marzo-aprile 2010 - Fnsi
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Sono Gilberto Rossi, ho sessanta<br />
anni giusti giusti, e da cinque<br />
mesi sono in pensione. Beato<br />
te, direte voi. Mica tanto.<br />
Tutto è cominciato il primo<br />
agosto dell’anno scorso, quando<br />
nella redazione del mio giornale,<br />
“la Voce degli Appennini”, il capo<br />
redattore, davanti alla macchina<br />
erogatrice dell’acqua fresca, dice<br />
sotto voce ai tre colleghi presenti<br />
(compreso il sottoscritto): “Ho saputo<br />
che i conti sono di nuovo in<br />
rosso porpora, che stiamo perdendo<br />
un milione al mese, che la pubblicità<br />
regionale e locale, compresi<br />
i necrologi, è quasi a zero, che le<br />
vendite si sono ulteriormente ridotte<br />
al di sotto sella soglia fisiologica<br />
di un redattore per mille copie<br />
vendute. In conclusione, hanno<br />
fatto venire il dottor Moscerini dalla<br />
federazione degli editori, da Roma,<br />
per scrivere un piano di ristrutturazione-riorganizzazione-rilancio.<br />
Insomma, tagliano il 40 per<br />
cento di noi. Prepensionamenti,<br />
cassa integrazione, mobilità, dicono”.<br />
Ora, come avrete capito, il nostro<br />
è un piccolo giornale di provincia,<br />
profondamente radicato sul<br />
territorio (come siamo soliti dire),<br />
con cinquanta dipendenti, 24 giornalisti<br />
(oltre a 73 tra co.co.co, partite<br />
Iva, stagisti e quant’altro) e 26<br />
tra tecnici e amministrativi. Il quaranta<br />
per cento di 24, più o meno,<br />
corrisponde ad un po’ più di nove.<br />
Nove dunque.<br />
“Ma il cdr che fa?”, chiede il Gigi,<br />
redattore di prima nomina. Il cdr<br />
si identifica nella persona della collega<br />
Lucrezia, unica presente (su tre<br />
membri uno è malato a casa e il terzo<br />
è inviato a seguire un feroce delitto<br />
nel paesone a 32 chilometri dal<br />
capoluogo, e non schioda da lì per<br />
paura di essere rispedito al desk).<br />
“Ragazzi – ci dice Lucrezia, dopo un<br />
breve colloquio con il direttore – non<br />
vi preoccupate. Sono solo voci. Nessun<br />
problema per ora. Il piano non<br />
c’è. E poi tu, Gilberto, di che ti<br />
preoccupi, tu sei insostituibile!”. Ha<br />
ragione, penso io, un capo servizio<br />
da sempre al desk della politica regionale<br />
e locale, che chiude otto pagine<br />
e, quando occorre, persino la<br />
’10<br />
3<br />
maggiogiugno<br />
STORIE DI GIORNALISTI (MASCHI) CHE LASCIANO<br />
IL LAVORO PRIMA DEI 65 ANNI<br />
“cumulO” dI PrOblEmI<br />
PEr GIOvANI PENSIONATI<br />
prima, la cronaca nazionale ed altro,<br />
con 35 anni di esperienza sulle<br />
spalle, non si sostituisce facilmente.<br />
Certo, sono stanco, non ce la faccio<br />
più, vorrei andarmene. Ma in questo<br />
giornale siamo tutti al minimo<br />
contrattuale più contingenza. E’<br />
pur vero che gli scatti ci consentono<br />
di campare benino, ma il giornale è<br />
nato vent’anni fa e nessuno qui<br />
dentro ha più di sette-otto scatti. Insomma<br />
con tre figli sulle spalle di<br />
cui due studenti universitari e senza<br />
alcuna chance di impiego a breve,<br />
in questa situazione in pensione non<br />
ci posso andare, ci rimetterei troppo.<br />
