazione <strong>di</strong>gitale (DEM), è possibile correggere<br />

<strong>la</strong> <strong>di</strong>storsione del terreno utilizzando un pacchetto software chiamato RAMS.<br />

Per correggere invece le ombre nelle immagini radar, non è possibile utilizzare<br />

una singo<strong>la</strong> immagine. Si utilizzando invece del<strong>la</strong> maschere costruite in<br />

maniera tale da realizzare una previsione sulle eventuali zone d’ombra<br />

nell’immagine e facendo poi un confronto con le immagini ottenute con flussi<br />

radar <strong>di</strong>fferenti (con <strong>di</strong>versi angoli d’incidenza) o da <strong>di</strong>fferenti look (orbite<br />

ascendenti o <strong>di</strong>scendenti).<br />

La figura seguente mostra un esempio <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione del terreno in<br />

un’immagine SAR.<br />

Figura 35 - Terrain <strong>di</strong>stortion in un'immagine SAR


6.4 CORREZIONE RADIOMETRICA<br />

E BILANCIAMENTO<br />

Una prima calibrazione dal punto <strong>di</strong> vista ra<strong>di</strong>ometrico può essere effettuata<br />

applicando un’inversione del pattern dell’antenna, una correzione <strong>di</strong>fferenziale<br />

dell’attenuazione del range e una correzione del guadagno assoluto.<br />

Un’ulteriore correzione ra<strong>di</strong>ometrica può essere ottenuta correggendo il<br />

backscatter in base a come il terreno influisce sull’ara illuminata; infatti<br />

esistono <strong>di</strong>fferenze ra<strong>di</strong>ometriche importanti tra frame <strong>di</strong> immagini a<strong>di</strong>acenti,<br />

derivanti da orbite <strong>di</strong>verse. Ciò è dovuto a <strong>di</strong>versi fattori, primo tra tutti il<br />

<strong>di</strong>verso angolo <strong>di</strong> incidenza tra frame a<strong>di</strong>acenti, variazione temporali nel<br />

backscatter del SAR, artefatti dovuti al controllo automatico del guadagno del<br />

satellite, effettuato a bordo. Per mitigare ed eventualmente rimuovere tale<br />

problema, si selezionano dei tie pointes ra<strong>di</strong>ometrici nelle regione sovrapposte,<br />

calco<strong>la</strong>ndo delle su<strong>per</strong>fici <strong>di</strong> errore ai minime quadrati a partire dai suddetti tie<br />

points.<br />

I vantaggi introdotti dal<strong>la</strong> correzione ra<strong>di</strong>ometrica si possono chiaramente<br />

visualizzare, confrontando le due figure seguenti.<br />

Figura 36 - Correzione ra<strong>di</strong>ometrica e bi<strong>la</strong>nciamento: prima<br />

- 89 -


Figura 37 – Correzione ra<strong>di</strong>ometrica e bi<strong>la</strong>nciamento: dopo<br />

Grazie all’effetto del<strong>la</strong> correzione ra<strong>di</strong>ometrica e del bi<strong>la</strong>nciamento l’estrazione<br />

del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera “vera”, risulta molto semplificato. Grazie al<strong>la</strong> correzione<br />

del block bundle, al<strong>la</strong> terrain correction, al<strong>la</strong> correzione ra<strong>di</strong>ometrica e al<br />

bi<strong>la</strong>nciamento, vengono creati blocchi <strong>di</strong> immagine “seamless”. Al<strong>la</strong> fine <strong>di</strong><br />

realizzare un correzione <strong>di</strong> blocco finale, <strong>per</strong> inserire tutti i blocchi creati<br />

all’interno <strong>di</strong> un unico mosaico. In questo modo, attraverso il confronto con i<br />

GCPs e sfruttando <strong>la</strong> tecnologia GPS, si ottiene una geolocazione assoluta del<br />

SAR con un precisione <strong>di</strong> 50 − 100m . In tal modo è garantita l’assoluta<br />

fedeltà delle forme geometriche e l’accuratezza del<strong>la</strong> posizione geografica<br />

assoluta delle linee costiere ottenute.<br />

- 90 -


CAPITOLO 7<br />

ESTRAZIONE DELLA<br />

LINEA COSTIERA A<br />

PARTIRE DA<br />

IMMAGINI SAR<br />

ORTORETTIFICATE<br />

- 91 -


7.1 PREPROCESSING: FILTRO DI<br />

LEE E OPERATORE DI DIFFUSIONE<br />

ANISOTROPO<br />

A causa delle <strong>di</strong>mensioni dell’immagine SAR ottenuta dal mosaico, si o<strong>per</strong>a<br />

una sud<strong>di</strong>visione dell’immagine in sottoparti <strong>di</strong>stinte. Si va ad o<strong>per</strong>are quin<strong>di</strong><br />

su ognuna delle sottoparti, <strong>per</strong> realizzare l’estrazione automatica del<strong>la</strong> <strong>linea</strong><br />

costiera. Tali o<strong>per</strong>azioni possono essere raggruppate in 3 stage:<br />

• Preprocessing<br />

• Segmentazione<br />

• Post processing<br />

Gli <strong>algoritmi</strong> <strong>di</strong> preprocessing hanno lo scopo <strong>di</strong> sopprimere il rumore<br />

nell’immagine, soprattutto lo speckle, ed evidenziare gli edge del<strong>la</strong> <strong>linea</strong><br />

costiera. Lo speckle è un rumore granu<strong>la</strong>re <strong>di</strong> tipo salt & pep<strong>per</strong> (pixel chiari e<br />

scuri <strong>di</strong>sposti a caso nell’immagine), presente nelle immagini SAR a causa<br />

dell’interferenza random, costruttiva o <strong>di</strong>struttiva, delle onde radar coerenti.<br />

Per filtrare lo speckle senza andare a deteriorare l’immagine, è stato applicato<br />

un filtro <strong>di</strong> Lee con una finestra 5x 5;<br />

tale filtro è un filtro edge-preserving,<br />

cioè un filtro che agisce solo sul rumore, senza andare a mo<strong>di</strong>ficare quelli che<br />

sono gli effettivi edge dell’immagine. Si è utilizzato anche un algoritmo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione anisotropa, che costituisce un’efficiente tecnica <strong>di</strong> non <strong>linea</strong>re <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

rimozione del rumore e <strong>di</strong> edge indesiderati. È un algoritmo basato su una<br />

finestra 4x 4;<br />

l’o<strong>per</strong>atore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione anisotropa calco<strong>la</strong> il valore del pixel<br />

<strong>di</strong>ffuso, utilizzando un metodo iterativo, descritto dal<strong>la</strong> seguente equazione:<br />

dove<br />

I = I + λ[<br />

c ∇ I + c ∇ I + c ∇ I + c ∇ I ]<br />

t+ 1 t<br />

i, j i, j i−1, j i− 1, j i+ 1, j i+ 1, j i, j−1 i, j− 1 i, j+ 1 i, j+<br />

1<br />

I + è il nuovo valore del pixel centrale all’iterazione 1<br />

t 1<br />

i, j<br />

- 92 -<br />

t<br />

t + . ,<br />

I è il<br />

valore del pixel centrale all’iterazione t. λ è il valore del<strong>la</strong> lunghezza d’onda e<br />

i j


∇ Ii,<br />

j è il gra<strong>di</strong>ente del livello <strong>di</strong> grigio nei quattro intorni. Il gra<strong>di</strong>ente ∇ Ii,<br />

j<br />

viene calco<strong>la</strong>to tra il pixel centrale che viene e<strong>la</strong>borato e i quattro pixel<br />

imme<strong>di</strong>atamente circostanti:<br />

⎧ ∇ I = I −I<br />

⎪ ∇ I<br />

⎨<br />

⎪<br />

∇ I<br />

⎪<br />

⎩ ∇ I<br />

= I<br />

= I<br />

= I<br />

−I<br />

−I<br />

−I<br />

i−1, j i−1, j i, j<br />

i, j−1 i, j−1 i, j<br />

i+ 1, j i+ 1, j i, j<br />

i, j+ 1 i, j+ 1 i, j<br />

i gra<strong>di</strong>enti così calco<strong>la</strong>ti servono <strong>per</strong> calco<strong>la</strong>re il coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>di</strong>rezionale c mn , :<br />

c<br />

=<br />

mn , 2<br />

⎛ ∇I<br />

⎞ mn ,<br />

- 93 -<br />

1<br />

1+<br />

⎜ ⎟<br />

⎜ K ⎟<br />

⎝ ⎠<br />

( m= i− 1, i, i+ 1; n= j− 1, j, j+ 1; m≠ n)<br />

dove K è <strong>la</strong> soglia del gra<strong>di</strong>ente. Gli edge con un gra<strong>di</strong>ente maggiore <strong>di</strong> K<br />

vengono evidenziati, mentre gli edge meno importanti, che conseguentemente<br />

hanno un gra<strong>di</strong>ente più basso del valore del<strong>la</strong> soglia, vengono rimossi.<br />

Attraverso <strong>di</strong>versi es<strong>per</strong>imenti si è determinato quali sono i valori ottimi <strong>per</strong><br />

λ , K e <strong>per</strong> il numero <strong>di</strong> iterazioni. In definitiva si può affermare che <strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione anisotropa riduce effettivamente il rumore e <strong>di</strong> conseguenza i falsi<br />

edge, rendendo più semplice <strong>la</strong> fase <strong>di</strong> segmentazione dell’immagine.


