Usi civili e militari dei satelliti - Accademia Militare
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costi operativi molto elevati, volti a garantire assoluta sicurezza nelle fasi<br />
di stoccaggio e manipolazione del propellente. Tali costi vengono<br />
sensibilmente ridotti nel caso del perossido di idrogeno, che pur essendo<br />
una sostanza molto corrosiva (soprattutto alle elevate concentrazioni), è<br />
classificata come non cancerogena e poco tossica. Prendendo come<br />
missione di riferimento l’inserzione in un’orbita LEO di una costellazione<br />
di 10 <strong>satelliti</strong>, uno studio mostra che, sostituendo l’idrazina con uno <strong>dei</strong><br />
cosiddetti propellenti verdi (oltre al perossido di idrogeno citiamo l’HFN,<br />
l’ADN e l’HAN), si può risparmiare in termini di costi ricorrenti fino a 2.3-<br />
2.6 milioni di Euro. La semplificazione della procedura che precede il<br />
lancio permetterebbe un ulteriore risparmio in termini di tempo che va dai<br />
7 ai 14 giorni.<br />
L’attuale tendenza a ridurre le dimensioni <strong>dei</strong> <strong>satelliti</strong> costituisce un<br />
ulteriore motivo di interesse verso il perossido di idrogeno: esso può<br />
essere utilizzato sia come monopropellente sia come ossidante in motori<br />
bipropellente liquidi o in motori ibridi. Le prestazioni ottenibili nelle<br />
diverse configurazioni rendono attraente l’utilizzo del perossido di<br />
idrogeno per missioni come controllo di assetto, mantenimento orbitale,<br />
controllo di reazione e manovre orbitali.<br />
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