Tanto – penso – ci pensa il cdr. E<br />
il cdr ci pensa. La trattativa sul piano<br />
presentato il 2 agosto, si apre il 3<br />
agosto e si chiude il 5 (d’altra parte<br />
– ha detto l’Agosti , leader del cdr,<br />
quello malato – l’amministratore<br />
delegato aveva prenotato l’aereo per<br />
Antigua per il 6 agosto mattina).<br />
Risultato: otto giornalisti dipendenti<br />
in cig immediata e tra questi anche<br />
i due possibili prepensionati,<br />
naturalmente volontari. Volontari<br />
in questo senso: potete rifiutare e<br />
andate in cig per due anni, poi in<br />
mobilità e poi, diciamo così, si vede.<br />
Oppure potere accettare il pensionamento<br />
anticipato. Ovviamente io<br />
sono uno dei due.<br />
Tratto con l’azienda, chiedo almeno<br />
un incentivo all’esodo, come<br />
si dice, e mi offrono tre mesi. Tutti<br />
mi consigliano di accettare. Accetto.<br />
In soldoni, liquidazione+scivolo =<br />
chiusura anticipata del mutuo Inpgi<br />
prima casa. Con la pensione si<br />
stringe la cinghia e ci si arrampica<br />
sugli specchi. Così accetto la proposta<br />
della Virtus, gloriosa società di<br />
basket della mia città, che partecipa<br />
alla serie A2 (sarebbe la B nel basket)<br />
difesa ogni anno con fatica:<br />
addetto stampa e responsabile delle<br />
Il GIOrNAlISTA | mAGGIO | GIuGNO | <strong>2010</strong><br />
relazione esterne. L’offerta economica<br />
è decente e mi consente di<br />
guardare al futuro con maggiore fiducia.<br />
Meglio però fare un po’ di conti<br />
con chi ci capisce. Per questo vado<br />
nel capoluogo regionale, all’Associazione<br />
stampa, dove riesco a parlare<br />
con il collega fiduciario Inpgi,<br />
gentilissimo e disponibile. Il colloquio<br />
però squarcia il velo della mia<br />
ignoranza su una cosa che si chiama<br />
regolamento Inpgi: insomma, c’è il<br />
CUMULO, cioè io non posso cumulare<br />
la pensione con più di 20.000<br />
euro lordi di lavoro autonomo, circa<br />
1200 euro netti, più o meno, al mese.<br />
E cioè la metà circa di quello che<br />
mi offre la Virtus, per i prossimi<br />
cinque anni (e cioè finchè io non<br />
compirò 65 anni). Ma il sottoscritto<br />
- obietto – di una integrazione allo<br />
stipendio ha bisogno ora, con i figli<br />
ancora da sistemare. Niente da fare,<br />
è il Regolamento, che vale però solo<br />
per i giornalisti uomini. “Pensa – mi<br />
dice il fiduciario – che nel 2009 non<br />
potevi cumulare più di 8.000 euro<br />
lordi. Oggi le cose vanno meglio.<br />
Per le colleghe è diverso, per loro la<br />
pensione di vecchiaia scatta a 60<br />
anni, per gli uomini a 65. Inoltre, il<br />
cumulo oggi vale solo per i giornalisti<br />
perché per gli altri lavoratori è<br />
stato abolito. Ma tu queste cose non<br />
le sapevi? Ti dovevi informare prima”.<br />
Una storia come tante (una storia<br />
vera, anche se i nomi sono fasulli)<br />
e che ho sentito ripetere da molti<br />
colleghi. Ed allora, perché non pensare<br />
davvero che una norma anacronistica<br />
e discriminatoria possa<br />
essere cambiata? Come dice l’Unione,<br />
perché non facciamo un passo<br />
avanti, noi dell’Inpgi?<br />
| PAOLO | SERVENTI LONGHI |<br />
Consigliere di amministrazione INPGI