7.2 SEGMENTAZIONE REALIZZATA<br />

CON UN ALGORITMO DI<br />

SOGLIAGGIO ADATTATIVO LOCALE<br />

Lo scopo del<strong>la</strong> segmentazione è quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre un’immagine SAR in<br />

regioni omogenee, che <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> definire i contorni tra le varie aree <strong>di</strong><br />

interesse. Allo scopo <strong>di</strong> effettuare una separazione ottimale tra i pixel del<strong>la</strong><br />

terraferma e quelli re<strong>la</strong>tivi alle zone co<strong>per</strong>te dall’acqua è necessario utilizzare<br />

un algoritmo <strong>di</strong> sogliaggio adattativo. Per piccole regioni dell’immagine, i<br />

valori dell’intensità tendono a raggrupparsi in due mo<strong>di</strong> dominanti (due lobi<br />

<strong>di</strong>stinti su un istogramma) con re<strong>la</strong>tivi valori me<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinti. Un esempio<br />

dell’istogramma risultante è mostrato nel<strong>la</strong> figura seguente:<br />

Figura 38 - Esempio <strong>di</strong> istogramma<br />

Si può assumere che <strong>la</strong> <strong>di</strong>stribuzione bimodale sia una mistura <strong>di</strong> due funzioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione gaussiana. La funzione densità <strong>di</strong> probabilità p( x ) del<strong>la</strong><br />

regione dell’immagine bimodale, può essere model<strong>la</strong>ta, utilizzando <strong>la</strong> seguente<br />

equazione con 5 parametri sconosciuti:<br />

- 94 -


2 2<br />

p ⎡ 1 ( x−µ 1) ⎤ 1 − p ⎡ 1 ( x−µ<br />

2)<br />

⎤<br />

px ( ) = exp⎢− exp<br />

2 ⎥+ ⎢− 2 ⎥<br />

2πσ 2σ 1 ⎣ 1 ⎦ 2πσ<br />

2σ<br />

2 ⎣ 2 ⎦<br />

dove µ 1 e µ 2 sono i valori me<strong>di</strong> delle due componenti normali, σ 1 e σ 2 sono<br />

le deviazioni standard e p 1 una funzione <strong>di</strong> peso, che rappresenta <strong>la</strong> ipotetica<br />

frazione <strong>di</strong> area occupata dai pixel che rappresentano <strong>la</strong> regione co<strong>per</strong>ta<br />

dall’acqua all’interno dell’immagine. Per il fitting iterativo dei 5 parametri si<br />

può utilizzare il metodo <strong>di</strong> Levenberg-Marquardt. Al fine <strong>di</strong> migliorare <strong>la</strong><br />

qualità del fittine e <strong>per</strong> aumentare <strong>la</strong> velocità <strong>di</strong> convergenza del metodo, si<br />

rimuovono <strong>di</strong> pixel misti (acqua-terraferma) rilevati applicando l’estrattore <strong>di</strong><br />

edge Canny, che vengono poi utilizzati insieme ai pixel imme<strong>di</strong>atamente<br />

circostanti <strong>per</strong> fare una stima iniziale dei parametri del<strong>la</strong> gaussiana. Se le<br />

regioni analizzate hanno un istogramma abbastanza bimodale, si puo calco<strong>la</strong>re<br />

il valore ottimo del<strong>la</strong> soglia T ; a questo punto, tutto i pixel che hanno un<br />

valore inferiore rispetto al<strong>la</strong> soglia T sono considerati pixel che rappresentano<br />

regioni co<strong>per</strong>te dall’acqua. La probabilità <strong>di</strong> commettere un errore<br />

c<strong>la</strong>ssificando i pixel che rappresentano <strong>la</strong> terraferma come pixel rappresentanti<br />

acqua vale:<br />

T<br />

2<br />

1 ⎡ ( x − µ 2)<br />

⎤<br />

1( ) = ∫ exp⎢−<br />

2 ⎥<br />

2πσ<br />

2σ<br />

−∞ 2<br />

2<br />

E T dx<br />

⎣ ⎦<br />

Allo stesso modo è possibile calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> probabilità <strong>di</strong> commettere un errore<br />

c<strong>la</strong>ssificando i pixel che rappresentano acqua come pixel rappresentanti <strong>la</strong><br />

terraferma.<br />

∞<br />

2<br />

1 ⎡ ( x − µ 1)<br />

⎤<br />

2( ) = ∫ exp⎢−<br />

2 ⎥<br />

2<br />

2σ<br />

T πσ1<br />

1<br />

E T dx<br />

⎣ ⎦<br />

La probabilità d’errore complessiva sarà:<br />

- 95 -


E( T) = (1 − p ) E ( T) + pE ( T)<br />

1 1 1 2<br />

Si cerca quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> minimizzare tale probabilità d’errore:<br />

∂ET ( ) ∂E1( T) ∂E2(<br />

T)<br />

= (1 − p1) + p1<br />

= 0<br />

∂T ∂T ∂T<br />

Sostituendo le espressioni <strong>di</strong> 1 ( ) E T e <strong>di</strong> E2 ( T ) ed applicando il criterio <strong>di</strong><br />

Leibnitz, si ottiene:<br />

2 2<br />

(1 − p1) ⎡ ( T −µ 1) ⎤ p ⎡ 1 ( T −µ<br />

2)<br />

⎤<br />

exp ⎢− exp<br />

2 ⎥= ⎢− 2 ⎥<br />

σ1 ⎣ 2σ1 ⎦ σ2 ⎣ 2σ2<br />

⎦<br />

A questo punto è possibile determinare il valore del<strong>la</strong> soglia ottima T ,<br />

ricavando<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> precedente equazione:<br />

dove:<br />

A = σ − σ<br />

2 2<br />

1 2<br />

B = 2( µ σ − µ σ )<br />

2 2<br />

1 2 2 1<br />

− ± −<br />

T =<br />

2A<br />

C = σ µ − σ µ + 2σ σ ln<br />

2<br />

B B 4AC<br />

2 2 2 2 2 2 2 1<br />

1 2 2 1 1 2<br />

σ1<br />

− p1<br />

- 96 -<br />

σ p<br />

(1 )<br />

Una del<strong>la</strong> due possibili soluzioni <strong>di</strong> T può essere scartata a priori imponendo<br />

