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<strong>L'Azione</strong> 19 GENNAIO 2<strong>01</strong>3 >FABRIANO<<br />
11<br />
Giovani: quale benessere?<br />
di CHIARA TIBERI<br />
Si è svolta venerdì 11 gennaio<br />
all’Oratorio della Carità<br />
la cerimonia di consegna<br />
dei diplomi ai ragazzi del<br />
Liceo Classico Francesco Stelluti.<br />
Ad omaggiare il traguardo raggiunto<br />
l’illustre presenza della dottoressa<br />
Maria Armezzani, ex studentessa<br />
del liceo e glia del professor Renzo<br />
Armezzani, il preside che ha dato<br />
maggior prestigio e luce alla scuola.<br />
Professoressa associata di Psicologia<br />
dinamica, docente di Psicologia<br />
delle relazioni interpersonali e di<br />
tecniche di indagine della personalità<br />
all’Università di Padova, si<br />
occupa di ricerca e sperimentazione<br />
di tecniche costruttiviste per le diagnosi<br />
psicologiche e di metodologie<br />
fenomenologiche per l’indagine sui<br />
signi cati.<br />
Presenti all’incontro anche il Magni<br />
co Rettore dell’Università di<br />
Camerino il professor Fabio Corradini,<br />
il professor Mauro Pettinari<br />
e il presidente della Fondazione<br />
Carifac il d ottor Guido Papiri.<br />
Maria Armezzani sceglie come<br />
tema della conferenza da lei svolta<br />
il benessere e il malessere giovanile:<br />
“Ho scelto questo tema perché<br />
mi sembrava il più adatto in una<br />
Felicità a tema nella consegna dei diplomi del Classico<br />
Lo studente Tommaso Melacotte (nella foto con Guido Papiri, Francesco Orsolini e la<br />
Prof. Maria Armezzani) e lo studente Vasil Mima hanno ricevuto i complimenti dal<br />
direttore della Fondazione Carifac, che ha assegnato loro due borse di studio per aver<br />
frequentato con profi tto il 1° anno del corso musicale di formazione pre accademica<br />
"Muse&Musica", promosso da Liceo Stelluti in convenzione con l'Istituto Superiore di<br />
Studi Musicali "G. B. Pergolesi" di Ancona.<br />
situazione nella quale avrebbero<br />
preso parte molti giovani e in<br />
quanto il benessere psicologico si<br />
trova negli ultimi anni al centro<br />
di un interesse piuttosto forte”. La<br />
dottoressa affronta la discussione<br />
ripercorrendo gli orientamenti e i<br />
metodi adottati nelle ricerche effettuate<br />
sul tema. Il quesito che ci<br />
si è sempre posti è se il benessere<br />
sia soggettivo o oggettivo. Da cosa<br />
dipende allora il nostro benessere?<br />
I tratti della personalità e l’eredità<br />
genetica sono dei fattori, lo sono<br />
anche la soddisfazione dei bisogni<br />
<strong>prima</strong>ri e secondari, e non ultimo,<br />
anzi di estrema importanza il confronto<br />
con le persone cha abbiamo<br />
intorno, l’esigenza di avere ciò<br />
che corrisponde alla desiderabilità<br />
sociale, ciò che la nostra cultura e<br />
il nostro sistema ci mette di fronte.<br />
Ma non basta. “Bisogna affrontare<br />
la ricerca seguendo la prospettiva<br />
fenomenologica costruttivista<br />
che si incentra sulla generazione<br />
di signi cati. I metodi di ricerca<br />
devono essere coerenti con tale<br />
idea, dunque non useremo più test<br />
e questionari ma ci avvarremo del<br />
linguaggio espressivo, parleremo<br />
con le persone, chiederemo loro<br />
come si sentono e che cos’è per loro<br />
il benessere”. La ricerca si è svolta<br />
dunque su un campione di 2265 giovani,<br />
tra i 16 e i 23 anni, dalla quale<br />
è emerso che il benessere è per<br />
loro tranquillità, mancanza di preoccupazioni,<br />
autonomia, sicurezza<br />
economica, condivisione dei valori,<br />
riconoscimenti esterni, buone relazioni<br />
sociali. “Quello che ho capito<br />
in tutti questi anni di ricerche è che<br />
non si può generalizzare, i giovani<br />
non sono una razza, sono persone,<br />
ognuna con le proprie diversità,<br />
dunque indagini statistiche troppo<br />
generalizzate non funzionano. Ho<br />
deciso di andare ancora più a fondo,<br />
utilizzando uno strumento clinico a<br />
struttura piramidale, basato su una<br />
rete di opposizioni e implicazioni<br />
reciproche”, ci spiega la dottoressa.<br />
Questo studio ha dimostrato che i<br />
giovani hanno un proprio stile. E<br />
se lo stile è il modo in cui ognuno<br />
di noi disegna il mondo in cui vive<br />
dandogli la sua impronta, la maniera<br />
è il suo opposto, quel modo di<br />
essere che sembra personale ma che<br />
in realtà è una sorta di copiatura di<br />
un modello ideale. Il manierismo in<br />
psicologia è una nevrosi che porta<br />
la persona a perdere il proprio senso<br />
del sé a tal punto da nire con<br />
l’identi carsi completamente alla<br />
maschera indossata. La condizione<br />
alla quale dovremmo auspicare è<br />
l’Eudaimonia, l’essere in armonia<br />
con il nostro Daimon, il nostro io.<br />
Dunque il benessere dei giovani si<br />
può favorire lasciandoli liberi di<br />
essere se stessi, di fare quello per<br />
cui sono nati.<br />
La società dovrebbe assicurare alle<br />
persone la libertà di scegliere tra<br />
una serie di vite possibili, senza<br />
imporre standard o percorsi omologanti.<br />
Forse la felicità e il benessere<br />
consistono proprio in questo, nella<br />
ricerca del nostro Daimon, della nostra<br />
vocazione, nella realizzazione<br />
della nostra autenticità e dei nostri<br />
desideri più profondi, genuini,<br />
non alterati né condizionati dalle<br />
circostanze.<br />
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