Usi civili e militari dei satelliti - Accademia Militare
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1.5 MICROPROPULSIONE A DECOMPOSIZIONE CATALITICA<br />
L’utilizzazione dell’idrazina come monopropellente per microrazzi<br />
inizialmente è stata legata alla produzione di un catalizzatore in grado di<br />
poter controllare la reazione di decomposizione. Il primo catalizzatore<br />
utilizzato con notevoli successi ed oggi non ancora obsoleto è lo SHELL<br />
405. Gli studi in Europa, nel campo dell’idrazina decomposta<br />
cataliticamente sono da far risalire al 1967 con lo studio di un satellite per<br />
telecomunicazioni.<br />
In questa prima fase le ricerche si sono indirizzate al progetto di un<br />
propulsore da 5-20 N. La scelta della propulsione ad idrazina è stata fatta<br />
soprattutto in ragione della relativa semplicità dell’intero sistema.<br />
In seguito si sono attivate in Europa ricerche su nuovi catalizzatori da<br />
utilizzare in alternativa allo SHELL 405; sono così sorti il catalizzatore<br />
CNES-ESRO (CNESRO) studiato in Francia ed adottato oggi su parecchi<br />
micropropulsori prodotti dalla SEP e la famiglia “KC”, prodotti dalla<br />
Kalichemie tedesca.<br />
I problemi principali connessi con un tale tipo di micropropulsione<br />
risultano essere essenzialmente l’inerzia termica del pacco catalitico (che<br />
ritarda i tempi di andata a regime); la contaminazione dello stesso (che<br />
condiziona la vita dell’intero micropropulsore) e l’ostruzione <strong>dei</strong> condotti<br />
di iniezione.<br />
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