<strong>la</strong> seguente con<strong>di</strong>zione:<br />

µ < T <<br />

µ<br />

1 2


L’accuratezza del<strong>la</strong> posizione re<strong>la</strong>tiva delle linee costiere estratte, <strong>di</strong>pendono in<br />

generale dall’accuratezza del<strong>la</strong> segmentazione o<strong>per</strong>ate, nonché dall’affidabilità<br />

e dal<strong>la</strong> correttezza del<strong>la</strong> soglia utilizzata; ciò spiega <strong>per</strong> qual è <strong>la</strong> ragione <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

quale si preferisce utilizzare una soglia adattativa.<br />

7.3 POSTPROCESSING IMMAGINI<br />

SEGMENTATE<br />

Dopo <strong>la</strong> segmentazione, i pixel dell’immagine vengono c<strong>la</strong>ssificati in due<br />

categorie:<br />

• Terraferma (oggetto)<br />

• Acqua (background)<br />

Per correggere eventuali errori <strong>di</strong> c<strong>la</strong>ssificazione, <strong>per</strong> <strong>di</strong>fferenziare gli edge<br />

delle regioni costiere da eventuali altri edge e <strong>per</strong> vettorizzare i risultati<br />

ottenuti, è necessario applicare all’immagine segmentata <strong>di</strong>versi <strong>algoritmi</strong> <strong>di</strong><br />

post-processing.<br />

Un’area in cui i pixel sono spazialmente connessi, si presume rappresenti una<br />

mass omogenea, sia che si tratti <strong>di</strong> terraferma, sia che si tratti <strong>di</strong> massa<br />

oceanica. Tuttavia, a causa del<strong>la</strong> complessità dei segnali radar ricevuti e<br />

utilizzati <strong>per</strong> <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione, si possono commettere degli errori. Il primo<br />

passo del post-processing è quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare delle regioni che<br />

rappresentano “oggetti-acqua”, ovvero regioni dell’immagine che<br />

rappresentano l’acqua. Ognuno <strong>di</strong> questi oggetti deve poi essere etichettato con<br />

un numero <strong>di</strong> identificazione; durante questa fase si calco<strong>la</strong> anche <strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>mensione reale delle regioni considerate. Si procede poi al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione<br />

delle regioni che rappresentano <strong>la</strong> terraferma, utilizzando lo stesso algoritmo. A<br />

questo punto si realizza una “pulitura” andando ad eliminare quei punti iso<strong>la</strong>ti<br />

che sono dovuti al rumore e non ad edge effettivi, definendo così il contorno<br />

reale del<strong>la</strong> zona rappresentata nell’immagine considerata . Una volta ottenuto<br />

un contorno più affidabile, si procede all’estrazione delle linee costiere<br />

utilizzando un algoritmo <strong>di</strong> edge-tracing, memorizzando le coor<strong>di</strong>nate ottenute<br />

- 97 -


dopo questo passo in dei vettori, che <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> immagazzinare in appositi<br />

database le informazioni ottenute.<br />

7.4 EDITING E MERGING DEI<br />

SEGMENTI COSTIERI<br />

L’applicazione successiva <strong>di</strong> tutti gli <strong>algoritmi</strong> <strong>di</strong> pre-processing appena<br />

descritti <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> ottenere un’estrazione automatica del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiere a<br />

partire da immagini acquisite da radar. Nonostante tutto, <strong>per</strong>ò, si rilevano delle<br />

<strong>di</strong>fferenze tra l’effettiva collocazione delle linee costiere in analisi e quelle<br />

determinate attraverso l’e<strong>la</strong>borazione delle immagini satellitare. Tali errori<br />

possono essere dovuti a piccole variazioni nel contrasto, dovute al<strong>la</strong> presenza<br />

<strong>di</strong> ghiaccio, roccia, ecc. Per limitarne l’effetto si procedere quin<strong>di</strong> ad<br />

un’ulteriore manipo<strong>la</strong>zione del prodotto finale. Per far ciò si orientano tutti i<br />

segmenti costituenti <strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera in senso antiorario; si procede quin<strong>di</strong> ad<br />

un al<strong>la</strong>rgamento del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera, al fine <strong>di</strong> creare delle zone <strong>di</strong> “buffer”<br />

all’interno dell’area costiera. Risultati notevolmente più accurati si ottengono<br />

andando a processare le immagini SAR ottenute con due <strong>di</strong>verse risoluzione<br />

spaziali: ad esempio 100m e 25m . Si estrae <strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera del<strong>la</strong> zona <strong>di</strong><br />

interesse andando a processare l’immagine ottenuta con risoluzione <strong>di</strong> 100m e<br />

si utilizza poi <strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera ottenuta come seme <strong>per</strong> andare a processare le<br />

immagini del<strong>la</strong> stessa area ottenute con una risoluzione spaziale <strong>di</strong> 25m .<br />

7.5 RISOLUZIONE, SCALA E<br />

CONTENUTO INFORMATIVO<br />

L’affidabilità re<strong>la</strong>tiva delle <strong>linea</strong> costiere derivate da immagini SAR si ottiene<br />

andando ad effettuare un confronto visivo tra <strong>la</strong> costa estratta e l’immagine<br />

SAR ortorettificata. Il confronto viene fatto utilizzando tecniche <strong>di</strong> “zoom-in” e<br />

“zoom-out”. Si ottengono generalmente risultati che garantiscono<br />

un’accuratezza re<strong>la</strong>tiva me<strong>di</strong>a riguardo al posizionamento del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera<br />

- 98 -


inferiore al pixel, ovvero inferiore al<strong>la</strong> risoluzione spaziale con <strong>la</strong> quale sono<br />

state acquisiste <strong>la</strong> immagini. Per confermare <strong>la</strong> bontà dei risultati ottenuti,<br />

spesso si effettua un confronto con le immagini presenti in appositi database<br />

<strong>di</strong>gitali, <strong>la</strong> cui precisione è assolutamente garantita. Le figure seguenti mettono<br />

a confronto le linee costiere ottenute applicando il metodo in esame con le<br />

linee costiere ottenute rispettivamente con:<br />

• Immagine SPOT pancromatica ortorettificata (risoluzione spaziale<br />

10m ) (fig. 39 - 40)<br />

• Immagine dell’Antartic Digital Database (fig. 45)<br />

• Immagine <strong>di</strong> una mappa topografica a <strong>la</strong>rga sca<strong>la</strong> (1: 25000 ) (fig.<br />

46)<br />

Figura 39 - Confronto con immagine (A)<br />

- 99 -


Figura 40 - Confronto con immagine (A)<br />

- 100 -


Figura 41 - Confronto con immagine (B)<br />

- 101 -


Figura 42 - Confronto con immagine (C)<br />

- 102 -


7.6 ACCURATEZZA PLANIMETRICA<br />

Un ulteriore problema è quello <strong>di</strong> una corretta visualizzazione del<strong>la</strong> <strong>linea</strong><br />

costiera ottenuta da immagini SAR. Infatti l’accuratezza del<strong>la</strong> posizione del<strong>la</strong><br />

<strong>linea</strong> costiera ottenuta, non è legata esclusivamente all’affidabilità degli<br />

<strong>algoritmi</strong> utilizzati, ma <strong>di</strong>pende anche dall’accuratezza del<strong>la</strong> geolocazione del<br />

SAR. Dopo l’ortorettifica, <strong>per</strong>ò, si presume che l’accuratezza del SAR sia<br />

variabile tra i 50m e i 100 m . Nonostante ciò è sempre preferibile validare il<br />

tutto attraverso un confronto con immagini <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne su<strong>per</strong>iore (migliore<br />

risoluzione spaziale, migliore affidabilità, ecc.). Un utile in<strong>di</strong>ce del<strong>la</strong> bontà del<br />

<strong>la</strong>voro svolto è dato dal calcolo dell’errore quadratico me<strong>di</strong>o (RMSE), re<strong>la</strong>tivo<br />

al<strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza tra i valori rilevati dall’immagine e<strong>la</strong>borata e i valori che si<br />

evincono da mappe topografiche già realizzate. In formule tale errore può<br />

essere espresso come:<br />

RMSE =<br />

dove d i è <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza tra <strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera ottenuta dall’e<strong>la</strong>borazione del dato<br />

SAR e <strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera riportata sul<strong>la</strong> mappa topografica, mentre N è il<br />

numero totale <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> campionamento su cui viene effettuato il confronto.<br />

Un ulteriore metodo <strong>di</strong> verifica consiste nell’effettuare un confronto con<br />

un’immagine pancromatica (che avrà quin<strong>di</strong> maggiore risoluzione geometrica a<br />

scapito delle informazioni spettrali si può arrivare all’or<strong>di</strong>ne dei 10m ).<br />

- 103 -<br />

N<br />

∑<br />

i−1<br />

d<br />

N<br />

2<br />

i


CAPITOLO 8<br />

IMPLEMENTAZIONE<br />

PRATICA DEGLI<br />

ALGORITMI,<br />

RISULTATI<br />

OTTENUTI E<br />

CONFRONTI<br />

- 104 -


8.1 GENERALITA’<br />

Fino a questo punto abbiamo semplicemente analizzato da un punto <strong>di</strong> vista<br />

descrittivo quelli che sono gli algoritmo che sono stati implementati in questa<br />

tesi. Cerchiamo ora <strong>di</strong> trarre delle conclusioni, andando ad analizzare quelli che<br />

sono stati i risultati ottenuti dall’applicazione dei due <strong>algoritmi</strong> allo stesso set<br />

