marzo-aprile 2010 - Fnsi

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GIUSI BONACINA GOGÌ Sestante edizioni, Bergamo, 2009, pagg. 175 Euro 10,00 P oesie in bergamasco. In dialetto, rigorosamente. Ma con traduzione a fianco per i non praticanti del Verbo Orobico. Fuor di scherzo, è notevole la verve poetica della Bonacina, giornalista, scrittrice ed esperta di tradizioni bergamasche (appunto), di folklore, cultura e costume, autrice, qualche anno fa, dei racconti di “Odiavo le trecce”. Ma che cosa sono, per i foresti, i “gogì” del titolo? L’autrice dedica il libro “in ricordo di mia madre che portava gli spilli appuntati sul grembiule e mi diceva abbracciandomi: “Sta’ atènta ai gogì!”. Ed eccoli assurgere a simbolo delle parole bergamasche, la lingua dialettale bergamasca, nota nell’introduzione Francesco Coter, che in questi versi diventa “poesia colorata di memorie, di allegrezze infantili, di bellezze passeggere. Poesia che rallenta, sia pure per poco, la folle corsa del mondo verso uno spaventoso vicolo cieco”. Vabbè, vabbè. Nella “nota dell’autore”, l’autrice si professa “no global”, convinta. E “non violenta”. Posizione antitetica? “Credo, per quel che mi riguarda, di aver trovato la soluzione ideale. Parlo e scrivo in dialetto bergamasco. Anche i versi? Sì, anche i versi”. E, a chi obietta, “ma è impossibile da capire”, lei risponde: “Noi ci sforziamo, mica tanto in verità, di renderlo accessibile a tutti, (e poi basta la traduzione..), ma comunque lo amiamo così com’è, perché assomiglia alle nostre strade, alle nostre case, ai volti di tutti quelli che ci sono cari”. Gogì è anche un cane, tradotto Spillo. A lui è dedicata la prima poesia, proviamo a scriverla in dialetto, pardon, in lingua bergamasca? “Tu séret un volpì, ma mìa de rassa; /chèl che a Bèrghem a s’ dìs un ca bastàrd / epor a mé te me parìet tal bel…/ ‘l cagnì pio bèl del mond, ‘l pio sae, ‘l pio car…”. Sì, sì, manca la dieresi sulla o di pio. Ma si capisce, si capisce. Buona lettura. lO ScAffAlE UGO FRANZOLIN Il dONO Prefazione di Nicola Vacca Edizioni Settimo Sigillo, pagg. 48 Euro 6,00 P erché? / Che domanda. / Nessuno sa rispondere. / Chi ha tentato / si è perduto / nei labirinti del cuore. Ecco un poeta che talvolta si perde, poi si ritrova, poi si riperde: perché, in tutto questo caos è Arduo passare per la cruna di un ago. Come scrive Nicola Vacca nella prefazione, “la poesia di Franzolin è un inquieto cercare nella naturalezza delle cose di cui è fatto l’uomo. La sua poesia crede nell’uomo e soprattutto nel cuore dell’uomo. Non lo spaventa l’inganno della storia nel quale sono tutti precipitati. Prima del naufragio ci sono ancora possibilità di salvezza. C’è una luce, ma tocca sentirla con il cuore prima di vederla con gli occhi”. Come i gabbiani: Stormi di gabbiani / volano altissimi / nel mare azzurro, / ali aperte al vento / nei giorni del sole, / nei giorni della tempesta. Nato nel ’20 a Villa del Bosco (Padova), Franzolin ha fatto la seconda guerra in Marina ed è stato sul fronte dell’ Africa Settentrionale, fino al’epilogo di El Alamein. Poi corrispondente di guerra sui fronti di Anzio e della Linea Gotica. A questa sua esperienza ha dedicato tre romanzi: “Il repubblichino”, “I vinti di Salò”, “I giorni di El Alamein”. Poeta dei sentimenti, lo è anche di quelli civili: lucido e impietoso, ieri come oggi: Nella piazza sterminata / irrompe possente / la voce del demiurgo / che dall’alto di una tribuna / vaticina l’età del piombo. / Esplode l’urlo dei fedeli / pronti alla morte. / Lontano, da una torre, / rintocchi dal suono grave / ricordano che tutto tramonta / nell’oscurità del tempo. Per tutti, anche per i potenti, arriva sempre l’ora delle verità: perché Nella vita di ogni uomo / un giorno il gallo ha cantato. Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | 2010 14 DOMENICO PARAVATI vOcAbOlArIO cOmmENTATO dEl dIAlETTO dI SAN flOrO Alla ricerca della lingua (quasi) perduta Janografica, Rignano Flaminio, 2009, pagg. 154 Euro 25,00 Un giornalista calabrese, da lunga pezza cittadino di Rignano Flaminio, provincia di Roma, 30 anni di professione ai Giornali radio Rai, ripensa al paese natale, al suo dialetto, materno, di “San Floro (Calabria centrale, Stretta di Catanzaro, a due passi dalle Serre, a due passi dalla Sila Piccola)”. Dedica nove anni all’amarcord della sua “lingua” mai dimenticata, anzi a un m’arricùardu che ha percorso con il fratello fotografo Feliciano, come fece già qualche anno fa con un altro volume (“Ciao san Floro, ciao Calabria”, edizioni Abc Communication), dedicato a persone e paesi (come Borgia, Miglierina, Cetraro, Siderno, San Luca, Saracena, Zaccanopoli, Sibari e tanti altri), ripercorrendo le strade dei vent’anni dimenticate o scomparse, delle quali Corrado Alvaro scriveva: “Nessuno è mai riuscito a ritrovarle com’erano prima, poiché la natura, a mano a mano che cresciamo, cresce e deperisce come noi…”. Ed ora questi “ricordi di fanciullezza, che non vanno perduti”, e che i figli dell’ufficiale postale Giuseppe Paravati, il giornalista e il fotografo “nato a Nicastro” dove allora la famiglia abitava, ricostruiscono con i suoni delle parole, fra battute, storielle e proverbi. Una storia “interna”, di affetti e ricordi di un paese che alla fine degli Anni 50 aveva duemila abitanti ed ora ne conta appena cinquecento. Nell’Italia di allora si parlava quasi soltanto in dialetto, chiosa l’autore, “l’italiano si imparava scarsamente a scuola, la radio l’ascoltavano in tre o quattro fortunati, i giornali li leggevano quegli stessi (se li leggevano), la televisione non c’era….”. L’Italia di lì a poco sarebbe stata sconvolta e profondamente cambiata dalle migrazioni interne, dalla Calabria, dalla Campania, dalla Puglia, dalla Sicilia infiniti e lentissimi treni della speranza per il far-nord, per la capitale, “a ccercà ‘a fortuna”. Un fiume di sradicati alle prese con un altro mondo. Ma con il dialetto per sempre nella mente e nel cuore.
CASAGIT, INTERNET E I DOCUMENTI CORRETTI Ho scritto questa lettera a Daniele Cerrato Caro Presidente, da tempo mi sono rivolto all’ufficio rimborsi della Casagit per fare presente che le distinte di liquidazione erano errate. Infatti nel retro delle mie figuravano le spese per farmaci relative anche a mia moglie. Ciò non corrisponde a quanto scritto in testa: “…dettaglio dei farmaci relativo alla sua richiesta di concorso spese sostenute per l’assistito Massolo Roberto”. All’ufficio rimborsi avevo chiesto la rettifica della documentazione 2009. La precisazione delle spese mi serviva per la dichiarazione dei redditi. Infatti adesso che per mia moglie pago il MAV per lei ho diritto a “scaricare” l’intero ammontare delle spese mentre per me continuerò a dichiarare la differenza tra “richiesto” e “rimborsato”. Ovviamente con la documentazione inviatami da CASAGIT dovrò fare i salti mortali per convincere il CAF che la medicina “X” non è mia ma di mia moglie. Mi si precisa che “il nostro sistema informatico non è in grado di effettuare “a posteriori” l’attribuzione dei medicinali per le pratiche evase fino al 31/12/09”. Ed a me cosa interessa? Avrebbero dovuto dichiarare il vero “a priori”. Non facendolo l’hanno fatto diventare loro “a