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Domenicani a Bergamo - (Domenicani) - Provincia San Domenico in ...

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aveva esposto con franchezza al legato pontificio <strong>in</strong> Italia, Pietro<br />

d'estra<strong>in</strong>g, la necessità di riformare i costumi del clero, di trasferire<br />

la <strong>San</strong>ta Sede a Roma da Avignone dove risiedeva dal 1309 e di organizzare<br />

una crociata contro gli <strong>in</strong>fedeli. Poiché ella, analfabeta,<br />

visionaria, si permetteva di dettare lettere rivolte ad em<strong>in</strong>enti personaggi,<br />

nel 1374 fu chiamata a firenze davanti al Capitolo<br />

generale dei domenicani. I superiori dell’ord<strong>in</strong>e ne riconobbero<br />

l’ortodossia e l’affidarono alla direzione di frate Raimondo delle<br />

Vigne da Capua (1330-1399), nom<strong>in</strong>ato lettore di teologia a Siena,<br />

che la difese da contrasti di ogni genere e che di lei lasciò una<br />

biografia, vero capolavoro agiografico.<br />

Quando Cater<strong>in</strong>a ritornò a Siena, trovò la città devastata dalla<br />

peste. Prestando servizio ai malati anch’essa fu colpita dall’epidemia.<br />

Gregorio XI frattanto preparava la crociata. oltre che ai pr<strong>in</strong>cipi<br />

cristiani, egli volle affidarne la propaganda anche alla verg<strong>in</strong>e<br />

senese la quale stabilì, nel 1375, il suo quartiere generale a Pisa.<br />

Mentre dettava le sue lettere d’<strong>in</strong>citamento a re, pr<strong>in</strong>cipi e capitani<br />

di ventura il primo aprile ricevette le stigmate nella chiesa di <strong>San</strong>ta<br />

Crist<strong>in</strong>a, che rimasero <strong>in</strong>visibili f<strong>in</strong>o alla morte. Il progetto della<br />

crociata, però, dovette essere abbandonato perché firenze, dopo<br />

aver firmato una lega con i Visconti di Milano, lavorava alacremente<br />

per <strong>in</strong>durre ottanta città dello Stato Pontificio a ribellarsi al mal<br />

governo del papa francese. Quando scese <strong>in</strong> guerra contro di lui,<br />

creò una magistratura straord<strong>in</strong>aria composta di otto membri,<br />

chiamati per dileggio dal popolo “gli otto santi”. Il papa li<br />

scomunicò e lanciò l’<strong>in</strong>terdetto su firenze. Cater<strong>in</strong>a, a vent<strong>in</strong>ove<br />

anni, per volontà di Dio si trasformò <strong>in</strong> ambasciatrice. ella<br />

riconobbe francamente i torti di entrambe le parti, ma allo<br />

spettacolo delle bande di ventura che stavano per calare <strong>in</strong> Italia<br />

scrisse al papa avignonese: «pace, pace, babbo mio dolce, e non<br />

più guerra». Per pacificare gli animi accettò di recarsi alla corte<br />

papale di Avignone con una comitiva di ventitré persone capeggiate<br />

dal B. Raimondo da Capua. Il pontefice subì il fasc<strong>in</strong>o della<br />

santità conquistatrice di Cater<strong>in</strong>a, ma la sleale politica di firenze,<br />

che segretamente voleva la guerra, mentre <strong>in</strong>tavolava trattative di<br />

pace per gettar polvere negli occhi del popolo esasperato, impedì il<br />

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<strong>Domenicani</strong> a <strong>Bergamo</strong>

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