<strong>di</strong> immagini.<br />

Prima <strong>di</strong> passare al<strong>la</strong> descrizione dei risultati, è sicuramente utile par<strong>la</strong>re<br />

brevemente <strong>di</strong> quelle che sono state le immagini utilizzate, cercando anche <strong>di</strong><br />

capire se, e in che misura, <strong>la</strong> tipologia <strong>di</strong> immagini usate può aver influenzato i<br />

risultati ottenuti.<br />

Il set <strong>di</strong> immagini su cui sono stati testati gli <strong>algoritmi</strong> è costituito da <strong>di</strong>verse<br />

immagini che riprendono una vasta zona del<strong>la</strong> costa galiziana e altre che<br />

riprendono <strong>la</strong> costa del<strong>la</strong> Danimarca. Sono state fornite dal Departemeno de<br />

Teoria de <strong>la</strong> Señal y Comunicaciònes dell’Universidad de Alcalà de Henares<br />

(Madrid), presso il quale è stato implementato uno dei due <strong>algoritmi</strong> e più<br />

precisamente quello che realizza l’estrazione del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera sfruttando<br />

l’utilizzo del<strong>la</strong> trasformata wavelet.<br />

Tutte le immagini sono state e<strong>la</strong>borate a partire da dati acquisiti da radar ad<br />

a<strong>per</strong>tura sintetica SAR. Poiché il SAR ha <strong>la</strong> peculiarità <strong>di</strong> poter o<strong>per</strong>are in<br />

<strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> po<strong>la</strong>rizzazione, le immagini utilizzate sono state ricavate<br />

con po<strong>la</strong>rizzazioni <strong>di</strong>verse. Vi erano <strong>per</strong>tanto immagini che ritraevano <strong>la</strong><br />

medesima area in po<strong>la</strong>rizzazione verticale-verticale e orizzontale-orizzonale,<br />

oppure verticale-orizzontale e orizzontale-verticale, ecc.<br />

Oltre alle immagini SAR da utilizzare come test <strong>per</strong> verificare il buon<br />

funzionamento degli <strong>algoritmi</strong> implementati, è stata messa a <strong>di</strong>sposizione una<br />

mappa topografica reale, e<strong>la</strong>borata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA),<br />

rappresentante le zone ritratte nelle immagini SAR. Tale mappa è stata <strong>di</strong><br />

fondamentale importanza <strong>per</strong> l’ottenimento <strong>di</strong> un risultato “vero”, cioè <strong>di</strong> un<br />

risultato che <strong>per</strong>mettesse <strong>di</strong> capire quanto <strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera estratta con gli<br />

<strong>algoritmi</strong> implementati <strong>di</strong>fferisce da quel<strong>la</strong> reale.<br />

Il primo problema che si è dovuto affrontare <strong>per</strong> poter iniziare<br />

l’implementazione degli <strong>algoritmi</strong> è stato quello <strong>di</strong> rendere le immagini da<br />

trattare meno rumorose. In partico<strong>la</strong>re modo in un paio <strong>di</strong> immagini, infatti, <strong>la</strong><br />

- 105 -


presenza del rumore speckle era talmente forte da rendere le immagini quasi<br />

intrattabili.<br />

Il primo intervento messo in atto <strong>per</strong> limitare l’effetto dello speckle sui passi<br />

successivi dell’e<strong>la</strong>borazione è stato comune <strong>per</strong> entrambi gli <strong>algoritmi</strong>. Si è<br />

infatti semplicemente calco<strong>la</strong>to il logaritmo dell’immagine, affinché il rumore<br />

speckle (che come noto è un rumore <strong>di</strong> tipo moltiplicativo) si trasformi in una<br />

componente <strong>di</strong> rumore ad<strong>di</strong>tivo. Il calcolo del logaritmo, <strong>per</strong>ò, non è sufficiente<br />

a limitare in maniera consistente gli effetti del rumore. Bisogna <strong>per</strong>tanto<br />

mettere in atto altre strategie.<br />

Nel caso dell’algoritmo basato sull’utilizzo del<strong>la</strong> wavelet, al calcolo del<br />

logaritmo dell’immagine è seguita l’applicazione <strong>di</strong> un filtro <strong>di</strong> Wiener. Vi<br />

sono casì <strong>per</strong>ò in cui nemmeno quest’ultimo passo <strong>di</strong> e<strong>la</strong>borazione <strong>per</strong>mette <strong>di</strong><br />

ottenere un’immagine completamente immune da rumore. Ciò è accaduto<br />

anche durante il test degli <strong>algoritmi</strong> implementati, quando ci si è trovati <strong>di</strong><br />

fronte all’immagine mostrata sotto, che, senza alcuna ombra <strong>di</strong> dubbio,<br />

rappresenta l’immagine maggiormente corrotta <strong>di</strong> tutto il set a <strong>di</strong>sposizione,<br />

tanto da portare a risultati non molto sod<strong>di</strong>sfacenti.<br />

Figura 43 - Immagine fortemente corrotta dal rumore speckle<br />

- 106 -


Nel caso dell’altro algoritmo, invece, il de-noising è stato realizzato me<strong>di</strong>ante<br />

l’applicazione consecutiva <strong>di</strong> un filtro <strong>di</strong> Lee <strong>di</strong> un o<strong>per</strong>atore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

anisotropo, basato su una finestra 4× 4,<br />

<strong>la</strong> cui espressione analitica è stata già<br />

data nel<strong>la</strong> descrizione generale dell’algoritmo utilizzato, nel capitolo 6.<br />

L'anisotropia è <strong>la</strong> proprietà <strong>per</strong> <strong>la</strong> quale un determinato oggetto ha<br />

caratteristiche che <strong>di</strong>pendono dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione lungo <strong>la</strong> quale esse sono<br />

considerate.<br />

Anche se queste tecniche non hanno <strong>per</strong>messo <strong>di</strong> rimuovere completamente il<br />

rumore presente nelle immagini, hanno sicuramente contribuito a rendere le<br />

stesse più “pulite” <strong>per</strong> le successive fasi <strong>di</strong> e<strong>la</strong>borazione.<br />

A partire dall’immagine più rumorosa (rappresentata nel<strong>la</strong> figura sopra), i<br />

risultati ottenuti con il primo e con il secondo metodo <strong>di</strong> de-noising sono stati<br />

quelli riportati nelle due figure seguenti:<br />

Figura 44 - Risultato dell'applicazione del filtro <strong>di</strong> Wiener all'immagine rumorosa<br />

- 107 -


Figura 45 - Applicazione del filtro <strong>di</strong> Lee e dell'o<strong>per</strong>atore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

Figura 46 - Oltre un certo limite, l'o<strong>per</strong>atore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione crea artefatti<br />

- 108 -


Come si nota dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza tra <strong>la</strong> seconda e <strong>la</strong> terza figura, c’è un limite oltre<br />

il quale un ulteriore tentativo <strong>di</strong> riduzione del rumore speckle porta al<strong>la</strong><br />

creazione <strong>di</strong> artefatti nell’immagine (terza figura). Per questo motivo ci si è<br />

dovuti accontentare (solo in questo caso) <strong>di</strong> un’immagine non <strong>per</strong>fettamente<br />

adatta all’e<strong>la</strong>borazione.<br />

Si capisce quin<strong>di</strong> quanto <strong>la</strong> fase <strong>di</strong> rimozione del rumore sia <strong>di</strong> fondamentale<br />

importanza <strong>per</strong> tutto il successivo sviluppo degli <strong>algoritmi</strong>, <strong>per</strong>ché una<br />

efficiente riduzione del rumore porterà all’estrazione finale <strong>di</strong> una <strong>linea</strong><br />

costiera quasi <strong>per</strong>fettamente coincidente con quel<strong>la</strong> reale, eliminando <strong>di</strong> fatto <strong>la</strong><br />

possibilità che il rumore presente nell’immagine porti al<strong>la</strong> formazione <strong>di</strong><br />

artefatti o false linee <strong>di</strong> costa.<br />

Tutte queste fasi, nonché le restanti parti degli <strong>algoritmi</strong> sono state<br />

implementate in ambiente Mat<strong>la</strong>b.<br />

8.2 IMPLEMENTAZIONE PRATICA<br />

DELL’ALGORITMO BASATO SU<br />

TRASFORMATA WAVELET<br />

Terminata <strong>la</strong> fase <strong>di</strong> de-noising, si è implementato l’algoritmo <strong>di</strong> estrazione<br />

vero e proprio. Il primo passo consiste nell’applicare <strong>la</strong> trasformata wavelet<br />

all’immagine “ripulita”. Poiché <strong>la</strong> trasformata wavelet <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> effettuare<br />

una decomposizione a <strong>di</strong>versi livelli, <strong>per</strong> <strong>la</strong> scelta del livello massimo si<br />

decomposizione si è utilizzata una partico<strong>la</strong>re funzione Mat<strong>la</strong>b, <strong>la</strong> wmaxlev, <strong>la</strong><br />

quale stabilisce il massimo livello <strong>di</strong> decomposizione wavelet sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>mensione dell’immagine e del tipo <strong>di</strong> wavelet madre che si vuole utilizzare<br />

