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Domenicani a Bergamo - (Domenicani) - Provincia San Domenico in ...

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sulla strada del popoloso borgo di S. Leonardo la lunga storia<br />

della presenza nel cuore della città di donne che avevano scelto<br />

preghiera e la solitud<strong>in</strong>e, guidate dai frati predicatori di S. <strong>Domenico</strong>.<br />

Dopo la metà del secolo la chiesa, ad aula rettangolare con<br />

una abside a pianta quadrata, è certamente decorata da affreschi<br />

che negli anni ’80 si arricchiranno con il S. Sebastiano dip<strong>in</strong>to da<br />

Pec<strong>in</strong>o da Nova. È <strong>in</strong>teressante scoprire che molti degli affreschi<br />

della chiesa erano dovuti a committenti privati, quei mercanti e<br />

quei laici che popolavano l’operoso borgo di S. Leonardo con cui<br />

certamente e nonostante la clausura le monache erano collegate.<br />

Assume un significato particolare, tra i soggetti un tempo presenti<br />

sulle pareti della chiesa, l’affresco rappresentante Urbano V che<br />

tiene <strong>in</strong> mano le reliquie dei <strong>San</strong>ti Pietro e Paolo e ha accanto a sé<br />

S. <strong>Domenico</strong> e S. Antonio di Vienne. La rara iconografia, che<br />

esalta il ruolo del papa come tutore della fede, ricorda anche i<br />

rapporti che i De Apibus e molti bergamaschi avevano con<br />

Avignone, ma nello stesso tempo ribadisce l’importanza del<br />

fondatore dell’ord<strong>in</strong>e, <strong>Domenico</strong>, e di S. Antonio, <strong>in</strong> onore del<br />

quale, alla f<strong>in</strong>e del secolo, proprio accanto al convento di S. Marta<br />

fu eretta una chiesa a cui era annesso un piccolo ospedale.<br />

forse nati dalla volontà di un cittad<strong>in</strong>o, Gerardo De la<br />

Sale, forse dovuti alla presenza di un armigero di ignota provenienza,<br />

quel frate francesco che portava un abito lungo con sopra il petto<br />

la Tau di S. Antonio abate, l’ospedale e il convento sopravvivono<br />

f<strong>in</strong>o al 1586, quando vengono venduti, <strong>in</strong>sieme alla chiesa, alle<br />

monache di S. Lucia, anch’esse claustrali domenicane, poiché non<br />

ha più senso la presenza di un piccolo ospizio quando esiste da<br />

tempo e funziona e si accresce il grande ospedale costruito su<br />

disegno di Giovanni Antonio Amadeo a far da prospettiva all’area<br />

della fiera.<br />

Dall’avvento dell’osservanza, nel 1451, il monastero di<br />

clausura di S. Marta subisce riforme, non solo per quanto riguarda<br />

la vita religiosa, e la chiesa diventa una chiesa doppia; quella<br />

<strong>in</strong>terna, riservata alle monache, quella esterna ai fedeli, come testimonia<br />

S. Carlo che visita S. Marta nel 1575. Nel XVII secolo la<br />

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<strong>Domenicani</strong> a <strong>Bergamo</strong>

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