posteriori”. E adesso pretenderebbero che siano i miei 84 anni a trovare la soluzione? Provvedano ad operare a mano o come credono: Io ho diritto ad avere documenti corretti! CASAGIT, caro Presidente, come tu ben sai è una nostra creatura e la sua gestione deve, innanzi tutto, tener conto delle esigenze dei suoi soci. Si informatizzi quanto vuole, ma avendo sempre ben presente il “quadro d’assieme”, in modo da procurare effetti positivi e non negativi ai giornalisti che col loro contributo permettono a questo lETTErE organismo di assolvere al suo fondamentale compito. Salutissimi. Roberto Massolo ________________________ Caro collega, sul tuo diritto, che sottolinei, di avere documenti corretti credo non sia il caso di aggiungere nulla. Un pleonasmo in meno, io credo, allunga la vita. Ti vorrei far notare, tuttavia, che il dettaglio dei farmaci richiesti e rimborsati dalla Cassa l’hai ricevuto come da tua specifica richiesta e che, proprio per effetto della informatizzazione ulteriormente implementata, d’ora in poi lo stesso dettaglio è ritrovabile nelle distinte di liquidazione inviate a casa dei soci. Questo non per effetto della tua garbata missiva ma perché abbiamo deciso di offrire un servizio in più ai nostri soci rendendo ancora più facile la compilazione delle denunce dei Redditi. In alternativa basterebbe, comunque, tenersi le fotocopie. Con ORGANO DELL’UNIONE NAZIONALE GIORNALISTI PENSIONATI SINDACATO DI BASE DELLA F.N.S.I. REGISTRAZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA N. 565/98 DEL 30 NOVEMBRE 1998 Direttore responsabile Giuseppe Iselli Direzione e redazione in Roma (00186) - Corso Vittorio Emanuele, 349 Tel. 06680081 - Fax 066871444 www.fnsi.it - E-mail: infofnsi@tin.it La collaborazione è aperta a tutti i colleghi. La responsabilità delle opinioni espresse è dei singoli autori 15 l’occasione voglio ricordare a tutti i soci che iscrivendosi all’Area Riservata del nostro sito (www.casagit.it) è possibile scaricare autonomamente quanto occorre per le dichiarazioni fiscali. Infine, quando dici che “la Casagit è una nostra creatura” mi fai un grande piacere. Ma, come tutte le nostre creature – comprese quelle bipedi e che mettiamo al mondo – anche la nostra Cassa meriterebbe una tirata d’orecchi quando e se sbaglia e un apprezzamento quando fa qualcosa di buono. Il tono della tua lettera mi sembra più portato a evidenziare solo la percezione dei difetti. Per questo, indipendentemente dal fatto che si tratti di recuperare tasse per meno di due decine di euro o cifre più consistenti, ti pregherei di guardare alla “creatura” nel suo insieme comprendendo nello sguardo anche quanto sta facendo in termini di efficienza e, perché no, di rigore per continuare – ancora ti cito – “ad assolvere al suo fondamentale compito”. Un caro saluto Daniele Cerrato Presidente Casagit P E N S I O N A T O Organo dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati Sindacato di base della F.N.S.I. Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | 2010 U.N.G.P. Comitato Esecutivo Presidente: GIUSEPPE ISELLI Vicepresidenti: MASSIMO SIGNORETTI (vicario) ANTONIO DE VITO Segretario generale: MAURIZIO MENDIA Tesoriere: ROMANO BARTOLONI Consiglieri: PAOLO AQUARO, FRANCESCO BROZ- ZU, CLAUDIO COJUTTI, DARIO DE LIBERATO, MAURO LANDO, GIUSEPPE PERUZZI Collegio revisori dei conti: MARIO PETRINA (presidente), GIACINTO BORELLI, VANNI CARISI, ENRICO COLAVITA, ENZO DE VIRGILIO, DOMENICO MARCOZZI, ROBERTO TAFANI FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI MAGGIO 2010 DALLA SALLUSTIANA - ROMA
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