(<strong>per</strong> l’analisi del<strong>la</strong> teoria wavelet leggere il capitolo 4). Il passo successivo<br />

all’applicazione del<strong>la</strong> trasformata rappresenta un altro dei punti car<strong>di</strong>ne<br />

dell’intero algoritmo: il sogliaggio. Prima dell’applicazione del<strong>la</strong> soglia è stato<br />

calco<strong>la</strong>to il modulus-maxima del<strong>la</strong> trasformata wavelet e su questo è stato<br />

applicato l’o<strong>per</strong>atore <strong>di</strong> threshold (soglia).Per essere più precisi, in realtà, il<br />

sogliaggio non è stato fatto <strong>di</strong>rettamente sul modulus-maxima, ma sul<strong>la</strong> me<strong>di</strong>a<br />

- 109 -


aritmetica del modulus-maxima, calco<strong>la</strong>to lungo una <strong>linea</strong> connessa, invece che<br />

sul singolo pixel.<br />

Il valore <strong>di</strong> soglia scelto è stato pari a: 0.17 a con<br />

- 110 -<br />

2<br />

a = 2 .<br />

Subito dopo il sogliaggio non si aveva ancora una sud<strong>di</strong>visione precisa<br />

dell’immagine in due categorie <strong>di</strong>stinte: acqua e terraferma; <strong>per</strong> far ciò è stato<br />

utilizzato un algoritmo, chiamato algoritmo <strong>di</strong> blocktracing. Il significato e le<br />

modalità <strong>di</strong> applicazione dell’algoritmo <strong>di</strong> blocktracing sono stati analizzati nel<br />

capitolo 5.<br />

Nell’algoritmo utilizzato, <strong>la</strong> prima griglia <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>visione utilizzata è stata <strong>di</strong><br />

128× 128 e <strong>la</strong> soglia sotto <strong>la</strong> quale i rettangolo venivano considerati come<br />

liberi da edge è stata fissata in 16 pixel. A questo punto <strong>la</strong> selezione <strong>di</strong> quel<strong>la</strong><br />

che viene chiamata coastline guess area poteva <strong>di</strong>rsi conclusa.<br />

Si è quin<strong>di</strong> proceduto con <strong>la</strong> selezione locale degli edge utilizzando finestre <strong>di</strong><br />

16× 16 pixel con 8 pixel sovrapposti. Per cercare <strong>di</strong> aumentare <strong>la</strong> precisione<br />

ottenuta, <strong>la</strong> seguente propagazione <strong>di</strong> sca<strong>la</strong> è stata realizzata a scale<br />

2 1<br />

2 → 2 e<br />

1 0<br />

2 → 2 , con valori me<strong>di</strong> dell’offset <strong>di</strong> edge pari rispettivamente a 3.7 , 4.0<br />

e 4.3 punti (pixel), utilizzando infine un filtro <strong>di</strong> smoothing 3× 3.<br />

A questo punto si è ottenuta un’idea <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> che sarebbe stata <strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera<br />

finale estratta dall’algoritmo; si par<strong>la</strong> <strong>di</strong> idea e non <strong>di</strong> <strong>linea</strong> costiera effettiva,<br />

<strong>per</strong>ché gli edge ricavati non erano ancora rappresentabili me<strong>di</strong>ante una <strong>linea</strong><br />

continua. E’ stato quin<strong>di</strong> necessario implementare una funziona <strong>per</strong> il calcolo<br />

delle energie interna ed esterna delle curve in gioco, in maniera tale da avere i<br />

dati necessari da mandare in input ad un algoritmo <strong>di</strong> tipo snake (sono<br />

<strong>algoritmi</strong> <strong>di</strong> contorno attivo). Il problema principale nell’implementazione<br />

dell’algoritmo snake è stato quello <strong>di</strong> determinare <strong>la</strong> soglia d min e d max ,<br />

utilizzare <strong>per</strong> decidere l’appartenenza o meno <strong>di</strong> un pixel al contorno. Piccole<br />

variazioni <strong>di</strong> questi valori, infatti, soprattutto in presenza <strong>di</strong> immagini molto<br />

rumorose, hanno portato al<strong>la</strong> formazione <strong>di</strong> artefatti e al<strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> <strong>di</strong><br />

linee <strong>di</strong> costa abbastanza <strong>di</strong>fferenti rispetto a quelle reali.<br />

Dopo il testing dell’algoritmo con l’intero set <strong>di</strong> immagini a <strong>di</strong>sposizione, e<br />

prima <strong>di</strong> effettuare il confronto dei risultati ottenuti con le mappe topografiche<br />

a <strong>di</strong>sposizione, è stato possibile fare un’analisi <strong>di</strong> massima dell’efficienza<br />

dell’algoritmo implementato.


Innanzitutto si è notato come il valore utilizzato <strong>per</strong> <strong>la</strong> soglia, anche se ha<br />

richiesto un po’ <strong>di</strong> tempo <strong>per</strong> l’implementazione del<strong>la</strong> funzione che lo<br />

calco<strong>la</strong>va in maniera affidabile, ha condotto al<strong>la</strong> rimozione <strong>di</strong> gran parte degli<br />

edge dovuti al<strong>la</strong> presenza del rumore speckle.<br />

Da un confronto con una mappa topografica che dava l’effettiva<br />

rappresentazione dell’area investigata, è stato poi possibile valutare i risultati in<br />

termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza tra <strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera reale e quel<strong>la</strong> determinata attraverso<br />

l’algoritmo implementato.<br />

La <strong>di</strong>stanza me<strong>di</strong>a rilevata, espressa in termini <strong>di</strong> pixel, è stata pari a 2.1, il<br />

che significa che, traducendo il risultato in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza reale,<br />

l’incertezza con <strong>la</strong> quale è stata determinata <strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera è stata <strong>di</strong> circa<br />

50m . Tenendo conto delle <strong>di</strong>mensioni dell’area esaminata, che è dell’or<strong>di</strong>ne<br />

dei<br />

2<br />

km e tenendo conto del fatto che il risultato è stato influenzato anche dal<br />

risultato pessimo ottenuto con l’immagine rumorosa facente parte del set e <strong>di</strong><br />

cui si è <strong>di</strong>scusso prima, si può affermare senza ombra <strong>di</strong> dubbio, che i risultati<br />

ottenuti sono stati più che sod<strong>di</strong>sfacenti.<br />

8.3 IMPLEMENTAZIONE PRATICA<br />

DELL’ALGORITMO BASATO SU<br />

EDGE TRACING<br />

Oltre all’influenza del rumore, un altro dei principali problemi legati<br />

all’utilizzo <strong>di</strong> immagini ottenute da SAR risiede nel<strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> o<strong>per</strong>are<br />

un’ortorettifica dell’immagine, prima <strong>di</strong> mandare l’immagine stessa in pasto<br />

all’algoritmo <strong>di</strong> e<strong>la</strong>borazione. La presenza <strong>di</strong> errori intrinseci nell’immagine <strong>di</strong><br />

partenza, infatti, può solo portare ad un grave deterioramento nel<strong>la</strong> qualità dei<br />

risultati ottenuti.<br />

Fortunatamente, <strong>per</strong>ò, le immagini messe a <strong>di</strong>sposizione avevano già subito il<br />

processo <strong>di</strong> ortorettifica. È stato <strong>per</strong>tanto possibile concentrarsi esclusivamente<br />

sul<strong>la</strong> procedura <strong>di</strong> estrazione del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> <strong>di</strong> costiera.<br />

Prima del<strong>la</strong> descrizione del<strong>la</strong> fase <strong>di</strong> processing vera e propria, che costituisce<br />

il cuore dell’algoritmo, può risultare utile definire in termini quantitativi i<br />

- 111 -


parametri ottimi, utilizzati <strong>per</strong> l’o<strong>per</strong>atore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione anisotropo, <strong>per</strong><br />

effettuare il de-noising. Invece <strong>di</strong> determinare valori ottimi <strong>per</strong> ogni immagine,<br />

con <strong>la</strong> conseguente necessità <strong>di</strong> dover andare a mo<strong>di</strong>ficare l’algoritmo <strong>per</strong> ogni<br />

input, sono stati scelti dei parametri che <strong>per</strong>mettessero <strong>di</strong> ottenere risultati<br />

sod<strong>di</strong>sfacenti <strong>per</strong> l’intero set <strong>di</strong> immagini a <strong>di</strong>sposizione.<br />

In partico<strong>la</strong>re sono stati scelti i seguenti parametri:<br />

• λ = 0.25 <strong>per</strong> <strong>la</strong> funzione <strong>di</strong> peso da applicare al gra<strong>di</strong>ente dei pixel<br />

circostanti a quello in e<strong>la</strong>borazione<br />

• k = 8 <strong>per</strong> il valore del<strong>la</strong> soglia del gra<strong>di</strong>ente<br />

• Numero <strong>di</strong> iterazioni = 5<br />

A partire da questi valori sono scaturiti i <strong>di</strong>versi valori del coefficiente <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong>rezionale.<br />

Un ruolo <strong>di</strong> partico<strong>la</strong>re importanza è quello svolto da valore del<strong>la</strong> soglia del<br />

gra<strong>di</strong>ente. Tale soglia, infatti, sta ad in<strong>di</strong>care <strong>la</strong> maggiore o minore esaltazione<br />

degli edge. Per essere più precisi, gli edge forti (ovvero quelli con un gra<strong>di</strong>ente<br />

maggiore <strong>di</strong> 8 ) sono stati esaltati, mentre sono stati soppressi quelli con<br />

gra<strong>di</strong>ente minore del valore <strong>di</strong> soglia. In tal modo si è cercato <strong>di</strong> ridurre<br />

l’effetto del rumore sull’immagine che, come noto, conduce al<strong>la</strong> formazione <strong>di</strong><br />

falsi edge nell’immagine finale.<br />

Il primo passo del<strong>la</strong> fase <strong>di</strong> processing, <strong>la</strong> segmentazione con sogliaggio<br />

adattativo, è stato realizzato andando a valutare l’istogramma delle <strong>di</strong>verse<br />

immagini ed in partico<strong>la</strong>r modo andando a determinare un fitting con i 5<br />

parametri incogniti del<strong>la</strong> <strong>di</strong>stribuzione gaussiana bimodale che descrive <strong>la</strong><br />

densità <strong>di</strong> probabilità dell’immagine. La <strong>determinazione</strong> del<strong>la</strong> soglia è stato <strong>di</strong><br />

tipo locale. In altre parole, il fitting dei parametri <strong>di</strong> interesse (valor me<strong>di</strong>o e<br />

varianza delle due campane e frazione teorica dell’area occupata dall’acqua) è<br />

stato determinato attraverso l’utilizzo del metodo <strong>di</strong> Levenberg-Marquardt.<br />

Inizialmente è stato applicato il metodo all’intera immagine, scomposta in<br />

blocchi <strong>di</strong> 32× 32 pixel con una sovrapposizione <strong>di</strong> 16 pixel. Il numero <strong>di</strong><br />

iterazioni necessario <strong>per</strong> il fitting, <strong>per</strong>ò, è risultato essere molto elevato (un<br />

- 112 -


numero variabile tra 18 e 21, a seconda dell’immagine in input). È stato quin<strong>di</strong><br />

necessario utilizzare l’accorgimento proposto in letteratura, <strong>per</strong> rendere più<br />

veloce ed efficiente l’algoritmo. Si è cioè utilizzato un estrattore <strong>di</strong> edge<br />

(Canny) <strong>per</strong> fare una prima <strong>di</strong>scriminazione degli edge all’interno<br />

dell’immagine ed eliminare tali pixel <strong>per</strong> <strong>la</strong> formazione dell’istogramma. I<br />

pixel imme<strong>di</strong>atamente circostanti sono stati utilizzati <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima stima dei<br />

parametri del<strong>la</strong> gaussiana. Con questo accorgimento il numero <strong>di</strong> iterazioni <strong>per</strong><br />

l’ottenimento <strong>di</strong> un fitting ottimo è stato più che <strong>di</strong>mezzato (al massimo sono<br />

state necessarie 9 iterazioni). Le soglie locali così determinate (il valore del<strong>la</strong><br />

soglia è stato calco<strong>la</strong>to in fuzione dei valori assunti dai parametri del<strong>la</strong><br />

gaussiana) hanno condotto al<strong>la</strong> <strong>di</strong>scriminazione all’interno delle immagini <strong>di</strong><br />

aree considerate con terraferma e aree considerate come acqua. Più esattamente<br />

i pixel con valore maggiore del<strong>la</strong> soglia sono stati etichettati come terraferma,<br />

quelli con valore inferiore al<strong>la</strong> soglia sono stati <strong>di</strong>scriminati come acqua.<br />

Chiaramente, <strong>per</strong>ò, data <strong>la</strong> natura locale del calcolo delle soglie, ovvero poiché<br />

il valore delle soglie è stato <strong>di</strong>verso <strong>per</strong> ogni blocco <strong>di</strong> 32× 32 pixel<br />

processato, si è ottenuta un’immagine “sporca”. Per rendere binaria l’immagine<br />

(1 acqua 0 terra) è stata calco<strong>la</strong>ta una soglia unica, andando ad interpo<strong>la</strong>re le<br />

<strong>di</strong>verse soglie locali. In risultato è stato in tutti i casi un’immagine segmentata<br />

in acqua e terraferma con <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> “falsa acqua sul<strong>la</strong> terraferma”<br />

e zone <strong>di</strong> “falsa terraferma sull’acqua”.<br />

Giunti a questo punto è stato necessaria una fase <strong>di</strong> post-processing <strong>per</strong><br />

correggere e raffinare i risultati ottenuti al passo precedente. Per far ciò si sono<br />

innanzitutto rimosse le im<strong>per</strong>fezioni nelle immagini, andando ad eliminare tutte<br />

le zone c<strong>la</strong>ssificate con terraferma aventi <strong>di</strong>mensione inferiore ai 23 pixel<br />

nell’area dell’acqua e tutte le aree c<strong>la</strong>ssificate come acqua aventi <strong>di</strong>mensione<br />

inferiore ai 19 pixel nell’area del<strong>la</strong> terraferma. Dopo questa prima correzione<br />

dell’immagine segmentata è stata realizzata l’estrazione del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> costiera<br />

utilizzando una finestra mobile <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione 3× 3.<br />

Praticamente utilizzando<br />

<strong>la</strong> finestra mobile il pixel centrale è stato considerato edge se aveva nel suo<br />

intorno contemporaneamente pixel appartenenti al<strong>la</strong> terraferma e pixel<br />

appartenenti all’acqua.<br />

Un primo metodo <strong>per</strong> valutare <strong>la</strong> bontà <strong>di</strong> questo algoritmo è stato quello <strong>di</strong><br />

calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> probabilità <strong>di</strong> errata c<strong>la</strong>ssificazione. In realtà tale probabilità,<br />

- 113 -


calco<strong>la</strong>ta in termini locali, ovvero su piccole porzioni delle immagini in esame,<br />

ha prodotto risultati molto <strong>di</strong>fferenti. Si è quin<strong>di</strong> pensato <strong>di</strong> utilizzare come<br />

metro <strong>di</strong> valutazione del<strong>la</strong> bontà dell’algoritmo lo stesso metodo utilizzato <strong>per</strong><br />

l’analisi dei risultati ottenuti dall’algoritmo basato sull’utilizzo del<strong>la</strong><br />

trasformata wavelet: il calcolo del<strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza rispetto al<strong>la</strong> rappresentazione <strong>di</strong><br />

una mappa topografica reale.<br />

La <strong>di</strong>stanza me<strong>di</strong>a rilevata in termini <strong>di</strong> pixel è stata circa 2.5 , che tradotta in<br />

temini <strong>di</strong> spazio, sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> risoluzione spaziale del<strong>la</strong> immagini analizzate<br />

e delle mappe topografiche utilizzate, è stata pari a circa 62.5m .<br />

8.4 CONCLUSIONI<br />

Prima <strong>di</strong> analizzare da un punto <strong>di</strong> vista puramente numerico i risultati<br />

ottenuti con i due <strong>algoritmi</strong>, può risultare utile dare una valutazione <strong>di</strong> tipo<br />

visivo dell’e<strong>la</strong>borazione.<br />

Le figure seguenti mostrano come i risultati possano essere molto positivi,<br />

oppure inaffidabili, a causa <strong>di</strong> numerosi fattori che conducono ad un’ottima o<br />

ad una pessima segmentazione. I fattori più importanti in questo caso sono:<br />

rumore nell’immagine, scelta dei valori <strong>per</strong> il sogliaggio.<br />

Figura 47 - Risultato dell'applicazione del primo algoritmo all'immagine fortemente<br />

corrotta dal rumore: si creano artefatti<br />

- 114 -


Figura 48 - Risultato dell'applicazione del secondo algoritmo all'immagine fortemente<br />

corrotta dal rumore: non ci sono artefatti ma il risultato non è molto affidabile<br />

In questo caso si può notare come il risultato ottenuto sia abbastanza<br />

insod<strong>di</strong>sfacente, a causa del rumore che ha portato ad una cattiva<br />

<strong>determinazione</strong> del<strong>la</strong> soglia. Si evidenzia <strong>per</strong>tanto come tale passo rappresenti<br />

senza ombra <strong>di</strong> dubbio il principale problema <strong>per</strong> l’ottenimento <strong>di</strong> un buon<br />

risultato (si noti che nel primo caso una <strong>determinazione</strong> non ottimale del<strong>la</strong><br />

soglia ha portato al<strong>la</strong> creazione <strong>di</strong> artefatti nel<strong>la</strong> parte inferiore).<br />

In <strong>linea</strong> generale, <strong>per</strong>ò, i risultati ottenuti sono sicuramente molto affidabili,<br />

come mostrano le figure seguenti. A partire dall’immagine <strong>di</strong> partenza<br />

(Fig.49), è stata estratta una <strong>linea</strong> <strong>di</strong> costa (Fig.54) quasi completamente<br />

coincidente con quel<strong>la</strong> rappresentata sul<strong>la</strong> mappa topografica costiera che<br />

riprende <strong>la</strong> stessa zona.<br />

- 115 -


Figura 49 - Immagine <strong>di</strong> partenza che ha portato al miglior risultato<br />

Figura 50 - Risultato dopo il de-noising<br />

- 116 -


Figura 51 - Segmentazione tramite sogliaggio<br />

Figura 52 - Rimozione rumore dal<strong>la</strong> zone dell'acqua<br />

- 117 -


Figura 53 - Riduzione del rumore dal<strong>la</strong> zona del<strong>la</strong> terraferma<br />

Figura 54 - Linea <strong>di</strong> costa estratta: risultato quasi coincidente con quello del<strong>la</strong> mappa<br />

topografica<br />

- 118 -


A<br />

l<br />

g<br />

1<br />

A<br />

l<br />

g<br />

2<br />

Volendo effettuare un confronto quantitativo tra i due <strong>algoritmi</strong> implementati,<br />

al fine <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> capire quale dei due convenga maggiormente utilizzare,<br />

non ci si può basare sul<strong>la</strong> mera analisi del<strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza me<strong>di</strong>a del<strong>la</strong> <strong>linea</strong> <strong>di</strong> costa<br />

<strong>di</strong> costa estratta rispetto a quel<strong>la</strong> dell’immagine topografica reale. Basti pensare<br />

che, pur avendo <strong>per</strong>messo <strong>di</strong> ottenere una <strong>di</strong>sta me<strong>di</strong>a più bassa, il primo<br />

metodo implementato ha avuto delle oscil<strong>la</strong>zioni molto più forti; si è infatti<br />

passati da una <strong>di</strong>stanza minima <strong>di</strong> 1.1 pixel (circa 27.5m <strong>di</strong> scostamento) nel<br />

caso migliore fino a 4.7 pixel (oltre 115m <strong>di</strong> scostamento) nel caso peggiore;<br />

l’altro algoritmo invece ha avuto oscil<strong>la</strong>zioni comprese tra 1.7 pixel<br />

(scostamento pari a 42.5m ) e 3.1pixel (pari a 77.5m ).<br />

Inoltre quello che fa riflettere ancora <strong>di</strong> più è <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza massima rilevata nei<br />

due casi, che nel primo risulta essere nettamente su<strong>per</strong>iore.<br />

Volendo tabel<strong>la</strong>re i risultati ottenuti in termini <strong>di</strong> scostamento dal vero, si<br />

ottiene <strong>la</strong> seguente tabel<strong>la</strong>.<br />

Dimensione<br />

pixel<br />

Errore<br />

minimo<br />

25m 1.1<br />

(27.5m)<br />

25m 1.7<br />

(42.5m)<br />

- 119 -<br />

Errore<br />

max<br />

4.7<br />

(>115m)<br />

3.1<br />

(77.5m)<br />

Tabel<strong>la</strong> 2 - Risultati ottenuti dopo il testing degli <strong>algoritmi</strong><br />

Errore<br />

me<strong>di</strong>o<br />

~2.1<br />

(50m)<br />

~2.5<br />

(62.5m)


A questo punto si sarebbe portati a preferire il secondo algoritmo rispetto al<br />

primo, in quanto garantisce un comportamento più stabile. Entra <strong>per</strong>ò in gioco<br />

un altro fattore, che fino ad ora non è stato considerato: l’onere<br />

computazionale. Nel secondo caso, infatti, l’algoritmo <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua intera<br />

esecuzione è risultato notevolmente più lento; non si ad<strong>di</strong>ce <strong>per</strong>tanto<br />

all’e<strong>la</strong>borazione su immagini <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni molto elevate.<br />

Un altro fattore non ancora analizzato è <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> risultati ottenuti in base<br />

al<strong>la</strong> po<strong>la</strong>rizzazione SAR con cui sono state ottenute le immagini fate in pasto<br />

<strong>algoritmi</strong>. Durante <strong>la</strong> fase <strong>di</strong> test si è potuto notare come l’algoritmo basato<br />

sul<strong>la</strong> wavetl abbia fornito le migliori prestazioni con immagini ottenute in<br />

po<strong>la</strong>rizzazione orizzontale-orizzontale e verticale-verticale, mentre il secondo<br />

ha dato i migliori risultati quando si sono e<strong>la</strong>borate immagini in po<strong>la</strong>rizzazione<br />

mista (verticale-orizzontale, orizzontale-verticale).<br />

Inoltre è da chiarire un altro aspetto fondamentale: <strong>la</strong> maggior parte dei test <strong>di</strong><br />

verifica dell’affidabilità <strong>di</strong> questi <strong>algoritmi</strong>, sono stati effettuati andando a<br />

confrontare i risultati derivanti da immagini acquisite con <strong>di</strong>verse risoluzioni<br />

spaziali. Purtroppo in questo caso non è stato possibile fare questo tipo <strong>di</strong><br />

valutazione, in quanto il testing è stato fatto con immagini aventi tutte una<br />

risoluzione spaziale <strong>di</strong> 25m .<br />

Al<strong>la</strong> luce <strong>di</strong> tutto questo, si potrebbe provare a implementare una soluzione<br />

ibrida, cercando <strong>di</strong> analizzare e testare ogni singolo passo dei due <strong>algoritmi</strong>, in<br />

modo da utilizzare <strong>di</strong> volta in volta, a seconda delle necessità, quello che<br />

garantisce <strong>la</strong> maggiore velocità <strong>di</strong> esecuzione, ovvero <strong>la</strong> migliore affidabilità in<br />

termini <strong>di</strong> risultati prodotti, anche e soprattutto sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> tipologia <strong>di</strong><br />

immagine a <strong>di</strong>sposizione e sul<strong>la</strong> base <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> che sarà l’eventuale<br />

applicazione dei risultati ottenuti alle successive fasi <strong>di</strong> e<strong>la</strong>borazione.<br />

- 120 -


BIBLIOGRAFIA<br />

1. A. Niedermeier, E. Romaneeßen, S. Lehner, “Detection of<br />

Coastline in SAR Images using Wavelet Methods”, IEEE<br />

Trans. Geosc. Remote Sensing, vol.38, n°5, Settembre 2000<br />

2. H. Liu, K.C. Jezek, “A complete high resolution coastline of<br />

Antartica extracted from orthorectified radarsat SAR<br />

Imagery”<br />

3. S. Mal<strong>la</strong>t, W.L. Hwang, “Singu<strong>la</strong>rity detection and<br />

processing wavelets”, IEEE Trans. Inform. Theory, vol. 38,<br />

pp.617-643, Marzo 1992<br />

4. S. Mal<strong>la</strong>t, S. Zhong, “Characterization of signals from<br />

multiscale edges”, IEEE Trans. Pattern Analisys Machine<br />

Intell., vol 14, pp. 710–732, Luglio 1992<br />

5. E. Romaneeßen, S. Lehner, N. Winkel, E. Rudolph,<br />

“Improvement and comparison of a dynamic tide model in<br />

the Elbe estuary with ERS-2 satellite data”, in Proc.<br />

OCEANS’98 Conf. Piscataway, NJ, 1998<br />

6. G.H.F.M. Hesselmans, G.J. Wensink, C.J. Calkoen, C.F. de<br />

Valk, “ERS data to support coastal and offshore<br />

applications”, in Proc. 2 nd ERS Application Workshop,<br />

London, U.K., Febbraio 1996, pp. 325-327<br />

7. J.S. Lee, J.Jurkevich, “Coastline detection and tracing in<br />

SAR images”, IEEE Trans. Geosc. Remote Sensing, vol. 28,<br />

pp. 662-668, 1990<br />

8. D.Zhang, L.Van Gool, A. Oosterlinck, “Coastline detection<br />

from SAR images”, in Proc. IEEE IGARSS’94, 1994<br />

- 121 -


9. J. Ing<strong>la</strong>da, R. Garello, “Depth estimation and 3-D topography<br />

reconstruction from SAR images showing underwater bottom<br />

topography signatures”, in Proc. IGARSS’99, vol.2,<br />

Hamburg, Germany, 1999, pp. 956-958<br />

10. D.C. Mason and J.J. Davenport, “Accurate and efficient<br />

determination of the shoreline in ERS-1 SAR images”, IEEE<br />

Trans. Geosc. Remote Sensing, vol. 34, pp. 1243-1253,<br />

Settembre 1996<br />

11. R. Touzi, A. Lopes, P. Bousquet, “A statistical ad<br />

geometrical edge detector for SAR images”, IEEE Trans.<br />

Geosc. Remote Sensing, vol. 26, pp.764-773, Novembre<br />

19888<br />

12. D.J. Williams, M. Shah, “A fast algorithm for active<br />

contours and curvature estimations”, CVGIP: Image<br />

Understand, vol. 55, pp. 14-26, 1992<br />

13. C. Oliver, S. Quegan, “Understan<strong>di</strong>ng Synthetic A<strong>per</strong>ture<br />

Radar Images”, MA: Artech House, 1998<br />

14. R.G. Caves, “Automatic matching of features in synthetic<br />

a<strong>per</strong>ture radar data to <strong>di</strong>gital map data”, Ph.D. Dissertarion,<br />

Department of Applied and Computational Mathematics,<br />

Univ. Sheffield, U.K., Giugno 1993<br />

15. R. Bamler, B. Schättler, “SAR geoco<strong>di</strong>ng: Data and<br />

systems”, in SAR Data Acquisition and Image Formation,<br />

Germany: Wichmann-Ver<strong>la</strong>g, 1993, pp. 53-102<br />

16. J. Canny, “A computational approach to edge detection”,<br />

IEEE Trans. Pattern Anal. Machine Intell., vol. PAMI-8, pp.<br />

679-698, Novembre 1986<br />

17. I. Daubechies, “Ten Lectures of Wavelets”, Phi<strong>la</strong>delphia,<br />

PA: SIAM, 1992<br />

- 122 -


18. S. Mal<strong>la</strong>t, “A wavelet tour of signal processing”, San Diego,<br />

CA: Academinc, 1998, vol. 9<br />

19. W. Ru<strong>di</strong>n, “Functional Analysis”, New York: McGraw Hill,<br />

1973<br />

20. R. Carmona, W.L. Hwang, B. Torrésani, “Practical time-<br />

frequency analysis – Gabor and wavelet transforms with an<br />

implementation in S”, in Wavelet Analysis and Its<br />

Applications, San Diego, CA: Academic, 1998, vol. 9<br />

21. J.A. Ròdenas, R. Garello, “Internal wave detection and<br />

location in SAR images using wavelet transform”, IEEE<br />

Trans. Geosc. Remote Sensing, vol. 36, pp. 1494-1507,<br />

Settembre 1998<br />

22. P. Vass, B. Baltrick, Eds., “ESA ERS-1 Product<br />

Specification”, Noordwijk, The Nether<strong>la</strong>nds Eur. Space<br />

Agency, 1992<br />

23. Iowa Computer Aided Engineering Network, “Digital image<br />

processing”, Lecture Materials<br />

24. http://www.icaen.viowa.edu/~<strong>di</strong>p/LECTURE/contents.html<br />

25. M. Simard, G. De Gran<strong>di</strong>, K.P.B. Thomson, G.B. Bèniè,<br />

“Analysis of speckle noise contribution on wavelet<br />

decomposition of SAR images”, IEEE Trans. Geosc. Remote<br />

Sensing, vol. 36, pp. 1953-1962, Novembre 1998<br />

26. E. Romaneeßen et al. “On DEM generation from ERS SAR<br />

amplitude images in the Wadden Sea”<br />

27. F. Beichelt, “Stocastic for Engineer”, Stuttgart, Germany,<br />

B.G. Teubner, 1995<br />

28. I.N. Bronstein, K.A. Semen<strong>di</strong>jajew, “Manual of<br />

Mathematics”, Thun, Germany: Harri Deutsch Ver<strong>la</strong>g, 1957<br />

- 123 -


29. E. Romaneeßen, A. Niedermeier, N. Winkel, S. Lehner,<br />

“Improved bottom topography in the Elbe estuary using<br />

wavelets and active contour methods on SAR images”, Proc.<br />

IGARSS’99, vol. 3, pp. 1674-1676, 1999<br />

30. A. Niedermeier, S. Zimmer, “Implementional aspects of pre-<br />

wavelet sparse grid methods”, in Proc. 11 th Int. Conf. Domain<br />

Decomposition Methods, Munich, Germany, 1999<br />

31. P.P.H. Jouch, “Application of the Wavelet Transform<br />

Modulus Maxima method to T-wave detection in car<strong>di</strong>ac<br />

signals”, 20 Dicembre 2004<br />

32. BAS (British Antarctic Survey), 1998, “Antarctic Digital<br />

Database: Manual and Bibliography Version 2.0”, Scientific<br />

Committee on Antarctic Research, Cambridge, U.K.<br />

33. J. Canny, 1986, “A computational approach to edge<br />

detection”, IEEE Transactions on Pattern Analysis and<br />

Machine Intelligence, pp. 679–698<br />

34. C.K. Chow, T. Kaneko, 1972, “Automatic boundary<br />

detection of<br />

the left ventricle from cineagiograms”, Computer and<br />

Biome<strong>di</strong>cal Research, vol. 5 pp. 388–410<br />

35. J.C. Cur<strong>la</strong>nder, R. Kwok, S. Pang, 1987, “A post-<br />

processing system for automated rectification and registration<br />

of spaceborne SAR imagery, International Journal of<br />

Remote Sensing, pp. 621-638<br />

36. J. Ferrigno, J. Mullins, J. Stapleton, P. Chavez, Jr., M.<br />

Ve<strong>la</strong>sco, R. Williams Jr., G. Delinski, Jr., D. Lear, 1996,<br />

“Satellite Image Map of Antarctica”, Miscel<strong>la</strong>neous<br />

Investigations Series, Map 1–2560, U.S. Geological Survey,<br />

Reston, Virginia<br />

- 124 -


37. A.J. Fox, A.P. Coo<strong>per</strong>, 1994, “Measured pro<strong>per</strong>ties of the<br />

Antarctic ice sheet derived from the SCAR Antarctic <strong>di</strong>gital<br />

database”, Po<strong>la</strong>r Record, vol. 30, pp. 201–206<br />

38. D. Haverkamp, L.K. Soh, C. Tsatsoulis, 1995, “A<br />

comprehensive, automated approach to determining sea ice<br />

thickness from SAR data”, IEEE Transactions on Geoscience<br />

and Remote Sensing, vol. 30, pp. 46–57<br />

39. K.C. Jezek, 1999, “G<strong>la</strong>ciologic pro<strong>per</strong>ties of the Antarctic<br />

Ice Sheet from spaceborne synthetic a<strong>per</strong>ture radar<br />

observations”, Annals of G<strong>la</strong>ciology, vol. 29, pp. 286–290<br />

40. 2002, “Radarsat-1 Antarctic Mapping Project: Change<br />

detection and surface velocity campaign”, Annals of<br />

G<strong>la</strong>ciology, vol. 34, pp. 263–268<br />

- 125 -

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!